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ARCHEOCLUB DI SAN SEVERO<br />

32° CONVEGNO<br />

NAZIONALE<br />

sulla<br />

Preistoria - Protostoria - Storia<br />

della Daunia<br />

San Severo 12 - 13 novembre 2011<br />

A T T I<br />

a cura <strong>di</strong><br />

Armando Gravina<br />

SAN SEVERO 2012


MARIA LUISA MARCHI*<br />

GIOVANNI FORTE*<br />

Paesaggio e storia della Daunia antica:<br />

l’ager Lucerinus<br />

*<br />

Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Foggia. Dipartimenti <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Umanistici<br />

Il territorio <strong>di</strong> Lucera e in particolar modo il suo settore occidentale, compreso<br />

fra il Tavoliere e il Subappennino dauno, è interessato ormai da <strong>di</strong>versi anni<br />

(2006-2011) da una indagine sistematica <strong>di</strong> survey estensivo ed intensivo. L’area<br />

<strong>di</strong> indagine investe il territorio dell’antica colonia arrivando ad interessare la valle<br />

del Fortore (MARCHI 2008; MARCHI, BUFFO 2010). Le indagini <strong>di</strong> ricognizione, che<br />

hanno come fulcro e punto <strong>di</strong> partenza l’abitato <strong>di</strong> Torre Montecorvino, dove è<br />

in corso uno scavo dell’inse<strong>di</strong>amento me<strong>di</strong>evale 1 , per ora si sono concentrate nei<br />

territori dei comuni <strong>di</strong> Pietramontecorvino, Motta Montecorvino,Volturino, Lucera,<br />

Casalnuovo Monterotaro, Castelnuovo e Casal Vecchio e nell’ultima campagna<br />

(settembre –ottobre 2011) principalmente nel territorio <strong>di</strong> Casalvecchio <strong>di</strong> Puglia,<br />

Pietramontecorvino, Lucera, che riveste un ruolo egemone nella ricostruzione<br />

storica del paesaggio antico <strong>di</strong> questo comprensorio (fig.1 e 2).<br />

1<br />

Per il settore topografico il referente è chi scrive per l’Archeologica Me<strong>di</strong>evale P. Favia<br />

e per l’<strong>Archeologia</strong> dell’Architettura R. Giuliani; per una sintesi dei dati preliminari relativi a<br />

questa ricerca: FAVIA, GIULIANI, MARCHI 2007, pp. 233-262; FAVIA, GIULIANI, MANGIALARDI, STOI-<br />

CO 2009, pp. 373-382.<br />

ISBN-978-88-96545-43-0<br />

Atti – 32° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2011.


272<br />

Maria Luisa Marchi, Giovanni Forte<br />

Nuovi aspetti del paesaggio lucerino fra VI e IV secolo a. C.<br />

I dati relativi a questo arco <strong>di</strong> tempo, stanno emergendo dalle nostre indagini<br />

in modo particolarmente evidente, risultano assai significativi perchè finora<br />

assolutamente ignoti (fig.3, 4). Tali dati sembrano presentarci un popolamento<br />

abbastanza <strong>di</strong>ffuso e confermare un panorama che sta emergendo anche in altre<br />

zone indagate della Daunia. Si possono infatti mettere in relazione con quelli<br />

evidenziati dalle ricerche, <strong>di</strong> recente e<strong>di</strong>zione, dell’ager venusinus (MARCHI 2010)<br />

e canosino (GOFFREDO 2011) si potrebbero ricollegare alle notizie delle fonti che<br />

ricordano la conquista da parte dei Romani <strong>di</strong> ben ottantuno villaggi 2 .<br />

Il sistema inse<strong>di</strong>ativo nel comprensorio dauno tra l’VIII e il IV secolo a.C. è<br />

caratterizzato da gran<strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti, che si presentano sparsi su vaste aree, costituiti<br />

da un’ alternanza <strong>di</strong> gruppi <strong>di</strong> abitazioni e <strong>di</strong> sepolture (BOTTINI 1982; MARCHI 2009).<br />

Solo alcuni <strong>di</strong> questi abitati presentano sistemi <strong>di</strong>fensivi, il più noto è senza dubbio<br />

Arpi, al centro del Tavoliere, con un amplissimo sistema ad aggere, forse Tiati, sulla<br />

destra del Fortore, ma la maggior parte ne risultano privi articolati su ampi sistemi<br />

collinari naturalmente <strong>di</strong>fesi; alle pen<strong>di</strong>ci del subappennino Luceria, Vibinum ed Aecae,<br />

Herdonia ed Ausculum sulla destra del Carapelle, sulla destra dell’Ofanto, Canusium,<br />

nella fossa premurgiana Minervino, infine nella Daunia più interna, risalendo il corso<br />

dell’Ofanto, Lavello (Forentum) e Venusia 3 , al confine con la Lucania, Bantia 4 .<br />

Nel compresorio preso in esame dalla nostra indagine l’abitato <strong>di</strong> Lucera risulta,<br />

finora, essere senza dubbio il principale. La città è ricordato dalle fonti per le alterne<br />

vicende durante il conflitto sannitico come inse<strong>di</strong>amento minacciato, occupato<br />

dai sanniti o passato al nemico, e ripreso dai romani ben due volte 5 . Di questo<br />

inse<strong>di</strong>amento scarsa è la documentazione e ancora poco chiara l’articolazione<br />

abitativa; una presenza dell’età del ferro sembra documentata dal famoso carrello<br />

<strong>di</strong> Lucera e da una frequentazione sul Monte Albano (FABBRI 2008, pp. 328-331).<br />

