Finalese - Guida pratica - Ambiente in Liguria
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Finalese - Guida pratica - Ambiente in Liguria
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it<strong>in</strong>erari<br />
natura<br />
cultura e attività<br />
prodotti tipici<br />
Aree Protette<br />
e Rete Natura 2ooo<br />
<strong>F<strong>in</strong>alese</strong><br />
G U I D A P R A T I C A<br />
RETE<br />
NATURA<br />
2000
La Rete Natura 2000<br />
Rete Natura 2000, la rete ecologica europea nata grazie alla Direttiva Habitat<br />
(dir 43/92/CEE), è composta da un <strong>in</strong>sieme di siti - i Siti di Importanza Comunitaria<br />
(SIC) e le Zone di Protezione Speciale (ZPS) - caratterizzati da elevati<br />
valori naturalistici e <strong>in</strong> particolare dalla presenza di habitat e di specie sia<br />
animali che vegetali di <strong>in</strong>teresse comunitario. Attraverso la Rete Natura 2000<br />
si tutela la biodiversità presente sul cont<strong>in</strong>ente europeo.<br />
La <strong>Liguria</strong>, terra di monti e di mare, è una regione ricchissima <strong>in</strong> biodiversità<br />
che contribuisce alla rete ecologica europea con ben 125 Siti di Importanza<br />
Comunitaria, sia terrestri che mar<strong>in</strong>i, e sette Zone di Protezione Speciale.<br />
è presente anche un elevato numero di specie tipiche del territorio ligure,<br />
cosiddette endemiche, a testimoniare quanto il territorio regionale giochi un<br />
ruolo fondamentale e unico per la salvaguardia della biodiversità.<br />
Nella rete natura 2000 ligure è altresì rappresentata un’ampia varietà di ambienti;<br />
si passa, nell’arco di pochi chilometri, dagli ambiti alp<strong>in</strong>i agli ambienti mar<strong>in</strong>i.<br />
Scopriteli, con l’aiuto di questa guida.<br />
Numero totale<br />
habitat protetti<br />
Numero specie<br />
endemiche <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong><br />
Numero<br />
habitat prioritari<br />
Numero specie<br />
presenti solo <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong><br />
64<br />
420 14 125<br />
Alcune specie endemiche presenti nei SIC liguri<br />
Fauna<br />
Campanula di Savona<br />
Genziana ligure<br />
Campanell<strong>in</strong>o nizzardo<br />
Flora<br />
Ululone dal ventre giallo<br />
Lasca<br />
Savetta<br />
Rovella<br />
Salamandr<strong>in</strong>a dagli occhiali<br />
Geotritone di Ambrosi<br />
Geotritone di Str<strong>in</strong>ati<br />
Tartaruga palustre <strong>in</strong>gauna<br />
Tritone crestato meridionale<br />
Nome scientifico<br />
Campanula sabatia<br />
Gentiana ligustica<br />
Leucojum nicaeense<br />
Nome scientifico<br />
Bomb<strong>in</strong>a variegata (pachypus)<br />
Chondrostoma genei<br />
Chondrostoma soetta<br />
Rutilus rubilio<br />
Salamandr<strong>in</strong>a terdigitata<br />
Speleomantes ambrosii<br />
Speleomantes str<strong>in</strong>atii<br />
Emys orbicularis <strong>in</strong>gaunae<br />
Triturus carnifex<br />
La carta di identità dei Siti di Interesse Comunitario<br />
e delle Zone di Protezione Speciale della Prov<strong>in</strong>cia di Savona<br />
Superficie SIC: La Prov<strong>in</strong>cia di Savona comprende 28 Siti di Importanza Comunitaria<br />
terrestri per una superficie di circa 42.300 ha e 7 SIC mar<strong>in</strong>i.<br />
Superficie ZPS: La Prov<strong>in</strong>cia di Savona comprende parte della Zona di Protezione Speciale<br />
“Beigua Turch<strong>in</strong>o” per una superficie di circa 3000 ha.<br />
Ente di riferimento: Regione <strong>Liguria</strong>, Dipartimento <strong>Ambiente</strong>, Ufficio tutela della biodiversità<br />
(biodiversita@regione.liguria.it)<br />
Riferimenti Utili: www.regione.liguria.it<br />
www.natura2000liguria.it<br />
http://www.prov<strong>in</strong>cia.savona.it<br />
http://www.parcobeigua.it/<br />
Osservatorio Ligure Biodiversità- libioss@diperis.unige.it<br />
In copert<strong>in</strong>a: le rocce “bianche” che caratterizzano il panorama del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong>.<br />
A Fianco panoramica sull’antica repubblica mar<strong>in</strong>ara di Noli.
Aree Protette<br />
e Rete Natura 2ooo<br />
<strong>F<strong>in</strong>alese</strong>
Caratteristiche e curiosità<br />
L’<strong>in</strong>credibile varietà di ambienti del territorio savonese e la ricchezza della natura, fatta di estesi boschi,<br />
di torrenti e fiumi ricchi di acque, di vette alp<strong>in</strong>e e appenn<strong>in</strong>iche e di un mare cristall<strong>in</strong>o, ben sono<br />
rappresentate nella Rete Natura 2000 savonese che comprende, caso unico <strong>in</strong> Europa, ben tre regioni<br />
biogeografiche: quella alp<strong>in</strong>a rappresentata da nove SIC, quella mediterranea con 23 SIC e una ZPS e<br />
quella cont<strong>in</strong>entale con tre SIC.<br />
Accade così di trovare, <strong>in</strong> spazi molto ristretti, specie animali e vegetali mediterranee a stretto contatto<br />
con specie alp<strong>in</strong>e o circumboreali che <strong>in</strong> molti casi costituiscono “relitti glaciali” qui sopravvissuti dopo<br />
le ultime glaciazioni dell’era Quaternaria. Numerose sono anche le specie floristiche endemiche che si<br />
possono trovare nei SIC savonesi quali, ad esempio, il vilucchio di Capo Noli, la campanula a foglie<br />
uguali, la campanula di Savona che rappresenta una delle tre specie prioritarie <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong> per le quali<br />
l’Unione Europea prevede particolari e aggiuntive forme di salvaguardia.<br />
Ricchissima è la presenza di avifauna tanto che il <strong>F<strong>in</strong>alese</strong>, con oltre 80 specie nidificanti e oltre 100<br />
specie svernanti, è considerata una delle aree più importanti <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong> per quantità e qualità ornitologica<br />
(è una Important Bird Areas – Aree importanti per l’avifauna nell’ambito del Progetto IBA). Qui nidificano<br />
ad esempio il biancone, il falco pellegr<strong>in</strong>o, il gufo reale.<br />
Tra le zone umide ricche di vita del Savonese importanti sono quelle residuali dell’Albenganese per la<br />
conservazione della relitta popolazione di Emys orbicularis la tartaruga palustre la cui sotto specie <strong>in</strong>gauna,<br />
un tempo comune <strong>in</strong> tutti gli ambienti di acqua stagnante della Piana di Albenga, oggi è a rischio di<br />
est<strong>in</strong>zione, essendo presente solo qui.<br />
Il SIC FINALESE - CAPO NOLI:<br />
Il SIC <strong>F<strong>in</strong>alese</strong>-Capo Noli racchiude una delle zone più <strong>in</strong>teressanti della <strong>Liguria</strong> dal punto di vista<br />
paesaggistico e naturalistico.<br />
La costa è dom<strong>in</strong>ata da falesie “vive” e “morte” (non più soggette all’azione delle onde), spiagge fossili<br />
cementate dall’azione dell’acqua calcarea (beach rocks), terrazzi mar<strong>in</strong>i che testimoniano antiche l<strong>in</strong>ee<br />
di riva, grotte. Nell’entroterra, delimitati da imponenti bastionate rocciose, si sviluppano altopiani carsici<br />
a una quota di circa 300 metri costituiti da una roccia che esiste solo qui: la pietra di F<strong>in</strong>ale, un calcare<br />
bianco-rosato ricchissimo di fossili. La natura e la storia geologica della pietra di F<strong>in</strong>ale ha favorito l’orig<strong>in</strong>arsi<br />
di preziosi endemismi vegetali. La campanula a foglie uguali cresce solo nelle fessure di questa<br />
roccia. Qui si trovano anche la Campanula di Savona, endemica della <strong>Liguria</strong> occidentale, il convolvolo<br />
di Savona, il vilucchio di Noli e oltre 20 specie di orchidee spontanee. Gli ambienti rupestri sono siti di<br />
nidificazione del falco pellegr<strong>in</strong>o e del gufo reale. Nelle oltre 150 grotte vivono molte specie di <strong>in</strong>vertebrati<br />
endemiche, numerose specie di pipistrelli protette e il geotritone. Il SIC rappresenta l’area meglio<br />
conservata di alcune specie di anfibi e rettili che si trovano <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong> al limite orientale della propria<br />
distribuzione come la rara lucertola ocellata ed il raro pelodite punteggiato.
