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2° Sezione - Università degli Studi della Repubblica di San Marino

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elettrico nel sonno (ESES) 68 è ancora poco chiara, come lo sono le sottostanti etiologie e<br />

patofisiologie (Bristol et al., 1996; Tuchman & Rapin, 1997). Sono state riportate anche<br />

regressioni nell’adolescenza associate a strutturazione <strong>di</strong> crisi epilettiche con per<strong>di</strong>ta successiva<br />

del linguaggio e delle abilità cognitive (Lockyer & Rutter, 1970), ma poco si sa delle cause e<br />

predominanze (Minshew et al., 1997).<br />

Le crisi possono essere <strong>di</strong> tutti i tipi, ma sembrano prevalenti quelle complesse, con anormalità<br />

dell’EEG più frequenti sui lobi temporali (Olsson et al., 1988). Il riconoscimento <strong>di</strong> crisi<br />

parzialmente complesse in in<strong>di</strong>vidui autistici è complicato dalla tendenza ad accusare<br />

comportamenti insoliti nell’autismo e dalla mancanza <strong>di</strong> correlazione <strong>di</strong>retta fra crisi cliniche e<br />

attività parossistica nell’EEG (Minshew et al., 1997). In aggiunta, uno stu<strong>di</strong>o recente suggerisce<br />

che ci può essere una relazione casuale fra un sottogruppo <strong>di</strong> bambini con regressione autistica<br />

e EEG definito ‘epilessia focale benigna’ (Nass, Gross, & Devinsky, 1998). Ogni comportamento<br />

come la fissità dello sguardo, la cessazione dell’attività o l’aumento dell’aggressività, associate a<br />

confusione, dovrebbero far partire un alto in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sospetti riguardanti crisi parzialmente<br />

complesse negli in<strong>di</strong>vidui autistici.<br />

In<strong>di</strong>cazioni per un EEG prolungato in privazione <strong>di</strong> sonno, con un’adeguata analisi delle onde lente<br />

del sonno, include l’evidenza <strong>di</strong> crisi cliniche, una storia <strong>di</strong> regressione (clinicamente significante<br />

è la per<strong>di</strong>ta delle funzioni sociali e comunicative) ad ogni età, ma specialmente in bambini piccoli<br />

e <strong>di</strong> età prescolare, e in situazioni dove vi è un alto in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sospetti clinici che l’epilessia,<br />

clinica o subclinica, sia presente. Attualmente non vi è ragione <strong>di</strong> raccomandare analisi EEG a<br />

tutte le persone autistiche (Rapin, 1995, 1997; Rossi et al., 1995; Tuchman, Jayakar, Yaylali, &<br />

Villalobos, 1997; Tuchman, 1994, 1995; Tuchman & Rapin, 1997; Tuchman et al., 1991b).<br />

Eccetto per i test specifici notati prima, le analisi <strong>di</strong> potenziali evocati (Ciesielski, Knight, Prince,<br />

Harris, & Handmaker, 1995; Kemner, Verbaten, Cuperus, Camfferman, & Van Engeland, 1994;<br />

Kemner, Verbaten, Cuperus, Camfferman, & Van Engeland, 1995; Lincoln, Courchesne, Harms, &<br />

Allen, 1995b; Rapin & Dunn, 1997; Verbaten, Roelofs, Van Engeland, Kenemans, & Slangen,<br />

1991) e le magnetoencefalografie (Chuang, Otsubo, Hwang, Orrison, & Lewine, 1995; Morrell et<br />

al., 1995; Salmelin, Service, Kiesila, Uutela & Salonen, 1996) sono considerate essere mezzi <strong>di</strong><br />

ricerca nella valutazione dell’autismo, attualmente senza evidenza <strong>di</strong> utilità clinica <strong>di</strong> routine.<br />

Neuroimmagini 69<br />

Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> tomografia compiuterizzata (TAC) 70 durante gli anni settanta ed ottanta, riportarono<br />

un’ampia gamma <strong>di</strong> immagini <strong>di</strong> anormalità cerebrali, che rafforzarono l’allora prevalente visione <strong>di</strong><br />

molti casi <strong>di</strong> autismo come, in ultima analisi, attribuibili ad un sottostante <strong>di</strong>sturbo strutturale.<br />

Questa prospettiva dell’autismo, insieme alla pratica clinica generale, in neurologia infantile <strong>di</strong><br />

includere ecografie nelle ricerche delle cause per i ritar<strong>di</strong> non spiegati nello sviluppo dei bambini<br />

piccoli, portò alla standar<strong>di</strong>zzazione delle tomografie (TC), come parte <strong>della</strong> valutazione <strong>di</strong><br />

bambini <strong>di</strong>agnosticati come autistici durante gli anni settanta ed ottanta. Questa prospettiva<br />

cambiò sostanzialmente grazie all’importante stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Demasio et al. (1980) che <strong>di</strong>mostrò come<br />

le anormalità tomografiche del cervello negli in<strong>di</strong>vidui autistici erano associate solo alla presenza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi coesistenti, piuttosto che con l’autismo in sé.<br />

In una revisione <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 400 immagini <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in soggetti autistici, fu riportata, una presenza<br />

davvero bassa <strong>di</strong> lesioni focali o altre anormalità e la loro inconsistente localizzazione le segnò<br />

68 Electrical Status Epilepticus During Slow Wave Sleep<br />

69 Neuroimaging<br />

70 Computed Tomographic<br />

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