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2° Sezione - Università degli Studi della Repubblica di San Marino

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dormire e nel mangiare, placi<strong>di</strong>tà) sono d’altronde comportamenti visti comunemente anche nei<br />

bambini con sviluppo normale.<br />

Sono stati attualmente identificati i comportamenti specifici che <strong>di</strong>stinguono i bambini autistici<br />

dagli altri, a 12 mesi <strong>di</strong> età, tramite stu<strong>di</strong> che utilizzano osservazioni basate su videotapes<br />

domestici (Osterling & Dawson, 1994). Utilizzando i video delle feste del primo compleanno <strong>di</strong><br />

bambini autistici, comparati ai bambini con sviluppo normale, i ricercatori hanno scoperto che vi<br />

sono quattro comportamenti identificabilii correttamente in più del 90% dei bambini autistici e<br />

‘normali’. Questi comportamenti, rianalizzati in stu<strong>di</strong> successivi (Mars, Mauk, & Dowrick, 1998)<br />

sono lo sguardo <strong>di</strong>retto, l’orientarsi al chiamare del nome, l’in<strong>di</strong>care e il mostrare. Uno stu<strong>di</strong>o più<br />

recente <strong>di</strong> video domestici dei primi compleanni (Osterling & Dawson, 1999) ha rilevato che i<br />

bambini <strong>di</strong> un anno con autismo possono essere anche <strong>di</strong>stinti da quelli <strong>di</strong> un anno con ritardo<br />

mentale i<strong>di</strong>opatico 50 . I bambini <strong>di</strong> un anno usano meno lo sguardo <strong>di</strong>retto e si voltano verso chi li<br />

chiama per nome meno frequentemente <strong>di</strong> quelli con ritardo mentale e <strong>di</strong> quelli con sviluppo<br />

tipico. Gli stessi comportamenti, <strong>di</strong>stinguono anche a 8-10 mesi i bambini autistici da quelli con<br />

sviluppo normale (Brown, Dawson, Osterling & Dinno, 1998). Baranek (1999), similmente, ha<br />

analizzato video retrospettivi <strong>di</strong> bambini <strong>di</strong> 9/12 mesi, ed ha riscontrato che un modello <strong>di</strong> nove<br />

comportamenti <strong>di</strong>fferenzia, con il 94% <strong>di</strong> accuratezza, l’autismo, i <strong>di</strong>sturbi dello sviluppo e lo<br />

sviluppo normale. Il modello autistico presenta maggiori problemi rispetto all’abilità <strong>di</strong> risposta a<br />

stimoli sociali (es. ritardo nel rispondere al nome, avversione al contatto sociale) così come ad<br />

altri aspetti non sociali <strong>della</strong> risposta sensoria. Sebbene l’accuratezza a lungo termine e l’utilità<br />

pred<strong>di</strong>tiva <strong>di</strong> tali osservazioni siano ancora da determinare, i risultati <strong>di</strong> questa ricerca<br />

suggeriscono che l’autismo potrà, fra non molto, essere identificato con sicurezza molto presto,<br />

a un anno <strong>di</strong> età, o ad<strong>di</strong>rittura prima (Baranek, 1999; Teitelbaum, Teitelbaum, Nye, Fryman, &<br />

Maurer, 1998). E’ attualmente <strong>di</strong>agnosticabile con sicurezza in bambini <strong>di</strong> tre, o anche meno,<br />

anni. <strong>Stu<strong>di</strong></strong> recenti hanno <strong>di</strong>mostrato che i sintomi dell’autismo sono misurabili a 18 mesi <strong>di</strong> età e<br />

che questi stessi sintomi sono stabili fino alla fine del periodo prescolastico (Charman et al,<br />

1997; Cox et al, 1999; Lord, 1995; Stone et al, 1999). Gli stessi stu<strong>di</strong> hanno identificato le<br />

caratteristiche principali che <strong>di</strong>fferenziano, fra i venti ed i trentasei mesi, l’autismo dagli altri<br />

<strong>di</strong>sturbi dello sviluppo, caratteristiche che devono essere in<strong>di</strong>viduate precocemente con<br />

screening specifici. Queste coinvolgono sintomi negativi, o deficit comportamentali, nelle<br />

seguenti aree: sguardo <strong>di</strong>retto, orientarsi al chiamare del nome, comportamenti dell’attenzione<br />

con<strong>di</strong>visa (es. in<strong>di</strong>care, mostrare), gioco simbolico, imitazione, comunicazione non verbale e<br />

sviluppo del linguaggio. Anche il comportamento sociale presenta <strong>di</strong>fferenze fra i gruppi,<br />

tuttavia sia la percezione sensoria che i comportamenti ripetitivi o le crisi comportamentali non<br />

evidenziano <strong>di</strong>versità costanti e consistenti tali da <strong>di</strong>fferenziare i gruppi autistici da quelli non<br />

autistici in età precoce.<br />

Gli screening per l’autismo possono non in<strong>di</strong>viduare i bambini con variazioni lievi del <strong>di</strong>sturbo<br />

(senza ritardo mentale o ritardo del linguaggio evidente), che rimangono spesso non<br />

<strong>di</strong>agnosticate per anni, causando <strong>di</strong>fficoltà crescenti ai bambini che cercano <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le<br />

richieste dell’educazione elementare senza i supporti necessari. Le loro <strong>di</strong>fficoltà causano<br />

notevole stress alle famiglie, che riconoscono i cambiamenti del bambino ma hanno <strong>di</strong>fficoltà a<br />

convincere gli altri dell’esistenza <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo del bambino. Gli sforzi per migliorare lo screening<br />

e la conseguente opportunità <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre un intervento efficace sono perciò <strong>di</strong> grande aiuto a<br />

questa tipologia <strong>di</strong> bambini ed alle loro famiglie.<br />

50 I<strong>di</strong>opathic Mental Retardation<br />

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