Identificazione dei corpi idrici - AutoritÃ di Bacino del fiume Serchio

Distretto del Fiume Serchio 

IDENTIFICAZIONE DEI CORPI IDRICI 

Febbraio 2010

Riferimenti normativi: 

Legge 27 febbraio 2009 n. 13 (articolo 1, comma 3-bis) 

Direttiva 2000/60/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio 

del 23 ottobre 2000 

Comitato Tecnico: 

Seduta del 26 giugno 2009 

Seduta del 11 settembre 2009 

Collaboratori: 

La Segreteria Tecnico Operativa 

Gruppo di lavoro tecnico: 

B. Lenci, G. Pergola, M. Colman, N. Coscini, A. Di Grazia, F. Falaschi, 

I. Gabbrielli, F. Quilici 

Consulente per l’analisi economica: 

Prof. D. Viaggi – Dipartimento di Economia e Ingegneria Agrarie, Università 

degli studi di Bologna 

Consulente per il Rapporto Ambientale: 

Dott. Biologo A. Grazzini 

Comitato Istituzionale allargato (L.13/2009): seduta del 24 febbraio 2010 

Segretario Generale 

Prof. Raffaello Nardi

3. Identificazione dei corpi idrici 

Indice del documento 

IDENTIFICAZIONE DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI, ARTIFICIALI E FORTEMENTE MODIFICATI ...................................... 3 

TIPOLOGIA DEI CORPI IDRICI SUPERFICIALI ................................................................................................................12 

TIPIZZAZIONE DEI FIUMI ...................................................................................................................................................... 16 

TIPIZZAZIONE DEI LAGHI/INVASI ........................................................................................................................................... 18 

TIPIZZAZIONE DELLE ACQUE MARINO – COSTIERE ..................................................................................................................... 19 

TIPIZZAZIONE DELLE ACQUE DI TRANSIZIONE ........................................................................................................................... 20 

IDENTIFICAZIONE DEI CORPI IDRICI SOTTERRANEI .....................................................................................................21 

Cartografie 

Tav. 3.1 Corpi idrici superficiali 

Tav. 3.2 Corpi idrici superficiali – Categorie 

Tav. 3.3 Tipologia dei corpi idrici superficiali 

Tav. 3.4 Sistemi idrogeologici del distretto del fiume Serchio 

Tav. 3.5 Corpi idrici sotterranei 

Link utili 

Piano di Tutela delle Acque del bacino del fiume Serchio – Regione Toscana 

http://www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito- 

RT/Contenuti/sezioni/ambiente_territorio/acqua/rubriche/piani_progetti/visualizza_asset.html_1 

64795457.html 

Carta geologica del bacino del fiume Serchio – Autorità di bacino del fiume Serchio 

http://www.autorita.bacinoserchio.it/files/cartografie/gen/geologia.pdf 

Carta litologica del bacino del fiume Serchio – Autorità di bacino del fiume Serchio 

http://www.autorita.bacinoserchio.it/files/cartografie/gen/litologia.pdf 

Carta della permeabilità del bacino del fiume Serchio – Autorità di bacino del fiume Serchio 

http://www.autorita.bacinoserchio.it/files/cartografie/gen/permeabilita.pdf 

Idrogeologia delle Apuane - Centro di Geotecnologie dell’Università degli Studi di Siena 

http://www.autorita.bacinoserchio.it/cartografie/idrogeologia_apuane 

Decreto Legislativo 16 marzo 2009, n. 30 

Attuazione della direttiva 2006/118/CE, relativa alla protezione delle acque sotterranee 

dall'inquinamento e dal deterioramento 

http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/09030dl.htm 

Decreto Ministeriale 16 giugno 2008, n. 131 

Regolamento recante i criteri tecnici per la caratterizzazione dei corpi idrici (tipizzazione, 

individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni) per la modifica delle norme tecniche del 

decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante: «Norme in materia ambientale» 

Piano di Gestione delle Acque del distretto idrografico del fiume Serchio 

1


http://www.autorita.bacinoserchio.it/pianodigestione/normativa_di_riferimento/nazionale/dm_1 

31_08 

Deliberazione della Giunta Regionale Toscana 25 maggio 2009, n. 416 

Tipizzazione dei corpi idrici superficiali della toscana. Attuazione delle disposizioni di cui allegato 3, 

punto 1, alla parte III del D.Lgs. 152/2006, come modificato dal decreto ministeriale, 16 giugno 

2008, n. 131. 

http://web.rete.toscana.it/burt/LO=01000000d9c8b7a60300000006000000354b0100591552400 

0000000010048100000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000000 

0000000000000000&MItypeObj=application/pdf 


2


Identificazione dei corpi idrici superficiali, artificiali e fortemente 

modificati 

L’articolo 5 della Direttiva quadro sulle Acque richiede di identificare i corpi idrici, sia superficiali che 

sotterranei, sui quali calibrare il raggiungimento degli obiettivi della direttiva stessa ed il buono stato 

ecologico. Al verificarsi di determinate condizioni, la direttiva permette di identificare corpi idrici artificiali e 

corpi idrici fortemente modificati, per i quali dovrà essere raggiunto un buon potenziale ecologico entro il 

2015. 

La Direttiva 2000/60/CE assegna ai corpi idrici un ruolo essenziale nell’azione di valorizzazione e 

preservazione della risorsa idrica, infatti essi rappresentano: 

- unità minime del sistema tipologico di bacino 

- elemento a cui vanno riferite le azioni e i piani di monitoraggio da predisporre 

- elemento a cui vanno riferiti gli obiettivi di qualità. 

Di seguito si riportano le definizioni dettate dall’articolo 2 della Direttiva 2000/60/CE: 

- «corpo idrico superficiale»: un elemento distinto e significativo di acque superficiali, quale un lago, un 

bacino artificiale, un torrente, fiume o canale, parte di un torrente, fiume o canale, acque di transizione o un 

tratto di acque costiere. 

- «corpo idrico artificiale»: un corpo idrico superficiale creato da un'attività umana; 

- «corpo idrico fortemente modificato»: un corpo idrico superficiale la cui natura, a seguito di alterazioni 

fisiche dovute a un'attività umana, è sostanzialmente modificata, come risulta dalla designazione fattane 

dallo Stato membro in base alle disposizioni dell'allegato II; 

In esecuzione delle indicazioni fissate dall’allegato II della Direttiva 2000/6/CE, recante indicazioni agli Stati 

Membri per la caratterizzazione dei corpi idrici, è stato emanato il Decreto del Ministero dell’Ambiente e 

della Difesa del Territorio e del Mare 16 giugno 2008 n. 131, recante i criteri tecnici per la caratterizzazione 

dei corpi idrici (tipizzazione, individuazione dei corpi idrici, analisi delle pressioni), modificativo dell’ 

Allegato 3 alla Parte III del D. Lgs. 152/2006. 

Tale decreto stabilisce che entro trenta giorni dalla sua pubblicazione le regioni, sentite le Autorità di 

Bacino, identifichino, nell'ambito del territorio di propria competenza, le acque superficiali appartenenti 

alle diverse categorie di fiume, lago, acqua marino-costiera e acqua di transizione (definendone i tipi sulla 

base dei criteri tecnici di cui all'allegato 1, sezione A del decreto) e che entro i successivi trenta giorni le 

regioni individuino i corpi idrici sulla base dei criteri riportati nell'allegato 1, sezione B del decreto per 

ciascuna classe di tipo, tenendo conto dell'analisi delle pressioni e degli impatti effettuata secondo la 

metodologia di cui allo stesso allegato, sezione C (art. 2, commi 1 e 2, DM 131/2008). 

