1. La vita 2. Opere letterarie e teatrali di Manzoni ... - Biagio Carrubba

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INDICE 1. La vita 2. Opere letterarie e teatrali di Manzoni 3. Il Carme: In morte di Carlo Imbonati 4. Lettera a Monsieur Victor Chauvet 5. Gli Inni Sacri 6. La Pentecoste 7. Parafrasi della Pentecoste 8. Il tema della Pentecoste 9. Il messaggio della Pentecoste 10.La tesi della Pentecoste 11.Analisi della forma della Pentecoste 12.L'evoluzione del pensiero filosofico, teologico, sociale e letterario di Manzoni dopo la confessione cattolica 13.L'idea fondamentale del cattolicesimo liberale del Manzoni 14.La seconda tragedia del Manzoni: l'Adelchi 15.Il secondo coro di Adelchi 16.Il dramma di Ermengarda 17.Walter Scott e il romanzo storico 18.Il passaggio della provvida sventura alla provvidenza 19.Il romanticismo di Manzoni 20.I Promessi Sposi 21.La trama dei Promessi Sposi 22.I personaggi storici e inventati dei Promessi Sposi 23.Gli episodi comici ed ironici del romanzo 24.Il messaggio finale e sintetico dei Promessi Sposi 25.Giudizio critico di Lanfranco Caretti 1

INDICE<br />

<strong>1.</strong> <strong>La</strong> <strong>vita</strong><br />

<strong>2.</strong> <strong>Opere</strong> <strong>letterarie</strong> e <strong>teatrali</strong> <strong>di</strong> <strong>Manzoni</strong><br />

3. Il Carme: In morte <strong>di</strong> Carlo Imbonati<br />

4. Lettera a Monsieur Victor Chauvet<br />

5. Gli Inni Sacri<br />

6. <strong>La</strong> Pentecoste<br />

7. Parafrasi della Pentecoste<br />

8. Il tema della Pentecoste<br />

9. Il messaggio della Pentecoste<br />

10.<strong>La</strong> tesi della Pentecoste<br />

1<strong>1.</strong>Analisi della forma della Pentecoste<br />

1<strong>2.</strong>L'evoluzione del pensiero filosofico, teologico, sociale e letterario <strong>di</strong> <strong>Manzoni</strong><br />

dopo la confessione cattolica<br />

13.L'idea fondamentale del cattolicesimo liberale del <strong>Manzoni</strong><br />

14.<strong>La</strong> seconda trage<strong>di</strong>a del <strong>Manzoni</strong>: l'Adelchi<br />

15.Il secondo coro <strong>di</strong> Adelchi<br />

16.Il dramma <strong>di</strong> Ermengarda<br />

17.Walter Scott e il romanzo storico<br />

18.Il passaggio della provvida sventura alla provvidenza<br />

19.Il romanticismo <strong>di</strong> <strong>Manzoni</strong><br />

20.I Promessi Sposi<br />

2<strong>1.</strong><strong>La</strong> trama dei Promessi Sposi<br />

2<strong>2.</strong>I personaggi storici e inventati dei Promessi Sposi<br />

23.Gli episo<strong>di</strong> comici ed ironici del romanzo<br />

24.Il messaggio finale e sintetico dei Promessi Sposi<br />

25.Giu<strong>di</strong>zio critico <strong>di</strong> <strong>La</strong>nfranco Caretti<br />

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ALESSANDRO MANZONI<br />

<strong>1.</strong> LA VITA<br />

Alessandro <strong>Manzoni</strong> nacque a Milano il 7 Marzo 1785, dal conte Pietro <strong>Manzoni</strong> e da Giulia<br />

Beccaria, figlia del celebre scrittore Cesare Beccaria, ma il vero padre fu probabilmente Giovanni<br />

Verri legato sentimentalmente alla madre.<br />

Nel 1791 il giovane Alessandro fu messo in un collegio. Nel 1792 la madre andò a vivere con il<br />

conte Carlo Imbonati a Parigi.<br />

Tra il 1803 e il 1805 scrive numerose poesie come gli i<strong>di</strong>lli “Adda” e “Il trionfo della libertà”. Nel<br />

1805, va a Parigi per stare con la madre rimasta sola in seguito ala morte <strong>di</strong> Carlo Imbonati, a cui<br />

nel 1806 de<strong>di</strong>cò un poemetto dal titolo “In morte <strong>di</strong> Carlo Imbonati” formato da 242 versi.<br />

Sempre in quell'anno scrisse un poemetto mitologico dal titolo “Urania” ma fu molto scontento <strong>di</strong><br />

questo poemetto.<br />

Nel 1808 ritornò a Milano e conobbe Enrichetta Blondel che sposò con il rito calvinista. Nello<br />

stesso anno gli nacque la prima figlia Giulia. Frequentò e conobbe Claude Fauriel (1771-1844) con<br />

il quale ebbe un intenso scambio letterario. Il 12 Aprile 1810 <strong>Manzoni</strong> con la moglie si trovava a<br />

Parigi. In questo stesso giorno si sposava Napoleone Bonaparte e nella confusione perse la moglie.<br />

<strong>Manzoni</strong> entrò nella Chiesa <strong>di</strong> S.Rocco e pregò <strong>di</strong> ritrovarla. <strong>La</strong> ritrovò quasi subito e ritrovò anche<br />

la fede in Dio. Dopo questo episo<strong>di</strong>o, nel 1810 <strong>Manzoni</strong> ritornò a Milano con la moglie e si risposò<br />

ma stavolta con rito cattolico. Dopo anche la moglie si convertì alla fede cattolica. Da questo<br />

momento in poi <strong>Manzoni</strong> abbraccia la fede cattolica con convinzione e con fervore fino alla morte.<br />