I prodotti del territorio<br />
I cicciarelli di Noli<br />
Lunghi un dito, di colore argentato e privi di squame, i cicciarelli<br />
vengono detti <strong>in</strong> dialetto lussi, o lussotti. E sono deliziosi,<br />
specie se fritti o conservati <strong>in</strong> carpione.<br />
Sono rimasti <strong>in</strong> dieci a pescarli, con le antichissime reti a sciabica,<br />
nel breve tratto di mare fra F<strong>in</strong>ale e Spotorno: un prodotto e<br />
un’attività da tutelare e da valorizzare.<br />
Agricoltura del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong><br />
Diverse aziende agricole del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong> abb<strong>in</strong>ano alle produzioni più<br />
classiche quali l’olio e il v<strong>in</strong>o altre più differenziate ma non per<br />
questo meno genu<strong>in</strong>e o prelibate. Alle Manie è possibile acquistare<br />
squisiti capperi, mentre più di un’azienda produce miele.<br />
Le trattorie del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong><br />
L’altopiano delle Manie presenta un’ambientazione ideale per<br />
trattorie fuori porta. Le proposte sono numerose: si va dalla cuc<strong>in</strong>a<br />
tipica alle specialità alla griglia al menù raff<strong>in</strong>ato, con elaborazioni<br />
a base di pesce e verdure.<br />
I v<strong>in</strong>i<br />
L’area delle Manie, e più <strong>in</strong> generale il <strong>F<strong>in</strong>alese</strong>, pullula di vigneti.<br />
Qui l’aria salmastra si unisce ai profumi del bosco, fornendo<br />
ai v<strong>in</strong>i sfumature <strong>in</strong>consuete e apprezzabili.<br />
Fra le qualità più pregiate risultano il bianco secco Lumass<strong>in</strong>a e<br />
il Barbarossa di F<strong>in</strong>alborgo, conosciuto anche come “Verduna” o<br />
“Verdona” <strong>in</strong> quanto il grappolo rimane di colore verde f<strong>in</strong>o a<br />
tutto agosto per arrossarsi prima della vendemmia.<br />
Altro vitigno tipico della zona è il Cru<strong>in</strong>, caratteristico per i suoi<br />
ac<strong>in</strong>i violaceo-nerastri, e di orig<strong>in</strong>e nizzarda.<br />
L’olio e l’ulivo<br />
C’è anche la F<strong>in</strong>al<strong>in</strong>a fra le tipologie di olive che forniscono la<br />
materia prima per l’olio extraverg<strong>in</strong>e della Riviera del Ponente<br />
Savonese: un olio digeribile e leggero.<br />
Fra i prodotti più classici dell’ulivo si segnala il paté di olive,<br />
ottimo sulla pasta o spalmato sul pane o su crost<strong>in</strong>i.<br />
Numeri e Indirizzi<br />
Prov<strong>in</strong>cia di Savona<br />
Via Sormano 12<br />
Savona<br />
Tel/Fax 0183<br />
Corpo Forestale<br />
dello Stato<br />
Coord<strong>in</strong>amento<br />
Prov<strong>in</strong>ciale<br />
Via Paleocapa, 4<br />
17100 Savona<br />
Tel: 019 829897<br />
Comunità Montana<br />
“Pollupice”<br />
piazza Aicardi 5/3<br />
17024 F<strong>in</strong>ale Ligure (SV)<br />
Tel: 019 681037<br />
Fax: 019 680155<br />
www.cmpollupice.it<br />
www.pollupicesuap.it<br />
dedicato al servizio di<br />
sportello unico per le<br />
attività produttive<br />
Corpo Forestale<br />
dello Stato<br />
Piazza dei Mosto, 19<br />
16040 Ne (GE)<br />
Tel: 0185 387022<br />
www.nevalgraveglia.it<br />
Sezioni CAI<br />
F<strong>in</strong>ale Ligure<br />
Via Brunenghi, 178<br />
17024 F<strong>in</strong>ale Ligure<br />
Borgo (SV)
Difficoltà:<br />
E/EE il percorso per la sua<br />
lunghezza richiede un po’<br />
di allenamento e capacità<br />
di orientamento (alcuni tratti<br />
non sono segnalati al meglio)<br />
Periodo consigliato:<br />
tutto l’anno<br />
Durata del percorso:<br />
4h 30’<br />
Caratteristiche:<br />
panoramico (sulle valli e le<br />
falesie del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong>), botanico<br />
(la faggeta della Colla di<br />
San Giacomo), storico (via<br />
Reg<strong>in</strong>a), faunistiche<br />
Colla di<br />
San Giacomo<br />
799<br />
Chiesa di San Rocco<br />
Pian Mar<strong>in</strong>o<br />
Perti<br />
1<br />
Perti - Colla San Giacomo<br />
Un it<strong>in</strong>erario vario e poco frequentato che, <strong>in</strong> un alternarsi<br />
di habitat e di vallate, rispecchia la molteplicità paesaggistica<br />
e naturale del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong>. Un lungo camm<strong>in</strong>o, che<br />
raggiunge l’Alta Via <strong>in</strong> un ampia e suggestiva faggeta<br />
Alla Colla di San Giacomo, un’area attrezzata e una cappella<br />
con un prato accogliente.<br />
Accesso e punto di partenza<br />
Da F<strong>in</strong>ale Ligure, lungo la strada prov<strong>in</strong>ciale per<br />
Calice Ligure, una deviazione segnalata conduce<br />
a Perti. Con vari tornanti su rotabile si giunge al<br />
Castel Gavone. Si supera la chiesa detta dei “5<br />
campanili” e si arriva per strada asfaltata nella<br />
valle di monte Sordo, caratterizzata da elevate<br />
bastionate di roccia. La strada asfaltata term<strong>in</strong>a<br />
<strong>in</strong> prossimità di uno slargo dove è possibile posteggiare<br />
la macch<strong>in</strong>a. Segnavia due pall<strong>in</strong>i rossi.<br />
(Attualmente - aprile 2007 - il passaggio da Castel<br />
Gavone è bloccato da lavori che impediscono la<br />
salita a piedi da F<strong>in</strong>alborgo - Piazza del Tribunale<br />
lungo il sentiero segnato con due pall<strong>in</strong>i rossi).<br />
Dallo slargo si prende la strada sterrata a destra (un<br />
cartello <strong>in</strong>dica monte Sordo e Pian Mar<strong>in</strong>o). Dal tornante<br />
su strada cementata si segue l’acciottolato che<br />
passa a fianco di rec<strong>in</strong>zioni private. Raggiunta nuovamente<br />
la strada asfaltata si prosegue a destra f<strong>in</strong>o a<br />
una piccola chiesa. Poco oltre un sentiero scende a<br />
destra. In breve si raggiunge un’altra deviazione e si<br />
svolta a s<strong>in</strong>istra sul sentiero più evidente. Si <strong>in</strong>contra<br />
qu<strong>in</strong>di un pianoro <strong>in</strong> prossimità dell’ampio prato di<br />
<br />
Pian Mar<strong>in</strong>o (293m/40’)<br />
Il tracciato procede sul lato s<strong>in</strong>istro del prato per raggiungere<br />
il term<strong>in</strong>e dell’ampio tratto erboso. Il sen-
tiero sale qu<strong>in</strong>di lievemente e <strong>in</strong> breve <strong>in</strong>crocia un<br />
bivio; si prende la deviazione a s<strong>in</strong>istra f<strong>in</strong>o a uscire<br />
dalla precedente vallata e avere, sulla destra, una<br />
panoramica sulle bastionate nord di monte Cucco.<br />
Con alcuni saliscendi e tratti di mulattiera <strong>in</strong> salita<br />
<strong>in</strong> un bosco misto a p<strong>in</strong>o marittimo si raggiunge una<br />