I corpi idrici assunti dal presente Piano di Gestione sono stati individuati al seguito di verifiche compiute 

con le strutture tecniche regionali e in recepimento della Deliberazione di Giunta Regionale n° 939 del 

26/10/2009. 

In tal senso nella versione definitiva del Piano di Gestione risultano alcune modifiche rispetto alla versione 

datata 30 giugno 2009. 

Si riportano le definizioni delle categorie dettate dalla Direttiva 2000/60/CE (articolo 2): 

-- «acque superficiali»: le acque interne, ad eccezione delle acque sotterranee; le acque di transizione e le 

acque costiere, tranne per quanto riguarda lo stato chimico, in relazione al quale sono incluse anche le 

acque territoriali; 

- «fiume»: un corpo idrico interno che scorre prevalentemente in superficie ma che può essere 

parzialmente sotterraneo; 


3


-- «lago»: un corpo idrico superficiale interno fermo; 

-- «acque di transizione»: i corpi idrici superficiali in prossimità della foce di un fiume, che sono 

parzialmente di natura salina a causa della loro vicinanza alle acque costiere, ma sostanzialmente 

influenzati dai flussi di acqua dolce; 

- «acque costiere»: le acque superficiali situate all'interno rispetto a una retta immaginaria distante, in ogni 

suo punto, un miglio nautico sul lato esterno dal punto più vicino della linea di base che serve da 

riferimento per definire il limite delle acque territoriali e che si estendono eventualmente fino al limite 

esterno delle acque di transizione. 

In sintesi, definiti i “corpi idrici” come “unità” a cui fare riferimento per riportare ed accertare la conformità 

con gli obiettivi ambientali, i criteri indicati dal suddetto DM 131/2008 per l’identificazione degli stessi 

tengono conto principalmente delle differenze dello stato di qualità, delle pressioni esistenti sul territorio e 

dell’estensione delle aree protette. Il testo legislativo sottolinea che la corretta identificazione dei corpi 

idrici è di particolare importanza in quanto gli obiettivi ambientali e le misure necessarie per raggiungerli si 

applicano in base alle caratteristiche e alle criticità dei singoli corpi idrici. 

Il DM 131/2008 chiarisce la definizione di “corpo idrico superficiale” dettata dalla direttiva 2000/60/CE, 

precisando che gli stessi non sono una suddivisione arbitraria nell’ambito dei distretti idrografici, ma ogni 

corpo idrico è identificato in base alla propria “distinguibilità e significatività” nel contesto delle finalità, 

degli obiettivi e delle disposizioni del decreto legislativo 152/2006. Indica inoltre che la identificazione dei 

corpi idrici deve essere effettuata successivamente al processo di tipizzazione, individuando tre fasi di 

dettaglio successivo. 

La Regione Toscana ha effettuato la definizioni dei tipi nel distretto del Serchio con delibera della Giunta 

Regionale n. 416 del 25 maggio 2009 (si veda il paragrafo seguente). 

Successivamente l’Autorità di Bacino, in accordo con le strutture tecniche della Regione, ha 

conseguentemente operato per l’individuazione dei corpi idrici, seguendo le indicazioni del DM 131/2008, 

di seguito ricapitolate: 

1) Identificazione dei limiti delle categorie di acque superficiali, in quanto un corpo idrico non 

può essere suddiviso tra diverse categorie (fiumi, laghi, acque di transizione, acque marino 

– costiere). Tale identificazione è già contenuta nel processo di tipizzazione effettuato dalla 

regione ed è stata ovviamente mantenuta. 

2) Assunzione dei criteri dimensionali minimi dettati dal DM 131/2008, finalizzati ad evitare le 

difficoltà logistiche che nascerebbero dall’identificazione come corpi idrici di un gran 

numero di elementi molto piccoli. Tali criteri dimensionali costituiscono riferimento per la 

precedente fase di tipizzazione e sono stati ovviamente mantenuti. 

Fiumi Laghi/invasi Acque di transizione 

Bacino scolante > 10 km 2 Superficie > 0.5 km 2 Superficie > 0.5 km 2 

3) Per assicurare che i corpi idrici rappresentino elementi distinti e significativi di acque 

superficiali, è necessario identificarne i limiti anche in funzione delle caratteristiche fisiche 

ritenute significative in riferimento agli obiettivi da perseguire. Il DM 131/2008 ne indica 

alcune, evidenziando che la principale può essere ritenuta la confluenza di corsi d’acqua. 

L’Autorità di bacino ha ritenuto di assumere i seguenti indicatori morfologici, per le diverse 

categorie: 

FIUMI – Confluenze e variazioni di morfologia dell’alveo sono state ritenuti criteri idonei in 

considerazione delle caratteristiche tipiche del bacino del Serchio. Infatti la maggior parte 

degli affluenti del Serchio e della Lima sono stati assunti come corpo idrico dall’origine alla 

confluenza con il recettore, in quanto privi di propri affluenti significativi, -suddividendo 

invece ulteriormente gli altri caratterizzati da propri affluenti significativi-. Per tali corsi 

d‘acqua la conformazione del bacino è tale da non rilevare variazioni sostanziali di 

morfologia lungo di essi. Il fiume Serchio è stato invece suddiviso, applicando 

principalmente il parametro morfologico, per la presenza di dighe/sbarramenti rilevanti e 


4


della presenza di argini, oltre che della confluenza del torrente Lima. Quest’ultimo è stato 

assunto come unico corpo idrico. 

LAGHI – Sono stati assunti i due laghi derivanti dalla tipizzazione regionale e mantenuti 

come due corpi idrici in funzione dell’assenza di componenti morfologiche che li potessero 

ulteriormente suddividere. 

ACQUE DI TRANSIZIONE – Il tipo individuato è stato confermato come corpo idrico in 

quanto non soggetto a variazioni di salinità. 

ACQUE COSTIERE - Il tipo individuato è stato confermato come corpo idrico per la posizione 

in prossimità del suo confine della foce fluviale del fiume Serchio, ritenuta pertanto 

condizionante l’intero tratto costiero in maniera uniforme. 

4) La prima delimitazione dei corpi idrici ottenuta è stata confrontata con lo stato delle acque 

superficiali rilevato dai monitoraggi condotti per il Piano di Tutela delle Acque regionale e 

dall’analisi delle pressioni; successivamente sono stati valutati i confini delle aree protette. 

Infatti un corpo idrico deve essere nelle condizioni tali da poter essere assegnato ad una 

unica classe di stato delle acque superficiali con sufficiente attendibilità e precisione sulla 

base dei risultati dei programmi di monitoraggio effettuati. Quali unici dati di monitoraggio 

ufficiali disponibili sono stati assunti i risultati del monitoraggio del Piano di Tutela delle 

Acque della Regione Toscana per lo stato ecologico ed ambientale di fiumi, laghi, acque 

marine e vita dei pesci, ubicati prevalentemente lungo l’asta del fiume Serchio, che hanno 

confermato la individuazione dei corpi idrici già ottenuta, e lungo l’asta del torrente Lima. 