Nel 1812 comincia a comporre il primo inno sacro con il titolo “<strong>La</strong> Risurrezione”. Un anno dopo,<br />

compose il secondo dal titolo “Il nome <strong>di</strong> Maria” e il terzo “Il Natale”. Nel 1815 compone il<br />

quarto inno sacro “<strong>La</strong> Passione”. Nel 1817 cominciò a scrivere il quinto inno sacro che finirà <strong>di</strong><br />

scrivere nel 1822 con il titolo “<strong>La</strong> Pentecoste”. Nel 1816 cominciò a scrivere la prima trage<strong>di</strong>a dal<br />

titolo “Il conte <strong>di</strong> Carmagliola” che finirà <strong>di</strong> scrivere nel 1820. Nello stesso anno scrive la seconda<br />

trage<strong>di</strong>a per il teatro che finirà <strong>di</strong> scrivere nel 1822 con il nome “Adelchi”. Nel 1821 scrive due o<strong>di</strong><br />

civili che sono: "Il 5 Maggio" e "Marzo 1821". Scrive anche <strong>di</strong>verse lettere ai suoi amici per<br />

spiegare la sua poetica e la sua opinione sull'arte, sul teatro e dove espone le sue novità nel campo<br />

del teatro. Nel 1821 iniziò a scrivere il romanzo "I Promessi Sposi" con il titolo <strong>di</strong> "Fermo e<br />

Lucia". Nel 1827 termina la seconda e<strong>di</strong>zione del romanzo storico con il titolo "Gli sposi<br />

premessi". Continuerà a scrivere la terza e<strong>di</strong>zione che finirà nel 1842 con il titolo originale "I<br />

Promessi Sposi". Nel 1833 gli muore la moglie a causa delle continue gravidanze e comincia la<br />

serie <strong>di</strong> lutti precoci che amareggiano la vecchiaia del grande scrittore. Nel 1834 muore la figlia<br />

Giulia. Nel 1837 sposa in seconde nozze Teresa Borri vedova del conte Stampa. Nel 1840 inizia<br />

l'ultima e<strong>di</strong>zione dei "Promessi Sposi" in e<strong>di</strong>zione elegante con i <strong>di</strong>segni del pittore Francesco<br />

Gonin. Nel 1841 muore la madre Giulia Beccaria. Nel 1842 esce pubblicato il romanzo I Promessi<br />

Sposi nell'e<strong>di</strong>zione completa e definitiva e aggiunge in appen<strong>di</strong>ce una storia sulla peste del 1630 <strong>di</strong><br />

Milano con il titolo "<strong>La</strong> storia della colonna infame". Nel 1844 muore il suo amico Claude<br />

Fauriel. Nel 1848 durate le 5 giornate <strong>di</strong> Milano parteggia con gli insorti milanesi contro gli<br />

austriaci e pubblica l'ode Marzo 182<strong>1.</strong> Nel 1858 riceve le visite <strong>di</strong> Giuseppe Mazzini, Giuseppe<br />

Garibal<strong>di</strong> e <strong>di</strong> Camillo Benso conte <strong>di</strong> Cavour. Nel 1861 viene nomimato senatore a <strong>vita</strong> del primo<br />

parlamento italiano. Sempre in quell'anno muore la moglie Teresa Borri. Nel 1870 ebbe la<br />

citta<strong>di</strong>nanza onoraria <strong>di</strong> Roma quanda essa <strong>di</strong>venne capitale d'Italia. Alessandro <strong>Manzoni</strong> morì a<br />

Milano il 22 Maggio 1873 e venne sepolto dopo esequie solenni nel cimitero monumentale <strong>di</strong><br />

Milano. Nel 1874 Giuseppe Ver<strong>di</strong> scrisse per lui la messa sinfonica chiamata "Messa da requiem".<br />

2


<strong>2.</strong> OPERE LETTERARIE POETICHE E TEATRALI DI MANZONI<br />

<strong>1.</strong> "Adda" e "Il trionfo della libertà" componimenti poetici romantici giovanili (1803-1805)<br />

<strong>2.</strong> "In morte <strong>di</strong> Carlo Imbonati" carme (1806)<br />

3. "Urania" poema mitologico (1806) pubblicato nel 1809<br />

4. Inni sacri: "<strong>La</strong> Risurrezione" (1812); "Il nome <strong>di</strong> Maria" (1813); "Il Natale" (1813); "<strong>La</strong><br />

Passione" (1815); "<strong>La</strong> Pentecoste" (1817)<br />

5. "Il conte <strong>di</strong> Carmagnola" trafe<strong>di</strong>a teatrale storica (1816-1820)<br />

6. "Adelchi" (1820-1822)<br />

7. "Marzo 1821" ode civile (1821)<br />

8. "Il 5 Maggio" ode civile (1821)<br />

9. Le lettere: "Lettera a Monsieur Chauvet" (1823); "Lettera sul romanticismo a Cesare<br />

D'Azeglio" (1823)<br />

10. "I Promessi Sposi" romanzo storico: prima stesura con il titolo "Fermo e Lucia" (1821-<br />

1823); seconda e<strong>di</strong>zione scritta nel 1827; terza e<strong>di</strong>zione scritta nel 1840-1842 con appen<strong>di</strong>ce<br />

