Anno VII - n. 2 in formato pdf - Consiglio dell'Ordine degli Avvocati ...
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dottr<strong>in</strong>a giugno 2010<br />
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dottr<strong>in</strong>a giugno 2010<br />
fondamentale strumento d’<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e, differente<br />
profilo è <strong>in</strong>vece quello della illegittima pubblicazione<br />
dei contenuti delle <strong>in</strong>tercettazioni tramite i<br />
mass media.<br />
Si tratta di problematiche dist<strong>in</strong>te, che richiedono<br />
approcci e tecniche di normazione <strong>in</strong>dubbiamente<br />
differenziati. Nel tralasciare volutamente il<br />
primo aspetto della tematica, pare opportuno<br />
soffermarsi sulla seconda dimensione del problema,<br />
provando ad adottare un angolo prospettico<br />
più ampio rispetto a quello dell’analisi delle s<strong>in</strong>gole<br />
(possibili) norme “<strong>in</strong> divenire”. L’adozione di<br />
una visuale grandangolare si dimostra <strong>in</strong>dispensabile,<br />
vista la profonda <strong>in</strong>certezza che, al<br />
momento <strong>in</strong> cui si scrive, circonda il testo def<strong>in</strong>itivo<br />
che sarà licenziato dai lavori parlamentari. A<br />
fronte della dura contesa <strong>in</strong>tellettuale che si è<br />
aperta nel nostro Paese <strong>in</strong> materia di <strong>in</strong>tercettazioni,<br />
con editori e noti giuristi apertamente<br />
schierati contro le l<strong>in</strong>ee essenziali della futura<br />
legge, <strong>in</strong>fatti, non v’è certezza circa i tempi di pubblicazione<br />
delle <strong>in</strong>tercettazioni, circa i contenuti<br />
della futura legge: non è dato prevedere quale sarà<br />
l’entità delle sanzioni che colpiranno chi violerà il<br />
novellato art. 114 c.p.p., né ancora può dirsi con<br />
sicurezza quale sarà l’ammontare delle pene pecuniarie<br />
per gli editori delle testate che ospiteranno<br />
divulgazioni contra legem.<br />
Certo è che lo spirito che muove il legislatore<br />
rispetto al rapporto tra media ed <strong>in</strong>tercettazioni è<br />
quello, per un verso, di una marcata estensione<br />
dell’area del segreto istruttorio e, per un altro, di<br />
un <strong>in</strong>asprimento delle sanzioni a carico <strong>degli</strong> operatori<br />
dell’<strong>in</strong>formazione che dovessero violare la<br />
legge. Ed allora, visto che da più parti si è <strong>in</strong>dicata<br />
questa riforma come potenziale “legge-bavaglio”,<br />
come una palese violazione del “diritto di<br />
fare <strong>in</strong>formazione”, consideriamo qui s<strong>in</strong>teticamente<br />
l’attuale quadro di pr<strong>in</strong>cipi che regolano<br />
tale posizione giuridica, così da valutare se effettivamente<br />
non esistono già, nel nostro ord<strong>in</strong>amento,<br />
strumenti e pr<strong>in</strong>cipi tali da arg<strong>in</strong>are il fenomeno<br />
della illegittima divulgazione dei verbali di<br />
<strong>in</strong>tercettazioni e se, dunque, un <strong>in</strong>tervento ri<strong>formato</strong>re,<br />
quale quello <strong>in</strong> discussione, è veramente<br />
<strong>in</strong>dispensabile.<br />
***<br />
Il diritto di <strong>in</strong>formare i cittad<strong>in</strong>i rappresenta una<br />
particolare epifania della libertà di manifestazione<br />
del pensiero - garantita, <strong>in</strong> Italia, dall’art. 21<br />
Cost., così come dall’art. 10 della Convenzione<br />
Europea dei Diritti dell’Uomo - e presuppone (ed,<br />
al contempo, esprime) tanto la libertà d’op<strong>in</strong>ione,<br />
quanto la libertà di ricevere o di comunicare idee,<br />
