Terzo - Quarto Rapporto Governativo - Minori.it
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VII. Attiv<strong>it</strong>à educative, culturali<br />
e di svago<br />
(artt. 28, 29 e 31)<br />
Raccomandazione n. 44, relativa al tasso di abbandono scolastico nell’istruzione<br />
secondaria, alle dispar<strong>it</strong>à nel rendimento scolastico tra maschi e femmine come tra<br />
bambini provenienti da ambienti sociali, economici e culturali diversi, alla creazione<br />
di meccanismi e strutture per prevenire il bullismo e altri fenomeni di violenza<br />
nelle scuole, al rispetto dell’opinione del bambino in mer<strong>it</strong>o alla sua istruzione<br />
7.1 Istruzione e formazione professionale<br />
Dal 2000 al 2007, sono stati ribad<strong>it</strong>i alcuni principi fondamentali che segnano rilevanti<br />
linee di cambiamento nel nostro Paese, come già si profilava nei cambiamenti apportati<br />
dalla L. 9/1999.<br />
Vi è stata innanz<strong>it</strong>utto una propensione, per questo come per altri settori pubblici, al<br />
decentramento delle competenze prima riservate in via esclusiva al Governo centrale. Ciò<br />
ha portato a un progressivo passaggio agli enti terr<strong>it</strong>oriali (Regioni, Province, Comuni) dei<br />
comp<strong>it</strong>i relativi alla realizzazione del dir<strong>it</strong>to allo studio. In tutti questi anni è stato inoltre<br />
rafforzato il progetto già delineato nella L. 59/1997 sull’autonomia delle ist<strong>it</strong>uzioni scolastiche<br />
e nel relativo regolamento di attuazione (DPR 8 marzo 1999, n. 275).<br />
Il quadro delle azioni promosse a favore dell’istruzione non si presenta dunque omogeneo<br />
a livello nazionale, ma, pur nella cornice di alcuni dettami stabil<strong>it</strong>i in sede centrale,<br />
risulta alquanto differenziato e ricco, rispondente ai bisogni e alle capac<strong>it</strong>à strettamente<br />
connesse al terr<strong>it</strong>orio locale.<br />
Le stesse fonti di finanziamento delle nuove progettual<strong>it</strong>à avviate dagli ist<strong>it</strong>uti scolastici<br />
si sono diversificate, comprendendo sia risorse del privato sociale, sia fondi europei o<br />
messi a disposizione da ist<strong>it</strong>uti quali le fondazioni locali. Questo ha portato a un modo<br />
del tutto nuovo, per il sistema scolastico <strong>it</strong>aliano, di attivare e gestire la programmazione<br />
delle attiv<strong>it</strong>à educative, spingendo l’Italia ad allinearsi al modello europeo di valorizzazione<br />
delle responsabil<strong>it</strong>à che fanno capo agli enti fru<strong>it</strong>ori delle risorse finanziarie, sottoponendo<br />
processi e risultati a un piano di valutazione e mon<strong>it</strong>oraggio. D’altro canto ciò ha<br />
messo in atto anche alcuni effetti distorcenti, poiché accanto ad azioni sperimentali, adatte<br />
per loro natura ad essere condizionate a una progettual<strong>it</strong>à contingente, legata ai fondi<br />
disponibili, vi sono alcune attiv<strong>it</strong>à che dopo l’avvio iniziale richiedono una messa a regime<br />
difficilmente raggiungibile se non vi è certezza nel finanziamento.<br />
Un terzo elemento da segnalare, comune agli indirizzi dei diversi governi succedutisi<br />
dal 2000 al 2007, è il potenziamento dell’istruzione e della formazione fino al 18° anno<br />
di età. Questo aspetto è stato realizzato in diversi modi (come si spiegherà più avanti), corrispondenti<br />
ai differenti orientamenti pol<strong>it</strong>ici; tuttavia è emerso un obiettivo condiviso, ovvero<br />
quello di ridurre le immissioni immediate ed esclusive nel mondo del lavoro degli<br />
adolescenti.