"Storia della colonna infame".<br />

3. IL CARME: IN MORTE DI CARLO IMBONATI<br />

Il carme fu scritto nelle 2° metà del 1805 per la morte avvenuta il 15 marzo 1805 <strong>di</strong> Carlo Imbonati,<br />

nuovo compagno della madre, Giulia Beccaria. Il testo fu pubblicato nel 1806 ma il componimento<br />

venne rifiutato per motivi morali dal <strong>Manzoni</strong> dopo la sua conversione al cattolicesimo. Questa<br />

opera poetica rappresenta un colloquio immaginario tra il giovane Alessandro e il Conte Carlo<br />

Imbonati. Nell'ultima parte del componimento il conte Carlo Imbonati <strong>di</strong>ce a <strong>Manzoni</strong> i principi<br />

morali a cui egli deve adeguarsi per vivere onestamente. Il Conte <strong>di</strong>sse:<br />

"Sentir e me<strong>di</strong>tar:<br />

<strong>di</strong> poco essere contento: da la meta mai<br />

non torcer gli occhi, conservar la mano<br />

pura e la mente de le umane cose<br />

tanto sperimentar, quanto ti basti.<br />

Per non curarle: non ti far mai servo<br />

non far mai tregua coi vili, il santo vero<br />

mai non tra<strong>di</strong>r: nè preferir mai verbo<br />

che plauda al vizio, o la vertù derida"<br />

Il giovane poeta risponde:<br />

"O maestro, scorta amorosa,<br />

non mi lasciar, del tuo consiglio il raggio<br />

non mi sia spento, a governar rimani<br />

me, cui natura e gioventù fa cieco<br />

l'ingegno, e serva la ragion del cuore"<br />

3


PARAFRASI DEI VERSI 207-220<br />

Il conte gli <strong>di</strong>ce: "Partecipa con passione alla <strong>vita</strong>;<br />

e rifletti bene prima <strong>di</strong> agire;<br />

sii contento del poco che hai;<br />

persegui il tuo obiettivo e non <strong>di</strong>stogliere mai gli occhi<br />

dall'obiettivo prefissato.<br />

Conserva la mano pura e mantieni i pensieri puri.<br />

Sperimenta tutto ciò che desideri ma non eccedere nelle<br />

tue azioni.<br />

Non ti fare mai servo o schiavo degli altri o dlle cose;<br />

Non frequentare i criminali e le persone vili;<br />

Non tra<strong>di</strong>re mai la santa verità;<br />

Non <strong>di</strong>re mai parole che favoriscono il vizio;<br />

Non <strong>di</strong>re mai parole che deridano la virtù.<br />

Il poeta così rispose al conte<br />

O maestro sei la mia guida amorevole<br />

non mi abbandonare mai.<br />

<strong>La</strong> luce del tuo consiglio non si deve mai spegnere e<br />

rimani per governarmi,<br />

perchè la mio gioventù rendo il mio giu<strong>di</strong>zio cieco<br />

e perchè la natura mi rende servo del cuore.<br />

Ecco i versi finali del componimento<br />

A quella scossa<br />

quasi al partir <strong>di</strong> sonno io mi rimasi<br />

e con lacune del veder tentando<br />

e con la mano solo mi vi<strong>di</strong><br />

e calda<br />

mi ritrovai la lacrima sul ciglio<br />

4. LETTERA A MONSIEUR VICTOR CHAUVET<br />

In questa lettera <strong>Manzoni</strong> spiega ed esplicita la sua poetica circa la verità storica e la verità poetica.<br />

Secondo <strong>Manzoni</strong> lo storico deve parlare della storia e non deve aggiungere niente ai fatti storici,<br />

mentre il poeta non deve limitarsi ad intervenire nella propria poesia. Il compito del poeta deve<br />

essere quello <strong>di</strong> far parlare il personaggio o i personaggi storici immaginando quali sono i pensieri e<br />

i sentimenti che quel personaggio storico prova in quel momento.<br />

5. GLI INNI SACRI<br />

Dopo la conversione al cattolicesimo Alessandro <strong>Manzoni</strong> scrisse alcune opere poetiche denominate<br />

"INNI SACRI"<br />

Questi inni furono scritti tra il 1812-1822:<br />

– <strong>La</strong> Resurrezione 1812<br />

– Il nome <strong>di</strong> Maria 1813<br />

4


– Il Natale 1813<br />

– <strong>La</strong> Passione 1815<br />

– <strong>La</strong> Pentecoste 1817-1822<br />

Il progetto <strong>di</strong> <strong>Manzoni</strong> prevedeva 12 inni per celebrare le 12 festività liturgiche della Chiesa, però il<br />

progetto non fu pienamente terminato.<br />

Questi inni sacri apportano delle novità rispetto alle tra<strong>di</strong>zioni perchè essi rappresentano una<br />

preghiera morale dei fedeli verso la Chiesa. Infatti "in queste creazioni poetiche il <strong>Manzoni</strong><br />

intendeva annullare il proprio io per farsi interprete della coralità della preghiera".<br />

Ogni inno sacro è <strong>di</strong>viso in tre parti.<br />

Nella prima parte egli rievoca la parte storica della liturgia.<br />

Nella seconda parte la parte della riflessione.<br />

Nella terza parte <strong>Manzoni</strong> illustra l'insegnamento morale della liturgia.<br />

