Cap. 1 DEFDEF - Produzione Sostenibile del Cemento
Cap. 1 DEFDEF - Produzione Sostenibile del Cemento Cap. 1 DEFDEF - Produzione Sostenibile del Cemento
194 Tabella 4: Il valore commerciale della produzione (€) - 2006/2009 Fonte: CONOE 2006 2007 2008 2009 9.600.000 18.000.000 20.000.000 21.000.000 Tabella 5: Il valore commerciale della produzione (€) - Previsione 2010/2013 2010 23.400.000 2013 65.000.000 Fonte: CONOE Figura 3: Valore della produzione (€)- 2006/2013 70.000.000 60.000.000 50.000.000 40.000.000 30.000.000 20.000.000 10.000.000 0 Fonte: CONOE 2006 2007 2008 2009 2010* 2013* * Previsione Con il contributo ambientale sarebbe realizzabile la rete consortile primaria che al momento è stata individuata e prevede il seguente flusso di filiera. Figura 4: Il contributo ambientale e la rete consortile primaria Ristorazione industria alimentare (300.000 imprese coinvolte) Produzione Utenze domestiche (20.000.000 famiglie interessate) Raccolta (164 aziende) Centri di raccolta convenzionati (circa 50) Raccolta differenziata (8.000 Comuni) Isola ecologica Fonte: CONOE Recupero riciclo (circa 30)
195 2.12 Frazione organica 2.12.1 Cenni sul contesto internazionale ed europeo del settore Il trattamento aerobico e anaerobico delle frazioni organiche per la produzione di compost avviene in tutto il mondo. Nei Paesi in via di sviluppo, in cui la produzione dei rifiuti organici rappresenta spesso il 70% di tutti i rifiuti prodotti, la mancanza di sistemi organizzati di raccolta e trattamento pone un grave problema di salute - in modo particolare laddove vengono abbandonate anche le carcasse di animali. Lo smaltimento in discariche non controllate crea emissioni atmosferiche climalteranti, inquinamento delle falde e problemi di odori. Spesso però troviamo situazioni in cui le autorità locali, attraverso progetti finanziati con il Clean Development Mechanism (CDM), hanno promosso la raccolta e il trattamento delle frazioni organiche e la produzione di compost. Situazioni del genere esistono in Egitto, Cuba, Bangladesh e in Paesi più sviluppati come Cile, Brasile, Turchia. Sono casi piuttosto rari ma in costante crescita. Oltre ad interventi di natura industriale, sono molteplici i casi di autocompostaggio soprattutto nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo; in India, ad esempio, il letame bovino viene spesso utilizzato per la produzione di biogas (in semplici contenitori scavati nel suolo in plastica o metallo) che alimenta il fornello domestico o le lampade a gas. In tutto il mondo in via di sviluppo il compost viene prodotto per essere reintegrato nell’agricoltura, spesso compostando le deiezioni umane insieme ad altre frazioni organiche. Se si escludono i Paesi in via di sviluppo, sono diverse le aree extra europee che hanno realizzato sistemi di compostaggio, come risposta alla necessità di trattare le frazioni organiche - Canada, USA, Australia, Corea ne sono esempi. Tuttavia in questi Paesi il compostaggio è considerato una risposta soprattutto al trattamento delle frazioni vegetali di natura ligno-cellulosica provenienti dalla manutenzione delle aree verdi urbane, nonché dei fanghi di depurazione civile. Raramente viene raccolta e trattata la frazione umida domestica anche se i circuiti che mirano ad intercettare lo scarto alimentare, incluse le aree urbane e metropolitane, sono in crescita. In Australia, ad esempio, una sperimentazione è in atto a Sydney, negli USA si segnala l’esperienza di San Francisco. In Europa la situazione è diversa grazie alla normativa in materia di rifiuti che è la più sviluppata nel mondo, in modo particolare per quanto concerne la realizzazione e gestione delle discariche. Non a caso l’Europa è leader nel settore ambientale e la sua normativa di settore da decenni spinge il miglioramento della performance ambientale anche in ambiti extra-europei. Il motivo principale che ostacola lo sviluppo organizzativo e tecnologico della raccolta e trattamento dell’umido in molti Paesi extra-UE è rappresentato dal costo molto basso dello smaltimento in discarica, che costringe ad adottare tecnologie generalmente semplici di compostaggio e lo sviluppo di efficienti tecnologie di captazione del biogas prodotto in discarica. Negli Stati Uniti la tariffa di conferimento in discarica è mediamente di 43 US$ e i rifiuti urbani sono considerati, dalla normativa nazionale, merce di libero scambio. In Australia le tariffe sono ancora più basse e in nessuno dei Paesi extra-europei, fino a qualche anno fa, era in vigore una norma che obbligasse all’intercettazione delle frazioni organiche prima della discarica, così come avviene in Europa. Va comunque registrata, ad esempio, l’adozione di “Landfill bans”, ossia divieti di collocazione in discarica di particolari tipologie di rifiuti, in molti degli Stati USA (attualmente, 23 su 50), che hanno funzionato da driver per la crescita di una filiera specifica di raccolta differenziata e compostaggio. Le linee di tendenza in atto per il settore a livello internazionale, anche se con eccezioni e contraddizioni, sembrano essere le seguenti: • il ricorso alla raccolta differenziata come prerequisito allo scopo di garantire la qualità dei materiali da trattare, semplificare lo screening analitico finale ed evitare l’apporto di contaminanti al suolo; del Riciclo 2010 l’Italia FRAZIONE ORGANICA