Anche l’analisi delle pressioni esistenti ha confermato la suddivisione già ottenuta. 

Nel merito delle aree protette è stato ritenuto corretto non suddividere un corpo idrico sul 

perimetro delle stesse in base alla valutazione che anche il tratto di corso d’acqua esterno 

al perimetro dell’area concorre a determinare le condizioni di qualità dell’area protetta 

stessa. 

5) CORPI IDRICI ARTIFICIALI. Sono stati confermati i corpi idrici artificiali già classificati come 

tali dalla Regione, nella fase del processo di tipizzazione (ma non corrispondenti ad alcun 

tipo) in quanto rappresentati da canali interamente realizzati dall’attività dell’uomo in aree 

originariamente non percorse da acque. 

6) CORPI IDRICI FORTEMENTE MODIFICATI. I corpi idrici fortemente modificati sono stati 

definiti in base all’evidenza delle sostanziali alterazioni morfologiche del corso d’acqua 

imputabili all’attività antropica riconducibili all’età storica e tali da determinare alterazioni 

idrologiche sostanziali (arginature lungo il tratto vallivo del fiume Serchio che hanno 

modificato sostanzialmente il meccanismo di scambio fiume/ falda di subalveo; bonifica 

meccanica e restringimento del lago di Massaciuccoli con artificializzazione dei recapiti 

delle acque nel lago). 

In particolare, con riferimento al par. 3 dell’articolo 4 Direttiva 2000/60/CE, per la 

individuazione dei corpi idrici fortemente modificati si è fatto riferimento alle modifiche da 

apportare alle loro caratteristiche idromorfologiche, al fine di garantire il raggiungimento di 

un buono stato ecologico. Sono stati classificati come fortemente modificati quei corpi 

idrici per i quali tali modifiche comporterebbero conseguenze negative su: 

- la protezione dalle inondazioni: l’eliminazione delle arginature del fiume Serchio nel suo 

tratto vallivo comprometterebbe sostanzialmente la difesa dell’intera piana lucchese e 

della pianura costiera. La protezione dalle inondazioni, cui le arginature sono finalizzate, 

non può essere raggiunta in ugual grado con altri mezzi. Risultano in tali condizioni i corpi 

idrici Fiume Serchio - Traversa di Ponte a Moriano/ inizio acque di transizione, acqua di 

transizione – Foce del Serchio; 

- il drenaggio agricolo: l’eliminazione delle arginature del lago di Massaciuccoli e il 

riallagamento delle aree circostanti (bonificate meccanicamente nel XX secolo) 

comporterebbero la perdita del un tessuto produttivo agricolo e florovivaistico ubicato in 

tali aree. Il drenaggio agricolo, cui le arginature del lago di Massaciuccoli sono finalizzate, 


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non può essere raggiunta con altri mezzi. Risulta in tali condizioni il corpo idrico Lago di 

Massaciuccoli. 

Sono stati pertanto definiti i seguenti corpi idrici: 

CORSI D’ACQUA SUPERFICIALI 

NOME CORPO IDRICO CATEGORIA CODICE TIPO DESCRIZIONE TIPO 

Canale Burlamacca 

corso d’acqua 

superficiale artificiale 999 non appartenente a nessun tipo 

Canale Ozzeri 


superficiale artificiale 999 

non appartenente a nessun tipo 

Fiume Rimonio - A Corte fiume 10in7N 

Fiume Serchio di Sillano fiume 10ss2N 

Fiume Serchio di Soraggio 

Monte fiume 10in7N 

Fiume Serchio di Soraggio 

Valle fiume 10ss1N 

Fiume Serchio Monte fiume 10ss3N 

Fiume Serchio Medio 

Superiore fiume 10ss3N 

Fiume Serchio Medio 

Inferiore fiume 10ss3N 

appennino nord-intermittente-morfologia 

confinata-IBM non applicabile 

appennino nord-perenne scorrimento superficialedimensione 

bacino 25-150Kmq-IBM non applicabile 






bacino 150-750Kmq-IBM non 

applicabile 



applicabile 



applicabile 

Fiume Serchio Lucchese 


superficiale fortemente 

modificato 

10ss3N 



applicabile 

Fosso dell’Anguillara (2) 




Fosso della Liesina Fiume 10ss1N 




6


Fosso delle Cavine Fiume 10in7N 

Fosso di Gragnana Fiume 10ss2N 





Fosso Doppio 




Fosso Farabola 




Fosso Lussia fiume 10in7N 

Fosso Tambura fiume 10in7N 

Rio Coccia fiume 10in7N 

Rio Guappero fiume 11in7N 

Rio Vorno fiume 11in7N 



appennino nord-intermittente-motfologia 




colline toscane-intermittente-morfologia confinata- 

IBM non applicabile 

colline toscane-intermittente-morfologia confinata- 

IBM non applicabile 

Torrente Acqua Bianca Monte fiume 

10in7N 



Torrente Acqua Bianca Valle fiume 10ss2N 

Torrente Ania fiume 10ss2N 

Torrente Celetra fiume 10ss1N 

Torrente Ceserano fiume 10ss1N 

Torrente Contesora fiume 10in7N 












7


Torrente Corfino fiume 10ss2N 

Torrente Corsonna fiume 10ss2N 

Torrente di Castiglione fiume 10ss2N 

Torrente Edron fiume 10ss1N 

Torrente Fegana fiume 10ss2N 

Torrente Freddana fiume 10ss2N 

Torrente Liegora fiume 10ss1N 

Torrente Lima fiume 10ss3N 

Torrente Limestre fiume 10ss1N 

Torrente Loppora fiume 10in7N 

Torrente Pedogna fiume 10in7N 

Torrente Pizzorna fiume 10ss1N 

Torrente Scesta fiume 10in7N 

Torrente Segone fiume 10in7N 

Torrente Serchio di 

Gramolazzo fiume 10in7N 

















applicabile 
















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Torrente Sestaione fiume 10ss1N 

