Cap. 1 DEFDEF - Produzione Sostenibile del Cemento
Cap. 1 DEFDEF - Produzione Sostenibile del Cemento Cap. 1 DEFDEF - Produzione Sostenibile del Cemento
66 Prospettive del settore Ciò che emerge dai dati e dalla disamina degli elementi tecnico-commerciali è il quadro di un settore strutturato e in crescita che si accinge a raggiungere l’equilibrio, una volta messa a regime la raccolta differenziata al Sud. Infatti, soprattutto in seguito al decollo delle raccolte differenziate nelle aree del Centro-Sud che, ad oggi, evidenziano ancora un tasso di raccolta molto basso e, conseguentemente, un potenziale di crescita molto interessante, nei prossimi anni si potrebbe delineare una situazione simile a quella di molti Paesi europei, nei quali il sistema di gestione degli imballaggi ha avuto una evoluzione più rapida e consolidata e dove la disponibilità di rifiuto di imballaggio recuperato risulta superiore alle capacità di utilizzo delle industrie. D’altro lato occorre anche evidenziare che tale crescita della quota di raccolta differenziata troppo spesso si accompagna ad un peggioramento medio della qualità dei materiali raccolti. La capillarità e, quindi, il massiccio coinvolgimento di tutta la popolazione, le difficoltà e le differenze ambientali e logistiche, l’impiego di sistemi di raccolta che privilegiano la quantità alla qualità e che, soprattutto per quanto riguarda i rifiuti di imballaggio in vetro, comportano spesso una eccessiva frantumazione e commistione dei materiali, sono tutti elementi che creano un notevole sfasamento tra la qualità attesa, soprattutto in relazione alle esigenze tecniche dell’industria vetraria del riciclo, e quella, che in questo contesto, è possibile rendere disponibile. È noto che la minaccia più grande per una efficace attività di riciclo è rappresentata dalla presenza di materiali infusibili nel rottame grezzo da lavorare: vale a dire ceramica e vetroceramica, porcellana, pietre, mattoni e mattonelle e in genere tutti quei materiali che non fondono alle medesime temperature dei forni fusori delle vetrerie, creando dei difetti al prodotto riciclato (la bottiglia nuova) o minandone la solidità. Per questi motivi gli impianti privati di recupero che si occupano della selezione di questa tipologia di rifiuti in questi ultimi anni hanno compiuto notevoli investimenti in tecnologia, organizzazione e formazione del personale per affrontare con rinnovata efficienza questa difficoltà. Nuovi investimenti sono programmati nei prossimi anni affinché l’industria vetraria possa beneficiare di rottame di vetro di qualità da riciclare, auspicando che tale condizione possa favorire un incremento delle capacità di riciclo. Per affrontare al meglio questa situazione, ci sono alcuni elementi sui quali occorrerà riflettere congiuntamente, procedendo ad un’analisi dettagliata dei flussi di raccolta e riciclo, con l’obiettivo di individuare le potenzialità di domanda ed offerta di materiali, avendo riguardo a ciascuna possibile forma di utilizzo degli stessi. Infatti, la disponibilità di rifiuti di vetro di qualità inferiore, nonché quanto già espresso relativamente ad un possibile esubero di rottame grezzo rispetto alla domanda industriale, richiederà l’implementazione e il sostegno di nuovi mercati (esempio industria ceramica, edilizia, o quanto altro tecnicamente possibile), pur nel rispetto della sostenibilità ambientale. Promuovere la creazione ed il rafforzamento di questi mercati “secondari”, che possono garantire sbocchi industriali diversi dalla tradizionale industria vetraria, sarà sicuramente uno degli elementi fondamentali per mantenere virtuoso il ciclo di raccolta-recupero-riciclaggio. Inoltre, il caso della carta da macero ha dimostrato che la possibilità di esportare costituisce una valvola di sfogo fondamentale per i materiali recuperati non allocabili presso le industrie nazionali, ferma restando la condizione di quotazioni interessanti sui mercati internazionali e la sostenibilità economica ed