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La TOSCANA - Giugno 2013

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“<strong>La</strong> gattina<br />

del viaggiante”<br />

ovvero il mondo visto dai felini.<br />

Il nuovo libro di Marta Ardenti,<br />

un vero atto d’amore<br />

nei confronti degli animali<br />

tenso impatto, perché il gioco delle parti è concentrato unicamente<br />

sull’equilibrio, psichico, emotivo e umanamente e forse a volte troppo<br />

rassegnato. In effetti, pare che Marta si rassegni a volte a eventi<br />

di Luigi Ciampolini<br />

dei quali chiaramente è conscia di non poter controllare né prevedere;<br />

pare che per qualche momento, possa nascere il dubbio che venga<br />

avvertito un piccolo<br />

Con Marta Ardenti viviamo un tuffo di grande cuore nel<br />

senso di colpa per tutte<br />

mondo felino e negli anfratti esistenziali, tra palloncini,<br />

dolci fusa e riverberi di una luce soffusa, tra coccole<br />

la, la scrittrice ha dete-<br />

le volte che, da fanciul-<br />

e sospiri. Un piccolo gomitolo che rotola dolcemente<br />

stato i gatti e ha tirato<br />

tra le gambe di una donna che non ha perso il piacere di lasciarsi<br />

a loro la coda. Una legge<br />

del contrappasso<br />

cullare dalla dolcezza dei sentimenti più elementari, come affezionarsi,<br />

amare, gioire e vivere una nostalgia, fatta non di dolore<br />

che immeritatamente e<br />

bensì di amore per il sentire amore. Marta è come se cullasse se<br />

sicuramente in modo<br />

stessa, ogni volta che tra le braccia raccoglie un batuffolo di peli<br />

più che trascurabile,<br />

e baffi, come i piccoli gatti che hanno costellato la storia della sua Marta Ardenti con la sua gattina<br />

sembra che ancora alberghi<br />

in Marta in qual-<br />

vita. C’è un profondo richiamo all’arcaico sentimento del possesso<br />

nei confronti dell’aia di una casa di campagna, che abbraccia che traccia della sua calma e del suo cosciente sentire.<br />

ogni animale e ogni foglia e seme del campo; anche l’animale che Marta Ardenti è nata il 24 maggio del 1971 a Firenze, dove vive.<br />

dovrà ingrassare un tavolo a Natale e a Pasqua è degno di amore Dentro di se è percettibile ancora la forte origine familiare sicuramente<br />

legata alla terra e alla natura. Il suo sorriso è dolce ma è<br />

e di rispetto profondo.<br />

Marta è come se avesse ereditato l’archetipo familiare, di chiare percettibile la forza e la decisione; a volte ha un’ostinazione che le<br />

origini chianine (Castiglion Fiorentino) e avesse sublimato il tutto, permette di aprirsi le strade che le restano chiare e che sono profondamente<br />

e giustamente da percorrere. Una donna che ti parla dolce-<br />

dedicando se stessa all’allevamento di buoni propositi e sentimenti<br />

candidi, nei confronti dell’animale che più ne rappresenta mente, come un gatto quando fa le fusa, ma che ha ben impresso il<br />

gli aspetti ancestrali e anche più evidenti; la femminilità di Marta suo obiettivo e non desiste facilmente.<br />

è lo specchio di una sinuosità felina ed è evidente nei suoi racconti,<br />

come proietti se stessa negli occhi dei gatti, in una relazione lavori artistici e letterari ai quali attualmente sta lavorando in que-<br />

<strong>La</strong> nostalgia alberga nel suo cuore ed è ben evidente in altri piccoli<br />

dove entrambi vivono come ipnotizzati, l’uno dall’altra.<br />

sto periodo. Una nostalgia che è sorella di quel processo profondo<br />

Nel piccolo contributo letterario “<strong>La</strong> Gattina del Viaggiante” (edizioni<br />

Collana del melograno dell’EMF), esplode il classico viaggio passato.<br />

di selezione che la nostra mente da sempre fa nei confronti del suo<br />

virtuale nell’universo delle possibilità; esiste il mondo visto dal gatto,<br />

ma anche quello visto da Marta. Un piccolo viaggio che ricorda cademia dei Gatti Magici, in onore quindi al suo prezioso e delicato<br />

Marta ha vinto, con questo libro, il Premio Bastet del 2011 con l’Ac-<br />

Pirandello e tanti altri letterati dei nostri ultimi due secoli, quando contributo per la diffusione della Cultura del Gatto. Chiari i riferimenti,<br />

quasi rimembranze, del delizioso passato del padre della<br />

cioè diventa chiara l’esigenza primaria di “conoscere se stessi”.<br />

Nel libro non esistono lampi eclatanti di umorismo ma aleggia una scrittrice, una volta ferroviere, che la coccolava portandola spesso al<br />

sottile traccia di cordiale e delicata ironia; il gioco delle parti è al passaggio a livello, una tempo tra piazza Dalmazia e viale Corsica.<br />

centro del meccanismo narrativo del libro e Marta si confonde Peccato che il gatto Corallo non possa più guardare la partita con Tiki<br />

spesso con il gatto e viceversa. Non c’è errore, ma un intelligente e non possa suggerirmi qualche segreto che Marta cela dietro il suo<br />

e validissimo esperimento che potremmo anche definire come terapeutico<br />

e sicuramente gratificante dal punto di vista sia emotivo ricordo della scrittrice e a volte miagolano perché sono sulle nuvole<br />

sorriso felino. Minnie e Tiki ancora vivono nel mondo ovattato del<br />

che intellettuale.<br />

e stanno giocando con gli angeli, che come una favola antica si divertono<br />

a tirare loro la coda… ma questa è tutta un’altra storia...!<br />

Non compaiono esplosioni di umore e di sentimenti di forte e in-<br />

24 <strong>La</strong> gattina del viaggiante

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