Torrente Sillico fiume 10ss1N 

Torrente Turrite Cava Valle fiume 10ss2N 

Torrente Turrite Cava Monte fiume 10in7N 

Torrente Turrite di Gallicano fiume 10ss2N 

Torrente Turrite di San Rocco fiume 10in7N 

Torrente Turrite Secca fiume 10ss2N 

Torrente Verdiana fiume 10ss1N 

Torrente Volata fiume 10ss1N 



















LAGHI E INVASI 


Lago di Vagli Invaso artificiale me4 

Laghi/invasi dell’Italia Centro-Meridionale ed 

Insulare, aventi profondità media della cuvetta 

lacustre superiore o uguale a 15 m, con substrato 

prevalentemente calcareo 

Lago di Massaciuccoli 

Lago fortemente 

modificato 

S 

Laghi/invasi senza distinzione di area geografica di 

appartenenza caratterizzati da valori di 

conducibilità superiori a 2500 µS/cm 20°C 

ACQUE DI TRANSIZIONE 


Fiume Serchio - Foce 

Acqua di transizione 

fortemente modificato 

at21 

Foce fluviale a delta 

ACQUE MARINO COSTIERE 



9


Pianura di dune a bassa stabilità 

Costa del Serchio acque marino - costiere f3 

ELENCO DEI CORPI IDRICI NATURALI, ARTIFICIALI, FORTEMENTE MODIFICATI 

n. 43 Corpi idrici naturali Fiumi Fiume Rimonio A Corte 

Fiume Serchio di Sillano 

Fiume Serchio di Soraggio Monte 

Fiume Serchio di Soraggio Valle 

Fiume Serchio - Monte 

Fiume Serchio – Medio Superiore 

Fiume Serchio - Medio Inferiore 

Fosso della Liesina 

Fosso delle Cavine 

Fosso di Gragnana 

Fosso Lussia 

Fosso Tambura 

Rio Coccia 

Rio Guappero 

Rio Vorno 

Torrente Acqua Bianca Monte 

Torrente Acqua Bianca Valle 

Torrente Ania 

Torrente Celetra 

Torrente Ceserano 

Torrente Corfino 

Torrente Corsonna 

Torrente di Castiglione 

Torrente Edron 

Torrente Fegana 

Torrente Liegora 

Torrente Lima 

Torrente Limestre 

Torrente Loppora 

Torrente Pedogna 

Torrente Pizzorna 

Torrente Scesta 

Torrente Segone 

Torrente Serchio di Gramolazzo 

Torrente Sestaione 

Torrente Sillico 

Torrente Turrite Cava Monte 

Torrente Turrite Cava Valle 

Torrente Turrite di Gallicano 

Torrente Turrite di San Rocco 

Torrente Turrite Secca 

Torrente Verdiana 

Torrente Volata 

n. 1 Corpi idrici naturali Acque 

marino - costiere 

Costa del Serchio 

n. 5 Corpi idrici fortemente Fiume Serchio Lucchese 


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modificati 

Lago di Massaciuccoli 

Acqua di transizione Fiume Serchio – Foce 

Torrente Freddana 

Torrente Contesora 

n. 6 Corpi idrici artificiali Canale Burlamacca 

Canale Ozzeri 

Fosso dell’Anguillara (2) 

Fosso Doppio 

Fosso Farabola 

Lago di Vagli 


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Tipologia dei corpi idrici superficiali 

L’articolo 5 della direttiva 2000/60/CE prevede che la caratterizzazione dei corpi idrici comprenda una 

descrizione dei tipi. Il processo di individuazione dei tipi rappresenta un passaggio importante per il sistema 

di classificazione dello stato di qualità dei singoli corpi idrici, stato che sarà espresso in rapporto alle 

condizioni di riferimento “tipo – specifiche”, ovvero alle condizioni del tipo di riferimento per ogni corpo 

idrico. 

In Italia il riferimento normativo è rappresentato dal già citato DM n. 131 del 16 giugno 2008, che ha 

dettato indicazioni tecniche alle regioni per la definizione dei tipi, in applicazione del sistema B della 

direttiva 2000/60/CE che utilizza quali descrittori, adattabili alla realtà del territorio italiano, caratteristiche 

naturali, geomorfologiche, idrodinamiche e chimico-fisiche, al fine di identificare i tipi per ciascuna 

categoria di acque superficiali: fiumi, laghi ed invasi, acque marino costiere e acque di transizione. 

Il processo ha portato all’identificazione delle acque superficiali appartenenti alle diverse categorie di 

fiume, lago, acqua marino – costiera e acqua di transizione ed alla definizione dei i tipi. 

La Regione Toscana, sentita l’Autorità di bacino del fiume Serchio che si è espressa con parere prot. 1140 

del 6 aprile 2009, con la deliberazione di Giunta Regionale n. 416 del 25 maggio 2009 ha effettuato la 

tipizzazione delle acque superficiali del territorio di sua competenza, secondo le indicazioni tecniche 

dettagliate riportate nel DM 131/2008, mediante un’attività di elaborazione dei dati disponibili nel SIRA 

(Sistema informativo regionale ambientale) e nel SIT (Sistema informativo territoriale) della stessa regione 

integrati con altri dati reperiti e/o elaborati per l’ occasione. 

Il DM 131/2008 prevede la tipizzazione di tutti i corpi idrici fluenti naturali che hanno un bacino idrografico 

superiore a 10 Km², dei laghi naturali con superficie di massimo invaso superiore a 0.2 Kmq, che diventano 

0.5 per gli invasi artificiali, delle acque di transizione con salinità superiore al valore di 0,5 psu riscontrata su 

una zona di superficie di almeno 0,5 Kmq. Nessun limite è posto per le acque marino costiere che sono 

state tipizzate completamente. 

La tipizzazione è suddivisa in tre livelli di approfondimento differenti: 

Livello 1 – attribuzione all’ idroecoregione (già individuata nel DM 131/2008, con possibilità per le regioni di 

adeguare i confini delle idroecoregioni alla propria realtà territoriale); 

Livello 2 – definizione della tipologia; 

Livello 3 – definizione di una tipologia di dettaglio a livello regionale. 

I primi due livelli sono obbligatori, e sono quelli che sono stati attivati in Regione Toscana. 

Si riporta di seguito la metodologia operativa seguita dalla Regione Toscana ed estratta dalla suddetta 

Delibera di GR n. 416/2009: 

“2. LA METODOLOGIA 

2. 1 Generalità 

Per l’ elaborazione della tipizzazione sono state utilizzate le seguenti basi dati: 

a) cartografia vettoriale del reticolo idrografico derivata dalla CTR scala 1:10.000 e definita “sistema delle 

acque” e DTM 10K; 

b) basi dati meteorologiche idrografiche del Settore Idrologico regionale, 

c) modello MOBIDIC, 

d) foto aree del volo 2007 per il controllo della morfologia fluviale, 

e) carta tecnica regionale scala 1:10.000, 

f) DTM di tutto i bacini scala 1:10.000, 

g) carta delle batimetrie delle acque costiere, 

h) dati analitici sulla caratteristiche delle acque disponibili sul SIRA e/o risultanti da studi specifici, 

i) carta dei tipi morfo-sedimentologici delle coste italiane dell’ ENEA, in “ Elementi di 

gestione Costiera “ parte II (Ferretti, Barsanti, Del Bono, Furia) 


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Sono state attivate le seguenti collaborazioni per la copertura di esigenze specifiche: 

a) Settore sistema informativo per il governo del territorio e dell'ambiente-LAMMA (dott. geologo David 

Pellegrini) per definizione del reticolo idrografico di base a partire dalla CTR 10K, calcolo pendenze e 

sinuosità dei fiumi, 

b) Settore Servizio Idrologico Regionale (dott. geologo Fernando Manzella) per elaborazione regime 

idrologico dei fiumi; 

c) ARPAT: dott. biologo Antonio Melley, per l’ elaborazione della stabilità verticale della colonna d’ acqua; 

dott. biologo Susanna Cavalieri, e Ornella Bresciani (acque interne e di transizione). 

2.2. Criteri operativi per l’ esecuzione della tipizzazione 

Sulla base delle disposizioni di cui al punto A.1.3. del DM 131/2008 ci si è avvalsi della possibilità di 

modificare il profilo delle ecoregioni presenti nel territorio toscano al fine di meglio adattarle alla scala 

regionale e di evitare la proliferazione di tipologiche che non trovavano una modificazione nelle 

caratteristiche ambientali dei bacini. Le modifiche apportate hanno valenza all’ interno del territorio 

regionale e non influenzano le decisioni di altre regioni. Le ecoregioni modificate e caratteristiche delle 

modifiche risultano nella tabella sottostante: 

Ecoregione Tipo di modifica Cartografia 

10 – 

Appennino 

1. Spostamento verso nord per 

includere l’ intera Val Tiberina 

settentrionale toscana nell’ idroecoregione 

11 – Appennino centrale, dove 

risulta inserito il restante 

bacino settentrionale del 

Fiume Tevere. 

