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11:11 La vita, i sogni e l'energia dell'universo

11:11 La vita, i sogni e l'energia dell'universo

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Pubblicato da Carmelo Bucca<br />

Carmelo Bucca<br />

© Copyright<br />

Stampato in Italia il 21/12/2012 Pg. 151<br />

dalla Tipografia Ambra di Barcellona Pozzo di Gotto<br />

(ME) IT<br />

ISBN 978-88-90-72-78-1-8<br />

Dal 2014 in lingua inglese in formato digitale e<br />

cartaceo sui migliori negozi internazionali.<br />

3


Indice<br />

1. Milano e Mikonos<br />

2. Londra<br />

3. L’arrivo delle festività e i perché<br />

4. Desiderio di scoperta<br />

5. Coincidenze e sogni<br />

6. La società che non capivamo<br />

7. Sophy, l’angelo della Danimarca<br />

8. L’Irlanda e il grande giardino<br />

9. Sophy lascia Dublino<br />

10. Londra, undici anni dopo<br />

11. Il libro<br />

12. Sophy, nove anni dopo<br />

13. 11:11<br />

14. Vacanza a Kos<br />

15. Ritorno nella capitale inglese<br />

16. Weekend in Danimarca<br />

17. L’incontro che mai mi sarei aspettato<br />

18. Da quel giorno tutto cambiò<br />

19. Lascio Londra<br />

20. La donna al centro dell’Universo con Dio<br />

21. Da Londra a Castroreale<br />

22. Cristian e l’undicesimo aereo<br />

23. Le conferme che cercavo<br />

24. “In segreto”, l’11:11 nel mondo, sincronicità<br />

e i cerchi nel grano<br />

25. Il 2011/12: i sentimenti, la profezia, la Verità su<br />

Dio e la Nuova Realtà<br />

4


Tutto quello che è successo nell’arco della mia vita mi<br />

ha condotto a pensare che questa porti con sé un<br />

senso inimmaginabile. Bisogna sapere cosa vogliamo<br />

dalla vita, cosa siamo noi per la vita… Cercare di<br />

capirla un po’ può bastare per viverla<br />

Spero che queste pagine vi aiutino a comprenderla,<br />

ma anche a farvi sorridere e riflettere… per poi<br />

volare attraverso la forza dei vostri sogni!<br />

Queste pagine sono anche dedicate a tutta la gente<br />

che ama sognare, che ama vivere la vita, che ama<br />

rischiare e sfida la vita.<br />

Introduzione<br />

Un giorno mia madre, durante una chiacchierata in<br />

famiglia, disse a mio padre: «Nostro figlio ha la<br />

magia.»<br />

Sentendo questa frase sorrisi, ero contento. In verità<br />

pensavo che fosse vero, ma non ne ero sicuro.<br />

La magia si deve cercare, scoprire, inseguire; tutto<br />

dipende da ciò che si vive e da come si vive. C’è un<br />

filo invisibile e infinito che lega ogni individuo al<br />

Cuore dell’Universo; è importante scoprirlo.<br />

Il sogno di fare un viaggio fuori dalla realtà<br />

L’incredibile viaggio di un ragazzo comune si può<br />

trasformare in magia<br />

5


La passione per la vita è qualcosa che ognuno ha in sé<br />

e va oltre qualunque orizzonte. La si scopre soltanto<br />

aprendo il Cuore.<br />

La passione si manifesta in qualunque azione,<br />

avvenimento, incontro. Partire per un viaggio che sta<br />

iniziando e non sapere quando finirà… questa è<br />

magia.<br />

Ho sempre avuto bisogno di libertà.<br />

Forse è per questo desiderio che da piccolo, la sera<br />

quando andavo a dormire, tre o quattro volte la<br />

settimana sognavo di volare: dopo essere saltato dalla<br />

vetta di una montagna, prendevo il volo come<br />

un’aquila.<br />

Oggi, dopo circa trent’anni, ogni tanto mi capita<br />

ancora di volare.<br />

Ho sempre sognato di volare, di notte, di giorno…<br />

Ho sempre amato la libertà allo stato puro, direi anche<br />

