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RADIOLOGIA VASCOLARE E INTERVENTISTICA
La Radiologia Medica - Radiol Med 110: 77-87, 2005
Edizioni Minerva Medica - Torino
Trattamento endovascolare
degli aneurismi dell’arteria splenica
Domenico LAGANÀ - Gianpaolo CARRAFIELLO
Monica MANGINI - Federico FONTANA
Massimiliano DIZONNO - Patrizio CASTELLI*
Carlo FUGAZZOLA
Scopo. Verificare l’efficacia del trattamento endovascolare degli aneurismi
dell’arteria splenica (AAS).
Materiale e metodi. Nel periodo compreso tra maggio 2000 e giugno
2003 sono stati trattati 11 AAS veri in 9 pazienti (7 femmine e 2 maschi;
età media 58 anni), 8 sacciformi e 3 fusiformi, 4 localizzati al tratto
medio, 5 al tratto distale e 2 intrasplenici. La diagnosi è stata effettuata
con eco color Doppler e/o angio-TC ed è risultata occasionale in 7 pazienti
e conseguente a dolore in ipocondrio sinistro in 1 caso; un AAS è stato
riscontrato in fase di fissurazione. Quattro AAS sono stati esclusi
mediante embolizzazione della sacca con microspirali, con preservazione
della continuità dell’asse vascolare; in 2 casi è stata associata l’iniezione
transcatetere di cianoacrilato. In 4 casi è stata effettuata una
legatura endovascolare, con ischemia settoriale della milza. Un AAS fissurato
è stato trattato in urgenza con embolizzazione massiva mediante
cianoacrilato dell’arteria splenica. I 2 aneurismi intrasplenici sono stati
esclusi, l’uno mediante embolizzazione dell’arteria afferente con cianoacrilato
e l’altro con iniezione transcatetere di trombina nella sacca
aneurismatica.
Risultati. È stata ottenuta la devascolarizzazione completa di tutti gli
AAS (in 10/11 al termine della procedura; in 1/11 al controllo TC, effettuato
dopo 3 giorni). Il follow-up (durata media 18 mesi; range 6-36
mesi) è stato espletato con eco color Doppler e/o angio-TC a 3, 6, 12
mesi e successivamente una volta all’anno; la completa esclusione degli
aneurismi è stata confermata in 11/11 casi. Le complicanze riscontrate
sono state: 4 casi di pleurite sinistra di modesta entità; febbre e dolore
in ipocondrio sinistro il giorno successivo alla procedura (negli stessi 4
pazienti e in un altro caso). Si sono osservati 5 casi di ischemia settoriale
e 1 caso di infarto massivo della milza con parziale rivascolarizzazione
splenica da parte di circoli collaterali. Non si sono verificate alterazioni
degli enzimi pancreatici; è stata rilevata una piastrinosi transitoria
solo nel paziente con ischemia diffusa della milza.
Conclusioni. Il trattamento endovascolare risulta attuabile, con tecniche
differenti, in pressoché tutti gli AAS; garantisce ottimi risultati sia
immediati che a distanza, presentando indubbi vantaggi nei confronti
del trattamento chirurgico, in relazione alla minore invasività e alla conservazione
della funzionalità splenica.
PAROLE CHIAVE: Aneurisma splenico - Aneurisma, terapia endovascolare - Arterie
- Arterie, procedure interventistiche.
Endovascular treatment of splenic artery
aneurysms
Purpose. To assess the feasibility and effectiveness of
endovascular treatment of splenic artery aneurysms
(SAAs).
Materials and methods. Between May 2000 and June
2003 we treated 11 true SAAs in 9 patients (7 females and
2 males; mean age 58 years), 8 saccular and 3 fusiform, 4
located at the middle tract of the splenic artery, 5 at the
distal tract and 2 intra-parenchymal. The diagnosis was
performed with colour-Doppler ultrasound and/or CTangiography;
7 patients were symptomless, 1 had left
hypochondriac pain, and 1 had acute abdomen caused by
a ruptured SAA. Four SAAs were treated by microcoil
embolization of the aneurysmal sac with preservation of
splenic artery patency; in 2 cases this was associated with
transcatheter injection of N-butyl-2-cyanoacrylate. Four
cases were treated by endovascular ligature, with sectoral
spleen ischaemia. One ruptured SAA received emergency
treatment with splenic artery cyanoacrylate embolization.
Two intra-parenchymal SAAs were excluded, one by cyanoacrylate
embolization of the afferent artery and the other
by transcatheter thrombin injection in the aneurysmal sac.
Results. Technical success was observed in all cases (in
10/11 at the end of the procedure; in 1/11 at CT performed
3 days after the procedure). The follow-up (mean 18
months; range 6-36) was performed by colour-Doppler
ultrasound and/or CT-angiography 3, 6 and 12 months
after the procedure and subsequently once a year; the complete
exclusion of the aneurysms was confirmed in 11/11
cases. The complications were: 4 cases of mild left pleuritis;
fever and left hypochondriac pain 1 day after the procedure
(in the same 4 patients and in one other case); 5
cases of sectoral spleen ischaemia and 1 case of diffuse
spleen infarction with partial revascularization by collateral
vessels. No alteration of the levels of pancreatic
enzymes was found; a transitory increase in platelet count
occurred only in the patient with diffuse spleen infarction.
Conclusions. Using different techniques, endovascular
treatment is feasible in nearly all SAAs. It ensures good
immediate and long term results, and no doubt presents
some advantages in comparison to surgical treatment, as
it is less invasive and allows the preservation of splenic
function.
KEY WORDS: Splenic artery aneurysm - Aneurysm, endovascular
therapy - Arteries, interventional procedures.
Introduzione
L’aneurisma dell’arteria splenica (AAS) è il più frequente
degli aneurismi viscerali, rappresentandone circa il 60%
[1]; ha una maggiore incidenza nel sesso femminile, con
Introduction
Splenic artery aneurysm (SAA) is the most common of
the visceral aneurysms, representing about 60% of cases
[1]. It is more common in the female sex, with a variable
Cattedra di Radiologia - *Chirurgia Vascolare - Università degli studi dell’Insubria - Varese.
Pervenuto alla Redazione il 7.7.2004; revisionato il 9.9.2004; restituito corretto il 2.11.2004; accettato per la pubblicazione il 30.11.2004.