ambientale della movimentazione degli stessi materiali. In altri settori, come quello della gomma, la continua ricerca di impieghi secondari, anche grazie a tecnologie innovative, sta offrendo buone prospettive all’apertura di nuovi mercati. Alla luce di quanto sopra, occorre disporre da subito ad una mappatura degli impianti di trattamento e recupero del vetro esistenti, delle loro capacità e potenzialità di lavorazione, in modo da scongiurare inutili duplicazioni soprattutto se connesse ad iniziative sul territorio realizzate con risorse pubbliche che, in uno scenario di possibile sbilanciamento dell’offerta rispetto alla domanda, potrebbero creare profonde crisi strutturali e occupazionali, con il rischio di una involuzione tecnica e imprenditoriale. Come si è detto in precedenza, infatti, l’industria di trattamento nazionale ha subito un profondo mutamento in questi anni, passando dalla tradizionale compagine familiare a strutture organizzate industriali: questo processo si è accompagnato ad altrettanto profonde trasformazioni e investimenti tecnologici. I futuri investimenti nel settore del riciclo del vetro dovranno essere tali da tenere il passo con i mercati europei e con le continue crescenti esigenze dell’industria vetraria - che richiedono un vetro “pronto al forno” con quantità sempre più basse di impurità - e da ridurre i costi industriali anche minimizzando gli scarti di lavorazione, tenendo presente il parallelo evolversi delle innovazioni tecnologiche dei produttori di impianti. Mentre è utile che anche al Sud vi sia un’adeguata dotazione impiantistica, e in questo senso va anche la realizzazione di un nuovo impianto di trattamento del vetro al Centro-Sud, occorre prestare attenzione alla preoccupazione, manifestata in particolare dagli operatori del riciclo, che si costituiscano condizioni di difficoltà di mercato sia per l’intervento diretto delle vetrerie, sia per lo sbocco di mercato dei materiali selezionati, in particolare dove già è presente una rilevante dotazione impiantistica, come al Nord del Paese, tenendo conto, peraltro, del ricorso da parte delle vetrerie all’importazione diretta del rottame di vetro, che riduce le possibilità di collocazione dei materiali da riciclo di provenienza nazionale.
67 2.3 PLASTICA 2.3.1 Valutazione del contesto internazionale ed europeo del settore 2.3.1.1 Il mercato internazionale I prezzi dei polimeri che costituiscono la materia prima per la produzione degli imballaggi hanno attraversato la stessa fase di forte variabilità che ha caratterizzato le altre materie prime (Figura 1). Ad accentuare ulteriormente l'instabilità del mercato vi è la forte correlazione con il petrolio, principale materia prima per la fabbricazione delle plastiche. A livello internazionale, presso il mercato LME - London Metal Exchange, solo a partire dal secondo trimestre 2009 si è verificata una ripresa delle quotazioni. Gli stock di polimeri in giacenza presso i magazzini mostrano un andamento in linea con quel mercato; nel momento di discesa degli scambi le scorte sono aumentate, mentre sono andate assottigliandosi con la ripresa della domanda. Dalle 5.000 tonnellate di aprile 2009 sono scese a circa 1.000 tonnellate alla fine dell'anno. Il livello crescente delle quotazioni potrebbe creare tensioni sui mercati degli imballaggi in plastica. A causa della difficile ripresa nei consumi, infatti, il costo crescente delle materie prime non può essere scaricato a valle, assottigliando i margini degli operatori. Figura 1: Quotazioni europee dei polimeri da imballaggio - Periodo gennaio 2009/novembre 2009 del Riciclo 2010 l’Italia 850 805 760 715 670 625 580 535 490 445 400 gen-09 feb-09 mar-09 apr-09 mag-09 giu-09 lug-09 ago-09 set-09 ott-09 gen-09 Fonte: LME PA PP PE La stretta relazione tra il prezzo delle plastiche vergini e quello del petrolio, valida anche per le materie prime seconde, nel 2009 è stata meno evidente. Sulle piazze europee le quotazioni delle recovered plastics si sono mantenute