strada sterrata. Seguito lo sterrato a destra si giunge<br />
sulla strada asfaltata di fronte alla<br />
Chiesa di San Rocco (360m/1h 10’)<br />
con il raro campanile a base triangolare. Il tracciato<br />
segue <strong>in</strong> salita la strada asfaltata per Pian dei Corsi.<br />
In co<strong>in</strong>cidenza di un tornante una scorciatoia segnalata<br />
abbrevia il percorso per ricongiungersi nuovamente<br />
con la strada. Oltrepassata un’abitazione<br />
bianca, prima di un tornante si <strong>in</strong>crocia sulla destra<br />
una strada sterrata (segnavia un triangolo rosso<br />
pieno). Abbiamo raggiunto la Via Reg<strong>in</strong>a (1h 40’),<br />
ampia e panoramica sulle valli del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong> (oltre<br />
l’autostrada, la falesia della Rocca degli Uccelli).<br />
Si segue lo sterrato a saliscendi ignorando i sentieri<br />
laterali. A un bivio il tracciato per la Colla di San<br />
Giacomo procede <strong>in</strong> salita a s<strong>in</strong>istra. Al primo tornante<br />
la strada si divide nuovamente: si segue la<br />
strad<strong>in</strong>a a destra che attraversa un piccolo ruscello.<br />
Oltre un bosco misto con alcuni castagni il tracciato<br />
si restr<strong>in</strong>ge e, oltre un tornante, si risale per giungere<br />
a una sterrata (2h 20’). Si segue l’ampio tracciato a<br />
destra (<strong>in</strong> direzione opposta si arriva sulla prov<strong>in</strong>ciale<br />
per il Colle di Melogno). Il tratto di sterrato si<br />
distende f<strong>in</strong>o a risalire la coll<strong>in</strong>a nel bosco. Prestare<br />
attenzione e non uscire dal sentiero pr<strong>in</strong>cipale (i segnavia<br />
<strong>in</strong> alcuni tratti sono radi e non sempre visibili<br />
per la folta vegetazione). Il sentiero <strong>in</strong> salita risale<br />
con alcuni tornanti nel bosco. Con alcuni saliscendi<br />
e salite più ripide si oltrepassa un ruscello. Dopo<br />
un’ultima salita si arriva a una sbarra <strong>in</strong> ferro che<br />
annuncia, al term<strong>in</strong>e di un’ulteriore salita a destra, il<br />
ricongiungimento con la vic<strong>in</strong>a strada sterrata al<br />
Bivio Alta Via dei Monti Liguri (800m/4h)<br />
Raggiunta la strada sterrata collegata con la prov<strong>in</strong>ciale<br />
per il Colle del Melogno, si procede a destra<br />
f<strong>in</strong>o alla<br />
La pietra di F<strong>in</strong>ale<br />
È una pietra calcarea,<br />
porosa e friabile, caratterizzata<br />
da un tipico<br />
colore bianco-rosato<br />
che la rende molto apprezzata<br />
<strong>in</strong> campo edilizio.<br />
Prediletta per l’arredo<br />
urbano (ad esempio<br />
per le fioriere), la pietra<br />
di F<strong>in</strong>ale viene usata anche<br />
per la produzione<br />
di piastrelle. Fortemente<br />
ligure, e cromaticamente<br />
<strong>in</strong>teressante, il suo abb<strong>in</strong>amento<br />
con l’ardesia.<br />
Nell’area del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong><br />
affiorano <strong>in</strong>oltre le dolomie<br />
di San Pietro dei<br />
Monti, alternate a calcari<br />
dolomitici che conservano<br />
piccoli fossili di<br />
gasteropodi e quarziti.<br />
Colla di San Giacomo (799m/4h 30’)<br />
Il lungo percorso che segue l’Alta Via è immerso <strong>in</strong><br />
una faggeta molto suggestiva; nel prato della Colla<br />
c’è un ampia zona attrezzata e una cappella con<br />
struttura di riparo; più <strong>in</strong> basso, una fontanella.<br />
Nella pag<strong>in</strong>a precedente, dall’alto: la spettacolare scenografia<br />
offerta dalle rocce “rosa” del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong>; fioritura di Daphne Mezereum;<br />
R<strong>in</strong>olfo maggiore.<br />
Sopra: Pelodite Punteggiato; a fianco: panorama sulle montagne<br />
del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong> e del Loanese.
Difficoltà:<br />
E per la lunghezza del percorso<br />
è meglio essere un<br />
pò allenati<br />
Periodo consigliato:<br />
sempre (non nei giorni caldi)<br />
Ciappo delle Conche<br />
Costa<br />
Chiesa di San Lorenz<strong>in</strong>o<br />
Ciappo dei Ceci<br />
Durata del percorso:<br />
6h<br />
Caratteristiche:<br />
paesaggistiche, storico-culturali<br />
(Ciappo dei Ceci, Ciappo<br />
delle Conche)<br />
San Bernard<strong>in</strong>o<br />
Chiesa di San Cipriano<br />
Calvisio<br />
F<strong>in</strong>ale Ligure<br />
2<br />
F<strong>in</strong>almar<strong>in</strong>a - San Lorenzo<br />
Gufo reale<br />
Il gufo reale (Bubo<br />
bubo) è il rapace notturno<br />
più grande d’Europa<br />
e può raggiungere<br />
una lunghezza di 70 cm<br />
con un’apertura alare di<br />
quasi due metri. Esce<br />
al tramonto e all’alba<br />
<strong>in</strong> cerca di prede, <strong>in</strong><br />
particolare piccoli mammiferi<br />
ed uccell<strong>in</strong>i, ma<br />
aggredisce pure lepri,<br />
conigli, galli e fagiani<br />
di monte, anatre, pernici,<br />
oche. La presa delle<br />
sue zampe gli permette<br />
di stritolare anche volpi,<br />
ricci o corvi e cornacchie.<br />
Il gufo reale <strong>in</strong>goia<br />
le prede <strong>in</strong>tere, e nel<br />
caso che queste siano<br />
troppo grandi le dilania<br />
con il becco.<br />
Un it<strong>in</strong>erario a semianello che permette di riscontrare gli<br />
ambienti più significativi del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong>: le suggestioni della<br />
presenza preistorica, con <strong>in</strong> suoi reperti a cielo aperto, la<br />
particolare vegetazione e l’architettura <strong>in</strong> armonia con<br />
il territorio.<br />
Accesso e punto di partenza<br />
si raggiunga l’abitato di F<strong>in</strong>almar<strong>in</strong>a, la parte meridionale<br />
di F<strong>in</strong>ale Ligure. Dalla stazione ferroviaria,<br />
una strada <strong>in</strong>terna si dirige verso Varigotti. Più<br />
o meno a metà di questa via, nei pressi di un supermercato<br />
e di alcuni alberghi, (piazza Giuseppe<br />
Baracco), si salga la ripida scal<strong>in</strong>ata “Grad<strong>in</strong>ata<br />
delle Rose” <strong>in</strong> direzione di un ostello.<br />
Superata la scal<strong>in</strong>ata (segnavia quadrato rosso pieno) e<br />
attraversata una rotabile, si riprende una seconda grad<strong>in</strong>ata<br />
<strong>in</strong> cemento - sulla destra - che prosegue sempre<br />
per l’ostello. Oltre l’ostello il sentiero entra nel bosco. A<br />
breve si <strong>in</strong>crocia una strad<strong>in</strong>a asfaltata, da risalire verso<br />
Ponente, che term<strong>in</strong>a nei pressi di un cancello. Da qui<br />
si prosegue sul tracciato <strong>in</strong> piano che fiancheggia alcune<br />