Ad un periodo più recente si ricollegano i rinvenimenti <strong>di</strong> sepolture presso viale<br />

della Pace, Piano dei Puledri e in località Carmine Vecchio (LIPPOLIS 1999, pp.1-2;<br />

MARCHI 2008, pp. 477-479) che hanno permesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare settori <strong>di</strong> necropoli<br />

inquadrabili tra il V e il IV secolo a.C. per i quali ancora non è possibile definire i<br />

connotati delle aree abitative, ma è possibile ipotizzare un sistema articolato su più<br />

colline secondo i parametri degli abitati dauni (MARCHI 2009).<br />

A questo sistema inse<strong>di</strong>ativo si deve ricollegare l’area in<strong>di</strong>viduata nella zona<br />

delle Fornaci/Cave <strong>di</strong> argilla caratterizzata da una vasta <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> materiale<br />

2<br />

APP., SAMN., 4, 1<br />

3<br />

La localizzazione della Venusia preromana nota dalle fonti è stata oggetto <strong>di</strong> varie ipotesi<br />

cfr. MARCHI 2010, p.<br />

4<br />

Per una sintesi cfr Marchi 2008 con ampia bibliografia precedente.<br />

5<br />

Livio IX, 15, 3; Livio IX, 24 e 25


Paesaggio e storia della Daunia antica: l’ager Lucerinus 273<br />

fittile su una superficie <strong>di</strong> 8-9 ettari che il materiale ceramico consente <strong>di</strong> collocare<br />

tra il VI e il IV secolo a.C.(fig.5). La presenza <strong>di</strong> ceramica <strong>di</strong> impasto inquadrabile<br />

nell’età del bronzo, lascerebbe presupporre una frequentazione più antica del sito,<br />

ed una occupazione dell’area molto ampia.<br />

Questo nucleo inse<strong>di</strong>ativo, localizzato su una collina a Sud del Monte Albano<br />

consente <strong>di</strong> ridefinire l’estensione dell’abitato lucerino precedente la colonia, del<br />

quale per ora non si conosce un sistema <strong>di</strong>fensivo, giustificando gli eventi bellici del<br />

IV secolo a.C., che lo vede con estrema facilità conquistato a varie riprese ora dai<br />

sanniti ora dai romani.<br />

Accanto ai centri maggiori, un certo numero <strong>di</strong> centri minori è noto alla letteratura<br />

archeologica, attraverso le notizie delle fonti ma spesso <strong>di</strong> dubbia identificazione<br />

come Gereonium 6 , Acuca 7 , altri invece sono documentati solo dai rinvenimenti<br />

archeologici. Le nostre indagini, sembrano confermare questa situazione mettendo<br />

in evidenza un popolamento abbastanza <strong>di</strong>ffuso, costituito da un numero <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti<br />

minori, tutti <strong>di</strong>sposti su ampi sistemi collinari affacciati sulle principali vallate<br />

fluviali (Ofanto, Celone, Carapelle, Candeloro) (FAVIA, GIULIANI, MARCHI 2007; MAR-<br />

CHI 2008; 2009; 2010; Volpe, ROMANO, GOFFREDO 2003; 2004; GOFFREDO 2008, p. 478).<br />

Questi inse<strong>di</strong>amenti minori sembrano abbastanza <strong>di</strong>ffusi nel comprensorio<br />

lucerino esaminato, segnalati da aree <strong>di</strong> frammenti fittili <strong>di</strong>stribuite su ampi pianori<br />

naturalmente <strong>di</strong>fesi.<br />

Nell’area <strong>di</strong> Mass. Dorsi-Carignano, ad Ovest del moderno villaggio <strong>di</strong> Carignano,<br />

entro un’area delimitata dal corso <strong>di</strong> due torrenti, Canale Valle Iuvara a nord e<br />

Ra<strong>di</strong>cosa a sud, in posizione dominante rispetto al torrente meri<strong>di</strong>onale, si estendono,<br />

su un’area complessiva <strong>di</strong> circa 30 ettari, varie concentrazioni <strong>di</strong> materiale fittile,<br />

che testimoniano uno stanziamento caratterizzato da numerosi e<strong>di</strong>fici con elevati<br />

in argilla e coperture fittili, in uno dei quali era presente un frammento <strong>di</strong> antefissa<br />

nimbata, il repertorio ceramico si inquadra tra il VI e il IV secolo a.C. Al centro del<br />

pianoro la foto aerea permettere <strong>di</strong> leggere la traccia <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio rettangolare che<br />

suggestivamente possiamo assimilare ad un oikos (MARCHI 2010a).<br />

La struttura identificata potrebbe essere simile all’e<strong>di</strong>ficio recentemente indagato<br />

in località Casanova 8 localizzabile a breve <strong>di</strong>stanza verso Sud. Anche in questa zona<br />

sembrerebbe presente un sistema inse<strong>di</strong>ativo all’interno del quale si è in<strong>di</strong>viduato un<br />

e<strong>di</strong>ficio a pianta rettangolare articolata in due vani e con una fascia <strong>di</strong> pavimentazione<br />

in ciottoli che permette <strong>di</strong> confrontarlo con l’e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> Ascoli Satriano. Del resto<br />

dell’abitato si sono intercettate alcune strutture abitative affacciate su una viabilità<br />

6<br />

Polibio, III, 100, 1-8; Polibio III, 101, 1-4, 8-10; Polibio III, 107, 1-4; Livio XXII, 44, 5-6.<br />

7<br />

Livio XXIV, 20, 8.<br />

8<br />

Lo scavo è stato condotto dalla soprintendenza per i beni archeologici della Puglia nell’ambito<br />

<strong>di</strong> una operazione <strong>di</strong> archeologia preventiva. Per una prima presentazione CORRENTE et<br />

alii 2008, pp. 376.<br />

ISBN-978-88-96545-43-0<br />

Atti – 32° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2011.