animalesco. Molte volte mi sembra di essere un<br />

animale in gabbia, vorrei scappare. Credo di essere<br />

una persona che non riesce ad adattarsi a una vita<br />

normale con tutte le sue regole. Durante i miei viaggi,<br />

nei miei incontri ho scoperto tante cose nuove e<br />

riscoperto nel mio io, il bambino. Così, da grande, ho<br />

iniziato a vivere da bambino, ma spesso durante il<br />

giorno, mi calavo nei panni di un adulto. Ero costretto<br />

a pensare e a fare le cose che fanno i grandi, ma<br />

continuavo a sognare come un bambino. Non ero il<br />

solo, anzi ho incontrato molte persone alle quali<br />

piaceva vivere spensieratamente. Spesso ho vissuto<br />

come se ogni giorno fosse l’ultimo della mia vita,<br />

immerso in un Paradiso terrestre. Sempre attivo,<br />

immerso nella vita con quell’energia che, adesso me<br />

ne rendo conto, proviene da qualche luogo<br />

6


dell’Universo. Sembrava fossi arrivato da una stella,<br />

l’energia cosmica mi stava facendo volare. Tutto<br />

quello che stavo vivendo era un sogno, solo che<br />

ancora non lo sapevo. Ero dentro un film, il tempo si<br />

era fermato. Non sapevo che qualcuno stava filmando,<br />

non sapevo che quel film era la realtà di un viaggio<br />

indimenticabile… con un bicchiere di magia!<br />

7


3<br />

L’arrivo delle festività e i perché<br />

La città stava per fermarsi: avremmo avuto due giorni<br />

liberi, quindi era meglio organizzarci in anticipo. Il<br />

Natale è la festa più conosciuta al mondo: la<br />

celebrazione della nascita di Gesù. Per i credenti, Dio<br />

ha mandato un messaggero per cambiare il mondo,<br />

per farci capire che siamo sulla Terra con uno scopo<br />

ben preciso e che non siamo qui per caso. La notte di<br />

Natale stava per giungere e in molte parti del globo<br />

erano pronti a celebrarla credenti e non.<br />

Nessuno di noi amici era legato alla Chiesa, qualcuno<br />

credeva in Dio. Altri invece erano atei.<br />

Ma cos’è Dio<br />

Io ho sempre avuto un affetto particolare per Gesù<br />

Bambino, sicuramente perché da piccolo me lo hanno<br />

trasmesso. Tutto sommato, però, sono sempre stato un<br />

po’ scettico.<br />

Mi rivolgevo a Dio quando avevo bisogno di qualcosa<br />

o mi capitava di pronunciare il Suo nome. A volte<br />

recitavo le mie preghiere, come mi aveva insegnato<br />

mamma. Altre volte mi chiedevo perché stessi<br />

pregando e soprattutto, chi stessi pregando. Per me era<br />

difficile credere in qualcosa non avendo prove della<br />

sua esistenza. A volte ho chiesto a Dio di darmi un<br />

segnale.<br />

Mi rivolgevo a lui dicendo: Fatti vedere, dimmi che ci<br />

sei!<br />

Perché siamo qui Qual è la ragione di tutto questo<br />

Vivere e poi morire Perché<br />

13


Ti farai vivo un giorno<br />

Forse Dio ha sempre mandato a tutti, piccoli e grandi<br />

segnali: c’è chi li coglie, c’è chi non riesce a coglierli<br />

e c’è chi non li vuole cogliere. Io ci speravo, volevo<br />

saperne di più. Volevo sapere del mondo, di questa<br />

palla in mezzo all’Universo…<br />

14


5<br />

Coincidenze e sogni<br />

Arrivò il giorno in cui Andrea un suo amico ed io<br />

affittammo una casa. Sarebbe stato triste lasciare<br />

l’ostello e non incontrare più tutta quella gente, ma<br />

sentivamo che era arrivato il momento di andare via.<br />

Così, nel mese di aprile, dopo la grande avventura<br />

dell’ostello, sarebbe iniziata quella della casa. Ne<br />