rec<strong>in</strong>zioni private. Il sentiero sale nel bosco; giunti a<br />
un bivio occorre andare a destra, lungo un sentiero più<br />
aperto che affianca successivamente una rec<strong>in</strong>zione. Si<br />
risale, mentre la vista si apre a Ponente sulle cave della<br />
Caprazoppa e sul mare. Si giunge alla sempre panoramica<br />
prateria di<br />
San Bernard<strong>in</strong>o (40’)<br />
per proseguire lungo la carrozzabile, attraverso alcune<br />
ville, f<strong>in</strong>o al bivio per seguire a s<strong>in</strong>istra le <strong>in</strong>dicazioni<br />
per lo Sport<strong>in</strong>g Club. Arrivati nei pressi dell’area dello<br />
Sport<strong>in</strong>g, salire sulla s<strong>in</strong>istra <strong>in</strong> via Marco Polo, f<strong>in</strong>o a
un bivio. Prendere qui la strada centrale - a s<strong>in</strong>istra di<br />
Via Leon Pancaldo - che passa tra le case residenziali.<br />
La discesa conduce a una sterrata che prosegue verso il<br />
bosco. Si segue sempre il segnavia quadrato rosso pieno,<br />
f<strong>in</strong>o a una mulattiera che gradualmente si restr<strong>in</strong>ge<br />
per attraversare un altopiano. Il tracciato si sviluppa<br />
qu<strong>in</strong>di nel bosco; al primo bivio si prende a s<strong>in</strong>istra e<br />
ancora a s<strong>in</strong>istra a un successivo crocevia. Cont<strong>in</strong>uando<br />
a seguire il segnavia pr<strong>in</strong>cipale, al quale se ne sovrappongono<br />
gradualmente altri, si raggiunge il<br />
Ciappo dei Ceci (2h)<br />
una vasta pietra coppellata a cui sono stati attribuiti significati<br />
sacrificali. Osservando meglio la superficie si<br />
<strong>in</strong>dividuano croci, canali, stelle e rosoni.<br />
Si prosegue lungo il sentiero sulla s<strong>in</strong>istra; scendendo<br />
lievemente nel bosco prima e attraversando un tratto <strong>in</strong><br />
salita poi, si arriva al<br />
Ciappo delle Conche (2h 40’)<br />
altra pietra coppellata, più vasta e conosciuta dell’altra,<br />
che riporta numerosi canali e coppelle profonde, riconducibili<br />
forse ad un primitivo altare.<br />
Oltre il Ciappo si scende a s<strong>in</strong>istra <strong>in</strong> direzione della<br />
val Cornei. Tra la folta vegetazione si <strong>in</strong>travedono le<br />
notevoli falesie della vallata.<br />
Si <strong>in</strong>crocia qu<strong>in</strong>di un bivio, mentre compare il campanile<br />
di San Lorenz<strong>in</strong>o: per raggiungere la chiesa occorre<br />
procedere sul sentiero che scende e, <strong>in</strong> breve,<br />
conduce a una sterrata.<br />
Da qui si seguano le <strong>in</strong>dicazioni per la chiesa. Una<br />
strad<strong>in</strong>a nella boscaglia sale rapidamente alla<br />
I segni della presenza preistorica<br />
<strong>in</strong>cisi nelle rocce del<br />
Ciappo dei Ceci e del Ciappo<br />
delle Conche.<br />
Qui sopra: cisto <strong>in</strong> fiore.<br />
Chiesa di San Lorenz<strong>in</strong>o (345m /3h 30’)<br />
Per il ritorno si segue lo stesso sentiero f<strong>in</strong>o a oltrepassare<br />
il Ciappo dei Ceci. A un bivio il sentiero prosegue<br />
sulla s<strong>in</strong>istra (segnavia losanga rossa piena). Ci si <strong>in</strong>oltra<br />
<strong>in</strong> un bosco fitto tra vecchi terrazzamenti abbandonati<br />
e attraverso prati, vecchie zone di pascolo, ripari per<br />
lo più abbandonati. Oltrepassata la zona di Case del<br />
Vacchè si entra nel bosco. L’ambiente muta rapidamente:<br />
si alternano lungo tratti di vecchia mulattiera e si<br />
ergono muri di terrazzamento coperti di vegetazione<br />
<strong>in</strong>vasiva. Appare poi la roccia calcarea, si <strong>in</strong>travedono<br />
le falesie della Rocca di Corno. Lungo un tratto elevato<br />
appare all’orizzonte il mare, ormai <strong>in</strong> vista di Calvisio<br />
e della chiesa di S. Cipriano. Si giunge <strong>in</strong> località<br />
Lacremà, si <strong>in</strong>crocia la deviazione per le falesie d’arrampicata<br />
e, <strong>in</strong> breve, la strada asfaltata che conduce<br />
alla chiesa di<br />
San Cipriano (6h)<br />
Per scendere a Calvisio, si può seguire la rotabile o, <strong>in</strong><br />
alternativa, una scorciatoia tra le case, riconoscibile per<br />
un’edicola votiva.
Periodo consigliato:<br />
tutto l’anno<br />
Durata del percorso:<br />
2h<br />
Caratteristiche:<br />
storico- architettoniche, culturali,<br />
botaniche<br />
Ponte dell’Acqua<br />
Colle di Magnone<br />
Ponte delle Voze<br />
Ponte delle Fate<br />
Calvisio<br />
3<br />
Calvisio - Val Ponci<br />
C<strong>in</strong>que ponti romani mirabilmente conservati danno il<br />
nome a questa valle: val Ponci. Da Vallis pontium. Essa<br />
si estende lungo il corso del rio Ponci, bac<strong>in</strong>o compreso<br />
tra i monti di Verzi e la Rocca di Corno. Inseriti lungo<br />
l’antico tracciato della via Iulia Augusta, essi testimoniano<br />
l’importanza storica del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong> che la suggestione di questa<br />
valle rievoca con fasc<strong>in</strong>o: costruita durante il pr<strong>in</strong>cipato<br />
di Augusto, la strada costituiva un percorso <strong>in</strong>terno più sicuro<br />
rispetto al tracciato litoraneo. Tra le antiche pietre dei<br />
ponti cresce una piccola piant<strong>in</strong>a dalla campanula a foglie<br />
uguali (Campanula isophylla): una specie che fiorisce solo<br />
nel <strong>F<strong>in</strong>alese</strong> tra le fessure della sua esclusiva pietra…<br />
Accesso e punto di partenza<br />
da F<strong>in</strong>alpia e provenendo da Ponente una strada<br />
sale verso Calvisio. Raggiunto l’abitato, si<br />
oltrepassa il fiume sulla destra per salire a Verzi<br />
attraverso la via Iulia Augusta. Seguendo la carrozzabile<br />
per 1,7 km prevalentemente su asfalto<br />
si raggiunge la base della Rocca di Corno,<br />
imponente falesia e riferimento “storico” per le<br />
arrampicate sportive. Lungo le pendici rocciose<br />
del monte Corno, le specie arboree tipiche<br />
del bosco misto vengono sostituite dai p<strong>in</strong>i, più<br />
adatti a colonizzare i terreni rocciosi e poveri<br />
di suolo: nella parte bassa si trovano soprattutto<br />
p<strong>in</strong>i marittimi (P<strong>in</strong>us p<strong>in</strong>aster), dai lunghi aghi<br />
rigidi, mentre nella parte superiore predom<strong>in</strong>ano<br />
i p<strong>in</strong>i d’Aleppo (P<strong>in</strong>us halepensis), dal colore più<br />
chiaro, con aghi e pigne nettamente più piccoli<br />
e portamento contorto. Ai bordi della sterrata, <strong>in</strong><br />
primavera, si può anche notare la presenza della<br />
campanula di Savona (Campanula sabatia).