274<br />

Maria Luisa Marchi, Giovanni Forte<br />

e un certo numero si sepolture. Il quadro offerto ci consente <strong>di</strong> ricollegare ad una<br />

analoga tipologia anche i limitrofi abitati <strong>di</strong> Carignano e Selva Piana.<br />

Quest’ultimo è localizzato a breve <strong>di</strong>stanza da quello <strong>di</strong> Carignano e presenta<br />

analoga <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> materiale all’interno delle quali si<br />

può segnalare tra l’abbondante materiale presente in superficie, ceramica a figure<br />

rosse che permette <strong>di</strong> inquadrare i siti, identificabili a volte in strutture abitative a<br />

volte in aree si sepolture ad esse pertinenti, in un ambito cronologico tra il V e il IV<br />

secolo a.C. (MARCHI 2008, p. 478).<br />

Su un ampio pianoro, <strong>di</strong>feso naturalmente da vallate, è localizzato il già noto<br />

abitato <strong>di</strong> località Chiancone (MARCHI 2008), dal quale proviene una consistente<br />

quantità <strong>di</strong> materiale anche in questo caso ceramica a vernice nera, a figure rosse e<br />

ceramica geometrica <strong>di</strong> produzione daunia, che consente <strong>di</strong> collocare l’inse<strong>di</strong>amento<br />

nell’arco cronologico compreso tra l’VII –IV secolo a.C.<br />

Di recente in<strong>di</strong>viduazione l’abitato <strong>di</strong> località Masseria la Torretta (fig.6, 7) dove<br />

su un ampio pianoro si sono in<strong>di</strong>viduate oltre una decina <strong>di</strong> piccole aree <strong>di</strong> frammenti,<br />

identificabili con strutture abitative, e in almeno due casi probabilmente aree<br />

sepolcrali. Gli e<strong>di</strong>fici dovevano avere alzati in materiali deperibili ma tetti con tegole<br />

e coppi rinvenuti in abbondanza e in un caso la presenza <strong>di</strong> un kalyptér hegemón,può<br />

far ipotizzare la presenza <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> una certa consistenza architettonica.<br />

L’inse<strong>di</strong>amento sembra estendersi su un’area <strong>di</strong> circa 25 ettari ed ad un esame<br />

preliminare dei materiali ceramici presenti (ceramica sub geometrica <strong>di</strong> produzione<br />

dauna, ceramica a vernice nera), si può inquadrare cronologicamente fra il VII e il<br />

IV secolo a.C., ma sembra sovrapporsi ad un’area occupata già in età preistorica e<br />

che sarà interessata dalla presenza <strong>di</strong> una e<strong>di</strong>ficio rurale anche in età romana.<br />

Anche nel cuore del subappennino la fase preromana è evidenziata da vasti<br />

inse<strong>di</strong>amenti che interessano pianori collinari nelle località mass. Vallevona, mass.<br />

Caccetta, nel territorio <strong>di</strong> Casalnuovo Monterotaro; Scarpano, Piano <strong>di</strong> Refe -<br />

Masseria Celozzi, nel territorio <strong>di</strong> Casalvecchio <strong>di</strong> Puglia; masseria Finocchito e<br />

Masseria Dragonarella nel territorio <strong>di</strong> Castelnuovo della Daunia.<br />

In località Finocchito, a 7 km a NE Castelnuovo della Daunia già in passato si<br />

segnalavano i resti <strong>di</strong> un vasto abitato preromano (GRAVINA 1982, RUSSI 1982; VOLPE<br />

1990), che già l’Alvisi (1970) <strong>di</strong>slocava lungo un’antica strada che proveniendo da<br />

Larinum si biforcava per Arpi e Lucera. L’area <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione del materiale fittile è<br />

localizzata su pianoro collinare oscillante tra i 150 m e i 200 m <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne, compreso<br />

tra il canale Finocchio e il canale S. Pietro che si estende per circa 2,5 ha. All’interno<br />

della grande superficie si <strong>di</strong>stinguono le numerose aree che identificano strutture<br />

abitative anche <strong>di</strong> una certa consistenza con tetti in tegole e coppi con presenza <strong>di</strong><br />

antefisse.<br />

La parte abitativa occupava essenzialmente la zona più elevata a S-SW della<br />

Masseria Finocchito, fino a raggiungere le località Piano <strong>di</strong> Refe e Scarpano (MARCHI,<br />

BUFFO 2010) delimitata ad ovest dalla ripida scarpata del Canale Finocchito. La


Paesaggio e storia della Daunia antica: l’ager Lucerinus 275<br />

necropoli si sviluppava sul lato settentrionale dove nel 1972, durante i lavori <strong>di</strong> scavo<br />

per la potabilizzazione dell’acqua del Fortore, vennero alla luce numerose sepolture<br />

soprattutto a fossa databili in gran parte al IV e III sec. a.C. (RUSSI 1982).<br />

Inoltre i lavori agricoli avevano messo in luce, lungo il tratturo ad Ovest della strada<br />

che porta alla masseria, un breve tratto <strong>di</strong> pavimentazione in ciottoli <strong>di</strong>sposti a spina<br />

<strong>di</strong> pesce che affiancava una sepoltura a fossa, situazione che potrebbe essere messa<br />

a confronto con una analoga in<strong>di</strong>viduata sulla collina del Serpente <strong>di</strong> Ascoli Satriano<br />