<strong>in</strong>formazioni, critiche su temi d’<strong>in</strong>teresse pubblico.<br />
In particolare, ciò che caratterizza il diritto di<br />
fare <strong>in</strong>formazione, <strong>in</strong>teso <strong>in</strong> una accezione estremamente<br />
lata, rispetto alle altre forme di manifestazione<br />
del pensiero di cui all’art. 21 Cost., è la<br />
caratterizzazione teleologica, data dalla f<strong>in</strong>alità di<br />
offrire a terzi la rappresentazione di un particolare<br />
profilo della realtà odierna 1 .<br />
Il diritto ad <strong>in</strong>formare, che sussume <strong>in</strong> sé e riduce<br />
ad unità il diritto di cronaca e quello di critica, si<br />
traduce, dunque, nella libertà di diffondere attraverso<br />
la stampa e gli altri mezzi di comunicazione<br />
notizie e commenti, anche lesivi della reputazione<br />
altrui, sancito <strong>in</strong> l<strong>in</strong>ea di pr<strong>in</strong>cipio dalla norma<br />
costituzionale richiamata e regolato, pr<strong>in</strong>cipalmente,<br />
dalle Leggi 8 febbraio 1948, n. 47 (la cd.<br />
“legge sulla stampa”) e 3 febbraio 1963, n. 69 2 .<br />
La libertà di esprimere la propria visione della<br />
realtà, la propria rappresentazione di un determ<strong>in</strong>ato<br />
fatto storico, anche quando questa contrasti<br />
con quella dom<strong>in</strong>ante o possa pregiudicare la<br />
sfera altrui, è di certo uno dei caratteri che rendono<br />
tali le moderne democrazie.<br />
G. Orwell scriveva che “if liberty means anyth<strong>in</strong>g at<br />
all, it means the right to tell people what they do not want<br />
to hear” 3 : <strong>in</strong> effetti, “il diritto di dire alla gente ciò che<br />
non vuol sentire”, <strong>in</strong>teso quale “verità problematica”<br />
per i suoi contenuti o per i suoi effetti sull’esistenza<br />
<strong>degli</strong> <strong>in</strong>dividui, rappresenta ancora il<br />
“cuore” del diritto di fare <strong>in</strong>formazione.<br />
È questo il momento essenziale di verifica dell’effettività<br />
di tale diritto: f<strong>in</strong>tantoché ci si limita <strong>in</strong><br />
it<strong>in</strong>erari ideologici consolidati o a riportare fatti<br />
“neutri” nella loro <strong>in</strong>cidenza sulla sfera personale<br />
altrui, non v’è dubbio che non si frapporranno<br />
ostacoli alla piena possibilità di esercitare tale<br />
diritto. Il discorso si complica, come detto, allorché<br />
si sceglie di riportare eventi controversi o che<br />
possano confliggere con la dignità altrui (e qui,<br />
accanto ad una serie di consolidate prerogative<br />
fondamentali dell’<strong>in</strong>dividuo, quali la dignità, l’identità<br />
personale, l’<strong>in</strong>tegrità morale e sociale, non<br />
è raro imbattersi nell’abusato arg<strong>in</strong>e della privacy,<br />
spesso <strong>in</strong>vocato anche nel dibattito odierno sulle<br />
<strong>in</strong>tercettazioni).<br />
Il tema della libertà di divulgare, tramite i mass<br />
media, i testi delle <strong>in</strong>tercettazioni si <strong>in</strong>quadra <strong>in</strong><br />
questo ambito di pr<strong>in</strong>cipi: si tratta di contenuti<br />
<strong>in</strong>formativi la cui pubblicazione può comportare<br />
<strong>in</strong>dubbiamente un grave pregiudizio per la sfera<br />
altrui (specificamente, <strong>degli</strong> <strong>in</strong>tercettati), ma<br />
rispetto ai quali può esistere un forte <strong>in</strong>teresse<br />
dell’op<strong>in</strong>ione pubblica alla conoscenza.<br />
In effetti, s<strong>in</strong> da quando la libertà di manifestazione<br />
del pensiero venne consacrata nelle formule<br />
del First Amendment o della Déclaration des Droits<br />
de l’Homme et du Citoyen, si è parallelamente imposto<br />
