Cap. 1 DEFDEF - Produzione Sostenibile del Cemento
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imballaggi in plastica immessi sul mercato) a valle di operazioni di lavaggio e triturazione si<br />
ottengono granuli idonei a produrre per l’appunto nuovi manufatti. Le materie plastiche termoindurenti,<br />
invece, vengono macinate per essere impiegate come cariche inerti in numerose<br />
applicazioni;<br />
2. Il riciclo chimico, che prevede il ritorno alla materia prima di base attraverso la trasformazione<br />
<strong>del</strong>le plastiche usate in tagli di virgin nafta, da utilizzare nuovamente nella produzione. I<br />
processi utilizzabili sono quattro: pirolisi (riscaldamento <strong>del</strong>le molecole sotto vuoto), idrogenazione<br />
(a base di idrogeno e calore), gassificazione (basato su calore, aria e ossido di carbonio)<br />
e chemiolisi (lavorazione <strong>del</strong>le singole materie dismesse con processi solvo litici fino<br />
alla loro trasformazione nelle materie plastiche originarie).<br />
Non tutti gli imballaggi in plastica sono riciclabili a costi economici ed ambientali sostenibili, per<br />
cui da diversi anni si studiano ulteriori possibili sbocchi per il loro “fine vita”, tenendo conto che<br />
la plastica è petrolio trasformato e che può in ogni momento restituire il potenziale energetico che<br />
racchiude. Oltre all’utilizzo degli scarti di plastiche miste come combustibile alternativo nei cementifici,<br />
negli impianti termici per la produzione di energia e nei termovalorizzatori, va segnalato<br />
che le caratteristiche energetiche <strong>del</strong>le plastiche hanno consentito il loro utilizzo nelle acciaierie<br />
per i processi produttivi <strong>del</strong>la ghisa. Il mix plastico derivato dai processi di selezione degli imballaggi<br />
post consumo a seguito di opportune operazioni di preparazione, può essere trasformato<br />
in SRA (secondary reduce agent) ed essere utilizzato in altoforno come agente riducente nelle reazioni<br />
di ossidazione dei metalli ferrosi. Si tratta di percorsi aggiuntivi e non sostitutivi rispetto al<br />
riciclo meccanico, nel pieno rispetto <strong>del</strong>la gerarchia comunitaria e nazionale <strong>del</strong>le forme di trattamento<br />
dei rifiuti, che impone di considerare il recupero di materia al primo posto nella scala<br />
gerarchica <strong>del</strong>le forme di gestione. Grazie al recupero di materia si risparmia infatti più energia<br />
di quanta non se ne ricavi dalla produzione di energia elettrica attraverso il recupero energetico<br />
<strong>del</strong>la plastica (Tabella 14) e questo porta a privilegiare, dal punto di vista <strong>del</strong>l’ecosostenibilità,<br />
questa prima forma di gestione, ove tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile.<br />
<strong>del</strong> Riciclo 2010<br />
l’Italia<br />
Tabella 14: Riciclaggio vs recupero energetico (GJ/ton)<br />
Materiali Energia salvata Energia prodotta Energia in più recuperata con riciclaggio<br />
con il riciclaggio con recupero di energia confrontata con recupero di energia<br />
Carta mista 9,49 2,25 4,2<br />
HDPE 64,27 6,30 10,2<br />
PET 85,16 3,22 26,4<br />
Altre plastiche 52,09 4,76 10,9<br />
Fonte: ICF Consulting 2005<br />
Figura 7: Distribuzione territoriale impianti di riciclo<br />
Impianti di riciclo plastica<br />
da 8 a 20<br />
da 6 a 7<br />
da 4 a 5<br />
da 1 a 3<br />
Fonte: COREPLA<br />
PLASTICA