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Terzo - Quarto Rapporto Governativo - Minori.it

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V. Ambiente familiare e assistenza alternativa<br />

89<br />

con entrambi i gen<strong>it</strong>ori (anche dopo la separazione e il divorzio dei gen<strong>it</strong>ori) è oggi considerato<br />

un dir<strong>it</strong>to irrinunciabile e perciò da difendere in ogni modo. L’Italia già con la L.<br />

15 gennaio 1994, n. 64 ha ratificato e applica la convenzione de L’Aja del 25 ottobre 1980<br />

sugli aspetti civili della sottrazione internazionale di minori. Tale Convenzione ha come<br />

obiettivi sia la rest<strong>it</strong>uzione immediata del minore sottratto illec<strong>it</strong>amente sia il riconoscimento<br />

o il ripristino del dir<strong>it</strong>to di vis<strong>it</strong>a al gen<strong>it</strong>ore non affidatario.<br />

La controversia familiare in mer<strong>it</strong>o alla custodia e all’affidamento del figlio minorenne<br />

è divenuta anche materia di un Regolamento dell’Unione europea (n. 2201/2003), direttamente<br />

vincolante per l’Italia, concernente la competenza, il riconoscimento e l’esecuzione<br />

delle decisioni in materia matrimoniale e in materia di responsabil<strong>it</strong>à gen<strong>it</strong>oriale. Per l’Italia<br />

è stato individuato quale autor<strong>it</strong>à centrale il Dipartimento per la giustizia minorile. Più recentemente,<br />

l’Italia ha compiuto un ulteriore passo avanti con riferimento alla tutela del dir<strong>it</strong>to<br />

del minore a intrattenere rapporti con entrambi i gen<strong>it</strong>ori anche se risiedenti in Paesi<br />

diversi, firmando, il 1° aprile 2003, la Convenzione de L’Aja del 1996 sulla giurisdizione,<br />

la legge applicabile, il riconoscimento, l’entrata in vigore e la cooperazione con riferimento<br />

alla responsabil<strong>it</strong>à gen<strong>it</strong>oriale e alle misure per la protezione dei minori.<br />

5.9 Violenza, abuso e incuria 24<br />

Raccomandazione n. 38, relativa alla realizzazione di studi e campagne di sensibilizzazione<br />

sul tema, alla modifica della legislazione vigente al fine di garantire<br />

una speciale protezione per i bambini, alla valutazione delle attiv<strong>it</strong>à svolte dagli<br />

operatori e alla relativa formazione degli stessi, alla conduzione di indagini e<br />

adozione di procedure giudiziarie a misura di bambino<br />

Le attiv<strong>it</strong>à di studio e ricerca<br />

In Italia, le statistiche disponibili di livello nazionale sulla violenza all’infanzia riguardano<br />

essenzialmente i casi segnalati all’autor<strong>it</strong>à giudiziaria penale e civile poiché non esistono<br />

statistiche nazionali specifiche sui soggetti minorenni v<strong>it</strong>time di violenze, maltrattamento<br />

e abuso segnalati e segu<strong>it</strong>i dai servizi sociosan<strong>it</strong>ari terr<strong>it</strong>oriali o all’autor<strong>it</strong>à giudiziaria<br />

minorile per l’assunzione di provvedimenti civili di tutela. Dati tematici sono invece raccolti<br />

attraverso specifiche ricerche ad hoc e sul versante ist<strong>it</strong>uzionale anche da alcune Regioni<br />

con proprie rilevazioni o sistemi informativi che registrano i soggetti minorenni segu<strong>it</strong>i<br />

dai servizi sociali. Secondo il CISIS (Centro interregionale per i sistemi informatici, geografici<br />

e statistici), al settembre 2006 erano sette le Regioni che stavano sperimentando a livello<br />

regionale o zonale una cartella sociale informatizzata, cioè uno strumento informatico<br />

atto alla raccolta ed elaborazione dei dati degli utenti, adulti e minorenni, in carico ai servizi<br />

sociali (Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Provincia autonoma<br />

di Bolzano, Toscana); e altre cinque dichiaravano di avere programmato l’avvio della sperimentazione<br />

(Lazio, Marche, Sicilia, Umbria, Valle d’Aosta). Alla sperimentazione di questo<br />

strumento generale, che permette di mappare la dimensione e le caratteristiche dell’utenza<br />

anche minorile che si trova in stato di disagio a cui favore si attivano interventi di<br />

sostegno e protezione sociale, si deve poi aggiungere la sperimentazione in alcune regioni<br />

24<br />

Sul tema si vedano anche gli approfondimenti nelle Sezioni VIII e IX; per i dati si veda l’allegato statistico.

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