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Pedagogia e lavoro sociale in Europa - Università degli Studi della ...

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vedere con l’attività professionale, l’Unione è piuttosto limitatamente<br />

competente” (p.11) Ma la pedagogia <strong>sociale</strong> /il <strong>lavoro</strong> <strong>sociale</strong> non può<br />

arrestarsi. “La nuova <strong>Europa</strong> è f<strong>in</strong>o ad oggi soprattutto un’unione dei<br />

rappresentanti del sistema di produzione e scambio tra organizzazioni ed è<br />

caratterizzata da funzioni di impresa senza consultazione e partecipazione dei<br />

rappresentanti delle stesse imprese che collaborano…..<strong>in</strong> questo caso ciò che<br />

emerge è l’umanizzazione del capitale piuttosto che il capitale umano.” (Staub<br />

Bernasconi 1990 p: 141/48)<br />

Gli esempi mostrano che il <strong>sociale</strong> non viene come valore decisivo del futuro<br />

processo di socializzazione <strong>in</strong> <strong>Europa</strong> da parte di coloro che hanno facoltà e<br />

potere di prendere decisioni. Se ne parla poco nella dichiarazione e di<br />

conseguenza non viene reputato importante, un po’ come avviene con le leggi<br />

dei mass media, cioè non viene trasmesso ciò che non è importante. Tuttavia<br />

dobbiamo <strong>in</strong>dagare sulla tradizione <strong>della</strong> pedagogia <strong>sociale</strong> <strong>in</strong> <strong>Europa</strong> e<br />

svilupparla ulteriormente. Belardi sottol<strong>in</strong>ea che la pedagogia <strong>sociale</strong> è sempre<br />

più orientata <strong>in</strong>ternazionalmente, basta pensare alla pedagogia scolastica: “il<br />

rapporto <strong>in</strong>ternazionale è <strong>in</strong>iziato subito dopo il passaggio da un secolo<br />

all’altro attraverso il trasferimento dei metodi del casework e supervision. Più<br />

tardi si aggiunsero anche le teorie socioscientifiche. L’<strong>in</strong>ternazionalità si<br />

manifesta attraverso il confronto su risoluzioni di situazioni problematiche (es.<br />

immigrati, m<strong>in</strong>oranze, unione Europea) e l’<strong>in</strong>troduzione di nuove competenze”<br />

(p.146)<br />

Ancora prima Sander stabilisce che il confronto e la cooperazione<br />

<strong>in</strong>ternazionale non sono fenomeni nuovi, bensì nati quasi <strong>in</strong> contemporanea<br />

con lo stesso <strong>lavoro</strong> <strong>sociale</strong> moderno: “non è un caso che con la nascita,<br />

avvenuta circa 150 anni fa, delle condizioni di dom<strong>in</strong>io, <strong>lavoro</strong> e vita tipiche<br />

del capitalismo siano sia sorti <strong>in</strong> concomitanza anche nuovi problemi sociali di<br />

carattere <strong>in</strong>ternazionale negli stati <strong>in</strong>dustrializzati; l’analisi e la risoluzione di<br />

tali problemi ha evidenziato l’esistenza di un contesto <strong>in</strong>ternazionale.” (P.96)<br />

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