Indirizzo per la richiesta di estratti: Prof. C. Fugazzola - Cattedra di Radiologia - Università degli Studi dell’Insubria - Viale Borri, 57 - 21100 Varese
VA - Tel. 0332/278056 - Fax 0332/263104 - E-mail: carlo.fugazzola@ospedale.varese.it

78 D. Laganà et al: Trattameno endovascolare degli aneurismi dell’arteria splenica
Fig 1. — Caso N. 2. A, B) TC (scansione assiale: A; ricostruzione MIP: B): aneurisma sacciforme del terzo medio dell’arteria splenica con diametro
di 2.5 cm. C) Angiografia pre-procedura: conferma della sede, delle dimensioni e della morfologia dell’aneurisma. D) Controllo angiografico
dopo embolizzazione della sacca aneurismatica con spirali: esclusione dell’aneurisma e conservazione della pervietà dell’arteria splenica.
E, F) Controllo TC a 3 mesi (scansioni assiali contigue): persiste la completa esclusione dell’aneurisma, stipato di spirali responsabili di
grossolani artefatti; perfusione della milza conservata.
Case N. 2. A, B) CT (axial image: A; MIP reconstruction: B): saccular aneurysm of the middle tract of the splenic artery with diameter of 2.5
cm. C) Pre-procedural angiography: confirmation of the location, dimensions and morphology of the aneurysm. D) Angiography after coil
embolization of the aneurysmal sac: exclusion of aneurysm and preservation of splenic artery patency. E, F) CT after 3 months (contiguous
axial images): complete exclusion of the aneurysm with coils showing metallic coil artefacts; preservation of spleen perfusion.
rapporto variabile da 2:1 a 5:1 [2]. Gli AAS possono essere
distinti in aneurismi “veri” e pseudoaneurismi. I primi comprendono:
gli AAS displastici (13%), correlati a debolezza
congenita della parete arteriosa; gli AAS gravidici (57%),
per i quali si ipotizza una patogenesi ormonale ed emodinamica;
gli AAS associati ad ipertensione portale (10%); gli
AAS aterosclerotici (15%) più frequenti nei maschi con patologia
aterosclerotica diffusa. Gli pseudoaneurismi (5%) sono
per lo più conseguenti a pancreatiti, ulcere gastriche perforate,
embolizzazioni settiche o traumi [2-4].
Dal punto di vista morfologico l’AAS può assumere aspetto
fusiforme o sacciforme; presenta diametro variabile da
pochi mm fino a 7-8 cm, con riduzione progressiva delle
dimensioni procedendo dall’origine dell’arteria verso i rami
intrasplenici [5]; si localizza preferenzialmente al tratto
medio-distale del vaso e può essere multiplo nel 20-30% dei
casi [6].
L’AAS è spesso asintomatico, di riscontro occasionale o
autoptico [4]; più raramente (3-9.6% dei casi) viene diagnosticato
in fase di fissurazione o di rottura con quadro di
addome acuto, emoperitoneo fino allo shock emorragico [7].
Per lungo tempo il trattamento è stato esclusivamente chirurgico
ed ha comportato la legatura dell’arteria splenica
associata alla splenectomia: rare sono le segnalazioni di
aneurismectomia e ricostruzione vasale [2, 4, 8, 9].
ratio from 2:1 to 5:1 [2]. SAAs can be classed as ‘true’
aneurysms and pseudoaneurysms. The former include: dysplastic
SAAs (13%) linked to congenital weakness of the
arterial wall; post- pregnancy SAAs (57%), probably related
to hormonal and haemodynamic causes; SAAs associated
with portal hypertension (10%); atherosclerotic SAAs
(15%), more common in males with diffuse atherosclerosis.
Pseudoaneurysms (5%) are more frequent as a result
of pancreatitis, perforated gastric ulcers, septic embolizations
or traumas [2, 3, 4].
Morphologically, a SAA can be fusiform or saccular. It
can have a diameter that varies from few mm to 7-8 cm,
with a progressive dimensional reduction from the origin
of the artery towards the intrasplenic branches [5]. The
more frequent localization is the middle-distal third of the
vessel; multiple occurrences are possible in 20-30% of
cases. [6].
A SAA is often asymptomatic, discovered incidentally or
by autopsy [4]. It is more rarely diagnosed during rupture
(3-9.6% of cases) in the presence of acute abdomen,
haemoperitoneum and finally haemorrhagic shock [7].
For a long time, treatment was exclusively surgical and
involved the ligature of the splenic artery with splenectomy:
reports of aneurysmectomy and vessel reconstruction are
rare [2, 4, 8, 9].

D. Laganà et al: Trattameno endovascolare degli aneurismi dell’arteria splenica 79
Più recentemente è stato proposto il trattamento endovascolare:
in letteratura sono segnalati sinora poco più di 60
casi (la maggior parte trattati con spirali [10-32] - a volte in
associazione con Gelfoam [11, 33, 34] - ; 1 caso mediante
un palloncino a distacco [32] e solo alcuni mediante endoprotesi
[32, 35-37]). In questo articolo viene presentata la
serie personale di 11 AAS trattati con approccio endovascolare,
confrontandone i risultati con quelli riportati in letteratura.
Materiale e metodi
Nel periodo compreso tra maggio 2000 e giugno 2003 (Tab.
I) sono stati trattati 11 AAS veri in 9 pazienti (7 femmine, 2
maschi), di età compresa tra 40 e 72 anni (età media di 58 anni).
In 7 pazienti – asintomatici - la diagnosi è stata occasionale
nel corso di esami ecografici o di Tomografia Computerizzata
(TC) espletati per altri motivi; 1 caso si è appalesato con dolore
in ipocondrio sinistro; nell’altro caso la diagnosi di AAS
fissurato è stata formulata con un esame TC effettuato in urgenza
per quadro di addome acuto e anemizzazione.
Otto AAS erano sacciformi e 3 fusiformi, con diametro compreso
tra 1,5 cm e 4 cm (diametro medio di 2,7 cm); per quanto
concerne la sede, 4 AAS erano localizzati al tratto medio, 5
AAS al tratto distale, 2 AAS erano intrasplenici. In entrambi
i pazienti in cui vi era una doppia localizzazione, un AAS era
localizzato al terzo distale, l’altro era intrasplenico.
La valutazione pre-trattamento è stata completata mediante
studio angiografico preliminare attuato nella stessa seduta
della procedura interventistica.