affittammo una nella zona Nord di Dublino, in<br />

Orchard Road. Avevamo tradotto il nome della via in<br />

italiano, era “via dei Frutteti”. C’era un albero di<br />

fronte casa nostra e noi scherzando dicevamo che nei<br />

prossimi mesi avremmo raccolto tutti i frutti che<br />

volevamo. I nostri frutti sarebbero stati gioie della vita<br />

quotidiana. Felici di esserci, il mondo girava, e noi<br />

con lui.<br />

La sera ci ritrovavamo tutti a casa e, quando il<br />

musicista Simon, l’amico di Andrea, che condivideva<br />

con noi la casa era dell’umore adatto, ci faceva<br />

ascoltare sempre canzoni particolari. Non riuscivo a<br />

capire perché in un momento intenso della mia vita,<br />

mentre pensavo a determinate cose o facevo un<br />

discorso particolare sul mondo, si verificava sempre<br />

qualche coincidenza. In quella particolare occasione,<br />

la coincidenza fu la canzone degli U2, che Simon<br />

aveva iniziato a suonare, I still haven’t found what I’m<br />

looking for (Non ho ancora trovato quello che sto<br />

cercando) e mi chiedevo spesso se un giorno sarei<br />

riuscito a trovarlo.<br />

21


Seguivo sempre le mie sensazioni e quella<br />

coincidenza non sembrava un caso.<br />

Non c’era una spiegazione logica a tutto quello che mi<br />

succedeva. Era come se qualcuno volesse farmi capire<br />

qualcosa.<br />

23


10<br />

Londra undici anni dopo<br />

Era una coincidenza se, dopo undici anni trascorsi a<br />

Dublino, tornavo a Londra, la città che Orazio, un<br />

tempo, aveva definito “spaziale”<br />

Orazio aveva perso il lavoro a Milano, così, in un<br />

momento particolare della nostra vita, ci ritrovammo<br />

nella capitale inglese. Qualunque fosse il motivo,<br />

l’incontro inaspettato in quella città riempiva di gioia<br />

entrambi.<br />

Affittammo uno splendido appartamento a Barking,<br />

zona quattro, ad Est dal centro città. Avevo pensato di<br />

aprire un bar, ma date le difficoltà, decisi di cercare un<br />

lavoro da dipendente e di rimandare il mio progetto.<br />

Andai a lavorare al “City Airport”, non molto lontano<br />

da casa mia, come team leader per un coffee shop. Il<br />

lavoro era ben retribuito, i colleghi simpatici, ma a<br />

causa degli orari sempre irregolari, lasciai il lavoro,<br />

dopo circa sei mesi.<br />

Il ruolo di team leader o di manager non mi<br />

soddisfaceva. Una vita e un lavoro “normali” non mi<br />

appagavano del tutto: mi sarebbe sempre mancato<br />

qualcosa. Alcune volte pensavo pure che, anche<br />

gestendo un’attività in proprio, non sarei mai stato<br />

contento. Volevo qualcosa di più da questa vita,<br />

cercavo qualcosa di forte, di diverso, che mi lasciasse<br />

incantato come quando ero bambino.<br />

33


“Se non sono impegnato mentalmente posso riflettere<br />

di più” pensai “e magari, occuparmi di qualcos’altro.<br />

Mi trovo a Londra, la capitale delle opportunità”.<br />

Decisi di cambiare il mio curriculum vitae e, invece di<br />

cercare un lavoro come manager o supervisor, scelsi<br />

un impiego più semplice che mi avrebbe dato<br />

pochissimi pensieri. Dopo qualche settimana, accettai<br />

un lavoro al Canary Wharf (un’area simile alla City)<br />

in un bar situato all’interno del grattacielo della banca<br />

Barclays, con un orario su misura per me: dalle dieci<br />

alle diciotto, con tutti i weekend liberi.<br />

Il mio compito sarebbe stato quello di occuparmi della<br />