2. Nel tratto indicato dalle 

frecce sulle carte a destra, 

sono stati effettuati brevi 

spostamenti verso nord o sud 

in modo da far coincidere il 

confine delle idroecoregioni 11 

e 10 con i crinali dei 

sottobacini del bacino dell’ 

Arno evitando percorsi a 

“mezza costa“ non rispondenti 

a effettive diversità 

ambientali. 

14 – Roma 

viterbese 

Inclusione nell’ idroecoregione 

11 – 

colline toscane - dell’intero 

bacino del Fiume Fiora 

ricompresso nel territorio 

regionale, facendo coincidere 

il limite dell’ idroecoregione 14 

con il confine 

regionale stesso. 


13

Lunghezza km 

Superficie kmq 

Idroecoregione 

Influenza del 

bacino di monte 


2.2.1 Le acque marine 

La tipizzazione è avvenuta di fatto soltanto sulla morfologia dell’ area costiera sommersa e natura del 

substrato in quanto l’ analisi della stabilità della colonna d’ acqua ha dato un unico risultato su tutta la 

costa toscana con il valore di N = 10 Kmq, ma deve essere 

applicata anche ai fiumi con bacini di superficie minore, nel caso di ambienti di particolare rilevanza 

naturalistica, o ambientale. I tratti di monte se di limitata lunghezza che non sono stati considerati nel 

processo di tipizzazione dalla regione di valle non sono stati inseriti nel processo di tipizzazione. Inoltre 

considerando che le aste principali dei corpi idrici fluenti spesso cambiano denominazione lungo il loro 

percorso al fine di conservare traccia del toponomastica origina, permettendo così di rintracciare da monte 

a valle il percorso del fiume, la denominazione risultante nelle tabelle dell’ allegato 2 riporta in sequenza da 

monte a valle la toponomastica risultante sulla CTR 1:10000 originale. 

3. Il descrittore distanza dalla sorgente è stato sostituito con la dimensione del bacino al netto degli 

affluenti già inclusi nel processo di tipizzazione espressa in Kmq. Al fine di coordinarsi con le regioni confinati 

per i bacini comuni si è utilizzato la distanza dalla sorgente per il bacini interregionali del Reno e del Conca- 

Marecchia, e del Lamone -Montone. Relativamente al bacino del Tevere sia la Toscana che l’ Umbria hanno 

utilizzato la dimensione del bacino. 

4. L'individuazione per ciascun tratto fluviale dello stato idrologico naturale è stato ricavato utilizzando il 

modello numerico per il bilancio idrologico MOBIDIC (Università di Firenze, Autorità di Bacino Fiume Arno, 

Centro Funzionale Regione Toscana), il quale è attualmente in uso per le previsioni idrologiche in tempo 

Autorità 

di bacino 

Codice 

regione 

toscana 

Sottobacini di 

riferimento o acque 

marino costiere 

riceventi 

Denominazione 

corpo idrico 

Codice reticolo 

idrografico 

Canale 

Serchio R019SE043ca Lago Massaciuccoli Burlamacca R0170000000000000000 12,13 96,86 10 N 

Fosso 

Serchio R019SE265ca Lago Massaciuccoli Farabola R0170050000000000000 6,64 25,33 10 N 

Serchio R019SE063ca Fiume Serchio Canale Ozzeri R0190090000000000000 18,02 52,55 10 N 

Fosso 

Serchio R019SE204ca Nd 

Dell'anguillara (2) R0200030000000000000 2,06 11,44 11 N 

Serchio R019SE264ca Nd Fosso Doppio R0200030010000000000 7,15 19,46 11 N 

reale per i bacini della toscana. 


14


5. Al fine di determinare con maggior accuratezza la morfologia fluviale, è stata definita a livello operativo 

con il dettaglio richiesto dalla tipizzazione di terzo livello, e le classi di dettaglio così individuate sono state 

riportate all’ interno delle due previste dalla tipizzazione di secondo livello. L'individuazione per ciascun 

tratto fluviale della morfologia è stata effettuata in accordo con le indicazioni riportate nelle pubblicazioni 

tecnicoscientifiche CNR-IRSA (2006) e Rosgen.(1994) congiuntamente all’analisi di foto aeree, immagini 

satellitari, carta tecnica regionale 1:10000, valori di pendenza del corso d'acqua e della sinuosità del 

medesimo. 

6. Nella figura sottostante sono riportate le corrispondenze utilizzate tra i due livelli. 

8. Il meccanismo di formazione della tipizzazione porta intrinsecamente allo spezzettamento di un corpo 

idrico in un alto numero di segmenti fluviali attribuibili edittalmente ad un tipo, ma di fatto conseguenza 

solo di automatismi insisti nel processo di tipizzazione e non corrispondenti ad effettive, sostanziali e stabili 

differenze nelle caratteristiche ambientali del fiume. Il corpo idrico deve essere reso nella sua realtà 

complessiva dal punto di vista ecosistemico quindi per garantire detto risultato, ed anche per poter 

successivamente disegnare una rete di monitoraggio dalle dimensioni opportune, si sono talvolta adottate 

alcune misure di riduzione degli artifici suddetti che riportiamo di seguito: 

a) per i tratti montani di piccole dimensioni (qualche chilometro) il regime idrologico se differente da quello 

di valle è stato omologato a questo, 

b) per i bacini di corpi idrici non considerati come significativi dal Piano di Tutela ove risultano due regimi 

idrologici diversi, qualora uno, dei due tratti, sia nettamente minoritario è stato ritenuto prevalente il 

regime idrologico del tratto più lungo 

c) per i corpi idrici non coperti dal MOBIDIC l’attribuzione è stata fatta sulla base delle conoscenze dirette e 

dell’ analisi ambientale, e l’ assimilazione a situazioni circostanti, con stesse caratteristiche idrologiche e 

idrografiche; 

d) piccoli tratti che spezzano aste molto lunghe dello stesso tipo non sono stati considerati.” 


15


Tipizzazione dei fiumi 

In sintesi la Regione Toscana ha utilizzato i descrittori indicati dal DM 131/2008 per il livello 2 del processo 

di tipizzazione (il livello 1 ha coinciso con l’attribuzione del corso d’acqua ad una idroecoregione), così 

riassumibili: 

Descrittori idromorfologici 

Descrittori idrologici 

Dimensione del bacino (indicatore della taglia del corso d’acqua) secondo le seguenti 

classi di taglia: 

Molto piccolo < 25 km 2 

Piccolo 25 – 50 km 2 

Medio 150 – 750 km 2 

Grande 750 – 2500 km 2 

Molto grande > 2500 km 2 

Per i fiumi temporanei: morfologia dell’alveo. 

Descrittore di assoluta rilevanza nello strutturare le biocenosi nei fiumi temporanei 

Perennità e persistenza. 