(OSANNA 2008) e a Lavello in località Casino (BOTTINI, FRESA, TAGLIENTE 1990).<br />

Il vasto inse<strong>di</strong>amento, che si inserisce nel sistema <strong>di</strong> popolamento daunio del<br />

subappenino, risulta <strong>di</strong> grande interesse per la sua alterna identificazione con l’abitato<br />

<strong>di</strong> Geronium ricordato per essere stato occupato da Annibale e per la famosa<br />

battaglia nella quale M. Minucio risultò vittorioso che si combattè presso <strong>di</strong> esso<br />

nel 217 a.C. 9 . L’Alvisi (p. 86) localizza presso la masseria Finocchito invece l’abitato<br />

<strong>di</strong> Acuca 10 che altri collocano invece ad Aecae o Acca<strong>di</strong>a e preferisce riconoscere<br />

l’antica Geronium fra Casacalenda e Montorio in Molise lungo un itinerario che<br />

da Bobiano arriva a Larino. L’identificazione del sito in area molisana riconduce<br />

anche all’abitato me<strong>di</strong>evale che conserva il nome <strong>di</strong> Geronio 11 . Un <strong>di</strong>verso filone <strong>di</strong><br />

stu<strong>di</strong> tende invece a localizzare il sito in area apula partendo dagli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Filippo<br />

Cluverio che proponeva l’area del Castello <strong>di</strong> Dragonara (CLUVER 1624, p. 1213), ad<br />

una localizzazione presso il sito in<strong>di</strong>viduato a Colle d’armi o più in generale nell’ager<br />

lucerinus (VOLPE 1990, p. 263).<br />

Le ricerche in corso stanno prendendo in esame tutti i siti menzionati e potranno<br />

colmare alcuni vuoti <strong>di</strong> documentazione soprattutto inquadrando cronologicamente<br />

i singoli inse<strong>di</strong>amenti, e se l’identificazione è ovviamente ancora in <strong>di</strong>scussione, le<br />

indagini in corso stanno evidenziando dati che per ora consentono <strong>di</strong> collocare in<br />

un ambito cronologico corrispondente al racconto delle fonti solo l’area <strong>di</strong> masseria<br />

Finocchito.<br />

Altre tracce del popolamento legato ad inse<strong>di</strong>amenti dauni è emerso in località<br />

Mass. Vallevona (Casalnuovo Monterotaro) dove alcune aree <strong>di</strong> frammenti identificano<br />

almeno due unità abitative <strong>di</strong> cui una produttiva ed un’area <strong>di</strong> necropoli.<br />

In località Dragonarella (figg- 8 e 9) sono state in<strong>di</strong>viduate alcune aree ricollegabili<br />

sia ad e<strong>di</strong>fici abitativi che a sepolture. L’inse<strong>di</strong>amento interessa un pianoro collinare<br />

a circa 190 m <strong>di</strong> altitu<strong>di</strong>ne che occupa un’area <strong>di</strong> circa 2 kmq. collocato nei pressi <strong>di</strong><br />

un tracciato viario proveniente da Teanum Apulum.<br />

L’inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> località Mass. Caccetta (Casalnuovo Monterotaro) rivela una<br />

9<br />

Polibio III, 93; Livio XXII, 17<br />

10<br />

Livio XXIV, 20, 8<br />

11<br />

Recentemente sono state condotte indagini nel sito me<strong>di</strong>evale mettendo in evidenza problematiche<br />

e contrad<strong>di</strong>zioni sull’identificazione dell’antica Gerione mettendo a confronto fonti<br />

scritte ed Itinerari cfr. OCCHIONERO 2010, pp. 17-19<br />

ISBN-978-88-96545-43-0<br />

Atti – 32° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2011.


276<br />

Maria Luisa Marchi, Giovanni Forte<br />

frequentazione <strong>di</strong> età preromana con una continuità in età romana.<br />

In sintesi il sistema inse<strong>di</strong>ativo riscontrato si incentra su piccoli villaggi, veri e<br />

propri agglomerati <strong>di</strong> case che si impiantano su altopiani localizzati in punti nodali<br />

per i percorsi viari <strong>di</strong> collegamento fra l’interno e l’area pianeggiante.<br />

È interessante notare come nella <strong>di</strong>stribuzione degli inse<strong>di</strong>amenti è possibile<br />

rilevare una certa vicinanza tra le aree, quasi una connessione topografica sul<br />

piano della visibilità reciproca, fino a creare una fitta rete <strong>di</strong> villaggi che potremmo<br />

con una certa suggestione ricollegare alla notizia <strong>di</strong> Appiano che a proposito dei<br />

territori Dauni e Sanniti ci riferisce che furono conquistati dai Romani ottantuno<br />

villaggi 12 .<br />

M. L. M.<br />

Progetto Montecorvino: campagne 2010-211<br />

I dati finora raccolti offrono un panorama sorprendente sia sul piano della<br />

quantità dei punti archeologici in<strong>di</strong>viduati (502 punti archeologici su una superficie<br />

<strong>di</strong> circa 42 KM quadrati) (fig. 1), sia per la possibilità <strong>di</strong> una ricostruzione puntuale<br />

del popolamento antico del tutto nuova, che ci permetterà <strong>di</strong> riscrivere la storia<br />

<strong>di</strong> questo territorio. Se pren<strong>di</strong>amo in esame i dati in nostro possesso, prima<br />

dell’avvio delle cinque campagne <strong>di</strong> ricognizione sistematica, svoltesi nei mesi <strong>di</strong><br />

settembre - novembre dal 2006 al 2011 e riferibili esclusivamente al lavoro <strong>di</strong> G.<br />