cassa, preparare i caffè, chiudere il punto vendita,<br />

valutare l’incasso e riporre i soldi in cassaforte.<br />

Nessun altro tipo di responsabilità. Era quello di cui<br />

avevo bisogno.<br />

Avevo trentanove anni. La cosa più bella di quel<br />

periodo era la facilità con cui comunicavo e lavoravo<br />

con ragazzi molto più giovani di me: il mio spirito di<br />

giovinezza e il bambino interiore non mi avevano mai<br />

abbandonato. Tutto era rimasto intatto dentro il mio<br />

Cuore come quando, da piccolo, giocavo con i miei<br />

coetanei.<br />

Era passato quasi un anno da quando ero arrivato a<br />

Londra e mi sentivo più rilassato. Cambiare lavoro mi<br />

aveva fatto riflettere su alcune cose importanti che,<br />

negli ultimi anni, avevo trascurato. Pensavo a<br />

guadagnare soldi per possedere il maggior numero<br />

possibile di beni materiali, ma non riuscivo a capire<br />

perché dovessi correre tutta la vita.<br />

Quale sarebbe stato lo scopo di tutto ciò<br />

34


E se avessi dovuto vivere in un modo completamente<br />

diverso da come avevo fatto negli ultimi anni<br />

Mi sentivo come se fossi dentro un sistema<br />

meccanico… c’era qualcosa che non tornava. Pensavo<br />

che i beni materiali fossero importanti ma che<br />

esistesse qualcosa di più grande. Il mio spirito<br />

dov’era Sono nato e cresciuto in Europa, dove faccio<br />

quello che la società mi dice di fare. Costretto, non so<br />

da cosa, ad agire come agiscono gli altri. Devo vivere<br />

come vivono tutti. Se non lo faccio, sono un pazzo, un<br />

tipo strano, ho dei problemi.<br />

Perché io, come tanti altri, devo sottostare a tutto<br />

questo<br />

Essere schiavi del sistema, arrivare a sessantacinque<br />

anni, prendere la pensione, quando a quell’età magari<br />

non si hanno più le energie e si è già pure malati. E<br />

poi Fare le stesse cose tutti i giorni, fino alla morte<br />

Quale sarebbe stato il significato della mia vita<br />

Questo sembra molto logico solo perché un’altissima<br />

percentuale di persone nel mondo si comporta così.<br />

Ma chi è veramente contento<br />

Coloro che non lavorano hanno senz’altro più<br />

problemi e lo Stato non li assiste: l’Italia ne è un<br />

esempio.<br />

Se volessero, i potenti di questo mondo potrebbero<br />

fare molte cose per migliorare la vita di tutti noi, ma<br />

soprattutto, interessarsi delle persone povere e<br />

sofferenti.<br />

Solo perché sono nati con maggiori possibilità di altri,<br />

perché sono più furbi o più fortunati, devono sentirsi<br />

autorizzati a sopraffare e sfruttare i loro simili<br />

Pensare ai loro interessi anziché interessarsi dei reali<br />

35


problemi del mondo Che cosa se ne fanno del potere<br />

se non hanno un Cuore Che cosa se ne fanno del<br />

potere senza vero Amore<br />

Ma, in realtà, ci siamo mai chiesti come funziona tutto<br />

questo<br />

Fermiamoci un attimo a pensare: il mondo potrebbe<br />

essere diverso e migliore. Non vedevo ancora il filo<br />

che collegava me, i potenti, il resto del mondo e Dio.<br />

Come si fa a capire il senso della vita terrena di oggi<br />

Sono io che lo devo scoprire E come<br />

Con quale prospettiva devo guardare il mondo<br />

Molta gente ha gli occhi chiusi e l’indifferenza è tanta.<br />

Ma Dio esiste veramente Ci sarà qualcosa o qualcuno<br />

nell’aldilà che vaglierà l’operato di tutti<br />

Quando mi ponevo tutte queste domande, avrei voluto<br />

altrettante risposte. In quel momento sembrava che<br />

