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2° Sezione - Università degli Studi della Repubblica di San Marino

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chi, come i nostri ragazzi, ne ha bisogno, all'elaborazione <strong>di</strong> progetti sperimentali. Non meno<br />

importante è la promozione <strong>di</strong> collegamenti e la realizzazione <strong>di</strong> incontri tra genitori e familiari a<br />

scopo <strong>di</strong> confronto tra essi ed approfon<strong>di</strong>mento delle tematiche relative all'autismo."<br />

E-mail: inautism@tiscalinet.it<br />

GLI ARGONAUTI<br />

www.gli-argonauti.org/<br />

L'associazione gli argonauti è un’associazione <strong>di</strong> volontariato nata nel 1997 con l'intento <strong>di</strong><br />

promuovere il benessere nelle realtà locali. Strumenti car<strong>di</strong>ne <strong>degli</strong> argonauti sono il lavoro <strong>di</strong><br />

gruppo, la collaborazione <strong>di</strong> rete, il monitoraggio <strong>degli</strong> interventi.<br />

Al momento sono attive tre aree <strong>di</strong> intervento, su cui potrete informarvi cliccando sui tre<br />

rispettivi loghi: Spettacoli, Autismo e Minori.<br />

Nella sezione Autismo, potrete accedere a:<br />

−<br />

−<br />

−<br />

Gruppo <strong>di</strong> musica per persone con autismo<br />

Sportello informativo virtuale sull’Autismo a Roma<br />

Biblioteca multime<strong>di</strong>ale e Link sull’autismo<br />

In particolare, accedendo a questa ultima sezione troverete:<br />

− Definizioni dello spettro autistico secondo i manuali daignostici DSV-IV e ICD 10<br />

−<br />

−<br />

−<br />

−<br />

−<br />

−<br />

−<br />

Link italiani e stranieri sull’Autismo<br />

Leggi sull’han<strong>di</strong>cap<br />

Diritti, lavoro, istruziona<br />

Articoli sull’autismo<br />

Epidemiologia e definizione<br />

Trattamenti<br />

Bibliografia ragionata<br />

ROMEO LUCIONI<br />

www.geocities.com/HotSprings/Spa/4488<br />

Informazioni sull'attività <strong>di</strong> ricerca scientifica sui temi <strong>della</strong> terapia e dell'assistenza per l'autismo,<br />

l'alzheimer ed il parkinson.<br />

152


COLLEGAMENTO SITI STRANIERI AUTISMO<br />

(è possibile avere una breve descizione del sito, prima <strong>di</strong> visitarlo)<br />

THE NATIONAL AUTISTIC SOCIETY<br />

http://www.oneworld.org/autism_uk/<br />

Locazione: Gran Bretagna<br />

Questo è il sito <strong>della</strong> Società Nazionale dell'Autismo (NAS) <strong>della</strong> Gran Bretagna, al quale spesso si<br />

è fatto riferimento in questo documento e del quale sono stati qui tradotti parecchi articoli.<br />

Qui si possono trovare tutte le informazioni necessarie sui <strong>di</strong>sturbi dello spettro autistico.<br />

Vengono fornite informazioni specifiche per in<strong>di</strong>vidui con un <strong>di</strong>sturbo dello spettro autistico, la<br />

famiglia, gli operatori professionali.<br />

Esplorando il sito si può saperne <strong>di</strong> più sulla stessa National Autistic Society. Si può, ad esempio,<br />

avere informazioni sui servizi offerti e sulla rete <strong>di</strong> sezioni e unità locali territoriali affiliate. Viene<br />

anche detto come iscriversi alla NATIONAL AUTISTIC SOCIETY.<br />

Nella sezione chiamata "Notizie", si può sapere cosa succede attualmente nel mondo<br />

dell'autismo.<br />

Ci sono molti mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> aiutare la NATIONAL AUTISTIC SOCIETY. Ad esempio, c'è il volontariato, e<br />

si può dare supporto a persone con Autismo e alle loro famiglie. Si può inoltre aiutare a cercare<br />

fon<strong>di</strong> partecipando alle iniziative per la raccolta <strong>di</strong> denaro.<br />

La NATIONAL AUTISTIC SOCIETY spera <strong>di</strong> poter fornire tutte le informazioni necessarie. Se si<br />

vogliono esprimere commenti o opinioni su come migliorare questo servizio, cosa che la<br />

NATIONAL AUTISTIC SOCIETY invita a fare, si può contattare <strong>di</strong>rettamente la NATIONAL<br />

AUTISTIC SOCIETY al seguente in<strong>di</strong>rizzo:<br />

The National Autistic Society,<br />

393 City Road, London EC1V 1NG, United Kingdom<br />

Tel: +44 (0)20 7833 2299 Fax: +44 (0)20 7833 9666<br />

E-mail: nas@nas.org.uk<br />

NATIONAL INSTITUTE OF MENTAL HEALTH<br />

http://www.nimh.nih.gov/publicat/autism.cfm<br />

Insieme al sito <strong>della</strong> “National Autistic Society” (NAS), all’ “Autistic Society of America” (ASA) e<br />

al sito “Autismo Europa”, i documenti contenuti in questo sito sono parte integrante <strong>di</strong> questo<br />

scritto, tanti dei quali sono stati tradotti in italiano.<br />

Nello specifico, i temi principali trattati dall’articolo sull’autismo presentato dal “NIMH”:<br />

Capire il problema<br />

−<br />

Cos’è l’autismo<br />

− Com’è <strong>di</strong>agnosticato<br />

− Cosa lo causa<br />

− Ci sono dei <strong>di</strong>sturbi ad esso correlati<br />

153


Trovare aiuto e speranza<br />

− C’è ragione per la speranza<br />

− Possono essere migliorate le abilità sociali ed il comportamento<br />

− Quali terapie farmacologiche sono <strong>di</strong>sponibili<br />

− Cosa sono le opzioni educative<br />

− L’autismo può scomparire con il tempo<br />

− Gli in<strong>di</strong>vidui autistici adulti possono vivere autonomamente<br />

− Come le famiglie possono imparare ad affrontare la situazione<br />

− Quali speranze offre la ricerca<br />

− Cosa sono le fonti <strong>di</strong> informazione e supporto<br />

AUTISM RESEARCH INSTITUTE<br />

www.autism.com/ari<br />

E’ un’organizzazione no-profit fondata nel 1967 dal dr. Bernard Rimland, padre <strong>di</strong> un ragazzo<br />

autistico ad alto funzionamento, con lo scopo condurre ricerche sull’autismo ed altri <strong>di</strong>sturbi<br />

generalizzati dello sviluppo e <strong>di</strong>ffonderne i risultati.<br />

Il sito ha una struttura “a stella”: dalla pagina iniziale si accede a tutte le altre e da queste si<br />

ritorna solo alla pagina iniziale, nella quale è presente l’elenco <strong>di</strong> tutte le altre.<br />

Una breve descrizione dell’autismo è <strong>di</strong>sponibile selezionando What is Autism<br />

Tutti gli articoli (frequentemente aggiornati ed aggiunti) sono <strong>di</strong>sponibili nell’elenco poco più<br />

sotto, organizzato secondo la provenienza <strong>degli</strong> articoli (autism Research Instittute, Autism<br />

Research Review International, ecc.)<br />

4182 Adams Avenue, <strong>San</strong> Diego, CA 92116, U. S. A. fax: (619) 583-6840.<br />

AUTISM RESOURCES<br />

http://www.vaporia.com/autism<br />

Questo sito contiene una lista organizzata <strong>di</strong> risorse sull'autismo e la sindrome <strong>di</strong> Asperger<br />

<strong>di</strong>sponibili sulla rete mon<strong>di</strong>ale. Inoltre sono elencati i <strong>di</strong>versi collegamenti con i siti in cui si parli <strong>di</strong><br />

autismo. I dati sull'autismo ed i relativi trattamenti che si possono ricavare dalla lettura dei<br />

documenti contenuti qui <strong>di</strong> seguito non è completa, ma cerca comunque <strong>di</strong> prendere in<br />

considerazione i <strong>di</strong>versi punti <strong>di</strong> vista, nei limiti imposti dalla rete. Bisogna infatti ricordare che<br />

sulla rete si trovano siti che prendono spunto da prospettive e teorie <strong>di</strong>verse ed anche opposte,<br />

e ci sono inoltre organizzazioni, programmi e meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> trattamento che occupano un vasto<br />

spazio sulla rete, mentre altri che sono altrettanto famosi e rispettati non sono rappresentati in<br />

rete o hanno solo una presenza <strong>di</strong> importanza secondaria, e quin<strong>di</strong> sono sotto rappresentati<br />

anche in questo sito.<br />

Il sito è composto <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse sezioni:<br />

Autism Links. Questo è una lista molto ampia <strong>di</strong> siti sull'autismo e risorse e informazioni <strong>di</strong>sponibili<br />

sulla rete mon<strong>di</strong>ale, relative all'autismo e sindrome <strong>di</strong> Asperger, alle <strong>di</strong>verse possibilità <strong>di</strong><br />

154


trattamento, alle esperienze personali <strong>di</strong> persone autistiche e dei loro genitori, alle organizzazioni<br />

per l'autismo, e così via.<br />

Taccuino <strong>di</strong> Domande Frequenti sull'autismo. Qui si trovano molte informazioni sull'autismo fornite<br />

<strong>di</strong>rettamente da persone collegate in rete. Si trovano, fra le altre informazioni, le definizioni e<br />

descrizioni dell'autismo e <strong>della</strong> sindrome <strong>di</strong> Asperger, un glossario <strong>di</strong> termini e acronimi, una lista<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi correlati, trattamenti, libri, film, storia, organizzazioni, iniziative, eccetera. La sezione<br />

è stata pensata per persone che si trovano ad aver bisogno <strong>di</strong> saperne <strong>di</strong> più sull'autismo, ma è<br />

comunque utile per tutti.<br />

Consigli ai Genitori che Scoprono che loro Figlio è Autistico. Qui si trovano <strong>di</strong>versi messaggi <strong>di</strong><br />

genitori <strong>della</strong> AUTISM mailing list, in cui viene detto ciò che loro avrebbero voluto sentirsi <strong>di</strong>re<br />

quando è stata fatta <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo a loro figlio.<br />

Libri Consigliati sull'autismo. Questa è una lista dei libri che vengono spesso citati sulla AUTISM<br />

mailing list e altre liste simili. Le opinioni riguardo a quale libro è migliore variano, ma questa lista<br />

vi farà sapere <strong>di</strong> quali libri si parla <strong>di</strong> più, e tra questi ce ne sono <strong>di</strong> veramente buoni. La sezione<br />

comprende anche una classifica dei <strong>di</strong>eci libri migliori (Top Ten list), ovvero dei libri che vengono<br />

citati più spesso, e una lista delle novità bibliografiche.<br />

Bibliografia Sull' Autismo. In questa bibliografia ci sono tutti i libri che mi vengono segnalati<br />

sull'autismo, oltre 500. Se state cercando informazioni su una pubblicazione particolare, ci sono<br />

buone probabilità <strong>di</strong> trovarle qui (www.vaporia.com/autism/autism-bib.html)<br />

Ulteriore Materiale in Rete. Qui si trova del materiale e anche altri links a siti <strong>della</strong> Syracuse<br />

University.<br />

Informazioni su Questo Sito Web. Informazioni su John Wobus, che cura le pagine <strong>di</strong> questo sito,<br />

sul perché lo fa, e su quello che deve fare per mantenere questo sito.<br />

AUTISM: AN OVERVIEW<br />

http://www.healing-arts.org/children/<br />

Questo sito americano, e<strong>di</strong>to da Lewis Mehl-Madrona, M.D., Ph.D., è definito specialistico e<br />

particolarmente in<strong>di</strong>rizzato a me<strong>di</strong>ci, data la specificità <strong>della</strong> terminologia e dei temi trattati, si<br />

compone <strong>di</strong> 3 sezioni:<br />

1. Situazione generale e visione globale sull’autismo<br />

2. Trattamenti<br />

3. Web Forum<br />

4. Links<br />

AUTISMO GAUTENA<br />

QUALITY MANAGEMENT IN PROGRAMMES FOR PEOPLE WITH AUTISM<br />

Questo tra gli articoli principali che compaiono nel sito “Autismo GAUTENA” che abbiamo ritenuto<br />

<strong>di</strong> valido aiuto tradurre interamente e riportarlo in questo scritto.<br />

http://aut.tsai.es/scripts/articulo/smuestra.idcn=31a<br />

Locazione: Spagna<br />

Ramón Barinaga Osinalde, Spain<br />

155


Questo sito contiene una pubblicazione in inglese riguardo all'iniziativa portata avanti da<br />

Gautena nell'area <strong>della</strong> qualità. Gautena è un'associazione <strong>di</strong> genitori nata nel 1978 a <strong>San</strong><br />

Sebastiano, ed opera in una regione dei paesi Baschi. Tra i servizi offerti al momento<br />

dall'associazione, c'è un Programma Psichiatrico (<strong>di</strong>agnosi e trattamento), un Programma<br />

educativo, un centro <strong>di</strong>urno, un Programma residenziale, un centro de<strong>di</strong>cato alle famiglie ed al<br />

tempo libero.<br />

Il sito ha un collegamento <strong>di</strong>retto con Autism-Spain, e contiene inoltre alcune pubblicazioni<br />

sull'autismo.<br />

AUTISM SOCIETY OF AMERICA (ASA)<br />

http://www.autism-society.org/<br />

Questo è il sito <strong>della</strong> Società Americana dell'Autismo (ASA). Lo scopo dell'ASA è quello <strong>di</strong><br />

promuovere accesso ed opportunità durature ale persone con <strong>di</strong>sturbi nello spettro dell'autismo<br />

ed alle loro famiglie, perché vengano integrati il più possibile nella comunità in cui vivono. Questo<br />

viene fatto attraverso il sostegno, la sensibilizzazione dell'opinione pubblica, l'educazione e la<br />

ricerca sull'autismo.<br />

Nella pagina introduttiva viene spiegato come l'autismo sia una conseguenza <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo<br />

neurologico che colpisce il funzionamento del cervello, e che i sintomi si manifestano prima dei<br />

tre anni <strong>di</strong> età. Secondo i dati del Center for Desease Control and Prevention, del 1997, si stima<br />

che questo <strong>di</strong>sturbo colpisca una persona su 500, e che la prevalenza sia 4 volte maggiore tra i<br />

maschi rispetto alle femmine. Vengono poi elencati brevemente i sintomi principali, nelle aree<br />

<strong>della</strong> comunicazione, delle interazioni sociali e delle attività, e i comportamenti problematici più<br />

frequenti. Viene infine fatto notare come, benchè sia , secondo i dati su riportati, uno dei<br />

<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> sviluppo più comuni, la maggior parte <strong>della</strong> gente, e tra questi molti professionisti nel<br />

campo me<strong>di</strong>co ed educativo, ancora non sanno quali siano le principali manifestazioni<br />

dell'autismo e qual è l'approccio più efficace all'autismo.<br />

Vengono quin<strong>di</strong> fornite <strong>di</strong>verse informazioni <strong>di</strong> carattere generale, per il pubblico, che si trovano<br />

in una sezione chiamata "Getting Started". In questa sezione è da segnalare una lista molto<br />

chiara e sintetica dei principali sintomi dell'autismo, fatta per immagini accompagnate da brevi<br />

descrizioni. In una breve descrizione <strong>della</strong> lista viene spiegato che gli in<strong>di</strong>vidui autistici mostrano<br />

<strong>di</strong> solito almeno la metà dei sintomi presentati da essa, che i sintomi possono essere lievi o gravi<br />

e variare in intensità da sintomo a sintomo. Inoltre, il comportamento <strong>di</strong> solito è lo stesso in<br />

<strong>di</strong>verse situazioni ed è quasi sempre non adeguato all’età.<br />

Il collegamento per questa check-list è il seguente:<br />

http://www.autism-society.org/checklist.html<br />

Le altre sezioni del sito sono de<strong>di</strong>cate alla ricerca, alle novità del sito, alle informazioni utili, alla<br />

ASA, alle notizie <strong>di</strong> carattere politico.<br />

Si trova infine anche una Mailing List a cui è possibile accedere, e un motore <strong>di</strong> ricerca per<br />

aiutare a trovare altre informazioni.<br />

La Società ASA tiene infine a precisare che la pagina www da loro pubblicata fornisce<br />

collegamenti in rete a <strong>di</strong>verse organizzazioni universitarie, biblioteche, agenzie governative, e siti<br />

sulla rete mon<strong>di</strong>ale. Questi collegamenti non hanno lo scopo <strong>di</strong> sostenere o con<strong>di</strong>videre,<br />

esplicitamente o implicitamente, le organizzazioni, università, biblioteche o agenzie governative,<br />

e neanche i singoli meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> trattamento o le informazioni contenute nei siti su rete mon<strong>di</strong>ale.<br />

156


Ai genitori ed agli operatori si consiglia vivamente <strong>di</strong> esaminare bene a fondo le varie possibilità<br />

che vengono offerte nell'ambito dell'autismo, perché siano loro a stabilire qual è quella più<br />

appropriata alla persona autistica, in base alle sue esigenze in<strong>di</strong>viduali e scegliere quin<strong>di</strong> quella<br />

giusta.<br />

L'in<strong>di</strong>rizzo dell'ASA è il seguente:<br />

Autism Society of America,<br />

7910 Woodmont Ave, Suite 300,<br />

Bethesda, MD 20814-3015<br />

CENTER FOR THE STUDY OF AUTISM<br />

http://www.autism.org/<br />

Le attività <strong>di</strong> ricerca sono in collaborazione con il sito dell’Autism Research Institute ed anche la<br />

tipologia del sito è molto simile: dall’home page è possibile accedere a tutti gli articoli in essa<br />

elencati, per poi tornare nuovamente all’home page.<br />

E’ inoltre possibile consultare un documento descrittivo sull’autismo molto particolareggiato<br />

(overview of autism) tradotto in <strong>di</strong>verse lingue, tra cui l'italiano.<br />

Come per il sito ARI, anche qui l’in<strong>di</strong>ce <strong>degli</strong> articoli è <strong>di</strong>viso per aree tematiche. segnaliamo in<br />

particolare il gruppo <strong>di</strong> articoli scritti da Temple Gran<strong>di</strong>n, una donna affetta da autismo che è<br />

riuscita a <strong>di</strong>ventare assistente professore <strong>di</strong> scienze animali alla Colorado State University.<br />

L’ultima voce dell’home page, Other Autism Related Resourches on the Internet, rimanda ad un<br />

vasto elenco <strong>di</strong> link ad altri siti che si occupano <strong>di</strong> autismo, <strong>di</strong>visi anche questi per aree<br />

tematiche<br />

Di questo sito esiste una versione in italiano <strong>di</strong> alcune pagine, de<strong>di</strong>cate ad informazioni <strong>di</strong><br />

carattere generale sull'autismo, contenute nella sezione "Overview of Autism"<br />

(www.autism.org/translations/italian.html )<br />

Il centro per lo stu<strong>di</strong>o dell'autismo è situato nell'area <strong>di</strong> Salem/Portland, nello stato Americano<br />

dell'Oregon. Il centro è stato fondato nel 1991 e si trovava in origine a Newbwrg. Nel 1994, il<br />

centro si è trasferito a Beaverton e nel 1996 a Salem. Il centro fornisce informazioni utili<br />

sull'autismo a genitori ed operatori, e si occupa <strong>della</strong> ricerca sull'efficacia dei vari interventi<br />

terapeutici. La gran parte <strong>della</strong> ricerca viene effettuata in collaborazione con l'Autism Research<br />

Institute <strong>di</strong> <strong>San</strong> Diego, California.<br />

Il sito contiene <strong>di</strong>verse sezioni:<br />

Sottogruppi e <strong>di</strong>sturbi correlati: Sindrome <strong>di</strong> Angelman, <strong>di</strong> Asperger, dell'X fragile, <strong>di</strong> Landau-<br />

Kleffner, <strong>di</strong> Prader-Willi, <strong>di</strong> Rett, <strong>di</strong> Williams, Disturbo Pervasivo dello Sviluppo (PDD).<br />

<strong>Stu<strong>di</strong></strong> specifici: Autismo, pubertà e possibilità <strong>di</strong> crisi epilettiche; Autistici Sapienti; il cervelletto;<br />

DSM IV; stili <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento nell'autismo; il sistema limbico; comportamento auto-aggressivo;<br />

comportamento sociale; consapevolezza sociale e sessuale nelle persone <strong>di</strong>sabili; stereotipie;<br />

visione a tunnel; <strong>di</strong>scinesia tar<strong>di</strong>va; Teoria <strong>della</strong> mente.<br />

Interventi e opinioni su: allergie e sensibilità alimentari; Training au<strong>di</strong>tivo (informazioni base e<br />

specifiche); DMG e autismo; la macchina <strong>degli</strong> abbracci <strong>di</strong> Temple Gran<strong>di</strong>n; la Melatonina;<br />

Musicoterapia e linguaggio; Naltrexone; Attività fisica ed autismo; Secretina e<br />

157


Autismo;Integrazione sensoriale; Storie sociali; Connessione Can<strong>di</strong>da-Autismo; training visivo;<br />

Vitamina B6 e magnesio.<br />

Una sezione de<strong>di</strong>cata a Temple Gran<strong>di</strong>n, in cui vengono fornite risposte a domande frequenti,<br />

vengono descritte esperienze personali, e vengono dati consigli e suggerimenti per insegnare a<br />

bambini autistici.<br />

Centro per i famigliari, in particolare fratelli e sorelle <strong>di</strong> bambini autistici, in cui vengono<br />

specificati i bisogni specifici <strong>di</strong> fratelli e sorelle, vengono dati alcuni consigli ai genitori, vengono<br />

fornite recensioni <strong>di</strong> pubblicazioni riguardo a questo tema specifico.<br />

Interviste esclusive a esperti e persone con autismo.<br />

Altre informazioni e articoli, tra cui una lettera <strong>di</strong> un logope<strong>di</strong>sta ad un genitore; Interviste e<br />

colloqui; L'Autismo nei film; Informazioni sul centro.<br />

E' possibile contattare il Centro al seguente in<strong>di</strong>rizzo:<br />

Center for the Study of Autism, P.O. Box 4538, Salem, OR 97302, U.S.A.<br />

AUTISM RESEARCH INSTITUTE (ARI)<br />

http://www.familyvillage.wisc.edu/lib_autm.htm<br />

L'Istituto <strong>di</strong> Ricerca sull'Autismo si occupa innanzitutto <strong>di</strong> ricerca, e <strong>della</strong> <strong>di</strong>ffusione dei risultati,<br />

sui meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> prevenzione, <strong>di</strong>agnosi e trattamento dell'autismo ed altri gravi <strong>di</strong>sturbi del<br />

comportamento dell'infanzia. Le informazioni che provengono dalla ricerca, vengono fornite<br />

<strong>di</strong>rettamente a genitori ed operatori in tutto il mondo; l'Istituto serve inoltre come tramite per i<br />

genitori per tenersi in contatto tra loro, dal momento che si trovano a <strong>di</strong>stanze geografiche<br />

anche molto lunghe tra loro, e per i ricercatori <strong>di</strong> tutto il mondo che hanno bisogno <strong>di</strong> casi clinici<br />

con <strong>di</strong>agnosi accurate ai fini delle loro ricerche. Le informazioni <strong>di</strong> questo genere vengono date<br />

soltanto previo consenso dei genitori.<br />

L'Istituto assiste <strong>di</strong>rettamente i genitori offrendo loro informazioni per posta o per telefono, ed<br />

ha fatto dell'educazione dei loro figli una delle sue principali funzioni.<br />

L'Istituto pubblica un bollettino trimestrale, intitolato "Autism Research Review International,", e<br />

ha inoltre un elenco <strong>di</strong> pubblicazioni ed articoli informativi, tra cui alcuni titoli sono: "Diagnosi <strong>di</strong><br />

Autismo", "Intervento precoce", "Abilità <strong>di</strong> auto-aiuto", "Sviluppo del linguaggio e logope<strong>di</strong>a". E'<br />

anche possibile trovare una bibliografia dei libri sull'autismo, che contiene <strong>di</strong>versi titoli tra cui: "E'<br />

questo il tuo bambino", "Bambini autistici: una guida per i genitori", e "Fammi sentire la tua<br />

voce". E' infine possibile affittare o acquistare videocassette (per ulteriori informazioni bisogna<br />

telefonare o scrivere).<br />

Le sezioni del sito sono: Chi contattare; Dove chiacchierare con gli altri (elenco <strong>di</strong> Mailing List e<br />

Newsgroups); Saperne <strong>di</strong> piu'.<br />

Inoltre viene fornito un elenco <strong>di</strong> siti sulla WWW e siti <strong>di</strong> lingua non inglese, e il collegamento al<br />

motore <strong>di</strong> ricerca Altavista<br />

Per contattare l'Istituto <strong>di</strong> Ricerca sull'Autismo l'in<strong>di</strong>rizzo è il seguente:<br />

Autism Research Institute (ARI)<br />

4182 Adams Avenue<br />

<strong>San</strong> Diego, California, USA 92116<br />

158


(619) 281-7165<br />

Fax: (619) 563-6840<br />

DIVISION TEACCH<br />

http://www.unc.edu./depts/teacch/<br />

L'obiettivo del Programma TEACCH si può riassumere in 3 punti:<br />

1. permettere alle persone con autismo <strong>di</strong> funzionare nella loro comunità nel modo più<br />

significativo ed in<strong>di</strong>pendente possibile<br />

2. offrire i migliori servizi possibili nel territorio <strong>della</strong> Nord Carolina a persone con autismo e<br />

alle loro famiglie, e alle persone che si prendono cura <strong>di</strong> loro e li sostengono<br />

3. come programma che ha una articolazione anche accademica, <strong>di</strong> generare conoscenze;<br />

<strong>di</strong> integrare il lavoro clinico con una teoria e ricerca seria; e <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire informazioni<br />

sulla teoria, pratica e ricerca sull'autismo attraverso la formazione e le pubblicazioni, a<br />

livello locale, nazionale e internazionale.<br />

La home page del sito contiene un'ampia presentazione del Programma TEACCH, scritta da<br />

Mesibov, in cui si delineano in sintesi i principi <strong>di</strong> questo programma ed una breve storia.<br />

La pagina introduttiva del sito è <strong>di</strong>visa in due sezioni principali, una de<strong>di</strong>cata al TEACCH e<br />

un'altra de<strong>di</strong>cata ad altri argomento <strong>di</strong> interesse.<br />

L'in<strong>di</strong>ce del Materiale TEACCH contiene: descrizione del TEACCH <strong>di</strong> G. Mesibov; la posizione del<br />

TEACCH sull'Inclusione; Il punto <strong>di</strong> vista pe<strong>di</strong>atrico sulle alternative <strong>di</strong> trattamento dell'autismo;<br />

Strutturazione per il successo: Idee <strong>di</strong> gruppi per classi materne ed elementari; i principi <strong>della</strong><br />

strutturazione per l'educazione all'uso del gabinetto; l'insegnamento strutturato; La Cultura<br />

dell’Autismo - Dalla comprensione teoretica alla pratica educativa, <strong>di</strong> G. Mesibov e V. Shea;<br />

Raccomandazioni per studenti ad alto funzionamento; Costruire una comunicazione sulle<br />

routines; aspetti me<strong>di</strong>ci; rassegna sui <strong>di</strong>sturbi epilettici e la sindrome <strong>di</strong> Landau-Kleffner nella<br />

popolazione autistica; Linee guida per la valutazione; Il pensiero non verbale; la Comunicazione.<br />

Vengono inoltre fornite in<strong>di</strong>cazioni sulla formazione, sui servizi offerti dalla struttura del Division<br />

TEACCH, e su in<strong>di</strong>rizzi TEACCH e numeri <strong>di</strong> telefono.<br />

L'in<strong>di</strong>ce <strong>della</strong> sezione de<strong>di</strong>cata ad Altri Argomenti <strong>di</strong> interesse contiene: La filosofia del TEACCH,<br />

<strong>di</strong> Paul Trehin; L'insegnamento a studenti con Autismo: una guida per gli educatori; L’Autismo<br />

visto da dentro, <strong>di</strong> T. Gran<strong>di</strong>n; Le mie esperienze con problemi sensoriali <strong>di</strong> pensiero visivo e<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> comunicazione, <strong>di</strong> T. Gran<strong>di</strong>n; Suggerimenti per insegnare a persone autistiche ad<br />

alto funzionamento, <strong>di</strong> S. Moreno & C. O'Neal; Capire lo studente con sindrome <strong>di</strong> Asperger:<br />

lineamenti per insegnanti, <strong>di</strong> K. Williams; Storie Sociali. "Informazioni sulle Storie Sociali <strong>di</strong> Carol<br />

Gray's" <strong>di</strong> Stephen Edelson, Center for the Study of Autism; Informazioni generali sull’Autismo ed<br />

il Disor<strong>di</strong>ne Pervasivo dello sviluppo (PDD) del NICHCY; Informazioni sulla Sindrome <strong>di</strong> Asperger<br />

del Yale Child Study Center.<br />

Viene infine fornito un elenco <strong>di</strong> altri Siti <strong>di</strong> Interesse.<br />

PDD (PERVASIVE DEVELOPMENTAL DISORDER) AUTISM<br />

http://info.med.yale.edu/chldstdy/autism<br />

159


La clinica <strong>di</strong> Yale sulle <strong>di</strong>sabilità dello sviluppo offre valutazioni integrate e multi<strong>di</strong>sciplinari per<br />

bambini e adulti con <strong>di</strong>sabilità sociali, con particolare attenzione, <strong>di</strong> solito, alla <strong>di</strong>agnosi ed<br />

all'intervento. La clinica è <strong>di</strong>retta da F. Volkmar e A. Klin, due esperti <strong>di</strong> Autismo, Sindrome <strong>di</strong><br />

Asperger ed altri Disturbi Pervasivi dello Sviluppo. La clinica conduce inoltre vari progetti <strong>di</strong><br />

ricerca su questo tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi. La clinica è sita nell'<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Yale negli Stati Uniti.<br />

L'in<strong>di</strong>ce del sito contiene: Informazioni cliniche; Ricerche; Informazioni sui Disturbi Pervasivi dello<br />

Sviluppo; Risorse; Conferenze. Inoltre una sezione è de<strong>di</strong>cata ai siti <strong>di</strong> interesse e una alle<br />

notizie sulla facoltà e l'equipe.<br />

AUTISM AND BRAIN DEVELOPMENT RESEARCH LABORATORY<br />

http://nodulus.extern.ucsd.edu<br />

In collaborazione con il Centro <strong>di</strong> Ricerca dell'Ospedale Infantile <strong>di</strong> <strong>San</strong> Diego, California, e<br />

l'<strong>Università</strong> <strong>della</strong> California, il Laboratorio <strong>di</strong> Ricerca sull'Autismo e lo sviluppo del cervello è lavora<br />

soprattutto nel campo <strong>della</strong> ricerca delle basi neurofisiologiche e neuroanatomiche dell'autismo.<br />

Il centro si occupa sia <strong>della</strong> ricerca delle anomalie cerebrali e cerebellari sia delle anomalie<br />

nell'attenzione riscontrabili nelle persone affette da questo <strong>di</strong>sturbo. Lo stu<strong>di</strong>o è fatto usando le<br />

immagini <strong>della</strong> risonanza magnetica, la MRI funzionale, potenziali evocati correlati ad eventi, ed il<br />

tempo <strong>di</strong> reazione a test <strong>di</strong> comportamento. Tra gli stu<strong>di</strong> attualmente in corso si segnalano:<br />

"Autismo: Ricerca con risonanza magnetica <strong>di</strong> anomalie neuroanatomiche"; "Correlazione<br />

cervello-comportamento nel deficit d'attenzione nell'autismo"; "Controllo <strong>di</strong>namico dell'attenzione<br />

spaziale:basi neurologiche".<br />

Il centro ha stabilito molti contatti con numerosi neuro-ricercatori con l'intento <strong>di</strong> effettuare<br />

ricerche autoptiche sul cervello <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui autistici deceduti.<br />

Il sito offre inoltre varie possibilità <strong>di</strong> collegamenti in rete riguardanti la ricerca sull'encefalo.<br />

Viene comunque fatto notare che il Centro non sostiene nessuno <strong>di</strong> questi siti in particolare, e<br />

che questi siti non rispecchiano necessariamente le opinioni ed i punti <strong>di</strong> vista con<strong>di</strong>visi al<br />

Centro, all'Ospedale Infantile o all'<strong>Università</strong> <strong>della</strong> California.<br />

Vengono fornite immagini del cervello e del cervelletto in tre <strong>di</strong>mensioni, con aree <strong>di</strong> attivazione<br />

dell’attenzione (segnate in blu e giallo) e aree <strong>di</strong> attivazione motoria (segnate in rosso e verde).<br />

Davanti al cervelletto sono visibili parti del ponte .<br />

Il sito è da tempo in costruzione e i link <strong>della</strong> home page non sempre sono attivi: per poterne<br />

vedere le parti più interessanti può essere più semplice far riferimento a singole pagine come:<br />

http://nodulus.extern.ucsd.edu/erp.html (potenziali evocati),<br />

http://nodulus.extern.ucsd.edu/fmri.html (MRI funzionale)<br />

http://nodulus.extern.ucsd.edu/mri.html (Risonanza Magnetica) e<br />

http://nodulus.extern.ucsd.edu/links.html (link ad altri siti correlati).<br />

AUTISM EUROPE<br />

http://www.autismeurope.arc.be<br />

E' il sito dell'Associazione Internazionale Autisme Europe, un'associazione il cui fine principale è<br />

<strong>di</strong>fendere i <strong>di</strong>ritti delle persone con Autismo e delle loro famiglie e aiutarli a migliorare la qualità<br />

<strong>della</strong> loro vita.<br />

Autisme Europe coor<strong>di</strong>na le attività <strong>di</strong> 71 Associazioni Regionali e Nazionali <strong>di</strong> genitori <strong>di</strong> persone<br />

autistiche, in 29 nazioni Europee, comprese le 14 nazione <strong>della</strong> Comunità Europea.<br />

160


Autisme Europe garantisce relazioni sicure ed efficaci tra le associazioni membre, i governi, le<br />

istituzioni europee e mon<strong>di</strong>ali.<br />

Autisme Europe gioca un ruolo chiave nell a<strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> informazioni per aumentare la<br />

consapevolezza sull'autismo e sensibilizzare l'opinione pubblica.<br />

Autisme Europe promuove la ricerca sulle cause ed il trattamento dell'Autismo ed organizza ogni<br />

4 anni un grande Congresso Internazionale che costituisce l'evento internazionale <strong>di</strong> maggior<br />

importanza nell'ambito dell'Autismo. L'ultimo Congresso si è svolto nel 1996 a Barcellona, ed il<br />

prossimo si svolgerà a Glasgow nel maggio 2000.<br />

Autisme Europe incoraggia e promuove la formazione specifica e organizza programmi <strong>di</strong> scambi<br />

internazionali finalizzati allo scambio <strong>di</strong> esperienze e conoscenze.<br />

Autisme Europe è membro del European Disability Forum, che raggruppa circa 80 Organizzazioni<br />

Europee non governative per persone <strong>di</strong>sabili.<br />

Tra le attività <strong>di</strong> Autisme Europe, viene brevemente descritto quanto è stato fatto per i <strong>di</strong>ritti<br />

delle persone con Autismo (Carta Dei Diritti Delle Persone Con Autismo, maggio 1992; manuale <strong>di</strong><br />

buona pratica, in cui vengono denunciate procedure proibite ed abusi nei confronti <strong>di</strong> persone<br />

con Autismo). Viene poi citata la settimana de<strong>di</strong>cata all'Autismo, <strong>di</strong> solito la prima settimana <strong>di</strong><br />