Volpe (VOLPE 1990) o derivanti da segnalazioni e rinvenimenti fortuiti che in totale<br />

non oltrepassavano la soglia delle 10 segnalazioni 13 , possiamo facilmente cogliere<br />

la portata del risultato più imme<strong>di</strong>ato sin qui ottenuto. L’approccio a questo lavoro,<br />

dal punto <strong>di</strong> vista metodologico, è stato impostato secondo le procedure della<br />

moderna ricerca archeologica ed in particolare dell’<strong>Archeologia</strong> dei Paesaggi e<br />

della Topografia sistematica ed estensiva, seguendo le <strong>di</strong>verse fasi <strong>di</strong> ricerca con<br />

livelli <strong>di</strong> acquisizione cosiddetti “in<strong>di</strong>retti” e “<strong>di</strong>retti”. L’esperienza <strong>di</strong> base è quella<br />

della “Carta Archeologica d’Italia” (CAI) 14 .<br />

La tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> survey estensivo è seguito anche dalla scuola anglosassone e si<br />

è preso a modello anche alcune delle più significative esperienze condotte nell’area<br />

dauna e venosina, caratterizzate da questo tipo <strong>di</strong> impostazione, come ad esempio<br />

il progetto “Valle del Celone”(VOLPE 2001; VOLPE, ROMANO 2004, pp. 181-220) o<br />

12<br />

APPIANO, Samn., 4, 1.<br />

13<br />

Un’ampia bibliografia ed una lunga esperienza nel campo della ricognizione sistematica<br />

ha permesso <strong>di</strong> evidenziare in aree dove questo proce<strong>di</strong>mento è stato attuato un quadro <strong>di</strong> popolamento<br />

antico assai più complesso <strong>di</strong> quello risultante dal pubblicato con un rapporto <strong>di</strong> 1<br />

a 50 tra i dati pubblicati e quelli ine<strong>di</strong>ti. Per una sintesi MARCHI 2005, pp. 80-81.<br />

14<br />

Per una sintesi da ultimo MARCHI 2010, pp.25-28


Paesaggio e storia della Daunia antica: l’ager Lucerinus 277<br />

quelli della “ Valle dell’Ofanto“ (GOFFREDO, VOLPE 2004; VOLPE 2004; GOFFREDO 2010;<br />

GOFFREDO 2011), della “ Valle del Carapelle (GOFFREDO, FICCO 2009), e gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

Venusia ed Ager Venusinus II (MARCHI, SABBATINI 1996, MARCHI 2010).<br />

Passando ai risultati delle campagne <strong>di</strong> ricognizione, è d’uopo premettere che<br />

i dati presentati costituiscono un risultato preliminare e sono tuttora in corso <strong>di</strong><br />

elaborazione sia per ciò che concerne la lettura stratificata del popolamento e sia<br />

per le analisi dei materiali ceramici.<br />

L’occupazione <strong>di</strong> questo comprensorio è ampiamente documentata dalla preistoria<br />

fino al me<strong>di</strong>oevo.<br />

Nella fase precedente la romanizzazione il territorio sembra essere investito da<br />

una forte antropizzazione soprattutto nel periodo preistorico ed in particolare durante<br />

l’età neolitica 15 , come testimoniato dal materiale recuperato. Su 502 siti censiti,<br />

96 sono riferibili a questa fase, con una percentuale che si attesta al 19,1%. Se<br />

a questi dati sommiamo altri 66 punti archeologici registrati semplicemente nella<br />

macro voce del periodo preistorico e che rappresentano il 13,1%, possiamo raggiungere<br />

una somma tra i due del 32,2%, che equivale ad un 1/3 sul totale dei punti<br />

in<strong>di</strong>viduati. La quasi totalità <strong>di</strong> questi punti, che potremmo definire per adesso più<br />

una frequentazione, mostra chiari segni <strong>di</strong> occupazione posteriore, in corrispondenza<br />

soprattutto dell’arrivo dei romani, ma una assenza <strong>di</strong> continuità con la fase<br />

imme<strong>di</strong>atamente successiva rappresentata dall’età del bronzo, che pur è ben documentata,<br />

con 33 punti censiti che rappresentano il 6,6% sul totale. La forte contrazione<br />

del popolamento rispetto all’età neolitica suggerisce una probabile relazione<br />

con fattori ambientali, economici e sociali. Un dato interessante può esserci fornito<br />

dalla <strong>di</strong>stribuzione delle aree. La maggior parte dei punti in<strong>di</strong>viduati, sia per l’età<br />

neolitica che per l’età del Bronzo, si <strong>di</strong>stribuisce su ampi pianori, dove già le foto<br />

aeree segnalano le tracce dei villaggi trincerati caratterizzati dal tipico fossato a C<br />

con le capanne al suo interno. Il pre<strong>di</strong>ligere le aree pianeggianti a <strong>di</strong>scapito <strong>di</strong> zone<br />

facilmente <strong>di</strong>fen<strong>di</strong>bili, può essere giustificato con la vicinanza ai corsi d’acqua lungo<br />

i quali tali siti si <strong>di</strong>slocano ed all’ampia <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> aree aperte e coltivabili. Un<br />

caso interessante riguarda un inse<strong>di</strong>amento in<strong>di</strong>viduato nell’ultima campagna <strong>di</strong> ricognizione<br />

in località “La Torretta” nell’Agro <strong>di</strong> Pietramontecorvino (figg. 7 e 10).<br />