stesse cambiando qualcosa: sentivo che nell’aria, c’era<br />

qualcosa che mi coinvolgeva, senza riuscire a capire<br />

di cosa si trattasse.<br />

Era possibile che i miei pensieri arrivassero in cielo<br />

Era possibile che, in quei momenti di riflessione,<br />

qualcuno da lassù mi stesse ascoltando<br />

Dentro il mio Cuore, forse come tutti, volevo scoprire<br />

il senso di questa vita che non dura per sempre e del<br />

perché siamo al mondo.<br />

36


13<br />

11:11<br />

Maggio era alle porte. Orazio ed io avevamo deciso di<br />

andare in vacanza in Grecia, a metà di giugno.<br />

Prenotammo un bed&breakfast a Kos, per due<br />

settimane, un luogo nuovo per entrambi.<br />

Un giorno, mentre ero in casa, mi girai verso la<br />

sveglia digitale: segnava le 11:11. Il giorno dopo<br />

successe di nuovo e pensai fosse una cosa insolita. La<br />

sveglia mostrava quattro sbarre uguali e parallele, una<br />

cosa particolare. Il terzo giorno successe ancora: un<br />

avvenimento fuori del comune. La settimana andò<br />

avanti così: successe anche qualche sera.<br />

Ero sempre molto impegnato, immerso nella stesura<br />

del mio libro. Anche se quelle coincidenze erano<br />

sorprendenti, non ci pensavo più di tanto. Ogni giorno<br />

c’era qualcosa che mi spingeva a considerare quello<br />

che mi stava succedendo più di una banale<br />

coincidenza: guardavo la sveglia digitale o l’orologio<br />

del computer e segnava le 11:11; suonavano alla<br />

porta, aprivo, tornavo in camera ed erano le 11:11;<br />

arrivava un sms ed erano le 11:11. Perché Perché non<br />

guardavo l’orologio alle 11:12 o alle 11:13 Non<br />

sapevo come spiegarmelo e cosa pensare. Non sono<br />

mai stato un appassionato di numerologia. Il<br />

paranormale non è mai rientrato nel raggio dei miei<br />

interessi. I numeri a me servivano solo per fare i conti.<br />

Tutte quelle coincidenze aumentarono di settimana in<br />

settimana. Incredibile ma vero! Quando andavo in<br />

biblioteca, per esempio, mentre scendevo le scale per<br />

42


andare via, guardavo l’orologio sulla parete che<br />

segnava le 11:11.<br />

Un giorno, all’ufficio postale, pagai una bolletta, mi<br />

diedero la ricevuta e l’occhio cadde sull’orario: le<br />

11:11. Al supermercato, qualche volta mi successe di<br />

pagare 11 sterline e 11 pennies.<br />

In qualunque luogo mi trovassi, qualunque cosa<br />

facessi, c’era sempre questa sequenza di numeri. Ciò<br />

si verificò per circa un mese, forse anche di più, senza<br />

alcuna spiegazione apparente.<br />

Poteva essere solo una coincidenza Sentivo che stava<br />

succedendo qualcosa, ma non riuscivo a darmi una<br />

spiegazione logica. Una sera decisi di parlarne con<br />

Orazio.<br />

«C’è una cosa importante di cui ti devo parlare:<br />

promettimi di non dirla a nessuno.»<br />

«È successo qualcosa»<br />

«Sì, sta succedendo qualcosa, e posso parlarne solo<br />

con te!»<br />

«Okay! Dimmi, sai che di me ti puoi fidare!»<br />

Gli spiegai tutto.<br />

«Stai parlando seriamente»<br />

«Certamente! Da quanto tempo mi conosci Saranno<br />

vent’anni, forse di più. Ti ho mai fatto un discorso del<br />

genere»<br />

«No!»<br />

«Allora, siediti dieci minuti per favore, anzi 11» gli<br />

dissi sorridendo. «Sta succedendo qualcosa che non<br />

conosco e che non riesco a capire. Ti è mai successo<br />

di guardare l’orologio alle 11:11 per diverse<br />

settimane, tutti i giorni»<br />