LA PENTECOSTE<br />

6. INTRODUZIONE<br />

<strong>La</strong> Pentecoste è un testo poetico <strong>di</strong> argomento religioso. <strong>Manzoni</strong> lo iniziò nel 1817, lo riprese nel<br />

1819 e lo finì nel 182<strong>2.</strong> <strong>La</strong> Pentecoste esprime la visione compiuta del <strong>Manzoni</strong> sul cristianesimo e<br />

sulla Chiesa Cattolica <strong>di</strong> Roma. Nella prima parte <strong>Manzoni</strong> spiega e rievoca la nascita della Chiesa,<br />

quando Gesù Cristo fu crocifisso in Palestina; nella seconda parte <strong>Manzoni</strong> descrive il momento<br />

della <strong>di</strong>scesa dello Spirito Santo sugli apostoli i quali parlando una sola lingua (ebraico) furono<br />

compresi in molte altre lingue (latino, greco e persiano). Nella terza parte <strong>Manzoni</strong> invoca un'altra<br />

volta la <strong>di</strong>scesa dello Spirito Santo affinchè porti e riporti sulla terra la pace e l'uguaglianza fra tutti<br />

gli uomini. Infatti l'ultima parte dell'inno è una preghiera corale in cui scompaiono i riferimenti<br />

storici e in cui lo Spirito Santo rimanga per sempre sulla terra a testimoniare l'amore <strong>di</strong> Dio per i<br />

suoi seguaci.<br />

Noi ti imploriamo! Misericor<strong>di</strong>oso<br />

spirito scen<strong>di</strong> ancora,<br />

si benevolo ai tuoi fedeli,<br />

si benevolo a chi ti ignora;<br />

scen<strong>di</strong> e rigenera; incoraggia<br />

gli animi abbattuti dal dubbio;<br />

e Dio sia la <strong>di</strong>vina ricompensa<br />

ai fedeli uniti dalla fede.<br />

O spirito amoroso; mitiga<br />

le ire delle anime superbe:<br />

dona i pensieri che il memorabile<br />

ultimo giorno non li rinneghi:<br />

la tua virtù benefica<br />

alimenti i tuoi doni;<br />

come il sole apre il chiuso bocciolo<br />

che fa nascere il fiore;<br />

7. PARAFRASI DELLA PENTECOSTE<br />

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il quale poi lentamente morirebbe<br />

sulle umili erbe ne aprirebbe<br />

i suoi furgi<strong>di</strong> colori della sua corolla,<br />

se il dolce sole, datore <strong>di</strong> <strong>vita</strong><br />

e alimentatore infaticabile,<br />

non tornerebbe su <strong>di</strong> lui<br />

per dargli il calore e la luce<br />

per farlo germogliare.<br />

Non ti imploriamo! Tu sorri<strong>di</strong><br />

nei pensieri tristi degli infelici<br />

scen<strong>di</strong> come un respiro piacevole,<br />

come un energia <strong>vita</strong>le:<br />

scen<strong>di</strong> come una tempesta<br />

nei pensieri gonfi e tronfi dei malvagi;<br />

mandagli una paura che insegni loro la pietà.<br />

Il povero sollevi gli occhi al cielo<br />

che suo, per raggiungere te o Dio<br />

trasforma i lamenti in gioia,<br />

pensando che somiglia a te:<br />

colui, il quale ha ricevuto in abbondanza,<br />

<strong>di</strong>a con voce amica,<br />

e con un atteggiamento modesto<br />

che renda gra<strong>di</strong>ta ed accettata l'elemosina al povero.<br />

Mostrati nel sorriso indescrivibile<br />

dei nostri fanciulli;<br />

tu dona il puro rossore<br />

nel viso delle giovani donne;<br />

tu manda alle suore<br />

le pure gioie interiori;<br />

tu consacra il casto amore<br />

delle giovani mogli.<br />

Tu modera l'esuberante ingegno<br />

dei baldansosi giovani;<br />

tu sorreggi i propositi degli uomini giusti<br />

al raggiungimento della meta<br />

abbellisci i cuori dei vecchi<br />

con desideri lieti e santi;<br />

risplen<strong>di</strong> nello sguardo smarrito ed incerto<br />

<strong>di</strong> chi muore sperando nella salvezza <strong>di</strong> Dio.<br />

8. IL TEMA DELLA PENTECOSTE<br />

Il tema della Pentecoste è la celebrazione dello Spirito Santo inviato da Dio sugli apostoli riuniti in<br />

preghiera 50 giorni dopo la resurrezione <strong>di</strong> Gesù Cristo (da qui il titolo Pentecoste che vuol <strong>di</strong>re 50°<br />

giorno). Grazie a questo fatto miracoloso gli apostoli trovano la forza morale per <strong>di</strong>ffondere<br />

ovunque il messaggio <strong>di</strong> Cristo affidati ai Vangelisti: (Marco, Matteo, Luca e Giovanni).<br />

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Inoltre lo Spirito Santo <strong>di</strong>ede agli apostoli la forza morale a Pietro per fondare la chiesa <strong>di</strong> Roma e<br />

in questo modo la nascita del cristianesimo cambiò ra<strong>di</strong>calmente la storia dei romani ed instaurò e<br />

<strong>di</strong>ffuse il cristianesimo in tutto l'impero romano.<br />

<strong>Manzoni</strong> in<strong>di</strong>ca le caratteristiche positive della chiesa cattolica <strong>di</strong> Roma:<br />

<strong>1.</strong> Essa educa alla santità:<br />

<strong>2.</strong> Essa è l'immagine della città <strong>di</strong> Dio sulla terra:<br />