stabili per la qualità HDPE, in moderata crescita per il PE film misto e in incremento più sostenuto per il film shrink LPDE (Figura 2). Nel 2009, dopo il crollo di fine 2008, la domanda e le quotazioni di MPS sono risalite, grazie anche al recupero da parte del Far East. In Europa, nel 2009, le importazioni di plastica da riciclo sono rimaste stabili, mentre le esportazioni sono aumentate del 45% con conseguente messa in crisi del comparto del riciclo. I bassi costi di trasporto oltreoceano del 2009, hanno favorito i flussi commerciali di materiale di buona qualità, e maggior valore aggiunto, verso i mercati orientali. Questo fenomeno ha sostenuto maggiormente le quotazioni delle MPS estere, come, ad esempio, quelle tedesche, piuttosto che quelle italiane danneggiandole. Infatti le esportazioni nel Far East, per effetto del dumping applicato dalla Cina, che oltretutto non aderisce al protocollo di Kyoto, ha inciso negativamente su un mercato nazionale già in crisi. Le aste del materiale raccolto hanno evidenziato valori altamente variabili, senza che nel 2009 si delineasse un trend costante. PLASTICA
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Prospettive <strong>del</strong> settore<br />
Ciò che emerge dai dati e dalla disamina degli elementi tecnico-commerciali è il quadro di un settore strutturato<br />
e in crescita che si accinge a raggiungere l’equilibrio, una volta messa a regime la raccolta differenziata al Sud.<br />
Infatti, soprattutto in seguito al decollo <strong>del</strong>le raccolte differenziate nelle aree <strong>del</strong> Centro-Sud che, ad oggi, evidenziano<br />
ancora un tasso di raccolta molto basso e, conseguentemente, un potenziale di crescita molto interessante,<br />
nei prossimi anni si potrebbe <strong>del</strong>ineare una situazione simile a quella di molti Paesi europei, nei quali il<br />
sistema di gestione degli imballaggi ha avuto una evoluzione più rapida e consolidata e dove la disponibilità di<br />
rifiuto di imballaggio recuperato risulta superiore alle capacità di utilizzo <strong>del</strong>le industrie.<br />
D’altro lato occorre anche evidenziare che tale crescita <strong>del</strong>la quota di raccolta differenziata troppo spesso si<br />
accompagna ad un peggioramento medio <strong>del</strong>la qualità dei materiali raccolti. La capillarità e, quindi, il massiccio<br />
coinvolgimento di tutta la popolazione, le difficoltà e le differenze ambientali e logistiche, l’impiego di sistemi<br />
di raccolta che privilegiano la quantità alla qualità e che, soprattutto per quanto riguarda i rifiuti di imballaggio<br />
in vetro, comportano spesso una eccessiva frantumazione e commistione dei materiali, sono tutti elementi che<br />
creano un notevole sfasamento tra la qualità attesa, soprattutto in relazione alle esigenze tecniche <strong>del</strong>l’industria<br />
vetraria <strong>del</strong> riciclo, e quella, che in questo contesto, è possibile rendere disponibile.<br />
È noto che la minaccia più grande per una efficace attività di riciclo è rappresentata dalla presenza di materiali<br />
infusibili nel rottame grezzo da lavorare: vale a dire ceramica e vetroceramica, porcellana, pietre, mattoni e<br />
mattonelle e in genere tutti quei materiali che non fondono alle medesime temperature dei forni fusori <strong>del</strong>le vetrerie,<br />
creando dei difetti al prodotto riciclato (la bottiglia nuova) o minandone la solidità.<br />
Per questi motivi gli impianti privati di recupero che si occupano <strong>del</strong>la selezione di questa tipologia di rifiuti in questi<br />
ultimi anni hanno compiuto notevoli investimenti in tecnologia, organizzazione e formazione <strong>del</strong> personale per affrontare<br />
con rinnovata efficienza questa difficoltà. Nuovi investimenti sono programmati nei prossimi anni affinché l’industria<br />
vetraria possa beneficiare di rottame di vetro di qualità da riciclare, auspicando che tale condizione possa favorire<br />