il dibattito <strong>in</strong>torno ai limiti, ai conf<strong>in</strong>i della<br />
stessa: dove f<strong>in</strong>isce il diritto di chi fa <strong>in</strong>formazione<br />
di divulgare fatti, notizie che arrecano un<br />
danno all’immag<strong>in</strong>e ed alla reputazione altrui E<br />
dove com<strong>in</strong>cia, dunque, il diritto di un <strong>in</strong>dividuo<br />
a non sentir parlare di determ<strong>in</strong>ati accadimenti<br />
(che lo riguard<strong>in</strong>o direttamente oppure no)<br />
In altre parole, quale è il punto di equilibrio tra<br />
<strong>in</strong>teresse (pubblico) alla conoscenza e diritto di<br />
<strong>in</strong>formare, su un fronte, e prerogative (private)<br />
dei s<strong>in</strong>goli <strong>in</strong>dividui, su un altro<br />
È la costante ridef<strong>in</strong>izione di questo conf<strong>in</strong>e<br />
mobile che segna, da sempre, i differenti spazi che<br />
le società e, con esse, gli ord<strong>in</strong>amenti giuridici<br />
assegnano rispettivamente all’attività <strong>in</strong>formativa<br />
ed alla libertà dei media, da un lato, ed ai diritti<br />
fondamentali dei cittad<strong>in</strong>i, dall’altro.<br />
L’equilibrio tra queste due fondamentali dimensioni<br />
della democrazia è - e non potrebbe essere<br />
altrimenti - ontologicamente <strong>in</strong>stabile, ove, nell’alternarsi<br />
delle stagioni storiche (e politiche),<br />
l’unica costante è rappresentata dal cont<strong>in</strong>uo raggiungimento<br />
di nuovi e differenti punti di stabilità<br />
cont<strong>in</strong>genti.<br />
Il tema della pubblicabilità delle <strong>in</strong>tercettazioni<br />
ed, <strong>in</strong> genere, <strong>degli</strong> atti dei procedimenti penali<br />
rappresenta, non soltanto <strong>in</strong> Italia, certamente<br />
uno di quei nodi problematici ove tale equilibrio<br />
stenta a consolidarsi e dove si verifica, <strong>in</strong> concreto,<br />
la misura della attuazione reale del dettato<br />
costituzionale.<br />
***<br />
Ora, la pubblicazione di un verbale di <strong>in</strong>tercettazioni,<br />
attualmente, per essere lecita non deve conformarsi<br />
soltanto alle regole di cui agli artt. 329 e<br />
114 c.p.p., regole di natura ambivalente, processuale<br />
ratione loci, ma sostanziale ratione materiae.<br />
Tali disposizioni, come noto, def<strong>in</strong>iscono un<br />
sistema bipolare, ove si dist<strong>in</strong>gue tra atti secretati<br />
(ex art. 329 c.p.p.), per i quali opera un divieto<br />
assoluto di pubblicazione, che ricomprende sia la<br />
loro diffusione totale che quella <strong>in</strong> forma parziale<br />
o riassuntiva, ed atti procedimentali conoscibili<br />
da parte del soggetto sottoposto alle <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i,<br />
rispetto ai quali vige, <strong>in</strong>vece, un divieto parziale di<br />
pubblicazione, <strong>in</strong> virtù del quale è consentita la<br />
divulgazione del solo contenuto dell’atto.<br />
Accanto a tale “meccanismo processuale”, che già<br />
rappresenta un primo irr<strong>in</strong>unciabile arg<strong>in</strong>e di<br />
garanzia per i diritti dell’<strong>in</strong>dividuo rispetto all’<strong>in</strong>teresse<br />
pubblico alla conoscenza, esiste un profilo<br />
ulteriore, non trascurabile, di carattere tutto<br />
sostanziale. Il diritto di fare <strong>in</strong>formazione, <strong>in</strong>fatti,<br />
può considerarsi legittimamente esercitato,<br />
anche rispetto ad atti di natura processuale come<br />
i verbali delle <strong>in</strong>tercettazioni, allorché ricorrano le<br />
seguenti condizioni, che non sono previste dalla<br />
legge, ma si sono progressivamente consolidate<br />
