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La TOSCANA - Giugno 2013

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Alle Giubbe Rosse<br />

la performance di Pierina <strong>La</strong>ganà<br />

e Salvatore Cosentino<br />

di Daniela Pronestì<br />

Un incontro fra le arti nel nome<br />

della bellezza. Potrebbe essere<br />

questo il sottotitolo della performance<br />

<strong>La</strong> realtà del sogno -<br />

<strong>La</strong> panchina dei bottoni che sabato 1 giugno<br />

ha offerto ai convenuti presso il Gran<br />

Caffè storico - letterario Giubbe Rosse di<br />

Firenze un’esperienza culturale tra le più<br />

raffinate, perché capace di riunire pittura,<br />

poesia, musica e teatro in un unico grande<br />

respiro. Ideatori e protagonisti dell’evento<br />

Pierina <strong>La</strong>ganà, pittrice e scrittrice già presente<br />

in passato con i suoi lavori nello storico<br />

caffè fiorentino, e Salvatore Cosentino,<br />

critico letterario e musicale e autore<br />

teatrale. Base ispirativa della performance<br />

è il racconto inedito <strong>La</strong> panchina dei bottoni<br />

di Pierina <strong>La</strong>ganà, in cui l’autrice calabrese,<br />

da sempre attenta a porre in luce gli<br />

aspetti che descrivono la forza comunicativa<br />

dell’arte, racconta il cammino di un’anima<br />

che, passando attraverso numerose<br />

prove e altrettanti ostacoli, ritrova la via<br />

che porta alla bellezza. Come sempre nei<br />

suoi racconti, la storia si nutre di atmosfere<br />

sospese tra sogno e realtà, verità e finzione,<br />

mentre il linguaggio è intessuto di un<br />

raffinato simbolismo che segna un momento<br />

di sintesi tra parola e immagine. Lo sviluppo<br />

narrativo è dei più coinvolgenti: il<br />

lettore è preso per mano e guidato in un<br />

percorso che gli permette di vivere un’esperienza<br />

“multisensoriale”, tale è la varietà<br />

delle sensazioni evocate e la ricchezza di<br />

dettagli che caratterizza la descrizione<br />

dell’oggetto “magico” per eccellenza in<br />

questa storia, la panchina dei bottoni. Essa<br />

è il simbolo della trasformazione interiore<br />

che può avvenire in chiunque abbia il coraggio<br />

di “abbandonare il cinismo della realtà”,<br />

scrive l’autrice, e sollevare, uno per<br />

uno, i setti veli che lo allontanano dall’unica,<br />

autentica fonte della felicità, l’amore.<br />

Si direbbe una fiaba e per molti versi lo è,<br />

perché si serve del simbolo per parlare di<br />

quelle verità in cui è riposto il senso ultimo<br />

della vita e delle cose, e per ricordarci che<br />

è nella fantasia e nel gioco che risiedono le<br />

basi della conoscenza profonda di<br />

se stessi. Concetti che Pierina ha<br />

scelto di eprimere anche in forma<br />

pittorica, realizzando cinque dipinti<br />

che alludono, con un tracciato cromatico<br />

e segnico di notevole impatto,<br />

ai diversi gradi di consapevolezza<br />

che l’essere umano conquista<br />

con la presa d’atto dei suoi limiti e<br />

delle sue debolezze, del suo “cuore<br />

di tenebra”, passando dal disincanto<br />

alla “redenzione”, dalla superficialità<br />

dei bisogni materiali ad una<br />

risacralizzazione dell’esistenza. È la<br />

strada irta e difficile che conduce<br />

alla vetta della libertà interiore, che<br />

è perfetta sintesi di verità, semplicità<br />

e bellezza. Su questi presupposti<br />

s’inserisce il contributo di Salvatore<br />

Cosentino, intellettuale raffinato,<br />

uomo dotato di un’ironia così<br />

tagliente da infrangere, con incredibile<br />

facilità, i pregiudizi e le ipocrisie<br />

che allignano nella società del<br />

nostro tempo. Il suo punto di vista,<br />

sagace e irriverente, smaschera le<br />

ambiguità nascoste nei meccanismi<br />

che reggono gli attuali equilibri<br />

sociali, economici e politici, ai quali<br />

si deve un ruolo non secondario<br />

Alcuni momenti della presentazione al caffè storico letterario<br />

delle Giubbe Rosse di Firenze: a sinistra Pierina <strong>La</strong>ganà; in<br />

basso la pittrice con Salvatore Cosentino. Nella foto in alto i<br />

due protagonisti della performance con Jacopo Chiostri,<br />

Riccardo Ghiribelli e la poetessa Roberta Degl’Innocenti<br />

nell’impoverimento morale e spirituale dell’uomo<br />

contemporaneo. Autore di un intenso monologo<br />

dal titolo Un diritto …messo di traverso, in cui svela<br />

gli “inganni” del linguaggio giuridico e i suoi legami<br />

con il teatro e con gli odierni mezzi di comunicazione,<br />

Cosentino crede fermamente nella cultura<br />

e nell’educazione al bello come i soli strumenti che<br />

rimettono l’essere umano al vertice di una scala<br />

valoriale che sempre più sprofonda nell’abisso del<br />

relativismo etico e morale. Le sue riflessioni, accompagnate,<br />

come tutta la performance, da una<br />

selezione di brani musicali scelti da lui, hanno integrato<br />

gli interventi di Pierina <strong>La</strong>ganà, ed entrambi,<br />

come abili attori di teatro, hanno coinvolto gli spettatori<br />

in un trascinante ritmo di parole e musica.<br />

Anche in questo caso, quindi, è la bellezza, che trova<br />

massima espressione nelle arti e nel loro rapporto<br />

sinestetico, la vera grande rivoluzione della<br />

nostra epoca.<br />

Pierina <strong>La</strong>ganà e Salvatore Cosentino<br />

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