Dicembre, in concomitanza con la Giornata Europea delle Persone Disabili del 3 <strong>di</strong>cembre. Per<br />

quanto riguarda il coor<strong>di</strong>namento con le istituzioni internazionali, viene brevemente descritto il<br />

ruolo ricoperto dall'Associazione nei <strong>di</strong>versi casi e programmi europei e mon<strong>di</strong>ali, e viene tra l'altro<br />

annotata la nascita, appoggiata dall'Associazione, <strong>della</strong> Organizzazione Mon<strong>di</strong>ale per l'Autismo<br />

(Autism World Organization). In ultimo, viene ricordato il bollettino dell'associazione, chiamato<br />

LINK, che viene pubblicato tre volte all'anno in inglese e francese, e contiene informazioni sulle<br />

ultime novità nel campo dell'Autismo e altri temi riguardanti la <strong>di</strong>sabilità.<br />

E-mail: autisme.europe@arca<strong>di</strong>s.be<br />

ORGANIZZAZIONE MONDIALE PER L'AUTISMO<br />

http://www.worldautism.org<br />

Questo è il sito dell'organizzazione mon<strong>di</strong>ale per l'Autismo, nata per promuovere gli interessi delle<br />

persone con Autismo favorendo la cooperazione tra le organizzazioni internazionali. Di questo<br />

sito esiste una versione in Italiano. Le sezioni del sito sono le seguenti: Introduzione; Annuncio;<br />

Statuti; Progetti; Notizie; Avvenimenti; Iscrizione all'organizzazione; Altri links.<br />

THE AUTISM RESEARCH UNIT<br />

http://osiris.Sunderland.ac.uk/autism<br />

Locazione : Gran Bretagna<br />

Questo è il sito dell'Unità <strong>di</strong> Ricerca sull'Autismo situato presso la Sunderland University in Gran<br />

Bretagna. Il sito contiene, oltre che dettagliate informazioni <strong>di</strong> base, numerose informazioni sulla<br />

ricerca relativa all'autismo. Vengono presentate <strong>di</strong>verse sezioni, de<strong>di</strong>cate a informazioni base<br />

sull'auitsmo, notizie importanti sulle <strong>di</strong>ete, l'analisi delle urine, autismo e vaccinazioni. Viene<br />

presentato, per quanto riguarda le <strong>di</strong>ete, un questionario da scaricare e stampare. Ci sono poi<br />

alcune pagine de<strong>di</strong>cate all'uso <strong>della</strong> secretina e alla ricerca recente e attuale.<br />

Per orientarsi meglio, le pubblicazioni contenute nel sito sono state raggruppate in <strong>di</strong>verse<br />

sezioni: pagine introduttive; conferenze previste: conferenza <strong>di</strong> Durham 1999, con scheda <strong>di</strong><br />

161


prenotazione e conferenze precedenti (1 e 2); Autisme Europe; Genitori e operatori;<br />

Pubblicazioni <strong>di</strong> ricerca: Autismo come <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne metabolico; analisi delle urine in in<strong>di</strong>vidui con<br />

Autismo; forme <strong>di</strong> intervento non ortodosse nell'Autismo; intervento biome<strong>di</strong>co nell'Autismo;<br />

farmaci e Autismo; intervento sulle <strong>di</strong>ete; <strong>di</strong>ete senza glutine (opinione dei genitori).<br />

Viene in ultimo fornita una lista <strong>di</strong> links.<br />

Ogni ulteriore informazione può essere chiesta al seguente in<strong>di</strong>rizzo:<br />

Autism Research Unit,<br />

School of Health Sciences, University of Sunderland,<br />

Sunderland, Tyne & Wear, SR2 7EE, UK<br />

Tel: +44 (0)191 5108922. Fax: +44 (0)191 5108922<br />

E-mail: autism@isis.sunderland.ac.uk<br />

SOCIETY FOR THE AUTISTICALLY HANDICAPPED (S.F.T.A H.)<br />

http://autismuk.com/<br />

Locazione: Gran Bretagna<br />

Questa società ha l'intento <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere a tutti le informazioni sull'autismo, oltre che fornire<br />

informazioni su approcci tra<strong>di</strong>zionale e nuovi per la <strong>di</strong>agnosi, la valutazione, gli interventi<br />

educativi e il trattamento. L'obiettivo principale è migliorare la qualità <strong>della</strong> vita delle persone<br />

con Autismo, e dare loro la possibilità <strong>di</strong> prendere il posto che spetta loro nella comunità dove<br />

vivono, lavorano o giocano, come tutti gli altri. La società ha un centro <strong>di</strong> informazioni e consigli,<br />

ma non <strong>di</strong> carattere me<strong>di</strong>co. Non fornisce quin<strong>di</strong> consulenze in<strong>di</strong>viduali sui casi, e suggerisce a<br />

chiunque chieda al centro un tale servizio <strong>di</strong> rivolgersi al proprio me<strong>di</strong>co curante. Le informazioni<br />

fornite dal centro sono infatti <strong>di</strong> carattere generale e non vanno applicate a situazioni singole.<br />

Nell'in<strong>di</strong>ce generale del sito troviamo le seguenti sezioni: ultime notizie, con articoli sempre<br />

aggiornati sulle nuove ricerche e scoperte; Cenni base sull’autismo; Pagine sull’autismo;<br />

Formazione per gli operatori; Bibliografia; Esperienze personali, in cui si trova una raccolta <strong>di</strong><br />

poesie, articoli e storie; Lista <strong>di</strong> links a livello mon<strong>di</strong>ale, con, a parte, una lista dei siti <strong>di</strong><br />

carattere me<strong>di</strong>co; Secretina (viene anche presentato un prodotto omeopatico); Sessualità; 20<br />

domande più frequenti; Trattamenti (approcci e trattamenti, anche dal punto <strong>di</strong> vista dei<br />

genitori); Epilessia e Autismo; Aiuti per l'appren<strong>di</strong>mento; Società Egiziana per l'Autismo;<br />

Riconoscimenti; Descrizione <strong>della</strong> S.F.T.A.H. e possibilità <strong>di</strong> contattarla.<br />

Viene infine fornito un motore <strong>di</strong> ricerca assistita sulla rete mon<strong>di</strong>ale.<br />

AUTISM<br />

http://www.sagepub.co.uk/journals/details/j0192.html<br />

The International Journal of Research and Practice, rivista pubblicata da P. Howlin,<br />

St.George Hospital, London, e Rita Jordan, <strong>Università</strong> <strong>di</strong> Birmingham (UK).<br />

Questa è la pagina WEB <strong>di</strong> una rivista uscita nel 1997, completamente de<strong>di</strong>cata all'Autismo. Il<br />

crescente interesse a livello mon<strong>di</strong>ale nella comprensione e nella ricerca dei <strong>di</strong>versi <strong>di</strong>sturbi<br />

correlati alla sindrome autistica ha infatti fatto nascere l'esigenza <strong>di</strong> pubblicare una rivista <strong>di</strong><br />

questo genere. L'obiettivo <strong>di</strong> questa rivista è duplice: da una parte incoraggiare la ricerca<br />

sull'autismo, e dall'altra incoraggiare gli stessi stu<strong>di</strong>osi a considerare l'impatto che le loro ricerche<br />

hanno nella pratica.<br />

162


Le pagine WEB <strong>della</strong> rivista permettono <strong>di</strong> ricevere informazioni per l'abbonamento, sfogliare<br />

alcuni articoli, tra cui il commento dell'e<strong>di</strong>tore al primo numero, ed avere informazioni sulla<br />

redazione.<br />

La rivista è pubblicata in collaborazione con la National Autistic Society.<br />

163


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171


LO SCREENING E LA DIAGNOSI DEI DISTURBI DELLO<br />

SPETTRO AUTISTICO (Pauline A. Filipek et All)<br />

Pauline A. Filipek, Pasquale J. Accardo, Grace T. Baranek, Edwin H, Cook, Jr., Geral<strong>di</strong>ne<br />

Dawson, Barry Gordon, Ju<strong>di</strong>th S. Gravel, Chris P. Johnson, Ronald J. Kallen, Susan E.<br />

Levy, Nancy J. Minshew, Barry M. Prizant, Isabelle Rapin, Sally J. Rogers, Wendy L.<br />

Stone, Stuart Teplin, Roberto F. Tuchman, e Fred R. Volkmar<br />

La Child Neurology Society e la American Academy of Neurology hanno recentemente proposto <strong>di</strong> formulare,<br />

per i loro membri, dei parametri pratici per la <strong>di</strong>agnosi e la valutazione dell’autismo. La loro proposta fu<br />

avanzata anche ai rappresentanti <strong>di</strong> nove organizzazioni professionali e <strong>di</strong> quattro organizzazioni dei genitori,<br />

con la consultazione del National Institutes of Health. Da questo Consensus Panel multi<strong>di</strong>sciplinare venne<br />

redatto questo documento dopo l’analisi sistematica <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 2500 importanti articoli scientifici <strong>della</strong> letteratura<br />

me<strong>di</strong>ca. La conclusione a cui giunge il Panel è che una <strong>di</strong>agnosi appropriata <strong>di</strong> autismo richiede un approccio a<br />

due livelli : (a) sorveglianza <strong>della</strong> routine dello sviluppo, e (b) <strong>di</strong>agnosi e valutazione <strong>di</strong> autismo. In questo<br />

documento sono state stabilite raccomandazioni specifiche e dettagliate per ogni livello, intese a migliorare la<br />

percentuale dei primi sospetti e delle <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>, e successivamente del primo intervento per, l’autismo.<br />

PAROLE CHIAVE : Parametri pratici per la <strong>di</strong>agnosi e la valutazione dell’autismo; approccio a due livelli.<br />

INTRODUZIONE<br />

I sinonimi <strong>di</strong>sturbi dello spettro autistico e <strong>di</strong>sturbi generalizzati dello sviluppo si riferiscono ad un<br />

ampio continuum <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi cognitivi associati a <strong>di</strong>sturbi neurocomportamentali, includenti, ma<br />

non limitati, a tre gruppi sintomatologici principali: compromissioni qualitative nella<br />

socializzazione, compromissioni qualitative nella comunicazione verbale e non verbale, e modelli<br />

<strong>di</strong> comportamento limitati e ripetitivi (American Psychiatric Association [APA, 1994]). Negli anni<br />

passati sono stati usati <strong>di</strong>versi termini per riferirsi a questi <strong>di</strong>sturbi (es., autismo infantile,<br />

<strong>di</strong>sturbo generalizzato dello sviluppo <strong>di</strong> tipo residuale, schizofrenia infantile, e psicosi autistiche).<br />

Sebbene l’autismo sia stato inizialmente descritto, più <strong>di</strong> 50 anni fa, da Kanner (1943), la miglior<br />

comprensione <strong>di</strong> questa patologia è emersa solo nei due ultimi decenni e, nonostante l’intenso<br />

recente focus sull’autismo, il suo stu<strong>di</strong>o continua a rappresentare una scienza in rapida<br />

evoluzione.<br />

In questo documento i termini autismo, autistico e <strong>di</strong>sturbi dello spettro autistico, sono usati in<br />

modo interscambiabile e si riferiscono al più ampio insieme dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo<br />

(PDD), mentre il termine specifico <strong>di</strong>sturbo autistico è usato in riferimento a criteri più limitati,<br />

come definito dal Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 4 th E<strong>di</strong>tion (DSM-IV;<br />

APA, 1994). La complessità e la grande variabilità dei sintomi inclusi nello spettro autistico,<br />

in<strong>di</strong>rizza verso etiologie multiple, attualmente incluse nello stesso raggruppamento <strong>di</strong>agnostico,<br />

data la similitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> fondo <strong>della</strong> sintomatologia comportamentale.<br />

I <strong>di</strong>sturbi dello spettro autistico non sono rari, in quanto prevalenti nella popolazione pe<strong>di</strong>atrica,<br />

rispetto al cancro, al <strong>di</strong>abete, alla spina bifida e alla sindrome <strong>di</strong> Down. I primi stu<strong>di</strong><br />

epidemiologici notarono la presenza <strong>di</strong> autismo infantile in 4-5 bambini ogni 10.000,<br />

approssimativamente 1 ogni 2000 (Lotter, 1996). Con un fenotipo clinico più ampio e una miglior<br />

indagine clinica, la stima è aumentata a 10-20 bambini ogni 10.000, o 1 ogni 500-1.000 persone<br />

(Bryson, 1996; Bryson, Clark, & Smith, 1988a; Ehlers & Gillberg, 1993; Gillberg, Steffenburg, &<br />

172


Schaumann, 1991; Ischii & Takahasi, 1993; Sugiyama, & Abe, 1989; Wing & Gould, 1979).<br />

Analisi statistiche recenti, effettuate dal Commonwealth of Massachusetts Department of Public<br />

Health, in<strong>di</strong>cano la presenza del “Zero-two-three Early Intervention Programme” ogni 500<br />

bambini (Tracey Osbahr, Massachusetts PDH, Personal Communication, March, 1999). Tali<br />

in<strong>di</strong>ci implicano che, negli Stati Uniti, fra i 60.000 e i 115.000 bambini sotto i 15 anni <strong>di</strong> età<br />

rispondono ai criteri <strong>di</strong>agnostici per l’autismo (Rapin, 1997).<br />

Più recentemente Baird et al. (1999) hanno riscontrato una percentuale <strong>di</strong> 30,8 casi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo<br />

autistico ogni 10.000 bambini (1 ogni 333), con l’aggiunta <strong>di</strong> 27,1 casi ogni 10.000 per <strong>di</strong>sturbi<br />

dello spettro autistico. Queste percentuali sono significativamente più alte <strong>di</strong> quelle notate nelle<br />

analisi precedenti e richiedono la conferma <strong>di</strong> ulteriori stu<strong>di</strong>. Comunque sia, il notare percentuali<br />

così alte, afferma il bisogno <strong>di</strong> migliorare lo screening e la <strong>di</strong>agnosi precoci. La ratio generale <strong>di</strong><br />

maschi e femmine con autismo è stata tra<strong>di</strong>zionalmente in<strong>di</strong>cata fra il 3:1 ed il 4:1 (Lotter,<br />

1996; Wing & Gould, 1979). Sembra che questa ratio vari con il QI: da 2:1 in coloro che hanno<br />

severe <strong>di</strong>sfunzioni a più <strong>di</strong> 4:1 in quelli con QI me<strong>di</strong>o (Bryson, 1997; Ehlers & Gillberg, 1993;<br />

Wing & Gould, 1979). Alcuni pensano che siano <strong>di</strong>agnosticate come autistiche meno bambine<br />

con QI normale, in quanto potrebbero risultare socialmente più adattabili dei maschi con lo<br />

stesso QI (McLennan, Lord & Schopler, 1993; Volkmar, Szatmari, & Sparrow, 1993b).<br />

La rete sanitaria e le agenzie educative rivolte all’infanzia, devono aspettarsi <strong>di</strong> incontrare<br />

bambini con autismo. Sebbene sintomi <strong>di</strong> autismo possano essere presenti durante il primo anno<br />

<strong>di</strong> vita in bambini <strong>di</strong>agnosticati come autistici solo successivamente, ed alcuni sintomi siano<br />

virtualmente sempre presenti prima dei tre anni, molto spesso l’autismo non è <strong>di</strong>agnosticato fino<br />

a due o tre anni dopo la comparsa dei primi sintomi.<br />

Gli in<strong>di</strong>vidui autistici a volte non hanno <strong>di</strong>agnosi o non vengono <strong>di</strong>agnosticati accuratamente.<br />

Molti me<strong>di</strong>ci esitano a <strong>di</strong>scutere la possibilità <strong>di</strong> una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo con i genitori <strong>di</strong> bambini<br />

piccoli, anche se in presenza <strong>di</strong> sintomi chiari, perché sono preoccupati <strong>di</strong> causare ansietà in<br />

famiglia e <strong>di</strong> ottenere, etichettando un bambino, effetti contrari, oppure perché sono<br />

preoccupati <strong>della</strong> possibilità <strong>di</strong> non essere corretti, o speranzosi che i sintomi si mo<strong>di</strong>ficheranno<br />

con il tempo. Si ritiene che comunque i risultati positivi, derivanti da una <strong>di</strong>agnosi accurata,<br />

pesino molto <strong>di</strong> più <strong>degli</strong> effetti negativi, e le famiglie esprimono universalmente il desiderio <strong>di</strong><br />

essere informate sulle con<strong>di</strong>zioni del bambino il prima possibile (Marcus & Stone, 1993).<br />

Allo stato attuale, molti sono i vantaggi derivanti da una <strong>di</strong>agnosi precoce <strong>di</strong> autismo; essi<br />

includono la pianificazione e i trattamenti educativi precoci, il provvedere all’aiuto e<br />

all’educazione <strong>della</strong> famiglia, la riduzione dello stress e delle preoccupazioni famigliari e la messa<br />

in atto <strong>di</strong> appropriate cure me<strong>di</strong>che per il bambino (Cox et al, 1999). Le attività <strong>di</strong> screening<br />

sono cruciali per le <strong>di</strong>agnosi precoci. Lo scopo dello screening è l’identificazione, il prima<br />

possibile, dei bambini a rischio <strong>di</strong> autismo, affinché possano essere in<strong>di</strong>rizzati rapidamente a<br />

valutazioni <strong>di</strong>agnostiche complete e agli interventi necessari. La spinta all’identificazione<br />

precoce deriva dall’evidenza, riscontrata negli ultimi <strong>di</strong>eci anni, che interventi intensivi precoci in<br />

setting educativi ottimali, producono risposte migliori in molti bambini piccoli autistici, includendo<br />

l’eloquio nel 75% o più, e specifici miglioramenti nello sviluppo e nelle performance intellettuali<br />

(Dawson & Osterling, 1997; Rogers, 1996, 1998). Tali risultati sono comunque stati documentati<br />

solo in bambini che hanno ricevuto per più <strong>di</strong> due anni servizi intensivi <strong>di</strong> intervento durante l’età<br />

prescolare (Anderson, Avery, Dipietro, Edwards, & Christian, 1987; Anderson, Campbell, &<br />

Cannon, 1994; Fenske, Zalenski, Krantz, & McClannahan, 1985; Hoyson, Jamieson, & Strain,<br />

1984; Lovaas, 1987; McEachin, Smith, & Lovaas, 1993; Ozonoff & Cathcart, 1998). Lo screening<br />

e l’identificazione precoci sono dunque cruciali per migliorare le risposte nei bambini autistici<br />

173


(Hoyson et al, 1984; McEachin et al, 1993; Rogers, 1996, 1998, in stampa; Rogers & Lewis,<br />

1989; Sheinkopf & Siegel, 1998).<br />

Howlin and Moore (1997) descrivono le esperienze <strong>di</strong>agnostiche <strong>di</strong> quasi 1.300 famiglie con<br />

bambini autistici provenienti dal Regno Unito. In questo stu<strong>di</strong>o, l’età me<strong>di</strong>a dei bambini<br />

<strong>di</strong>agnosticati non è inferiore ai sei anni (mentre negli Stati Uniti l’età me<strong>di</strong>a è <strong>di</strong> tre-quattro<br />

anni), malgrado il fatto che quasi tutti i genitori abbiano avuto la sensazione <strong>di</strong> un qualcosa <strong>di</strong><br />

sbagliato nei loro piccoli, me<strong>di</strong>amente, entro i 18 mesi ed abbiano ricercato assistenza me<strong>di</strong>ca,<br />

per la prima volta, entro i 2 anni <strong>di</strong> età del bambino. I genitori britannici riportano che, malgrado<br />

problemi in almeno tre <strong>di</strong>verse aree <strong>di</strong> sviluppo, a meno del 10% dei bambini è stata data una<br />

<strong>di</strong>agnosi alla presentazione iniziale. Circa il 90% è stato inviato ad un altro professionista (all’età<br />

me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> 40 mesi). Di questi al 25% è stato detto niente meno che ‘<strong>di</strong> non preoccuparsi’. Nel<br />

rimanente 10% dei casi, a più <strong>di</strong> metà è stato chiesto <strong>di</strong> ritornare se le loro preoccupazioni<br />

fossero continuate, e al restante, che il bambino ‘uscirà dalla situazione crescendo’. Delle<br />

famiglie inviate ad un secondo professionista, solo al 40% viene data una <strong>di</strong>agnosi formale,<br />

mentre il 25% è ancora una volta rinviato ad un terzo o quarto esperto. Circa il 25% delle<br />

famiglie è stato infine rassicurato anche dai secon<strong>di</strong> professionisti che hanno detto <strong>di</strong> non<br />

preoccuparsi: nei casi migliori l’attività dei me<strong>di</strong>ci è consistita nella acquisizione dei dati senza<br />

però l’attuazione <strong>di</strong> nessuna azione ulteriore. Circa il 20% delle famiglie ha affermato <strong>di</strong> aver<br />

dovuto anche esercitare forti pressioni per ottenere i referti dalle strutture pubbliche o pagare<br />

professionisti privati. Più del 30% dei genitori inviati ad esperti successivi ha riportato che non è<br />

stato offerto loro nessun aiuto (es. <strong>di</strong> tipo educativo, terapeutico o <strong>di</strong> riferimenti a gruppi <strong>di</strong><br />

supporto per genitori), e solo circa nel 10% dei casi un professionista ha spiegato loro i problemi<br />

del bambino. Circa metà delle famiglie ha riportato che il sistema scolastico e gli altri genitori,<br />

piuttosto che la comunità me<strong>di</strong>ca, sono stati, per certi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> tempo, la loro maggior fonte <strong>di</strong><br />

assistenza.<br />

Howlin & Moore (1997) concludono che (a) le preoccupazioni precoci genitoriali sullo sviluppo del<br />

bambino dovrebbero essere prese in considerazione più seriamente, sia dal pe<strong>di</strong>atra <strong>di</strong> base che<br />

dai professionisti specializzati, con rapi<strong>di</strong> referti ed appropriate strutture <strong>di</strong> riferimento, (b)<br />

etichette, come ‘tendenze autistiche’ o ‘tratti autistici’ dovrebbero essere evitate se si è<br />

incapaci <strong>di</strong> dare una specifica <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo, e che (c) la <strong>di</strong>agnosi in se stessa può essere<br />

un gra<strong>di</strong>no importante ma non migliorerà la prognosi se non combinata con aiuto pratico e<br />

supporto assistenziale ai genitori nell’ottenere trattamenti per il bambino, in<strong>di</strong>rizzati allo sviluppo<br />

<strong>di</strong> abilità e strategie applicabili durante tutta la vita del soggetto.<br />

METODOLOGIA DEL PANEL<br />

Selezione del Consensus Panel<br />

La Dr. Filipek fu nominata dalla American Academy of Neurology per presiedere un Team avente<br />

lo scopo <strong>di</strong> determinare i parametri pratici per lo screening e la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo. I<br />

collaboratori del team vennero cercati fra le American Academy of Au<strong>di</strong>ology, American Academy<br />

of Child and Adolescent Psychiatry, American Academy of Family Physicians, American Academy<br />

of Neurology, American Academy of Pe<strong>di</strong>atrics, American Occupational Therapy Association,<br />

American Psychological Association, American Psychological Society, American Eloquio-Language<br />

Hearing Association, Child Neurology Society, Society for Developmental and Behavioral<br />

Pe<strong>di</strong>atrics, e la Society of Developmental Pe<strong>di</strong>atrics e vennero scelti da ogni organizzazione, dei<br />

rappresentanti aventi i requisiti ottimali, nella ricerca clinica o nella pratica clinica, per lo<br />

screening e la <strong>di</strong>agnosi dell’autismo. I rappresentanti finali includono Ju<strong>di</strong>th S. Gravel (American<br />

174


Academy of Au<strong>di</strong>ology); Edwin H. Cook Jr. e Fred R. Volkmar (American Academy of Child and<br />

Adolescent Psichiatry); Isabel Rapin e Barry Gordon (American Academy of Neurology); Stuart<br />

Teplin, Ronald J. Kallen, e Chris Plauche Johnson (American Academy of Pe<strong>di</strong>atrics); Grace T.<br />

Baranek (American Occupational Therapy Association); Sally J. Rogers e Wendy L. Stone<br />

(American Psychological Association); Geral<strong>di</strong>ne Dawson (American Psychological Society); Barry<br />

M. Prizant (American Eloquio-Language Hearing Association); Nancy J. Minshew e Roberto F.<br />

Tuchman (Child Neurology Society); Susan E. Levy (Society for Developmental and Behavioral<br />

Pe<strong>di</strong>atrics); e Pasquale J. Accardo (Society for Developmental Pe<strong>di</strong>atrics). Alcuni rappresentanti<br />

furono nominati dalle seguenti associazioni: Barbara Cutler e Susan Goodman (Autism National<br />

Committee), C. Trepagnier (Autism Society of America), Daniel H. Geschwind (Cure Autism Now),<br />

e Charles T. Gordon (National Alliance for Autism Research). I National Institutes of Health<br />

hanno nominato anche persone con funzioni <strong>di</strong> “collegamento” al servizio del Team, inclusi Marie<br />

Bristol-Power (National Institutes of Child Health and Human Development), Ju<strong>di</strong>th Cooper<br />

(National Institute of Deafness and Communication Disorders), Ju<strong>di</strong>th Rumsey (National Institute<br />

of Mental Health), e Giovanna Spinella (National Institute of Neurological Disorders and Stroke).<br />

Il team giunse a conclusioni, su ogni singolo caso, attraverso <strong>di</strong>scussioni <strong>di</strong> gruppo includenti<br />

tutti i membri o parte <strong>di</strong> questi, sud<strong>di</strong>visi in sottogruppi <strong>di</strong> specialità.<br />

Rassegna bibliografia<br />

Le ricerche <strong>della</strong> letteratura estensiva ed informatizzata <strong>di</strong> Medline (National Library of Me<strong>di</strong>cine)<br />

e PsychINFO (American Psychological Association) in tutte le lingue, usando i termini ‘Autistic Or<br />

Autism Or Pervasive’ NOT treatment 29 hanno prodotto più <strong>di</strong> 4.000 documenti. Il focus era sulla<br />

letteratura riguardante la ricerca scientifica, pubblicata dopo il 1990, ma sono stati inclusi,<br />

quando rilevanti, anche fonti più antiche e stu<strong>di</strong> meno contingenti. E’ stata costruita, per<br />

questa ricerca, una bibliografia <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 2750 riferimenti e sono stati inizialmente esaminati<br />

estratti <strong>di</strong> articoli, seguiti poi dalla lettura integrale <strong>di</strong> quelli più rilevanti. Il processo <strong>di</strong> ricerca<br />

era stato sollecitato da molti lavori <strong>di</strong> critica e <strong>di</strong> meta analisi sviluppati per il DSM-IV (APA,<br />

1994), dalla visione <strong>di</strong> insieme <strong>della</strong> ricerca risultante dalla National Institutes of Health State of<br />

the Science Conference on Autism del 1995 (ve<strong>di</strong> Bristol et al., 1996, e articoli seguenti) e da<br />

articoli attuali <strong>di</strong> critica, capitoli <strong>di</strong> libri e libri (Bailey, Phillips, & Rutter, 1996; Bauer, 1995a,<br />

1995b; D. J. Cohen & Volkmar, 1997; Filipek, 1999; Minshew, 1996a; Minshew, Sweeney, &<br />

Bauman, 1997; Rapin, 1997; Rutter, 1996).<br />

PROSPETTIVA STORICA<br />

L’autismo dal 1943 al 1980<br />

Kanner (1943) descrisse per primo una sindrome <strong>di</strong> ‘<strong>di</strong>sturbo autistico 30 usando una casistica <strong>di</strong><br />

11 bambini che presentavano una età compresa fra i 2 e gli 8 anni e che con<strong>di</strong>videvano modelli<br />

‘unici’, e precedentemente mai riportati, <strong>di</strong> comportamento includenti <strong>di</strong>stacco sociale,<br />

ossessività, stereotipia, ed ecolalia. Dopo questa descrizione iniziale, l’autismo fu scarsamente<br />

stu<strong>di</strong>ato durante i decenni centrali del ventesimo secolo. Nel DSM-1 (APA, 1952) e nel DSM-II<br />

(APA, 1968), ‘reazioni psicotiche in bambini manifestanti primariamente autismo,’ furono<br />

classificate sotto i termini <strong>di</strong> ‘reazione schizofrenica o schizofrenia, <strong>di</strong> tipo infantile’ (p. 28).<br />

29 Autistico O Autismo O Pervasivo NON Trattamento<br />

30 Autistic Disturbances<br />

175


Malgrado questa prima, ma persistente, visione dell’autismo come psicosi, <strong>di</strong>versi importanti<br />

gruppi <strong>di</strong> ricerca formularono, durante gli anni settanta, il primo set <strong>di</strong> criteri <strong>di</strong>agnostici per<br />

questo <strong>di</strong>sturbo (Ritvo & Freeman, 1978; Rutter & Hersov, 1977). Con il DSM-III (APA, 1980), il<br />

termine <strong>di</strong>sturbi pervasivi dello sviluppo (PDD) fu usato inizialmente per descrivere <strong>di</strong>sturbi<br />

caratterizzati da compromissioni qualitative nello sviluppo <strong>di</strong> funzioni psicologiche multiple <strong>di</strong><br />

base che sono coinvolte nello sviluppo <strong>di</strong> abilità sociali e del linguaggio, come attenzione,<br />

percezione, contatti con la realtà, e movimenti motori ... il termine <strong>di</strong>sturbo generalizzato dello<br />

sviluppo fu scelto perchè descrive più accuratamente il cuore clinico del <strong>di</strong>sturbo: molte aree<br />

importanti dello sviluppo sono affette allo stesso tempo e ad un serio livello. (p. 86)<br />

Sotto questo nuovo raggruppamento del PDD, le possibili <strong>di</strong>agnosi includevano, per la prima<br />

volta, il termine autismo infantile (con inizio prima dei trenta mesi) e il termine <strong>di</strong>sturbo<br />

generalizzato dello sviluppo infantile 31 (con inizio dopo i trenta mesi), ognuna successivamente<br />

classificata nello ‘stato residuale’ e nel <strong>di</strong>sturbo generalizzato dello sviluppo atipico 32 . Nel DSM-<br />

III per la prima volta, l’autismo fu anche <strong>di</strong>fferenziato chiaramente dalla schizofrenia infantile e<br />

da altre psicosi, e proprio l’assenza <strong>di</strong> sintomi psicotici, come le <strong>di</strong>storsioni <strong>della</strong> realtà e le<br />

allucinazioni, <strong>di</strong>ventano uno dei sei criteri <strong>di</strong>agnostici. Il rivisitato DSM-III-R (APA, 1987) allargò<br />

lo spettro del PDD e restrinse le possibili <strong>di</strong>agnosi a due, <strong>di</strong>sturbo autistico e <strong>di</strong>sturbi pervasivi<br />

dello sviluppo non altrimenti specificati (PDD-NOS).<br />

Attualmente il DSM-IV (APA, 1994) include, all’interno dei PDD, cinque <strong>di</strong>agnosi possibili (tavola<br />

1) che sono concordanti con la International Classification of Disease, decima e<strong>di</strong>zione (ICD-10),<br />

usata primariamente all’estero (World Health Organisation [WHO], 1992).<br />

Il fenotipo più ampio<br />

Sebbene Allen abbia coniato per primo la definizione ‘<strong>di</strong>sturbo dello spettro autistico’ (1988), lo<br />

stesso anno che Wing scrisse a proposito del ‘continuum autistico’ , esistono ancora<br />

controversie attorno al concetto <strong>di</strong> fenotipo clinico. Il DSM-III (APA, 1980) constatò che tale<br />

continuum esisteva e lo etichettò come PDD; il termine <strong>di</strong>sturbo autistico fu riservato solo per<br />

quelli con segnali e sintomi classici presenti prima dei trenta mesi <strong>di</strong> età. Durante gli ultimi <strong>di</strong>eci<br />

anni, c’è comunque stata una lenta crescita del consenso clinico attorno al fatto che il<br />

raggruppamento dei ‘<strong>di</strong>sturbi pervasivi dello sviluppo’ rappresenti, in verità, uno ‘spettro<br />

autistico’ (Wing, 1997). Per la prima volta, i criteri del DSM-IV includevano il termine qualitativo<br />

per descrivere le <strong>di</strong>versità entro i criteri maggiori, definendo una gamma <strong>di</strong> anomalie piuttosto<br />

che la presenza assoluta o l’assenza <strong>di</strong> un particolare comportamento, come sufficiente ad<br />

in<strong>di</strong>viduare un criterio per la <strong>di</strong>agnosi.<br />

31 Childhood Onset Pervasive Development Disorder<br />

32 Atypical Pervasive Developmental Disorder<br />

176


Tavola 1. Disturbo generalizzato (Spettro Autistico) <strong>della</strong> sviluppo<br />

DSM IV Diagnosis (APA, 1994) ICD-10 Diagnoses (WHO, 1992, 1993)<br />

Autistic Disorder<br />

Childhood autism<br />

Asperger <strong>di</strong>sorder<br />

Childhood <strong>di</strong>sintegrative <strong>di</strong>sorder<br />

Rett <strong>di</strong>sorder<br />

PDD-NOS 33<br />

Atypical autism<br />

(no corespon<strong>di</strong>ng DSM-IV <strong>di</strong>sgnosis)<br />

Other Childhood <strong>di</strong>sintegrative <strong>di</strong>sorder<br />

Rett syndrome<br />

Atypical autism<br />

Other PDD<br />

PDD, unspecified<br />

Overactive <strong>di</strong>sorder with mental retardation with<br />

stereotyped movements<br />

Il fenotipo clinico correntemente riconosciuto include bambini con me<strong>di</strong>e, ma inequivocabili,<br />

menomazioni sociali, comunicative e comportamentali. Molti bambini autistici ad alto<br />

funzionamento, 34<br />

sono <strong>di</strong>agnosticati solo dopo essere stati da me<strong>di</strong>ci specializzati nelle <strong>di</strong>fficoltà<br />

<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, o in <strong>di</strong>sturbi dell’attività e dell’attenzione 35 (ADHD) (Porter, Goldstein, Galil, &<br />

Carel, 1992). Circa il 15% dei bambini non ancora <strong>di</strong>agnosticati, ma assistiti da servizi educativi<br />

speciali, rispondono comunque ai criteri per il DSM-III-R sul <strong>di</strong>sturbo autistico (Deb & Prasad,<br />

1994). ‘Tratti’ autistici furono anche trovati retrospettivamente in circa un quarto dei 2.201<br />

adulti precedentemente <strong>di</strong>agnosticati con <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso tipo (Bhaumik,<br />

Branford, McGrother, & Thorp, 1997). I questionari creati per <strong>di</strong>agnosticare specificatamente<br />

ADHD non possono identificare la sintomatologia autistica, tuttavia il 74% dei bambini con<br />

autismo ad alto funzionamento, in un altra serie <strong>di</strong> questionari era stata, precedentemente<br />

erroneamente <strong>di</strong>agnosticata con ADHD malgrado chiare <strong>di</strong>fferenze nelle loro competenze sociali,<br />

nel loro sviluppo cognitivo e nella loro ristretta gamma <strong>di</strong> attività (Jensen, Larrieu & Mack, 1997).<br />

SEGNALI E SINTOMI RIVELANTI LO SPETTRO DEI DISTURBI<br />

AUTISTICI<br />

Tutti i bambini dello spettro autistico <strong>di</strong>mostrano lo stesso nucleo <strong>di</strong> sintomi, nella (a) interazione<br />

sociale reciproca e nella (b) comunicazione verbale e non verbale, con (c) comportamenti o<br />

interessi limitati e ripetitivi (APA, 1994). C’è, tuttavia, una sottolineata variabilità nella severità<br />

<strong>della</strong> sintomatologia fra i pazienti, e il livello <strong>della</strong> funzione intellettiva può andare dal profondo<br />

ritardo mentale, fino ai livelli superiori <strong>di</strong> un test convenzionale del Q.I. I criteri del DSM-IV per il<br />

<strong>di</strong>sturbo autistico sono presentati nella tavola II e sono descritti sud<strong>di</strong>visi per ogni sfera neurocomportamentale.<br />