«No, mai!»<br />

43


«Finora non ti ho detto niente perché non pensavo<br />

fosse importante, non so neanche se lo sia. Sono<br />

possibili tutte queste coincidenze, una dietro l’altra<br />

Non ti sembra una cosa alquanto strana»<br />

«In effetti lo è. Quanto mi stai riferendo è molto<br />

strano, ma cosa vuoi che ti dica»<br />

«Quante sono le probabilità di vedere l’orologio alle<br />

11:11 in una giornata composta da 1440 minuti<br />

Capisci cosa ti voglio dire Centoventi secondi in 24<br />

ore! Le probabilità sono quasi nulle!»<br />

Orazio mi guardava perplesso.<br />

44


14<br />

Vacanza a Kos<br />

La vacanza a Kos fu rilassante e interessante.<br />

La spiaggia era poco affollata. Mi ci sedevo<br />

ricordando la mia infanzia quando da piccolo contavo<br />

i granelli di sabbia, dicendo a mia mamma che sarei<br />

stato capace di contarli tutti, fino a un totale di<br />

miliardi di miliardi.<br />

Lì sulla spiaggia, pensavo a tutte le coincidenze che<br />

erano successe a Londra, che avevano superato ogni<br />

limite sopportabile da una mente razionale,<br />

confermate dal fatto che l’11:11 si presentava anche<br />

quando mi capitava di chiedere a Orazio che ore<br />

fossero. A volte, improvvisamente, sentimenti ed<br />

emozioni leggerissime attraversavano il mio Cuore e<br />

il mio animo. Avveniva tutto in una frazione di<br />

secondo e non riuscivo veramente a spiegarmi cosa<br />

stesse succedendo. Era come se qualcosa d’invisibile,<br />

piano piano, si stesse facendo largo dentro di me…<br />

46


15<br />

Ritorno nella capitale inglese<br />

Tornai a Londra rigenerato. Avvertivo in me la<br />

freschezza e l’energia di un adolescente. Ricominciai<br />

a scrivere, alzandomi tutte le mattine alle sei. Mi<br />

sentivo pieno d’ispirazione.<br />

Dopo qualche giorno ripresi a vedere l’11:11.<br />

Iniziai a pormi nuovamente delle domande: volevo<br />

una spiegazione razionale a tutto quello che stava<br />

succedendo. Così mi concentrai solo sull’11:11 e<br />

provai a cercarlo per una settimana, ma tutte le volte<br />

che si avvicinava, accadeva sempre qualcosa che mi<br />

distraeva dal mio intento. Si verificavano sempre le<br />

11:12 o le 11:13, mai le 11:11. Il giorno in cui smisi di<br />

cercarlo, mi girai per guardare l’ora sulla sveglia<br />

digitale: segnava le 11:11. Un vero e proprio mistero.<br />

Sorrisi. È difficile spiegare come mi sentissi.<br />

Quell’11:11 sembrava volesse farmi compagnia,<br />

comunicarmi qualcosa…<br />

49


Un giorno, al lavoro, una collega mi disse:<br />

«Mi presti per favore il tuo pass per aprire la porta del<br />

retro, perché devo andare col carrello al terzo piano»<br />

«Sì, eccolo.»<br />

«Qual è il tuo codice»<br />

«Quattro volte 1» dissi, mentre un forte brivido mi<br />

attraversava la schiena. Rimasi sorpreso, a bocca<br />

aperta. Mille pensieri si affollarono nella mia mente:<br />

l’orologio, le ricevute, tutte quelle coincidenze che<br />

stavano succedendo e che non riuscivo a spiegarmi, e<br />

adesso stavano continuando e aumentando.<br />

Preso dalla mia vita e quindi dal mio libro, non me<br />

n’ero accorto. Strano, ma vero. Ogni volta che aprivo<br />

quella porta non guardavo mai il numero che digitavo.<br />

Il display, situato ad una distanza di circa un metro e<br />

venti/quaranta centimetri da terra, era piccolo e di<br />

forma quadrata, con la parte superiore coperta, tale da<br />

non consentire la vista di alcuni numeri da digitare.<br />