All’interno <strong>di</strong> un ampio pianoro che si sviluppa in senso Est-Ovest a quota 238 s.l.m.,<br />

delimitato a Nord dal torrente Triolo ed a Sud dal canale Pozzo Nuovo, sono stati<br />

in<strong>di</strong>viduati 38 punti archeologici databili senza soluzione <strong>di</strong> continuità dal neolitico<br />

al tardoantico. Come è emerso dall’analisi dei materiali in laboratorio, la presenza<br />

<strong>di</strong> 28 punti riferibili con certezza al periodo neolitico e la contestuale testimonianza<br />

<strong>di</strong> materiali <strong>di</strong> pregevole fattura, lasciano dedurre che in questo caso non siamo <strong>di</strong><br />

fronte ad una semplice frequentazione ma ad uno stanziamento.<br />

15<br />

Per un approfon<strong>di</strong>mento dei materiali provenienti dall’area del Fortore e del Subappennino<br />

si veda GRAVINA 1986.<br />

ISBN-978-88-96545-43-0<br />

Atti – 32° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2011.


278<br />

Maria Luisa Marchi, Giovanni Forte<br />

Tra VIII e IV secolo a.C., anche questo comparto rientra nell’area <strong>di</strong> influenza<br />

dauna alla quale fanno riferimento i gran<strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti del Tavoliere <strong>di</strong> cui si è<br />

ampiamente già detto.<br />

Per questa fase sono stati censiti 69 punti archeologici che rappresentano il<br />

13,7% del totale.<br />

Un momento <strong>di</strong> profondo cambiamento è senza dubbio rappresentato dell’arrivo<br />

dei Romani 16 con la nascita della nuova colonia <strong>di</strong> Lucera, dedotta nel 314 a.C. negli<br />

anni centrali delle guerre sannitiche.<br />

Alla prima colonizzazione si deve la <strong>di</strong>stribuzione centuriale, forse quella per soli<br />

decumani, identificata dalla foto aerea a E-NE della città, nella zona compresa tra il<br />

torrente Vulgano e il Salsola; altre tracce si leggono a Nord e a Sud lungo il Celone<br />

(MARCHI 2010B, pp . 22-30).<br />

Una <strong>di</strong>stribuzione si può in<strong>di</strong>viduare anche nel settore occidentale dove le nostre<br />

indagini ci hanno permesso <strong>di</strong> identificare una fitta maglia <strong>di</strong> piccole fattorie, in<br />

numero <strong>di</strong> 221 a rappresentare il 40% sul totale. Esse si concentrano perlopiù nella<br />

zona <strong>di</strong> Selva Piana area pianeggiante lungo la statale 17. Tracciato moderno che<br />

attraversa alcune <strong>di</strong> esse. Abbastanza suggestive anche le tracce che si in<strong>di</strong>viduano<br />

a Nord in località Fornelli dove un’altra fitta rete <strong>di</strong> fattorie si inserisce all’interno<br />

<strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> tracce <strong>di</strong> probabili assi centuriali <strong>di</strong>sposti ad una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

circa 700/710 metri 17 . Per la fase successiva fine repubblicana e primo imperiale,<br />

si assiste ad un decremento dei siti rurali, anche se il numero resta comunque<br />

elevato confrontato alla superficie indagata. Per questa fase sono stati in<strong>di</strong>viduati<br />

147 punti archeologici che rappresentano il 29,3% sul totale. In questo periodo i<br />

siti scendono <strong>di</strong> circa il 10% <strong>di</strong> quelli attestati per la fase repubblicana. Un tale<br />

decremento va giustificato con la concentrazione oligarchica delle proprietà ed<br />

una conseguente prima <strong>di</strong>ffusione della grande proprietà terriera (MARCHI 2004;<br />

MARCHI 2010). Le forme inse<strong>di</strong>ative non sembrano cambiare, esse pre<strong>di</strong>ligono la<br />

piccola e me<strong>di</strong>a fattoria, ma taluni casi sembrano tra<strong>di</strong>re un’evoluzione funzionale<br />

degli spazi abitativi e l’aggiunta <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> supporto alle rinnovate esigenze portate<br />

dall’estensione delle proprietà.<br />

Più <strong>di</strong>fficile il tentativo <strong>di</strong> ricollegare le ville in<strong>di</strong>viduate in più settori del comprensorio<br />

ad una riorganizzazione poderale legata al passaggio dallo stato municipale<br />

a quello della rideduzione coloniale <strong>di</strong> età augustea. Ma si può con buona<br />

probabilità verificare un riassetto territoriale con accorpamento e ampliamento <strong>di</strong><br />

fon<strong>di</strong> e alla trasformazione delle fattorie in ville. Il fenomeno <strong>di</strong>ffuso in tutta l’area<br />

16<br />

Sulla <strong>di</strong>namica della romanizzazione della daunia e delle aree centro meri<strong>di</strong>onali: SIRAGO<br />

1993; VOLPE 1990, pp. 35-81; TORELLI 1992, pp. 608-619; MARCHI,SABBATINI 1996; MARCHI 2000;<br />

2008a.<br />

17<br />

Sulla centuriazione in daunia: VOLPE 1990, pp. 217-223; GUAITOLI 2004, pp.468-474; CERAU-<br />

DO 2008; GOFFREDO, FICCO 2009, pp. 39-40; MARCHI 2010.