I sintomi ed i segnali rappresentano un sommario dei tratti clinici <strong>di</strong>scussi in<br />

maggior dettaglio nel DSM-IV (APA, 1984), nella monografia e<strong>di</strong>ta da Rapin (1996c) nel Wing<br />

Autistic Disorders Interview Checklist-Revised (Wing, 1996), e in altre numerose pubblicazione<br />

descriventi la presentazione clinica dei <strong>di</strong>sturbi dello spettro autistico (Allen, 1991; Bauman,<br />

33 PDD-NOT: Pervasive Development Disorder – Not Otherwise Specified<br />

34 High Functioning Autistic Children<br />

35 Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder<br />

177


Filipek & Kemper, 1997; D. J. Cohen & Volkmar, 1997; Filipek, 1999; Lord & Paul, 1997; Minshew,<br />

1996a; Rapin, 1997).<br />

Il <strong>di</strong>sturbo autistico<br />

(DSM-IV A1). Compromissioni qualitative delle interazioni sociali<br />

E’ importante capire che questi criteri si riferiscono a compromissioni qualitative in interazioni<br />

sociali reciproche, e non alla assoluta assenza <strong>di</strong> comportamenti sociali. I comportamenti sotto<br />

questo elenco, <strong>di</strong>viso in punti, vanno dalla totale assenza <strong>di</strong> coscienza dell’altra persona, allo<br />

sguardo <strong>di</strong>retto che è presente, ma non usato, per modulare le interazioni sociali. I parametri <strong>di</strong><br />

questa sezione seguono quelli del DSM-IV per i criteri del <strong>di</strong>sturbo autistico (tavola II) (APA,<br />

1994).<br />

178


Tavola II Criteri <strong>di</strong>agnostici per il <strong>di</strong>sturbo autistico (APA, 1994a)<br />

A Un totale <strong>di</strong> 6 o più voci da (1), (2) e (3), con almeno 2 da (1) e uno ciascuno da (2) e (3):<br />

(1) Marcata compromissione nell’uso <strong>di</strong> svariati comportamenti non verbali, come lo sguardo<br />

<strong>di</strong>retto, l’espressione mimica, le posture corporee, i gesti che regolano l’interazione<br />

sociale<br />

a. Incapacità <strong>di</strong> sviluppare relazioni coi coetanei adeguate al livello <strong>di</strong> sviluppo<br />

b. Mancanza <strong>di</strong> ricerca spontanea <strong>della</strong> con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> gioie, interessi o obiettivi con<br />

altre persone (per es. non mostrare, portare, né richiamare l’attenzione su oggetti <strong>di</strong><br />

proprio interesse).<br />

c. Mancanza <strong>di</strong> reciprocità sociale o emotiva<br />

(2) Compromissione qualitative <strong>della</strong> comunicazione<br />

a. Ritardo o totale mancanza, dello sviluppo del linguaggio parlato (non<br />

accompagnato da un tentativo <strong>di</strong> compenso, attraverso modalità alternative <strong>di</strong><br />

comunicazione come gesti o mimica).<br />

b. In soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione <strong>della</strong> capacità <strong>di</strong><br />

iniziare o sostenere una conversazione con altri<br />

c. Uso <strong>di</strong> linguaggio stereotipato e ripetitivo, o linguaggio eccentrico.<br />

d. Mancanza <strong>di</strong> giochi <strong>di</strong> simulazione vari e spontanei, o <strong>di</strong> giochi <strong>di</strong> imitazione sociale<br />

adeguati al livello <strong>di</strong> sviluppo.<br />

(3) Modalità <strong>di</strong> comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati, come<br />

manifestato da almeno uno dei seguenti<br />

a. De<strong>di</strong>zione assorbente ad uno o più tipi <strong>di</strong> interessi ristretti, ripetitivi e stereotipati.<br />

b. Sottomissione del tutto rigida ad inutili abitu<strong>di</strong>ini o rituali specifici.<br />

c. Manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo, o<br />

complessi movimenti <strong>di</strong> tutto il corpo).<br />

d. Persistente ed eccessivo interesse per parti <strong>di</strong> oggetti.<br />

B<br />

C<br />

Ritardo o funzionamento anomalo in almeno una delle seguenti aree, con esor<strong>di</strong>o prima dei tre<br />

anni <strong>di</strong> età: 1-interazione sociale, 2-linguaggio usato nella cominicazione sociale, 3-gioco<br />

simbolico o <strong>di</strong> immaginazione<br />

L’anomalia non è meglio attribuibile al Disturbo <strong>di</strong> Rett o al Disturbo Disintegrativo <strong>della</strong><br />

Fanciullezza<br />

(A1a). Marcata compromissione nell’uso <strong>di</strong> svariati comportamenti non verbali, come lo<br />

sguardo <strong>di</strong>retto, l’espressione mimica, le posture corporee, i gesti che regolano l’interazione<br />

sociale. Anche quando sono piccoli, alcuni bambini autistici non sollevano le braccia o non<br />

cambiano posizione nell’anticipare l’essere presi in braccio. Certi si lasciano coccolare, altri no,<br />

alcuni possono irrigi<strong>di</strong>rsi se tenuti in braccio, altri spesso non guardano o non sorridono quando<br />

hanno un approccio sociale. Alcuni bambini usano lo sguardo <strong>di</strong>retto spesso solo per brevi<br />

momenti, anche se non è usato solitamente per <strong>di</strong>rigere l’attenzione verso oggetti o eventi <strong>di</strong><br />

interesse. Altri bambini usano sguar<strong>di</strong> <strong>di</strong>retti inappropriati: girano la testa <strong>di</strong> qualcun altro per<br />

179


essere guardati negli occhi. I bambini autistici, a causa <strong>della</strong> loro mancanza <strong>di</strong> interesse sociale,<br />

ignorano spesso le persone, sia famigliari che non.<br />

Certi bambini realizzano veri approcci sociali, anche se le modalità <strong>di</strong> conversazione o la<br />

modulazione del contatto visivo, sono spesso qualitativamente inferiori rispetto alla norma.<br />

All’estremo opposto delle interazioni sociali, vi sono bambini che possono fare approcci<br />

in<strong>di</strong>scriminati anche ad estranei (es. possono arrampicarsi sulle gambe dell’esaminatore<br />

ad<strong>di</strong>rittura prima che il genitore sia entrato nella stanza, essere incoscienti delle barriere<br />

psicologiche, o essere descritti come bambini che continuamente ed inappropriatamente, si<br />

mettono al centro dell’attenzione).<br />

(A1b). Incapacità <strong>di</strong> sviluppare relazioni coi coetanei adeguate al livello <strong>di</strong> sviluppo. I bambini<br />

autistici più piccoli possono <strong>di</strong>mostrare mancanza <strong>di</strong> interesse, o ad<strong>di</strong>rittura apparente mancanza<br />

<strong>di</strong> coscienza, per i loro pari o per altri bambini. Alcuni bambini autistici non hanno amici <strong>di</strong> età<br />

appropriata, e spesso quelli più gran<strong>di</strong> sono presi in giro o sono oggetto <strong>di</strong> ‘atti <strong>di</strong> bullismo’. Un<br />

bambino può volere ‘amici’ ma solitamente non capisce il concetto <strong>della</strong> reciprocità e <strong>della</strong><br />

con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> interessi ed idee inerenti l’amicizia. Per esempio i ragazzini autistici possono<br />

riferirsi a tutti i compagni <strong>di</strong> classe come ‘amici’. Un esempio è il bambino che afferma senza<br />

esitazione ‘Oh, io ho molti amici, ventinove amici, ma nessuno <strong>di</strong> loro come me’. I bambini verbali<br />

possono avere un ‘amico’ ma la relazione solitamente è limitata o incentrata solo su un<br />

circonstanziato interesse in comune, come un particolare gioco al computer. Spesso i bambini<br />

“gravitano” attorno ad adulti o a bambini più gran<strong>di</strong>, nel qual caso giocano un ruolo passivo,<br />

oppure attorno a bambini troppo piccoli, dei quali <strong>di</strong>ventano leader. In entrambi i casi le<br />

richieste <strong>della</strong> reciprocità sociale sono <strong>di</strong> molto inferiori se comparate alle interazioni con pari <strong>di</strong><br />

età appropriata.<br />

(A1c). Mancanza <strong>di</strong> ricerca spontanea <strong>della</strong> con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> gioie, interessi o obiettivi con altre<br />

persone (per es. non mostrare, portare, né richiamare l’attenzione su oggetti <strong>di</strong> proprio<br />

interesse). Alcuni piccoli con autismo, non mostrano reciprocità nel giocare sulle ginocchia, ma<br />

piuttosto stringono le braccia del genitore quando questo attua il gioco in una affascinazione<br />

meccanica, o insistono che il genitore guar<strong>di</strong> il bambino attuare il gioco. Inoltre manca il<br />

caratteristico prendere e dare del gioco sulle ginocchia, come si vede nello sviluppo normale dei<br />

bambini entro la fine del primo anno. I bambini autistici spesso non in<strong>di</strong>cano cose o non usano il<br />

contatto visivo per con<strong>di</strong>videre il piacere del vedere qualcosa con un’altra persona, non usano<br />

quella che è chiamata attenzione con<strong>di</strong>visa.<br />

(A1d). Mancanza <strong>di</strong> reciprocità sociale o emotiva. Alcuni bambini autistici non mostrano<br />

interesse verso gli altri bambini o verso gli adulti, e tendono a giocare da soli, lontano dagli altri.<br />

Altri giocano vicino ad adulti, o situati nel limite del gioco <strong>degli</strong> altri bambini, occupati in un gioco<br />

parallelo o semplicamente guardando gli altri. Alcuni bambini coinvolgono altre persone in giochi<br />

strutturati e spesso ripetitivi, ma, anche in questo caso, sembrano “assistere” al gioco, senza<br />

ascoltare alcuna suggerimento proveniente dalle altre persone. Altri bambini autistici tendono<br />

invece a svolgere un ruolo passivo nei giochi <strong>degli</strong> altri, per esempio svolgendo il ruolo <strong>di</strong> bambino<br />

nel gioco <strong>della</strong> ‘famiglia’, seguendo semplicemente le <strong>di</strong>rettive altrui. Altri, infine, ricercano uno<br />

specifico bambino con il quale c’è un interesse limitato e solitario che domina l’intera relazione.<br />

(A2). Compromissione qualitative <strong>della</strong> comunicazione. Le compromissioni qualitative <strong>della</strong><br />

comunicazione, rilevate nello spettro autistico sono davvero molto più complesse <strong>di</strong> quelle<br />

presumibili dal semplice ritardo verbale, e con<strong>di</strong>vidono alcune similitu<strong>di</strong>ni con i deficit riscontrati<br />

in bambini con <strong>di</strong>sturbi dello sviluppo del linguaggio 36 o con <strong>di</strong>sturbo specifico del linguaggio 37<br />

36 Developmental Language Disorders<br />

180


(Allen & Rapin, 1992). La funzione espressiva del linguaggio, nello spettro autistico, ha forme<br />

<strong>di</strong>verse: dal completo mutismo alla fluente verbalità, sebbene quest’ultima sia accompagnata<br />

spesso da molti errori semantici (significato <strong>della</strong> parola) e pragmatico-verbali (uso del linguaggio<br />

per comunicare). Giovani bambini autistici, anche se verbali, hanno quasi universalmente deficit<br />

<strong>di</strong> comprensione, in particolare deficit nel capire le domande a più alto or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> complessità.<br />

Sono quasi universalmente presenti anche deficit nella pragmatica, nell’uso del linguaggio per<br />

una efficace comunicazione.<br />

Alcuni bambini autistici non rispondono ai loro nomi quando vengono chiamati dai genitori o dalle<br />

altre persone che si prendono cura <strong>di</strong> loro, e da piccoli, frequentemente, si presuppone abbiano<br />

severi deficit <strong>di</strong> u<strong>di</strong>to. Questa sindrome, agnosia u<strong>di</strong>tiva verbale 38 (VAA) è simile allo strutturarsi<br />

<strong>della</strong> sor<strong>di</strong>tà acquisita per le parole 39 adulta, con una eccezione molto importante: gli adulti con<br />

sor<strong>di</strong>tà acquisita per le parole, rimangono fluenti nel parlare perchè il loro linguaggio è già stato<br />

acquisito, laddove bambini con autismo sia con VAA sviluppato che VAA acquisito, con ‘afasia<br />

epilettiforme’, 40 sono usualmente muti (Rapin & Allen, 1987).<br />

(A2a). Ritardo o totale mancanza, dello sviluppo del linguaggio parlato (non accompagnato da<br />

un tentativo <strong>di</strong> compenso, attraverso modalità alternative <strong>di</strong> comunicazione come gesti o<br />

mimica). Alcuni bambini autistici, nella prima infanzia, non lallano o non usano altre<br />

vocalizzazioni comunicative: sono descritti come bambini molto quieti. Quando la comunicazione<br />

orale dovrebbe essere sviluppata, non hanno assolutamente alcun linguaggio verbale e non sono<br />

in grado neanche <strong>di</strong> compensare ciò con gesti o espressioni facciali. Un bambino piccolo con<br />

sviluppo normale, tira la propria madre verso un oggetto desiderato, poi in<strong>di</strong>ca chiaramente<br />

l’oggetto guardando la madre in faccia. All’opposto, un comportamento tipico <strong>di</strong> molti bambini<br />

autistici è l’usare meccanicamente la mano <strong>di</strong> un’altra persona per in<strong>di</strong>care l’oggetto desiderato,<br />

comportamento spesso chiamato ‘in<strong>di</strong>cazione <strong>della</strong> mano sopra la mano’ 41 . Alcuni bambini tirano<br />

ad<strong>di</strong>rittura il braccio <strong>di</strong> qualcun altro verso l’oggetto desiderato, fuori dalla loro portata, senza<br />

nessuna in<strong>di</strong>cazione, nessun gesto o vocalizzazione comunicativa. Altri bambini ‘in<strong>di</strong>pendenti’ non<br />

hanno pretese e non esprimono richieste ai loro genitori, imparando piuttosto a superare<br />

precocemente le <strong>di</strong>fficoltà e ad acquisire l’oggetto desiderato da soli.<br />

(A2b). In soggetti con linguaggio adeguato, marcata compromissione <strong>della</strong> capacità <strong>di</strong> iniziare o<br />

sostenere una conversazione con altri. Alcuni bambini autistici parlano con relativa flui<strong>di</strong>tà, ma<br />

non sono capaci <strong>di</strong> impegnarsi in una conversazione, definita da due o più parti comunicanti,<br />

attraverso la modalità del prendere–e–dare, su argomenti <strong>di</strong> mutuo accordo. In una<br />

conversazione il partner A fa una affermazione, sul soggetto dato, <strong>di</strong>retta al partner B che<br />

esprime allora un’altro fatto a sua volta <strong>di</strong>retto al partner A che risponde al partner B e così via.<br />

Nella conversazione possono essere incluse delle domande, che, ovviamente, non saranno la<br />

struttura dominante <strong>della</strong> frase. Il tratto specifico dei bambini autistici verbalmente fluenti è la<br />

loro inabilità ad iniziare o a sostenere una conversazione su un argomento <strong>di</strong> reciproco interesse,<br />

malgrado siano capaci <strong>di</strong> rispondere relativamente bene, <strong>di</strong> formulare una miriade <strong>di</strong> domande, <strong>di</strong><br />

parlare ‘ad’ un’altra persona in un monologo o in un soliloquio sul loro argomento preferito.<br />

(A2c). Uso <strong>di</strong> linguaggio stereotipato e ripetitivo, o linguaggio eccentrico. Il tratto specifico del<br />

linguaggio autistico è una ecolalia imme<strong>di</strong>ata o <strong>di</strong>fferita. L’ecolalia imme<strong>di</strong>ata si riferisce alla<br />

37 Specific Language Impairments<br />

38 Verbal Au<strong>di</strong>tory Agnosia<br />

39 Acquired Word Deafness<br />

40 Epileptiform Aphasia<br />

41 Hand Over Hand Pointing<br />

181


ipetizione imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong> parole o frasi dette da un altro; i bambini ripetono semplicemente ed<br />

esattamente quello che hanno u<strong>di</strong>to senza formulare un loro proprio linguaggio. E’ molto<br />

importante tener presente che l’ecolalia imme<strong>di</strong>ata è un aspetto cruciale dello sviluppo del<br />

linguaggio normale in bambini con meno <strong>di</strong> due anni. Essa <strong>di</strong>venta patologica quando è ancora<br />

presente come il solo e predominante linguaggio espressivo dopo i 24 mesi circa, ma è spesso<br />

presente nei bambini autistici, per tutta la durata dell’età prescolastica e scolastica. E’ dunque<br />

un imperativo <strong>di</strong>fferenziare il linguaggio consistente, in modo predominante, in ecolalia<br />

imme<strong>di</strong>ata dalla normale fase <strong>di</strong> ecolalia imme<strong>di</strong>ata che progre<strong>di</strong>sce rapidamente verso la<br />

costruzione spontanea <strong>della</strong> frase-linguaggio nei bambini piccoli con sviluppo normale.<br />

L’ ecolalia <strong>di</strong>fferita si riferisce invece all’uso <strong>di</strong> frasi ritualizzate che sono state memorizzate (es.<br />

da video, televisione, pubblicità o conversazioni più volte ascoltate).<br />

L’origine <strong>di</strong> questo linguaggio stereotipato non ha necessariamente una chiara identificazione.<br />

Molti bambini autistici più gran<strong>di</strong> incorporano i loro rituali verbali in contesti conversazionali<br />

appropriati: ciò contribuisce a sostenere il loro linguaggio proprio perché queste ‘ripetizioni’<br />

hanno spesso una maggior flui<strong>di</strong>tà verbale rispetto al resto del <strong>di</strong>scorso. I bambini autistici<br />

incontrano <strong>di</strong>fficoltà anche con i pronomi o con le altre parole che cambiano significato in base<br />

al contesto: ciò determina il riferirsi a se stessi in terza persona o per nome. Altri possono usare<br />

letteralmente frasi i<strong>di</strong>osincratiche o neologismi, possono parlare con frasi dettagliate e<br />

grammaticalmente corrette, che, malgrado tutto, rimangono ripetitive, concrete e pedanti. Se<br />

la risposta <strong>di</strong> un bambino ad una domanda pare ‘mancare il punto <strong>della</strong> situazione’ la<br />

conversazione successiva dovrebbe farlo emergere in quanto, anche questo, è un tratto tipico<br />

del deficit autistico. Questi bambini rispondono solitamente a domande su fatti concreti<br />

correttamente e in modo appropriato, ma quando viene chiesto loro <strong>di</strong> rispondere a domande che<br />

richiedono la comprensione <strong>di</strong> concetti o la formazione <strong>di</strong> questi, forniscono dettagli che spesso<br />

sono solo tangenzialmente relazionati alla domanda in questione.<br />

(A2d). Mancanza <strong>di</strong> giochi <strong>di</strong> simulazione vari e spontanei, o <strong>di</strong> giochi <strong>di</strong> imitazione sociale<br />

adeguati al livello <strong>di</strong> sviluppo. Alcuni bambini autistici non usano oggetti in miniatura, animaletti o<br />

bamboline per i loro giochi simbolici. Altri li usano in modo meccanicamente ripetitivo senza<br />

mostrare gioco flessibile e rappresentativo. Alcuni bambini con un buon linguaggio possono<br />

inventare un mondo <strong>di</strong> fantasia che <strong>di</strong>venta il solo focus del gioco ripetitivo. Un esempio<br />

classico <strong>della</strong> mancanza <strong>di</strong> un gioco appropriato è il bambino verbale <strong>di</strong> età prescolare che ‘gioca’<br />

recitando ripetitivamente un soliloquio <strong>della</strong> scena <strong>della</strong> vecchia strega tratta da ‘La bella e la<br />

bestia’ mentre manipola, in sequenza, i personaggi <strong>della</strong> casa delle bambole accordandoli<br />

precisamente al copione. Quando gli vengono dati gli stessi personaggi e la stessa casa delle<br />

bambole con l’istruzione però <strong>di</strong> fare un gioco <strong>di</strong>verso da ‘La bella e la bestia’, lo stesso bambino<br />

è incapace <strong>di</strong> creare un qualunque altro scenario <strong>di</strong> gioco.<br />

(A3). Modalità <strong>di</strong> comportamento, interessi e attività ristretti, ripetitivi e stereotipati. Ancora<br />

una volta, questa categoria <strong>di</strong> comportamenti ed interessi stereotipati, racchiude in sé deficit<br />

qualitativi in molti comportamenti.<br />

(A3a). De<strong>di</strong>zione assorbente ad uno o più tipi <strong>di</strong> interessi ristretti, ripetitivi e stereotipati.<br />

Alcuni bambini autistici verbali formulano ripetitivamente la stessa domanda, senza alcun<br />

riguardo per la risposta data loro, o si intrattengono in giochi altamente ripetitivi. Altri sono<br />

mentalmente occupati in interessi speciali e inusuali. Ad esempio, molti bambini sono affascinati<br />

dai <strong>di</strong>nosauri, ma i bambini autistici possono non solo conoscere tutti i fatti esaustivi su ogni<br />

concepibile tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>nosauro, ma anche conoscere quale museo ospita quel particolare fossile<br />

ecc.; questi bambini spesso ‘con<strong>di</strong>vidono’ ripetitivamente il loro sapere con altri, senza alcun<br />

riguardo per gli interessi altrui o per i suggerimenti contrari. Alcuni bambini in età prescolare<br />

182


sono fans zelanti <strong>di</strong> programmi televisivi, ad<strong>di</strong>rittura quando sono ancora in fase preverbale o<br />

solo minimamente verbale; questo interesse inusuale in un bambino piccolo, è considerato<br />

essere, da molti, un tratto specifico dell’autismo (Allen, 1991).<br />

(A3b). Sottomissione del tutto rigida ad inutili abitu<strong>di</strong>ini o rituali specifici. Molti bambini autistici<br />

sono così tanto coinvolti mentalmente con ‘la struttura costante’ (sameness) dei loro ambienti <strong>di</strong><br />

casa e scuola, o con pratiche <strong>di</strong> routines, che nulla può essere cambiato senza far esplodere un<br />

accesso <strong>di</strong> collera o <strong>di</strong> un altro <strong>di</strong>sturbo emozionale. Alcuni bambini possono, per esempio,<br />

insistere che tutti i mobili <strong>di</strong> casa rimangano nella stessa posizione, o che tutti i vestiti siano <strong>di</strong><br />

un particolare colore, o che solo il completo delle lenzuola preferite sia nel loro letto. Altri<br />

possono mangiare solo da un particolare piatto, quando seduti in una specifica se<strong>di</strong>a, in una<br />

specifica stanza, che non deve essere necessariamente la cucina o la sala. Alcuni bambini<br />

possono insistere nell’essere nu<strong>di</strong> quando sono in casa, ma anche insistere nell’indossare scarpe<br />

quando sono seduti a tavola. Questa inflessibilità può essere estesa anche alla routine<br />

famigliare, per esempio, prendendo solo una certa strada per andare a scuola, o entrando dal<br />

fruttivendolo solo passando da una specifica porta, o non fermandosi o voltandosi mai a<br />

guardare una macchina che sta partendo.<br />

I genitori possono non essere consci del loro seguire certi rituali, al fine <strong>di</strong> evitare un <strong>di</strong>sturbo<br />

emozionale del bambino, ma anche esserne consci e troppo imbarazzati per <strong>di</strong>vulgare<br />

volontariamente queste informazioni. Entro tale contesto, anche quando i rituali non sono<br />

imposti dal mondo esterno, alcuni bambini hanno <strong>di</strong>stinti repertori comportamentali che loro<br />

stessi si autoimpongono per mantenere la stabilità ambientale. Molti rituali, con la maturità, si<br />

evolvono nei più classici sintomi ossessivo-compulsivi, includenti il nascondere e l’accumulare<br />

oggetti inutilizzabili o rotti, o il sussurrare ripetitivamente a se stessi parole o brevi frasi.<br />

(A3c). Manierismi motori stereotipati e ripetitivi (battere o torcere le mani o il capo, o<br />

complessi movimenti <strong>di</strong> tutto il corpo). Alcuni bambini hanno evidenti movimenti motori<br />

stereotipati come il battere le mani o lo sbattere le braccia ogni qualvolta eccitati o innervositi,<br />

che sono patologici quando si verificano dopo i due anni <strong>di</strong> età. Correre senza <strong>di</strong>rezione,<br />

dondolarsi, fare giravolte, <strong>di</strong>grignare i denti, camminare in punta <strong>di</strong> pie<strong>di</strong>, o assumere altre strane<br />

posture sono situazioni ricorrenti nei bambini autistici. Altri possono battere semplicemente il<br />

dorso <strong>della</strong> loro mano in maniera ripetitiva, attuando così un manierismo molto meno intrusivo. E’<br />

stato notato che nei bambini ad alto funzionamento, con la crescita, i movimenti stereotipati,<br />

possono <strong>di</strong>ventare ‘miniaturizzati’, trasformandosi in comportamenti socialmente più accettabili,<br />

come, ad esempio, lo sfregarsi la punta delle <strong>di</strong>ta (Bauman, 1992a; Rapin, 1996c). E’ importante<br />

anche tener presente che non tutti i bambini con autismo hanno movimenti motori ripetitivi.<br />

(A3d). Persistente ed eccessivo interesse per parti <strong>di</strong> oggetti. Molti bambini <strong>di</strong>mostrano il<br />

comportamento classico dell’allineare i loro giocattoli, i video, o altri oggetti preferiti, in fila, altri<br />

invece possono semplicemente radunare ‘cose’ senza nessuno scopo apparente. Molti si<br />

impegnano in azioni ripetitive, come l’aprire e il chiudere le porte, i cassetti, o il premere il pedale<br />

dei bidoni <strong>della</strong> spazzatura, o l’accendere e lo spegnere la luce. Altri bambini sono invece<br />

affascinati, e giocano ripetitivamente con lacci, elastici, metri o fili elettrici. I bambini autistici<br />

più piccoli sono spesso particolarmente affascinati dall’acqua e amano in maniera speciale<br />

trasferirla, in modo ripetitivo da un contenitore ad un altro. Altri ancora, possono assaggiare<br />

oggetti od odorarli. Altri amano ruotare oggetti e passano lungo tempo a girare le ruote <strong>di</strong> una<br />

macchina giocattolo o a guardare ventilatori in funzionamento, mentre ruotano loro stessi fino a<br />

quando cadono dallo stor<strong>di</strong>mento. Alcuni bambini, infine, guardano spesso <strong>di</strong> sottecchi oggetti<br />

fuori dal loro angolo visuale.<br />

183


Il <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> Asperger<br />

Senza conoscersi l’un l’altro, l’anno dopo la prima descrizione <strong>di</strong> Kanner sull’autismo (1943), il<br />

pe<strong>di</strong>atra Asperger descrisse (1991/1944) quattro bambini con ‘psicopatia autistica’ 42 i quali<br />

avevano presumibilmente comportamenti autistici lievi. Questa ricerca, scritta in tedesco, non<br />

fu conosciuta <strong>di</strong>ffusamente fino agli anni 80 (Wing, 1991b). Il termine <strong>di</strong>agnostico fu incluso per<br />

la prima volta nel DSM-IV (APA, 1994), ed i criteri per le compromissioni qualitative<br />

nell’interazione sociale, nei modelli <strong>di</strong> comportamento e nelle attività limitate e ripetitive sono<br />

identici a quelli del <strong>di</strong>sturbo autistico. Questa categoria <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi è chiaramente in evoluzione,<br />

come <strong>di</strong>scusso in Schopler, Mesibov, e Kunci (1998), e non è ancora chiaro se essa rimarrà una<br />

sindrome accettata, separata dall’autismo.<br />

In contrasto con i criteri del <strong>di</strong>sturbo autistico, che includono deficit nella comunicazione e nel<br />

gioco verbale e non verbale, i criteri <strong>di</strong> Asperger affermano che attualmente non è mostrata<br />

‘significanza clinica’ nel ritardo del linguaggio, cosicchè il bambino usa parole singole entro i due<br />

anni, e frasi comunicative entro i tre anni (APA, 1994). (E’ da notare che questi criteri per il<br />

ritardo del linguaggio sono molto più estesi <strong>di</strong> quelli raccomandati come riferimento per le attuali<br />

linee guida). Di norma vi è Q.I normale o quasi normale, includente abilità <strong>di</strong> auto-aiuto,<br />

‘comportamento adattivo (non incluso nell’interazione sociale) e curiosità inerente l’ambiente<br />

nell’infanzia’. La mancanza <strong>di</strong> chiara devianza del linguaggio porta solitamente a riconoscimenti<br />

clinici più tar<strong>di</strong>vi rispetto agli altri <strong>di</strong>sturbi dello spettro autistico, a causa, presumibilmente, del<br />

normale o quasi normale, comportamento adattivo attuato precocemente (Volkmar & Cohen,<br />

1991). Ancora, il linguaggio nelle ricerche <strong>di</strong> Asperger non è chiaramente tipico. Gli in<strong>di</strong>vidui con<br />

questo <strong>di</strong>sturbo hanno solitamente eloquio pedante e poveramente modulato, pragmatica non<br />

verbale o abilità comunicative povere, forti interessi su topici circoscritti come il tempo o gli orari<br />

ferroviari (Ghaziud<strong>di</strong>n & Gerstein, 1996; Klin, Volkmar, Sparrow, Cicchetti, & Rourke, 1995; Wing,<br />

1981a). Il loro linguaggio è spesso concreto e letterale, e le risposte spesso ‘mancano il punto’.<br />

Alcuni me<strong>di</strong>ci hanno <strong>di</strong>agnosticato, sbagliando, in<strong>di</strong>vidui con questo modello <strong>di</strong> eloquio, come<br />

aventi un <strong>di</strong>sturbo semantico-pragmatico del linguaggio 43 piuttosto che l’Asperger o l’autismo<br />

(Bishop, Hartley, & Weir 1994; Bishop, 1989, Gagnon, Mottron, & Joanette, 1997). Questa<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo autistico non è comunque una sostituzione appropriata ad una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong><br />

autismo, ed inoltre non descrive i deficit sociali e gli interessi limitati e ripetitivi.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista sociale, gli in<strong>di</strong>vi<strong>di</strong> con il <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> Asperger sono solitamente incapaci <strong>di</strong><br />

formare una relazione <strong>di</strong> amicizia. A causa delle loro interazioni sociali “naive”, unilaterali ed<br />

inappropriate sono anche frequentemente ri<strong>di</strong>colizzati dai loro pari. Spesso mettono fine ai loro<br />

tentativi <strong>di</strong> socializzazione a causa delle crudeli prese in giro, rimanendo da un punto <strong>di</strong> vista<br />

sociale, estremamente isolati. Desiderano davvero aver successo nelle loro relazioni<br />

interpersonali, e sono spesso spiazzati quando non lo ottengono (Bonnet & Gao, 1996). Hanno<br />

spesso deficit nella coor<strong>di</strong>nazione motoria sia fine che grossolana, includenti l’essere goffi,<br />

l’avere movimenti non coor<strong>di</strong>nati e l’assumere strane posture (Asperger, 1991/1944; Klin et al.,<br />

1995; Wing, 1981a). L’aprassia motoria 44 è, comunque, una deduzione inconsistente, dato che i<br />

test formali <strong>di</strong> abilità motoria non <strong>di</strong>fferenziano l’autismo ad alto funzionamento dal <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong><br />

Asperger (Ghaziud<strong>di</strong>n, Butler, Tsai, & Ghazuid<strong>di</strong>n, 1994; Manjiviona & Prior, 1995).<br />

La vali<strong>di</strong>tà del <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> Asperger come entità <strong>di</strong>agnostica, <strong>di</strong>stinta dall’autismo ad alto<br />

funzionamento (verbale), rimane controversa (Kurita, 1997; Schopler, 1996; Schopler et al.,<br />

42 Autistic Psychopathy<br />

43 Semantic Pragmatic Disorder<br />

44 Motor Apraxia<br />

184


1998; Volkmar, et al., 1996). Infatti da un punto <strong>di</strong> vista clinico, la <strong>di</strong>agnosi del <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong><br />

Asperger è frequentemente data come alternativa più accettabile per i bambini autistici ad alto<br />

funzionamento (Bishop, 1989). Ci sono poi criteri multipli, che si sovrappongono parzialmente, e<br />

sono usati correntemente nel mondo per le <strong>di</strong>agnosi del <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> Asperger, aumentando la<br />

confusione (APA, 1994; Attwood, 1998; Gillberg & Gillberg, 1989; 1995; Szatmari, Bremner, &<br />

Nagy, 1989; Wing,1981a; WHO, 1992, 1993). La similitu<strong>di</strong>ne e la sovrapposizione dei segnali e<br />

dei sintomi dell’Asperger, con la sindrome del <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento non verbale 45 espandono<br />

ancor più lo spettro <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>sturbi dello sviluppo (Harnadek & Rourke, 1994; Klin et al., 1995;<br />

Rourke, 1989a, 1989b; Voeller, 1986).<br />

Ma anche una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, non è una sostituzione appropriata per una<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo, e tutte, troppo spesso, non hanno sufficiente considerazione per i deficit<br />

sociali e gli interessi limitati e ripetitivi. Ad aumentare la confusione, una recente rivisitazione<br />

retrospettiva dei quattro casi originali <strong>di</strong> Asperger, (1991/1944) riporta che quei bambini, in<br />

verità, rispondono ai criteri del corrente DSM-IV (APA, 1994) per il <strong>di</strong>sturbo autistico (Miller &<br />

Ozonoff, 1997). Se tali criteri sono sod<strong>di</strong>sfatti, è preclusa la <strong>di</strong>agnosi del <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> Asperger.<br />

Disturbo <strong>di</strong>sintegrativo <strong>della</strong> fanciullezza 46<br />

Il <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong>sintegrativo <strong>della</strong> fanciullezza (CDD) si riferisce al raro verificarsi <strong>di</strong> un primo sviluppo<br />

normale, fino ad almeno 24 mesi <strong>di</strong> età, seguito da una rapida regressione delle capacità<br />

precedentemente acquisite, con la frequente comparsa <strong>di</strong> sintomatologia autistica. Il CCD<br />

chiamato precedentemente Sindrome <strong>di</strong> Heller, demenza infantile o psicosi <strong>di</strong>sintegrativa 47 , si<br />

verifica solitamente fra i 36 ed i 48 mesi, ma può svilupparsi fino ai 10 anni <strong>di</strong> età. Solo circa<br />

cento casi <strong>di</strong> CDD sono riportati nella letteratura me<strong>di</strong>ca (Volkmar, Klin, Marans, & Cohen, 1997;<br />

Volkmar & Rutter, 1995). I tratti specifici includono la per<strong>di</strong>ta del linguaggio, delle abilità sociali,<br />

<strong>di</strong> gioco o motorie, precedentemente normali, e frequentemente, includono anche lo strutturarsi<br />

<strong>di</strong> comportamenti limitati e ripetitivi, tutti tipici dell’autismo (APA, 1994). Il CDD è solitamente<br />

associato con sintomi autistici più severi <strong>di</strong> quelli presenti nell’autismo strutturatosi<br />

precocemente, ed includono profonde per<strong>di</strong>te delle abilità cognitive fino al ritardo mentale<br />

(Catalano, 1998; Evans-Jones & Rosenbloom, 1978; Hoshino et al., 1987; Short & Schopler,<br />

1988; Tuchman & Rapin, 1997; Volkmar & Rutter, 1995). Una recente rivisitazione del CDD nota<br />

una predominanza maschile <strong>di</strong> 4:1, un’età usuale <strong>di</strong> strutturazione <strong>di</strong> 29 +/- 16 mesi e nel più del<br />

95% dei casi, sono evidenti sintomi <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta del linguaggio, <strong>di</strong>sturbi sociali, comportamenti<br />

stereotipati, resistenza al cambiamento, ansietà e deterioramento delle abilità <strong>di</strong> auto-aiuto<br />