Per me tutto era diventato automatico. Poggiavo la<br />

mano sul display e con l’indice premevo quattro volte<br />

il numero nell’angolo in alto a sinistra. Da non<br />

crederci: da più di un anno che digitavo regolarmente<br />

<strong>1111</strong>. Quel giorno, durante la pausa pranzo, mi sedetti<br />

da solo; mi ponevo tante domande, tra meraviglia,<br />

ansia e voglia di sapere perché si presentavano tutte<br />

quelle sequenze di numeri. Pensai alla porta<br />

dell’ufficio, nella cui cassaforte, ogni sera depositavo<br />

i soldi: anche lì il mio codice d’accesso era <strong>1111</strong>.<br />

“Oh mio Dio! Cosa sta succedendo!”<br />

Quella sera non vedevo l’ora che Orazio arrivasse a<br />

casa per raccontargli tutto. Gli detti il tempo di andare<br />

in bagno e, quando entrò in sala, gli dissi:<br />

53


«Vuoi sapere l’ultima»<br />

«Dimmi!»<br />

«Il mio codice per aprire le porte al lavoro è <strong>1111</strong>.»<br />

«No! Non è possibile, stai scherzando!»<br />

«No, è possibilissimo! Me ne sono accorto solo oggi,<br />

anche se lo sto digitando da più di un anno. Sta<br />

succedendo qualcosa, lo sento nell’aria, ci sono troppe<br />

coincidenze. Ti dico la verità: da quando è iniziato<br />

tutto, mi sento diverso, non so come spiegartelo. Anzi,<br />

non si può spiegare e tu sei l’unico con cui ne posso<br />

parlare. Sai, qualche volta mi capita di guardare l’ora<br />

alle 11:10 e dopo qualche secondo scattano le 11:11.<br />

Oppure guardo l’ora alle 11:11 e dopo qualche<br />

secondo scattano le 11:12. Te lo ripeto: quello che sta<br />

succedendo, oltre che strano, mi sembra<br />

fantascientifico!»<br />

Una volta, sul treno, mi sedetti dalla parte opposta a<br />

quella in cui mi sedevo di solito e, appena arrivato alla<br />

stazione di Limehouse, dove scendevo per prendere la<br />

coincidenza con la DLR, mi accorsi che sul muro<br />

c’erano stampati quattro 1 che indicavano il codice<br />

della stazione dei treni. Neanche quello mi sembrava<br />

vero! Come altre volte, provavo sensazioni molto<br />

forti.<br />

C’era qualcosa di misterioso, che mi stava aspettando<br />

Cosa poteva esserci di così importante dietro a quella<br />

sequenza di numeri<br />

54


Che incredibile coincidenza!<br />

Quello che stava succedendo ultimamente mi lasciava<br />

sempre più strabiliato.<br />

«Sophy, ti devo dire qualcosa che riguarda il passato,<br />

ma anche il presente; so che quello che ti sto per dire è<br />

da pazzi, ma se non lo faccio oggi non lo farò più!»<br />

«Cos’è successo» chiese lei seria.<br />

«Non è successo niente e non ti devi preoccupare!»<br />

«Cosa mi vuoi dire allora»<br />

«Quando ti guardo, è come se già ti conoscessi.»<br />

«Cioè Spiegati meglio.»<br />

«Non so come spiegartelo, provo una strana ma bella<br />

sensazione. È come se già ti conoscessi, prima di<br />

averti incontrata a Dublino. Ho avvertito questo sin<br />

dalla prima volta che ti ho vista. Poi mi metto i tuoi<br />

occhiali e sono uguali ai miei e ci vedo quasi<br />

perfettamente. Sai, a me manca la metà della vista!»<br />

Lei mi osservava sbalordita, senza dire una parola.<br />

Continuai:<br />

«Non capisco cosa può significare tutto questo.<br />

Pensavo di non dirtelo. Neanche quando hai lasciato<br />

Dublino, in quei giorni in cui siamo stati insieme,<br />

avrei pensato di dirti questa mia sensazione. Ieri,<br />

prima di partire, non mi aveva neanche sfiorato la<br />

mente.»<br />