Paesaggio e storia della Daunia antica: l’ager Lucerinus 279<br />

apula sembra documentato dal rinvenimento <strong>di</strong> significative presenze relative a ville<br />

che raggiungono e superano i 1000 mq.<br />

Abbondante materiale è documentato per l’età imperiale quando si attestano un<br />

numero elevato <strong>di</strong> punti archeologici (circa 200) e che spesso presentano ampie<br />

estensioni (1000 - 5000 mq.) con gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong> materiale ceramico che va dalla<br />

sigillata italica a quella africana. Un esempio lampante è la grande villa <strong>di</strong> località<br />

Selva Piana che presenta <strong>di</strong>versi corpi <strong>di</strong> fabbrica ed una strutturazione planimetrica<br />

degli spazi che potremmo registrare all’interno <strong>di</strong> una pars rustica e <strong>di</strong> una pars<br />

urbana. Con il passaggio all’ età tardoantica si assiste ad un ulteriore mutamento<br />

nell’organizzazione territoriale ed inse<strong>di</strong>ativa 18 . Il numero dei siti rurali <strong>di</strong>minuisce<br />

in seguito ad un aumento <strong>di</strong> estensione della proprietà, infatti il numero passa da<br />

circa 200 siti riferibili alla fase precedente a 154 per questa nuova fase.<br />

Di questi 154 siti, che rappresentano il 30,7% sul totale, la maggior parte può<br />

essere inquadrata nell’ambito <strong>di</strong> ville <strong>di</strong> me<strong>di</strong>e e gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni, per 4 <strong>di</strong> essi,<br />

invece, l’estensione dei frammenti supera anche i 2a <strong>di</strong> estensione, anzi in un caso<br />

si arriva anche a 3a.<br />

La grande estensione <strong>di</strong> alcune aree porterebbe ad ipotizzare la presenza <strong>di</strong> vici,<br />

che si caratterizzano con una forte continuità <strong>di</strong> vita.<br />

Va inoltre osservato, come nei pressi delle ville, trovino posto delle aree<br />

interpretabili come piccoli ambienti <strong>di</strong> supporto per attività <strong>di</strong> servizio, <strong>di</strong> artigianato<br />

o <strong>di</strong> produzione.<br />

La maggior parte dei siti abitati in età tardoantica sembrano restare in vita non<br />

oltre il VII secolo d.C.<br />

Ben documentata è infine la fase me<strong>di</strong>evale per questo comprensorio con 30<br />

punti archeologici segnalati (6% sul totale), <strong>di</strong>stribuiti per lo più nei pressi dell’inse<strong>di</strong>amento<br />

<strong>di</strong> Montecorvino 19 , città <strong>di</strong> frontiera dei territori bizantini fortificata da<br />

Catapano de Boiannes durante le lotte che vedevano opposti questi ultimi ai Longobar<strong>di</strong>.<br />

In effetti i dati documentano un popolamento molto superiore alla me<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici rurali, che farebbero ipotizzare un nuovo quadro inse<strong>di</strong>ativo più <strong>di</strong>namico<br />

delle campagne <strong>di</strong> questo territorio, in controtendenza con quelle che sono le linee<br />

generali e tra<strong>di</strong>zionali degli stu<strong>di</strong> e che vogliono per questo periodo quasi una<br />

“desertificazione” delle campagne. Questo dato acquista ulteriore importanza se<br />

riferito all’area intorno a Montecorvino, che con i suoi 13 Km quadrati rappresenta<br />

1/3 dei 42 totali indagati.<br />

G.F.<br />

18<br />

Per un’analisi approfon<strong>di</strong>ta ed aggiornata delle problematiche in questione VOLPE, TUR-<br />

CHIANO 2006 con relativa bibliografia.<br />

19<br />

Sull’abitato me<strong>di</strong>evale cfr. MARTIN 1976; MARTIN - NOYE 1982; D’AGOSTINO 1990, pp. 44-,45;<br />

MARTIN 1991; 1993; per una sintesi sulle recenti indagini: FAVIA, GIULIANI, MARCHI 2007; FAVIA,<br />

GIULIANI, MANGIALARDI, STOICO 2009.<br />

ISBN-978-88-96545-43-0<br />

Atti – 32° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2011.


280<br />

Maria Luisa Marchi, Giovanni Forte<br />

Fig. 1 – Carta Archeologica dell’area del Progetto (da GIS <strong>Laboratorio</strong> UNIFG)


Paesaggio e storia della Daunia antica: l’ager Lucerinus 281<br />

Fig. 2 - Carta Archeologica dell’area del Progetto: particolare su ortofoto (da GIS <strong>Laboratorio</strong><br />

UNIFG)<br />

ISBN-978-88-96545-43-0<br />

Atti – 32° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2011.


282<br />

Maria Luisa Marchi, Giovanni Forte<br />

Fig. 3 – Distribuzione degli inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> VII-IV sec. a.C. ad Ovest <strong>di</strong> Lucera.


Paesaggio e storia della Daunia antica: l’ager Lucerinus 283<br />

Fig. 4 – Distribuzione degli inse<strong>di</strong>amenti <strong>di</strong> VII-IV sec. a.C.: valle del Fortore<br />

Fig. 5 – delle Fornaci/Cave <strong>di</strong> argilla<br />

ISBN-978-88-96545-43-0<br />

Atti – 32° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2011.


284<br />

Maria Luisa Marchi, Giovanni Forte<br />

Fig. 6 – Localizzazione dell’abitato <strong>di</strong> Mass. Torretta


Paesaggio e storia della Daunia antica: l’ager Lucerinus 285<br />

Fig. 7 - Mass. La Torretta<br />

Fig. 8 – Castelnuovo della Daunia, Località Mass. Dragonarella: inse<strong>di</strong>amento daunio.<br />

In giallo tracce <strong>di</strong> un percorso viario 222. (Elaborazione GIS).<br />

ISBN-978-88-96545-43-0<br />

Atti – 32° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2011.