un incremento <strong>del</strong>le capacità di riciclo. Per affrontare al meglio questa situazione, ci sono alcuni elementi sui quali<br />
occorrerà riflettere congiuntamente, procedendo ad un’analisi dettagliata dei flussi di raccolta e riciclo, con l’obiettivo<br />
di individuare le potenzialità di domanda ed offerta di materiali, avendo riguardo a ciascuna possibile forma di utilizzo<br />
degli stessi. Infatti, la disponibilità di rifiuti di vetro di qualità inferiore, nonché quanto già espresso relativamente<br />
ad un possibile esubero di rottame grezzo rispetto alla domanda industriale, richiederà l’implementazione e il sostegno<br />
di nuovi mercati (esempio industria ceramica, edilizia, o quanto altro tecnicamente possibile), pur nel rispetto <strong>del</strong>la<br />
sostenibilità ambientale. Promuovere la creazione ed il rafforzamento di questi mercati “secondari”, che possono<br />
garantire sbocchi industriali diversi dalla tradizionale industria vetraria, sarà sicuramente uno degli elementi fondamentali<br />
per mantenere virtuoso il ciclo di raccolta-recupero-riciclaggio.<br />
Inoltre, il caso <strong>del</strong>la carta da macero ha dimostrato che la possibilità di esportare costituisce una valvola di sfogo<br />
fondamentale per i materiali recuperati non allocabili presso le industrie nazionali, ferma restando la condizione<br />
di quotazioni interessanti sui mercati internazionali e la sostenibilità economica ed ambientale <strong>del</strong>la movimentazione<br />
degli stessi materiali. In altri settori, come quello <strong>del</strong>la gomma, la continua ricerca di impieghi secondari, anche<br />
grazie a tecnologie innovative, sta offrendo buone prospettive all’apertura di nuovi mercati.<br />
Alla luce di quanto sopra, occorre disporre da subito ad una mappatura degli impianti di trattamento e recupero<br />
<strong>del</strong> vetro esistenti, <strong>del</strong>le loro capacità e potenzialità di lavorazione, in modo da scongiurare inutili duplicazioni<br />
soprattutto se connesse ad iniziative sul territorio realizzate con risorse pubbliche che, in uno scenario di possibile<br />
sbilanciamento <strong>del</strong>l’offerta rispetto alla domanda, potrebbero creare profonde crisi strutturali e occupazionali, con<br />
il rischio di una involuzione tecnica e imprenditoriale. Come si è detto in precedenza, infatti, l’industria di trattamento<br />
nazionale ha subito un profondo mutamento in questi anni, passando dalla tradizionale compagine familiare<br />
a strutture organizzate industriali: questo processo si è accompagnato ad altrettanto profonde trasformazioni e<br />
investimenti tecnologici. I futuri investimenti nel settore <strong>del</strong> riciclo <strong>del</strong> vetro dovranno essere tali da tenere il passo<br />
con i mercati europei e con le continue crescenti esigenze <strong>del</strong>l’industria vetraria - che richiedono un vetro “pronto<br />
al forno” con quantità sempre più basse di impurità - e da ridurre i costi industriali anche minimizzando gli scarti<br />
di lavorazione, tenendo presente il parallelo evolversi <strong>del</strong>le innovazioni tecnologiche dei produttori di impianti.<br />
Mentre è utile che anche al Sud vi sia un’adeguata dotazione impiantistica, e in questo senso va anche la realizzazione<br />
di un nuovo impianto di trattamento <strong>del</strong> vetro al Centro-Sud, occorre prestare attenzione alla preoccupazione,<br />
manifestata in particolare dagli operatori <strong>del</strong> riciclo, che si costituiscano condizioni di difficoltà di mercato<br />
sia per l’intervento diretto <strong>del</strong>le vetrerie, sia per lo sbocco di mercato dei materiali selezionati, in particolare<br />
dove già è presente una rilevante dotazione impiantistica, come al Nord <strong>del</strong> Paese, tenendo conto, peraltro,<br />
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dei materiali da riciclo di provenienza nazionale.