3. Essa è custode del sangue puro <strong>di</strong> Cristo (Eucarestia)<br />

<strong>Manzoni</strong> accetta questi dogmi che fanno parte integrante della chiesa nella sua missione salvifica<br />

dell'umanità. <strong>Manzoni</strong> accetta il dogma dello Spirito Santo il quale, con la sua <strong>di</strong>scesa sugli apostoli<br />

ha dato inizio al messaggio "Soterico" <strong>di</strong> Cristo. (Soterico=salvezza).<br />

Lo Spirito Santo ha dato la forza agli apostoli <strong>di</strong> pre<strong>di</strong>care la parola <strong>di</strong> Cristo fra tutti i popoli del<br />

Me<strong>di</strong>terraneo. Lo Spirito Santo ha parlato alla schiava che guardava con invi<strong>di</strong>a il seno delle donne<br />

libere. Da questo momento anche la schiava sa che suo figlio è uguale e libero agli altri, in quanto<br />

figlio e fratello <strong>di</strong> altri uomini liberi. Un altro tema della Pentecoste è dato dall'aspetto pratico e<br />

utile dello Spirito Santo. Esso non è celebrato come un aspetto dottrinale delle chiesa bensì nei suoi<br />

affetti quoti<strong>di</strong>ani e popolari: lo Spirito Santo è invocato per salvare l'umanità dal peccato e per<br />

ridare speranza e fiducia a tutti gli uomini, qualunque sia la loro con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> età e la loro<br />

con<strong>di</strong>zione sociale.<br />

9. IL MESSAGGIO DELLA PENTECOSTE<br />

Il messaggio della Pentecoste risiede soprattutto nell'aspetto pratico e pragmatico nel messaggio<br />

evangelico <strong>di</strong> Cristo.<br />

I nuovi valori del cristianesimo sono:<br />

● uguaglianza e fratellanza <strong>di</strong> tutti gli uomini <strong>di</strong> fronte a Dio<br />

● la libertà spirituale liberata dal peccato e lontana dalle tentazioni del peccato e lontana<br />

dall'egoismo dei beni terreni<br />

● l'anima <strong>di</strong>venta pura attraverso la preghiera e attraverso l'elemosina e fare opere buone<br />

Lo Spirito Santo rinnova la libertà in<strong>di</strong>viduale perchè libera dal peccato originale. Lo Spirito Santo<br />

annuncia inoltre una nuova fede che è un bene prezioso per chi lo possiede e che non può essere<br />

rubata dagli speculatori, dagli atei e dai miscredenti.<br />

10. LA TESI DELLA PENTECOSTE<br />

<strong>La</strong> tesi della Pentecoste è tutta concentrata nelle ultime due strofe dell'inno sacro e soprattutto negli<br />

ultimi due versi:<br />

"Brilla nel guardo errante<br />

<strong>di</strong> chi sperando muor"<br />

Il poeta rivolge un appello allo Spirito Santo <strong>di</strong> ritornare e scendere un'altra volta tra gli uomini e<br />

sostenerli in tutte le loro con<strong>di</strong>zioni: dai bambini alle giovinette, dalle suore alle giovani spose, dai<br />

giovani agli uomini adulti e dai vecchi ai morenti.<br />

1<strong>1.</strong> ANALISI DELLA FORMA DELLA PENTECOSTE<br />

Il componimento poetico appartiene agli "Inni Sacri".<br />

<strong>La</strong> metrica è formata da 18 strofe <strong>di</strong> 8 versi settenari.<br />

Le figure retoriche sono molte:<br />

1) L'apostrofe iniziale<br />

2) Domande retoriche<br />

3) L'inversione<br />

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4) Similitu<strong>di</strong>ni<br />

5) Parallelismi<br />

Il tono emotivo dell'inno sacro è <strong>di</strong> una preghiera a tutti i fedeli affinchè lo Spirito Santo ritorni a<br />

rinnovare l'umanità travolta dall'infelicità e dalla <strong>di</strong>sperazione. <strong>La</strong> lexis è chiara e raffinata ed è<br />

composta da un linguaggio aubico e ben scelto, costruito da molte belle immagini originali e rare.<br />

Il linguaggio poetico, moderno e chiaro, è fatto con una scelta lessicale molto personale.<br />

1<strong>2.</strong> L'EVOLUZIONE DEL PENSIERO FILOSOFICO TEOLOGICO<br />

SOCIALE E LETTERARIO DI MANZONI DOPO LA CONFESSIONE<br />

CATTOLICA<br />

Tra il 1816 e il 1821 Alessandro <strong>Manzoni</strong> formò e formulò le sue nuove idee sulla STORIA, FEDE,<br />

POESIA, LETTERATURA e TEATRO. In questi 5 anni <strong>Manzoni</strong> scrisse tutte le sue opere <strong>teatrali</strong>,<br />

poetiche e <strong>letterarie</strong>. Questa evoluzione inizia con gli Inni Sacri e finisce con il romanzo storico dei<br />

Promessi Sposi, passando attraverso le due trage<strong>di</strong>e e le due o<strong>di</strong> civili e altre opere come "Discorso<br />

sopra alcuni punti della storia dei longobar<strong>di</strong> in Italia".<br />

Il <strong>Manzoni</strong> parte dalla constatazione che la società degli uomini è piena <strong>di</strong> ingiustizie e prepotenze e<br />

che gli oppressori esercitano il loro potere a danno degli oppressi e degli umili. Questa concessione<br />

pessimistica è chiamata dal <strong>Manzoni</strong> "pessimismo sociale o storico".<br />

