Cap. 1 DEFDEF - Produzione Sostenibile del Cemento

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220 (in particolare, degli aggregati riciclati nelle infrastrutture). Ma grande delusione e disappunto ha suscitato l’atteggiamento della pubblica amministrazione nell’applicazione del DM n. 203/03 e nei confronti dell’istituzione del repertorio del riciclaggio, che di fatto non ha ancora visto la luce. Con l’applicazione di tale decreto le pubbliche amministrazioni potrebbero svolgere un ruolo importante nel mercato di riferimento per gli aggregati riciclati in termini di capacità di dirigerne e stimolarne la domanda. Anche per quanto concerne gli acquisti verdi, per questo settore, è ancora tutto in divenire ma, ad oggi, ancora poco si è fatto di concreto. 2) Assenza strumenti tecnici aggiornati (Capitolati d’appalto) Tra i motivi della ridotta diffusione dell’utilizzo e della produzione su larga scala degli aggregati riciclati da C&D può annoverarsi l’assenza o la carenza di specifici strumenti come i “Capitolati Speciali d’Appalto”. Da tempo il campo delle costruzioni stradali, per i quantitativi di aggregati necessari, è stato individuato come il più idoneo ambito di reimpiego di aggregati riciclati. Inoltre, le crescenti difficoltà che si incontrano nel reperire idonei materiali naturali, rendono sempre più pressante l’esigenza di ricorrere a soluzioni alternative che consentano di preservare il più possibile le risorse ambientali non rinnovabili. In definitiva, per tenere conto del costante sviluppo tecnologico nel settore dei materiali riciclati da C&D, delle tecniche costruttive e in particolare del periodico aggiornamento cui è soggetta la normativa tecnica di riferimento, è opportuno che la pubblica amministrazione si adoperi affinché i capitolati speciali d’appalto vengano aggiornati ed aperti all’offerta degli aggregati riciclati. Questa scelta sarebbe motivata dalla qualità certificata, dalla sostenibilità ambientale e soprattutto da un grande vantaggio economico. Ovviamente tale aggiornamento deve essere effettuato sulla base della più recente normativa CEN, recepita in Italia, che non distingue più gli aggregati per la loro natura ma per le loro prestazioni (da qui il cosiddetto “Capitolato prestazionale”). Capitolati moderni così formulati, non discriminando sulla natura dei materiali, aprirebbero al libero mercato la scelta dei materiali da impiegare nelle costruzioni in funzione della destinazione d’uso. 3) Resistenza culturale Sebbene sia ormai consolidato che gli aggregati riciclati garantiscano le medesime caratteristiche prestazionali degli aggregati naturali impiegati nelle opere stradali, l’originaria natura (rifiuto) del materiale in uscita dal processo di recupero induce nell’utilizzatore una sorta di diffidenza. È pertanto opportuno e necessario che si fissino, così come previsto dalla nuova direttiva sui rifiuti (2008/98/CE), precisi criteri per determinare il momento in cui il rifiuto diventa materiale in funzione delle sue caratteristiche e prestazioni (end of waste). Si tratta di dettare precise regole sulle caratteristiche geotecniche e ambientali che gli aggregati devono possedere per essere definiti tali e trovare opportuna applicazione. In assenza di regole chiare e di un opportuno controllo viene danneggiato chi opera seriamente e premiato chi lavora male ed approssimativamente. 4) Mancanza di dati certi sulla produzione di rifiuti inerti Una condizione imprescindibile per poter impostare correttamente una politica di gestione di rifiuti è conoscere gli effettivi quantitativi in gioco. Non è ad esempio possibile neppure determinare il raggiungimento dell’obiettivo del 70% di riciclaggio dei rifiuti inerti fissato dalla direttiva 2008/98/CE in assenza di un dato certo sulla produzione totale di rifiuti. 5) Mancanza di un censimento degli impianti di recupero attualmente esistenti Questo è un punto fondamentale per stabilire la reale capacità produttiva esistente in Italia per il settore degli aggregati riciclati dai rifiuti da costruzione e demolizione. A tal proposito ANPAR ha già cominciato ad elaborare i dati forniti da FISE sugli impianti autorizzati in tutte le regioni di Italia, suddividendoli in base alla loro dislocazione geografica, alla loro capacità produttiva e al loro potenziale bacino d’utenza, ma il lavoro è molto lungo e complesso e necessiterebbe un finanziamento da parte degli organi istituzionalmente preposti a questo compito.