(Volkmar, 1992, 1994).<br />

E’ chiaramente riconosciuto che, nei bambini con autismo, le regressioni delle capacità possono<br />

verificarsi, e spesso si verificano, presto, anche a 15 mesi <strong>di</strong> età, e comunque ad una età me<strong>di</strong>a<br />

<strong>di</strong> 21 mesi (Tuchman, 1996).<br />

La relazione fra autismo con regressione precoce (prima dei 36 mesi), CDD (dopo i 36 mesi),<br />

sindrome <strong>di</strong> Landau-Kleffner (Landau & Kleffner, 1957; Landau & Kleffner, 1998) e lo stato<br />

elettrico epilettico durante il sonno ad onde lente (stato epilettico elettrico nel sonno) (ESES), è<br />

attualmente, poco compresa, come lo sono anche l’eziologia e la patofisiologia sottostanti<br />

(Bristol et al., 1996; Tuchman & Rapin, 1997). Le stime sulle regressioni delle capacità nei<br />

bambini autistici, vanno dal 10 a oltre il 50% (Hoshino et al., 1987; Tuchman and Rapin, 1997),<br />

45 Syndrome of Non-verbal Disabilities<br />

46 Childhood Disintegrative Disorder (CDD)<br />

47 Heller’s Syndrome, Dementia Infantilis, Disintegrative Psychosis<br />

185


con per<strong>di</strong>ta totale del linguaggio espressivo nel 20-40% dei casi (Kurita, 1985, 1996; Kurita, Kita<br />

& Miyake, 1992; Rutter & Lord, 1987). Fra il 36 ed il 55% dei genitori <strong>di</strong> bambini autistici, hanno<br />

notato problemi nel primo anno <strong>di</strong> vita del bambino, anche se probabilmente solo in maniera<br />

retrospettiva (Short & Schopler, 1988; Volkmar, Stier, & Choen, 1985). Alcuni bambini hanno<br />

avuto sintomi autistici piuttosto precoci ma non hanno ricevuto un referto me<strong>di</strong>co o una<br />

valutazione <strong>di</strong>agnostica fino ai 2/3 anni <strong>di</strong> età. O i genitori non hanno riconosciuto gli insi<strong>di</strong>osi<br />

problemi del bambino o i me<strong>di</strong>ci, e altro personale sanitario, non hanno dato abbastanza peso<br />

alle preoccupazioni dei genitori. Una per<strong>di</strong>ta del linguaggio acuta o subacuta, probabilmente,<br />

motiva <strong>di</strong> più i genitori a cercare aiuto me<strong>di</strong>co piuttosto che lo strutturarsi <strong>di</strong> anormalità <strong>di</strong> tipo<br />

sociale (Rogers & DiLalla, 1990). Uno dei problemi più spinosi che rallenta una miglior<br />

comprensione <strong>della</strong> regressione autistica e del CDD, coinvolge la separazione <strong>della</strong> “età <strong>della</strong><br />

strutturazione” dalla “età del riconoscimento” (Volkmar et al., 1985). Ora una modalità <strong>di</strong><br />

ricerca ben accettata, è fornita dalle valutazioni retrospettive <strong>di</strong> filmati e video domestici, al fine<br />

<strong>di</strong> identificare presto i sintomi autistici, entro i do<strong>di</strong>ci mesi <strong>di</strong> età (Adrien et al, 1992; Baranek,<br />

1999; Osterling & Dawson, 1994).<br />

Sia l’autismo con regressione che i CDD, sono stati associati a crisi epilettiche o ad<br />

encefalopatie epilettiformi (Rapin, 1997; Tuchman, 1995; Tuchman & Rapin, 1997; Tuchman,<br />

Rapin & Shinnar, 1991a, 1991b).<br />

In uno stu<strong>di</strong>o recente sui bambini autistici con una storia <strong>di</strong> regressione (Tuchman & Rapin,<br />

1997) sono stati rilevati, bambini con EEG epilettiforme (21%) in misura almeno doppia rispetto a<br />

quelli con epilessia clinica (11%), il che in<strong>di</strong>ca che una porzione significativa <strong>di</strong> bambini autistici<br />

ha attività epilettiforme subclinica. Queste indagini suggeriscono che la regressione abbia una<br />

associazione significativa con un EEG epilettiforme, anche in mancanza <strong>di</strong> attività <strong>di</strong> crisi<br />

epilettiche <strong>di</strong> tipo clinico 48 (19% nei casi con regressione, contro il 10% dei casi senza<br />

regressione).<br />

La maggioranza delle encefalopatie è stata localizzata nelle regioni centrotemporali. E’<br />

importante notare che queste erano prevalenti nei bambini con regressioni associate anche ad<br />

un significativo deficit cognitivo (Tuchman & Rapin, 1997).<br />

Autismo atipico/PDD non altrimenti specificato (PDD-NOS) 49<br />

Queste <strong>di</strong>agnosi sono usate quando è presente una sintomatologia autistica clinicamente<br />

significante, includente deficit nelle interazione sociali reciproche, nella comunicazione verbale e<br />

non, o nei comportamenti, interessi e attività stereotipati, ma nello stesso tempo non sono<br />

pienamente sod<strong>di</strong>sfatti i criteri per una <strong>di</strong>agnosi specifica alternativa entro lo spettro autistico<br />

dei PDD; per esempio, un bambino che non risponde al totale richiesto <strong>di</strong> 6 sui possibili 12 criteri<br />

per la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo autistico o che ha sintomi strutturati dopo i 36 mesi <strong>di</strong> età. Sono<br />

inoltre co<strong>di</strong>ficati sotto questa <strong>di</strong>agnosi i bambini con sintomi atipici e con sintomi più lievi (APA,<br />

1994).<br />

L’autismo atipico/PDD-NOS non è una entità clinica <strong>di</strong>stinta da una definizione specifica,<br />

sebbene gli in<strong>di</strong>vidui aventi questa <strong>di</strong>agnosi siano pensati tra<strong>di</strong>zionalmente come aventi sintomi<br />

modesti. Il PDD-NOS è una <strong>di</strong>agnosi ottenuta per esclusione <strong>degli</strong> altri <strong>di</strong>sturbi dello spettro<br />

autistico (Towbin, 1997). E’ spesso usata come <strong>di</strong>agnosi “senza <strong>di</strong>agnosi” o “<strong>di</strong>agnosi<br />

spazzatura”, quando non sono <strong>di</strong>sponibili informazioni sufficienti o non sono atten<strong>di</strong>bili, o quando<br />

il me<strong>di</strong>co esita ad utilizzare il termine ‘autismo’. Infatti, quando 176 bambini <strong>di</strong>agnosticati<br />

48 Clinical Seizure Activity<br />

49 Atypical Autism/PDD not otherwise specified PDD-NOS<br />

186


secondo i criteri del DSM-III-R (APA, 1997), con <strong>di</strong>sturbo autistico furono comparati ai 18<br />

bambini <strong>di</strong>agnosticati con PDD-NOS, nei risultati delle <strong>di</strong>verse misurazioni neuropsicologiche o<br />

comportamentali, non vennero notate <strong>di</strong>fferenze significative a parità <strong>di</strong> Q.I. non verbale (Rapin<br />

et al., 1996). Le procedure <strong>di</strong> screening e <strong>di</strong>agnostiche, così come il trattamento per l’autismo<br />

atipico/PDD-NOS, sono le stesse che per gli altri <strong>di</strong>sturbi dello spettro autistico.<br />

La sindrome <strong>di</strong> Rett<br />

La sindrome <strong>di</strong> Rett, un <strong>di</strong>sturbo neurodegenerativo limitato essenzialmente alle bambine, si<br />

manifesta dopo un periodo successivo alla nascita, con funzioni normali. Malgrado sia stato<br />

descritto per primo da Rett, nel 1966, non si ebbe consapevolezza clinica delle sindrome fino a<br />

quando Hagberg et al (1983) riportò 35 casi aggiuntivi. La bambina con sindrome <strong>di</strong> Rett dopo<br />

un normale periodo perinatale, una normale circonferenza cranica alla nascita, un normale<br />

sviluppo psicomotorio, presenta precocemente all’età <strong>di</strong> 6/8 mesi, un rallentamento<br />

dell’accrescimento cranico. Questo è seguito poi da microcefalia (es. la circonferenza <strong>della</strong> testa<br />

minore del secondo percentile) e dalla per<strong>di</strong>ta delle abilità manuali. Conseguentamente, si<br />

sviluppano movimenti stereotipati delle mani, come lo strizzare, il lavare, il leccare o il battere le<br />

mani, si evidenziano un misero sviluppo del coor<strong>di</strong>namento del tronco o <strong>della</strong> deambulazione,<br />

concomitante alla compromissione delle interazioni sociali e severe menomazioni nello sviluppo<br />

ricettivo ed espressivo del linguaggio e delle abilità cognitive (Armstrong, 1997; Hagberg et al.,<br />

1983; Naidu, 1997; Percy, Gillberg, Hagberg & Witt-Engerstrom, 1990). Quasi tutte le bambine<br />

hanno EEG anormali, caratterizzati da rallentamento delle attività <strong>di</strong> fondo e punte, ma soltanto<br />

in circa 1/3 dei casi, si presentano crisi clinicamente riconosciute (Armstrong, 1997; Naidu,<br />

1997; Percy et al., 1990). La sindrome <strong>di</strong> Rett è, secondo l’accordo generale, un <strong>di</strong>sturbo dello<br />

sviluppo, sebbene la sua classifficazione nel DSM-IV e ICD-10 come PDD rimanga controversa<br />

(Burd, Fisher, & Kerbeshian, 1989; Gillberg, 1994; Tsai, 1992). Fu comunque classificata nel<br />

raggruppamento dei PDD affinchè non sia effettuata una <strong>di</strong>agnosi sbagliata <strong>di</strong> autismo al posto<br />

<strong>della</strong> corretta <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> sindrome <strong>di</strong> Rett.<br />

SCREENING E DIAGNOSI DI AUTISMO: ‘VAGLIARE, INDAGARE,<br />

VALUTARE’<br />

Lo screening per l’autismo richiede due <strong>di</strong>versi livelli <strong>di</strong> indagine, rispondenti ognuno ad una<br />

<strong>di</strong>versa domanda (Siegel, 1998). Lo screening Livello 1 deve essere attuato su tutti i bambini e<br />

include l’identificazione dei bambini a rischio per ogni tipo <strong>di</strong> sviluppo atipico. Il Livello 2<br />

coinvolge in una indagine più profonda, i bambini già identificati a rischio <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo dello<br />

sviluppo, <strong>di</strong>fferenzia l’autismo dagli altri tipi <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà dello sviluppo, e include valutazioni <strong>degli</strong><br />

specialisti in autismo per la determinazione <strong>della</strong> migliore progettazione dell’intervento, basato sul<br />

profilo dei punti <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> debolezza del bambino.<br />

Sebbene il processo sia stato <strong>di</strong>stinto in due livelli <strong>di</strong> valutazione, ciò non in<strong>di</strong>ca necessariamente<br />

livelli separati ed in<strong>di</strong>pendenti <strong>di</strong> coinvolgimenti professionali, tanto che lo stesso professionista<br />

potrebbe attuare entrambi gli sta<strong>di</strong> sequenziali. Fino a quando non saranno stati in<strong>di</strong>viduati<br />

segnali biologici per l’autismo, lo screening continuerà a focalizzarsi sul comportamento. In molti<br />

casi poi esso appare avere una strutturazione graduale, spesso senza una chiara evidenza <strong>di</strong><br />

menomazioni sensomotorie. I bambini autistici solitamente siedono, gattonano e camminano<br />

all’età aspettata. Alcuni producono ad<strong>di</strong>rittura alcune parole al tempo appropriato <strong>di</strong> sviluppo,<br />

malgrado che le stesse raramente evolvano nel primo linguaggio utile. Sintomi autistici che<br />

possono essere presenti durante l’infanzia (espressione seria, irritabilità crescente, <strong>di</strong>fficoltà nel<br />

187


dormire e nel mangiare, placi<strong>di</strong>tà) sono d’altronde comportamenti visti comunemente anche nei<br />

bambini con sviluppo normale.<br />

Sono stati attualmente identificati i comportamenti specifici che <strong>di</strong>stinguono i bambini autistici<br />

dagli altri, a 12 mesi <strong>di</strong> età, tramite stu<strong>di</strong> che utilizzano osservazioni basate su videotapes<br />

domestici (Osterling & Dawson, 1994). Utilizzando i video delle feste del primo compleanno <strong>di</strong><br />

bambini autistici, comparati ai bambini con sviluppo normale, i ricercatori hanno scoperto che vi<br />

sono quattro comportamenti identificabilii correttamente in più del 90% dei bambini autistici e<br />

‘normali’. Questi comportamenti, rianalizzati in stu<strong>di</strong> successivi (Mars, Mauk, & Dowrick, 1998)<br />

sono lo sguardo <strong>di</strong>retto, l’orientarsi al chiamare del nome, l’in<strong>di</strong>care e il mostrare. Uno stu<strong>di</strong>o più<br />

recente <strong>di</strong> video domestici dei primi compleanni (Osterling & Dawson, 1999) ha rilevato che i<br />

bambini <strong>di</strong> un anno con autismo possono essere anche <strong>di</strong>stinti da quelli <strong>di</strong> un anno con ritardo<br />

mentale i<strong>di</strong>opatico 50 . I bambini <strong>di</strong> un anno usano meno lo sguardo <strong>di</strong>retto e si voltano verso chi li<br />

chiama per nome meno frequentemente <strong>di</strong> quelli con ritardo mentale e <strong>di</strong> quelli con sviluppo<br />

tipico. Gli stessi comportamenti, <strong>di</strong>stinguono anche a 8-10 mesi i bambini autistici da quelli con<br />

sviluppo normale (Brown, Dawson, Osterling & Dinno, 1998). Baranek (1999), similmente, ha<br />

analizzato video retrospettivi <strong>di</strong> bambini <strong>di</strong> 9/12 mesi, ed ha riscontrato che un modello <strong>di</strong> nove<br />

comportamenti <strong>di</strong>fferenzia, con il 94% <strong>di</strong> accuratezza, l’autismo, i <strong>di</strong>sturbi dello sviluppo e lo<br />

sviluppo normale. Il modello autistico presenta maggiori problemi rispetto all’abilità <strong>di</strong> risposta a<br />

stimoli sociali (es. ritardo nel rispondere al nome, avversione al contatto sociale) così come ad<br />

altri aspetti non sociali <strong>della</strong> risposta sensoria. Sebbene l’accuratezza a lungo termine e l’utilità<br />

pred<strong>di</strong>tiva <strong>di</strong> tali osservazioni siano ancora da determinare, i risultati <strong>di</strong> questa ricerca<br />

suggeriscono che l’autismo potrà, fra non molto, essere identificato con sicurezza molto presto,<br />

a un anno <strong>di</strong> età, o ad<strong>di</strong>rittura prima (Baranek, 1999; Teitelbaum, Teitelbaum, Nye, Fryman, &<br />

Maurer, 1998). E’ attualmente <strong>di</strong>agnosticabile con sicurezza in bambini <strong>di</strong> tre, o anche meno,<br />

anni. <strong>Stu<strong>di</strong></strong> recenti hanno <strong>di</strong>mostrato che i sintomi dell’autismo sono misurabili a 18 mesi <strong>di</strong> età e<br />

che questi stessi sintomi sono stabili fino alla fine del periodo prescolastico (Charman et al,<br />

1997; Cox et al, 1999; Lord, 1995; Stone et al, 1999). Gli stessi stu<strong>di</strong> hanno identificato le<br />

caratteristiche principali che <strong>di</strong>fferenziano, fra i venti ed i trentasei mesi, l’autismo dagli altri<br />

<strong>di</strong>sturbi dello sviluppo, caratteristiche che devono essere in<strong>di</strong>viduate precocemente con<br />

screening specifici. Queste coinvolgono sintomi negativi, o deficit comportamentali, nelle<br />

seguenti aree: sguardo <strong>di</strong>retto, orientarsi al chiamare del nome, comportamenti dell’attenzione<br />

con<strong>di</strong>visa (es. in<strong>di</strong>care, mostrare), gioco simbolico, imitazione, comunicazione non verbale e<br />

sviluppo del linguaggio. Anche il comportamento sociale presenta <strong>di</strong>fferenze fra i gruppi,<br />

tuttavia sia la percezione sensoria che i comportamenti ripetitivi o le crisi comportamentali non<br />

evidenziano <strong>di</strong>versità costanti e consistenti tali da <strong>di</strong>fferenziare i gruppi autistici da quelli non<br />

autistici in età precoce.<br />

Gli screening per l’autismo possono non in<strong>di</strong>viduare i bambini con variazioni lievi del <strong>di</strong>sturbo<br />

(senza ritardo mentale o ritardo del linguaggio evidente), che rimangono spesso non<br />

<strong>di</strong>agnosticate per anni, causando <strong>di</strong>fficoltà crescenti ai bambini che cercano <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare le<br />

richieste dell’educazione elementare senza i supporti necessari. Le loro <strong>di</strong>fficoltà causano<br />

notevole stress alle famiglie, che riconoscono i cambiamenti del bambino ma hanno <strong>di</strong>fficoltà a<br />

convincere gli altri dell’esistenza <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo del bambino. Gli sforzi per migliorare lo screening<br />

e la conseguente opportunità <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>sporre un intervento efficace sono perciò <strong>di</strong> grande aiuto a<br />

questa tipologia <strong>di</strong> bambini ed alle loro famiglie.<br />

50 I<strong>di</strong>opathic Mental Retardation<br />

188


Lo screening deve anche rilevare i sintomi <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui autistici non verbali ad alto<br />

funzionamento e del <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> Asperger, così come deve focalizzarsi sui bambini più gran<strong>di</strong>,<br />

sugli adolescenti e sui giovani adulti (Garnett & Atwood, 1998). Tali indagini sono importanti<br />

anche per i setting educativi dove possono essere <strong>di</strong>agnosticati bambini più gran<strong>di</strong>.<br />

Livello 1: sorveglianza <strong>di</strong> routine dello sviluppo e screening specifico per<br />

l’autismo<br />

Questo Panel sostiene consensualmente che gli operatori dei servizi per l’infanzia che dovrebbero<br />

cambiare il loro approccio alla cura dei bambini sani, così da realizzare screening capaci <strong>di</strong><br />

ottenere buoni risultati per i <strong>di</strong>sturbi dello sviluppo. E’ stato stimato che circa il 25% dei bambini<br />

in ogni stu<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>co mostra, ad un certo punto, problemi <strong>di</strong> sviluppo. Conseguentemente, lo<br />

screening dello sviluppo deve <strong>di</strong>ventare una routine assolutamente essenziale in ognuna delle<br />

visite pe<strong>di</strong>atriche <strong>della</strong> prima infanzia e dell’età prescolare ed anche durante i primi anni <strong>di</strong><br />

scuola, se si evidenziano preocupazioni. L’uso aggiuntivo <strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> indagine specifici per lo<br />

sviluppo, aumentera la sensibil.ità e la specificità del processo <strong>di</strong> screening per l’autismo.<br />

Sfortunatamente, meno delle 30% dei me<strong>di</strong>ci dei servizi per l’infanzia, mettono in atto test<br />

stardan<strong>di</strong>zzati <strong>di</strong> screening (seguendo le procedure definite) ad ogni appuntamento con un<br />

bambino sano (Dworkin, 1989, 1992; Majnemer & Rosenblatt, 1994; Rapin, 1995). Anche la<br />

American Academy of Pe<strong>di</strong>atrics (AAP) sta sottolineando l’importanza dei controlli dello sviluppo<br />

ad ogni visita, secondo un processo continuo e flessibile, più ampio dello screening perchè<br />

include le preoccupazioni emerse e valutate dai genitori, e delle prove specifiche sulle abilità in<br />

area dello sviluppo (American Academy of Pe<strong>di</strong>atrics Committee on Children with Disabilities,<br />

1994; Johnson & Blasco, 1997). Il miglioramento del processo <strong>di</strong> controllo dello sviluppo non è<br />

garantito dalla sola acquisizione delle abilità necessarie e quin<strong>di</strong> dall’attività <strong>di</strong> formazione<br />

professionale attuata nei servizi; occorre cambiare l’attuale politica <strong>di</strong> gestione <strong>della</strong> salute che<br />

permette solo pochi minuti per le visite al bambino sano ed offrire con<strong>di</strong>zioni che permettono ai<br />

me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> realizzare il training ricevuto (Glascoe, Foster, & Halraich, 1997). Per seguire le<br />

raccomandazioni <strong>di</strong> questi parametri pratici appropriatamente, è essenziale un alto livello <strong>di</strong><br />

partecipazione da parte dei genitori, dei professionisti <strong>della</strong> salute e <strong>degli</strong> amministratori.<br />

E importante tener presente che i genitori sono solitamente corretti nelle preoccupazioni sullo<br />

sviluppo del loro bambino (Glascoe, 1994, 1997, 1998; Glascoe and Dworkin, 1995). Forse non<br />

sono accurati rispetto ai parametri qualitativi e quantitativi inerenti la normalità dello sviluppo,<br />

ma quasi sempre, se hanno una preoccupazione, esiste davvero un problema in qualche aspetto<br />

dello sviluppo del bambino. Ogni preoccupazione dei genitori riguardante una delle tre aree<br />

principali dello sviluppo, deve essere valutata e portata a indagini successive.<br />

Sebbene una giusta preoccupazione dei genitori suggerisca fortemente un sottostante problema<br />

dello sviluppo, la mancanza <strong>di</strong> preoccupazioni non implica uno sviluppo normale. La mancanza <strong>di</strong><br />

esperienza come genitori, le influenze culturali, la negazione, la mancanza <strong>di</strong> tempo in presenza<br />

<strong>di</strong> problemi me<strong>di</strong>ci piu contengenti, tutto contribuisce alla resistenza dei genitori nel portare in<br />

superficie i problemi dello sviluppo. Anche quando i genitori non esprimono preoccupazioni, lo<br />

sviluppo <strong>di</strong> un bambino dovrebbe essere monitorato attentamente, usando uno <strong>degli</strong> strumenti<br />

<strong>di</strong>sponibili, come il questionario per i genitori. Alcuni me<strong>di</strong>ci utilizzano modelli clinici per i bambini<br />

sani con prestampate le tappe fondamentali dello sviluppo, appropriate per ogni visita <strong>di</strong> routine.<br />

Le informazioni per costruire questi modelli, dovrebbero essere presi da tabelle validate sulle<br />

tappe fondamentali e dovrebbero coprire ogni sfera dello sviluppo.<br />

189


Screening generale dello sviluppo; i questionari per i genitori<br />

Strumenti tra<strong>di</strong>zionali. La Denver-II (DDST-II, precedentemente Denver Developmental<br />

Screening Test – Revisited; Frankenburg, Dodds, Archer, Shapiro & Bresnick, 1992) è stata lo<br />

strumento tra<strong>di</strong>zionale usato per lo screening dello sviluppo dai servizi per l’infanzia. E’ rivolto ai<br />

bambini dalla nascità ai sei anni, e valuta il linguaggio ricettivo ed espressivo, l’abilità <strong>di</strong><br />

articolazione e <strong>di</strong> adattamento motorio fine, le abilità personali e sociali e quelle motorie<br />

grossolane. Ciò determina un punteggio singolo (anormale, incerto, non valutabile, avanzato).<br />

Il test, facile nella somministrazione e nella elaborazione del punteggio, può essere completato in<br />

venticinque minuti o meno. La vali<strong>di</strong>tà del test non è comunque stata provata. In aggiunta,<br />

ricerche conseguenti hanno <strong>di</strong>mostrato che la misurazione era significativamente insensibile (cioè<br />

lo strumento ha evidenziato un numero significativo <strong>di</strong> bambini ritardati ma ne ha trascurati molti<br />

altri positivi) e mancante in specificità (cioè un numero significante <strong>di</strong> bambini normali –<br />

davvero negativi – fu classificato incorrettamente come ritardato) (Glascoe et al, 1992).<br />

Per usare i PEDS i genitori devono rispondere a <strong>di</strong>eci domande. Queste sono scritte in inglese e<br />

in spagnolo, e più del 90% dei genitori può completare il questionario prima del colloquio con il<br />

me<strong>di</strong>co. I me<strong>di</strong>ci o lo staff me<strong>di</strong>co, possono attribuire un punteggio ed interpretare i risultati in<br />

circa due minuti. I PEDS sono stati convalidati ed impostati in criteri standard, attraverso<br />

quattro stu<strong>di</strong> separati, utilizzando 971 bambini <strong>di</strong> cìttà <strong>di</strong>verse (Glascoe, 1991, 1994; Glascoe,<br />

Altemeier & MacLean, 1989; Glascoe, MacLean, & Stone, 1991). La sua accuratezza nello<br />

scoprire le compromissioni qualitative, risponde agli standards convenzionali per i test <strong>di</strong><br />

screening (sensibilità ai problemi dello sviluppo e specificità verso lo sviluppo normale del 70-<br />

80%). Le ricerche sui PEDS mostrano che i genitori sono propensi ad essere accurati, senza<br />

<strong>di</strong>fferenze rispetto al loro livello <strong>di</strong> educazione, o alla loro esperienza come genitori.<br />

Problemi principali e indagini specifiche riguardanti le preoccupazioni dei genitori per lo sviluppo<br />

del figlio<br />

Ci sono almeno tre ragioni generali per le quali i bambini piccoli ed i loro genitori si presentano al<br />

pe<strong>di</strong>atra per una visita <strong>di</strong> controllo: ritardo del linguaggio o dell’eloquio; problemi dello sviluppo<br />

sociale con, o senza, problemi simili nell’eloquio o nel linguaggio; la crescita <strong>di</strong> un fratellino o <strong>di</strong><br />

un sorellina <strong>di</strong> un bambino autistico accertato o sospetto. Ogni bambino, i cui genitori si<br />

mostrano preoccupati in queste aree, dovrebbe essere successivamente sottoposto a<br />

valutazione <strong>di</strong>agnostica attraverso i Livelli 1 e 2. Ogni preoccupazione che implica una<br />

‘regressione’ o una per<strong>di</strong>ta delle abilità linguistiche o sociali, dovrebbe essere considerata come<br />

un serio allarme, una ban<strong>di</strong>era rossa.<br />

Il bambino con genitori che segnalano un ritardo dell’eloquio o del linguaggio. Le preoccupazioni<br />

più comuni mostrate dai genitori <strong>di</strong> bambini fra gli uno ed i cinque anni, sono quelle relative a<br />

deficit d’eloquio “isolati”. Molte volte queste preoccupazioni sono relazionate al ritardo delle<br />

linguaggio espressivo, dato che i genitori solitamente non sono bene informati sulle abilità del<br />

linguaggio ricettivo del bambino. Ci sono segnalazioni classiche da parte dei genitori e alcune<br />

tappe assolutamente fondamentali del linguaggio, la mancanza delle quali in<strong>di</strong>ca la necessità <strong>di</strong><br />

effettuare imme<strong>di</strong>atamente analisi successive (tavola III). Quando sono espresse queste, o<br />

altre, preoccupazioni inerenti il linguaggio, colui che si occupa del Livello 1 dovrebbe chiedere<br />

ulteriori informazioni ai genitori riguardanti le abilità sociali, il comportamento e la comunicazione,<br />

in uno sforzo teso a determinare se, nel bambino, esistono altri problemi oltre a quelli relativi al<br />

linguaggio (tavola IV).<br />

Il bambino con sospetti problemi nello sviluppo sociale o nel comportamento (con o senza<br />

preoccupazioni simili nell’eloquio o nel linguaggio). Ogni preoccupazione riguardante i problemi<br />

190


inerenti lo sviluppo sociale, dovrebbe essere sempre considerata attentamente, nello stesso<br />

modo in cui un bambino grande si lamenta per un dolore alla schiena o al petto. Diversamente<br />

dai ‘mal <strong>di</strong> stomaco’ e dai ‘mal <strong>di</strong> testa’ che sono comuni, autolimitati, e possono essere spesso<br />

trattati sintomaticamente senza una analisi <strong>di</strong>agnostica, il lamentarsi per male alla schiena o al<br />

petto, è cosa rara e pertanto merita indagini ulteriori. Allo stesso modo ogni preoccupazione<br />

inerente ritar<strong>di</strong> o problemi sociali, deve essere imme<strong>di</strong>atamente indagata proprio perché i genitori<br />

si preoccupano <strong>di</strong>fficilmente <strong>di</strong> queste cose.<br />

191


Tavola III.<br />

Cosa devono cercare i professionisti <strong>della</strong> salute quando i genitori esprimono le loro<br />

preoccupazioni <br />

Le BANDIERE ROSSE dell’autismo<br />

PREOCCUPAZIONI INERENTI LA COMUNICAZIONE<br />

Non risponde al suo nome<br />

Non è capace <strong>di</strong> chiedere cosa desidera<br />

Il linguaggio è in ritardo<br />

Non segue le in<strong>di</strong>cazioni<br />

A volte sembra sordo<br />

A volte sembra capace <strong>di</strong> u<strong>di</strong>re altre no<br />

Non in<strong>di</strong>ca e non saluta con la mano<br />

Prima <strong>di</strong>ceva qualche parola, ora non più<br />

PREOCCUPAZIONI INERENTI LA SOCIALITÀ<br />

Non sorride socialmente<br />

Sembra preferisca giocare da solo<br />

Prende gli oggetti da solo<br />

E’ molto in<strong>di</strong>pendente<br />

Fa le cose “precocemente”<br />

Attua scarso contatto con gli occhi<br />

E’ nel suo mondo<br />

Ci chiude fuori<br />

Non è interessato agli altri bambini<br />

PREOCCUPAZIONI INERENTI IL COMPORTAMENTO<br />

Ha crisi <strong>di</strong> collera-aggressività<br />

E’ iper-attivo, non-cooperativo, provocatorio<br />

Non sa come usare i giocattoli<br />

Si blocca regolarmente sulle cose<br />

Cammina in punta <strong>di</strong> pie<strong>di</strong><br />

Ha attaccamenti inusuali ai giocattoli<br />

Allinea gli oggetti<br />

E’ ipersensibile a certe fibre tessili o a certi suoni<br />

Ha strani modelli <strong>di</strong> movimento<br />

INDICAZIONI ASSOLUTE PER ULTERIORI VALUTAZIONI DIAGNOSTICHE<br />

IMMEDIATE<br />

Nessuna lallazione entro i 12 mesi<br />

Nessuna gestualità (in<strong>di</strong>care, muovere la mano, salutare etc.) entro i 12 mesi<br />

Nessuna parola entro i 16 mesi<br />

Nessuna frase spontanea (non ecolalia) <strong>di</strong> due parole entro i 24 mesi <strong>di</strong> età<br />

QUALUNQUE per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> QUALSIASI abilità linguistica o sociale ad OGNI età.<br />

Dovrebbero inoltre essere imme<strong>di</strong>atamente indagati i problemi su preoccupazioni inerenti il<br />

comportamento e coesistenti con altre inerenti lo sviluppo sociale o la comunicazione (ve<strong>di</strong><br />

192


tavole III e IV). Ancora più significativa è la coesistenza <strong>di</strong> preoccupazioni riguardanti le aree<br />

<strong>della</strong> comunicazione e del comportamento, e <strong>di</strong> quelle inerenti la socializzazione.<br />

Il fratellino o la sorellina <strong>di</strong> un bambino più grande con autismo accertato o sospetto. Il<br />

fratellino o la sorellina <strong>di</strong> un bambino autistico, meritano attenzioni speciali anche se i genitori<br />

non sono molto preoccupati del suo sviluppo.<br />

193


Tavola IV<br />

PONI DOMANDE PRECISE SULLO SVILUPPO<br />

“Lui o lei…” oppure “C’è…”<br />

SOCIALIZZAZIONE<br />

…ama le coccole come gli altri bambini<br />

…vi guarda in faccia quando parlate o giocate<br />

…sorride in risposta al sorriso <strong>degli</strong> altri<br />

…partecipa al gioco reciproco <strong>di</strong> scambio<br />

…fa semplici giochi <strong>di</strong> imitazione come o o <br />

…mostra interesse per gli altri bambini<br />

COMUNICAZIONE<br />

…in<strong>di</strong>ca col <strong>di</strong>to<br />

…fa gesti Fa no o sì con il capo<br />

…guida la tua attenzione alzando oggetti per mostrarteli<br />

…qualcosa <strong>di</strong> strano nel suo linguaggio<br />

…conduce un adulto per mano<br />

…dà risposte inconsistenti quando è chiamato…ai coman<strong>di</strong><br />

…utilizza un linguaggio meccanico, ripetitivo o ecolalico<br />

…memorizza pezzi <strong>di</strong> parole o <strong>di</strong> frasi<br />

COMPORTAMENTO<br />

…ha un comportamento motorio ripetitivo, stereotipato o bizzarro<br />

…ha delle preoccupazioni o un repertorio ristretto <strong>di</strong> interessi<br />

…è interessato maggiormente alle parti <strong>degli</strong> oggetti (ad es. le ruote)<br />

…ha un gioco del “far finta” limitato o assente<br />

…imita le azioni delle altre persone<br />

…gioca coi giocattoli esattamente nello stesso modo ogni volta<br />

…è fortemente attaccato a particolari e inconsueti oggetti<br />

I fratelli e le sorelle costituiscono un gruppo importante a rischio <strong>di</strong> autismo; il loro sviluppo ha la<br />

necessità <strong>di</strong> essere monitorato molto attentamente, non solo per i sintomi relazionati all’autismo,<br />

ma anche per ritar<strong>di</strong> del linguaggio e per sintomi <strong>di</strong> ansietà precoce. Mentre alcuni genitori<br />

possono essere particolarmente vigili riguardo alla presenza <strong>di</strong> ‘tratti autistici’ e possono iperreagire<br />

a ciò, altri possono non rendersi conto che il bambino più piccolo mostra sintomi autistici<br />

lievi, perchè la gravità del bambino più grande mette in ombra le anormalità più sottili del piccolo.<br />

Il vantaggio principale dell’identificare i bambini con autismo il prima possibile è il fornire loro<br />

trattamenti precoci con programmi <strong>di</strong> intervento ad alta qualità. In aggiunta, è importante<br />

194


notare che un fratello più piccolo può mimare il fratello autistico più grande, anche se non<br />

possiede caratteristiche autistiche innate.<br />

Quando i genitori hanno serie preoccupazioni lo screening del Livello 1 dovrebbe procedere<br />

<strong>di</strong>rettamente ai questionari specifici sull’autismo. Quando invece i genitori non hanno alcuna<br />

preoccupazione, lo screening dovrebbe sia indagare sui comportamenti autistici, che monitorare<br />

tutti i settori dello sviluppo ad ogni visita <strong>di</strong> controllo. Dato che non esistono segnali<br />

fisiopatologici o test <strong>di</strong>agnostici per l’autismo, la storia personale è uno dei mezzi più importanti<br />

per determinare se il bambino sia o meno a rischio <strong>di</strong> autismo. I professionisti del Livello 1 devono<br />

imparare quali domande formulare e come interpretare le risposte, nel contesto <strong>di</strong> uno sviluppo<br />

infantile normale (ve<strong>di</strong> tavole III, IV).<br />

Livello 1 Indagini <strong>di</strong> Laboratorio<br />

Valutazione au<strong>di</strong>ologica formale<br />

Tutti i bambini con ritar<strong>di</strong> dello sviluppo, specialmente quelli con ritar<strong>di</strong> nello sviluppo sociale e<br />

nel linguaggio, devono sottoporsi ad una valutazione au<strong>di</strong>ologica. Nel futuro in<strong>di</strong>rizzarsi delle<br />

cure pe<strong>di</strong>atriche verso screening universali, questo potrà <strong>di</strong>ventare un punto <strong>di</strong>scutibile. Fino ad<br />

allora però, ogni bambino con ritardo nel linguaggio, o a rischio <strong>di</strong> autismo, deve essere<br />

in<strong>di</strong>rizzato ad una visita au<strong>di</strong>ologica, lo stesso giorno in cui la preoccupazione viene identificata.<br />