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2.12.1 Cenni sul contesto internazionale ed<br />
europeo <strong>del</strong> settore<br />
Il trattamento aerobico e anaerobico <strong>del</strong>le frazioni organiche per la produzione di compost avviene<br />
in tutto il mondo. Nei Paesi in via di sviluppo, in cui la produzione dei rifiuti organici rappresenta<br />
spesso il 70% di tutti i rifiuti prodotti, la mancanza di sistemi organizzati di raccolta e trattamento<br />
pone un grave problema di salute - in modo particolare laddove vengono abbandonate<br />
anche le carcasse di animali.<br />
Lo smaltimento in discariche non controllate crea emissioni atmosferiche climalteranti, inquinamento<br />
<strong>del</strong>le falde e problemi di odori.<br />
Spesso però troviamo situazioni in cui le autorità locali, attraverso progetti finanziati con il<br />
Clean Development Mechanism (CDM), hanno promosso la raccolta e il trattamento <strong>del</strong>le frazioni<br />
organiche e la produzione di compost. Situazioni <strong>del</strong> genere esistono in Egitto, Cuba,<br />
Bangladesh e in Paesi più sviluppati come Cile, Brasile, Turchia. Sono casi piuttosto rari ma<br />
in costante crescita.<br />
Oltre ad interventi di natura industriale, sono molteplici i casi di autocompostaggio soprattutto<br />
nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo; in India, ad esempio, il letame bovino viene<br />
spesso utilizzato per la produzione di biogas (in semplici contenitori scavati nel suolo in plastica<br />
o metallo) che alimenta il fornello domestico o le lampade a gas. In tutto il mondo in<br />
via di sviluppo il compost viene prodotto per essere reintegrato nell’agricoltura, spesso compostando<br />
le deiezioni umane insieme ad altre frazioni organiche.<br />
Se si escludono i Paesi in via di sviluppo, sono diverse le aree extra europee che hanno realizzato<br />
sistemi di compostaggio, come risposta alla necessità di trattare le frazioni organiche -<br />
Canada, USA, Australia, Corea ne sono esempi. Tuttavia in questi Paesi il compostaggio è considerato<br />
una risposta soprattutto al trattamento <strong>del</strong>le frazioni vegetali di natura ligno-cellulosica provenienti<br />
dalla manutenzione <strong>del</strong>le aree verdi urbane, nonché dei fanghi di depurazione civile.<br />
Raramente viene raccolta e trattata la frazione umida domestica anche se i circuiti che mirano ad<br />
intercettare lo scarto alimentare, incluse le aree urbane e metropolitane, sono in crescita. In<br />
Australia, ad esempio, una sperimentazione è in atto a Sydney, negli USA si segnala l’esperienza<br />
di San Francisco.<br />
In Europa la situazione è diversa grazie alla normativa in materia di rifiuti che è la più sviluppata<br />
nel mondo, in modo particolare per quanto concerne la realizzazione e gestione <strong>del</strong>le discariche.<br />
Non a caso l’Europa è leader nel settore ambientale e la sua normativa di settore da<br />
decenni spinge il miglioramento <strong>del</strong>la performance ambientale anche in ambiti extra-europei.<br />
Il motivo principale che ostacola lo sviluppo organizzativo e tecnologico <strong>del</strong>la raccolta e trattamento<br />
<strong>del</strong>l’umido in molti Paesi extra-UE è rappresentato dal costo molto basso <strong>del</strong>lo smaltimento<br />
in discarica, che costringe ad adottare tecnologie generalmente semplici di compostaggio<br />
e lo sviluppo di efficienti tecnologie di captazione <strong>del</strong> biogas prodotto in discarica.<br />
Negli Stati Uniti la tariffa di conferimento in discarica è mediamente di 43 US$ e i rifiuti urbani<br />
sono considerati, dalla normativa nazionale, merce di libero scambio. In Australia le tariffe<br />
sono ancora più basse e in nessuno dei Paesi extra-europei, fino a qualche anno fa, era<br />
in vigore una norma che obbligasse all’intercettazione <strong>del</strong>le frazioni organiche prima <strong>del</strong>la<br />
discarica, così come avviene in Europa. Va comunque registrata, ad esempio, l’adozione di<br />
“Landfill bans”, ossia divieti di collocazione in discarica di particolari tipologie di rifiuti, in<br />
molti degli Stati USA (attualmente, 23 su 50), che hanno funzionato da driver per la crescita<br />
di una filiera specifica di raccolta differenziata e compostaggio.<br />
Le linee di tendenza in atto per il settore a livello internazionale, anche se con eccezioni e<br />
contraddizioni, sembrano essere le seguenti:<br />
• il ricorso alla raccolta differenziata come prerequisito allo scopo di garantire la qualità<br />
dei materiali da trattare, semplificare lo screening analitico finale ed evitare l’apporto<br />
di contaminanti al suolo;<br />
<strong>del</strong> Riciclo 2010<br />
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