Elezioni Provinciali 2009 - Unione Commercianti di Piacenza
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IMPRESE UNCOM PIACENZA<br />
IMPRESE UNCOM PIACENZA<br />
CAF IMPRESE RUBRICAUNCOM<br />
caf<br />
Appren<strong>di</strong>stato<br />
professionalizzante<br />
Ministero Lavoro - Risposta<br />
ad interpello 05/06/<strong>2009</strong> n. 49<br />
Il Ministero del Lavoro, con risposta all’interpello<br />
n. 49 del 5 giugno <strong>2009</strong>, ha chiarito che,<br />
in assenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse in<strong>di</strong>cazioni contenute<br />
nella <strong>di</strong>sciplina del contratto <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>stato<br />
professionalizzante dettata dalle Regioni<br />
ovvero dalle parti sociali, ai sensi dell’art. 49<br />
del D.Lgs. 276/2003, il rapporto <strong>di</strong> associazione<br />
in partecipazione non è compatibile<br />
con il ruolo <strong>di</strong> tutor, dovendosi far riferimento<br />
a quanto <strong>di</strong>sposto dal D.M. 28 febbraio 2000.<br />
Il suddetto decreto, infatti, stabilisce sia<br />
i requisiti che il tutor deve avere per poter<br />
rivestire tale ruolo (possedere un livello <strong>di</strong> inquadramento<br />
contrattuale pari o superiore a<br />
quello che l’appren<strong>di</strong>sta conseguirà alla fine<br />
del periodo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>stato; svolgere attività<br />
lavorative coerenti con quelle dell’appren<strong>di</strong>sta;<br />
possedere almeno tre anni <strong>di</strong> esperienza<br />
lavorativa), sia la tipologia <strong>di</strong> rapporto che lo<br />
stesso intrattiene con l’impresa. In particolare,<br />
le funzioni <strong>di</strong> tutor possono essere svolte:<br />
- da un lavoratore qualificato designato<br />
dall’impresa;<br />
- nel caso <strong>di</strong> imprese con meno <strong>di</strong> 15 <strong>di</strong>pendenti<br />
e nelle imprese artigiane, dal titolare<br />
dell’impresa stessa, da un socio o da un<br />
familiare coa<strong>di</strong>uvante.<br />
Titolare <strong>di</strong> farmacia<br />
Ministero Lavoro - Risposta<br />
ad interpello 05/06/<strong>2009</strong> n. 50<br />
Il Ministero del Lavoro, con risposta all’interpello<br />
n. 50 del 5 giugno <strong>2009</strong>, ha chiarito<br />
che il titolare <strong>di</strong> farmacia, essendo<br />
considerato “professionista” e non “commerciante”,<br />
sebbene possa esercitare la<br />
propria attività in forma <strong>di</strong> impresa, risulta<br />
obbligato esclusivamente all’iscrizione nei<br />
confronti della propria Cassa <strong>di</strong> categoria<br />
- ENPAF e tale circostanza preclude l’iscrizione<br />
del medesimo alla Gestione commercianti<br />
presso l’INPS. Per tale motivo<br />
non può fruire della contribuzione dovuta<br />
per il finanziamento dell’assegno per il nucleo<br />
familiare (ex CUAF) in misura ridotta<br />
ex art. 20, comma 1, punto 1) del D.L. n.<br />
30/1974, conv. da L. n. 114/1974.<br />
Diversamente, i coa<strong>di</strong>utori familiari che<br />
collaborano con il farmacista nello svolgimento<br />
dell’attività commerciale, essendo<br />
preposti alla ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> prodotti non farmaceutici,<br />
sono tenuti ad iscriversi alla<br />
Gestione commercianti dell’INPS; in tal<br />
modo, gli stessi possono fruire della tutela<br />
previdenziale prevista per tale categoria<br />
<strong>di</strong> lavoratori, anche in assenza <strong>di</strong> obbligo<br />
<strong>di</strong> iscrizione del titolare <strong>di</strong> farmacia alla<br />
Gestione INPS.<br />
La detenzione non giustifica<br />
<strong>di</strong> per sé il licenziamento<br />
Cassazione<br />
Sentenza 01/06/<strong>2009</strong> n. 12271<br />
La Corte <strong>di</strong> Cassazione, con la sentenza n.<br />
12271 dell’1 giugno <strong>2009</strong>, ha stabilito che<br />
la carcerazione preventiva o esecutiva per<br />
fatti estranei allo svolgimento del rapporto<br />
<strong>di</strong> lavoro non costituisce inadempimento<br />
degli obblighi contrattuali, ma è un fatto<br />
oggettivo che determina la sopravvenuta<br />
temporanea impossibilità della prestazione<br />
lavorativa.<br />
L’interesse del datore <strong>di</strong> lavoro a ricevere<br />
le ulteriori prestazioni del lavoratore detenuto,<br />
infatti, deve essere valutato in base<br />
a criteri oggettivi, costituiti dalle esigenze<br />
oggettive dell’impresa, valutate tenendo<br />
conto delle <strong>di</strong>mensioni della stessa, del<br />
tipo <strong>di</strong> organizzazione tecnico-produttiva,<br />
della natura ed importanza delle mansioni<br />
del lavoratore detenuto, della possibilità <strong>di</strong><br />
affidare ad altri le sue mansioni senza assumere<br />
nuovo personale e, in generale, <strong>di</strong><br />
ogni altra circostanza rilevante ai fini della<br />
determinazione della misura della tollerabilità<br />
dell’assenza.<br />
caf<br />
luglio <strong>2009</strong> 15