Le procedure sono state espletate con approccio percutaneo
transfemorale destro in anestesia locale (lidocaina al
2%), con cateterismo selettivo dell’arteria splenica.
In 4 casi (2 AAS del terzo medio: fig. 1A-D; 2 AAS del
terzo distale) si è proceduto alla sola esclusione aneurismatica
preservando la continuità dell’asse vascolare arterioso
senza provocare infarto splenico, mediante il cateterismo
superselettivo dell’AAS con microcatetere e successivo posizionamento,
nel contesto della sacca, di spirali (microspirali
in platino altamente radiopache con fibre in poliestere
che ne aumentano la trombogenicità). In 2/4 casi, al fine di
stabilizzare l’agglomerato di spirali, è stata associata un’emulsione
di Lipiodol e Cianoacrilato (rapporto 3:1) in soluzione
glucosata ipertonica al 50%.
In 4 casi (1 AAS del terzo medio; 3 AAS del terzo distale:
figg. 2A-C; 3A-F) si è effettuata la cosiddetta “legatura
endovascolare” (mediante il posizionamento di spirali in platino,
di calibro adeguato al lume del vaso, prima a valle e
poi a monte dell’AAS) con infarto della milza che è risultato
soltanto settoriale.
In 1 caso (AAS del terzo medio fissurato e tamponato, in
paziente emodinamicamente stabile) trattato in urgenza in
sala operatoria, è stata embolizzata l’arteria splenica mediante
emulsione di Lipiodol e Cianoacrilato con infarto massivo
della milza (fig. 4A-D).
I 2 aneurismi intrasplenici sono stati esclusi l’uno mediante
occlusione dell’arteria afferente con un’emulsione di
Lipiodol e Cianoacrilato, l’altro mediante iniezione endoaneurismatica
trans-catetere di trombina, previo cateterismo
superselettivo della sacca con microcatetere (fig. 3A-D).
Fig. 2. — Caso N. 8. A) TC: aneurisma del terzo distale dell’arteria splenica
con diametro di 3 cm. B) Angiografia pre-procedura: conferma della
sede e delle dimensioni dell’aneurisma, che presenta due rami efferenti
(frecce continue). C) Controlllo angiografico dopo legatura endovascolare
con posizionamento di microspirali a valle (a livello dei due
rami efferenti: frecce continue) e a monte dell’aneurisma (freccia tratteggiata):
esclusione dell’aneurisma; conservato ramo arterioso che si
distribuisce al polo superiore della milza. D) Controllo TC a 1 settimana
dal trattamento (fase venosa): esclusione dell’aneurisma; area ischemica
(asterisco) in corrispondenza della porzione ventrale della milza.
E, F) Controllo TC a 6 mesi (fase arteriosa: E, fase venosa: F): persiste
la completa esclusione dell’aneurisma; retrazione del parenchima splenico
in corrispondenza dell’area ischemica.
Case N. 8. A) CT: aneurysm of the distal tract of the splenic artery with
diameter of 3 cm. B) Pre-procedural angiography: confirmation of the
location and dimensions of the aneurysm showing two efferent branches
(continuous arrows). C) Angiography after endovascular ligature with
microcoils deployed proximally and distally (at the level of the two efferent
branches: continuous arrows) to the aneurysm (outlined arrow): exclusion
of the aneurysm; patency of an arterial branch for the superior pole
of the spleen. D) CT performed 1 week after treatment (venous phase):
exclusion of the aneurysm; ischemic area (asterisk) at the level of the ventral
portion of the spleen. E, F) CT performed 6 months after the procedure
(arterial phase: E, venous phase: F): complete exclusion of the aneurysm;
retraction of the splenic parenchyma at level of ischemic area.
More recently, endovascular treatment has been proposed,
and to date, just over 60 cases have been reported in the literature
(the majority treated with coils [10-32], sometimes
associated with Gelfoam [11, 33, 34]; 1 case with a detach-

80 D. Laganà et al: Trattameno endovascolare degli aneurismi dell’arteria splenica
Fig. 3. — Caso N. 9. A) TC: doppia localizzazione aneurismatica, rispettivamente a livello del terzo distale e di un ramo intraparenchimale dell’arteria
splenica. B) Angiografia pre-procedura: conferma della sede degli aneurismi, quello del terzo distale con diametro di 3 cm, quello intraparenchimale
di 1,5 cm. C) Cateterizzazione superselettiva dell’aneurisma intraparenchimale con microcatetere coassiale. D) Controllo angiografico
dopo iniezione di trombina attraverso il microcatetere: completa esclusione dell’aneurisma intraparenchimale, che non risulta opacizzato.
Ben evidenti i tre rami efferenti intraparenchimali dell’aneurisma del terzo distale (frecce continue). E) Controllo angiografico dopo posizionamento
di microspirali a livello dei tre rami efferenti: occlusione delle tre efferenze arteriose (frecce continue). F) Controllo angiografico
dopo posizionamento di microspirali nell’arteria splenica a monte dell’aneurisma (freccia tratteggiata); tenue opacizzazione della sacca aneurismatica
in rapporto a trombosi non ancora completa dell’arteria splenica. Conservato ramo arterioso che si distribuisce al polo inferiore della
milza. G) Controllo TC a 3 giorni (fase venosa): esclusione di entrambi gli aneurismi; in particolare quello al terzo distale dell’arteria splenica
risulta occupato da grossolano incluso aereo (freccia); area ischemica (asterisco) nel contesto del parenchima splenico. H, I) Controllo TC
a 12 mesi: conferma della completa esclusione (H) sia dell’aneurisma intraparenchimale che di quello del terzo distale (freccia); in una scansione
più craniale (I) evidente la retrazione del parenchima splenico in esiti di infarto.