Da qui (si arriva anche <strong>in</strong> macch<strong>in</strong>a), parte la sterrata<br />
per la val Ponci (segnavia pall<strong>in</strong>o rosso pieno).<br />
La strada conduce <strong>in</strong> breve tempo al primo ponte<br />
della valle, il<br />
Ponte delle Fate (145m)<br />
che deve il suo nome alla grotta che lo sovrasta. A breve<br />
distanza si erge il menhir di Verzi, che secondo leggenda<br />
evocherebbe Giove. Procedendo <strong>in</strong> piano si passa<br />
vic<strong>in</strong>o ad un Bed and Breakfast, seguito da un’area<br />
di orti e vigneti f<strong>in</strong>o a raggiungere il vecchio sentiero<br />
che si sviluppa nel greto di un torrente. Si consiglia qui,<br />
considerato il difficile passaggio per via delle pozze<br />
d’acqua e di lievi smottamenti del terreno, di procedere<br />
lungo il sentiero sulla s<strong>in</strong>istra, che fiancheggia i vigneti<br />
rec<strong>in</strong>tati, f<strong>in</strong>o a ricollegarsi al percorso pr<strong>in</strong>cipale.<br />
Il sentiero raggiunge il secondo manufatto romano, detto<br />
“ponte sordo”, del quale rimane solo la rampa di<br />
accesso. Il tracciato prosegue sulla destra e si restr<strong>in</strong>ge<br />
per svilupparsi <strong>in</strong> lieve salita. In breve si raggiunge il<br />
Ponte delle Voze (166m/30’)<br />
che prende anch’esso il nome dal rio che scavalca.<br />
Oltre il ponte, un bivio: a destra il sentiero prosegue<br />
per la piana delle Manie mentre per la val Ponci si sviluppa<br />
a s<strong>in</strong>istra. Il sentiero si restr<strong>in</strong>ge e procede prevalentemente<br />
<strong>in</strong> piano. Un cartello poco evidente, scritto<br />
a mano, <strong>in</strong>dica sulla destra la presenza di cave romane,<br />
a significare la storica importanza della pietra del<br />
<strong>F<strong>in</strong>alese</strong>. La deviazione, più che giustificata, comporta<br />
una breve e ripida salita: seguendo il segnavia “boll<strong>in</strong>o<br />
azzurro” si raggiungono <strong>in</strong> pochi m<strong>in</strong>uti le cave sfruttate<br />
dagli antichi romani per attrezzare la strada. Tutta la<br />
cava riporta i segni di solco per l’estrazione e nell’atrio<br />
più grosso, <strong>in</strong> basso, i segni di taglio delle pietre.<br />
Tornati sul sentiero pr<strong>in</strong>cipale si prosegue ancora <strong>in</strong><br />
piano per attraversare il<br />
Ponte dell’Acqua (200m/1h 15’)<br />
che prende il nome da una sorgente nelle vic<strong>in</strong>anze.<br />
Appena oltre il ponte è la Ca’ de Punc<strong>in</strong>; su una parete,<br />
una lapide ricorda l’uccisione di un partigiano. I<br />
ruderi di alcuni edifici testimoniano lo storico sfruttamento<br />
agricolo della valle. Oltre un ulteriore tratto <strong>in</strong><br />
piano, una deviazione sulla destra conduce al qu<strong>in</strong>to e<br />
ultimo ponte, ridotto <strong>in</strong> macerie. La vegetazione attorno<br />
al ponte è caratterizzata dalla presenza del castagno,<br />
amante dei suoli acidi, e della felce aquil<strong>in</strong>a (Pteridium<br />
aquil<strong>in</strong>um), specie <strong>in</strong>festante, soprattutto <strong>in</strong> aree disturbate<br />
da <strong>in</strong>cendi. Da qui si procede lungo una sterrata.<br />
Una salita più ripida raggiunge la carrozzabile che<br />
conduce alla chiesetta di San Giacomo, alla Colla di<br />
Magnone (2h). Parte del tratto f<strong>in</strong>ale di sentiero è attrezzato<br />
con un vecchio corrimano <strong>in</strong> corda e fa parte<br />
di un vecchio percorso per non-vedenti.<br />
Nella pag<strong>in</strong>a a fianco:<br />
la sagoma <strong>in</strong>confondibile<br />
della Rocca di Corno,<br />
la Campanula Isophylla e<br />
uno dei due ponti romani<br />
che caratterizzano la val<br />
Ponci.<br />
Sopra: Campanula sabatia.<br />
Campanula<br />
di Savona<br />
La Campanula di Savona<br />
(Campanula sabatia) fiorisce<br />
nei mesi di maggio<br />
e giugno ed è una specie<br />
endemica esclusiva della<br />
<strong>Liguria</strong>, più precisamente<br />
delle prov<strong>in</strong>ce di Imperia<br />
e Savona. È composta da<br />
una corolla campanulata<br />
a c<strong>in</strong>que petali, color<br />
azzurro-violaceo chiaro.<br />
Riconoscerla è facile <strong>in</strong><br />
quanto il calice è ricoperto<br />
da un rivestimento<br />
di papille. Cresce <strong>in</strong> ambienti<br />
sassosi e soleggiati<br />
f<strong>in</strong>o a 1000 metri di altitud<strong>in</strong>e.
Periodo consigliato:<br />
sempre tranne le calde giornate<br />
estive<br />
Durata del percorso:<br />
3h<br />
Caratteristiche:<br />
panoramiche, botaniche, culturali<br />
Rocca di Corno<br />
306<br />
Colle di Magnone<br />
Ciappo del Sale<br />
Verzi<br />
F<strong>in</strong>alpia<br />
4<br />
F<strong>in</strong>alpia - Verzi - Rocca di Corno - Ciappo del Sale<br />
Mare, coll<strong>in</strong>e, rocche e panorami: salendo dal mare alla<br />
Rocca di Corno è possibile godere di una emozionante<br />
veduta su vallate e litorale. Dalla Rocca, celebre falesia<br />
dell’arrampicata sportiva, si raggiunge il Ciappo del Sale:<br />
una piccola lastra coppellata che testimonia l’antica storia<br />
di questa pietra.<br />
Accesso e punto di partenza<br />
a F<strong>in</strong>ale Ligure, <strong>in</strong> località F<strong>in</strong>alpia, si procede<br />
verso Levante oltre il ponte con la chiesa e una<br />
scuola elementare <strong>in</strong> piazza Abbazia. Si prende<br />
una strada <strong>in</strong>terna che passa tra i due edifici e<br />
procede poi, raggiunta la via Asico, sulla destra.<br />
Al term<strong>in</strong>e di una breve salita si raggiunge la<br />
carrozzabile, che passa sulla s<strong>in</strong>istra attraverso le<br />
case. Seguire il segnavia “losanga rossa vuota”.<br />
Il sentiero avanza <strong>in</strong> salita su un acciottolato e raggiunge<br />
<strong>in</strong> breve un’edicola con Madonn<strong>in</strong>a nonché<br />
le prime fasce coltivate ad ulivo. Oltre il sacrario si<br />
procede a destra, con bella vista sul mare e le fasce<br />
terrazzate. Si arriva su una strada asfaltata che si segue<br />
a destra verso est f<strong>in</strong>o alla cappella di Sant’Antonio.<br />
Poco prima della cappella si prende il sentiero a s<strong>in</strong>istra.<br />
Incrociata la prima curva ci si dirige ancora a<br />
s<strong>in</strong>istra, tra i campi coltivati. Per un tratto la strada<br />
procede <strong>in</strong> piano, poi sale lievemente.<br />
Si <strong>in</strong>crocia qu<strong>in</strong>di una breve deviazione a s<strong>in</strong>istra per<br />
un piccolo belvedere che offre una panoramica sulle<br />
falesie della Lacremà, sulla chiesa di San Cipriano e<br />
sul Colle del Melogno. Passando tra vari terreni abbandonati<br />
si giunge a un bivio; il percorso procede<br />
a s<strong>in</strong>istra <strong>in</strong> discesa e arriva su una strada sterrata<br />
che si segue a destra <strong>in</strong> direzione nord-est (ignorare<br />
10
le altre strad<strong>in</strong>e laterali). Al bivio seguire la strada a<br />
s<strong>in</strong>istra che scende <strong>in</strong> località<br />
Verzi (124m/1h)<br />
tra terrazze e orti rec<strong>in</strong>tati (<strong>in</strong> questo punto la segnaletica<br />
è <strong>in</strong>esistente). In co<strong>in</strong>cidenza di una strad<strong>in</strong>a si<br />
passa a destra tra le case e si prosegue <strong>in</strong> lieve salita<br />
per un viottolo cementato. L’imponente profilo della<br />
Rocca di Corno appare sullo sfondo; oltre le ultime<br />
case si scende <strong>in</strong> una strada asfaltata <strong>in</strong> co<strong>in</strong>cidenza<br />
della quale si sale verso destra f<strong>in</strong>o a un torrentello<br />
da guadare. Il tracciato segue qu<strong>in</strong>di quello che porta<br />
alle pareti di arrampicata.<br />
Arrivati <strong>in</strong> prossimità delle pareti si procede a s<strong>in</strong>istra<br />
e si costeggia il lato ovest della base della Rocca.<br />
(attenzione a non seguire i sentieri che portano alle<br />
palestre di roccia). Si segue il sentiero a destra che<br />
sale su ripidi balzi di roccia <strong>in</strong> zone esposte e panoramiche<br />
raggiungendo la<br />
Rocca di Corno (306m/2h)<br />
a picco sulle pareti per guadagnare un panorama<br />
mozzafiato. Al bivio si va a s<strong>in</strong>istra (prestando attenzione,<br />
una deviazione a destra permette di raggiungere<br />
la vetta e di osservare il panorama a picco sulle<br />
falesie e sulla strada percorsa).<br />
Il sentiero procede nel bosco tra una fitta macchia<br />
mediterranea e una bassa lecceta. Si procede prima<br />
<strong>in</strong> piano, poi gradatamente si scende sul lato est della<br />
Rocca. Un lungo tratto di altopiano procede alternando<br />
tratti boscosi ad alcuni più panoramici, dai<br />
quali si scorgono le bastionate della val Cornei e la<br />
località di Boragni. Si <strong>in</strong>contrano qu<strong>in</strong>di, sulla s<strong>in</strong>istra,<br />
le lastre di pietra del<br />
Ciappo del Sale (332m/2h30’)<br />
Il “Ciappo” è una ampia pietra coppellata a cui sono<br />
stati attribuiti significati sacrificali. Meno nota e grossa<br />
di altre ritrovate nel territorio, riporta alcune <strong>in</strong>cisioni:<br />
croci, canali, e rosoni. Poco oltre il Ciappo si<br />
<strong>in</strong>crocia un sentiero alternativo che scende con segnavia<br />
una “H rossa”. Il tracciato <strong>in</strong> discesa riporta<br />
<strong>in</strong> mezz’ora nella val Ponci tra il ponte delle Voze e<br />