I sospetti del genitore o del me<strong>di</strong>co, riguardanti i problemi dell’eloquio, del linguaggio o dell’u<strong>di</strong>to<br />

(per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> sensibilità, risposte inesistenti, mancanza <strong>di</strong> risposte o risposte inusuali a suoni o a<br />

fonti <strong>di</strong> suono) devono avere sempre come risultato, un’imme<strong>di</strong>ata indagine au<strong>di</strong>ologica. Devono<br />

essere attuati test dell’u<strong>di</strong>to approfon<strong>di</strong>ti, realizzati da un au<strong>di</strong>ologo con esperienza nella<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> bambini molto piccoli e <strong>di</strong> persone <strong>di</strong>fficili da valutare. Questa indagine deve essere<br />

attuata senza riguardo al fatto che il bambino abbia “superato” lo screening u<strong>di</strong>tivo neonatale.<br />

L’integrità dell’u<strong>di</strong>to non può essere determinata attraverso le osservazioni informali delle<br />

risposte comportamentali ai suoni dell’ambiente, o attraverso le descrizioni fornite dal genitore.<br />

La per<strong>di</strong>ta dell’u<strong>di</strong>to (trasmissivo, sensorioneurale o misto) può verificarsi in concomitanza con<br />

l’autismo e i bambini autistici possono essere pensati incorrettamente, come aventi una per<strong>di</strong>ta<br />

dell’u<strong>di</strong>to periferica (Adkins & Ainsa, 1979; Jure, Rapin, & Tuchman, 1991; Klin, 1993; Smith,<br />

Miller, Stewart, Walter & McConnell, 1988). La valutazione au<strong>di</strong>ologica all’interno del<br />

<strong>di</strong>fferenziato processo <strong>di</strong>agnostico dovrebbe essere attuata presto e includere anche una<br />

batteria <strong>di</strong> test con misurazioni comportamentali au<strong>di</strong>ometriche, valutazione delle funzioni<br />

dell’orecchio me<strong>di</strong>o e procedure elettrofisiologiche (American Speech-Language-Hearing<br />

Association, 1991).<br />

L’obiettivo del referto au<strong>di</strong>ologico è il delineare il tipo, il grado, la configurazione, e la simmetria<br />

<strong>di</strong> ogni per<strong>di</strong>ta esistente dell’u<strong>di</strong>to, o il confermare la presenza <strong>di</strong> una sensibilità u<strong>di</strong>tiva periferica<br />

normale. Sono <strong>di</strong>sponibili due ampie categorie <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> valutativi per l’u<strong>di</strong>to: comportamentale<br />

ed elettrofisiologica. La valutazione au<strong>di</strong>ologica comportamentale deve includere analisi u<strong>di</strong>tive<br />

appropriate al livello <strong>di</strong> sviluppo del bambino. Procedure <strong>di</strong> risposte comportamentali<br />

incon<strong>di</strong>zionate (come la Behavioural Observation Au<strong>di</strong>ometry o BOA) sono <strong>di</strong> uso limitato nel<br />

caratterizzare la sensibilità u<strong>di</strong>tiva come funzione <strong>di</strong> frequenza. Procedure <strong>di</strong> risposte<br />

con<strong>di</strong>zionate (come la Visual Reinforcement Au<strong>di</strong>ometry o il Con<strong>di</strong>tioned Play Au<strong>di</strong>ometry) sono<br />

utili nella <strong>di</strong>agnosi au<strong>di</strong>ologica <strong>di</strong> bambini con più <strong>di</strong> sei mesi. Usando questo metodo semplice,<br />

piacevole ed economico, possono essere ottenute informazioni affidabili, accurate e specifiche<br />

sulla frequenza. La valutazione au<strong>di</strong>ologica dei bambini autistici può richiedere dei cambiamenti<br />

da parte dell’au<strong>di</strong>ologo, come le mo<strong>di</strong>ficazioni delle tecniche tra<strong>di</strong>zionali e del contesto del test.<br />

Ricerche limitate ed esperienze cliniche suggeriscono che molti bambini autistici possono essere<br />

195


<strong>di</strong>agnosticati usando procedure <strong>di</strong> test operante (Gravel, Kurtzberg, Stapells, Vaughan, &<br />

Wallace, 1989; Verpoorten & Emmen, 1995).<br />

Le procedure elettrofisiologiche sono utili per stimare la sensibilità u<strong>di</strong>tiva e per esaminare<br />

l’orecchio me<strong>di</strong>o, cocleare e l’ottavo nervo o l’integrità delle vie del tronco (Gorga, Kaminski,<br />

Beauchaine, Jesteadt & Neely, 1989; Stapells, Gravel, & Martin, 1995). Questi meto<strong>di</strong> non<br />

richiedono risposte comportamentali da parte del bambino, malgrado egli debba essere quieto<br />

(solitamente in sonno naturale o sedato) per <strong>di</strong>verso tempo. Le procedure acustiche,<br />

specificatamente timpanometriche, sono utili per quantificare la funzione dell’orecchio me<strong>di</strong>o, e il<br />

limite del riflesso acustico attestato può essere usato come indagine incrociata <strong>della</strong> funzione<br />

u<strong>di</strong>tiva.<br />

Le emissioni otacustiche spontanee o evocate, sono utili per esaminare la funzione cocleare<br />

(sensoria). Questa procedura è specifica per la frequenza ed è efficiente in termini <strong>di</strong> tempo e<br />

costi. Le emissioni otacustiche spontanee o evocate, sono assenti con per<strong>di</strong>te dell’u<strong>di</strong>to<br />

maggiori <strong>di</strong> 39/40 dB (Prieve, 1992; Robinette, 1992) e questa tecnica è stata usata in bambini<br />

autistici (Grewe, Danhauer, Danhauer & Thornton, 1994). Lo stu<strong>di</strong>o dei Potenziali Evocati del<br />

Tronco (ABR), è specifico per la frequenza, ed è la procedura elettrofisiologica singola, più utile<br />

nelle stime dei limiti u<strong>di</strong>tivi, che è stato <strong>di</strong>mostrato essere altamente correlati con i limiti u<strong>di</strong>tivi<br />

comportamentali, sia in bambini che sentono normalmente, che in bambini con per<strong>di</strong>te u<strong>di</strong>tive<br />

sensorioneurali (Stapells et al, 1995). La valutazione au<strong>di</strong>ologica non deve essere ritardata nella<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo. E’ raccomandato poi che l’analisi au<strong>di</strong>ologica sia completata in centri con<br />

personale professionale qualificato e con esperienza (au<strong>di</strong>ologi pe<strong>di</strong>atrici), con meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> test<br />

attuali e tecnologia facilmente <strong>di</strong>sponibile. E’ altresì raccomandato che centri privi <strong>di</strong> questi<br />

mezzi stipulino accor<strong>di</strong> consorziali con i centri che sono capaci <strong>di</strong> eseguire queste approfon<strong>di</strong>te<br />

valutazioni nei bambini autistici.<br />

Quando è registrata una per<strong>di</strong>ta dell’u<strong>di</strong>to (trasmissiva o sensorio neurale), il bambino deve<br />

essere mandato da uno specialista, ma non devono essere ignorate preoccupazioni emerse nello<br />

screening del Livello 1 riguardanti altri in<strong>di</strong>catori dello sviluppo (‘ban<strong>di</strong>ere rosse’) per l’autismo<br />

(es. mancanza <strong>di</strong> relazioni sociali, comportamenti inusuali). L’au<strong>di</strong>ologo, l’ortofonista ed il me<strong>di</strong>co<br />

<strong>di</strong> base che seguono la crescita del bambino, devono sorvegliare anche gli in<strong>di</strong>catori dell’autismo.<br />

Quando appropriato, in analisi approfon<strong>di</strong>te (psicologiche, sensomotorie) sono raccomandati<br />

in<strong>di</strong>catori per in<strong>di</strong>rizzare la potenziale co-esistenza <strong>di</strong> autismo e per<strong>di</strong>ta dell’u<strong>di</strong>to. Nei bambini<br />

autistici possono verificarsi per<strong>di</strong>te dell’u<strong>di</strong>to <strong>di</strong> tipo trasmissivo, transitorie e fluttuanti,<br />

associate ad otiti me<strong>di</strong>e. Dunque il “seguire” au<strong>di</strong>ologico e me<strong>di</strong>co per per<strong>di</strong>ta dell’u<strong>di</strong>to<br />

trasmissivo associato a ricorrenti otiti me<strong>di</strong>e, è importante nel management a lungo termine dei<br />

bambini autistici.<br />

Lo screening del piombo<br />

I bambini con ritar<strong>di</strong> dello sviluppo che trascorrono un lungo periodo nella fase del gioco orale<br />

(dove ogni cosa ‘va dentro le loro bocche’) sono ad alto rischio <strong>di</strong> tossicità da piombo, specie<br />

in certi ambienti. La prevalenza <strong>di</strong> pica in questo gruppo <strong>di</strong> bambini può risultare in alti tassi <strong>di</strong><br />

esposizione intensa e spesso ricorrente, al piombo e, abbastanza frequentemente, ad altri<br />

metalli (Shannon & Graef, 1997). Parecchi stu<strong>di</strong> riportano gli effetti neurocomportamentali e<br />

comportamentali <strong>della</strong> tossicità del piombo e la sua potenziale rilevanza clinica in pazienti<br />

autistici. La concentrazione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> piombo nel sangue <strong>di</strong> 18 bambini autistici, fu rilevata<br />

essere, in stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi, notevolmente più alta <strong>di</strong> quella riscontrata in 16 bambini non autistici o<br />

in 10 fratellini normali; il 44% dei bambini autistici e psicotici aveva livelli <strong>di</strong> piombo nel sangue<br />

più alti <strong>di</strong> due deviazioni standard dalla me<strong>di</strong>a dei controlli normali (Cohen, Johnson, & Caparulo,<br />

1976). In tre dei sei casi riportati <strong>di</strong> intossicazione da piombo in bambini autistici, la devianza<br />

196


comportamentale sembra sia stata presente prima del probabile impatto con la intossicazione da<br />

piombo, mentre in due casi, l’intossicazione può aver contribuito alla strutturazione e<br />

all’accellerazione <strong>della</strong> sintomatologia in sviluppo (Accardo, Whitman, Caul & Rolfe, 1988). Una<br />

analisi classificatoria più recente, ha rilevato che 17 bambini autistici sono stati trattati per<br />

piombismo per un periodo <strong>di</strong> piu <strong>di</strong> sei anni, fra il 1987 ed il 1992. Comparati con un gruppo<br />

scelto a caso <strong>di</strong> 30 bambini senza autismo trattati durante lo stesso intervallo, i bambini con<br />

autismo erano significativamente più gran<strong>di</strong> al momento <strong>della</strong> <strong>di</strong>agnosi, hanno avuto un periodo<br />

più lungo <strong>di</strong> elevato livello <strong>di</strong> piombo nel sangue durante il trattamento, ed il 75% è<br />

successivamente riesposto al piombo, malgrado un monitoraggio e un’ispezione dell’ambiente<br />

attenti, malgrado alternative domestiche e altre con<strong>di</strong>zioni tendenti a ridurre la possibilità <strong>di</strong><br />

esposizione al piombo (Shannon & Graef, 1997). Di conseguenza tutti i bambini con ritar<strong>di</strong>, o<br />

che sono a rischio <strong>di</strong> autismo, devono avere controlli perio<strong>di</strong>ci al piombo fino a che i pica<br />

scompaiono (Centers for Disease Control and Prevention, Shannon & Graef, 1997).<br />

Lo screening specifico per l’autismo<br />

Tutti i professionisti coinvolti nella cura dei bambini piccoli (pe<strong>di</strong>atri, neurologi, psichiatri,<br />

psicologi, au<strong>di</strong>ologi, logope<strong>di</strong>sti, terapeuti occupazionali e terapeuti <strong>della</strong> riabilitazione), devono<br />

avere famigliarità sufficiente con i segni ed i sintomi dell’autismo tanto da riconoscere i possibili<br />

in<strong>di</strong>catori (sociali, comunicativi, e comportamentali) del bisogno <strong>di</strong> valutazioni <strong>di</strong>agnostiche<br />

successive.<br />

E’ importante essere consci che i bambini autistici sono spesso esaminati per una ampia gamma<br />

<strong>di</strong> problematiche, come ritar<strong>di</strong> del linguaggio, problemi <strong>di</strong> regolazione comportamentale<br />

nell’infanzia, problemi motori o sensori, problemi sociali e comportamentali, <strong>di</strong>sturbi emotivi e<br />

problemi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento.<br />

Nel campo dei bambini autistici ci sono nuovi strumenti <strong>di</strong> screening: la Checklist for Autism in<br />

Toddlers (CHAT; Baron-Cohen, Allen & Gillberg, 1992; Baron-Cohen et al., 1996), il Pervasive<br />

Developmental Disorders Screening Test (PDDST., Siegel, 1998), e per i bambini verbali più<br />

gran<strong>di</strong>, non ancora <strong>di</strong>agnosticati, la Australian Scale for Asperger’s Syndrome (Garnett &<br />

Attwood,1998).<br />

La Checklist for Autism in Toddlers (CHAT; Baron-Cohen et al., 1992; 1996) è designata per lo<br />

screening dell’autismo a 18 mesi <strong>di</strong> età ed è strutturata per il setting dei servizi per l’infanzia. La<br />

prima sessione consiste in una serie <strong>di</strong> nove domande da formulare ai genitori, come, ad es., se il<br />

bambino ha mai attuato un qualunque gioco simbolico. La seconda sessione consiste invece in<br />

una serie <strong>di</strong> cinque target che, durante la visita, il me<strong>di</strong>co osserverà o sottoporrà al bambino,<br />

come il vedere se guarda dove in<strong>di</strong>cato (attenzione con<strong>di</strong>visa), se ha un qualsiasi interesse nel<br />

gioco simbolico, o se è capace <strong>di</strong> seguire un comando. I punti <strong>di</strong> forza <strong>della</strong> CHAT includono la<br />

sua facilità <strong>di</strong> utilizzo e la sua <strong>di</strong>mostrata specificità ai sintomi <strong>di</strong> autismo nei bambini <strong>di</strong> 18 mesi.<br />

Sia dagli stu<strong>di</strong> iniziali <strong>di</strong> fratellini <strong>di</strong> bambini con <strong>di</strong>sturbo autistico che dai più ampi stu<strong>di</strong><br />

epidemiologici coinvolgenti una popolazione <strong>di</strong> 16.000 bambini <strong>di</strong> 18 mesi, emerge che,<br />

virtualmente, tutti i bambini che falliscono i cinque target <strong>della</strong> CHAT, somministrata due volte<br />

(ad un mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza), hanno <strong>di</strong>sturbo autistico come poi <strong>di</strong>agnosticati a 20 e 42 mesi <strong>di</strong> età<br />

(Baron-Cohen et al., 1992, 1996; Charman et al., 1998; Cox et al., 1999). Questo stu<strong>di</strong>o<br />

epidemiologico ha comunque in<strong>di</strong>cato che la CHAT è meno sensibile ai sintomi lievi <strong>di</strong> autismo,<br />

cosicchè i bambini successivamente <strong>di</strong>agnosticati con PDDNOS, Asperger, o autismo atipico, per<br />

la maggior parte, non erano stati in<strong>di</strong>viduati dalla CHAT a 18 mesi. Come mezzo per identificare i<br />

bambini <strong>di</strong> 18 mesi a rischio <strong>di</strong> autismo dalla popolazione normale, la CHAT appare essere,<br />

dunque, un mezzo utile, anche se non esaustivo per identificare la maggioranza dei bambini che<br />

cadranno poi entro lo spettro autistico. Una variazione <strong>della</strong> CHAT, non ancora pubblicata, è la<br />

197


The Developmental Checklist, attualmente sotto elaborazione, che espande la CHAT ad una lista<br />

da esaminare formata da trenta targets che il genitore, da solo, può compilare in circa <strong>di</strong>eci<br />

minuti (Robins, Fein, Barton, & Liss, 1999).<br />

Il Pervasive Developmental D<strong>di</strong>sorders Screening Test-Stage 1 (PDDST: Siegel, 1998) è un<br />

questionario <strong>di</strong> derivazione clinica, per i genitori, <strong>di</strong>viso in tre stages, ognuno dei quali è<br />

in<strong>di</strong>rizzato ad un <strong>di</strong>verso livello <strong>di</strong> screening. Il PDDST-Stage 1 è formulato per essere usato nel<br />

setting dei servizi per l’infanzia, con target strutturati incrementalmente, dalla nascità ai 36 mesi<br />

<strong>di</strong> età. Diversamente dalla CHAT, questo strumento valuta sia i sintomi positivi che quelli<br />

negativi, e include un numero <strong>di</strong> domande riguardanti la per<strong>di</strong>ta delle abilità precedentemente<br />

acquisite. In aggiunta, per testare aree simili, come altre scale, il PDDST analizza anche: il<br />

temperamento, le risposte sensorie, le stereotipie motorie, l’attenzione, l’attaccamento e gli<br />

interessi verso i pari. La descrizione dei genitori sui comportamenti stereotipati, è probabilmente<br />

piu accurata che l’osservazione, dati la maggior lunghezza <strong>di</strong> osservazione e gli ambienti più vari.<br />

Questo mezzo è stato sviluppato per gra<strong>di</strong> successivi, partendo dalla rivisitazione dei record<br />

clinici <strong>di</strong> un grande numero <strong>di</strong> bambini autistici. Sono poi stati usati <strong>di</strong>versi test ed interrater <strong>di</strong><br />

affidabilità (fra genitori) per identificare i target problematici.<br />

Le <strong>di</strong>agnosi cliniche dei bambini, sono state poi riverificate perio<strong>di</strong>camente, fino all’età <strong>di</strong> 5 anni,<br />

per determinare l’accuratezza dello screening. Infine, lo strumento è stato somministrato ad un<br />

ampio numero <strong>di</strong> bambini con <strong>di</strong>agnosi miste al fine <strong>di</strong> stabilire punteggi e algoritmi; questo lavoro<br />

è ancora in progressione. E’ stata stabilita una conclusione significativa su tre risposte<br />

affermative nel PDDST-Stage 1 per considerazioni <strong>di</strong>agnostiche successive, inerenti il <strong>di</strong>sturbo<br />

dello spettro autistico.<br />

Questo strumento non è ancora stato publicato, ma è <strong>di</strong>sponibile (ve<strong>di</strong> appen<strong>di</strong>ce).<br />

La Australian Scale for Asperger’s Syndrome (Garnett & Attwood, 1998) è una scala per i<br />

genitori o gli insegnanti dei bambini dello spettro autistico più gran<strong>di</strong>, ad alto funzionamento,<br />

rimasti non <strong>di</strong>agnosticati in età scolastica. Consiste in 24 domande con un punteggio da 1 a 6,<br />

più una lista <strong>di</strong> controllo formata da <strong>di</strong>eci domande aggiuntive sulle possibili caratteristiche<br />

comportamentali. Se la risposta è ‘si’ alla maggioranza delle domande contenute nella scala, e la<br />

maggioranza del punteggio è fra 2 e 6, deve essere fatta una indagine <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong> autismo.<br />

Riferimenti ad un intervento precoce o al locale <strong>di</strong>stretto scolastico<br />

Così come detto dalla Public Law 99-457 e riautorizzato dalla Public Law 105-17: in<strong>di</strong>viduals with<br />

Disabilities Education Act – IDEA (1997), in<strong>di</strong>rizzati ad interventi precoci, devono essere valutati<br />

inizialmente da professionisti del Livello 1. I bambini con meno <strong>di</strong> 36 mesi devono essere<br />

valutati dai servizi <strong>della</strong> prima infanzia <strong>della</strong> loro comunità; bambini con più <strong>di</strong> 36 mesi devono<br />

essere valutati tramite il locale <strong>di</strong>stretto scolastico.<br />

Livello 2: <strong>di</strong>agnosi e valutazione <strong>di</strong> autismo<br />

Una volta che il bambino è risultato positivo allo screening del Livello 1, deve essere valutato<br />

tramite un’appropriata indagine <strong>di</strong>agnostica compiuta da un me<strong>di</strong>co con esperienza nella <strong>di</strong>agnosi<br />

dei <strong>di</strong>sturbi dello sviluppo. Sebbene numerosi stu<strong>di</strong> mostrino come l’autismo possa essere<br />

<strong>di</strong>agnosticato con sicurezza in bambini <strong>di</strong> età prescolastica, sono solitamente necessari me<strong>di</strong>ci<br />

esperti per <strong>di</strong>agnosi accurate ed appropriate (Gillberg, 1990; Lord, Storoschuk, Rutter, & Pickles,<br />

1993; Volkmar et al., 1994). Molti bambini, che risultano positivi allo screening del Livello 1, e<br />

successivamente entrano in più ampie valutazioni <strong>di</strong>agnostiche, possono, alla fine, NON essere<br />

considerati autistici ma aventi una gamma <strong>di</strong> altri <strong>di</strong>sturbi, ognuno dei quali meritevole <strong>di</strong><br />

intervento. In accordo con ciò, è importante che i me<strong>di</strong>ci preposti alla <strong>di</strong>agnosi posseggano<br />

198


esperienza notevole nell’indagine e nella valutazione <strong>di</strong>agnostica delle anomalie dello sviluppo. In<br />

alcuni casi i bambini possono non essere stati <strong>di</strong>agnosticati appropriatamente in età<br />

prescolastica, è allora importante che lo screening includa anche bambini in età scolare.<br />

E’ per questo che il Consensus <strong>di</strong> questo Panel afferma che le valutazioni del Livello 2 devono<br />

essere attuate solo da professionisti con esperienza specifica nella valutazione e nel<br />

trattamento dell’autismo.<br />

Attualmente non esistono marchi biologici, semplici test <strong>di</strong> laboratorio o procedure tipiche, per la<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo e delle con<strong>di</strong>zioni relate. I me<strong>di</strong>ci devono, in accordo, affidarsi ai loro giu<strong>di</strong>zi<br />

clinici, aiutati da guide alle <strong>di</strong>agnosi come il DSM-IV e il ICD-10, così come ai risultati dei vari<br />

strumenti <strong>di</strong> valutazione, scale <strong>di</strong> percentuali, o checklist. Questi ultimi strumenti NON devono<br />

sostituire la <strong>di</strong>agnosi effettuata da un me<strong>di</strong>co esperto. Le collaborazioni e le consultazioni<br />

inter<strong>di</strong>sciplinari, sono ritenute molto importanti. Nella <strong>di</strong>agnosi e nella valutazione dei bambini<br />

autistici e delle <strong>di</strong>fficoltà correlate, il tipo <strong>di</strong> servizio offerto dalle <strong>di</strong>verse istituzioni <strong>di</strong>pende dalle<br />

necessità del bambino, <strong>della</strong> famiglia, <strong>della</strong> presentazione sintomatica, dal contesto clinico, ecc.<br />

(Volkmar, Cook, Pomeroy, Realmuto, & Tanguay, in stampa). Gli sforzi possono coinvolgere<br />

numerosi specialisti, inclusi psicologi, neurologi, logope<strong>di</strong>sti, ortofonici e au<strong>di</strong>ologi, pe<strong>di</strong>atri,<br />

psichiatri infantili, terapeuti occupazionali e terapeuti <strong>della</strong> riabilitazione, così come educatori o<br />

educatori speciali. Quando le valutazioni <strong>di</strong>agnostiche sono inter<strong>di</strong>sciplinari per loro natura, è <strong>di</strong><br />

importanza critica che coloro che provvedono ai servizi coor<strong>di</strong>nino il loro lavoro al fine <strong>di</strong> evitare<br />

sforzi doppi e al fine <strong>di</strong> massimizzare un uso efficiente del tempo. E’ anche essenziale che uno<br />

dei professionisti coinvolti assuma il compito <strong>di</strong> ‘coor<strong>di</strong>natore <strong>della</strong> valutazione <strong>di</strong>agnostica’.<br />

Ricerche effettuate tramite molti stu<strong>di</strong> suggeriscono che i <strong>di</strong>sturbi dello spettro autistico non<br />

sono qualitativamente <strong>di</strong>versi dal <strong>di</strong>sturbo autistico, ma <strong>di</strong>fferiscono principalmente nel grado <strong>di</strong><br />

severità o per la presenza <strong>di</strong> comportamenti ripetitivi o sensoriali. Questa <strong>di</strong>stinzione, negli<br />

in<strong>di</strong>vidui con <strong>di</strong>sturbi dello spettro autistico, è spesso confusa dalle più alte abilità verbali<br />

possedute, rispetto agli in<strong>di</strong>vidui con <strong>di</strong>sturbo autistico. E’ importante assicurarsi che ogni<br />

in<strong>di</strong>viduo con un <strong>di</strong>sturbo dello spettro autistico riceva valutazioni adeguate e <strong>di</strong>agnosi<br />

appropriate. I fattori che non sono specifici all’autismo, come il grado <strong>di</strong> compromissione<br />

linguistica, l’han<strong>di</strong>cap mentale, e la presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi non specifici del comportamento, come<br />

l’iperattività o l’aggressività, influenzano significativamente sia le risposte, che il trattamento <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>vidui autistici. Le valutazioni <strong>di</strong>agnostiche in<strong>di</strong>rizzate a queste problematiche, devono<br />

fornire, durante lo sviluppo, il monitoraggio continuo delle menomazioni, sia <strong>di</strong> quelle relazionate<br />

all’autismo, che <strong>di</strong> quelle non strettamente specifiche.<br />

In aggiunta al suo importante ruolo nella <strong>di</strong>agnosi, una valutazione approfon<strong>di</strong>ta ha anche un<br />

ruolo essenziale sul piano del trattamento. Sebbene il focus <strong>di</strong> questo lavoro sia sullo screening<br />

e sulla <strong>di</strong>agnosi, le funzioni <strong>di</strong> valutazione e trattamento sono altrettanto essenziali. La<br />

valutazione <strong>di</strong>agnostica deve riguardare non solo la <strong>di</strong>agnosi in quanto tale, ma anche<br />

l’assunzione <strong>di</strong> informazioni sui punti <strong>di</strong> forza e debolezza, importanti al fine dell’intervento.<br />

Infatti, i risultati delle valutazioni formali spesso non sono così importanti come quelli meno<br />

formali, ma clinicamente informativi, ottenuti delle osservazioni del bambino durante la<br />

valutazione <strong>di</strong>agnostica. I genitori devono essere intimamente coinvolti in questo processo. La<br />

valutazione inoltre, deve essere attenta a sottolineare i punti <strong>di</strong> forza così come quelli <strong>di</strong><br />

debolezza.<br />

199


Estesa valutazione me<strong>di</strong>ca e neurologica<br />

Storie <strong>della</strong> nascita, me<strong>di</strong>ca, dello sviluppo e <strong>della</strong> famiglia<br />

Questa valutazione <strong>di</strong>agnostica dovrebbe ampliare quella già attuata al Livello 1. Dietro alle<br />

delineate caratteristiche sociali, <strong>della</strong> comunicazione e del comportamento, il focus deve essere<br />

ora sulla ricerca dei danni cerebrali acquisiti, delle <strong>di</strong>sfunzioni o delle altre <strong>di</strong>fficoltà me<strong>di</strong>che o<br />

neurologiche comuni all’autismo.<br />

Storia <strong>della</strong> nascita. Nel parto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui autistici è stato notato solo un’aumento <strong>di</strong> modeste<br />

complicazioni ostetriche, in<strong>di</strong>pendenti dall’età materna o da analogie producenti relazioni casuali<br />

<strong>di</strong>verse (Bolton et al., 1997). Più specificatamente, non è stata trovata nessuna associazione<br />

fra autismo ed età gestazionale e iol numero delle gravidanze o fra questo e il verificarsi <strong>di</strong><br />

per<strong>di</strong>te vaginali, infezioni, <strong>di</strong>abete, toxemia, età materna, o aborti precedenti (Bolton et al.,<br />

1997; Cryan, Byrne, O’Donovan, & O’Callaghan, 1996; Ghaziud<strong>di</strong>n, Shakal, & Tsai, 1995; Piven et<br />

al., 1993; Rapin, 1996a). Non è stata neanche trovata associazione alcuna fra autismo e peso<br />

alla nascita, induzione al parto, presentazione podalica, parto con forcipe o cesareo, travaglio<br />

prolungato, depressione neonatale, necessità <strong>di</strong> cure intensive o <strong>di</strong> ventilazione meccanica, crisi<br />

neonatali o ospedalizzazione neonatale prolungata (Bolton et al., 1997; Fein, et al., 1997; Piven<br />

et al., 1993; Rapin, 1996a). Sebbene <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> precedenti in<strong>di</strong>cavano una possibile<br />

associazione fra l’autismo e l’aumento dei fattori ostetrici a rischio, per quanto lievi, questa non<br />

è stata riscontrata (Bryson, Smith, & Eastwood, 1998b; Deykin & MacMahon, 1980; Finegan &<br />

Quarrington, 1979; Folstein & Rutter, 1977a; Folstein & Rutter, 1977b; Gillberg & Gillberg, 1983;<br />

Levy, Zoltak, & Saelens, 1988; Lord, Mulloy, Wendelboe, & Schopler, 1991; Mason-Brothers et<br />

al., 1987, 1990; Nelson, 1991; Tsai, 1987). Molti <strong>di</strong> questi stu<strong>di</strong> non sono significaTIVI per<br />

la forte influenza del numero delle gravidanze ad esempio l’effetoo <strong>di</strong> cessazione riproduttiva<br />

(es. l’effetto riproduttivo dello stoppage) che viene espressa <strong>di</strong>fferentemente in almeno due<br />

stu<strong>di</strong> (Lord et al., 1991; Piven et al., 1993).<br />

Storia me<strong>di</strong>ca e dello sviluppo. Una storia dettagliata deve essere <strong>di</strong>retta a determinare le<br />

tappe fondamentali dello sviluppo psicologico, le regressioni dello sviluppo, verificate ad ogni età,<br />

l’identificazione <strong>di</strong> ogni evento encefalitico, la storia dei <strong>di</strong>sturbi dell’attenzione, le crisi<br />

epilettiche, la depressione, le manie, i comportamenti problematici come l’irritabilità,<br />

l’autolesionismo, i <strong>di</strong>sturbi del sonno o dell’alimentazione e i pica per la possibile esposizione al<br />

piombo.<br />

Storia famigliare. L’autismo, il ritardo mentale, la sindrome dell’X Fragile e la sclerosi tuberosa,<br />

devono essere indagate specificatamente, sia nella famiglia estesa che nucleare, a causa delle<br />

loro implicazioni riguardanti la necessità <strong>di</strong> ulteriori approfon<strong>di</strong>menti cromosomici o genetici.<br />

Devono essere valutati inoltre, anche la presenza <strong>di</strong> un possibile <strong>di</strong>sturbo affettivo o <strong>di</strong> un<br />

<strong>di</strong>sturbo ansioso, in quanto questi <strong>di</strong>sturbi, è stato <strong>di</strong>mostrato, sono maggiori nelle famiglie <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>vidui autistici e aumentano il carico delle famiglie stesse (Bolton et al., 1994; DeLong, 1994;<br />

DeLong & Nohria, 1994; Fombonne, Bolton, Prior, Jordan, & Rutter, 1997; Piven et al., 1990,<br />

1994).<br />

Autismo: stu<strong>di</strong> sulle famiglie hanno mostrato che c’è un aumento, compreso fra il 50 ed il 100%<br />

<strong>della</strong> possibilità <strong>di</strong> autismo nei parenti <strong>di</strong> primo grado (Rutter, Bailey, Simonoff, & Pickles, 1997;<br />

Simonoff, 1998). Gli stu<strong>di</strong> recenti sulle famiglie hanno mostrato che i parenti <strong>di</strong> primo grado <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>vidui autistici hanno un grado elevato <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà sociali, caratterizzato da introversione e<br />

<strong>di</strong>stacco sociale, con alta incidenza <strong>di</strong> deficit cognitivi ed esecutivi, ansietà e <strong>di</strong>sturbi affettivi<br />

(Bailey, Palferman, Heavey, & Le Couteur, 1998b; DeLong, 1984; DeLong, & Nohria, 1994;<br />

Hughes, Leboyer, & Bouvard, 1997; Piven et al., 1990, 1991a, 1994, 1997). La parentela estesa<br />

200


nelle famiglie con uno o più bambini autistici, ha un più alto tasso <strong>di</strong> deficit sociali e comunicativi<br />

e <strong>di</strong> comportamenti stereotipati, <strong>di</strong> quello che hanno i parenti <strong>di</strong> bambini con sindrome <strong>di</strong> Down<br />

(Bolton et al., 1994; Piven, Palmer, Jacobi, Childress, & Arndt, 1997a). Queste compromissioni<br />

sono più lievi ma qualitativamente molto simili all’autismo, con funzioni intellettuali (Q.I)<br />

relativamente normali. I parenti <strong>di</strong> primo grado <strong>di</strong>mostrarono, inoltre, un più alto punteggio Q.I<br />

verbale che non verbale, con significative <strong>di</strong>screpanze notate fra i punteggi (Fombonne et al.,<br />

1997). Il primo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 11 coppie <strong>di</strong> gemelli monozigoti (MZ) riportava un tasso <strong>di</strong> concordanza<br />

<strong>di</strong> più del 36% per l’autismo infantile con assenza <strong>di</strong> concordanza in <strong>di</strong>eci coppie <strong>di</strong> gemelli<br />

<strong>di</strong>zigoti (DZ) (Folstein & Rutter, 1977a, 1977b).<br />

Nell’82% delle coppie gemelle MZ e nel 10% in quelle DZ sono state riscontrate concordanti<br />

forme <strong>di</strong> deficit cognitivi sociali o linguistici. Uno stu<strong>di</strong>o recente <strong>di</strong> 28 coppie gemelle MZ (incluse<br />

le un<strong>di</strong>ci coppie originali) ha mostrato un tasso <strong>di</strong> concordanza del 60% per il <strong>di</strong>sturbo autistico<br />

DSM-IV, del 71% per il più ampio spettro PDD o <strong>di</strong> autismo atipico, e del 92% per un fenotipo più<br />

ampio <strong>di</strong> deficit sociali e comunicativi con comportamenti stereotipati (Bailey et al., 1995; Le<br />

Couteur et al., 1996).<br />

X Fragile: Molti dei primi rapporti notano un’assocazione significativamente alta fra X Fragile e<br />

autismo, fino al 25% <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui autistici (Blomquist et al, 1985; Brown et al, 1986; Gillberg &<br />

Wahlstrom, 1985; Wahlstrom, Gillberg, Gustavson, & Holmgren, 1986), sebbene questa<br />

associazione sia stata, e rimanga, controversa (I. L. Cohen et al., 1991). Mentre altri stu<strong>di</strong><br />

riportano un’incidenza molto piu bassa <strong>di</strong> X Fragile (3-7%) in pazienti con autismo (Bailey et al.,<br />

1993a; Bolton & Rutter, 1990; Piven, Gayle, Landa, Wzorek & Folstein, 1991b), un altro stu<strong>di</strong>o<br />

non trova evidenza <strong>di</strong> X Fragile usando tecniche citogenetiche (e non analisi del DNA)<br />

(Hashimoto, Shimizu & Kawasaki, 1993). Le analisi molecolari genetiche <strong>di</strong> un grande gruppo <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>vidui autistici, trovano l’X Fragile soltanto in tre fratellini; una bambina con <strong>di</strong>sturbo autistico,<br />

suo fratello con autismo atipico, e un secondo fratello senza tratti autistici ma con <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong><br />

appren<strong>di</strong>mento (Klauck et al., 1997). Dato che la presenza del genotipo dell’X Fragile non era<br />

correlata con il fenotipo dell’autismo, questi stu<strong>di</strong> conclusero che l’associazione fra autismo e X<br />

Fragile non esiste. Ma, sebbene pochi bambini con autismo abbiano sindrome da X Fragile, i<br />

bambini con sindrome da X Fragile hanno spesso sintomatologia autistica (Feinstein & Reiss,<br />

