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2° Sezione - Università degli Studi della Repubblica di San Marino

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Estesa valutazione me<strong>di</strong>ca e neurologica<br />

Storie <strong>della</strong> nascita, me<strong>di</strong>ca, dello sviluppo e <strong>della</strong> famiglia<br />

Questa valutazione <strong>di</strong>agnostica dovrebbe ampliare quella già attuata al Livello 1. Dietro alle<br />

delineate caratteristiche sociali, <strong>della</strong> comunicazione e del comportamento, il focus deve essere<br />

ora sulla ricerca dei danni cerebrali acquisiti, delle <strong>di</strong>sfunzioni o delle altre <strong>di</strong>fficoltà me<strong>di</strong>che o<br />

neurologiche comuni all’autismo.<br />

Storia <strong>della</strong> nascita. Nel parto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui autistici è stato notato solo un’aumento <strong>di</strong> modeste<br />

complicazioni ostetriche, in<strong>di</strong>pendenti dall’età materna o da analogie producenti relazioni casuali<br />

<strong>di</strong>verse (Bolton et al., 1997). Più specificatamente, non è stata trovata nessuna associazione<br />

fra autismo ed età gestazionale e iol numero delle gravidanze o fra questo e il verificarsi <strong>di</strong><br />

per<strong>di</strong>te vaginali, infezioni, <strong>di</strong>abete, toxemia, età materna, o aborti precedenti (Bolton et al.,<br />

1997; Cryan, Byrne, O’Donovan, & O’Callaghan, 1996; Ghaziud<strong>di</strong>n, Shakal, & Tsai, 1995; Piven et<br />

al., 1993; Rapin, 1996a). Non è stata neanche trovata associazione alcuna fra autismo e peso<br />

alla nascita, induzione al parto, presentazione podalica, parto con forcipe o cesareo, travaglio<br />

prolungato, depressione neonatale, necessità <strong>di</strong> cure intensive o <strong>di</strong> ventilazione meccanica, crisi<br />

neonatali o ospedalizzazione neonatale prolungata (Bolton et al., 1997; Fein, et al., 1997; Piven<br />

et al., 1993; Rapin, 1996a). Sebbene <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> precedenti in<strong>di</strong>cavano una possibile<br />

associazione fra l’autismo e l’aumento dei fattori ostetrici a rischio, per quanto lievi, questa non<br />

è stata riscontrata (Bryson, Smith, & Eastwood, 1998b; Deykin & MacMahon, 1980; Finegan &<br />

Quarrington, 1979; Folstein & Rutter, 1977a; Folstein & Rutter, 1977b; Gillberg & Gillberg, 1983;<br />

Levy, Zoltak, & Saelens, 1988; Lord, Mulloy, Wendelboe, & Schopler, 1991; Mason-Brothers et<br />

al., 1987, 1990; Nelson, 1991; Tsai, 1987). Molti <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong> non sono significaTIVI per<br />

la forte influenza del numero delle gravidanze ad esempio l’effetoo <strong>di</strong> cessazione riproduttiva<br />

(es. l’effetto riproduttivo dello stoppage) che viene espressa <strong>di</strong>fferentemente in almeno due<br />

stu<strong>di</strong> (Lord et al., 1991; Piven et al., 1993).<br />

Storia me<strong>di</strong>ca e dello sviluppo. Una storia dettagliata deve essere <strong>di</strong>retta a determinare le<br />

tappe fondamentali dello sviluppo psicologico, le regressioni dello sviluppo, verificate ad ogni età,<br />

l’identificazione <strong>di</strong> ogni evento encefalitico, la storia dei <strong>di</strong>sturbi dell’attenzione, le crisi<br />

epilettiche, la depressione, le manie, i comportamenti problematici come l’irritabilità,<br />

l’autolesionismo, i <strong>di</strong>sturbi del sonno o dell’alimentazione e i pica per la possibile esposizione al<br />

piombo.<br />

Storia famigliare. L’autismo, il ritardo mentale, la sindrome dell’X Fragile e la sclerosi tuberosa,<br />

devono essere indagate specificatamente, sia nella famiglia estesa che nucleare, a causa delle<br />

loro implicazioni riguardanti la necessità <strong>di</strong> ulteriori approfon<strong>di</strong>menti cromosomici o genetici.<br />

Devono essere valutati inoltre, anche la presenza <strong>di</strong> un possibile <strong>di</strong>sturbo affettivo o <strong>di</strong> un<br />

<strong>di</strong>sturbo ansioso, in quanto questi <strong>di</strong>sturbi, è stato <strong>di</strong>mostrato, sono maggiori nelle famiglie <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>vidui autistici e aumentano il carico delle famiglie stesse (Bolton et al., 1994; DeLong, 1994;<br />

DeLong & Nohria, 1994; Fombonne, Bolton, Prior, Jordan, & Rutter, 1997; Piven et al., 1990,<br />

1994).<br />

Autismo: stu<strong>di</strong> sulle famiglie hanno mostrato che c’è un aumento, compreso fra il 50 ed il 100%<br />

<strong>della</strong> possibilità <strong>di</strong> autismo nei parenti <strong>di</strong> primo grado (Rutter, Bailey, Simonoff, & Pickles, 1997;<br />

Simonoff, 1998). Gli stu<strong>di</strong> recenti sulle famiglie hanno mostrato che i parenti <strong>di</strong> primo grado <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>vidui autistici hanno un grado elevato <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà sociali, caratterizzato da introversione e<br />

<strong>di</strong>stacco sociale, con alta incidenza <strong>di</strong> deficit cognitivi ed esecutivi, ansietà e <strong>di</strong>sturbi affettivi<br />

(Bailey, Palferman, Heavey, & Le Couteur, 1998b; DeLong, 1984; DeLong, & Nohria, 1994;<br />

Hughes, Leboyer, & Bouvard, 1997; Piven et al., 1990, 1991a, 1994, 1997). La parentela estesa<br />

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