nella giurisprudenza (civile e penale) 4 :<br />
a) verità (oggettiva o anche solo putativa, purché<br />
frutto di un serio e diligente lavoro di ricerca) dei<br />
fatti esposti, che non è rispettata quando, pur<br />
essendo veri i s<strong>in</strong>goli fatti riferiti, siano dolosamente<br />
o anche solo colposamente, taciuti altri<br />
fatti, tanto strettamente collegati ai primi da<br />
mutarne completamente il significato (e qui viene<br />
alla mente soprattutto il tema della arbitraria<br />
selezione <strong>degli</strong> stralci di verbali di <strong>in</strong>tercettazioni<br />
da pubblicare);<br />
b) utilità sociale dell’<strong>in</strong>formazione, consistente<br />
nell’esistenza di un <strong>in</strong>teresse pubblico alla conoscenza<br />
dei fatti riferiti, anche <strong>in</strong> relazione alla loro<br />
attualità;<br />
c) forma civile dell’esposizione, cioè non eccedente<br />
rispetto allo scopo <strong>in</strong>formativo da perseguire,<br />
improntata a serena obiettività, almeno nel senso<br />
di escludere il preconcetto <strong>in</strong>tento denigratorio e,<br />
comunque, <strong>in</strong> ogni caso rispettosa di quel m<strong>in</strong>imo<br />
di dignità cui tutti hanno diritto (si discorre<br />
<strong>in</strong> tal senso di “cont<strong>in</strong>enza espressiva”) 5 .<br />
Accanto a questo “triangolo” di elementi, non<br />
può trascurarsi il più recente limite che viene<br />
generalmente imposto all’attività <strong>in</strong>formativa:<br />
quello della essenzialità della notizia. In tal senso,<br />
gli artt. 136 ss. D.Lgs. n. 196/03 (il cd. “Codice<br />
della privacy”) dettano una serie di disposizioni <strong>in</strong><br />
ord<strong>in</strong>e al trattamento di dati personali nell’esercizio<br />
della professione di giornalista e, tra tali<br />
norme, spicca il comma terzo dell’art. 137 che, nel<br />
ribadire i limiti al diritto di cronaca, fa esplicito<br />
riferimento a “quello dell’essenzialità dell’<strong>in</strong>formazione<br />
riguardo a fatti di <strong>in</strong>teresse pubblico”.<br />
Queste disposizioni, a loro volta, r<strong>in</strong>viano al<br />
Codice deontologico dei giornalisti 6 , il cui art. 6 è<br />
specificamente dedicato alla “essenzialità dell’<strong>in</strong>formazione”<br />
e sancisce che la divulgazione di<br />
“notizie di rilevante <strong>in</strong>teresse pubblico o sociale<br />
non contrasta con il rispetto della sfera privata,<br />
quando l’<strong>in</strong>formazione, anche dettagliata, sia<br />
<strong>in</strong>dispensabile <strong>in</strong> ragione del fatto o della relativa<br />
descrizione dei modi particolari <strong>in</strong> cui è avvenuto,<br />
nonché della qualificazione dei protagonisti” 7 .<br />
Il pr<strong>in</strong>cipio <strong>in</strong> esame, che ha trovato la sua orig<strong>in</strong>aria<br />
“codificazione” <strong>in</strong> materia di tutela della<br />
riservatezza 8 , <strong>in</strong> realtà già da tempo viene utilizzato<br />
dalle corti, soprattutto <strong>in</strong> tema di lesione dell’onore<br />
e di abuso dell’immag<strong>in</strong>e altrui. Come ha<br />
sottol<strong>in</strong>eato il Garante 9 , il pr<strong>in</strong>cipio della essenzialità<br />
dell’<strong>in</strong>formazione costituisce il presupposto<br />
irr<strong>in</strong>unciabile per la pubblicazione di contributi<br />
giornalistici che, come le <strong>in</strong>tercettazioni,<br />
contengano dati riservati, quei dati, cioè, che non<br />
siano di immediato <strong>in</strong>teresse pubblico o che,<br />
comunque, l’<strong>in</strong>teressato non abbia reso noti<br />
direttamente o tramite comportamenti pubblici<br />
(i cd. acta concludentia).<br />
Questo sistema di “pesi e contrappesi”, che regola