Sophy camminava per casa, non sapeva cosa dirmi.<br />

«Non so neanche perché te lo stia dicendo adesso, è<br />

stato un attimo; sapevo di non doverti dire niente.<br />

Guarda che il tutto è un mistero pure per me. Certe<br />

volte, penso che tu potresti essere un “Angelo”, altre,<br />

63


di averti incontrata in un’altra vita…»<br />

Lei mi guardò perplessa e mi disse:<br />

«Un Angelo Un’altra vita»<br />

«Perché non è possibile<br />

64


17<br />

L’incontro che mai mi sarei aspettato<br />

Ritornato a Londra, ripresi la mia routine. A volte<br />

pensavo a Sophy, con le braccia alzate verso il cielo.<br />

Credevo che in quel weekend in Danimarca fosse<br />

successo qualcosa di unico, che andava oltre la<br />

percezione umana. Le domande a me stesso su tutto<br />

quello che stava succedendo si moltiplicavano giorno<br />

dopo giorno.<br />

Una sera, seduto sul divano di casa, dissi a Orazio:<br />

«Cosa diresti di prendere casa con Carlo Penso che<br />

abbia bisogno di noi.»<br />

In quel momento sentii un’emozione mai provata e<br />

iniziai a piangere. Non riuscivo a capire cosa mi stesse<br />

succedendo, anche perché con Carlo ci vedevamo un<br />

paio di volte l’anno, solo perché era amico di Orazio.<br />

«Cosa fai, piangi!» disse Orazio. «Cosa ti sta<br />

succedendo»<br />

«Niente, non so!»<br />

«Vuoi prendere casa con Carlo Se vuoi gli telefono<br />

adesso e gli chiedo se vuole venire a stare con noi.»<br />

«Per favore, fallo» risposi.<br />

Orazio telefonò a Carlo che fu contento e rispose di sì.<br />

Arrivò il venti agosto, il giorno che sarebbe diventato<br />

il più importante della mia vita. La mattina, mentre<br />

stavo scrivendo il libro, mandai un messaggio al mio<br />

amico Matthew:<br />

67


“Il mio libro sta entrando nell’Universo”.<br />

Non ricordo cosa rispose lui, di sicuro qualcosa di<br />

bello.<br />

Il pomeriggio andai a lavorare come tutti i giorni. La<br />

sera, aspettammo in casa l’arrivo di Carlo. Arrivò sul<br />

tardi, verso le dieci. Mentre chiacchieravamo gli<br />

chiesi:<br />

«Orazio mi ha parlato di alcuni documentari che hai<br />

visto in Italia. Mi racconti di cosa parlano»<br />

Carlo parlò dei Maya e di altre civiltà secondo le quali<br />

dovrebbe avvenire presto un cambiamento nel mondo.<br />

Aggiunse che, secondo queste civiltà, tutto è connesso<br />

con l’anno 2012.<br />

Era un discorso interessante e nuovo per me. In<br />

quell’attimo, non so perché, mi batteva il Cuore, poi<br />

lo interruppi: «Adesso ti voglio raccontare quello che<br />

sta succedendo a me e questa serata ve la ricorderete<br />

per tutta la vita.»<br />

Quell’ultima parte della frase non avrei voluto dirla,<br />

era uscita dalla mia bocca inconsapevolmente. Avrei<br />

voluto solo raccontargli le incredibili coincidenze<br />

dell’11:11 che mi stavano capitando in quel periodo:<br />

non potevo mai immaginare cosa sarebbe successo.<br />

Ero seduto sulla poltrona e appena finii di pronunciare<br />

quelle parole…<br />

68


Ero molto lucido, vivevo quelle forti sensazioni e,<br />

nello stesso tempo, comunicavo con Orazio e Carlo<br />

riuscendo a spiegare loro dove mi trovavo e cosa<br />

vedevo.<br />

70


Lo Spirito d’Amore è immortale!<br />

Noi siamo immortali!<br />

“Visita la pagina librerie per acquistare il libro dai<br />

migliori negozi online e continuare a leggere la mia<br />

incredibile storia!!!”<br />

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