13. L'IDEA FONDAMENTALE DEL CATTOLICESIMO LIBERALE DEL<br />

MANZONI<br />

Nelle due trage<strong>di</strong>e: Adelchi e il Conte <strong>di</strong> Carmagnola e nell'ode civile il 5 Maggio, il <strong>Manzoni</strong><br />

esprime compiutamente il concetto <strong>di</strong> "Provvida sventura". Secondo questo concetto alcuni<br />

personaggi come: Ermengarda, Napoleone I che prima facevano parte della classe degli oppressori<br />

ma poi per la provvidenza <strong>di</strong> Dio, essi lasciano la classe degli opressori e fanno parte del grande<br />

gruppo degli oppressi. <strong>Manzoni</strong> guida ora i gran<strong>di</strong> uomini che agiscono nelle mani della<br />

provvidenza <strong>di</strong>vina che <strong>di</strong>rige in modo invisibile lo svolgimento della storia. <strong>La</strong> storia secondo<br />

<strong>Manzoni</strong> non è fatta solo dai gran<strong>di</strong> personaggi, ma anche dagli umili e oppressi. Nel primo caso<br />

Ermengarda, moglie <strong>di</strong> Carlo Magno viene ripu<strong>di</strong>ata e si rifugia in un convento, dove muore tra<br />

sofferenze e ricor<strong>di</strong> nuziali. Nel seconda caso Napoleone da grande imperatore francese, <strong>di</strong>venta<br />

nell'isola <strong>di</strong> Sant'Elena un semplice uomo dubbioso e smarrito che cerca la pace. Allora <strong>Manzoni</strong><br />

crede e afferma che anche il più grande uomo del suo tempo, Napoleone Bonaparte, è niente <strong>di</strong><br />

fronte all'onnipotenza <strong>di</strong> Dio, il quale invece tramite la Provvidenza lo salva dalla morte eterna e lo<br />

prende con sè.<br />

14. LA 2° TRAGEDIA DI MANZONI: ADELCHI<br />

Adelchi è la seconda trage<strong>di</strong>a del <strong>Manzoni</strong> composta tra il 1820-182<strong>2.</strong> Narra la storia del re dei<br />

longobar<strong>di</strong> Desiderio che ha due figli Adelchi e Ermengarda.<br />

Il re dei Francesi, Carlo Magno, vuole conquistare la Lombar<strong>di</strong>a che appartiene ai Longobar<strong>di</strong>.<br />

<strong>Manzoni</strong> riprende la guerra tra i Longobar<strong>di</strong> e i Franchi avvenuta fra il 772-774 in cui l'Italia fu<br />

<strong>di</strong>strutta dalla guerra.<br />

In un primo momento Carlo Magno ripu<strong>di</strong>a Ermengarda che ritorna a Brescia dove muore nel<br />

convento vinta dal dolore. Anche Adelchi, dopo la battaglia decisiva con Carlo Magno muore. Sul<br />

letto <strong>di</strong> morte Adelchi rivolgendosi a suo padre <strong>di</strong>ce che nella storia il dolore, l'ingiustizia o lo si<br />

subisce o lo si fa, come <strong>di</strong>ce il <strong>Manzoni</strong>: "non resta che far torto o patirlo".<br />

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15. IL SECONDO CORO DI ADELCHI<br />

<strong>Manzoni</strong> scrive due cori per questa trage<strong>di</strong>a, il primo sistemato tra il 3° e il 4° atto ha come titolo<br />

"Dagli atri muscosi". Il secondo coro, sistemato tra il 4° e il 5° atto ha come titolo "<strong>La</strong> morte <strong>di</strong><br />

Ermengarda". <strong>Manzoni</strong> chiama questo componimento poetico "coro" poichè rifacendosi all'antica<br />

trage<strong>di</strong>a greca riprende lo scopo e la funzione del coro greco. Infatti nela trage<strong>di</strong>a greca il coro era<br />

composto da un gruppo <strong>di</strong> attrici femminili vestite <strong>di</strong> nero, una delle quali raccontava il dramma dei<br />

personaggi o del protagonista della trage<strong>di</strong>a. <strong>Manzoni</strong> in questi cori commenta e spiega il dramma<br />

<strong>di</strong> Ermengarda che muore da sola, abbandonata dal marito ma riscopre la fede in Dio. Il <strong>Manzoni</strong><br />

definisce il coro "un cantuccio del poeta deve lui esprime il suo giu<strong>di</strong>zio sulla storia e sui<br />

personaggi sulla trage<strong>di</strong>a".<br />

16. IL DRAMMA DI ERMENGARDA<br />

Ermengarda è ripu<strong>di</strong>ata da Carlo Magno, si rifugia in un convento e qui scopre la fede, sofferenza e<br />

dolore, ma attraverso la fede Ermengarda si avvicina a Dio. In questo coro, dunque <strong>Manzoni</strong> espone<br />

in modo chiaro il concetto <strong>di</strong> Provvida Sventura, cioè ha la sfortuna <strong>di</strong> passare dal gruppo degli<br />

oppressori al gruppo degli oppressi è risarcita dalla "Provvidenza <strong>di</strong>vina" che le apre la porta <strong>di</strong> Dio.<br />

