Pedagogia e lavoro sociale in Europa - Università degli Studi della ...
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scientifica alla pedagogia <strong>sociale</strong>/il <strong>lavoro</strong> <strong>sociale</strong> per assicurarle un posto nella<br />
compag<strong>in</strong>e delle scienze; la politica e la prassi però prendono spesso distanza<br />
da questo atteggiamento e vanno per la loro strada.<br />
In occasione del ventesimo anniversario <strong>della</strong> fondazione <strong>della</strong> rivista<br />
specialistica Neue Praxis, è apparso un volume particolare che contiene un<br />
contributo di W. H<strong>in</strong>te e W. Spr<strong>in</strong>ger (1992) dal titolo Sulla mancanza di<br />
conseguenze <strong>della</strong> scienza critica del <strong>lavoro</strong> <strong>sociale</strong>, dove si legge:<br />
“considerando le situazioni problematiche che vanno acutizzandosi e la<br />
crescente burocratizzazione nelle istituzioni, non è solo uno sguardo analitico<br />
che aiuta i professionisti, bensì capacità, coraggio, stabilità, facoltà strategiche<br />
e capacità di stabilire contatti. Tutto ciò si apprende leggendo un buon libro<br />
solo parzialmente e nemmeno un’ulteriore formazione riguardante un certo<br />
tipo di terapia è una valida alternativa.” (p.114) Questa affermazione non va<br />
considerata, almeno così ritengo, come un’arr<strong>in</strong>ga a favore di una pedagogia<br />
<strong>sociale</strong> spensierata; bensì come un <strong>in</strong>vito ad accertarsi del reale raggio<br />
d’azione <strong>della</strong> prassi sociopedagogica, cosa che è solo possibile attraverso la<br />
riflessione. La perfetta r<strong>in</strong>uncia alla critica, alle controprogettazioni, alle utopie<br />
priverebbe la pedagogia <strong>sociale</strong> del suo carattere <strong>sociale</strong> e orientato allo<br />
sviluppo dell’umanità e il suo ruolo diventerebbe riduttivamente quello di<br />
contribuire all’attuazione di una politica <strong>sociale</strong> sempre più repressiva. Questa<br />
è una tendenza che si ripropone attraverso l’<strong>Europa</strong>.<br />
Critica non è, come disse M. Horkheimer, una cosa da criticoni; bensì un<br />
confronto tra la società e le sue migliori possibilità. In scala <strong>in</strong>ternazionale ciò<br />
significa rielaborare una def<strong>in</strong>izione reale del contesto <strong>della</strong> pedagogia <strong>sociale</strong><br />
che esam<strong>in</strong>i sue funzioni nella società <strong>in</strong>dustriale <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>uo progresso. Si<br />
tratta di mettere spazi e servizi sociali a disposizione di bamb<strong>in</strong>i, giovani,<br />
adulti e anziani e <strong>della</strong> loro esistenza all’<strong>in</strong>terno di grandi sistemi di istituzioni<br />
(famiglia, scuola, mondo del <strong>lavoro</strong> retribuito, spazi socioecologoci); tali spazi<br />
e servizi devono loro permettere di condurre una vita normale e garantire loro<br />
l’<strong>in</strong>tegrazione, <strong>in</strong>tesa come <strong>in</strong>clusione nel sistema delle istituzioni e del mondo<br />
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