1998).<br />

Sclerosi Tuberosa: La Sclerosi Tuberosa complex (TSC) è un <strong>di</strong>sturbo neurocutaneo che affligge<br />

anche altri sistemi <strong>di</strong> organi, come il cuore e i reni. Il TSC è stato collegato a due <strong>di</strong>stinti geni<br />

loci: TSC1 al cromosoma 9 (9Q34) e TSC2 al cromosoma 16 (16p13.3) (OMIM tm , 1997). I<br />

fenotipi <strong>di</strong> TSC1 e TSC2 sono stati considerati identici, anche se uno stu<strong>di</strong>o recente ha notato<br />

che l’han<strong>di</strong>cap mentale, con occorenza spora<strong>di</strong>ca piuttosto che famigliare, è associato più<br />

frequentemente con il genotipo TSC2 (Jones et al., 1997; OMIM tm , 1997), sebbene questo<br />

risultato possa ancora essere considerato troppo azzardato. Le macchie depigmentate (con la<br />

forma <strong>di</strong> una foglia <strong>di</strong> frassino (Fitzpatrick, 1991)) sono solitamente il primo segno visibile <strong>di</strong><br />

questa malattia. Sono visualizzabili spesso solo con l’uso <strong>di</strong> una luce ultravioletta (Lampada <strong>di</strong><br />

Wood). Sono caratteristici anche gli angiofibromi facciali, precedentemente chiamati a<strong>di</strong>noma<br />

sebaceum, e le macchie ruvide lungo il bassoschiena che però spesso non appaiono fino alla<br />

tarda infanzia o prima adolescenza (Webb, Clarke, Fryer, & Osborne, 1996). Le maggiori lesioni<br />

intracerebrali sono le tubers che consistono in malformazioni istiogeniche <strong>di</strong> elementi neuronali e<br />

gliali con cellule heterotopic giganti. Esse sono localizzate caratteristicamente nelle regioni<br />

subependymal e nella corteccia, predominatamente nei lobi frontali (Braffman & Nai<strong>di</strong>ch, 1994;<br />

Harrison & Bolton, 1997; Truhan & Filipek, 1993). Il TSC è stato fortemente associato con<br />

l’autismo. Le stime suggeriscono che gli in<strong>di</strong>vidui mentalmente ritardati con TSC, dal 17% a più<br />

del 60%, sono anche autistici, e più comunemente associati anche con l’epilessia (Curatolo et<br />

201


al., 1991; Dykens & Volkmar, 1997; Gillberg, Gillberg & Ahlsen, 1994; Harrison & Bolton, 1997;<br />

Hunt & Shepherd, 1993; Riikonen & Simell, 1990; Smalley, Smith & Tanguay, 1991; Smalley,<br />

Tanguay, Smith & Gutierrez, 1992). In contrasto a ciò, in stu<strong>di</strong> epidemiologici, il numero <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>vidui autistici con TSC è stato stimato essere fra il 0.4 ed il 3% (Dykens & Volkmar, 1997;<br />

Gillberg et al., 1991; Lotter, 1967; Olsson, Steffenburg & Gillberg, 1988; Ritvo et al., 1990;<br />

Smalley et al., 1992). Questa percentuale aumenta all’8-14% nei soggetti autistici epilettici<br />

(Gillberg, 1991; Riikonen & Amnell, 1981). Un rapporto recente ha notato una correlazione<br />

inversa fra Q.I e il numero delle tubers identificato su MRI, in un piccolo gruppo <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui con<br />

TSC; questi in<strong>di</strong>vidui con TCS ed autismo, non solo hanno le tubers maggiori, ma hanno anche<br />

tubers localizzate nei lobi temporali, un risultato mai visto in soggetti non autistici con TSC<br />

(Bolton & Griffiths, 1997).<br />

Conclusioni pertinenti la valutazione fisica e neurologica<br />

La valutazione delle persone autistiche può richiedere più tempo, poichè vi è probabilmente poca<br />

cooperazione del paziente che ha menomazioni comunicative e problemi comportamentali. I<br />

mutamenti comportamentali severi, inspiegati, possono derivare da una malattia intercorrente<br />

non <strong>di</strong>agnosticata (es. ascesso dentale, ulcera gastrica, infezione dell’orecchio) o da un danno<br />

non riconosciuto. In alcuni in<strong>di</strong>vidui, una valutazione me<strong>di</strong>ca od odontoiatrica adeguata può<br />

richiedere sedativi.<br />

Circonferenza cranica. La circonferenza cranica dei bambini autistici è me<strong>di</strong>amente più larga <strong>di</strong><br />

quella dei bambini con sviluppo normale (Bailey et al.,1995; Bolton et al., 1994; Davidovitch,<br />

Patterson, & Gartside, 1996; Lainhart et al.,1997; Woodhouse et al.,1996). Analogo risultato è<br />

stato notato nel peso postmortem dei cervelli (Bailey, et al.,1993b;1998a; Bauman, 1992b,1996;<br />

Bauman & Kemper, 1994,1997; Courchesne, Muller, & Saitoh, 1999). Solo una piccola<br />

percentuale <strong>di</strong> bambini autistici ha una chiara macrocefalia con circonferenza cranica superiore<br />

al 98 percentile, in quanto la circonferenza cranica me<strong>di</strong>a nell’autismo è circa al 75 percentile<br />

(Bailey et al.,1995; Bolton et al.,1994; Davidovitch et al.,1996; Filipek et al.,1992b; Lainhart et<br />

al.,1997; Rapin,1996b; Woodhouse et al.,1996). E’ stato anche evidenziato che, la<br />

circonferenza cranica ampia, non debba essere necessariamente presente alla nascita, in quanto<br />

essa può apparire più tar<strong>di</strong>, fra la prima e la me<strong>di</strong>a infanzia, a causa dell’aumento <strong>della</strong> crescita<br />

cerebrale (Lainhart et al., 1997; Mason-Brothers et al., 1987,1990). E’ ampiamente riconosciuto,<br />

nei bambini autistici, il fenomeno <strong>della</strong> testa grossa senza chiara neuropatologia (Bailey et<br />

al.,1995; Bolton et al., 1995; Davidovitch et al.,1996; Lainhart et al.,1997; Rapin, 1996b,<br />

Woodhouse et al., 1996). Escludendo ogni risultato inaspettato che può ottenersi alla fine <strong>della</strong><br />

valutazione, non sono necessarie le neuroimmagini perio<strong>di</strong>che per stabilire definitivamente una<br />

circonferenza cranica maggiore del 98 percentile negli in<strong>di</strong>vidui autistici (Filipek, 1996; 1999;<br />

Filipek, Kennedy, & Caviness, 1992a; Minshew,1996b; Minshew & Dombrowski,1994).<br />

Esame generale. Data l’alta prevalenza dell’autismo nel TSC, dovrebbe essere attuato, su ogni<br />

bambino che si presenta con possibile autismo, o ad ogni screening iniziale per sclerosi tuberosa,<br />

un esame usando la luce ultravioletta (Lampada <strong>di</strong> Wood) (Reich, Lenoir, Malvy, Perrot, &<br />

Sauvage, 1997; Smalley et al., 1992). Devono essere anche notate tracce insolite o <strong>di</strong>smorfiche<br />

(delle espressioni facciali, delle estremità, <strong>della</strong> postura ecc.) per suggerire, se presenti, il<br />

bisogno <strong>di</strong> un consulto con un genetista.<br />

Esame dello stato mentale. L’esame dello stato mentale deve includere la valutazione delle<br />

interazioni sociali, del gioco, del linguaggio e <strong>della</strong> funzione comunicativa. Le interazioni sociali<br />

devono essere approfon<strong>di</strong>te se l’osservazione in stu<strong>di</strong>o si <strong>di</strong>mostra inconclusiva. Queste indagini<br />

devono includere le relazioni <strong>di</strong> amicizia <strong>di</strong> età appropriata, chi inizia i contatti con gli amici (se il<br />

bambino o il genitore), gli interessi verso gli altri bambini, e il ruolo del soggetto entro la<br />

202


elazione <strong>di</strong> amicizia (es. leader <strong>di</strong> bambini molto più piccoli, ruolo passivo fra bambini molto più<br />

gran<strong>di</strong>, con pochi o nessun amico <strong>della</strong> stessa età). Le deficienze nelle abilità <strong>di</strong> gioco sono un<br />

tratto specifico dell’autismo, in<strong>di</strong>pendente dal Q.I (Rapin, 1996b).<br />

E’ essenziale un periodo <strong>di</strong> osservazione adeguato sull’uso che il bambino fa dei giocattoli in<br />

miniatura appropriati alla sua età, nella stanza <strong>della</strong> valutazione, per <strong>di</strong>scriminare fra l’uso dei<br />

giocattoli semplicemente manipolativo (il battere, il portare alla bocca) o stereotipato<br />

(allineamento) e l’uso del gioco funzionale o simbolico (Sigman & Ungerer, 1984; Stone,<br />

Lemanek, Fishel, Fernandez, & Altemeier, 1990). Per esempio, il classificare o lo scegliere figure<br />

in miniatura, è un tipico comportamento stereotipato dei bambini autistici ad alto funzionamento,<br />

che ad un primo sguardo, può essere confuso per un gioco appropriato.<br />

Esame dei nervi cranici. Solo raramente sono state notate anormalità cliniche dei nervi cranici in<br />

una ampia percentuale <strong>di</strong> bambini autistici (Bauman, 1992a; Rapin, 1996b).<br />

Esame motorio. Negli in<strong>di</strong>vidui autistici sono state riportate compromissioni <strong>della</strong> motricità fine e<br />

globale, più severe in coloro che avevano un Q.I. più basso (Rapin, 1996b). L’ipotonia è stata<br />

trovata in circa il 25% dei 176 bambini autistici analizzati e nel 33% dei 110 bambini non-autistici<br />

mentalmente ritardati, anche se la spasticità fu trovata in meno del 5% dei bambini <strong>di</strong> entrambi i<br />

gruppi (il criterio esclusivo per partecipare a questa analisi era la presenza <strong>di</strong> deficit motori<br />

gravi).<br />

Fu notata aprassia delle estremità in almeno il 30% dei bambini autistici con Q.I. normale, nel<br />

75% dei bambini autistici ritardati e nel 56% dei bambini ritardati non autistici del gruppo <strong>di</strong><br />

controllo. Un terzo risultato significativo fu la presenza <strong>di</strong> stereotipie motorie osservate in più del<br />

40% dei bambini autistici (in contrasto con una percentuale molto più alta evidenziata nelle<br />

descrizioni dei genitori) e in più del 60% <strong>di</strong> quelli con basso Q.I, ma in solo il 13% del gruppo <strong>di</strong><br />

controllo non autistico.<br />

Strumenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi autistica<br />

La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo, <strong>di</strong>stinta dagli altri <strong>di</strong>sturbi dello sviluppo, richiede un approccio<br />

comprensivo e multi<strong>di</strong>sciplinare. La valutazione deve tener conto delle misurazioni ottenute dalle<br />

descrizioni dei genitori, dell’osservazione, dell’interazione con il bambino e dei referti clinici. Una<br />

valutazione approfon<strong>di</strong>ta deve includere misurazioni cognitive del comportamento adattivo e le<br />

misurezioni <strong>di</strong>agnostiche.<br />

Colloqui/questionari <strong>di</strong>agnostici per genitori<br />

La Gilliam Autism Rating Scale (GARS: Gilliam, 1995) è una checklist destinata ad essere usata<br />

dai genitori, dagli insegnanti e dai professionisti, per aiutare sia l’identificazione che la stima <strong>della</strong><br />

severità dei sintomi autistici, negli in<strong>di</strong>vidui con una età compresa fra i 3 ed i 22 anni.<br />

I target sono basati sul DSM-IV (APA, 1994) e sono raggruppati in 4 sottogruppi (a)<br />

comportamenti stereotipati, (b) comunicazione, (c) interazione sociale, e (d) un sottotest<br />

opzionale che descrive lo sviluppo durante i primi tre anni <strong>di</strong> vita. Questo strumento provvede ad<br />

una definizione globale <strong>della</strong> sintomatologia autistica.<br />

La The Parent Interview for Autism (PIA; Stone & Hogan, 1993) è un’intervista strutturata,<br />

designata per raccogliere informazioni, <strong>di</strong>agnosticamente rilevanti, dai genitori <strong>di</strong> bambini piccoli<br />

con autismo sospetto. La PIA consiste <strong>di</strong> 118 punti organizzati in 11 gruppi che valutano aspetti<br />

<strong>di</strong>versi del comportamento sociale, delle funzioni comunicative, delle attività ripetitive e del<br />

comportamento sensorio. Questi punti sono descritti sotto forma <strong>di</strong> domande inerenti i<br />

comportamenti specifici osservabili e determinano un punteggio basato sulla frequenza del<br />

203


comportamento. La consistenza interna e l’affidabilità del test e delle domande sono sempre<br />

considerate adeguate, e ne è <strong>di</strong>mostrata l’attuale vali<strong>di</strong>tà con il DSM (APA; 1994) e con il<br />

Childhood Autism Rating Scale (CARS; Schopler, Reichler, & Rochen-Renner, 1988). Sono state<br />

ottenute <strong>di</strong>fferenze significative <strong>di</strong> gruppo fra i bambini piccoli con autismo e i bambini piccoli con<br />

ritar<strong>di</strong> dello sviluppo o ritardo mentale, sia nel punteggio totale che nelle <strong>di</strong>mensioni <strong>della</strong><br />

relazione, dell’imitazione, dell’interazione fra pari, del gioco immaginativo, <strong>della</strong> comprensione del<br />

linguaggio e <strong>della</strong> comunicazione nonverbale. La PIA, per essere effettuata, necessita <strong>di</strong> circa 45<br />

minuti.<br />

Il Pervasive Developmental Disorders Screening Test–Stage 2 (PDDST; Siegel, 1998). Il PDDST è<br />

un questionario <strong>di</strong> derivazione clinica, per genitori, <strong>di</strong>viso in tre parti, ognuna delle quali<br />

in<strong>di</strong>rizzata ad un <strong>di</strong>verso livello <strong>di</strong> screening. I dettagli ulteriori su questo strumento erano inclusi<br />

precedentemente nel Livello 1 <strong>di</strong> screening. Il PDDST-Stage 2 è strutturato per i <strong>di</strong>sturbi clinici<br />

dello sviluppo, e il PDDST-Stage 3 per l’autismo o per i PDD clinici.<br />

Sono stati stabiliti significativi punti <strong>di</strong> riferimento per le considerazioni <strong>di</strong>agnostiche in<strong>di</strong>rizzanti<br />

ad un <strong>di</strong>sturbo dello spettro autistico, 4 risposte affermative nel PDDST-Stage 2, e 6 risposte<br />

affermative nel PDDST-Stage 3. Questo strumento non è stato ancora pubblicato ma è<br />

<strong>di</strong>sponibile (ve<strong>di</strong> Appen<strong>di</strong>ce).<br />

La The Autism Diagnostic Interview-Revised (ADI-R); Le Couteur et al., 1989, Lord et al., 1993,<br />

1997; Lord, Rutter, & Le Couteur, 1994) è un ampio e strutturato colloquio per i genitori, che<br />

indaga i sintomi autistici nelle sfere relazionate al sociale, alla comunicazione e ai comportamenti<br />

rituali e ripetitivi. Questro strumento permette l’elaborazione <strong>di</strong> una <strong>di</strong>agnosi entro lo spettro<br />

autistico sui criteri del DSM-IV (APA,1994) e dell’ICD-10 (WHO, 1992, 1993) con punteggio<br />

definitivo per le <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo autistico. L’attuale strumento <strong>di</strong>agnostico per eccellenza, in<br />

tutte le procedure delle valide ricerche per l’autismo, è proprio l’ADI-R (e il ADOS-G).<br />

Ma, dato che l’utilizzo <strong>della</strong> ADI-R necessita <strong>di</strong> circa un ora e richiede training specifici e<br />

successive procedure <strong>di</strong> convalida, la sua utilità per i servizi per l’infanzia o per gli specialisti è<br />

probabilmente minore rispetto alla sua importanza nella comunità <strong>di</strong> ricerca.<br />

Strumenti <strong>di</strong> osservazione <strong>di</strong>agnostica<br />

La Childhood Autism Rating Scale (CARS; Schopler, et al., 1988) è uno strumento <strong>di</strong> indagine e<br />

<strong>di</strong> osservazione strutturato su un colloquio che si in<strong>di</strong>rizza a 15 punti, adatto all’utilizzo con<br />

bambini <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 24 mesi. Ognuno dei 15 punti usa una scala <strong>di</strong> sette gra<strong>di</strong> per in<strong>di</strong>care il grado<br />

dal quale il comportamento del bambino devia dalla norma relativa alla sua età; <strong>di</strong>stingue inoltre<br />

l’autismo lieve e me<strong>di</strong>o da quello più grave. La CARS è riconosciuta ampiamente, ed usata come<br />

strumento affidabile per la <strong>di</strong>agnosi dell’autismo. Il suo uso richiede approssimativamente dai 30<br />

ai 45 minuti (Schopler, Reichler, DeVellis, & Daly, 1980).<br />

Lo The Screening Tool for Autism in Two-Year-Olds (STAT; Stone, 1998a, 1998b) ha una<br />

misurazione interrativa <strong>di</strong> derivazione teorica ed empirica, adatta ad essere usata da <strong>di</strong>versi<br />

professionisti <strong>della</strong> prima infanzia in bambini <strong>di</strong> 24-35 mesi. Lo STAT, ancora in elaborazione, è<br />

in<strong>di</strong>rizzato a <strong>di</strong>fferenziare l’autismo dagli altri <strong>di</strong>sturbi dello sviluppo, è dunque uno strumento <strong>di</strong><br />

screening per il Livello 2. In una seduta <strong>di</strong> gioco <strong>di</strong> venti minuti coinvolgente 12 attività, lo<br />

strumento valuta tre aree: il gioco (sia il gioco sociale reciproco che quello simbolico),<br />

l’imitazione motoria e lo sviluppo <strong>della</strong> comunicazione non verbale. I target usati nello STAT<br />

sono quelli che, negli stu<strong>di</strong> che analizzano gruppi <strong>di</strong> bambini <strong>di</strong> due anni su un’ampia gamma <strong>di</strong><br />

misurazioni, meglio <strong>di</strong>fferenziano i bambini autistici da quelli con altri <strong>di</strong>sturbi dello sviluppo. C’è<br />

un manuale con istruzioni chiare per l’utilizzo e per la valutazione del punteggio. In uno stu<strong>di</strong>o<br />

pilota, coinvolgente 40 bambini, questo strumento classificò correttamente il 100% dei bambini<br />

204


autistici (n = 8) e il 97% dei bambini con altri ritar<strong>di</strong> dello sviluppo (n = 32) usando come criterio<br />

il deficit del bambino su due delle tre aree. Ha dunque <strong>di</strong>mostrato sensibilità e specificità molto<br />

forti. Il lavoro corrente su questo strumento è focalizzato attorno al miglioramento <strong>della</strong><br />

determinazione empirica <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> riferimento e <strong>di</strong> punteggio algoritmico.<br />

The Autism Diagnostic Observation Schedule-Generic (ADOS-G; DiLavore, Lord, & Rutter, 1995;<br />

Lord, 1998; Lord et al., 1989). E’ uno strumento <strong>di</strong>agnostico basato sulla osservazione e<br />

semistrutturato in quattro moduli che includono attività <strong>di</strong> indagini <strong>di</strong>rette a valutare la<br />

comunicazione, l’interazione sociale reciproca, il gioco, il comportamento stereotipato, gli<br />

interessi limitati o gli altri comportamenti anormali negli in<strong>di</strong>vidui autistici, dai bambini non verbali<br />

<strong>di</strong> età prescolastica agli adulti autistici verbali. L’uso <strong>di</strong> questo strumento richiede<br />

approssimatamente dai 30 ai 45 minuti. Permette anche le <strong>di</strong>agnosi entro lo spettro autistico,<br />

sui criteri del DSM-IV (APA, 1994) e del ICD-10 (WHO, 1992, 1993) con il punteggio definitivo<br />

risultante nella <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo autistico. Come per il ADI-R, l’utilizzo dell’ADOS-G richiede<br />

training e procedura <strong>di</strong> convalida specifiche. E’ già stato menzionato che, l’ADOS-G e l’ADI-R<br />

sono i due strumenti <strong>di</strong>agnostici per eccellenza in tutte le procedure <strong>di</strong> ricerca sull’autismo. Ma,<br />

dato che l’uso dell’ADOS-G richiede meno tempo <strong>di</strong> quello dell’ADI-R, molti professionisti<br />

specializzati nell’autismo stanno usando questo strumento nelle loro pratiche cliniche;<br />

specialmente all’estero dove il tempo dei me<strong>di</strong>ci non è così limitato come negli U.S.A.<br />

Diagnosi <strong>di</strong>fferenziale dei <strong>di</strong>sturbi dello spettro autistico<br />

Durante il Livello 2 si raggiunge la <strong>di</strong>fferenziazione dell’autismo dagli altri <strong>di</strong>sturbi dello sviluppo. I<br />

professionisti devono determinare anche, usando i dati raccolti durante le <strong>di</strong>verse valutazioni, la<br />

possibile esistenza <strong>di</strong> altri <strong>di</strong>sturbi. La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale dell’autismo include la considerazione<br />

<strong>di</strong> ritardo mentale non associato ad autismo, <strong>di</strong>sturbi specifici dello sviluppo (es. <strong>di</strong> linguaggio), e<br />

<strong>di</strong> altre con<strong>di</strong>zioni psichiatriche (Volkmar et al., in stampa).<br />

Il Ritardo mentale o la intelligenza borderline 51 coesistono spesso con l’autismo. In<strong>di</strong>vidui con<br />

ritardo mentale profondo e severo, possono avere varie caratteristiche solitamente associate<br />

con l’autismo, in particolare i movimenti stereotipati.<br />

I <strong>di</strong>sturbi specifici dello sviluppo, particolarmente i <strong>di</strong>sturbi evolutivi del linguaggio 52 , possono<br />

mimare l’autismo e le con<strong>di</strong>zione correlate. Nei bambini con <strong>di</strong>sturbi del linguaggio, i deficit primari<br />

sono solitamente nell’area del linguaggio o <strong>della</strong> comunicazione, con le abilità sociali ben<br />

preservate.<br />

La Schizofrenia 53 solo occasionalmente ha la propria strutturazione nella prima infanzia. Di solito<br />

vi è una storia <strong>di</strong> sviluppo precedente relativamente normale con la strutturazione poi delle<br />

allucinazioni caratteristiche e delle trasformazioni <strong>della</strong> realtà tipiche <strong>della</strong> schizofrenia. Una<br />

mancanza <strong>di</strong> sviluppo sociale tipico è, comunque, spesso parte <strong>della</strong> storia precedente la<br />

malattia.<br />

Il Mutismo elettivo 54 è talvolta confuso con l’autismo e le con<strong>di</strong>zione correlate. Nel mutismo<br />

elettivo l’abilità linguistica del bambino è preservata in alcune situazioni, benchè in altre egli sia<br />

muto. La storia e la presentazione del mutismo elettivo sono piuttosto <strong>di</strong>fferenti da quelle<br />

51 Mental Retardation or Borderline Intelligence<br />

52 Specific developmental <strong>di</strong>sorders, particularly developmental language <strong>di</strong>sorders<br />

53 Schizophrenia<br />

54 Selective Mutism<br />

205


dell’autismo. Sebbene i bambini con autismo siano spesso muti, il loro mutismo non è mai <strong>di</strong><br />

natura ‘selettiva’.<br />

Il <strong>di</strong>sturbo stereotipato del movimento 55 è caratterizzato da manierismi motori (stereotipie) e<br />

ritardo mentale. Se il bambino risponde ai criteri per uno dei <strong>di</strong>sturbi pervasivi dello sviluppo, una<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> questo tipo viene imme<strong>di</strong>atamente scartata.<br />

La Demenza 56 ha occasionalmente la propria strutturazione nell’infanzia. Nel caso in cui il<br />

bambino sod<strong>di</strong>sfi i criteri completi per <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong>sintegrativo <strong>della</strong> fanciullezza, può essere fatta,<br />

oltre a questa <strong>di</strong>agnosi, anche quella me<strong>di</strong>ca, specifica sulle cause <strong>della</strong> demenza. Il modello<br />

tipico <strong>di</strong> demenza con strutturazione nell’infanzia è il progressivo deterioramento delle funzioni<br />

mentali e motorie.<br />

Il <strong>di</strong>sturbo ossessivo compulsivo 57 (OCD) è presente in alcuni bambini con interessi e<br />

comportamenti non usuali. Le abilità sociali sono comunque preservate, così come quelle<br />

linguistiche e comunicative. Quando nell’OCD sono presenti deficit delle abilità sociali o <strong>della</strong><br />

comunicazione, essi sono qualitativamente <strong>di</strong>versi da quelli dell’autismo.<br />

Il <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> personalità schizoide 58 è caratterizzato da un isolamento relativo, con però l’abilità<br />

a relazionarsi normalmente in alcuni contesti. I <strong>di</strong>sturbi <strong>della</strong> personalità non sono comunque<br />

<strong>di</strong>agnosticati prima dei 18 anni <strong>di</strong> età dal corrente standard del DSM-IV (APA, 1994).<br />

Il <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> evitamento <strong>di</strong> personalità 59 è caratterizzato da ansietà nel contatto con le <strong>di</strong>verse<br />

situazioni sociali.<br />

Il <strong>di</strong>sturbo reattivo dell’attaccamento 60 <strong>di</strong> solito segue una storia <strong>di</strong> violenza o abuso molto<br />

gravi; i deficit sociali del <strong>di</strong>sturbo reattivo dell’attaccamento tendono a scomparire notevolmente<br />

in risposta ad un ambiente più appropriato.<br />

Valutazioni specifiche per determinare il profilo <strong>di</strong> sviluppo<br />

Valutazione <strong>di</strong> Eloquio-Linguaggio-Comunicazione<br />

Gli specialisti del linguaggio sono operatori in<strong>di</strong>pendenti che hanno responsabilità sia ai livelli <strong>di</strong><br />

screening (Livello 1) che <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e valutazione (Livello 2) dell’autismo. La valutazione <strong>di</strong><br />

entrambi i livelli può essere compiuta in una singola sessione piuttosto che in segmenti <strong>di</strong>versi.<br />

Le valutazioni <strong>di</strong>agnostiche dell’eloquio, del linguaggio e <strong>della</strong> comunicazione, condotte in<br />

situazioni <strong>di</strong> test formali, possono fornire informazioni importanti sui parametri specifici delle<br />

funzioni dell’eloquio e del linguaggio. Tale valutazione può comunque provvedere solo ad<br />

informazioni limitate a proposito delle abilità socio-pragmatiche (i.e., uso delle abilità<br />

comunicative e <strong>di</strong> linguaggio nei contesti sociali), che sono caratteristicamente limitati nei<br />

<strong>di</strong>sturbi dello spettro autistico (Allen, 1989; Allen & Rapin, 1992; Lord & Paul, 1997; Stone,<br />

Ousley, Yoder, Hogan, & Hepburn, 1997; Wetherby, Prizant & Hutchinson, 1998; Wetherby,<br />

Schuler & Prizant, 1997; Wetherby, Yonclas, & Bryan, 1989). Per questo devono essere usate<br />

strategie <strong>di</strong>verse, includenti valutazioni <strong>di</strong>agnostiche <strong>di</strong>rette, osservazioni, interviste ad altre<br />

persone significanti, inclusi i genitori e gli educatori, che possono essere preziose fonti <strong>di</strong><br />

55 Stereotype Movement Disorder<br />

56 Dementia<br />

57 Obsessive Compulsive Disorder (OCD)<br />

58 Schizoid Personality Disorder<br />

59 Avoidant Personality Disorder<br />

60 Reactive Attachment Disorder<br />

206


informazioni (Prizant & Wetherby, 1993; Stone & CaroMartinez, 1990). Ognuna <strong>di</strong> queste<br />

strategie potenzialmente, fornisce informazioni qualitativamente <strong>di</strong>fferenti sull’eloquio del<br />

bambino, sul linguaggio e sulle abilità comunicative, tali informazioni possono essere integrate fra<br />

loro al fine <strong>di</strong> sviluppare un profilo per la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale e per le pianificazioni <strong>di</strong> intervento.<br />

Le osservazioni dovrebbero includere le interazioni del bambino con persone <strong>di</strong>verse, fra cui i<br />

membri famigliari e i pari del bambino, così come i me<strong>di</strong>ci, in quanto è necessario aspettarsi<br />

variabilità comunicativa fra persone e settings (Wetherby et al., 1997).<br />

In una valutazione <strong>di</strong>agnostica ampia, dovrebbero essere valutate sfere specifiche dello<br />

sviluppo, sia in in<strong>di</strong>vidui preverbali che verbali, considerando la loro età, il loro livello cognitivo, e<br />

le loro abilità socio emotive (Wetherby et al., 1998).<br />

Linguaggio e comunicazione ricettivi. L’esperienza clinica suggerisce che, sia le persone che<br />

seguono i bambini che i me<strong>di</strong>ci, presumono spesso che un bambino sia in grado <strong>di</strong> comprendere i<br />

segnali comunicativi <strong>degli</strong> altri e interpretano poi la mancanza <strong>di</strong> risposte ai gesti o all’eloquio,<br />

come un comportamento non compiacente o non cooperativo. Ma l’abilità dei bambini a<br />

rispondere e ad usare gesti e vocalizzazioni comunicativi, con o senza imput provenienti dalle<br />

situazioni, deve essere sempre documentata.<br />

La vera comprensione linguistica è messa in evidenza quando i bambini comprendono le parole<br />

senza suggerimenti situazionali, anche nonverbali, soprattutto quando le parole si riferiscono a<br />

persone, oggetti, ed eventi fuori dall’imme<strong>di</strong>ato contesto. A più alti livelli <strong>di</strong> abilità, la<br />

valutazione deve essere in<strong>di</strong>rizzata alla comprensione dei <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> frasi semplici e complesse<br />

(es., negative, interrogative, causali, con<strong>di</strong>zionali), <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorsi continui (es. abilità a capire una<br />

storia od una sequenza <strong>di</strong> eventi), e <strong>di</strong> linguaggio non letterale (es. i<strong>di</strong>omi, sarcasmo). Sono<br />

<strong>di</strong>sponibili linee guida e modalità procedurali per valutazioni <strong>di</strong>agnostiche approfon<strong>di</strong>te sulla<br />

comprensione comunicativa, per in<strong>di</strong>vidui preverbali e verbali (Lund & Duchan, 1993; Miller &<br />

Paul, 1995).<br />

Linguaggio e comunicazione espressivi. Il focus primario in questa sfera è la documentazione<br />

delle (a) vie comunicative -i comportamenti con i quali un bambino esprime intenzioni, emozioni e<br />

stati fisiologici-, e (b) funzioni comunicative -gli scopi per i quali un bambino comunica- (Prizant<br />

& Wetherby, 1993).<br />

Le vie comunicative nei bambini preintenzionali possono includere grande varietà <strong>di</strong><br />

comportamenti non verbali e vocali come la postura e il movimento del corpo, l’espressione<br />

facciale, lo sguardo <strong>di</strong>retto e l’avversione allo sguardo, e la vocalizzazione. In bambini con<br />

sviluppo più avanzato, devono essere documentati: l’uso intenzionale dei gesti i<strong>di</strong>osincratici (es.<br />

il tirare gli altri fisicamente) e convenzionali (e.s. l’in<strong>di</strong>care, l’annuire, il salutare), così come le<br />

vocalizzazione e le forme emergenti <strong>di</strong> parole (Schuler, Prizant, & Wetherby, 1997). E’ stato<br />

evidenziato che i bambini autistici hanno un repertorio limitato <strong>di</strong> gesti e vocalizzazioni<br />

convenzionali, (Stone et al., 1997; Wetherby et al., 1998), ad<strong>di</strong>rittura quando sono comparati a<br />

bambini con altri <strong>di</strong>sturbi evolutivi del linguaggio. Le funzioni comunicative espresse<br />

preverbalmente o verbalmente possono includere comunicazione con scopi relativamente non<br />

sociali, al fine <strong>di</strong> assolvere imme<strong>di</strong>atamente i bisogni incontrati (es. richiesta <strong>di</strong> oggetti od azioni,<br />

proteste), o con scopi più sociali come il portare l’attenzione su se stessi (es. richiesta <strong>di</strong><br />

routines sociali, saluti, richiami) e comunicazioni miranti a portare l’attenzione <strong>degli</strong> altri verso<br />

oggetti od eventi interessanti (es. l’in<strong>di</strong>care o il commentare eventi <strong>di</strong> interesse). I bambini<br />

piccoli con autismo, se comparati ai bambini con <strong>di</strong>sturbi evolutivi del linguaggio, comunicano<br />

principalmente per scopi relativamente non sociali (Mundy, Sigman, & Kasari, 1990; Wetherby et<br />

al., 1989, 1998). Deve anche essere documentata, inoltre, la percentuale <strong>degli</strong> atti<br />

comunicativi, e l’abilità del bambino nel persistere a riparare i fallimenti incontrati nel comunicare.<br />

207


Le valutazioni <strong>di</strong>agnostiche devono poi documentare anche le forme e le funzioni del<br />

comportamento comunicativo non-convenzionale non-verbale (es. comportamenti <strong>di</strong>sturbanti) e<br />

verbale (es. ecolalia imme<strong>di</strong>ata e <strong>di</strong>fferita, eloquio continuo, domande incessanti) (Carr &<br />

Durand, 1985; Prizant & Rydell, 1993).<br />

Per i bambini verbali, capaci <strong>di</strong> impegnarsi in una conversazione, vi sono punteggi supplementari,<br />

ai test formali <strong>di</strong> linguaggio, ottenibili attraverso il raccogliere e l’analizzare esempi <strong>di</strong> linguaggio<br />

spontaneo (ve<strong>di</strong> sotto). Ciò fornisce informazioni sui <strong>di</strong>scorsi narrativi e conversazionali del<br />

bambino, includenti l’abilità ad iniziare, a mantenere e concludere l’interazione conversazionale,<br />

seguendo accettabili convenzioni <strong>di</strong>scorsive, l’abilità a mantenere e a seguire topici introdotti da<br />

altri e l’abilità ad acquisire la prospettiva altrui, attraverso il fornire una quantità <strong>di</strong> informazioni<br />

<strong>di</strong> sfondo o conosciute, sufficiente, ma non eccessiva (Prizant, Wetherby, Schuler, & Rydell,<br />

1997).<br />

Produzione <strong>di</strong> voce ed eloquio. Alcuni bambini piccoli autistici non sono in grado <strong>di</strong> acquisire ed<br />

usare l’eloquio come modalità primaria <strong>di</strong> comunicazione, a causa delle profonde menomazioni<br />

cognitive, <strong>della</strong> per<strong>di</strong>tà dell’u<strong>di</strong>to da grave a profonda, o dei gravi <strong>di</strong>sturbi <strong>della</strong> comprensione del<br />

linguaggio. Sono coinvolti meno frequentemente <strong>di</strong>sturbi neuromotori specifici dell’eloquio,<br />

includenti <strong>di</strong>saprassia evolutiva verbale, una <strong>di</strong>sfunzione nell’abilità a pianificare i movimenti<br />

coor<strong>di</strong>nati al fine <strong>di</strong> produrre sequenze intellegibili dei suoni d’eloquio, o <strong>di</strong>sartria, una debolezza o<br />

mancanza del controllo <strong>della</strong> muscolatura orale. Per gli in<strong>di</strong>vidui non verbali, o per quelli con<br />

eloquio <strong>di</strong> limitata intelligibilità, la valutazione <strong>di</strong>agnostica dovrebbe in<strong>di</strong>rizzarsi verso l’analisi <strong>della</strong><br />

qualità e varietà delle vocalizzazioni comunicative e delle abilità oro-motorie (es. il masticare,<br />

l’ingoiare). Negli in<strong>di</strong>vidui più verbali gli aspetti dell’eloquio da valutare, includono la metrica, il<br />

volume e la fluenza <strong>della</strong> produzione linguistica, specialmente se i <strong>di</strong>sturbi in questi parametri<br />

hanno un impatto negativo sulla competenza comunicativa.<br />

E’ raccomandato che siano usati dei test per la valutazione <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong> eloquio-linguaggiocomunicazione<br />

