Pedagogia e lavoro sociale in Europa - Università degli Studi della ...
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L’esempio del <strong>lavoro</strong> <strong>sociale</strong> con gli immigrati <strong>in</strong> Germania, Francia ed Inghilterra mostra<br />
come le tradizioni <strong>degli</strong> aiuti si siano susseguite f<strong>in</strong>o ad oggi. I rapporti con gli immigrati<br />
provano che nei suddetti paesi si può fondamentalmente dist<strong>in</strong>guere tra relazioni che mirano<br />
o all’esclusione o all’<strong>in</strong>clusione di questi ultimi e tra offerte d’aiuto <strong>in</strong>dividuali o collettive.<br />
“La cultura tedesca <strong>degli</strong> aiuti unisce nei pr<strong>in</strong>cipi del <strong>lavoro</strong> <strong>sociale</strong> rivolto agli immigrati<br />
l’impostazione <strong>in</strong>dividualizzata e lo scopo dell’esclusione.” (P.11) In questo concezione,<br />
che deriva dall’asssolutismo illum<strong>in</strong>ato, racchiude concetti come quello di paternalismo: gli<br />
stranieri vengono classificati come oggetti d’assistenza <strong>in</strong> quanto bisognosi d’aiuto e<br />
m<strong>in</strong>orenni. Gli immigrati vengono presi per mano. In Francia al contrario, come spiega<br />
Bauer, i portavoce delle comunità etniche compaiono di fronte allo stato, <strong>in</strong> quanto<br />
riconosciuti come rappresentanti dei loro connazionali e correligionari; ossia le<br />
organizzazioni <strong>degli</strong> immigrati hanno un peso politico e una funzione pubblica attraverso i<br />
loro rappresentanti.<br />
Le moderne società si contraddist<strong>in</strong>guono per il fatto che le prestazioni d’aiuto non sono<br />
spontanee, ma organizzate e chi presta aiuto, chi stabilisce che una data circostanza è<br />
problematica e dunque necessita una risoluzione e <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e chi organizza gli aiuti varia da<br />
paese a paese. Le diverse associazioni che si occupano di prestazioni di aiuti e di sistemi di<br />
sicurezza ed <strong>in</strong>tervento <strong>sociale</strong>, se vogliono portare avanti con successo collaborazioni,<br />
progetti e programmi <strong>in</strong>ternazionali, devono essere conosciute.<br />
ESEMPIO 2<br />
“Nella dichiarazione n°23 <strong>in</strong> appendice al trattato di Maastricht si fa riferimento al peculiare<br />
significato delle organizzazioni di assistenza. La conferenza sottol<strong>in</strong>ea che per raggiungere<br />
determ<strong>in</strong>ati scopi è assolutamente necessaria una collaborazione <strong>della</strong> Comunità Europea e<br />
delle associazioni e fondazioni che si occupano di assistenza, <strong>in</strong> quanto promotrici di<br />
provvedimenti e servizi.” (Si veda Art. n°117 del trattato riguardante la creazione <strong>della</strong><br />
Comunità Europea)<br />
Seibel scrive a proposito di ciò: “se si comparano le versioni <strong>in</strong> francese e <strong>in</strong> <strong>in</strong>glese <strong>della</strong><br />
dichiarazione contenuta nell’articolo n°117 del trattato, si notano le seguenti differenze:<br />
mentre <strong>in</strong> Germania si considerano quasi esclusivamente le pr<strong>in</strong>cipali associazioni di<br />
assistenza, <strong>in</strong> Gran Bretagna con il term<strong>in</strong>e charitable associations (organizzazione a scopi<br />
benefici) si <strong>in</strong>tendono al contrario 442 organizzazioni diverse e attive <strong>in</strong> 18 differenti settori,<br />
che sono riunite all’<strong>in</strong>terno di un’associazione dirigente (National Council of Voluntary<br />
Organisations/NCVO). In Francia circa 9500 associazioni appartengono alla cosiddetta<br />
Association de Solidarieté (associazioni di mutuo impegno e senso comune), le quali sono<br />
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