221 2.14 Tessile 2.14.1 Andamento del settore a livello nazionale 2.14.1.1 Il quadro normativo I rifiuti tessili di origine urbana sono regolamentati dalla normativa in materia di rifiuti contenuta nella parte IV del D.Lgs. n.152/06 e s.m.i. Ai fini della classificazione di indumenti usati o più in generale della frazione “tessile” da raccolta differenziata, sono attribuiti i seguenti codici CER: CER 20.01.10 CER 20.01.11 abbigliamento prodotti tessili L’origine di rifiuto urbano colloca questa frazione sotto il diretto controllo del Comune e quindi del gestore del servizio che provvede alla raccolta direttamente o tramite soggetti convenzionati. Per effettuare l’attività di raccolta e trasporto è quindi necessario che l’impresa sia iscritta con i propri mezzi all’Albo Gestori Ambientali. Una volta raccolta la frazione tessile viene recuperata presso impianti autorizzati, che possono operare: del Riciclo 2010 l’Italia • in procedura ordinaria (ex artt 208-210, D.Lgs. n.152/06) con atto autorizzativo rilasciato dall’Ente territoriale competente (Regione o Provincia) che fissa caso per caso le condizioni del processo di recupero; • in procedura semplificata a seguito di comunicazione per il recupero di rifiuti speciali non pericolosi destinati esclusivamente al recupero (ex art 214-216, D.Lgs. n.152/06) e secondo le precise indicazioni riportate nel DM 05/02/1998. In entrambi i casi si applicano gli obblighi generali relativi ai rifiuti stabiliti dal D.Lgs. n.152/06 quali: la tenuta dei registri di carico e scarico dei rifiuti, l’emissione del formulario di trasporto e la denuncia annuale (MUD) o l’adesione al SISTRI. Per quanto concerne le attività di import ed export, tale tipologia di rifiuti ricade nel regolamento CE 1013/2006 del 14 giugno 2006 ed è individuata nella lista verde alla voce “B3030 rifiuti tessili”. 2.14.1.2 Il processo di recupero La raccolta La raccolta può avvenire con contenitori stradali dedicati o presso le isole ecologiche gestite ai sensi del DM 08/04/2008 (aggiornato con DM 13/05/2009). In ambito urbano la raccolta è effettuata tramite appositi “cassonetti” opportunamente distribuiti sul territorio, sui quali, quando presente, viene evidenziato il nome dello sponsor, costituito normalmente da un’associazione senza scopo di lucro. Devono essere utilizzati idonei contenitori metallici con apertura a maniglione aventi una capacità singola di circa 2 m 3 . I contenitori dovranno essere provvisti di idonei catarifrangenti e di etichette per consentirne l’identificazione specificando la tipologia di rifiuto oggetto di raccolta. La raccolta viene svolta da soggetti autorizzati che provvedono alla raccolta periodica sul territorio e al successivo invio ad impianti di recupero direttamente o tramite altri soggetti autorizzati al trasporto. TESSILE

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(in particolare, degli aggregati riciclati nelle infrastrutture). Ma grande <strong>del</strong>usione e disappunto<br />

ha suscitato l’atteggiamento <strong>del</strong>la pubblica amministrazione nell’applicazione <strong>del</strong> DM n.<br />

203/03 e nei confronti <strong>del</strong>l’istituzione <strong>del</strong> repertorio <strong>del</strong> riciclaggio, che di fatto non ha<br />

ancora visto la luce. Con l’applicazione di tale decreto le pubbliche amministrazioni potrebbero<br />

svolgere un ruolo importante nel mercato di riferimento per gli aggregati riciclati in termini<br />

di capacità di dirigerne e stimolarne la domanda.<br />

Anche per quanto concerne gli acquisti verdi, per questo settore, è ancora tutto in divenire<br />

ma, ad oggi, ancora poco si è fatto di concreto.<br />

2) Assenza strumenti tecnici aggiornati (<strong>Cap</strong>itolati d’appalto)<br />