Case N. 9. A) CT: two aneurysms, located respectively at level of the distal tract and an intra-parenchymal branch of the splenic artery. B) Preprocedural
angiography: confirmation of the location of the aneurysms; the distal tract aneurysm has diameter of 3 cm, and intra-parenchymal
one has a diameter of 1.5 cm. C) Superselective catheterization of the intra-parenchymal aneurysm with coaxial micro-catheter. D) Angiography
after thrombin injection through the micro-catheter: complete intra-parenchymal aneurysm exclusion, that does not appear enhanced. The three
efferent intra-parenchymal branches of the distal tract aneurysm are well evident (continuous arrows). E) Angiography after microcoil positioning
at the level of the three efferent branches: occlusion of the three efferent arteries (continuous arrows). F) Angiography after positioning of
microcoils in the splenic artery proximal to the aneurysm (outlined arrow); slight aneurysmal sac enhancement in relation to the yet incomplete
splenic artery thrombosis. Patency of an arterial branch for the inferior pole of the spleen. G) CT performed 3 days after the procedure (venous
phase): exclusion of both the aneurysms; particularly inside the distal tract aneurysm an air inclusion is observed (arrow); ischemic area in the
spleen. H, I) CT performed after 12 months: confirmation of the complete exclusion (H) both of the intra-parenchymal and of the distal tract
aneurysm (arrow); a more cranial image (I) shows the retraction of the splenic parenchyma at the level of the ischaemic area.
Risultati
In 10/11 degli AAS trattati (tab. I) si è ottenuta la completa
e immediata esclusione, documentata al controllo angioable
balloon [32] and only a few with stent-grafting [32, 35,
36, 37]). This paper presents our experience of 11 SAAs
treated with endovascular approach and compares the results
to those reported in literature.

D. Laganà et al: Trattameno endovascolare degli aneurismi dell’arteria splenica 81
grafico effettuato al termine della procedura (figg. 1D, 2C,
3D) ed all’eco color Doppler e/o all’angio-TC espletati entro
7 giorni dal trattamento (figg. 2D, 4B-C), subito prima della
dimissione; 1 AAS, ancora parzialmente perfuso subito
dopo l’embolizzazione, è apparso totalmente escluso al controllo
TC effettuato a distanza di 3 giorni (fig. 3F-G). I controlli
successivi - effettuati con eco color Doppler e/o angio-
TC a 3, 6, 12 mesi e successivamente 1 volta all’anno (durata
media del follow-up: 18 mesi; range: 6-36 mesi) hanno
confermato la persistenza dell’esclusione degli AAS (figg.
1E-F, 2E-F, 3H-I).
Il tempo medio di degenza è risultato di 3 giorni (range:
1-7 giorni).
Le complicanze riscontrate nella serie personale sono state:
versamento pleurico sinistro di modesta entità (verificatosi
in 4 pazienti); febbre (T < 38°) e dolore in ipocondrio
sinistro il giorno successivo alla procedura (negli stessi 4
pazienti e in un altro caso): tale sintomatologia è stata agevolmente
controllata con terapia medica (antipiretici e analgesici).
Non si sono mai verificate complicanze ascessuali
in sede splenica.
Il monitoraggio bioumorale non ha mai evidenziato alterazione
degli enzimi pancreatici e ha fatto rilevare una piastrinosi
transitoria nel paziente con ischemia massiva della
milza; in tale evenienza la funzionalità splenica è stata parzialmente
ripristinata, dal momento che il conteggio piastrinico
si è normalizzato dopo 3 mesi e gli esami TC di follow
up hanno evidenziato la progressiva involuzione della
milza che -al controllo a 12 mesi- è risultata sensibilmente
ridotta di volume, con “isole” di parenchima residuo vascolarizzate
attraverso circoli collaterali (fig. 4E).
Discussione
L’AAS è una patologia rara, asintomatica per lungo tempo,
spesso rilevata occasionalmente in corso di indagini diagnostiche
eseguite per altri motivi [10]. La storia naturale
dell’AAS è il suo progressivo aumento di dimensioni sino
alla rottura; pertanto – con l’eccezione degli aneurismi veri
con diametro inferiore a 2 cm, per i quali è proponibile il
follow-up ecografico e/o TC – si rende sempre necessario il
trattamento [3, 32].
Gli pseudoaneurismi, viceversa, in relazione al loro elevato
rischio di rottura richiedono un provvedimento terapeutico
in tutti i casi, indipendentemente dalle loro dimensioni
[17, 32].
La terapia chirurgica consiste generalmente nella legatura
dell’arteria splenica associata a splenectomia per via laparotomica
o laparoscopica e comporta in elezione una morbilità
del 9% ed una mortalità dell’1,3%, che sale al 20% in
urgenza e al 70% in gravidanza [17].
Per quanto riguarda l’approccio endovascolare, il trattamento
embolizzante può essere realizzato con due tecniche:
embolizzazione mediante spirali limitata alla sacca aneurismatica,
con mantenimento della continuità dell’arteria splenica
[11, 32] (fig. 1); “legatura endovascolare”, che prevede
il posizionamento di spirali metalliche a monte e a valle
dell’AAS al fine di ottenerne una completa devascolarizzazione
(figg. 2, 3): nella seconda evenienza, l’afflusso ematico
alla milza è mantenuto - almeno parzialmente- dalla pre-
Fig 4. — Caso N. 5. A) TC: aneurisma fissurato del terzo medio dell’arteria
splenica con ematoma perivascolare. B, C) Controllo TC a una settimana
dal trattamento di embolizzazione dell’arteria splenica con emulsione
di Lipiodol e Histoacril (esame basale: B; fase arteriosa: C,D) esclusione
dell’aneurisma la cui sacca appare stipata di Lipiodol (B, C); minuti
accumuli di Lipiodol anche in corrispondenza della coda pancreatica.
Concomita (D) ischemia quasi completa della milza, diffusamente ipodensa;
anche nel suo contesto sono riconoscibili minuti accumuli di
Lipiodol. E) Controllo TC a 12 mesi: involuzione della milza, sensibilmente
ridotta di volume; il parenchima residuo presenta morfologia bilobata
e valori densitometrici nella norma, in rapporto a rivascolarizzazione
da circolo collaterale.
Case N. 5. A) CT: ruptured aneurysm of the middle tract of the splenic
artery with perivascular haematoma. B, C) CT performed one week after
the treatment (splenic artery embolization with Lipiodol and Hystoacril
(baseline examination: B; arterial phase: C-D): exclusion of the aneurysmal
sac that appears full of Lipiodol (B, C); small Lipiodol spots also
at the level of the pancreatic tail. Besides being almost completely ischaemic,
the spleen appears largely hypodense; also in its context there are
Lipiodol spots. D) CT performed after 12 months: spleen involution; the
residual parenchyma appears bilobed with normal densitometric values,
as a rsult of revascularization by collateral vessels.