Te, della rea progenie<br />

degli oppressor <strong>di</strong>scesa<br />

cui fu protezza il numero,<br />

cui fu ragion l'offesa,<br />

e dritto il sangue, e gloria<br />

il non aver pietà<br />

Te, collocò la provvida<br />

Sventura in fra gli oppressi<br />

Muori compianta e placida<br />

Scen<strong>di</strong> a dormir con essi<br />

Alle incolpate ceneri<br />

Nessuno insulterà<br />

Muori, e la faccia esamine<br />

si ricomponga in pace.<br />

Com'era allor che, improvida<br />

d'un avvenir fallace,<br />

lievi pensier virginei<br />

solo pingea così<br />

dalle squarciate nuvole<br />

si svolge il sol cadente,<br />

e <strong>di</strong>etro il monte, imporpora<br />

il trepido occidente:<br />

al pio colon augurio<br />

<strong>di</strong> più sereno dì.<br />

17. WALTER SCOTT E IL ROMANZO STORICO<br />

Nel 1820 Walter Scott pubblicò un romanzo dal titolo "IVANHOE" che ebbe molto successo in<br />

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tutta Europa. <strong>Manzoni</strong> lesse il romanzo e preso lo spunto per scriverne uno lui. Walter Scott <strong>di</strong>ede<br />

inizio ad un nuovo tipo <strong>di</strong> romanzo definito "romanzo storico". Il Romanzo storico è una narrazione<br />

mista <strong>di</strong> fatti storici con personaggi inventati dall'autore. Dunque i protagonisti dei "Promessi<br />

Sposi" sono 2 personaggi immaginari che si muovono all'interno <strong>di</strong> un ambiente storico<br />

accuratamente ricostruito. Quin<strong>di</strong> le vicende dei 2 personaggi sono verosimili cioè non sono<br />

accaduti ma potrebbero accadere.<br />

18. IL PASSAGGIO DALLA PROVVIDA SVENTURA ALLA<br />

PROVVIDENZA<br />

<strong>Manzoni</strong> dopo Adelchi scrisse la prima stesura dei "Promessi Sposi" tra il 1821-23 con il titolo<br />

"Fermo e Lucia". Il <strong>Manzoni</strong> abbandonò completamente il concetto <strong>di</strong> Provvida sventura attribuita<br />

ad Ermengarda nell'Adelchi e passò al concetto <strong>di</strong> Provvidenza <strong>di</strong>vina. In genere la provvidenza<br />

<strong>di</strong>vina secondo la religione cattolica è intesa come la volontà <strong>di</strong> Dio che interviene tra gli uomini<br />

nel mondo per realizzare i suoi fini ed invia un segnale agli uomini che devono capirli, interpretarli<br />

a loro favore. L'esistenza della Provvidenza <strong>di</strong>vina aiuta coloro che hanno fede in essa e interviene a<br />

sostenere gli umili e gli in<strong>di</strong>fesi secondo un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong>vino che gli umili non possono capire.<br />

19. IL ROMANTICISMO DI MANZONI<br />

Nel 1823 <strong>Manzoni</strong> scrive una lettera a Cesare d'Azeglio nella quale il <strong>Manzoni</strong> spiega la sua idea <strong>di</strong><br />

Romanticismo. <strong>Manzoni</strong> <strong>di</strong>vide la lettera in 2 parti:<br />

– <strong>La</strong> parte Destruens (<strong>di</strong>struttiva)<br />

– <strong>La</strong> parte Costruens (costruttiva)<br />

Nella parte Destruens il <strong>Manzoni</strong> critica il Neoclassicismo e la poesia classica, mentre nella parte<br />

Costruens in<strong>di</strong>ca le caratteristiche positive del Romanticismo.<br />

Secondo <strong>Manzoni</strong> il Neoclassicismo e la poesia classica è imbevuta <strong>di</strong> idee pagane, perchè è piena<br />

<strong>di</strong> mitologia e presenta una forma <strong>di</strong> idolatria. Nella parte Costruens il <strong>Manzoni</strong> <strong>di</strong>ce che il<br />

romanticismo è una arte realistica popolare e serve a presentare le idee e i sentimenti del popolo. Il<br />

<strong>Manzoni</strong> conclude <strong>di</strong>cendo che la letteratura per essere bella deve avere 3 aspetti fondamentali:<br />

1) Gli scopi della letteratura devono essere utili. <strong>Manzoni</strong> intende che la letteratura non deve<br />

soltando <strong>di</strong>vertire ma deve tendere anche a migliorare la cultura e l'anima del lettore (utile<br />

per<br />

2) <strong>La</strong> verità come oggetto. <strong>Manzoni</strong> afferma che la storia deve essere una storia vera e l'autore<br />

deve indagare l'intimo e l'anima dei personaggi (il vero per soggetto)<br />

3) Il modo <strong>di</strong> esporre la storia deve essere interessante e la storia non deve solo interessare la<br />

classe colta ma tutti (interessante per mezzo)<br />

20. I PROMESSI SPOSI<br />

Il romanzo è ambientato nella Lombar<strong>di</strong>a della prima metà del 1600 al tempo della dominazione<br />

spagnola. Le vicende <strong>di</strong> Renzo e Lucia si svolgono con gli eventi realmente accaduti in quel<br />

periodo:<br />

– la carestia<br />

– la sommossa popolare <strong>di</strong> Milano<br />

– l'arrivo dei <strong>La</strong>nzichenecchi<br />

– la peste a Milano e in Lombar<strong>di</strong>a nel 1630<br />

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2<strong>1.</strong> LA TRAMA DEI PROMESSI SPOSI<br />

