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Cap. 1 DEFDEF - Produzione Sostenibile del Cemento

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75<br />

imballaggi in plastica immessi sul mercato) a valle di operazioni di lavaggio e triturazione si<br />

ottengono granuli idonei a produrre per l’appunto nuovi manufatti. Le materie plastiche termoindurenti,<br />

invece, vengono macinate per essere impiegate come cariche inerti in numerose<br />

applicazioni;<br />

2. Il riciclo chimico, che prevede il ritorno alla materia prima di base attraverso la trasformazione<br />

<strong>del</strong>le plastiche usate in tagli di virgin nafta, da utilizzare nuovamente nella produzione. I<br />

processi utilizzabili sono quattro: pirolisi (riscaldamento <strong>del</strong>le molecole sotto vuoto), idrogenazione<br />

(a base di idrogeno e calore), gassificazione (basato su calore, aria e ossido di carbonio)<br />

e chemiolisi (lavorazione <strong>del</strong>le singole materie dismesse con processi solvo litici fino<br />

alla loro trasformazione nelle materie plastiche originarie).<br />

Non tutti gli imballaggi in plastica sono riciclabili a costi economici ed ambientali sostenibili, per<br />

cui da diversi anni si studiano ulteriori possibili sbocchi per il loro “fine vita”, tenendo conto che<br />

la plastica è petrolio trasformato e che può in ogni momento restituire il potenziale energetico che<br />

racchiude. Oltre all’utilizzo degli scarti di plastiche miste come combustibile alternativo nei cementifici,<br />

negli impianti termici per la produzione di energia e nei termovalorizzatori, va segnalato<br />

che le caratteristiche energetiche <strong>del</strong>le plastiche hanno consentito il loro utilizzo nelle acciaierie<br />

per i processi produttivi <strong>del</strong>la ghisa. Il mix plastico derivato dai processi di selezione degli imballaggi<br />

post consumo a seguito di opportune operazioni di preparazione, può essere trasformato<br />

in SRA (secondary reduce agent) ed essere utilizzato in altoforno come agente riducente nelle reazioni<br />

di ossidazione dei metalli ferrosi. Si tratta di percorsi aggiuntivi e non sostitutivi rispetto al<br />

riciclo meccanico, nel pieno rispetto <strong>del</strong>la gerarchia comunitaria e nazionale <strong>del</strong>le forme di trattamento<br />

dei rifiuti, che impone di considerare il recupero di materia al primo posto nella scala<br />

gerarchica <strong>del</strong>le forme di gestione. Grazie al recupero di materia si risparmia infatti più energia<br />

di quanta non se ne ricavi dalla produzione di energia elettrica attraverso il recupero energetico<br />

<strong>del</strong>la plastica (Tabella 14) e questo porta a privilegiare, dal punto di vista <strong>del</strong>l’ecosostenibilità,<br />

questa prima forma di gestione, ove tecnicamente fattibile ed economicamente sostenibile.<br />

<strong>del</strong> Riciclo 2010<br />

l’Italia<br />

Tabella 14: Riciclaggio vs recupero energetico (GJ/ton)<br />

Materiali Energia salvata Energia prodotta Energia in più recuperata con riciclaggio<br />

con il riciclaggio con recupero di energia confrontata con recupero di energia<br />

Carta mista 9,49 2,25 4,2<br />

HDPE 64,27 6,30 10,2<br />

PET 85,16 3,22 26,4<br />

Altre plastiche 52,09 4,76 10,9<br />

Fonte: ICF Consulting 2005<br />

Figura 7: Distribuzione territoriale impianti di riciclo<br />

Impianti di riciclo plastica<br />

da 8 a 20<br />

da 6 a 7<br />

da 4 a 5<br />

da 1 a 3<br />

Fonte: COREPLA<br />

PLASTICA

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