Materials and methods
Between May 2000 and June 2003 (Tab. I) we treated 11
true SAAs in 9 patients (7 female, 2 male), of an age ranging
from 40 to 72 (mean age of 58). In 7 asymptomatic patients
the diagnosis was made incidentally during Ultrasound or
Computerized Tomography (CT) examinations carried out
for other reasons. One case presented with left hypochondriac
pain, and in the other case, the diagnosis of a ruptured
SAA was achieved by a CT examination urgently carried out
due to acute abdomen and anaemia.

82 D. Laganà et al: Trattameno endovascolare degli aneurismi dell’arteria splenica
TABELLA I. — Serie personale degli aneurismi dell’arteria splenica (AAS) sottoposti a trattamento endovascolare.
N. paziente/
Anni / Sesso
Presentazione clinica
Caratteristiche
della lesione
(morfologia/diametro/sede)
Tipo di trattamnto
Materiale utilizzato
Risultato immediato
1/61/F
Diagnosi occasionale
(TC addome)
Aneurisma sacciforme
(3,5 cm, terzo medio)
Embolizzazione della
sacca con pervietà
vasale
Spirali+emulsione di
Histoacril e Lipiodol
Completa esclusione
dell’AAS
2/53/F
Diagnosi occasionale
(TC addome)
Aneurisma sacciforme
(2,5 cm, terzo medio)
Embolizzazione della
sacca con pervietà
vasale
Spirali
Completa esclusione
dell’AAS
3/61/F
Diagnosi occasionale
(ECO e TC addome)
Aneurisma sacciforme
(4 cm, terzo distale
dell’arteria splenica)
Aneurisma intraparenchimale
sacciforme
(1,5 cm)
Embolizzazione della
sacca con pervietà
vasale
(aneurisma del
terzo distale)
Embolizzazione
dell’arteria afferente
(aneurisma
intraparenchimale)
Spirali
(aneurisma
del terzo distale)
Emulsione di
Lipiodol+Histoacril
(aneurisma
intraparenchimale)
Completa esclusione
dell’AAS
Infarto settoriale
della milza
4/73/F
Diagnosi occasionale
(TC addome)
in paziente con
aneurisma
dell’aorta
Aneurisma sacciforme
(3 cm, terzo distale)
Embolizzazione
della sacca con
pervietà vasale
Spirali+emulsione di
Lipiodol e Histoacril
Completa esclusione
dell’AAS
5/52/F
Diagnosi in urgenza
(TC addome)
in paziente con
addome acuto
e anemizzazione
Aneurisma sacciforme
(3 cm, terzo medio)
Embolizzazione
dell’arteria splenica
Emulsione di
Lipiodol+Histoacril
Completa esclusione
dell’AAS
Infarto massivo
della milza
6/54/F
Diagnosi occasionale
(TC addome)
in paziente con
carcinoma vescicale
Aneurisma fusiforme
(2,5 cm, terzo distale)
Legatura endovascolare
Spirali
Completa esclusione
dell’AAS
Infarto settoriale
della milza
7/72/M
Diagnosi occasionale
(TC addome)
in paziente con
carcinoma polmonare
Aneurisma sacciforme
(2,5 cm, terzo medio)
Legatura endovascolare
Spirali
Completa esclusione
dell’AAS
Infarto settoriale
della milza
8/67/M
Diagnosi occasionale
(ECO e TC addome)
Aneurisma fusiforme
(3 cm, terzo distale)
Legatura endovascolare
Spirali
Completa esclusione
dell’AAS
Infarto settoriale
della milza
9/40/F
Dolore addominale
in ipocondrio sinistro
(TC addome)
Aneurisma fusiforme
(3 cm, terzo distale)
Aneurisma
intraparenchimale
sacciforme
(1,5 cm)
Legatura endovascolare
(aneurisma del
terzo distale)
Embolizzazione
della sacca
(aneurisma
intraparenchimale)
Spirali
(aneurisma
del terzo distale)
Trombina (aneurisma
intraparenchimale)
Completa esclusione
dell’AAS
Infarto settoriale
della milza
senza di circoli collaterali [10, 22, 32]. La scelta del tipo di
embolizzazione dipende essenzialmente dalla morfologia e
dalla sede degli AAS: il flusso arterioso può essere preservato
negli AAS sacciformi del tratto medio e del terzo distale
a monte della biforcazione dell’arteria splenica stessa,
mentre negli aneurismi fusiformi e in quelli del terzo distale
coinvolgenti la biforcazione o localizzati in corrispondenza
dei rami di suddivisione arteriosa deve essere eseguita
la “legatura endovascolare”.
Gli AAS a sede intraparenchimale vengono preferenzial-
Eight SAAs were saccular and 3 were fusiform, with a
diameter between 1.5 cm and 4 cm (mean diameter of 2.7
cm). Four SAAs were located in the middle third, 5 SAAs in
the distal third and 2 SAAs were intrasplenic. In both patients
who had double aneurysm localization, one SAA was located
in the distal third, the other was intrasplenic.
Pre-treatment evaluation was completed using a preliminary
angiographic study which was carried out at the time
of the operative procedure.
The procedures were performed with a right percuta-

D. Laganà et al: Trattameno endovascolare degli aneurismi dell’arteria splenica 83
TABELLA I. — Serie personale degli aneurismi dell’arteria spleni-
Complicanze
Nessuna
Nessuna
Febbre, dolore, pleurite
Febbre, dolore, pleurite
Febbre, dolore, pleurite
Piastrinosi transitoria
Febbre, dolore
Nessuna
Nessuna
Febbre, dolore, pleurite
Follow-up
AAS escluso a 36 mesi
AAS escluso a 36 mesi
AAS esclusi a 24 mesi
AAS esclusi a 24 mesi
AAS escluso a 24 mesi
Riduzione volumetrica
della milza
AAS escluso a 6 mesi
AAS escluso a 6 mesi
AAS escluso a 6 mesi
AAS escluso a 6 mesi
mente embolizzati mediante cateterizzazione superselettiva,
ottenuta con microcatetere coassiale, dell’arteria afferente e
iniezione nella sacca di materiale embolizzante definitivo (trombina
o cianoacrilato: fig 3C-D ). Qualora tale procedura non
sia tecnicamente fattibile, si può ricorrere all’embolizzazione
del ramo arterioso afferente all’aneurisma.
Gli AAS localizzati al terzo prossimale dell’arteria, in prossimità
della sua emergenza dal tripode celiaco, fino a qualche
anno fa rappresentavano una controindicazione al trattamento
endovascolare: la sede infatti non consente la legatura endovaneous
transfemoral approach under local anaesthetic (2%
lidocaine), with selective catheterization of the splenic artery.
