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Ai confini della novellistica- 'Il Paradiso degli Alberti' di ... - Diras

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In sostanza, nel <strong>Para<strong>di</strong>so</strong> l’operato del preposto si sottrae ad ogni regolarità: egli è il garante <strong>di</strong> un<br />

or<strong>di</strong>ne che non ha bisogno, in fondo, <strong>di</strong> essere governato, si comporta piuttosto come un accorto<br />

amministratore, il temporaneo responsabile <strong>di</strong> un’armonia prestabilita retta dall’eccellenza <strong>degli</strong><br />

uomini convenuti e dai casi favorevoli <strong>della</strong> fortuna.<br />

Sul piano narrativo, questo carattere aperto e flessibile dell’or<strong>di</strong>ne che governa la cornice del<br />

<strong>Para<strong>di</strong>so</strong> trova la sua ragione prima in un elemento che <strong>di</strong>fferenzia l’opera <strong>di</strong> Gherar<strong>di</strong> sia dal<br />

modello decameroniano, sia da quegli epigoni <strong>di</strong> Boccaccio che conservano uno schema a<br />

cornice: 15 nel <strong>Para<strong>di</strong>so</strong> <strong>degli</strong> Alberti, infatti, manca del tutto il motivo <strong>della</strong> costrizione, per <strong>di</strong>vieto,<br />

pericolo o minaccia incombente, che funge da nucleo generatore <strong>di</strong> uno spazio separato, interno alla<br />

cornice e in essa protetto. Dietro le porte del <strong>Para<strong>di</strong>so</strong> non c’è peste che <strong>di</strong>laghi <strong>di</strong>ffondendo<br />

corruzione fisica e morale (che sia quella del 1348 o del 1374) e non c’è neanche il <strong>di</strong>vieto erotico<br />

<strong>della</strong> clausura monacale che obbliga gli amanti del Pecorone ai loro appuntamenti regolari in<br />

parlatorio. 16 Del tutto <strong>di</strong>verso, ed anzi opposto in questa prospettiva, appare lo scenario che<br />

circonda i <strong>di</strong>aloghi del <strong>Para<strong>di</strong>so</strong>:<br />

Fue adunche in questo felicissimo e grazioso anno la città molto <strong>di</strong> feste e <strong>di</strong> letizia gioconda: i famosi citta<strong>di</strong>ni<br />

governatori <strong>di</strong> tanta republica lietissimi e contenti nella pace sicura; i mercatanti ottimo temporale avieno; per<br />

che li artefici e la minuta gente sanza spese o gravezza, sendo convenevolmente l’anno abondante, in questa<br />

felicità si ve<strong>di</strong>eno. E volentieri ciascheduno a festeggiare e godere si trovava. 17<br />

È opportuno qui sottolineare un elemento che, nella sua scarna evidenza, lascia facilmente scivolare<br />

oltre l’attenzione. In tutto il corso dell’opera, almeno in quella che ci è dato conoscere, l’«anno»<br />

felice a cui fa riferimento l’autore non è mai precisato da una data certa. Solo la tenace ricerca <strong>di</strong><br />

Wesselofsky ha potuto stabilire in modo convincente, ma non privo <strong>di</strong> ombre, che si tratterebbe del<br />

1389. 18 Tuttavia, per il Gherar<strong>di</strong>, conviene ricordarlo, quell’anno non ha un ancoraggio cronologico<br />

univoco, è anch’esso un dato indefinito, fluttuante come il passo che lo descrive. Si tratta <strong>di</strong> un<br />

15 Utili osservazioni sul <strong>Para<strong>di</strong>so</strong> <strong>degli</strong> Alberti in relazione alla cornice decameroniana e alle sue metamorfosi sono in<br />

M. PLAISANCE, Funzione e tipologia <strong>della</strong> cornice, in La novella italiana cit., pp.110-11, e in A. LANZA, Il giar<strong>di</strong>no<br />

tardogotico del <strong>Para<strong>di</strong>so</strong> <strong>degli</strong> Alberti, in «Italies», n° 8, a. 2004, pp. 135-50. Sul ruolo <strong>della</strong> cornice narrativa negli<br />

epigoni del Boccaccio, ma senza riferimenti <strong>di</strong>retti al Gherar<strong>di</strong>, si veda anche M. PICONE, La cornice <strong>degli</strong> epigoni (Ser<br />

Giovanni, Sercambi, Sacchetti), in Forma e parola. Stu<strong>di</strong> in memoria <strong>di</strong> Fre<strong>di</strong> Chiappelli (a cura <strong>di</strong> D.J. Dutschke),<br />

Roma, Bulzoni, 1992, pp. 173-185.<br />

16 Proprio in questa caratteristica che <strong>di</strong>fferenzia la cornice del <strong>Para<strong>di</strong>so</strong>, M. Marietti in<strong>di</strong>vidua una delle fondamentali<br />

«rotture» operate dal Gherar<strong>di</strong> non solo nei confronti del modello <strong>di</strong> Boccaccio, ma anche con la tra<strong>di</strong>zione <strong>della</strong> pittura<br />

e <strong>della</strong> letteratura coeve. Cfr., Le marchand seigneur, cit., p. 55.<br />

17 PA, par. 11, pp.165-66.<br />

18 La proposta formulata da Wesselofsky per la datazione <strong>degli</strong> avvenimenti narrati nell’opera si trova in Il <strong>Para<strong>di</strong>so</strong><br />

<strong>degli</strong> Alberti. Ritrovi e ragionamenti del 1389. Romanzo <strong>di</strong> Giovanni da Prato dal co<strong>di</strong>ce autografo e anonimo <strong>della</strong><br />

Riccar<strong>di</strong>ana, a cura <strong>di</strong> A. Wesselofsky, Bologna, Romagnoli, 1867[rist. Bologna, Forni, 1968], v. I, t. I, cap. III, in<br />

particolare la conclusione alle pp. 220-228. Il <strong>di</strong>battito critico sulla cronologia interna ed esterna dell’opera è<br />

sintetizzato in E. GUERRIERI, Preliminari sul <strong>Para<strong>di</strong>so</strong> <strong>degli</strong> Alberti cit., pp. 66-74.

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