Il romanzo racconta le travagliate vicende <strong>di</strong> due giovani popolari, Renzo Tramaglino e Lucia<br />

Mondella il cui matrimonio viene impe<strong>di</strong>to da un prepotente signorotto locale, invaghitosi <strong>di</strong> Lucia,<br />

Don Rodrigo simbolo dello strapotere della nobiltà sulla popolazione sottomessa.<br />

Lucia si rifugia nel convento <strong>di</strong> Monza e Renzo finisce a Milano dove è coinvolto in una sommossa<br />

popolare. Don Rodrigo incarica l'Innominato <strong>di</strong> rapire Lucia dal convento. Egli rapisce Lucia e la<br />

porta nel suo castello. Durante la prima notte Lucia prega insistente <strong>di</strong> lasciarla libera, cosicchè Dio<br />

la consolerà <strong>di</strong> questo atto <strong>di</strong> libertà.<br />

L'Innominato stravolto dalla fede <strong>di</strong> Lucia cambia inaspettatamente il suo modo <strong>di</strong> pensare<br />

malvagio e cattivo e incomincia a <strong>di</strong>ventare un personaggio buono e generoso. L'indomani<br />

l'Innominato va a trovare il car<strong>di</strong>nale Federico Borromeo per farsi perdonare delle sue scelleratezze.<br />

Il car<strong>di</strong>nale lo perdona e lui libera Lucia che va ospite <strong>di</strong> una famiglia <strong>di</strong> Milano. Intanto Renzo va<br />

in cerca <strong>di</strong> Lucia a Milano dove si <strong>di</strong>ffonde la peste. Si <strong>di</strong>ce che essa era stata portata dai<br />

lanzichenecchi cioè soldati tedeschi pagati al servizio dell'esercizio austriaco. Ma da una vecchia<br />

signora viene accusato <strong>di</strong> portare la peste e così è costretto a fuggire saltando su un carro dei<br />

monatti. In questa circostanza, <strong>Manzoni</strong> descrive anche la madre <strong>di</strong> Cecilia, una giovane madre che<br />

tiene tra le braccia la giovane figlia e la depone sul carro dei monatti. Renzo va nel <strong>La</strong>zzaretto in<br />

cerca <strong>di</strong> Lucia. Dopo aver girato un pò depresso e sconsolato incontra fra-Cristoforo il quale lo<br />

convince <strong>di</strong> perdonare Don Rodrigo moribondo. Renzo preso da pietà lo perdona ed esce per<br />

cercare Lucia. Vede una processione e ad un tratto intravede Lucia che prega. Renzo preso dalla<br />

contentezza le va incontro per abbracciarla, ma lei rimane fredda, Renzo le chiede il perchè ed ella<br />

gli <strong>di</strong>ce che durante la notte dell'innominato aveva fatto un voto con il quale prometteva <strong>di</strong> stare<br />

fedele e vergine alla Madonna purchè si fosse salvata dall'innominato. Renzo riprende subito fra-<br />

Cristoforo il quale saputo del voto <strong>di</strong> Lucia, la libera dal voto e così si possono sposare. Allora<br />

incomincia a piovere, e la pioggia porta via la peste, purifica l'ambiente, lava le strade e la gente<br />

incomincia a gioire. Lucia e Renzo ritornano a Lecco dove si sposano con la messa celebrata da<br />

Don Abbon<strong>di</strong>o. L'anno successivo hanno una figlia <strong>di</strong> nome Maria per ringraziare la Madonna e<br />

negli anni seguenti ebbero tanti altri figli e Renzo compra una piccola industria per ingran<strong>di</strong>re la sua<br />

attività industriale.<br />

2<strong>2.</strong> I PERSONAGGI STORICI E INVENTATI DEI PROMESSI SPOSI<br />

I personaggi storici sono:<br />

– Il car<strong>di</strong>nale Federico Borromeo<br />

– <strong>La</strong> Monaca <strong>di</strong> Monza<br />

– L'innominato<br />

– Padre Cristoforo<br />

I personaggi inventati e creati da <strong>Manzoni</strong> sono:<br />

– Renzo e Lucia<br />

– Don Rodrigo<br />

– Don Abbon<strong>di</strong>o<br />

23. GLI EPISODI COMICI ED IRONICI DEL ROMANZO<br />

L'ironia e il sarcasmo fanno capolino su tutto il romanzo dominato dal pessimismo storico e sociale<br />

del <strong>Manzoni</strong>.<br />

<strong>La</strong> prima situazione comica è data dall'episo<strong>di</strong>o dei capponi <strong>di</strong> Renzo. Quando egli va dall'avvocato<br />

Azzecca Garbugli si porta alcuni capponi i quali durante il tragitto si beccano tra <strong>di</strong> loro anche se<br />

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sono destinati alla morte.<br />

Lo stesso avvocato è un personaggio tragi-comico ed imbroglione perchè in un primo momento<br />

prende i capponi da Renzo per <strong>di</strong>fenderlo ma quando scopre che il nemico è Don Rodrigo, prende i<br />

capponi e li restituisce a Renzo in modo scorbutico perchè ha paura <strong>di</strong> Don Rodrigo.<br />

24. IL MESSAGGIO FINALE E SINTETICO DEI PROMESSI SPOSI<br />

Il messaggio finale dei Promessi Sposi lo in<strong>di</strong>ca <strong>Manzoni</strong> nell'ultima pagina del libro:

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