(Crais, 1995; Wetherby & Prizant, 1992) che (1) siano focalizzati sulle funzioni<br />

<strong>della</strong> comunicazione; (2) analizzino la comunicazione preverbale (gestualità, sguardo,<br />

vocalizzazioni); (3) considerino i segnali socio-affettivi; (4) profilino le abilità sociali,<br />

comunicative e simboliche; (5) valutino <strong>di</strong>rettamente il bambino, senza contare solo sulle<br />

descrizioni dei genitori; (6) permettano l’osservazione <strong>della</strong> comunicazione iniziata e spontanea,<br />

e (7) coinvolgano nella valutazione, <strong>di</strong>rettamente le persone che si occupano del bambino<br />

(Wetherby & Prizant, 1992).<br />

Valutazione cognitiva<br />

Sebbene i professionisti del Livello 1 possano aver ottenuto una stima approssimativa dello stato<br />

cognitivo del bambino (età mentale) usando mezzi <strong>di</strong> screening o classifiche sulle tappe principali<br />

dello sviluppo, tratti dai questionari e dai libri <strong>di</strong> testo prestampati per i bambini sani, conoscere<br />

lo stato mentale del bambino è importante per determinare il suo livello futuro <strong>di</strong> funzionamento.<br />

Questa è una chiave <strong>di</strong> criterio importante nella <strong>di</strong>agnosi dell’autismo quando si prova a stabilire<br />

una <strong>di</strong>screpanza fra il livello delle funzioni sociali del bambino e le sue funzioni cognitive ed<br />

adattive totali. Come è vero per i logope<strong>di</strong>sti, anche gli psicologi clinici e i pe<strong>di</strong>atri dello sviluppo<br />

sono operatori in<strong>di</strong>pendenti dei servizi per l’infanzia, che hanno responsabilità ad entrambi i livelli<br />

<strong>di</strong> screening e <strong>di</strong>agnosi, che possono essere o no compiuti in una singola sessione, oppure in<br />

<strong>di</strong>versi segmenti. Possono essere necessarie visite aggiuntive per adattare il bambino al<br />

cambiamento, così come alla novità delle procedure al fine <strong>di</strong> ottimizzare le possibilità che i<br />

risultati rappresentino accuratamente le abilità del soggetto. Mentre la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo è<br />

basata fondamentalmente sui sintomi clinici e la storia precoce, i risultati <strong>di</strong> una valutazione<br />

cognitiva possono aiutare una <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong>fferenziale, così come provvedere ad informazioni<br />

208


importanti per pianificare l’intervento e valutarne gli effetti. La ricerca ha <strong>di</strong>mostrato profili<br />

specifici nei test cognitivi, con performance scarse su obiettivi che si basano su processi<br />

monotoni, meccanici e percettivi e performance insufficienti su obiettivi che richiedono processi<br />

<strong>di</strong> più alto or<strong>di</strong>ne concettuale, deduzione, interpretazione, integrazione o astrazione (Minshew, &<br />

Goldstein, 1998). Questo modello è presente in sfere cognitive multiple, con <strong>di</strong>ssociazione fra<br />

processi semplici e complessi, <strong>di</strong>mostrati nelle aree del linguaggio, <strong>della</strong> memoria, <strong>della</strong> funzione<br />

esecutiva, <strong>della</strong> funzione motoria, <strong>della</strong> lettura, <strong>della</strong> matematica, e <strong>della</strong> prospettiva (Klinger &<br />

Dawson, 1995; Minshew, Goldstein, Taylor, & Siegel, 1994; Ozonoff, personal communication;<br />

Reed & Peterson, 1990; Rumsey & Hamburger, 1988).<br />

Sono stati condotti pochi stu<strong>di</strong> comparativi fra l’autismo e gli altri <strong>di</strong>sturbi, è dunque possibile<br />

che questi ultimi possano con<strong>di</strong>videre alcuni aspetti del profilo dell’autismo sull’elaborazione delle<br />

informazioni che considera le <strong>di</strong>fferenze nell’ambito comportamentale.<br />

In termini <strong>di</strong> valutazione intellettuale, la Wechsler Intelligence Scale for Children/ WISC-III<br />

(1991), e la Wechsler Adult Intelligence Scale/WAIS-III (1997) sono i possibili test per gli<br />

in<strong>di</strong>vidui a più alto funzionamento e per quelli più gran<strong>di</strong> con linguaggio verbale relativamente<br />

buono. <strong>Stu<strong>di</strong></strong> numerosi hanno <strong>di</strong>mostrato un modello particolare, caratteristico dell’autismo: il Q.I<br />

delle performance (QIP) più alto del Q.I verbale (QIV) e gli specifici sottotest interni <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nati,<br />

con il Block Design che è solitamente il più alto e il test <strong>della</strong> Comprehension che è invece il più<br />

basso (ve<strong>di</strong> Lincoln, Allen, & Kilmasian, 1995; citato in Lincoln, Allen, & Kilman, 1995a). La<br />

<strong>di</strong>visione QIV-QIP è comunque intensamente <strong>di</strong>pendente. Quando la Full Scale (FSIQ) e il QIV<br />

sono entrambe sopra il 70, l’80% <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui autistici non mostra <strong>di</strong>sparità significative QIV-<br />

QIP e le rimanenze sono ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong>vise fra coloro con QIP>QIV e coloro con QIP


Valutazione adattiva del comportamento<br />

E’ essenziale che sia raccolta dagli psicologi, una misurazione <strong>della</strong> funzione adattiva (la<br />

possibilità <strong>di</strong> autosufficienza nelle attività <strong>della</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana) per ogni bambino valutato per un<br />

han<strong>di</strong>cap mentale associato. La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> ritardo mentale poggia sia sulle funzioni intellettuali<br />

sotto la me<strong>di</strong>a (Q.I


semplicemente lo sviluppo motorio sud<strong>di</strong>viso in tappe fondamentali, durante lo screening<br />

infantile.<br />

La valutazione delle funzioni sensomotorie dovrebbe focalizzarsi sulla scoperta e la localizzazione<br />

dei deficit neurologici non evidenti, dal momento che i terapeuti occupazionali hanno esperienza<br />

specifica nella valutazione del loro impatto sulle abilità funzionali dell’in<strong>di</strong>viduo o sulle sue attività<br />

giornaliere. La valutazione delle abilità motorie è particolarmente importante in situazioni in cui si<br />

verificano problemi <strong>di</strong> ritardo, <strong>di</strong>sfunzione o regressione <strong>di</strong> tali abilità, al fine <strong>di</strong> documentare le<br />

aree <strong>di</strong> forza così come quelle <strong>di</strong> debolezza per progettare e pianificare l’intervento. La<br />

valutazione <strong>di</strong>agnostica delle abilità motorie fini e globali, può essere completata da personale<br />

qualificato (es. terapeuti occupazionali o <strong>della</strong> riabilitazione) con una ampia gamma <strong>di</strong> mezzi<br />

standar<strong>di</strong>zzati appropriati al livello <strong>di</strong> sviluppo dell’in<strong>di</strong>viduo autistico: possono essere comunque<br />

necessari adattamenti nel caso in cui la persona autistica abbia <strong>di</strong>fficoltà nel comprendere gli<br />

obiettivi o non sia molto cooperativa. Più importante ancora: le osservazioni qualitative <strong>di</strong> prassi<br />

(es. la pianificazione o l’attuazione in sequenza <strong>di</strong> nuovi modelli <strong>di</strong> movimento complessi;<br />

imitazione <strong>di</strong> movimenti o pantomine; organizzazione <strong>di</strong> azioni <strong>di</strong>rette a conquiste personali, con<br />

materiali dell’ambiente) sono parte <strong>della</strong> valutazione sensomotoria <strong>di</strong> importanza critica per gli<br />

in<strong>di</strong>vidui con autismo, dato che queste abilità sono spesso deficienti (Rogers, Bennetto, McEvoy,<br />

& Pennington, 1996; Stone, & Lemanek, 1990), e richiedono interventi specifici. Dovrebbero<br />

essere documentati <strong>di</strong> routine, attraverso le relazioni dei genitori o l’osservazione, le stereotipie<br />

motorie ripetitive, le posture inusuali, le stereotipie con oggetti e i comportamenti<br />

autolesionistici 64 . Sono riportati comunemente, nel 37-95% dei soggetti stu<strong>di</strong>ati, manierismi delle<br />

mani o delle <strong>di</strong>ta, dondolio del corpo e altri <strong>di</strong>sturbi motori, come posture inusuali (Adrien, Ornitz,<br />

Sauvage & Lelord, 1987; Elliott, 1990; Le Couteur et al., 1989; Ornitz, Guthrie, & Farley, 1977)<br />

spesso manifesti durante l’età prescolare (Lord, 1995). Lo sviluppo delle sterotipie,<br />

particolarmente in forme gravi (es. SIBs) può influenzare profondamente le risposte in<strong>di</strong>viduali e<br />

le prognosi per il trattamento <strong>di</strong> bambini autistici.<br />

Anche le abilità del processo sensorio sono, nell’autismo, visibilmente anormali. Sono stati<br />

riportati, nel 42-88% delle persone autistiche stu<strong>di</strong>ate, fra l’altro (Elliott 1990; Kientz & Dunn,<br />

1997; Le Couteur et al., 1989), preoccupazioni per le qualità sensorie <strong>degli</strong> oggetti, <strong>di</strong>fficoltà<br />

nella regolazione motoria, riflesse nella iper o ipo capacità <strong>di</strong> rispondere agli stimoli ambientali, e<br />

risposte paradossali agli stimoli sensori. Il processo sensorio richiede una valutazione <strong>di</strong>agnostica<br />

attuata attraverso le osservazioni da parte <strong>di</strong> esperti clinici collegate alle relazioni od ai<br />

questionari dei genitori, in quanto questi <strong>di</strong>sturbi possono avere un forte impatto sulle<br />

performance delle attività quoti<strong>di</strong>ane.<br />

The Sensory Integration and Praxis Test (Ayres, 1989). Di routine non sono richiesti come<br />

parte delle valutazioni <strong>di</strong>agnostiche dei bambini autistici. Comunque sia, questa batteria <strong>di</strong> test<br />

può essere usata su basi in<strong>di</strong>viduali, per scoprire modelli specifici <strong>di</strong> <strong>di</strong>sfunzioni sensorie<br />

integrative in bambini <strong>di</strong> età compresa fra i 4 e i 9 anni con funzioni cognitive nella me<strong>di</strong>a.<br />

Occupational Therapy Evaluation. Il terapista occupazionale, come elemento del team<br />

valutativo, deve decidere <strong>di</strong> fare lo screening e <strong>di</strong> valutare approfon<strong>di</strong>tamente un in<strong>di</strong>viduo<br />

autistico quando esistono dubbi riguardanti le sue abilità funzionali o le sue performance<br />

occupazionali (es. le abilità in<strong>di</strong>rizzate alla routine <strong>di</strong> ogni giorno). E’ importante che il terapeuta<br />

occupazionale abbia un’ampia comprensione dell’autismo e abbia esperienza nel <strong>di</strong>agnosticare<br />

persone <strong>di</strong> una particolare gamma <strong>di</strong> età (es. bambini o adulti). Il terapeuta occupazionale valuta<br />

per prime e principalmente, le performance specifice nelle aree del gioco o del <strong>di</strong>vertimento,<br />

64 Self-injurious Behaviors (SIBs)<br />

211


l’auto mantenimento attraverso le attività del vivere giornaliero, e le attività produttive <strong>di</strong> scuola<br />

o lavoro. In bambini piccoli con autismo il gioco è spesso <strong>di</strong>struttivo (Restall & Magill-Evans,<br />

1994; Stone & Lemanek, 1990) e richiede una valutazione particolare, in un contesto naturale.<br />

In un secondo tempo, il terapista occupazionale deve considerare tutte le componenti specifiche<br />

<strong>della</strong> performance o dei contesti che hanno un impatto sul funzionamente quoti<strong>di</strong>ano<br />

dell’in<strong>di</strong>viduo, informazioni queste che hanno importanza critica nel processo <strong>di</strong>agnostico del<br />

team, così come nel piano appropriato <strong>di</strong> intervento in<strong>di</strong>viduale. Fra le componenti specifiche<br />

notate come problematiche, ma non necessariamente peculiari alle persone con autismo, ci sono<br />

abilità motorie complesse pianificate (Mailloux, Parham, & Roley, 1998; Minshew et al., 1997),<br />

abilità del processo sensorio (Adrien et al., 1993, Baranek, 1999; Dahlgren & Gillberg, 1989,<br />

Kientz & Dunn, 1997; Ornitz, et al., 1977), abilità imitative (Rogers et al., 1996; Stone &<br />

Lemanek, 1990), abilità sociali e interpersonali (Gillberg et al., 1990; Stone & Hogan, 1993;<br />

Volkmar et al., 1993a), e abilità a relazionarsi con rigi<strong>di</strong>tà comportamentali o interessi limitati<br />

(Baranek, Foster & Berkson, 1997). Devono essere usati colloqui supplementari e relazioni dei<br />

genitori per corroborare i risultati dell’osservazione o le valutazioni standar<strong>di</strong>zzate,<br />

particolarmente quando queste siano state effettuate fuori dalla routine e dagli ambienti<br />

famigliari all’in<strong>di</strong>viduo.<br />

Valutazioni <strong>di</strong>agnostiche neurofisiologiche, comportamentali ed accademiche<br />

Gli psicologi formati per valutare in<strong>di</strong>vidui autistici possono giocare un ruolo importante nel<br />

pianificare gli interventi, nella valutazione delle risposte, e nella <strong>di</strong>agnosi e trattamento delle<br />

con<strong>di</strong>zioni psicologiche patologiche correlate. Si usano misure standar<strong>di</strong>zzate per stabilire le linee<br />

base delle funzioni delle sfere dell’appren<strong>di</strong>mento, <strong>della</strong> condotta, <strong>della</strong> socializzazione. La<br />

valutazione comportamentale attuata attraverso l’osservazione <strong>di</strong>retta è usata per in<strong>di</strong>viduare<br />

problemi <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento e <strong>di</strong> comportimento specifici, per stabilire le relazioni funzionali o del<br />

controllo <strong>di</strong> comportamenti inappropriati, per indurre progressi comportamentali, e per<br />

documentare l’efficacia dell’intervento. Questi sono servizi psicologici specializzati, richiedenti<br />

training ed esperienza appropriati. Valutazioni specifiche sono realizzate sulla base del profilo<br />

psicologico del bambino, preferenze <strong>di</strong> motivazione o rinforzo, stile <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento,<br />

caratteristiche sensorie e motorie (e anormalità associate), deficit specifici delle abilità sociali,<br />

competenze scolastiche, modelli <strong>di</strong> comportamento rituali o stereotipati, e stile <strong>di</strong> vita e relazioni<br />

famigliari. La ricerca più recente suggerisce che le compromissioni qualitative neuropsicologiche<br />

specifiche possono essere indentificate nella prima infanzia e che tali menomazioni sono<br />

correlate alla severità dei sintomi autistici (Dawson, 1996; Dawson, Meltzoff, Osterling, & Rinal<strong>di</strong>,<br />

1998). Fra i <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> menomazioni neuropsicologiche, rilevate nei bambini autistici, ci sono<br />

deficit nella memoria esplicita, nello stabilire regole appropriate alla situazione, nella memoria<br />

funzionale, nella pianificazione e nella inibizione delle risposte (Dawson, 1996). Per questo, può<br />

essere utile valutare tutta la gamma delle funzioni neuropsicologiche, incluse l’attenzione, la<br />

memoria, la prassi, il processo linguistico e visuospaziale, al fine <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare le strategie<br />

educative ad ogni specifico punto <strong>di</strong> forza e <strong>di</strong> debolezza del bambino.<br />

La valutazione delle funzioni e delle risorse famigliari<br />

La famiglia è la miglior risorsa del bambino. L’intervento dei genitori e il management delle<br />

strategie comportamentali suggerite da uno psicologo hanno un forte inpatto sullo stato <strong>di</strong><br />

sviluppo e sui sintomi autistici del bambino. Lo stress e la stanchezza dei genitori possono<br />

invece avere effetti opposti sul benessere del bambino.<br />

Dunque la valutazione del soggetto deve essere attuata all’interno del contesto famigliare. E’<br />

necessario determinare il livello <strong>di</strong> comprensione delle con<strong>di</strong>zioni del bambino da parte dei<br />

genitori, ed offrire loro consulenze e suggerimenti educativi appropriati. Si deve sapere se la<br />

212


famiglia ha supporti informali, come una famiglia estesa, dei vicini o <strong>degli</strong> amici che possono<br />

assisterli nelle responsabilità inerenti la crescita del bambino. Deve anche essere considerata la<br />

capacità <strong>della</strong> famiglia ad incontrare altre famiglie con bambini in con<strong>di</strong>zione simili. Spesso le<br />

famiglie imparano e comunicano <strong>di</strong> più con altri gruppi famigliari che con i me<strong>di</strong>ci. Infine, va<br />

valutato, basandosi sullo status socieconomico <strong>della</strong> famiglia e sullo status del bambino, il<br />

bisogno e la <strong>di</strong>sponibilità dei <strong>di</strong>versi servizi sociali al fine <strong>di</strong> fornire loro aiuto e sostegno.<br />

I lavoratori dell’ambito sociale, gli psicologi, e gli altri professionisti specializzati in famiglie <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>vidui autistici, possono essere i migliori nel valutare le <strong>di</strong>namiche familiari in relazione al ruolo<br />

dei genitori, al management delle strategie comportamentali e a come queste si in<strong>di</strong>rizzano<br />

specificatamente al bambino austico. Questi professionisti possono anche <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> risorse<br />

aggiuntive tagliate specificatamente sulle necessità <strong>di</strong> famiglie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui autistici. Infine<br />

possono essi stessi facilitare i gruppi <strong>di</strong> supporto ai genitori e pianificare i seminari dei genitori.<br />

Questa valutazione si focalizzerà sui temi specifici inerenti il tipo <strong>di</strong> profilo dello sviluppo<br />

identificato durante il Livello 2 <strong>della</strong> valutazione. Non si corre mai il rischio <strong>di</strong> enfatizzare troppo<br />

il fatto che la famiglia è la miglior risorsa del bambino. Sebbene esistono <strong>di</strong>verse variabili che<br />

confusamente influenzano le risposte adulte <strong>di</strong> un bambino, molti specialisti dell’autismo sono<br />

d’accordo sul fatto che la famiglia gioca un ruolo davvero molto importante. Una valutazione così<br />

estesa, può anche aiutare a determinare la qualità e la quantità delle risorse <strong>della</strong> comunità, dei<br />

programmi e <strong>della</strong> rete educativa <strong>di</strong> cui una famiglia particolare necessita. Ogni famiglia è unica<br />

nella propria ricerca <strong>di</strong> supporto e conoscenze.<br />

Livello 2. Indagini <strong>di</strong> laboratorio<br />

Test metabolici 65<br />

Sono state effettuate ampie gamme <strong>di</strong> analisi biochimiche <strong>di</strong> urina, sangue e liquido<br />

cerebrospinale, nel tentativo <strong>di</strong> identificare una specifica anormalità metabolica negli in<strong>di</strong>vidui<br />

autistici. Vi sono stati stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> errori innati sugli amminoaci<strong>di</strong>, i carboidrati, le purine, i pepti<strong>di</strong> e il<br />

metabolismo metacondriale, così come stu<strong>di</strong> tossicologici. La presenza documentata <strong>di</strong> sintomi<br />

simili all’autismo in in<strong>di</strong>vidui con errori innati del metabolismo ha portato a considerare i test <strong>di</strong><br />

screening come routine <strong>della</strong> valutazione <strong>di</strong> pazienti con severe compromissioni qualitative dello<br />

sviluppo (Steffenburg, 1991). Ma, la percentuale <strong>di</strong> bambini autistici che ha un <strong>di</strong>sturbo<br />

metabolico identificabile, è probabilmente inferiore al 5% (Dykens & Volkmar, 1997; Rutter,<br />

Bailey, Bolton & Le Couteur, 1994; Rutter et al., 1997). La maggioranza delle analisi biochimiche<br />

sono utili attualmente solo come mezzo <strong>di</strong> ricerca nello sforzo continuo per comprendere la<br />

biologia dell’autismo.<br />

Un test o una consulenza metabolica sono in<strong>di</strong>cati quando vi è una storia <strong>di</strong> letargia, vomito<br />

ciclico, crisi epilettiche precoci, tratti <strong>di</strong>smorfici, ritardo mentale o non esclusione <strong>di</strong> ritardo<br />

mentale, screening neonatale dubbio, nascita fuori dagli USA con assenza potenziale <strong>di</strong><br />

screening neonatale e <strong>di</strong> misure <strong>di</strong> salute pubblica.<br />

Come raccomandato dall’American College of Me<strong>di</strong>cal Genetics, un test metabolico selettivo<br />

dovrebbe essere iniziato solo in presenza <strong>di</strong> risultati clinici e fisici in<strong>di</strong>cativi (Curry et al., 1997).<br />

Test genetici 66<br />

Fra i <strong>di</strong>sturbi cromosomici associati all’autismo, la più comune anormalità descritta in ricerche<br />

recenti, è quella coinvolgente il proximal long arm del cromosoma 15 (15q11-q13), presente fra l’<br />

65 Metabolic Testing<br />

66 Genetic Testing<br />

213


1 ed il 4% dei casi che rispondono ai criteri per il <strong>di</strong>sturbo autistico (Cook et al., 1998; Gillberg,<br />

1998). Queste sono solitamente duplicazioni materne inherited, sia pseudo<strong>di</strong>centric 15<br />

(duplicazione inverted 15) o altri cromosomi segnati atipicamente, con uno o due extra copie<br />

dell’area sommariamente corrispondente alla tipica sindrome <strong>di</strong> Angelman (AS)/Sindrome <strong>di</strong> Prader<br />

Willi (PWS) regione cancellata, <strong>di</strong> approssimatamente 4 milioni <strong>di</strong> base pairs. I pazienti 15q<br />

hanno solitamente ritardo mentale da moderato a profondo. Nelle analisi <strong>di</strong> pazienti con <strong>di</strong>sturbo<br />

autistico, quelli in cui il Q.I era maggiore <strong>di</strong> 35, sono state trovate duplicazioni interstiziali <strong>di</strong><br />

15q11-13 in più del 1% dei pazienti e con maggior frequenza rispetto l’X Fragile o altri <strong>di</strong>sturbi<br />

cromosomici attualmente identificabili (Cook et al., 1998; Gillberg, 1998; Pericak-Vance et al.,<br />

1997; Schroer et al., 1998; Weidmer Mikhail, Sheldon, & Ghaziud<strong>di</strong>n, 1998). La sindrome <strong>di</strong><br />

Angelman, solitamente risultante da una cancellazione <strong>di</strong> materiale materno ere<strong>di</strong>tato 15q11-<br />

q13, è stata trovata in pazienti con autismo e ritardo mentale profondo (Gillberg, 1998; Schroer<br />

et al.,1998; Steffenburg, Gillberg, Steffenburg & Kyllerman, 1996). L’autismo è stato trovato<br />

anche in pazienti con PWS (Demb & Papola, 1995), sebbene ad un tasso inferiore rispetto alla<br />

frequenza <strong>di</strong> autismo nella sindrome <strong>di</strong> Angelman o alle duplicazioni <strong>di</strong> 15q11-13. E’ necessaria<br />

una conferma, attuata dalle indagini FISH per la regione PWS/AS, al fine <strong>di</strong> confermare evidenza<br />

<strong>di</strong> anormalità citogenetiche 15q11-13.<br />

Analisi del DNA per X Fragile e stu<strong>di</strong> del cariotipo ad alta risoluzione, sono in<strong>di</strong>cati per una<br />

<strong>di</strong>agnosi per autismo, ritardo mentale (o quando questo non può essere escluso), quando c’è<br />

una storia famigliare <strong>di</strong> X Fragile, o un ritardo mentale non <strong>di</strong>agnosticato, o se sono presenti<br />

tratti <strong>di</strong>smorfici (American College of Me<strong>di</strong>cal Genetics: Policy Statement, 1994). Dovrebbe<br />

essere comunque chiaro, che c’è una piccolissima possibilità <strong>di</strong> cariotipo positivo o X Fragile in<br />

presenza <strong>di</strong> autismo ad alto funzionamento. L’assenza <strong>di</strong> un test genetico positivo non esclude<br />

una base genetica per l’autismo. Se sono presenti le in<strong>di</strong>cazioni per l’analisi del DNA, per l’X<br />

Fragile e per stu<strong>di</strong> ad alta risoluzione cromosomica, ma la famiglia rifiuta i test, andrebbero<br />

ugualmente informati i membri <strong>della</strong> famiglia estesa sui potenziali rischi genetici <strong>di</strong> questo<br />

<strong>di</strong>sturbo cosicchè possano cercare consultazioni genetiche appropriate. Inoltre il rischio <strong>di</strong><br />

autismo ricorrente è stimato essere fra il 3 e il 7% da <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong> (Bolton et al., 1994; Jorde et<br />

al., 1990; Piven et al., 1990; Szatmari et al., 1993). Dunque, sebbene non ci sia attualmente<br />

un metodo prenatale per scoprire l’autismo, i genitori devono essere avvertiti sul fatto che<br />

esiste un aumento <strong>di</strong> circa il 50% <strong>di</strong> rischio dell’avere un secondo bambino con un <strong>di</strong>sturbo dello<br />

spettro autistico (da 1 su 20 ad 1 su 10, paragonato a 1 da 1 su 1000 a 1 su 500 per la<br />

popolazione generale).<br />

Test elettrofisiologici 67<br />

La presenza <strong>di</strong> epilessia in un gruppo <strong>di</strong> bambini autistici in età prescolare, è stata stimata nella<br />

misura del 7% (Rapin, 1996a), in un altro gruppo del 14% (Tuchman et al., 1991b), mentre la<br />

prevalenza totale nella maturità è stimata essere fra il 20 ed il 35% (Minshew et al., 1997). I<br />

punti più alti <strong>della</strong> strutturazione delle crisi epilettiche sono toccati nella prima infanzia e<br />

successivamente nell’adolescenza (Gillberg & Steffenburg, 1987; Lockyer & Rutter, 1970;<br />

Minshew et al., 1997; Rossi, Parmeggiani, Bach, <strong>San</strong>tucci, & Visconti, 1995; Volkmar & Nelson,<br />

1990; Wong, 1993). Il ritardo mentale, con o senza anormalità motorie e storie famigliari <strong>di</strong><br />

epilessia, è un importante fattore a rischio per lo sviluppo <strong>di</strong> crisi epilettiche in in<strong>di</strong>vidui autistici.<br />

La relazione fra autismo con un precoce corso regressivo (prima dei 36 mesi), CDD (dopo i 36<br />

mesi), la sindrome <strong>di</strong> Landau-Kleffner (Landau & Kleffner, 1957, 1998) e lo stato epilettico<br />

67 Electrophysiologic Testing<br />

214


elettrico nel sonno (ESES) 68 è ancora poco chiara, come lo sono le sottostanti etiologie e<br />

patofisiologie (Bristol et al., 1996; Tuchman & Rapin, 1997). Sono state riportate anche<br />

regressioni nell’adolescenza associate a strutturazione <strong>di</strong> crisi epilettiche con per<strong>di</strong>ta successiva<br />

del linguaggio e delle abilità cognitive (Lockyer & Rutter, 1970), ma poco si sa delle cause e<br />

predominanze (Minshew et al., 1997).<br />

Le crisi possono essere <strong>di</strong> tutti i tipi, ma sembrano prevalenti quelle complesse, con anormalità<br />

dell’EEG più frequenti sui lobi temporali (Olsson et al., 1988). Il riconoscimento <strong>di</strong> crisi<br />

parzialmente complesse in in<strong>di</strong>vidui autistici è complicato dalla tendenza ad accusare<br />

comportamenti insoliti nell’autismo e dalla mancanza <strong>di</strong> correlazione <strong>di</strong>retta fra crisi cliniche e<br />

attività parossistica nell’EEG (Minshew et al., 1997). In aggiunta, uno stu<strong>di</strong>o recente suggerisce<br />

che ci può essere una relazione casuale fra un sottogruppo <strong>di</strong> bambini con regressione autistica<br />

e EEG definito ‘epilessia focale benigna’ (Nass, Gross, & Devinsky, 1998). Ogni comportamento<br />

come la fissità dello sguardo, la cessazione dell’attività o l’aumento dell’aggressività, associate a<br />

confusione, dovrebbero far partire un alto in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sospetti riguardanti crisi parzialmente<br />

complesse negli in<strong>di</strong>vidui autistici.<br />

In<strong>di</strong>cazioni per un EEG prolungato in privazione <strong>di</strong> sonno, con un’adeguata analisi delle onde lente<br />

del sonno, include l’evidenza <strong>di</strong> crisi cliniche, una storia <strong>di</strong> regressione (clinicamente significante<br />

è la per<strong>di</strong>ta delle funzioni sociali e comunicative) ad ogni età, ma specialmente in bambini piccoli<br />

e <strong>di</strong> età prescolare, e in situazioni dove vi è un alto in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sospetti clinici che l’epilessia,<br />

clinica o subclinica, sia presente. Attualmente non vi è ragione <strong>di</strong> raccomandare analisi EEG a<br />

tutte le persone autistiche (Rapin, 1995, 1997; Rossi et al., 1995; Tuchman, Jayakar, Yaylali, &<br />

Villalobos, 1997; Tuchman, 1994, 1995; Tuchman & Rapin, 1997; Tuchman et al., 1991b).<br />

Eccetto per i test specifici notati prima, le analisi <strong>di</strong> potenziali evocati (Ciesielski, Knight, Prince,<br />

Harris, & Handmaker, 1995; Kemner, Verbaten, Cuperus, Camfferman, & Van Engeland, 1994;<br />

Kemner, Verbaten, Cuperus, Camfferman, & Van Engeland, 1995; Lincoln, Courchesne, Harms, &<br />

Allen, 1995b; Rapin & Dunn, 1997; Verbaten, Roelofs, Van Engeland, Kenemans, & Slangen,<br />

1991) e le magnetoencefalografie (Chuang, Otsubo, Hwang, Orrison, & Lewine, 1995; Morrell et<br />

al., 1995; Salmelin, Service, Kiesila, Uutela & Salonen, 1996) sono considerate essere mezzi <strong>di</strong><br />

ricerca nella valutazione dell’autismo, attualmente senza evidenza <strong>di</strong> utilità clinica <strong>di</strong> routine.<br />

Neuroimmagini 69<br />

Gli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> tomografia compiuterizzata (TAC) 70 durante gli anni settanta ed ottanta, riportarono<br />

un’ampia gamma <strong>di</strong> immagini <strong>di</strong> anormalità cerebrali, che rafforzarono l’allora prevalente visione <strong>di</strong><br />

molti casi <strong>di</strong> autismo come, in ultima analisi, attribuibili ad un sottostante <strong>di</strong>sturbo strutturale.<br />

Questa prospettiva dell’autismo, insieme alla pratica clinica generale, in neurologia infantile <strong>di</strong><br />

includere ecografie nelle ricerche delle cause per i ritar<strong>di</strong> non spiegati nello sviluppo dei bambini<br />

piccoli, portò alla standar<strong>di</strong>zzazione delle tomografie (TC), come parte <strong>della</strong> valutazione <strong>di</strong><br />

bambini <strong>di</strong>agnosticati come autistici durante gli anni settanta ed ottanta. Questa prospettiva<br />

cambiò sostanzialmente grazie all’importante stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Demasio et al. (1980) che <strong>di</strong>mostrò come<br />

le anormalità tomografiche del cervello negli in<strong>di</strong>vidui autistici erano associate solo alla presenza<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi coesistenti, piuttosto che con l’autismo in sé.<br />

In una revisione <strong>di</strong> più <strong>di</strong> 400 immagini <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in soggetti autistici, fu riportata, una presenza<br />

davvero bassa <strong>di</strong> lesioni focali o altre anormalità e la loro inconsistente localizzazione le segnò<br />

68 Electrical Status Epilepticus During Slow Wave Sleep<br />

69 Neuroimaging<br />

70 Computed Tomographic<br />

215


come co-incidentali (Filipek et al., 1992a). In uno stu<strong>di</strong>o conseguente, la prevalenza <strong>di</strong> lesioni<br />

sulla RM (evidenziate con Risonanza Magnetica (RM) 71 in bambini con autismo fu uguale a quella<br />

dei bambini normali <strong>di</strong> controllo (Filipek et al., 1992b). Una serie <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> TC e immagini <strong>di</strong><br />

risonanza magnetica (RM) in soggetti autistici valutati al fine <strong>di</strong> escludere quelli con <strong>di</strong>sturbi<br />

identificabili <strong>di</strong>versi dall’autismo (ve<strong>di</strong> le valutazioni <strong>di</strong> Minshew et al., 1994, 1996b.; Filipek et<br />

al., 1992a, 1996, 1999) hanno confermato l’assenza <strong>di</strong> anormalità cerebrali significativamente<br />

rintracciabili, come caratteristica dell’autismo. La percezione clinica che le immagini strutturali<br />

cerebrali debbano essere incluse <strong>di</strong> routine nella valutazione atta ad identificare evidenti<br />

anormalità cerebrali causanti l’autismo, non è dunque più vista come valida (Filipek, 1999). Gli<br />

stu<strong>di</strong> sulle immagini funzionali sono un tentativo <strong>di</strong> ricerca per l’autismo e attualmente non hanno<br />

un ruolo nella <strong>di</strong>agnosi clinica. Con l’avvento dei meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> immagini funzionali, come il functional<br />

MRI (fMRI), la single photon emission tomography (SPECT), e la positron emission tomography<br />

(PET), ci si aspetta che tali stu<strong>di</strong> giochino in ruolo maggiore nel definire le basi cerebrali per le<br />

menomazioni comportamentali nell’autismo, ma solo come mezzi <strong>di</strong> ricerca. Il valore <strong>di</strong> questi<br />

stu<strong>di</strong> <strong>di</strong>penderà pesantemente dalla strutturazione dei para<strong>di</strong>gmi <strong>di</strong> attivazione, dalla<br />

documentazione dell’obiettivo <strong>della</strong> domanda dei para<strong>di</strong>gmi per gli in<strong>di</strong>vidui e dalla interpretazione<br />

dei risultati entro il più ampio contesto <strong>di</strong> ciò che è conosciuto sulla funzione<br />

neurocomportamentale nell’autismo. In riguardo a ciò è dato un valore crescente al modello<br />

cognitivo dell’autismo come <strong>di</strong>sturbo selettivo delle abilità complesse del processo <strong>di</strong><br />

informazione e come <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong> deficit multipli primari (Minshew & Goldstein, 1998). La<br />

presenza <strong>di</strong> tratti neurologici non è spiegata semplicemente dalla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo (es.<br />

<strong>di</strong>sfunzioni dei nervi cranici, severo mal <strong>di</strong> testa ecc.), ma questi possono essere un in<strong>di</strong>cazione<br />

per l’imaging, nel quel caso si applicano gli standard usuali <strong>di</strong> pratica (Filipek, 1999). L’autismo <strong>di</strong><br />

per se non è considerato essere un’in<strong>di</strong>cazione per le neuroimaging, anche in presenza <strong>di</strong><br />

megaencefalite.<br />

Test <strong>di</strong> valore non provato<br />

Non vi sono motivi sufficienti per effettuare, negli in<strong>di</strong>vidui autistici, test clinici <strong>di</strong> routine inerenti<br />

l’analisi del capello, per trovare tracce <strong>di</strong> elementi (Gentile, Trentalange, Zamichek, & Coleman,<br />

1983; Shearer, Larson, Neuschwander, & Gedney, 1982; Wecker, Miller, Cochran, Dugger, &<br />