In 4 cases (2 SAAs of the middle third: fig. 1A-B-C-D; 2
SAAs of the distal third) we aimed for aneurysm exclusion
conserving the continuity of the vascular artery axis without
causing a spleen infarction. This involved the superselective
catheterization of the SAA with a microcatheter and
the subsequent positioning of coils (highly radiodense platinum
microcoils with polyester fibres which increase thrombogenicity)
in the sac. In 2/4 cases, in order to stabilise the
agglomerate of coils, an emulsion of Lipiodol and
Cyanoacrylate was added (3:1) in a hypertonic glucose solution
of 50%.
In 4 cases (1 SAA of the middle third; 3 SAAs of the distal
third: fig. 2A-B-C; fig. 3A-B-D-E-F) the so-called
“endovascular ligature” was performed (by positioning the
coils of appropriate calibre for the vessel lumen, first downstream
and then upstream of the SAA) with only sectoral
spleen infarction.
In 1 case (a ruptured SAA of the middle third in a haemodynamically
stable patient) treated urgently in the operating
theatre, the splenic artery was embolized using Lipiodol
and Cyanoacrylate emulsion with massive infarction of the
spleen (fig. 4A-B-C-D).
The intrasplenic aneurysms were excluded, one by occlusion
of the afferent artery with Lipiodol and Cyanoacrylate
emulsion, the other by an endoaneurysmal transcatheter
injection of thrombin, after superselective catheterization of
the sac with a microcatheter. (fig. 3A-B-C-D).
Results
In 10/11 of the SAAs treated (tab. I), complete and immediate
exclusion was observed at angiography carried out at
the end of the procedure (fig. 1D; fig. 2C; fig. 3D) and at
colour-Doppler ultrasound and/or CT-angiography performed
within 7 days (fig. 2D; fig. 4B-C) immediately before
discharge. One SAA was still partially perfused after immediate
embolization, and appeared completely excluded at
the CT carried out after 3 days (fig. 3F-G). Colour-Doppler
ultrasound and/or CT-angiography follow-up at 3, 6, 12
months and subsequently once a year (mean length: 18
months, range: 6-36 months) confirmed the persistence of
SAA exclusion (fig. 1E-F; fig. 2E-F; fig. 3H-I).
The average hospitalisation time was 3 days (range: 1-7
days).
The complications encountered in our experience were:
a modest amount of left pleural effusion (four patients); fever
(T < 38°) and left hypochondriac pain the following day (in
the same 4 patients and in one other case). Such symptoms
were easily controlled with medical therapy (antipyretic and
analgesic drugs). No abscess complications in the splenic
area were ever noted.
Laboratory monitoring never showed alterations of the
pancreatic enzymes but revealed a transient increase in
platelet levels in the patient with diffuse spleen ischemia. In
this case, splenic function was partially restored and the
platelet count returned to normal after 3 months; at the fol-

84 D. Laganà et al: Trattameno endovascolare degli aneurismi dell’arteria splenica
TABLE I.—Personal series of splenic artery aneurysms (SAASs) subjected to endovascular treatment.
No. Patient/
Age / Sex
Clinical presentation
Lesion
characteristics
(morphology/diameter/site)
Type of treatment
Material used
Immediate result
and/or that upon
discharge
1/61/F
Incidental diagnosis
(CT abdomen)
Saccular aneurysm
(3.5 cm, middle third)
Sac embolization
with vessel
patency
Coils+Lipiodol and
Histoacril e emulsion
Complete exclusion
of SAA
2/53/F
Incidental diagnosis
(CT abdomen)
Saccular aneurysm
(2.5 cm, middle third)
Sac embolization
with vessel
patency
Coils
Complete exclusion
of SAA
3/61/F
Incidental diagnosis
(Ultrasound and
CT abdomen)
Saccular aneurysm
(4 cm, distal third
of splenic artery)
Intraparenchymal
saccular
aneurysm
(1.5 cm)
Sac embolization
with vessel
patency
(distal third
aneurysm)
Embolization
of the afferent artery
(intraparenchymal
aneurysm)
Coils
(distal third
aneurysm)
Lipiodol and
Hystoacril emulsion
(intraparenchymal
aneurysm)
Complete exclusion
of SAA
Sectorial spleen
infarction
4/73/F
Incidental diagnosis
(CT abdomen)
in patient with
aneurism
of the aorta
Saccular aneurysm
(3 cm, distal third)
Sac embolization
with vessel
atency
Coils + Lipiodol
and
Hystoacril emulsion
Complete exclusion
of SAA
5/52/F
Urgent diagnosis
(CT abdomen)
in patient with
acute abdomen
and anemia
Saccular aneurysm
(3 cm, middle third)
Embolization
of the splenic artery
Lipiodol and
Hystoacril emulsion
Complete exclusion
of SAA
Diffuse spleen
infarction
6/54/F
Incidental diagnosis
(CT abdomen)
in patient with
bladder carcinoma
Fusiform aneurysm
(2.5 cm, distal third)
Endovascular ligature
Coils
Complete exclusion
of SAA
Sectorial spleen
infarction
7/72/M
Incidental diagnosis
(CT abdomen)
in patient with
lung carcinoma
Saccular aneurysm
(2.5 cm, middle third)
Endovascular ligature
Coils
Complete exclusion
of SAA
Sectorial spleen
infarction
8/67/M
Incidental diagnosis
(Ultrasound and)
CT abdomen
Fusiform aneurysm
(3 cm, distal third)
Endovascular ligature
Coils
Complete exclusion
of SAA
Sectorial spleen
infarction
9/40/F
Abdominal pain in
left hypochondrium
(CT abdomen)
Fusiform aneurysm
(3 cm, distal third)
Intraparenchymal
saccular aneurysm
sacciforme
(1.5 cm)
Endovascular ligatur
(distal third
aneurysm)
Sac embolization with
vessel patency
(intraparenchymal
aneurysm)
Coils
(distal third
aneurysm)
Thrombin
(intraparenchymal
aneurysm)
Complete exclusion
of SAAs
Sectorial spleen
infarction
sale, non essendovi spazio sufficiente per il posizionamento
delle spirali a monte dell’aneurisma; inoltre, se il colletto
dell’AAS è largo, non vi è indicazione all’embolizzazone della
sacca aneurismatica, in quanto le spirali possono migrare nelle
altre arterie del tripode. Per gli AAS sacciformi prossimali è
stata proposta recentemente l’embolizzazione mediante spirali
volumetriche tridimensionali a rilascio controllato con preservazione
della pervietà vascolare [10]; gli stents ricoperti
sarebbero teoricamente preferibili per il trattamento sia degli
aneurismi fusiformi che di quelli sacciformi [35-37, 39]: l’imlow-up
CT examinations the progressive involution of the
spleen was observed; at the 12 month follow-up the volume
of the spleen was found to be considerably reduced, with
‘islands’ of residual vascularized parenchyma supplied by
the collateral vessels (fig. 4E).
