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Pedagogia e lavoro sociale in Europa - Università degli Studi della ...

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Warre nel 1943 per descrivere l’attività professionale dell’assistenza <strong>sociale</strong><br />

all’<strong>in</strong>terno di agenzie impegnate <strong>in</strong> attività <strong>in</strong>ternazionali.” (1992, p.4)<br />

Questa def<strong>in</strong>izione può essere completata attraverso un’altra che <strong>in</strong>clude la<br />

dimensione strutturale dell’attività sociopedagogica; ossia l’assistenza <strong>sociale</strong><br />

<strong>in</strong>ternazionale fu def<strong>in</strong>ita come il campo d’azione <strong>degli</strong> assistenti pedagogici <strong>in</strong><br />

forme organizzate che si occupano di attività <strong>in</strong>ternazionali (es. la Croce Rossa<br />

Internazionale).<br />

Pfaffenberger / Trenk / H<strong>in</strong>terberger (1988) def<strong>in</strong>irono <strong>lavoro</strong> <strong>sociale</strong><br />

<strong>in</strong>ternazionale come segue: “con questo term<strong>in</strong>e generale, ci si riferisce ad<br />

attività sociopedagogiche, sociali e sociopolitiche, ad <strong>in</strong>terventi ed operazioni<br />

le cui realizzazioni <strong>in</strong>ternazionali, attuate attraverso organizzazioni e<br />

responsabili, vanno oltre i conf<strong>in</strong>i nazionali, ossia valicano la consueta cornice<br />

nazionale del <strong>lavoro</strong> <strong>sociale</strong>/pedagogia <strong>sociale</strong>.”<br />

L’aggettivo “<strong>in</strong>ternazionale” viene spesso utilizzato quando si parla di<br />

confronto tra società stabilmente organizzate. In questo contesto Pfaffenberger<br />

fece una dist<strong>in</strong>zione tra confronto diacronico (nello stesso paese, ma <strong>in</strong> epoche<br />

differenti) e confronto s<strong>in</strong>cronico (nella stessa epoca, ma <strong>in</strong> paesi diversi).<br />

Il confronto ha un valore pragmatico; attraverso i confronti si riconoscono<br />

forme alternative <strong>della</strong> prassi sociopedagogica che possono apportare impulsi<br />

<strong>in</strong>novativi e spronare a riflessioni. Lo scopo fondamentale di questa sistema di<br />

comparazione è quello di stabilire rapporti tra almeno due fattori e di creare<br />

categorie che rendano possibile un accordo su uguaglianze, differenze e<br />

compatibilità. Certamente è difficile <strong>in</strong>dividuare una forma puramente<br />

descrittiva, e se anche lo fosse, questa risulterebbe comunque <strong>in</strong>certa.<br />

La scienza dell’educazione che si basa su questo metodo comparativo si dette<br />

negli anni sessanta e settanta scopi normativi: “le comparazioni tra sistemi<br />

formativi…..dovrebbero servire a trovare accordi tra i popoli e dovrebbero<br />

favorire una coesistenza pacifica,” (Glowka, citato da F.W. Busch)<br />

Tale metodo comparativo, <strong>in</strong>centrandosi su valutazioni riguardanti il confronto<br />

tra il mondo capitalista occidentale e quello comunista orientale, forniva spesso<br />

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