Johnson, 1985), inerenti gli anticorpi celiaci (Pavone, Fiumara, Bottaro, Mazzone, & Coleman,<br />

1997), i test <strong>di</strong> allergie (in particolare allergie alimentari al glutine, alla caseina, alla can<strong>di</strong>da e ad<br />

altre muffe) (Lucarelli et al., 1995), le anormalità immunologiche o neurochimiche (Cook, Perry,<br />

Dawson, Wainwright, & Leventhal, 1993; Singh, Warren, Averett, & Ghaziud<strong>di</strong>n, 1997; Yuwiler et<br />

al., 1992), i micronutrienti come i livelli vitaminici (Findling et al., 1997; LaPerchia, 1987; Tolbert,<br />

Haigler, Waits, & Dennis, 1993), gli stu<strong>di</strong> sulla permeabilità intestinale (D’Eufemia et al., 1996), le<br />

analisi fecali e dei pepti<strong>di</strong> urinari (Le Couteur, Trygstad, Evered, Gillberg, & Rutter, 1998), i<br />

<strong>di</strong>sturbi mitocondriali (includenti lattato e pyruvate) (Lombard, 1998), i test sulla funzione <strong>della</strong><br />

tiroide (D.J. Cohen, Young, Lowe, & Harcherik, 1980; Hashimoto et al., 1991) o gli stu<strong>di</strong> su<br />

erythrocyte glutathione peroxidase (Michelson, 1998).<br />

Referti verso interventi precoci<br />

Riba<strong>di</strong>amo che i me<strong>di</strong>ci del Livello 2 devono in<strong>di</strong>rizzare le persone ad un intervento precoce<br />

appropriato o al team scolastico se i me<strong>di</strong>ci del Livello 1 non hanno fatto ciò. Se il bambino è<br />

coinvolto in un programma, i risultati delle valutazioni del Livello 2 ottenute dagli psicologi, dai<br />

71 Magnetic Resonance Imaging<br />

216


logope<strong>di</strong>sti e dai terapeuti occupazionali, devono essere comunicate allo staff nello sforzo <strong>di</strong><br />

in<strong>di</strong>rizzare meglio le strategie <strong>di</strong> intervento ai bisogni particolari del bambino.<br />

RACCOMANDAZIONI<br />

Livello 1: Screening <strong>di</strong> routine sullo sviluppo<br />

1. Tutti i professionisti coinvolti nelle cure <strong>di</strong> bambini piccoli (pe<strong>di</strong>atri, neurologi, psichiatri,<br />

psicologi, au<strong>di</strong>ologi, logope<strong>di</strong>sti e ortofonici, terapeuti <strong>della</strong> riabilitazione e terapeuti<br />

occupazionali), dovrebbero avere sufficiente famigliarità con i segni ed i sintomi dell’autismo<br />

tanto da riconoscere i possibili in<strong>di</strong>catori del bisogno sociale, <strong>della</strong> comunicazione e del<br />

comportamento, per una ulteriore valutazione <strong>di</strong>agnostica.<br />

2. Lo screening dello sviluppo dovrebbe essere attuato su ogni bambino in ogni visita <strong>di</strong><br />

controllo durante l’infanzia, il periodo prescolastico e ad ogni età successiva se si<br />

evidenziano preoccupazioni riguardanti l’adattamento sociale, l’appren<strong>di</strong>mento e il<br />

comportamento. Gli strumenti raccomandati per questo screeening includono: The Ages and<br />

Stages Questionnaire (ASQ), The BRIGANCE (R) Screens, The Child Developmental<br />

Inventories (CD’s) e il Parents Evaluation Developmental Status (PEDS). E’ raccomandato<br />

anche l’uso <strong>di</strong> indagini specifiche sullo sviluppo, come sottolineato nel testo, per verificare<br />

specificatamente ogni preoccupazione dei genitori inerente lo sviluppo stesso. Il Denver-II<br />

(chiamato precedentemente Denver Developmental Screening Test-Revised) non è<br />

raccomandato come mezzo appropriato per queste valutazioni.<br />

3. Le seguenti tappe fondamentali dello sviluppo sono quasi universalmente presenti entro le<br />

età in<strong>di</strong>cate. L’assenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong> queste è in<strong>di</strong>cazione assoluta per procedere ad analisi più<br />

approfon<strong>di</strong>te. Ritar<strong>di</strong> nell’ottenimento dei referti <strong>di</strong> questi test possono tradursi nel ritardo<br />

<strong>della</strong> <strong>di</strong>agnosi e del trattamento precoci ed avere effetti negativi sulle risposte a lungo<br />

termine del bambino.<br />

−<br />

−<br />

−<br />

−<br />

−<br />

Nessuna lallazione entro i 12 mesi.<br />

Nessuna gestualità (in<strong>di</strong>care, salutare, etc.) entro i 12 mesi.<br />

Nessuna parola singola entro i 16 mesi.<br />

Nessuna frase minima spontanea <strong>di</strong> due parole (non solo ecolalia)<br />

entro i 24 mesi.<br />

Ogni per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> qualunque abilità linguistica o sociale ad ogni età.<br />

4. Indagini <strong>di</strong> laboratorio <strong>di</strong> Livello 1. Preoccupazioni riguardanti l’eloquio, il linguaggio, o i<br />

problemi u<strong>di</strong>tivi, emerse nei genitori o nel me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> base, devono fungere da spinte verso<br />

l’ottenimento imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> un referto proveniente da una valutazione au<strong>di</strong>ologica, senza dare<br />

importanza al fatto che il bambino avesse “superato”il test u<strong>di</strong>tivo neonatale. La valutazione<br />

<strong>di</strong>agnostica au<strong>di</strong>ologica dovrebbe essere attuata in centri dotati <strong>di</strong> au<strong>di</strong>ologi qualificati e<br />

specializzati, meto<strong>di</strong> <strong>di</strong> test e tecnologie attuali. Centri me<strong>di</strong>ci senza queste qualifiche<br />

dovrebbero stipulare accor<strong>di</strong> consorziali con altri centri capaci invece <strong>di</strong> provvedere a questo<br />

tipo <strong>di</strong> valutazioni per i bambini autistici. Controlli perio<strong>di</strong>ci del piombo devono essere attuati<br />

su ogni bambino autistico con pica.<br />

5. I professionisti coinvolti nella cura dei bambini piccoli, devono avere famigliarità anche con<br />

almeno uno dei tanti strumenti <strong>di</strong> screening per i bambini autistici (es. la Checklist for Autism<br />

217


in Toddlers (CHAT), il Pervasive Developmental Disorders Screening Test (PDDST), o, per i<br />

bambini verbali più gran<strong>di</strong>, la Australian Scale for Asperger’s Syndrome).<br />

6. Nei fratellini <strong>di</strong> bambini autistici devono essere monitorati molto attentamente, lo sviluppo<br />

sociale, <strong>della</strong> comunicazione, del gioco e del comportamento, non solo per i sintomi relati<br />

all’autismo, ma anche per ritar<strong>di</strong> del linguaggio, <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, ansietà o sintomi<br />

depressivi.<br />

7. Come emanato dalla Public Law 99-457, e come riautorizzato dalla Public Law 105-17:<br />

In<strong>di</strong>viduals with Disabilities Education Act-IDEA (1997), devono essere in<strong>di</strong>rizzati ad<br />

interventi precoci, iniziati dal me<strong>di</strong>co dei servizi per l’infanzia. I bambini con meno <strong>di</strong> 36 mesi<br />

devono avere come punto <strong>di</strong> riferimento lo “zero-to-three service system” <strong>della</strong> loro<br />

comunità; mentre i bambini <strong>di</strong> 36 mesi e più devono poter contare sul <strong>di</strong>stretto scolastico<br />

locale.<br />

8. Gli healthcare providers dovrebbero parlare <strong>di</strong> più e in modo più rassicurante sull’autismo, che<br />

è un <strong>di</strong>sturbo trattabile con un’ampia gamma <strong>di</strong> risposte. Le informazioni sulla beneficità<br />

dell’intervento precoce nei bambini autistici devono essere ampiamente <strong>di</strong>ffuse sia fra i<br />

professionisti dell’healthcare che fra coloro che lavorano con bambini piccoli e famiglie.<br />

9. I mezzi <strong>di</strong> screening per i bambini più gran<strong>di</strong> con lievi sintomi autistici, devono essere resi<br />

largamente accessibili nei settings educativi e ricreazionali, laddove le <strong>di</strong>fficoltà dei bambini<br />

sono spesso più visibili, così come nei settings inerenti la salute e ciò che è ad essa<br />

relazionato. Anche i pe<strong>di</strong>atri possono e dovrebbero giocare un ruolo importante nel sollevare<br />

un autismo sospetto, aprendo la strada verso l’appropriata valutazione <strong>di</strong>agnostica <strong>di</strong> un<br />

professionista con conoscenze sull’autismo negli in<strong>di</strong>vidui verbali.<br />

Livello 2: Diagnosi e valutazione <strong>di</strong> autismo<br />

1. Secondo questo Panel il Livello 2, inerente la <strong>di</strong>agnosi e la valutazione, dovrebbe essere<br />

attuato solo dai professionisti specializzati nel trattamento <strong>di</strong> bambini con autismo.<br />

2. La <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo deve essere fatta basandosi accuratamente sui criteri clinici e del<br />

DSM-IV e dovrebbe includere l’uso <strong>di</strong> uno strumento <strong>di</strong>agnostico con, come minimo,<br />

sensibilità moderata e buona specificità per l’autismo. Deve essere pianificato tempo<br />

sufficiente sia per i colloqui standar<strong>di</strong>zzati con i genitori inerenti le preoccupazioni attuali e la<br />

storia comportamentale relazionata all’autismo, sia, <strong>di</strong>rettamente, l’osservazione strutturata<br />

del comportamento e del gioco sociale e comunicativo. Gli strumenti per questi colloqui<br />

includono la Gilliam Autism Rating Scale (GARS), la The Parent Interview for Autism (PIA), il<br />

The Pervasive Developmental Disorders Screening Test-Stage 2 (PDDST), o la Autism<br />

Diagnostic Interview-Revised (ADI-R). Gli strumenti per l’osservazione <strong>di</strong>retta, includono<br />

lo Screening Tool for Autism in Two-Year-Olds (STAT), la Childhood Autism Rating Scale<br />

(CARS), e la Autism Diagnostic Observation Schedule-Generic (ADOS-G).<br />

3. Anche gli in<strong>di</strong>vidui con autismo lieve devono ricevere valutazioni <strong>di</strong>agnostiche adeguate e<br />

<strong>di</strong>agnosi appropriata, usando standard pratici simili a quelli sottolineati sopra.<br />

4. Le valutazioni <strong>di</strong>agnostiche devono in<strong>di</strong>rizzarsi anche a quei fattori che non sono specifici<br />

dell’autismo, includenti <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> menomazioni linguistiche, l’han<strong>di</strong>cap mentale e la<br />

presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi del comportamento non specifici, come l’iperattività, l’aggressività,<br />

l’ansietà, la depressione o i <strong>di</strong>sturbi specifici dell’appren<strong>di</strong>mento, che possono avere effetti<br />

significativi sulle risposte e sul trattamento <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui autistici.<br />

5. La valutazione estesa me<strong>di</strong>ca e neurologica dovrebbe focalizzarsi sulla ricerca <strong>di</strong> danni<br />

cerebrali acquisiti, <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni patologiche, o <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà comuni nell’autismo: gravidanza,<br />

218


parto, storia perinatale, storia dello sviluppo includente le tappe fondamentali, regressione<br />

nella prima infanzia e negli anni successivi, eventi encefalopatici, <strong>di</strong>sturbo dell’attenzione,<br />

<strong>di</strong>sturbi relativi a crisi EEG (assenza o generalizzate), depressione o mania, comportamenti<br />

problematici, come irritabilità, autolesionismo, <strong>di</strong>sturbi del sonno e dell’alimentazione e pica<br />

per una possibile esposizione al piombo. La storia famigliare dovrebbe specificatamente<br />

indagare sulla famiglia sia n nucleare che estesa in riguardo all’autismo, al ritardo mentale,<br />

alla sindrome da X Fragile e alla sclerosi tuberosa per possibili implicazioni riguardanti la<br />

necessità <strong>di</strong> successive valutazioni cromosomiche o genetiche. Dovrebbero essere<br />

identificati inoltre i membri <strong>della</strong> famiglia con <strong>di</strong>sturbi affettivi o <strong>di</strong> ansietà ed il loro impatto<br />

sulla cura del bambino e <strong>della</strong> struttura famigliare stessa. L’esaminazione fisica e neurologica<br />

dovrebbe includere: le misurazioni longitu<strong>di</strong>nali <strong>della</strong> circonferenza <strong>della</strong> testa, i tratti insoliti<br />

(facciali, delle estremità, <strong>della</strong> statura ecc.) suggerenti la necessità <strong>di</strong> valutazioni genetiche,<br />

le anormalità neurocutanee (richiedenti una esaminazione con la lampada ultravioletta <strong>di</strong><br />

Wood), la postura, il tono, i riflessi, i nervi cranici e lo stato mentale, includente il linguaggio<br />

verbale e non verbale ed il gioco.<br />

6. Su tutti i bambini che falliscono le procedure <strong>di</strong> screening dello sviluppo del linguaggio,<br />

dovrebbero essere attuate valutazioni <strong>di</strong>agnostiche <strong>della</strong> comunicazione, dell’eloquio e del<br />

linguaggio, da un logope<strong>di</strong>sta o da uno specialista con esperienza nel valutare i bambini<br />

autistici. In questa valutazione <strong>di</strong>agnostica dovrebbero essere usate strategie <strong>di</strong>verse,<br />

includenti, ma non limitate, agli strumenti <strong>di</strong>retti standar<strong>di</strong>zzati all’osservazione naturalistica,<br />

ai colloqui con i genitori e a procedure focalizzate sulle abilità socio-pragmatiche. I risultati<br />

<strong>della</strong> valutazione <strong>di</strong> eloquio, linguaggio e comunicazione, devono essere sempre interpretati in<br />

relazione alle abilità cognitive, motorie e socioemozionali del bambino.<br />

7. Una valutazione cognitiva dovrebbe essere effettuata su tutti i bambini autistici da psicologi<br />

o pe<strong>di</strong>atri dello sviluppo, esperti nell’autismo e dovrebbe includere l’analisi <strong>della</strong> famiglia<br />

(genitori e fratellini), dei punti <strong>di</strong> forza, dei talenti, <strong>degli</strong> stress e <strong>degli</strong> adattamenti, così<br />

come delle risorse e dei supporti. Gli psicologi che lavorano con i bambini autistici dovrebbero<br />

avere famigliarità con un’ampia gamma <strong>di</strong> teorie e approcci specifici per questa popolazione.<br />

Gli strumenti psicologici dovrebbero essere appropriati all’età mentale e cronologica,<br />

dovrebbero fornire una gamma totale (verso la <strong>di</strong>rezione inferiore) dei punteggi standard,<br />

includenti le misurazioni in<strong>di</strong>pendenti dei punteggi sulle abilità verbali e nonverbali, un in<strong>di</strong>ce<br />

generale <strong>di</strong> abilità e dovrebbero avere norme attuali in<strong>di</strong>pendenti dalle abilità sociali.<br />

8. Dovrebbe essere raccolta dagli psicologi, per ogni bambino valutato per han<strong>di</strong>cap mentale<br />

associato, una misurazione delle funzioni adattive. Per far ciò gli strumenti raccomandati<br />

includono le Vineland Adaptive Behavior Scales e le Scales of In<strong>di</strong>pendent Behavior-Revised<br />

(SIB-R).<br />

9. Devono essere considerati screening e valutazioni totali delle abilità sensomotorie, eseguite<br />

da professionisti qualificati (terapisti occupazionali e terapeuti <strong>della</strong> riabilitazione) con<br />

esperienza nel testare persone autistiche, includenti una valutazione <strong>della</strong> motricità fine e<br />

globale, <strong>della</strong> prassi, delle abilità sensorie, dei manierismi inusuali o stereotipati e dell’impatto<br />

<strong>di</strong> queste componenti sulla vita <strong>della</strong> persona autistica.<br />

10. Una valutazione <strong>di</strong> terapia occupazionale è in<strong>di</strong>cata quando un in<strong>di</strong>viduo autistico ha <strong>di</strong>sturbi<br />

nelle abilità funzionali o nelle performance occupazionali, nelle aree del gioco o del<br />

<strong>di</strong>vertimento, dell’auto-mantenimento durante le attività del vivere quoti<strong>di</strong>ano, e negli<br />

obiettivi produttivi <strong>di</strong> scuola e lavoro. Il terapista occupazionale potrà valutare tutte queste<br />

aree nel contesto <strong>di</strong> ambienti <strong>di</strong>versi, e, attraverso le analisi delle attività, potrà valutare<br />

219


anche i contributi dei componenti delle abilità <strong>di</strong> performance (es. il processo sensorio, le<br />

abilità motorie fini, le abilità sociali) nelle conquiste <strong>di</strong>rette alle routine <strong>di</strong> tutti i giorni.<br />

11. Dovrebbe essere attuata valutazione neuropsicologica, comportamentale ed accademica, in<br />

aggiunta a quella cognitiva, al fine <strong>di</strong> includere nell’analisi anche le abilità comunicative, le<br />

abilità sociali e relazionali, le funzioni educative, i comportamenti problematici, lo stile <strong>di</strong><br />

appren<strong>di</strong>mento e le motivazioni e i rinforzi, le funzioni sensorie e l’autoregolazione.<br />

12. Dovrebbero essere valutate anche le funzioni famigliari al fine <strong>di</strong> determinare il livello <strong>di</strong><br />

comprensione dei genitori delle con<strong>di</strong>zioni del loro bambino e offrire loro consigli ed<br />

educazione appropriati. Basandosi sullo status socioeconomico <strong>della</strong> famiglia e sullo status<br />

del bambino, va valutato il bisogno e la <strong>di</strong>sponibilità dei <strong>di</strong>versi servizi sociali al fine <strong>di</strong> fornire<br />

sollievo e sostegno.<br />

13. La valutazione delle risorse famigliari dovrebbe essere compiuta dagli operatori sociali, dagli<br />

psicologi o da altri professionisti specializzati in famiglie <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui autistici, da coloro che<br />

potrebbero essere meglio capaci a valutare le <strong>di</strong>namiche famigliari in relazione all’essere<br />

genitori e al management delle strategie comportamentali e <strong>di</strong> come esse si relazionano<br />

specificatamente al bambino autistico.<br />

14. La valutazione <strong>di</strong> laboratorio del Livello 2, può includere, se in<strong>di</strong>cati, i seguenti test:<br />

(a) un test od una consultazione metabolica è in<strong>di</strong>cata da una storia <strong>di</strong> letargia, vomito<br />

ciclico, crisi epilettiche precoci; tratti <strong>di</strong>smorfici, ritardo mentale o non esclusione <strong>di</strong><br />

questo, dubbi inerenti l’occorrenza o l’adeguatezza dello screening neonatale in nascite<br />

negli U.S.A. o in nascite fuori dagli U.SA. in<strong>di</strong>canti un’assenza potenziale <strong>di</strong> screening<br />

neonatali e <strong>di</strong> misurazioni <strong>di</strong> salute pubblica. Come raccomandato dall’American<br />

College of Me<strong>di</strong>cal Genetics, i test metabolici selettivi dovrebbero essere iniziati solo<br />

in presenza <strong>di</strong> suggestivi in<strong>di</strong>catori clinici e fisici.<br />

(b) Test genetici, specificatamente analisi del DNA per X Fragile e stu<strong>di</strong> cromosomici <strong>di</strong><br />

cariotipo ad alta risoluzione, sono in<strong>di</strong>cati per la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo, <strong>di</strong> ritardo mentale<br />

(o quando il ritardo mentale non può essere escluso), se c’è una storia famigliare <strong>di</strong> X<br />

Fragile o ritardo mentale non <strong>di</strong>agnosticato, o se sono presenti tratti <strong>di</strong>smorfici. E’<br />

chiaro che vi è solo una piccola possibilità <strong>di</strong> test <strong>di</strong> cariotipo o X Fragile positivi in<br />

presenza <strong>di</strong> autismo ad alto funzionamento. Se la famiglia rifiuta i test genetici,<br />

dovrebbe comunque informare i membri <strong>della</strong> famiglia estesa sul potenziale rischio<br />

genetico <strong>di</strong> questo <strong>di</strong>sturbo, affinché essi possano cercare consigli genetici appropriati.<br />

Sebbene non esista attualmente un metodo prenatale per in<strong>di</strong>viduare l’autismo, i<br />

genitori dei bambini autistici dovrebbero essere informati del 50% <strong>di</strong> possibilità <strong>di</strong> avere<br />

un altro bambino autistico (da 1 su 10 ad 1 su 20, come paragonato ad 1 su 500 nella<br />

popolazione generale).<br />

(c) Le in<strong>di</strong>cazioni per un EEG con prolungata deprivazione <strong>di</strong> sonno e con analisi adeguate<br />

del sonno a onde lente, includono la presenza <strong>di</strong> crisi epilettiche cliniche, una storia <strong>di</strong><br />

regressione (clinicamente significante la per<strong>di</strong>ta <strong>della</strong> funzione sociale e <strong>della</strong><br />

comunicazione) ad ogni età, ma specialmente in bimbi piccoli e <strong>di</strong> età prescolare e le<br />

situazioni in cui vi è un alto in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> sospetti clinici che possa essere presente<br />

l’epilessia, clinica o subclinica. Non vi è attualmente alcuna ragione per raccomandare<br />

stu<strong>di</strong> EEG a tutti gli in<strong>di</strong>vidui autistici. Sono attualmente considerati mezzi <strong>di</strong> ricerca<br />

nella valutazione dell’autismo, senza evidenza clinica d’utilità <strong>di</strong> routine, anche altre<br />

risorse relative ad eventi me<strong>di</strong>ci e a magnetoencefalografie.<br />

220


(d) La necessità <strong>di</strong> neuroimmagini può essere in<strong>di</strong>cata dalla presenza <strong>di</strong> tratti neurologici<br />

non spiegati dalla <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> autismo (es. esaminazione motoria asimmetrica,<br />

<strong>di</strong>sfunzione dei nervi craniali, forte mal <strong>di</strong> testa), nel qual caso si applicano gli standard<br />

<strong>di</strong> pratica usuali. La routine clinica <strong>di</strong> neuroimmagini, non ha nessun ruolo nell’attuale<br />

valutazione <strong>di</strong>agnostica dell’autismo, anche in presenza <strong>di</strong> megalocefalia autistica. Le<br />

modalità funzionali <strong>di</strong> immagini 72 (fMRI, SPECT e PET) sono, al presente, considerate<br />

solamente come mezzi <strong>di</strong> ricerca nella valutazione dell’autismo.<br />

(e) Test <strong>di</strong> valore non provato: Non vi sono motivi nel sostenere, negli in<strong>di</strong>vidui autistici<br />

test clinici <strong>di</strong> routine, per analisi del capello per tracce <strong>di</strong> elementi, per anticorpi celiaci,<br />

per test allergici (in particolare allergie alimentare da glutine, caseina, can<strong>di</strong>da ecc.),<br />

per anormalità immunologiche o neurochimiche, per micronutrienti, come i livelli<br />

vitaminici, per stu<strong>di</strong> sulla permeabilità intestinale, per analisi fecali e pepti<strong>di</strong> urinari, per<br />

<strong>di</strong>sturbi mitocondriali (includenti lactaoe e piruvato), per test sulla funzione tiroidea<br />

ecc.<br />

15. Un aspetto previsto <strong>della</strong> pratica clinica è una valutazione <strong>di</strong>agnostica successiva, entro<br />

almeno un anno <strong>della</strong> <strong>di</strong>agnosi iniziale e il monitoraggio continuo <strong>di</strong> questa, in quanto anche<br />

cambi relativamente piccoli nel livello <strong>di</strong> sviluppo, possono mo<strong>di</strong>ficare l’impatto dell’autismo<br />

negli anni prescolastici.<br />

16. Secondo questo Panel il ruolo dei professionisti me<strong>di</strong>ci non può essere più limitato<br />

semplicemente alla <strong>di</strong>agnosi dell’autismo. I professionisti devono espandere le loro<br />

conoscenze e il loro coinvolgimento per essere meglio capaci <strong>di</strong> consigliare le famiglie su ciò<br />

che riguarda le modalità <strong>di</strong> trattamento <strong>di</strong>sponibili e appropriate, sia educative che empiriche<br />

o “semplicemente fuori dal web”. I me<strong>di</strong>ci devono aver famigliarità anche con la legge<br />

federale americana che consente educazione libera ed appropriata a tutti i bambini dall’età <strong>di</strong><br />

36 mesi, e in alcuni stati, anche da zero a tre anni.<br />

Altre raccomandazioni<br />

1. L’esistente politica <strong>di</strong> gestione <strong>della</strong> salute deve cambiare come segue: Le visite <strong>di</strong> controllo<br />

dei bambini sani, estremamente brevi, devono aumentare in durata, con appropriata<br />

compensazione, per permettere l’incremento dell’uso <strong>degli</strong> screening dello sviluppo, come<br />

raccomandato sopra. Anche le visite specialistiche brevi devono aumentare in durata, <strong>di</strong>etro<br />

appropriata compensazione, per permettere l’uso <strong>degli</strong> strumenti <strong>di</strong>agnostici appropriati,<br />

come raccomandato sopra. La politica <strong>di</strong> gestione <strong>della</strong> salute deve smettere <strong>di</strong> negare le<br />

cure o altre terapie appropriate all’autismo che deve essere riconosciuto come un <strong>di</strong>sturbo<br />

me<strong>di</strong>co e non come ‘ritardo dello sviluppo’ o ‘con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> salute mentale’.<br />

2. Le agenzie governative esistenti che forniscono servizi agli in<strong>di</strong>vidui con <strong>di</strong>sturbi dello<br />

sviluppo, devono cambiare i loro criteri <strong>di</strong> eleggibilità al fine <strong>di</strong> includere tutti gli in<strong>di</strong>vidui dello<br />

spettro autistico, sia che siano, o che non siano, incontrati i relativamente stretti criteri per<br />

il <strong>di</strong>sturbo autistico. Tali in<strong>di</strong>vidui devono anche ricevere valutazioni adeguate, <strong>di</strong>agnosi<br />

appropriate ed opzioni <strong>di</strong> trattamento, come coloro che hanno una <strong>di</strong>agnosi formale <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sturbo autistico.<br />

3. Devono svilupparsi nella comunità la coscienza pubblica e la <strong>di</strong>ffusione delle attività<br />

riguardanti i segnali ed i sintomi dell’autismo per fornire informazioni ai genitori, a coloro che<br />

lavorano con i bambini, ai settings inerenti la salute e ai centri <strong>di</strong> aggregazione. Dovrebbero<br />

72 Functional imaging modalities<br />

221


essere realizzati e ampiamente <strong>di</strong>ffusi piccoli volantini attraenti, aventi come obiettivo i<br />

sintomi, i bisogni e le risposte dei bambini molto piccoli e dei bambini piu gran<strong>di</strong> autistici,<br />

realizzati in collaborazione con le società e le associazioni nazionali <strong>di</strong> autismo, le scuole, le<br />

agenzie <strong>della</strong> salute e le agenzie ad esse correlate, in uno sforzo concertato.<br />

4. A livello dei preservizi, deve aumentare l’educazione dei professionisti <strong>della</strong> salute e <strong>di</strong> quelli<br />

educativi sull’autismo. I me<strong>di</strong>ci devono imparare a fornire ai genitori qualcosa in più <strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong>agnosi e del numero <strong>di</strong> telefono dei servizi governativi ai genitori. Devono visibilmente<br />

aumentare le loro conoscenze riguardo alla gamma dei sintomi autistici, sia nell’infanzia che<br />

nella maturità, riguardo ai bisogni educativi e comunitari <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui autistici e riguardo alle<br />

risposte potenziali dell’autismo, gli operatori specializzati in pe<strong>di</strong>atria generale e dello<br />

sviluppo, in psichiatria, in neurologia, nell’educazione <strong>della</strong> prima infanzia, nella patologia<br />

dell’eloquio e del linguaggio, nella terapia occupazionale, nella terapia fisica, nella psicologia,<br />

nelle scienze infiermieristiche, nella cura dei bambini, nella salute pubblica, nella educazione<br />

e in altre <strong>di</strong>scipline.<br />

UN’ANALISI DELLE DIFFERENZE RELATIVE AD ALTRI PARAMETRI<br />

PRATICI<br />

La raccomandazione <strong>di</strong> questo Panel è l’espandere molti dei maggiori punti del Cure Autism Now<br />

(CAN) Consensus Statement (CCS; Geschwind, Cummings, & The CAN consensus group, 1998),<br />

specialmente il riconoscimento dell’efficacia dei programmi appropriati <strong>di</strong> intervento precoci,<br />

dell’urgenza <strong>di</strong> identificazione e <strong>di</strong>agnosi precoci dei <strong>di</strong>sturbi dello spettro autistico che seguono,<br />

e <strong>della</strong> necessità <strong>di</strong> un’attenta esaminazione neurologica e me<strong>di</strong>ca in tutti i bambini autistici. Le<br />

raccomandazioni specifiche riguardanti le neuroimmagini, l’elettrofisiologia, i test metabolici e<br />

genetici, contenute in questo documento sono simili a quelli del CCS (Geschwind et al., 1998).<br />

Lo scopo del CCS era quello <strong>di</strong> fornire linee guida per il primo momento dello screening autistico e<br />

per il referto <strong>di</strong>agnostico dei me<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> base (pe<strong>di</strong>atri). La maggior <strong>di</strong>fferenza fra le<br />

raccomandazioni attuali ed il CCS è che il CCS raccomandava solo l’uso delle CHAT (Baron-<br />

Cohen et al., 1992) come rapido ed effettivo mezzo <strong>di</strong> screening per analizzare tutti i bambini <strong>di</strong><br />

18 mesi a rischio <strong>di</strong> autismo, mentre per noi la CHAT è raggruppata insieme ad altri strumenti <strong>di</strong><br />

screening e non è sentita come interamente sufficiente per gli scopi dello screening dei servizi<br />

per l’infanzia. Data l’importanza dell’identificazione precoce e l’inaccettabile ritardo corrente,<br />

che occorre fra i sospetti iniziali dei genitori e la <strong>di</strong>agnosi, l’importanza <strong>di</strong> uno screening dello<br />

sviluppo a largo spettro, iniziante a <strong>di</strong>ciotto mesi non può essere mai troppo enfatizzata.<br />

Nello sviluppo <strong>di</strong> questo documento furono consultati gli American Academy of Child and<br />

Adolescent Psychiatry (AACAP) Practice Parameters (Volkmar et al., in stampa). I documenti<br />

sono simili, con due <strong>di</strong>fferenze principali dovute al loro <strong>di</strong>verso scopo. I parametri pratici dello<br />

AACAP sono in<strong>di</strong>rizzati agli aspetti <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e trattamento, <strong>di</strong> particolare rilevanza per gli<br />

psichiatri, nella cura dei bambini, adolescenti e adulti con autismo e con<strong>di</strong>zioni relazionate. Il<br />

presente documento riguarda invece principalmente gli aspetti <strong>della</strong> valutazione <strong>di</strong>agnostica,<br />

inclusi gli screening <strong>di</strong>agnostici e non si in<strong>di</strong>rizza in alcun modo verso gli aspetti del trattamento.<br />

Lo AACAP vuole continuare a partecipare all’importante sforzo <strong>di</strong> elaborazione <strong>di</strong> parametri pratici<br />

generalmente accettati per l’autismo.<br />

La American Academy of Pe<strong>di</strong>atrics (AAP) Committee on Children with Disabilities fu invece<br />

consultata per il loro documento politico, sotto elaborazione, riguardante il ruolo dei pe<strong>di</strong>atri<br />

nella <strong>di</strong>agnosi e nella cura <strong>di</strong> bambini autistici (American Academy of Pe<strong>di</strong>atrics Committee on<br />

Children with Disabilities, 1994). I documenti sono piuttosto simili a parte la <strong>di</strong>fferenza dovuta al<br />

222


<strong>di</strong>verso target dell’au<strong>di</strong>ence. Il documento dell’AAP riguarda principalmente il ruolo dei pe<strong>di</strong>atri e<br />

si in<strong>di</strong>rizza verso strategie <strong>di</strong> management così come verso le <strong>di</strong>agnosi precoci.<br />

RACCOMANDAZIONI PER LA REVISIONE DEI PARAMETRI<br />

Questo Panel raccomanda la revisione dei parametri ogni 2-3 anni.<br />

RACCOMANDAZIONI PER LE RICERCHE FUTURE<br />

1. Sviluppare e convalidare mezzi <strong>di</strong> screening appropriati, con sensibilità e specificità<br />

adeguate all’autismo in bambini con meno <strong>di</strong> un anno <strong>di</strong> età, che potrebbero essere usati da<br />

un ampia gamma <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci, anche non specialisti. Pare, attualmente probabile che molti<br />

bambini autistici possano essere identificati entro i 12-18 mesi <strong>di</strong> età. Questo Panel<br />

riba<strong>di</strong>sce che i riconoscimenti precoci possono portare a precoci inizi <strong>di</strong> intervento, che<br />

promuoveranno risposte a lungo termine più positive per gli in<strong>di</strong>vidui autistici.<br />

2. Continuare a stu<strong>di</strong>are l’utilità delle tecniche elettrofisiologiche per chiarire il ruolo<br />

dell’epilessia nell’autismo, specialmente nei bambini con una storia <strong>di</strong> regressione.<br />

3. Continuare gli sforzi per identificare i geni che contribuiscono a determinare se le sindromi<br />

comportamentali che costituiscono le basi del DSM-IV e del ICD-10 hanno vera vali<strong>di</strong>tà<br />

biologica.<br />

4. Continuare gli sforzi per identificare i segni precursori, le cause e le risposte <strong>della</strong> regressione<br />

autistica.<br />

5. Tentare <strong>di</strong> identificare i fattori ambientali, come le infezioni non specificate o gli altri eventi<br />

immunologici, che possono contribuire all’espressione <strong>di</strong> sintomi autistici o ad una<br />

regressione.<br />

6. Le ricerche ulteriori devono focalizzarsi sullo sviluppo e la convalida <strong>di</strong> mezzi appropriati per<br />

valutare accuratamente il profilo cognitivo e neuropsicologico <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui autistici, dato<br />

che è chiaro che ognuno dei mezzi correntemente <strong>di</strong>sponibili ha, limitazioni significanti se<br />

usati con in<strong>di</strong>vidui autistici.<br />

7. Strutturare un valido stu<strong>di</strong>o sulla prevalenza delle anormalità e delle crisi negli EEG; delle<br />

anormalità alla RM e delle anormalità genetiche e metaboliche, <strong>di</strong>rettamente associate<br />

all’autismo.<br />

8. <strong>Stu<strong>di</strong></strong>are le caratteristiche au<strong>di</strong>ologiche <strong>degli</strong> in<strong>di</strong>vidui autistici e lo sviluppo delle procedure<br />

cliniche appropriate, elettrofisiologiche e comportamentali, per valutare la sensibilità u<strong>di</strong>tiva<br />

periferica e le risposte oltre la soglia me<strong>di</strong>a.<br />

9. Ampliare le ricerche <strong>di</strong> base sullo sviluppo dei processi u<strong>di</strong>tivi complessi nei bambini al fine <strong>di</strong><br />

comprendere l’emergere dei comportamenti u<strong>di</strong>tivi precoci considerati atipici.<br />

10. Svolgere campi <strong>di</strong> esperimento sui risultati dell’attivazione <strong>di</strong> queste linee guida per<br />

determinare chi è identificato <strong>di</strong>agnosticamente dagli screening e per determinare l’efficacia<br />

dei <strong>di</strong>versi strumenti <strong>di</strong> screening nello scoprire l’autismo ad età <strong>di</strong>fferenti.<br />

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