Discussion
SAA is a rare disease, asymptomatic for a long time and
often only incidentally discovered during imaging carried

D. Laganà et al: Trattameno endovascolare degli aneurismi dell’arteria splenica 85
TABELLA I. — Serie personale degli aneurismi dell’arteria spleni-
Complications
None
None
Fever, pain, pleuritis
Fever, pain, pleuritis
Fever, pain, pleuritis
Transitory increase of
platelet levels
Fever, pain
None
None
Fever, pain, pleuritis
Follow-up
SAA excluded at 36 months
SAA excluded at 36 months
SAA excluded at 24 months
SAA excluded at 24 months
SAA excluded at 24 months
Volumetric reduction of spleen
SAA excluded at 6 months
SAA excluded at 6 months
SAA excluded at 6 months
SAA excluded at 6 months
piego di tali devices peraltro è ostacolato dalla tortuosità e dal
ridotto calibro dell’arteria splenica [31]. Attualmente l’unica
controindicazione al trattamento endovascolare è costituita dagli
AAS rotti in cui il paziente è emodinamicamente instabile e
pertanto, in rapporto alla situazione di emergenza, deve essere
sottoposto ad immediato intervento chirurgico di splenectomia.
Nell’esperienza personale sono stati trattati 11 AAS in 9
pazienti, tutti con le caratteristiche di aneurismi veri; va sottolineato
che la nostra serie è tra quelle numericamente più
consistenti riportate in letteratura insieme a quelle di
out for other reasons. [10]. The natural history of the SAA
is a progressive increase in size until rupture. Therefore, with
the exception of true aneurysms with a diameter less than 2
cm which can be followed up by Ultrasound and/or CT, treatment
is always necessary [3, 32].
By contrast, given the high risk of rupture of pseudoaneurysms,
these always require treatment regardless of size
[17, 32].
Surgical therapy generally involves the ligature of the
splenic artery with splenectomy by way of laparotomy or
laparoscopy; the procedure carries a morbidity of 9% and
a mortality of 1.3%, which rises to 20% in cases of emergency
and to 70% during pregnancy [17].
With regard to the endovascular approach, embolization
can be carried out using two techniques: embolization
using coils limited to the aneurysmal sac, maintaining
continuity in the splenic artery [11, 32] (fig. 1);
“endovascular ligature”, which requires the positioning
of the metal coils both upstream and downstream of the
SAA in order to attain a complete devascularization (figs.
2, 3). In the second occurrence, blood flow to the spleen
is at least in part maintained by the collateral vessels [10,
22, 32]. The choice of embolization type essentially depends
on the morphology and location of the SAA. Arterial flow
can be preserved in saccular SAAs of the middle third and
distal third upstream of the bifurcation of the splenic artery.
Conversely, fusiform aneurysms and those in the distal
third involving the bifurcation must be treated with
‘endovascular ligature’.
Ideally, intraparenchymal SAAs are embolized by superselective
catheterization, achieved with a coaxial microcatheter
in the afferent artery and an injection of definitive
embolizing material (thrombin or Cyanoacrylate: fig 3C-D)
in the sac. Should such procedure not be feasible, it is possible
to turn to embolization of the afferent artery branch of
the aneurysm.
Until a few years ago, localization of a SAA in the proximal
third of the artery, near its emergence from the celiac
trunk, represented a contraindication to endovascular
treatment. The location does not allow endovascular ligature,
as there is not enough space to place the coils
upstream of the aneurysm. Moreover, should the SAA have
a large neck, embolization of the aneurysmal sac is not
advised, as the coils can migrate to other branches of the
celiac artery. Embolization using three-dimensional volumetric
coils with controlled release have recently been
proposed for proximal saccular SAAs, with preservation
of vascular patency [10]. Covered stents would be preferred
when treating both fusiform and saccular aneurysms
[35, 36, 37, 39]; yet the use of such devices is hindered
by the tortuosity and the small diameter of the splenic
artery [31].
The only current contraindication of endovascular treatment
is represented by ruptured SAAs when the patient is
haemodynamically unstable; this emergency situation requires
an immediate surgical splenectomy.
In our experience, 11 SAAs were treated in 9 patients, all
with characteristics of true aneurysms. It should be noted

86 D. Laganà et al: Trattameno endovascolare degli aneurismi dell’arteria splenica
Gabelmann et al. (10 osservazioni, di cui 5 pseudoaneurismi
correlati a pancreatite) [27] e di Guillon et al. (12 osservazioni,
di cui 2 pseudoaneurismi) [32].
In 10/11 degli AAS trattati si è ottenuto un successo tecnico
immediato; l’eco color Doppler e l’angio-TC hanno documentato
la devascolarizzazione di tutti gli AAS già al controllo
espletato nella prima settimana dal trattamento; i controlli
successivi (follow-up compreso tra 6 mesi e 36 mesi;
valore medio di 18 mesi) ne hanno confermato la persistente
completa esclusione. L’Angio-TC ha fornito altresì informazioni
accurate sulla vascolarizzazione del parenchima
splenico, nonostante la frequente concomitanza di importanti
artefatti da indurimento del fascio dovuti alle spirali.
Dalla revisione della letteratura, a partire dal 1978, risultano
pubblicati 61 casi sottoposti a trattamento endovascolare:
in 56 sono state impiegate le spirali [10-32], in 3 casi
associate a Gelfoam [11, 33, 34]; solo in 4 pazienti sono stati
utilizzati stents ricoperti [32, 35-37]; 1 caso infine è stato
embolizzato mediante palloncino a distacco [32]). La percentuale
di successo è del 90%; tra le cause di insuccesso
sono state riportate la ricanalizzazione da parte di circoli
collaterali [16, 28] e la migrazione dello stent-graft [32].