Una caratteristica fondamentale dei corsi d’acqua è il loro grado di perennità. Nell’area 

mediterranea, in particolare, è necessario poter riconoscere e caratterizzare i fiumi a 

carattere temporaneo, da distinguere in intermittenti, effimeri ed episodici. 

L’attribuzione di un tratto fluviale alla categoria fiumi temporanei deve essere 

effettuata sulla base delle portate naturali ricostruite e non di condizioni osservate che 

possono essere influenzate di processi di uso e gestione delle acque non in linea con le 

caratteristiche naturali del corso d’acqua. 

Per i fiumi perenni: origine del corso d’acqua seguendo le seguenti distinzioni: 

- scorrimento superficiale di acque di precipitazione o da scioglimento di nevai 

- grandi laghi 

- ghiacciai 

- sorgenti (e.g. in aree carsiche) 

- acque sotterranee (e.g. risorgive e fontanili) 

Possibile influenza del bacino a monte sul corso d’acqua 

Deve essere utilizzato il rapporto tra l’estensione totale del corso d’acqua e 

l’estensione lineare del corso d’acqua in esame all’interno della idroecoregione di 

appartenenza 

Sono stati individuati n. 5 tipi per i fiumi con le attribuzioni seguenti: 

TIPI DI FIUMI 

Codice Descrizione 

10ss1N Idroecoregione Appennino Nord, regime idrologico perenne. Origine da scorrimento 

superficiale di acque di precipitazione o da scioglimento di nevai. Dimensione del bacino 

idrologico sotteso al corso d’acqua compresa tra 0 e 25 km 2 (molto piccolo). Influenza del 

bacino a monte (IBM) non applicabile. 



idrologico sotteso al corso d’acqua compresa tra 25 e 150 km 2 (piccolo). Influenza del bacino 

a monte (IBM) non applicabile. 



idrologico sotteso al corso d’acqua compresa tra 150 e 750 km 2 (medio). Influenza del bacino 

a monte (IBM) non applicabile. 

10in7N Idroecoregione Appennino Nord, regime idrologico intermittente, presenza di acqua in alveo 

> di 8 mesi l’anno, può manifestare asciutte solo in parte del proprio corso e/o più volte 

durante l’anno. Morfologia del corso d’acqua confinata. Influenza del bacino a monte (IBM) 

non risulta applicabile. 

11in7N Idroecoregione Colline Toscane, regime idrologico intermittente, presenza di acqua in alveo > 


16

Autorità di 

Bacino 

Codice reticolo 

idrografico 

(WSIBAPO) 

Lunghezza Km 

Superficie Kmq 

CODICE TIPO 

(TIPO_MOD) 


di 8 mesi l’anno, può manifestare asciutte solo in parte del proprio corso e/o più volte 

durante l’anno. Morfologia del corso d’acqua confinata. Influenza del bacino a monte (IBM) 

non risulta applicabile. 

Assegnazione dei corpi idrici ai tipi individuati, per un totale di n. 43 corsi d’acqua associati a 5 tipi 

identificati: 


Regione 

Toscana 

sottobacini di 

riferimento o 

acque marino 

costiere riceventi 

DENOMINAZIONE 

(NEWNAME) 