Tra i motivi <strong>del</strong>la ridotta diffusione <strong>del</strong>l’utilizzo e <strong>del</strong>la produzione su larga scala degli aggregati<br />

riciclati da C&D può annoverarsi l’assenza o la carenza di specifici strumenti come i<br />

“<strong>Cap</strong>itolati Speciali d’Appalto”. Da tempo il campo <strong>del</strong>le costruzioni stradali, per i quantitativi<br />

di aggregati necessari, è stato individuato come il più idoneo ambito di reimpiego di<br />

aggregati riciclati. Inoltre, le crescenti difficoltà che si incontrano nel reperire idonei materiali<br />

naturali, rendono sempre più pressante l’esigenza di ricorrere a soluzioni alternative che<br />

consentano di preservare il più possibile le risorse ambientali non rinnovabili.<br />

In definitiva, per tenere conto <strong>del</strong> costante sviluppo tecnologico nel settore dei materiali riciclati<br />

da C&D, <strong>del</strong>le tecniche costruttive e in particolare <strong>del</strong> periodico aggiornamento cui è<br />

soggetta la normativa tecnica di riferimento, è opportuno che la pubblica amministrazione si<br />

adoperi affinché i capitolati speciali d’appalto vengano aggiornati ed aperti all’offerta degli<br />

aggregati riciclati. Questa scelta sarebbe motivata dalla qualità certificata, dalla sostenibilità<br />

ambientale e soprattutto da un grande vantaggio economico.<br />

Ovviamente tale aggiornamento deve essere effettuato sulla base <strong>del</strong>la più recente normativa<br />

CEN, recepita in Italia, che non distingue più gli aggregati per la loro natura ma per le<br />

loro prestazioni (da qui il cosiddetto “<strong>Cap</strong>itolato prestazionale”). <strong>Cap</strong>itolati moderni così formulati,<br />

non discriminando sulla natura dei materiali, aprirebbero al libero mercato la scelta<br />

dei materiali da impiegare nelle costruzioni in funzione <strong>del</strong>la destinazione d’uso.<br />

3) Resistenza culturale<br />

Sebbene sia ormai consolidato che gli aggregati riciclati garantiscano le medesime caratteristiche<br />

prestazionali degli aggregati naturali impiegati nelle opere stradali, l’originaria natura<br />

(rifiuto) <strong>del</strong> materiale in uscita dal processo di recupero induce nell’utilizzatore una sorta di<br />

diffidenza. È pertanto opportuno e necessario che si fissino, così come previsto dalla nuova<br />

direttiva sui rifiuti (2008/98/CE), precisi criteri per determinare il momento in cui il rifiuto<br />

diventa materiale in funzione <strong>del</strong>le sue caratteristiche e prestazioni (end of waste). Si tratta di<br />

dettare precise regole sulle caratteristiche geotecniche e ambientali che gli aggregati devono<br />

possedere per essere definiti tali e trovare opportuna applicazione.<br />

In assenza di regole chiare e di un opportuno controllo viene danneggiato chi opera seriamente<br />

e premiato chi lavora male ed approssimativamente.<br />

4) Mancanza di dati certi sulla produzione di rifiuti inerti<br />

Una condizione imprescindibile per poter impostare correttamente una politica di gestione di<br />

rifiuti è conoscere gli effettivi quantitativi in gioco. Non è ad esempio possibile neppure determinare<br />

il raggiungimento <strong>del</strong>l’obiettivo <strong>del</strong> 70% di riciclaggio dei rifiuti inerti fissato dalla<br />

direttiva 2008/98/CE in assenza di un dato certo sulla produzione totale di rifiuti.<br />

5) Mancanza di un censimento degli impianti di recupero attualmente esistenti<br />

Questo è un punto fondamentale per stabilire la reale capacità produttiva esistente in Italia<br />

per il settore degli aggregati riciclati dai rifiuti da costruzione e demolizione.<br />

A tal proposito ANPAR ha già cominciato ad elaborare i dati forniti da FISE sugli impianti<br />

autorizzati in tutte le regioni di Italia, suddividendoli in base alla loro dislocazione geografica,<br />

alla loro capacità produttiva e al loro potenziale bacino d’utenza, ma il lavoro è molto<br />

lungo e complesso e necessiterebbe un finanziamento da parte degli organi istituzionalmente<br />

preposti a questo compito.

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