286<br />

Maria Luisa Marchi, Giovanni Forte<br />

Fig. 9 - Castelnuovo della Daunia, Località Mass. Dragonarella: inse<strong>di</strong>amento daunio.


Paesaggio e storia della Daunia antica: l’ager Lucerinus 287<br />

Fig. 10 – Masseria La Torretta: fase preistorica.<br />

Fig. 11 – Grafico quantitativo degli inse<strong>di</strong>amenti nelle varie fasi.<br />

ISBN-978-88-96545-43-0<br />

Atti – 32° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2011.


288<br />

Maria Luisa Marchi, Giovanni Forte<br />

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Paesaggio e storia della Daunia antica: l’ager Lucerinus 289<br />

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Atti – 32° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2011.


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314.<br />

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Italia meri<strong>di</strong>onale, Bari 2005, pp. 241-259.


INDICE<br />

ITALO M. MUNTONI, FRANCESCO GENCHI,<br />

NICOLETTA SCOPECE<br />

Indagini archeologiche nel villaggio neolitico<br />

<strong>di</strong> Masseria Pantano (Foggia). Primi risultati . . . . . pag. 3<br />

ANNA MARIA TUNZI, ALESSANDRO DE LEO,<br />

DONATO D’ANTONIO, STEFANO DI STEFANO,<br />

STEFANIA MEZZAZAPPA, UMBERTO TECCHIATI<br />

L’inse<strong>di</strong>amento del Neolitico tardo in località<br />

Valle Cancelli (Volturino) . . . . . . . . . . . . » 15<br />

ARMANDO GRAVINA<br />

Località Fontana (Carlantino – Foggia)<br />

La frequentazione preistorica. Cenni <strong>di</strong> topografia . . . . » 45<br />

MASSIMO TARANTINI, ATTILIO GALIBERTI<br />

Le miniere <strong>di</strong> selce preistoriche<br />

del Gargano alla luce delle ultime ricerche . . . . . . . » 59<br />

ANNA MARIA TUNZI, MARIANGELA LO ZUPONE,<br />

DANIELA BUBBA, FRANCESCO M. MARTINO,<br />

GIUSEPPINA DIOMEDE, MARGHERITA MALORGIO<br />

L’inse<strong>di</strong>amento neo-eneolitico <strong>di</strong> Tegole (Bovino-Fg) . . . » 75<br />

ARMANDO GRAVINA<br />

Il sito <strong>di</strong> Piano Navuccio e le aree limitrofe<br />

<strong>di</strong> Macello-Convento dei Cappuccini e Avellana<br />

ovest presso l’abitato <strong>di</strong> Serracapriola . . . . . . . . » 101<br />

ANNA MARIA TUNZI, MARIANGELA LO ZUPONE,<br />

NICOLA GASPERI, DANIELA BUBBA<br />

Area produttiva e inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> Facies<br />

Palma Campania a Posta Rivolta (Foggia) . . . . . . » 127<br />

ISBN-978-88-96545-43-0<br />

Atti – 32° Convegno Nazionale sulla Preistoria, Protostoria, Storia della Daunia. San Severo 2011.


ALBERTO CAZZELLA, MAURIZIO MOSCOLONI,<br />

GIULIA RECCHIA<br />

Coppa Nevigata, campagne <strong>di</strong> scavo 2010 e 2011 . . . . pag. 155<br />

VALENTINA COPAT, MICHELA DANESI,<br />

COSIMO D’ORONZO<br />

Nuovi dati sulla frequentazione appenninica<br />

del sito <strong>di</strong> Oratino – La Rocca (CB) . . . . . . . . . » 171<br />

ANNA PIZZARELLI<br />

L’analisi dei resti archeozoologici del sito dell’età<br />

del Bronzo <strong>di</strong> Oratino (Cb) loc. La Rocca . . . . . . . » 203<br />

MARCO PACCIARELLI<br />

La multiforme realtà delle pratiche funerarie<br />

del Bronzo nel Sud Italia. Esempi Dauni e non . . . . . » 217<br />

MARIA LUISA NAVA, ANTONIO SALERNO<br />

La circolazione della ceramica daunia<br />

nella Campania antica . . . . . . . . . . . . . » 235<br />

GIOVANNA PACILIO, ANDREA CELESTINO MONTANARO<br />

La “Tomba delle colonne ioniche”<br />

San Paolo <strong>di</strong> Civitate (Fg) – Rapporto preliminare . . . » 249<br />

GIUSEPPE LIBERO MANGIERI<br />

Monete romano-campane e campano-tarentine<br />

in un tesoretto rinvenuto ad Ischitella (FG) . . . . . . » 257<br />

MARIA LUISA MARCHI, GIOVANNI FORTE<br />

Paesaggio e storia della Daunia antica:<br />

l’ager Lucerinus . . . . . . . . . . . . . . . » 271<br />

ROBERTO GOFFREDO, VINCENZO FICCO,<br />

CHIARA COSTANTINO, MARIA FRANCESCA CASOLI<br />

Un vicus nella valle del Carapelle (Puglia Settentrionale):<br />

l’abitato tardoantico <strong>di</strong> Fontana <strong>di</strong> Rano . . . . . . . » 291<br />

PASQUALE FAVIA, ROBERTA GIULIANI,<br />

GIOVANNI DE VENUTO<br />

La ricerca archeologica sul sito <strong>di</strong> Montecorvino:<br />

le campagne <strong>di</strong> scavo 2009-2010 . . . . . . . . . . » 331

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