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2° Sezione - Università degli Studi della Repubblica di San Marino

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Schaumann, 1991; Ischii & Takahasi, 1993; Sugiyama, & Abe, 1989; Wing & Gould, 1979).<br />

Analisi statistiche recenti, effettuate dal Commonwealth of Massachusetts Department of Public<br />

Health, in<strong>di</strong>cano la presenza del “Zero-two-three Early Intervention Programme” ogni 500<br />

bambini (Tracey Osbahr, Massachusetts PDH, Personal Communication, March, 1999). Tali<br />

in<strong>di</strong>ci implicano che, negli Stati Uniti, fra i 60.000 e i 115.000 bambini sotto i 15 anni <strong>di</strong> età<br />

rispondono ai criteri <strong>di</strong>agnostici per l’autismo (Rapin, 1997).<br />

Più recentemente Baird et al. (1999) hanno riscontrato una percentuale <strong>di</strong> 30,8 casi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo<br />

autistico ogni 10.000 bambini (1 ogni 333), con l’aggiunta <strong>di</strong> 27,1 casi ogni 10.000 per <strong>di</strong>sturbi<br />

dello spettro autistico. Queste percentuali sono significativamente più alte <strong>di</strong> quelle notate nelle<br />

analisi precedenti e richiedono la conferma <strong>di</strong> ulteriori stu<strong>di</strong>. Comunque sia, il notare percentuali<br />

così alte, afferma il bisogno <strong>di</strong> migliorare lo screening e la <strong>di</strong>agnosi precoci. La ratio generale <strong>di</strong><br />

maschi e femmine con autismo è stata tra<strong>di</strong>zionalmente in<strong>di</strong>cata fra il 3:1 ed il 4:1 (Lotter,<br />

1996; Wing & Gould, 1979). Sembra che questa ratio vari con il QI: da 2:1 in coloro che hanno<br />

severe <strong>di</strong>sfunzioni a più <strong>di</strong> 4:1 in quelli con QI me<strong>di</strong>o (Bryson, 1997; Ehlers & Gillberg, 1993;<br />

Wing & Gould, 1979). Alcuni pensano che siano <strong>di</strong>agnosticate come autistiche meno bambine<br />

con QI normale, in quanto potrebbero risultare socialmente più adattabili dei maschi con lo<br />

stesso QI (McLennan, Lord & Schopler, 1993; Volkmar, Szatmari, & Sparrow, 1993b).<br />

La rete sanitaria e le agenzie educative rivolte all’infanzia, devono aspettarsi <strong>di</strong> incontrare<br />

bambini con autismo. Sebbene sintomi <strong>di</strong> autismo possano essere presenti durante il primo anno<br />

<strong>di</strong> vita in bambini <strong>di</strong>agnosticati come autistici solo successivamente, ed alcuni sintomi siano<br />

virtualmente sempre presenti prima dei tre anni, molto spesso l’autismo non è <strong>di</strong>agnosticato fino<br />

a due o tre anni dopo la comparsa dei primi sintomi.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui autistici a volte non hanno <strong>di</strong>agnosi o non vengono <strong>di</strong>agnosticati accuratamente.<br />

Molti me<strong>di</strong>ci esitano a <strong>di</strong>scutere la possibilità <strong>di</strong> una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo con i genitori <strong>di</strong> bambini<br />

piccoli, anche se in presenza <strong>di</strong> sintomi chiari, perché sono preoccupati <strong>di</strong> causare ansietà in<br />

famiglia e <strong>di</strong> ottenere, etichettando un bambino, effetti contrari, oppure perché sono<br />

preoccupati <strong>della</strong> possibilità <strong>di</strong> non essere corretti, o speranzosi che i sintomi si mo<strong>di</strong>ficheranno<br />

con il tempo. Si ritiene che comunque i risultati positivi, derivanti da una <strong>di</strong>agnosi accurata,<br />

pesino molto <strong>di</strong> più <strong>degli</strong> effetti negativi, e le famiglie esprimono universalmente il desiderio <strong>di</strong><br />

essere informate sulle con<strong>di</strong>zioni del bambino il prima possibile (Marcus & Stone, 1993).<br />

Allo stato attuale, molti sono i vantaggi derivanti da una <strong>di</strong>agnosi precoce <strong>di</strong> autismo; essi<br />

includono la pianificazione e i trattamenti educativi precoci, il provvedere all’aiuto e<br />

all’educazione <strong>della</strong> famiglia, la riduzione dello stress e delle preoccupazioni famigliari e la messa<br />

in atto <strong>di</strong> appropriate cure me<strong>di</strong>che per il bambino (Cox et al, 1999). Le attività <strong>di</strong> screening<br />

sono cruciali per le <strong>di</strong>agnosi precoci. Lo scopo dello screening è l’identificazione, il prima<br />

possibile, dei bambini a rischio <strong>di</strong> autismo, affinché possano essere in<strong>di</strong>rizzati rapidamente a<br />

valutazioni <strong>di</strong>agnostiche complete e agli interventi necessari. La spinta all’identificazione<br />

precoce deriva dall’evidenza, riscontrata negli ultimi <strong>di</strong>eci anni, che interventi intensivi precoci in<br />

setting educativi ottimali, producono risposte migliori in molti bambini piccoli autistici, includendo<br />

l’eloquio nel 75% o più, e specifici miglioramenti nello sviluppo e nelle performance intellettuali<br />

(Dawson & Osterling, 1997; Rogers, 1996, 1998). Tali risultati sono comunque stati documentati<br />

solo in bambini che hanno ricevuto per più <strong>di</strong> due anni servizi intensivi <strong>di</strong> intervento durante l’età<br />

prescolare (Anderson, Avery, Dipietro, Edwards, & Christian, 1987; Anderson, Campbell, &<br />

Cannon, 1994; Fenske, Zalenski, Krantz, & McClannahan, 1985; Hoyson, Jamieson, & Strain,<br />

1984; Lovaas, 1987; McEachin, Smith, & Lovaas, 1993; Ozonoff & Cathcart, 1998). Lo screening<br />

e l’identificazione precoci sono dunque cruciali per migliorare le risposte nei bambini autistici<br />

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