il ponte delle Fate, per seguire <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e l’it<strong>in</strong>erario della<br />
val Ponci proposto <strong>in</strong> questa <strong>Guida</strong>.<br />
Lucertola ocellata<br />
La lucertola ocellata<br />
(Timon lepidus) è il più<br />
grande lacertide europeo<br />
<strong>in</strong> quanto raggiunge<br />
una lunghezza di 60cm;<br />
si tratta di una specie<br />
mediterranea occidentale,<br />
presente <strong>in</strong> Italia<br />
esclusivamente nella<br />
<strong>Liguria</strong> di Ponente.<br />
Il suo colore verde ramarro<br />
la rende assai vistosa,<br />
anche se non è facile<br />
avvistarla <strong>in</strong> quanto<br />
piuttosto guard<strong>in</strong>ga. La<br />
lucertola ocellata predilige<br />
macchie e terreni<br />
boscosi aperti, <strong>in</strong> zone<br />
calde, aride, cespugliose<br />
e, talvolta, ambienti rocciosi<br />
e sabbiosi compresi<br />
tra il livello del mare<br />
e i 1000 metri.<br />
Si ciba di <strong>in</strong>setti, uova<br />
di uccelli, altri rettili,<br />
bacche, frutta.<br />
Scorci e panoramiche lungo<br />
il sentiero.<br />
11
Periodo consigliato:<br />
tutto l’anno, eccetto le giornate<br />
estive<br />
Durata del percorso:<br />
2h<br />
Caratteristiche:<br />
panoramico, culturale, ambientale-<br />
botanico, storicoarcheologico<br />
Grotta dell’Arma<br />
Altopiano delle Manie<br />
Kien<br />
5<br />
Varigotti - Le Manie - Grotta dell’Arma<br />
Un percorso di grande <strong>in</strong>teresse e bellezza, che unisce la<br />
costa all’imponente prospettiva sulle falesie e le rocche<br />
che dom<strong>in</strong>ano le valli del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong>. Un’escursione attraverso<br />
ambienti suggestivi e vari, che comprendono la più<br />
ampia grotta preistorica del territorio.<br />
Accesso e punto di partenza<br />
Accesso e punto di partenza: appena entrati, da<br />
Ponente, <strong>in</strong> Varigotti, alle spalle di un parcheggio,<br />
una strad<strong>in</strong>a procede verso nord e conduce a una<br />
scal<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> cemento segnalata da un cartello che<br />
<strong>in</strong>dica la “Strada di Kien” (segnavia due losanghe<br />
rosse piene). La scal<strong>in</strong>ata conduce a una carrozzabile,<br />
attraversata la quale essa può essere ripresa<br />
subito sulla destra.<br />
Si <strong>in</strong>crocia ancora la strada asfaltata, oltre la quale<br />
si sviluppa un acciottolato che si immerge <strong>in</strong> un<br />
paesaggio di fasce terrazzate e coltivate a uliveto.<br />
Conclusa la salita si percorre una stretta mulattiera;<br />
a un bivio occorre procedere verso destra, lungo<br />
un tracciato che affianca le falesie calcaree. È<br />
necessario prestare attenzione <strong>in</strong> quanto il sentiero<br />
è leggermente dissestato.<br />
Si raggiunge qu<strong>in</strong>di una strada cementata nei pressi<br />
dell’abitato di<br />
12<br />
Kien (135m/30’)<br />
per percorrerla f<strong>in</strong>o al punto <strong>in</strong> cui essa diventa<br />
sterrata; lì, una scaletta sulla s<strong>in</strong>istra conduce a un<br />
acciottolato che ancora sale e attraversa una zona<br />
ombreggiata e ricca di vegetazione. Trascurando<br />
alcune deviazioni che si presentano lungo l’acciottolato,<br />
il sentiero sale morbido all’ombra degli
alberi. Si raggiunge una strada sterrata, più ampia;<br />
qui occorre proseguire f<strong>in</strong>o ad arrivare sull’asfalto;<br />
a destra, un campeggio. È<br />
L’Altopiano delle Mànie (293m 1h)<br />
Si procede seguendo la rotabile a fianco dei bei<br />
prati della piana delle Manie f<strong>in</strong>o a raggiungere (a<br />
500 metri circa di distanza) una strada sulla destra,<br />
all’altezza di un cimitero. Qui occorre seguire<br />
il segnavia “triangolo rosso vuoto”, affiancato alle<br />
<strong>in</strong>dicazioni per alcune trattorie (si sconsiglia, dal<br />
campeggio, di seguire il segnavia <strong>in</strong>iziale <strong>in</strong> quanto<br />
poco presente).<br />
Si raggiunge <strong>in</strong> breve la chiesetta di San Giacomo<br />
e da lì con deviazione a s<strong>in</strong>istra<br />
La Grotta dell’Arma (250m 1h 15’)<br />
la più ampia del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong>, <strong>in</strong> cui sono stati r<strong>in</strong>venuti<br />
importantissimi reperti archeologici. Essa comprende<br />
alcune stratificazioni del Paleolitico Medio<br />
e Superiore.<br />
I reperti, per lo più legati alla fauna, sono <strong>in</strong> parte<br />
esposti nel Museo Civico di F<strong>in</strong>ale Ligure.<br />
Term<strong>in</strong>ata la visita, si può affrontare il ritorno attraverso<br />
lo stesso sentiero. In alternativa si può,<br />
seguendo il segnavia due quadrati rossi pieni, raggiungere<br />
il Ponte delle Voze, lungo l’it<strong>in</strong>erario dei<br />
ponti romani della val Ponci, descritto <strong>in</strong> questa<br />
<strong>Guida</strong>.<br />
Nella pag<strong>in</strong>a a fianco: momenti della salita e geotritone.<br />
Qui sotto: la grotta dell’Arma.<br />
Sopra le rupi<br />
e dentro le grotte<br />
Nell’area abbondano gli<br />
ambienti rupestri, che<br />
ospitano comunità vegetali<br />
adattate a vivere<br />
nelle fessure delle rocce;<br />
sono siti idonei alla nidificazione<br />
del falco pellegr<strong>in</strong>o<br />
(Falco peregr<strong>in</strong>us)<br />
e del gufo reale (Bubo<br />
bubo). La presenza di<br />
questi uccelli spiega il<br />
divieto di arrampicata<br />
sportiva su alcune pareti<br />
di roccia; sono <strong>in</strong> tutto<br />
una novant<strong>in</strong>a le specie<br />
di uccelli presenti e tutelate<br />
da norme <strong>in</strong>ternazionali.<br />
Nelle oltre 150<br />
grotte vivono diverse<br />
specie di <strong>in</strong>vertebrati di<br />
rilievo, molti dei quali<br />
sono endemici (come<br />
gli aracnidi Histopona<br />
paleolithica, Chthonius<br />
concii e C. gestroi, endemismi<br />
puntiformi); sono<br />
<strong>in</strong>oltre presenti diverse<br />
specie di pipistrelli ed il<br />
geotritone (Speleomantes<br />
str<strong>in</strong>atii).<br />
In alto:<br />
13
Difficoltà:<br />
E (la lunghezza del percorso<br />
richiede un po’ di allenamento)<br />
Periodo consigliato:<br />
tutto l’anno<br />
Durata del percorso:<br />
3h 30’<br />
Caratteristiche:<br />
botaniche, paesaggistiche,<br />
storiche<br />
Colla di<br />
San Giacomo<br />
799<br />
Rocche Bianche<br />
Magnone<br />
(Municipio)<br />
Colle di Magnone<br />
6<br />
Colle di Magnone - Colla di San Giacomo<br />
Una flora<br />
speciale e specifica<br />
La pietra di F<strong>in</strong>ale ha costituito<br />
un fattore di isolamento<br />
che ha favorito<br />
l’orig<strong>in</strong>arsi di endemismi,<br />
come la campanula a<br />
foglie uguali (Campanula<br />
isophylla), che cresce solo<br />
nelle fessure di questa roccia<br />
ed è perciò conosciuta<br />
anche come “Campanula<br />
del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong>”. Sul calcare<br />
trovano spazio anche<br />
la campanula di Savona<br />
(Campanula sabatia), endemica<br />
della <strong>Liguria</strong> occidentale,<br />
il vilucchio di<br />
Capo Noli (Convolvulus<br />
sabatius), relitto paleomediterraneo<br />
raro allo stato<br />
spontaneo, e terreni erbosi<br />
che ospitano oltre venti<br />
specie di orchidee protette<br />
a livello <strong>in</strong>ternazionale<br />
e/o regionale. Altre specie<br />
sono presenti con popolazioni<br />
isolate o al limite<br />
della propria distribuzione;<br />
fra queste il fiordaliso<br />
ovoide (Leuzea conifera)<br />
e l’afillante (Aphyllanthes<br />
monspeliensis).<br />
14<br />
Un percorso non breve ma comodo raggiunge, con sterrati<br />
e salite non troppo impegnative, l’Alta Via, percorrendo<br />
lo spartiacque a Nord del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong> lungo una <strong>in</strong>cantevole<br />
faggeta. It<strong>in</strong>erario ideale per chi ama andare <strong>in</strong><br />
mounta<strong>in</strong> bike e per chi preferisce i sentieri ampi senza<br />
grosse difficoltà.<br />
Accesso e punto di partenza<br />
dal Colle di Magnone, (per raggiungerlo vedi it<strong>in</strong>erario<br />
Calvisio-Val Ponci). Segnavia: un cerchio<br />
rosso barrato, non sempre segnalato e talvolta<br />
sbiadito.<br />
Giunti sulla rotabile di fronte alla chiesetta del<br />
Colle di Magnone, si segue il tratto asfaltato a<br />
s<strong>in</strong>istra che <strong>in</strong>crocia un’altra chiesa più grossa e<br />
il cimitero per raggiungere una strada che scende<br />
a Magnone Inferiore. A questo <strong>in</strong>crocio si risale<br />
a s<strong>in</strong>istra per breve tratto f<strong>in</strong>o alla chiesa di<br />
Santa Libera. Si segue ora la prov<strong>in</strong>ciale che collega<br />
l’uscita dell’autostrada di Spotorno con Voze,<br />
Mànie e Noli. Al bivio stradale si prosegue a s<strong>in</strong>istra<br />
per Vezzi San Filippo e San Giorgio sempre<br />
su rotabile. Risalita la strada con alcuni tornati si<br />
arriva di fronte al Municipio di<br />
Magnone (322m/1h)<br />
Poco oltre l’edificio comunale si segue la strada<br />
sulla destra <strong>in</strong>dicata da un cartello per le Rocche<br />
Gianche. La strada sale con alcuni tornanti f<strong>in</strong>o a<br />
una casa per poi diventare ampio sterrato. A un<br />
primo crocevia si prosegue diritti. Avanzando sull’ampio<br />
tracciato, a un secondo bivio si prosegue<br />
a s<strong>in</strong>istra (l’altra strada a destra è contrassegnata<br />
da un altro segnavia con due quadrati rossi vuoti).