Serchio 























R019SE134fi 

R019SE375fi 

R019SE388fi 

R019SE131fi 

R019SE132fi 

R019SE133fi 

R019SE126fi 

R019SE230fi 

R019SE393fi 

R019SE394fi 

R019SE251fi 

R019SE684fi 

R019SE406fi 

R019SE457fi 

R019SE459fi 

R019SE471fi 

R019SE473fi 

R019SE476fi 

R019SE487fi 

R019SE499fi 

R019SE283fi 

R019SE332fi 

R019SE515fi 

Fiume 

Serchio Fiume Serchio R0190000000000000000 89,79 277,31 10ss3N 

Fiume 

Serchio Rio Guappero R0190090070000000000 7,56 26,21 11in7N 

Fiume 

Serchio Rio Vorno R0190090070800000000 7,08 11,16 11in7N 

Fiume 

Serchio Fiume Serchio Di Sillano R0190140000000000000 9,38 30,5 10ss2N 

Fiume 

Fiume Serchio Di 


Soraggio_Mo R0190150000000000000 6,17 13,27 10in7N 

Fiume 

Fiume Serchio Di 


Soraggio_Va R0190150000000000000 3,93 20,28 10ss1N 

Fiume 

Serchio Fiume Rimonio-A Corte R0190150030000000000 8,06 20,81 10in7N 

Fiume 

Serchio Fosso Delle Cavine R0190250000000000000 4,38 12,81 10in7N 

Fiume 

Torrente Acqua 


Bianca_Mo R0190790000000000000 6,75 15,96 10in7N 

Fiume 

Torrente Acqua 


Bianca_Va R0190790000000000000 7,34 30,27 10ss2N 

Fiume 

Serchio Fosso Di Gragnana R0190790110000000000 11,78 27,41 10ss2N 

Fiume 

Torrente Serchio Di 


Gramolazzo R0190790160000000000 7,84 17,4 10in7N 

Fiume 

Serchio Torrente Ania R0190800000000000000 14,32 25,8 10ss2N 

Fiume 

Serchio Torrente Celetra R0190820000000000000 5,74 11,28 10ss1N 

Fiume 

Serchio Torrente Ceserano R0190830000000000000 8,93 17,31 10ss1N 

Fiume 

Serchio Torrente Contesora R0190840000000000000 7,86 24,2 10in7N 

Fiume 

Serchio Torrente Corfino R0190850000000000000 14,72 28,13 10ss2N 

Fiume 

Serchio Torrente Corsonna R0190860000000000000 14,03 28,13 10ss2N 

Fiume 

Serchio Torrente Di Castiglione R0190870000000000000 15,1 42,65 10ss2N 

Fiume 

Serchio Torrente Edron R0190880000000000000 7,75 22,32 10ss1N 

Fiume 

Serchio Fosso Lussia R0190880130000000000 4,76 11,41 10in7N 

Fiume 

Serchio Fosso Tambura R0190880160000000000 6,48 15,7 10in7N 

Fiume 

Serchio Torrente Fegana R0190890000000000000 16,51 37,88 10ss2N 


17






















R019SE530fi 

R019SE559fi 

R019SE218fi 

R019SE360fi 

R019SE558fi 

R019SE563fi 

R019SE632fi 

R019SE673fi 

R019SE687fi 

R019SE765fi 

R019SE782fi 

R019SE567fi 

R019SE621fi 

R019SE678fi 

R019SE693fi 

R019SE752fi 

R019SE753fi 

R019SE755fi 

R019SE754fi 

R019SE756fi 

Fiume 

Serchio Torrente Freddana R0190910000000000000 19,32 58,58 10ss2N 

Fiume 

Serchio Torrente Lima R0190920000000000000 41,66 153,7 10ss3N 

Fiume 

Serchio Fosso Della Liesina R0190920100000000000 9,1 19,22 10ss1N 

Fiume 

Serchio Rio Coccia R0190920390000000000 7,08 11,85 10in7N 

Fiume 

Serchio Torrente Liegora R0190920710000000000 7,12 17,28 10ss1N 

Fiume 

Serchio Torrente Limestre R0190920720000000000 7,18 21,16 10ss1N 

Fiume 

Serchio Torrente Pizzorna R0190920730000000000 9,93 11,93 10ss1N 

Fiume 

Serchio Torrente Scesta R0190920740000000000 11,22 26,53 10in7N 

Fiume 

Serchio Torrente Sestaione R0190920750000000000 11,45 21,57 10ss1N 

Fiume 

Serchio Torrente Verdiana R0190920760000000000 10,72 19,03 10ss1N 

Fiume 

Serchio Torrente Volata R0190920770000000000 6,03 14,84 10ss1N 

Fiume 

Serchio Torrente Loppora R0190930000000000000 6,4 10,79 10in7N 

Fiume 

Serchio Torrente Pedogna R0190940000000000000 15,58 46,13 10in7N 

Fiume 

Serchio Torrente Segone R0190960000000000000 12,41 10,45 10in7N 

Fiume 

Serchio Torrente Sillico R0190970000000000000 12,61 21,37 10ss1N 

Fiume 

Torrente Turrite 


Cava_Mo R0190990000000000000 7,02 13,34 10in7N 

Fiume 

Torrente Turrite 


Cava_Va R0190990000000000000 8,87 40,64 10ss2N 

Fiume 

Torrente Turrite Di San 


Rocco R0190990250000000000 7,19 11,96 10in7N 

Fiume 

Torrente Turrite Di 


Gallicano R0191000000000000000 14,43 43,91 10ss2N 

Fiume 

Serchio Torrente Turrite Secca R0191010000000000000 20,78 79,24 10ss2N 

Tipizzazione dei laghi/invasi 

In aderenza al citato DM 131/2008 è stata eseguita la tipizzazione dei laghi/ invasi secondo i seguenti 

parametri: 

- Conducibilità: valutazione del contenuto ionico complessivo della matrice acquosa utilizzando il criterio 

della soglia di 2500 μS/cm a 20°. Questa variabile, ottenuta come valore medio sulla colonna nello strato di 

massimo rimescolamento invernale, è utilizzato per distinguere i laghi/ invasi di acqua dolce da quelli ad 

alto contenuto salino, separando ecosistemi che presentano cambiamenti significativi delle comunità 

biologiche. 

- Localizzazione geografica: il territorio italiano è stato suddiviso in due grandi aree geografiche, separate 

dal 44° parallelo, per distinguere le regioni settentrionali (Regione Alpina e Sudalpina) e quelle centro – 

meridionali e insulari (Regione Mediterranea). Tale suddivisione riflette distinzioni di carattere climatico 

che vanno a incidere sulle temperature delle acque lentiche e sul loro regime di rimescolamento. Non è 


18

Lunghezza 

km 


stata considerata la longitudine in quanto non influisce significativamente, per la struttura del territorio 

italiano, sulle acque lentiche. 

- Per la Regione Mediterranea (di riferimento per il distretto del Serchio) assume importanza il 

riconoscimento dell’origine del lago: l’origine vulcanica e pseudo vulcanica caratterizza un tipo specifico per 

i parametri bacino imbrifero (poco più grande del lago stesso), morfologia della cuvetta (tipicamente a 

tronco di cono), tempo di ricambio (elevato), ecc. 

- La profondità media assume valore per i laghi di origine non vulcanica. Il valore soglia è stabilito in 25 

metri: se superato entra in gioco la tipologia di substrato dominante del bacino (calcarea o silicea), in 

quanto la dominanza del substrato geologico determina un’influenza sulle caratteristiche del lago/invaso 

stesso. 

- Se la profondità risulta inferiore a 15 metri si valuta l’evidenza o meno di una stratificazione termica 

evidente e stabile (polimissi) 

Sono stati individuati 2 tipi per i laghi / invasi, con le attribuzioni seguenti: 

Sottobacini 

di riferimento 

Laghi 

Denominazione 

corpo 

idrico 

(newname) 


regione 

toscana 

(cod_regione) X EST Y NORD 

Superficie 

Kmq 

Lago 

Lago 

Massaciuccoli Massaciuccoli R019SE001LA 1606919,39 4854206,98 6,82 S 

Invasi artificiali 

Serchio VAGLI R019SE007IN 1603564,2 4885449,9 1,38 ME4 


Laghi/invasi 

senza distinzione di 

area geografica di 

appartenenza 

caratterizzati da 

valori 

di 

conducibilità 

superiori a 2500 

µS/cm 20°C 

Laghi/invasi 

dell’Italia Centro- 

Meridionale ed 

Insulare, aventi 

profondità media 

della cuvetta 

lacustre superiore o 

uguale a 15 m, con 

substrato 

prevalentemente 

calcareo 

Tipizzazione delle acque marino – costiere 

In aderenza a quanto stabilito dal citato DM 131/2008 è stato individuato 1 tipo per le acque marino – 

costiere, con le attribuzioni seguenti: 

Acque marino 

costiere 

(cis_pdt) 

Denominazione 

corpo idrico 

(newname) 


regione 

toscana 

(cod_regione) 

Inizio Fine 


Costa del 

Serchio Costa del Serchio R019SE002AC 

Fosso 

dell’Abate 

Fiume 

Morto 

25,93 F3 

pianura di 

dune bassa 

stabilità 


19

Sottobacini di 

riferimento 

Sezione di chiusura di 

monte ( km dalla 

linea di costa) 


Tipizzazione delle acque di transizione 

In aderenza a quanto stabilito dal citato DM 131/2008 è stato individuati 1 tipo per le acque di transizione, 

con le attribuzioni seguenti: 

Denominazione 

acque di 

transizione 

(nome_at) 

Codice regione 

toscana 

(cod_regione) 

Codice Reticolo 

idrografico 

(WSIBAPOI) 

Superficie 

delle acque 

di 

transizione 

Kmq 


Descrizione 


Fiume 

Serchio R019SE002AT R0190000000000000000 8,8 0,88 AT21 

foce fluviale 

a delta 


20


Identificazione dei corpi idrici sotterranei 

L’articolo 5 e l’allegato II della Direttiva 2000/60/CE richiedono l’identificazione della ubicazione dei confini 

dei corpi idrici sotterranei. 

Nella direttiva si definiscono: 

«acque sotterranee»: tutte le acque che si trovano sotto la superficie del suolo nella zona di saturazione e a 

contatto diretto con il suolo o il sottosuolo; 

«falda acquifera»: uno o più strati sotterranei di roccia o altri strati geologici di porosità e permeabilità 

sufficiente da consentire un flusso significativo di acque sotterranee o l'estrazione di quantità significative 

di acque sotterranee; 

«corpo idrico sotterraneo»: un volume distinto di acque sotterranee contenute da una o più falde acquifere; 

L’articolo 17 della Direttiva 2000/60/CE prevedeva che il Parlamento Europeo e il Consiglio adottassero 

“misure per prevenire e controllare l’inquinamento delle acque sotterranee”, stabilendo criteri per la 

valutazione del loro buono stato chimico, e per individuare le “tendenze significative e durature 

all’aumento” nei trend di inquinanti, secondo gli allegati II e V della Direttiva stessa, in base alle quali 

attivare le misure di correzione di tali tendenze. La necessità di una ulteriore direttiva, rispetto alla 

2000/60/CE per le acque sotterranee, nacque dalla consapevolezza del loro valore come risorsa strategica 

difficilmente rinnovabile e risanabile, una volta alterato il loro equilibrio quali-quantitativo. 