Per quanto riguarda il follow up (compreso tra 2 e 69 mesi;
valore medio di 35 mesi) sono riportati unicamente alcuni
casi di riperfusione a pochi giorni dal trattamento [17, 32];
non sono peraltro descritti casi di ricanalizzazione degli AAS
a medio - lungo termine [32]. Pertanto parrebbe sufficiente,
anche alla luce dell’esperienza personale, un follow up
con imaging non superiore a 6 mesi, con eventuali ulteriori
controlli motivati solo dalla comparsa di sintomi.
Tra le complicanze del trattamento endovascolare, riportate
in letteratura, vanno rammentate: il danno ischemico
della milza [12]; il dolore in ipocondrio sinistro, la febbre e
l’aumento transitorio degli enzimi pancreatici (che configurano
la sindrome post-embolizzazione [32]); il versamento
pleurico sinistro [16]; la migrazione accidentale delle spirali
o dello stent-graft [31, 39]; le complicanze nella sede di
accesso arterioso.
Le complicanze riscontrate nella serie personale non sono
dissimili: febbre e dolore addominale in 5 pazienti, in 4 dei
quali concomitava pleurite sinistra di modesta entità. In particolare
va sottolineato che la funzionalità splenica è stata preservata
in tutti i casi; anche nella paziente in cui è stata embolizzata
l’intera arteria splenica, con conseguente ischemia parenchimale
massiva, si è verificata solo una trombocitosi transitoria-
con normalizzazione del conteggio piastrinico a 3 mesi
di distanza dalla procedura- grazie ai circoli collaterali che hanno
garantito la vascolarizzazione del parenchima splenico residuo
e ne hanno determinato la progressiva ipertrofia (fig. 4).
Il trattamento endovascolare offre numerosi vantaggi
rispetto alla tradizionale terapia chirurgica [11, 15, 17, 40]:
minore invasività, ricorso all’anestesia locale, approccio più
semplice in quegli AAS in cui l’esposizione chirurgica è
indaginosa (per esempio in conseguenza di pregressi interventi),
riduzione dei tempi intercorrenti fra diagnosi e terapia,
riduzione dei tempi di ospedalizzazione con conseguente
riduzione dei costi per la struttura sanitaria; il vantaggio più
importante consiste peraltro nella conservazione della funzione
splenica, che viene perduta nella maggioranza degli
interventi chirurgici, in cui la legatura dell’arteria splenica
è associata alla splenectomia.
that our series is one of the largest reported in the literature
along with that of Gabelmann et al. (10 observations, 5 of
which were pseudoaneurysms related to pancreatitis) [27]
and Guillon et al. (12 observations, 2 of which were pseudoaneurysms)
[32].
In 10/11 of the SAAs treated, technical success was immediate.
Colour-Doppler ultrasound and CT-angiography also
showed devascularization of all the SAAs at the examinations
carried out in the first week after treatment. Followup
(range 6-36 months; mean 18 months) confirmed the complete
exclusion. CT angiography also provided accurate
information about the vascularization of the splenic parenchyma,
despite the frequent presence of significant artefacts due
to the coils.
A review of the literature since 1978 identified 61 cases
of endovascular treatment. In 56 of these, coils were used
[10-32], in 3 cases associated with Gelfoam [11, 33, 34];
covered stents were used in only 4 patients [32, 35, 36, 37],
while one case was embolized using a detachable balloon
[32]. The success rate was 90%. The reported causes of nonsuccess
included recanalization of the collateral vessels [16,
28] and stent-graft migration [32].
Concerning the follow-up (range: 2-69 months; mean 35
months), few cases of reperfusion are reported to have
occurred soon after treatment [17, 32]; no mid-long term
cases of recanalization have been reported [32]. These data,
confirmed by our experience, show that a 6-month followup
by imaging would appear to be enough, with further examinations
carried out only in case of symptoms.
Amongst the reported complications of endovascular treatment,
the following should be recalled: ischaemic damage
of the spleen [12]; left hypochondrium pain, fever and the
transitory increase of pancreatic enzymes (which form the
post-embolization syndrome [32]), left pleural effusion [16];
accidental migration of the coils or stent-graft [31, 39] and
complications related to the arterial access.
The complications identified in our experience are not
dissimilar. They include fever and abdominal pain in 5
patients, 4 of whom complained of mild left pleuritis. In particular,
splenic function was preserved in all cases; even in
the patient where the whole splenic artery was embolized,
with diffuse parenchymal ischaemia, only a temporary thrombocytosis
was observed and the platelet count returned to
normal after 3 months; this was due to the collateral vessels
which guaranteed the vascularization of the remaining
splenic parenchyma and caused its progressive hypertrophy
(fig. 4).
Endovascular treatment offers many advantages compared
to surgical therapy [11, 15, 17, 40]. It is less invasive,
uses local anaesthetic, and it provides a more simple approach
to SAAs where traditional surgery is cumbersome (for instance
following previous operations). It also offers a reduction in
time between diagnosis and therapy, shorter hospital stays
and therefore a reduction in cost for the health system. The
most important advantage is the preservation of splenic function,
which is lost in the majority of surgical cases where
the ligature of the splenic artery is associated with splenectomy.

D. Laganà et al: Trattameno endovascolare degli aneurismi dell’arteria splenica 87
Conclusioni
Il trattamento endovascolare rappresenta attualmente l’opzione
di prima scelta in condizioni di elezione e di urgenza
- purché il paziente sia emodinamicamente stabile -, in quanto
risulta attuabile, con tecniche differenti, in pressoché tutti
i casi; garantisce ottimi risultati sia immediati sia a distanza;
presenta indubbi vantaggi nei confronti della terapia chirurgica,
con particolare riguardo alla minore invasività e alla
preservazione della funzionalità splenica.
Conclusion
In conclusion, endovascular treatment currently represents
the preferred option in elective cases and in emergency
settings provided the patient is haemodynamically stable. It
is feasible in nearly all cases given that various techniques
can be used; it guarantees both good immediate and longterm
results; it presents doubtless advantages compared to
surgical treatment, particularly because it is less invasive
and preserves splenic function.
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Prof. C. Fugazzola
Cattedra di Radiologia
Università degli Studi dell’Insubria
Viale Borri, 57
21100 Varese VA
Tel. 0332/278056
Fax 0332/263104
E-mail:
carlo.fugazzola@ospedale.varese.it