Dopo un tratto <strong>in</strong> piano sulla s<strong>in</strong>istra, una breve<br />
deviazione porta a un prato. Oltrepassato il prato<br />
si prosegue sul tracciato pr<strong>in</strong>cipale e si raggiunge<br />
una rotabile che si segue a s<strong>in</strong>istra. Questo tratto<br />
asfaltato <strong>in</strong>crocia l’area pic-nic “Acqua d’alto” e,<br />
dopo una lieve salita sempre su rotabile, tra erica<br />
e faggi, un’abitazione con cartello “Cia di gatti”.<br />
Proseguendo si arriva alle<br />
Rocche Bianche (600m/2h30’)<br />
Un monumento ai partigiani e le forme delle rocce<br />
caratterizzano questa zona che appare come sospesa<br />
nel tempo. Oltre il monumento ai partigiani si<br />
procede ancora lungo la sterrata; si segue a s<strong>in</strong>istra<br />
e presto si <strong>in</strong>crocia un edificio abbandonato. Oltre<br />
la successiva, ripida salita si risale f<strong>in</strong>o a un punto<br />
<strong>in</strong> cui la strada si dirama; l’it<strong>in</strong>erario prosegue a<br />
s<strong>in</strong>istra, <strong>in</strong>crociando la diramazione che conduce<br />
a Orco Fegl<strong>in</strong>o.<br />
Con alcuni saliscendi e tratti <strong>in</strong> piano si attraversa<br />
una zona a bosco misto con tratti di p<strong>in</strong>eta a p<strong>in</strong>o<br />
marittimo. Un’ultima discesa conduce all’<strong>in</strong>crocio<br />
con l’Alta Via. Si procede diritti raggiungendo <strong>in</strong><br />
breve la Cappella e la<br />
Dall’alto: il raro vilucchio<br />
di Capo Noli; il fiordaliso<br />
ovoide; le rocce bianche;<br />
panorama sul <strong>F<strong>in</strong>alese</strong>.<br />
Colla di San Giacomo (799m/3h30’)<br />
La strada dalla Colla di San Giacomo percorre un<br />
tratto dell’Alta Via attraverso una suggestiva faggeta<br />
per ricollegarsi al Colle di Melogno. Una cappella<br />
con piacevole riparo nell’adiacente edificio, una<br />
fontanella sottostante e l’area attrezzata nel prato<br />
con tavoli e panche <strong>in</strong>vitano a una sosta. Diverse<br />
lapidi e monumenti rimangono a testimonianza di<br />
cruente battaglie partigiane.<br />
15
Altre vie per conoscere<br />
la Rete Natura 2000 nel <strong>F<strong>in</strong>alese</strong><br />
La rete sentieristica della Prov<strong>in</strong>cia di Savona<br />
La Prov<strong>in</strong>cia di Savona è provvista di una fitta rete di sentieri. Scoprila cliccando su:<br />
http://www.prov<strong>in</strong>cia.savona.it/attivita/sportcultura/escursioni.htm<br />
In queste pag<strong>in</strong>e potrai visualizzare le carte tecniche con il tracciato di molti sentieri e <strong>in</strong>formazioni<br />
dettagliate sul percorso.<br />
Esplora gli altri Siti di Importanza Comunitaria della Prov<strong>in</strong>cia di Savona attraverso i Sentieri Natura!<br />
Visita il SIC Lerrone Valloni attraverso il percorso natura della Cava Valloni e il sentiero naturalistico<br />
lungo il Lerrone a Garlenda, o il SIC Monte Rav<strong>in</strong>et Rocca Barbena attraverso il Sentiero del Rio<br />
della Valle.<br />
Per scoprirli tutti clicca su http://www.natura2000liguria.it<br />
Il Centro Emys<br />
Nato per salvare la piccola tartaruga Emys orbicularis <strong>in</strong>gauna endemica della nostra regione e a rischio<br />
di est<strong>in</strong>zione, il centro opera dal 2000 presso il vivaio della Forestale della Comunità Montana<br />
Ingauna a Leca d’Albenga. Qui viene condotto il programma di riproduzione controllata degli esemplari,<br />
l’allevamento <strong>in</strong> condizioni sem<strong>in</strong>aturali e il rilascio <strong>in</strong> aree protette locali dei nuovi nati. La<br />
struttura è dotata di centro visite e si pone come importante strumento di divulgazione verso le<br />
scuole, sui temi legati alla salvaguardia della natura nella prov<strong>in</strong>cia di Savona.<br />
Il centro Emys è visitabile su prenotazione per scolaresche e gruppi organizzati:<br />
Prov<strong>in</strong>cia di Savona, Ufficio Parchi ed Aree Protette- e-mail ceap@prov<strong>in</strong>cia.savona.it<br />
http://www.prov<strong>in</strong>cia.savona.it/temi/ambiente04/emys/emys.htm<br />
Il Parco del Beigua e la Zona di Protezione speciale Beigua Turch<strong>in</strong>o<br />
In un territorio ricco di contrasti come la <strong>Liguria</strong>, stretta tra le montagne ed il mare, il Parco<br />
del Beigua - il più vasto parco naturale regionale della <strong>Liguria</strong> - costituisce uno spaccato esemplare<br />
della regione ove è possibile trovare ambienti e paesaggi decisamente diversificati: uno<br />
spettacolare balcone formato da montagne che si affacciano sul mare dove natura, storia, cultura<br />
e antiche tradizioni costituiscono elementi di straord<strong>in</strong>ario pregio e <strong>in</strong>teresse. Enorme è<br />
il pregio naturalistico del Parco, <strong>in</strong> gran parte sovrapposto alla Zona di protezione Speciale<br />
“Beigua Turch<strong>in</strong>o” che tutela importanti rotte migratorie di falco pecchiaiolo e biancone.<br />
Ente Parco del Beigua: Via G. Marconi, 165 - 16011 Arenzano (GE)<br />
E-mail: <strong>in</strong>fo@parcobeigua.it<br />
SIC Po<strong>in</strong>t c/o Museo Civico di Storia Naturale di Genova A. D’Oria: il Museo di Storia Naturale, vero e proprio<br />
monumento dalla scienza e alla natura ligure, si arricchisce di uno spazio permanente di <strong>in</strong>formazione sugli<br />
ambienti naturali e sulle specie animali e vegetali d’<strong>in</strong>teresse comunitario presenti nel territorio ligure. Si tratta<br />
di una struttura d<strong>in</strong>amica con momenti di animazione scientifica e culturale, che consente l’utilizzo di strumenti<br />
multimediali, <strong>in</strong>contri e <strong>in</strong>terviste, diversificando le offerte <strong>in</strong>formative e didattiche sulla base delle tipologie dei<br />
visitatori, sempre coniugando rigore scientifico e semplice divulgazione.<br />
Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria<br />
Via Brigata <strong>Liguria</strong>, 9 - 16100 Genova - Tel 010566319<br />
libioss@dipteris.unige.it<br />
Osservatorio Regionale Ligure per la biodiversità e le misure di conservazione della Rete Natura 2000: <strong>in</strong>iziativa<br />
della regione <strong>Liguria</strong> e del DIPTERIS dell’Università di Genova, ha la funzione di raccogliere, validare<br />