Il 12 dicembre 2006 è stata quindi emanata la Direttiva 2006/118/CE “Sulla protezione delle acque 

sotterranee dall’inquinamento e dal deterioramento”. 

Essa definisce per le acque sotterranee: 

norme di qualità – intese come concentrazioni standard di un inquinante o gruppi di inquinanti, dove viene 

fissata la concentrazione massima di nitrati e di ciascuna delle sostanze attive nei pesticidi; 

valori soglia – intesi come concentrazioni limite di quegli inquinanti che ogni stato membro identifica come 

caratterizzanti per i corpi idrici a rischio di non raggiungere gli obiettivi; 

tendenza duratura e significativa all’aumento degli inquinanti – “qualsiasi aumento significativo dal punto 

di vista ambientale e statistico della concentrazione di un inquinante, di un gruppo di inquinanti o di 

indicatore di inquinamento”; 

la concentrazione di fondo – concentrazione di un inquinante, o di gruppi di inquinanti, corrispondente ad 

una assenza di alterazioni antropogeniche; 

il livello di base – inteso come concentrazione media di un inquinante, o di un gruppo di inquinanti, nel 

periodo di monitoraggio 2007-2008 (secondo i programmi di monitoraggio specificati nella Direttiva 

2000/60/CE), oppure del primo periodo significativo di monitoraggio disponibile. I valori soglia devono 

essere stabiliti dagli stati membri entro il 22 dicembre 2008, seguendo i criteri elencati nell’allegato alla 

direttiva. 

In Italia risulta applicabile il D. Lgs. 16 marzo 2009 n. 30 recante “Attuazione della direttiva 2006/118/CE, 

relativa alla protezione delle acque sotterranee dall'inquinamento e dal deterioramento”. 

In particolare l’allegato I del decreto fissa i criteri per la identificazione e caratterizzazione dei corpi idrici 

sotterranei, riassumibili come di seguito: 

- Identificazione dei complessi idrogeologici 

Acronimo Complessi idrogeologici 

DQ Alluvioni delle depressioni quaternarie 

AV Alluvioni vallive 

CA Calcari 

VU Vulcaniti 

DET Formazioni detritiche degli altipiani plio-quaternarie 

LOC Acquiferi locali 

STE Formazioni sterili 


21


Tabella 1 J.J. Fried, J. Mouton, F. Mangano (1982) 

- Identificazione degli acquiferi 

Viene fatta sulla base di criteri idrogeologici. Devono comunque essere soddisfatti due criteri: flusso 

significativo e quantità significativa, definiti come segue: 

la quantità è significativa se è possibile prelevare in media più di 10 m3/giorno, o la quantità prelevabile è 

sufficiente per 50 persone; 

il flusso è significativo se la interruzione di flusso di acqua sotterranea causa una diminuzione significativa 

nella qualità ecologica di un corpo idrico superficiale o di un ecosistema terrestre direttamente dipendente. 

- Delimitazione dei corpi idrici sotterranei 

Da individuare come massa di acqua caratterizzata da omogeneità nello stato ambientale (qualitativo e/o 

quantitativo). Tale delimitazione è inizialmente basata su criteri di tipo fisico (confini idrogeologici) e, se 

insufficienti a descrivere accuratamente l’acquifero, sulle differenze nello stato di qualità ambientale 

rilevate. 

Identificazione dei complessi idrogeologici 

Identificazione degli acquiferi 

Identificazione provvisoria dei Corpi Idrici sotterranei sulla base dei confini idrogeologici 

Identificazione provvisoria dei Corpi Idrici sotterranei non sufficiente 

a descrivere accuratamente lo stato del corpo idrico sotterraneo 

Identificazione provvisoria dei Corpi Idrici 

sotterranei sufficiente a descrivere 

accuratamente lo stato del corpo idrico 

sotterraneo 

Processo iterativo di 

rifinitura usando la 

caratterizzazione ed il 

monitoraggio 

Ulteriore suddivisione usando: 

confini geologici aggiuntivi 

spartiacque sotterraneo 

linee di flusso 

Corpo idrico sotterraneo ed acquifero sono 

coincidenti 

Nel distretto del Serchio sono disponibili numerosi studi specifici di approfondimento geologico ed 

idrogeologico finalizzati alla determinazione degli acquiferi sotterranei (in particolare “Idrogeologia delle 

Apuane”, progetto realizzato dal Centro di Geotecnologie dell’Università degli Studi di Siena su incarico 

della Regione Toscana), che risultano quindi noti ed ampiamente descritti e di seguito riepilogati: 

SISTEMI IDROGEOLOGICI DEL DISTRETTO DEL FIUME SERCHIO 

Acquifero della duna costiera 

Acquifero alluvionale della pianura costiera 

Acquifero alluvionale della pianura di Lucca 

Acquifero alluvionale della alta e media valle del Serchio 

Rocce semipermeabili dei flysh arenaceo – calcarei delle Unità Liguri (acquitardo) 

Rocce semipermeabili dei complessi arenacei riferibili principalmente alla formazione Macigno 

(acquitardo) 

Rocce argillitiche prevalentemente impermeabili delle Serie Toscane e delle Unità Liguri (acquicludo) 

Acquifero carbonatico della serie toscana non metamorfica 


22


Acquifero carbonatico della serie toscana metamorfica 

Rocce semipermeabili dello Pseudomacigno (acquitardo) 

Rocce semipermeabili degli scisti, quarziti e anageniti del “Verrucano” (acquitardo) 

In applicazione dei criteri forniti dal DM 30/2009 e sopra sommariamente descritti, nel distretto del 

Serchio, anche al seguito di verifiche compiute con le strutture tecniche regionali, vengono identificati i 

seguenti corpi idrici sotterranei, in recepimento della DGRT 939 del 26/10/2009: 

Complesso idrogeologico 

CORPI IDRICI SOTTERRANEI DEL DISTRETTO DEL FIUME SERCHIO prevalente (Fried, J. Mouton, F. 

Mangano, 1982) 

1 Corpo idrico del Valdarno inferiore e piana costiera pisana – Zona Pisa DQ 

2 Corpo idrico del Valdarno inferiore e piana costiera pisana – Zona Pisa DET 

– falda profonda 

3 Corpo idrico della Versilia e Riviera Apuana DET/DQ 

4 Corpo idrico della pianura di Lucca – Zona freatica e del Serchio DQ/DET 

5 Corpo idrico dell’alta e media valle del Serchio DQ 

6 Gruppo di corpi idrici apuani - Corpo idrico carbonatico non CA 

metamorfico delle Alpi Apuane 

7 Gruppo di corpi idrici apuani - Corpo idrico carbonatico metamorfico CA 

delle Alpi Apuane 

8 Corpo idrico carbonatico della Val di Lima e sinistra Serchio CA 

9 Gruppo di Corpi idrici arenacei – Corpo idrico delle arenarie di LOC 

avanfossa della Toscana nord-orientale – Zona Monti d’Oltreserchio 

10 Gruppo di Corpi idrici arenacei – Corpo idrico delle arenarie di LOC 

avanfossa della Toscana nord-orientale – Zona Dorsale Appenninica 

11 Corpo idrico carbonatico di S. Maria del Giudice e dei Monti Pisani CA 


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Identificazione dei corpi idrici - AutoritÃ di Bacino del fiume Serchio

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