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2° Sezione - Università degli Studi della Repubblica di San Marino

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<strong>di</strong>agnosticati usando procedure <strong>di</strong> test operante (Gravel, Kurtzberg, Stapells, Vaughan, &<br />

Wallace, 1989; Verpoorten & Emmen, 1995).<br />

Le procedure elettrofisiologiche sono utili per stimare la sensibilità u<strong>di</strong>tiva e per esaminare<br />

l’orecchio me<strong>di</strong>o, cocleare e l’ottavo nervo o l’integrità delle vie del tronco (Gorga, Kaminski,<br />

Beauchaine, Jesteadt & Neely, 1989; Stapells, Gravel, & Martin, 1995). Questi meto<strong>di</strong> non<br />

richiedono risposte comportamentali da parte del bambino, malgrado egli debba essere quieto<br />

(solitamente in sonno naturale o sedato) per <strong>di</strong>verso tempo. Le procedure acustiche,<br />

specificatamente timpanometriche, sono utili per quantificare la funzione dell’orecchio me<strong>di</strong>o, e il<br />

limite del riflesso acustico attestato può essere usato come indagine incrociata <strong>della</strong> funzione<br />

u<strong>di</strong>tiva.<br />

Le emissioni otacustiche spontanee o evocate, sono utili per esaminare la funzione cocleare<br />

(sensoria). Questa procedura è specifica per la frequenza ed è efficiente in termini <strong>di</strong> tempo e<br />

costi. Le emissioni otacustiche spontanee o evocate, sono assenti con per<strong>di</strong>te dell’u<strong>di</strong>to<br />

maggiori <strong>di</strong> 39/40 dB (Prieve, 1992; Robinette, 1992) e questa tecnica è stata usata in bambini<br />

autistici (Grewe, Danhauer, Danhauer & Thornton, 1994). Lo stu<strong>di</strong>o dei Potenziali Evocati del<br />

Tronco (ABR), è specifico per la frequenza, ed è la procedura elettrofisiologica singola, più utile<br />

nelle stime dei limiti u<strong>di</strong>tivi, che è stato <strong>di</strong>mostrato essere altamente correlati con i limiti u<strong>di</strong>tivi<br />

comportamentali, sia in bambini che sentono normalmente, che in bambini con per<strong>di</strong>te u<strong>di</strong>tive<br />

sensorioneurali (Stapells et al, 1995). La valutazione au<strong>di</strong>ologica non deve essere ritardata nella<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo. E’ raccomandato poi che l’analisi au<strong>di</strong>ologica sia completata in centri con<br />

personale professionale qualificato e con esperienza (au<strong>di</strong>ologi pe<strong>di</strong>atrici), con meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> test<br />

attuali e tecnologia facilmente <strong>di</strong>sponibile. E’ altresì raccomandato che centri privi <strong>di</strong> questi<br />

mezzi stipulino accor<strong>di</strong> consorziali con i centri che sono capaci <strong>di</strong> eseguire queste approfon<strong>di</strong>te<br />

valutazioni nei bambini autistici.<br />

Quando è registrata una per<strong>di</strong>ta dell’u<strong>di</strong>to (trasmissiva o sensorio neurale), il bambino deve<br />

essere mandato da uno specialista, ma non devono essere ignorate preoccupazioni emerse nello<br />

screening del Livello 1 riguardanti altri in<strong>di</strong>catori dello sviluppo (‘ban<strong>di</strong>ere rosse’) per l’autismo<br />

(es. mancanza <strong>di</strong> relazioni sociali, comportamenti inusuali). L’au<strong>di</strong>ologo, l’ortofonista ed il me<strong>di</strong>co<br />

<strong>di</strong> base che seguono la crescita del bambino, devono sorvegliare anche gli in<strong>di</strong>catori dell’autismo.<br />

Quando appropriato, in analisi approfon<strong>di</strong>te (psicologiche, sensomotorie) sono raccomandati<br />

in<strong>di</strong>catori per in<strong>di</strong>rizzare la potenziale co-esistenza <strong>di</strong> autismo e per<strong>di</strong>ta dell’u<strong>di</strong>to. Nei bambini<br />

autistici possono verificarsi per<strong>di</strong>te dell’u<strong>di</strong>to <strong>di</strong> tipo trasmissivo, transitorie e fluttuanti,<br />

associate ad otiti me<strong>di</strong>e. Dunque il “seguire” au<strong>di</strong>ologico e me<strong>di</strong>co per per<strong>di</strong>ta dell’u<strong>di</strong>to<br />

trasmissivo associato a ricorrenti otiti me<strong>di</strong>e, è importante nel management a lungo termine dei<br />

bambini autistici.<br />

Lo screening del piombo<br />

I bambini con ritar<strong>di</strong> dello sviluppo che trascorrono un lungo periodo nella fase del gioco orale<br />

(dove ogni cosa ‘va dentro le loro bocche’) sono ad alto rischio <strong>di</strong> tossicità da piombo, specie<br />

in certi ambienti. La prevalenza <strong>di</strong> pica in questo gruppo <strong>di</strong> bambini può risultare in alti tassi <strong>di</strong><br />

esposizione intensa e spesso ricorrente, al piombo e, abbastanza frequentemente, ad altri<br />

metalli (Shannon & Graef, 1997). Parecchi stu<strong>di</strong> riportano gli effetti neurocomportamentali e<br />

comportamentali <strong>della</strong> tossicità del piombo e la sua potenziale rilevanza clinica in pazienti<br />

autistici. La concentrazione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> piombo nel sangue <strong>di</strong> 18 bambini autistici, fu rilevata<br />

essere, in stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi, notevolmente più alta <strong>di</strong> quella riscontrata in 16 bambini non autistici o<br />

in 10 fratellini normali; il 44% dei bambini autistici e psicotici aveva livelli <strong>di</strong> piombo nel sangue<br />

più alti <strong>di</strong> due deviazioni standard dalla me<strong>di</strong>a dei controlli normali (Cohen, Johnson, & Caparulo,<br />

1976). In tre dei sei casi riportati <strong>di</strong> intossicazione da piombo in bambini autistici, la devianza<br />

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