e archiviare i dati naturalistici: di pianificare il monitoraggio delle specie e degli habitat liguri d’<strong>in</strong>teresse comunitario;<br />
di predisporre una lista rossa delle specie e degli habitat che risult<strong>in</strong>o particolarmente vulnerabili o<br />
m<strong>in</strong>acciati di est<strong>in</strong>zione.<br />
Pubblicazioni<br />
• Biodiversità <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong> - La rete Natura 2000 anno 2002 a cura della Regione <strong>Liguria</strong><br />
• Incontri con la Natura <strong>in</strong> <strong>Liguria</strong> anno 2005 a cura di Regione <strong>Liguria</strong><br />
• Valori e rarità della Flora Ligure anno 2005 a cura di Regione <strong>Liguria</strong><br />
• <strong>Guida</strong> alla conoscenza delle specie liguri della Rete Natura 2000 schede per il riconoscimento, la<br />
gestione ed il monitoraggio. anno 2006 a cura di Regione <strong>Liguria</strong><br />
• Alla scoperta delle zone umide costiere <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Savona, anno 2006, a cura della Prov<strong>in</strong>cia<br />
di Savona<br />
• Tra stagni e torrenti nella Piana di Albenga, quaderno didattico per le scuole elementari e medie<br />
<strong>in</strong>feriori, anno 2006, a cura della Prov<strong>in</strong>cia di Savona<br />
• Savona Natura <strong>Guida</strong> al patrimonio naturale della Prov<strong>in</strong>cia di Savona a cura della Prov<strong>in</strong>cia di<br />
Savona<br />
16
1<br />
6<br />
6<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
2<br />
2<br />
3<br />
2<br />
4
Note per l’escursionista<br />
✓ Rispetta l’ambiente: non abbandonare rifiuti; evita i rumori <strong>in</strong>utili;<br />
non abbandonare il percorso per non causare danni alle specie<br />
protette e alle colture e per non rischiare di smarrirti.<br />
✓ Indossa abiti e calzature adeguate al tipo di escursione che vuoi<br />
effettuare.<br />
✓ Porta con te una mantell<strong>in</strong>a antipioggia e un kit per il pronto soccorso.<br />
✓ Tieni presente che uno za<strong>in</strong>o grande distribuisce meglio il peso.<br />
✓ Parti con una scorta d’acqua adeguata. Difficilmente ne potrai trovare<br />
altra lungo il percorso.<br />
✓ Non sottovalutare le difficoltà del percorso e attrezzati di conseguenza.<br />
✓ Valuta tempi e difficoltà di percorrenza per non farti sorprendere<br />
dall’oscurità.<br />
✓ Informati sulle condizioni meteo e non trascurarne mai la variabilità.<br />
Come leggere la <strong>Guida</strong> Pratica<br />
La difficoltà di ciascun it<strong>in</strong>erario è segnalata dal colore del riquadro<br />
posto a fianco del titolo della scheda, secondo la legenda sottoriportata<br />
(il riquadro, col numero progressivo del percorso, è riportato<br />
anche nella cart<strong>in</strong>a generale):<br />
1 Turistico (T) 1 Escursionisti medi (E)<br />
1 Escursionisti esperti (EE) 1 Difficoltoso (EEA)<br />
I tempi di percorrenza <strong>in</strong>dicati sono relativi al senso di marcia degli it<strong>in</strong>erari<br />
descritti; essi tengono conto delle caratteristiche di un escursionista mediamente<br />
allenato e prevedono brevi soste per le osservazioni e il ristoro.<br />
I box con il tassello descrivono le pr<strong>in</strong>cipali realtà del Sito di<br />
Importanza Comunitaria <strong>in</strong>teressato dal sentiero descritto.<br />
5<br />
Numeri di emergenza<br />
Emergenza <strong>in</strong>fortuni<br />
118<br />
Segnalazione <strong>in</strong>cendi boschivi<br />
1515<br />
Legenda della cart<strong>in</strong>a<br />
SIto di Importanza Comunitaria<br />
Sentieri descritti nella <strong>Guida</strong><br />
F e r r o v i a Autostrada<br />
Viabilità veicolare<br />
Come si arriva<br />
Con i mezzi pubblici<br />
Per conoscere gli<br />
orari e “comporre”<br />
le comb<strong>in</strong>azioni di<br />
accesso (treno e/o)<br />
corriera:<br />
www.orariotrasporti.<br />
regione.liguria.it<br />
In automobile (pr<strong>in</strong>cipali<br />
accessi)<br />
Autostrada A12<br />
(Genova-Livorno)<br />
SP 1 Aurelia
SIC e ZPS<br />
della <strong>Liguria</strong><br />
Elaborazione cart<strong>in</strong>a: R<strong>in</strong>o Dagost<strong>in</strong>o
Guide pratiche dei Parchi<br />
e delle Aree Protette liguri.<br />
Collana a cura di Stefano Ardito<br />
TITOLI PUBBLICATI<br />
1 - Parco nazionale delle C<strong>in</strong>que Terre<br />
2 - Parco naturale regionale dell’Antola<br />
3 - Parco naturale regionale dell’Aveto<br />
4 - Parco naturale regionale del Beigua<br />
5 - Parco naturale regionale di Montemarcello Magra<br />
6 - Parco naturale regionale di Portof<strong>in</strong>o<br />
7 - Aree protette del Savonese<br />
Parco naturale regionale di Bric Tana<br />
Parco naturale regionale di Piana Crixia<br />
8 - Aree protette costiere<br />
Riserva naturale regionale di Bergeggi<br />
Area protetta regionale Giard<strong>in</strong>i Botanici Hanbury<br />
Riserva naturale regionale dell’Isola Gall<strong>in</strong>ara<br />
Parco naturale regionale di Portovenere<br />
Riserva naturale regionale di Rio Torsero<br />
9 - Alta Via dei Monti Liguri<br />
10 - Area protetta prov<strong>in</strong>ciale Giard<strong>in</strong>o Botanico di Pratorondan<strong>in</strong>o<br />
11 - Aree Protette del <strong>F<strong>in</strong>alese</strong><br />
12 - Aree Protette dell’Appenn<strong>in</strong>o Genovese<br />
13 - Aree Protette della Riviera Spezz<strong>in</strong>a<br />
14 - Aree Protette delle Alpi Liguri<br />
15 - Il Parco Urbano delle Mura<br />
<strong>Guida</strong> <strong>pratica</strong> Aree Protette e Rete Natura 2000 della Riviera Spezz<strong>in</strong>a<br />
Testi Sara Montoli<br />
Fotografie Bagh<strong>in</strong>o, Calegari-Campora, Calzia, Sara Montoli, Moretti, www.biolib.de<br />
Con la collaborazione di Marta Baller<strong>in</strong>i, V<strong>in</strong>cenzo D’Auria, Maura Maragliano, Elena Nicosia<br />
Cartografia Daniela Bland<strong>in</strong>o<br />
Progetto Grafico Mario Benvenuto<br />
Stampa Erredi Grafiche Editoriali - Genova<br />
Edizione Galata s.r.l. - Genova - www.galataedizioni.it - galata@galataedizioni.it<br />
Regione <strong>Liguria</strong><br />
Assessorato <strong>Ambiente</strong><br />
Dipartimento <strong>Ambiente</strong><br />
Ufficio Tutela della Biodiversità<br />
In vendita esclusivamente con<br />
a € 1,50 più il prezzo del quotidiano<br />
Direttore responsabile:<br />
Lanfranco Vaccari<br />
Registrazione Tribunale di Genova<br />
n.7424 del 17/06/1924