Cap. 1 DEFDEF - Produzione Sostenibile del Cemento

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154 Figura 30: Provenienza del rottame consumato nelle acciaierie italiane - 2009 Altri Europa 5% Paesi terzi 8% Germania 7% Italia 75% Francia 5% Fonte: Federacciai La storica carenza di materia prima in Italia ha contribuito a sviluppare, in misura superiore rispetto alle altre nazioni, il ciclo con forno elettrico, ossia la produzione mediante rifusione del rottame ferroso, che rappresenta oltre il 60% della produzione nazionale. Nel 2009 la produzione di acciaio complessiva nel nostro Paese ha registrato una drastica riduzione delle quantità con un calo del 35%, con inevitabili impatti anche sulla produzione al forno elettrico, nella quale vengono utilizzati i rottami di acciaio, tra i quali in piccola parte figurano anche quelli provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi. Il mondo dei rottami metallici è, infatti, suddiviso convenzionalmente in modo abbastanza omogeneo tra: • demolizioni (industriali, civili, ferroviarie e navali) (30%); • cascami di lavorazione provenienti da industrie ed officine meccaniche (36%); • raccolta di rottame vecchio effettuata su suolo pubblico e privato o consegnata direttamente presso centri autorizzati (34%), di cui la parte prevalente è costituita da vecchie auto, elettrodomestici ed altri rifiuti di tipo domestico provenienti dalla raccolta pubblica, oltre agli imballaggi (che complessivamente pesano per un 3% circa del totale dei rottami avviati a riciclo). Va però detto che, vista la deficitaria disponibilità nazionale di rottami che rendono necessario il ricorso a consistenti importazioni comunitarie e non (dal 25% al 30%), il recupero ed il conseguente riciclo degli imballaggi in acciaio è un'opportunità economica che comunque contribuisce al mercato nazionale. Restano, quindi, ulteriori margini di crescita per il riciclo nazionale dei flussi di materiale. Gestione dei rifiuti di imballaggio Il CNA ha visto aumentare le quantità gestite complessivamente avviate a riciclo (+8,6%, quali somma delle quantità avviate a riciclo da superficie pubblica e da superficie privata gestite dal Consorzio) grazie principalmente allo sviluppo delle convenzioni e al mantenimento degli accordi con gli impianti che trattano i residui ferrosi dei termovalorizzatori o che operano la selezione meccanica dei rifiuti indifferenziati. D'altro canto, invece, gli operatori indipendenti registrano un netto calo (-21,8%) dei volumi da essi gestiti nell'ambito del flusso industriale e commerciale.

155 Tabella 14: Rifiuti di imballaggio a riciclo distinti per tipologia di gestione (000/ton) 2008/2009 2008 2009 VARIAZIONE % 2009/2008 Totale Consor. Indip. Cons./totale Totale Consor. Indip. Cons./totale Totale Consor. Indip. 374 209 165 55,9% 356 227 129 63,8% -4,8% 8,6% -21,8% Fonte: CONAI - CNA Nella Figura 31 si presenta la distribuzione sul territorio delle 28 acciaierie che utilizzano anche rottami ferrosi d'imballaggio. Figura 31: Distribuzione territoriale acciaierie che utilizzano rottami ferrosi di imballaggio Impianti di riciclo da 9 a 16 da 3 a 8 2 del Riciclo 2010 l’Italia 1 Fonte: Elaborazione CONAI su dai CNA e Feredacciai 2.7.3 Problematiche e potenzialità di sviluppo del settore 2.7.3.1 Obiettivi sull'immesso al consumo per il triennio 2010 - 2012 Necessaria premessa a tale paragrafo è che le valutazioni di seguito riportate per le previsioni del prossimo triennio potrebbero essere soggette a possibili variazioni alla luce del contesto economico-congiunturale attuale, nel quale risulta particolarmente critico fornire previsioni anche sul breve periodo. Tabella 15: Previsioni sull'immesso al consumo (000/ton) - 2010/2012 PREVISIONE 2010 PREVISIONE 2011 PREVISIONE 2012 Fonte: CONAI - CNA 460 460 460 MATERIALI FERROSI E IMBALLAGGI DI ACCIAIO

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Figura 30: Provenienza <strong>del</strong> rottame consumato nelle acciaierie italiane - 2009<br />

Altri Europa 5%<br />

Paesi terzi 8%<br />

Germania 7%<br />

Italia 75%<br />

Francia 5%<br />

Fonte: Federacciai<br />

La storica carenza di materia prima in Italia ha contribuito a sviluppare, in misura superiore<br />

rispetto alle altre nazioni, il ciclo con forno elettrico, ossia la produzione mediante rifusione<br />

<strong>del</strong> rottame ferroso, che rappresenta oltre il 60% <strong>del</strong>la produzione nazionale.<br />

Nel 2009 la produzione di acciaio complessiva nel nostro Paese ha registrato una drastica<br />

riduzione <strong>del</strong>le quantità con un calo <strong>del</strong> 35%, con inevitabili impatti anche sulla produzione<br />

al forno elettrico, nella quale vengono utilizzati i rottami di acciaio, tra i quali in<br />

piccola parte figurano anche quelli provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi.<br />

Il mondo dei rottami metallici è, infatti, suddiviso convenzionalmente in modo abbastanza<br />

omogeneo tra:<br />

• demolizioni (industriali, civili, ferroviarie e navali) (30%);<br />

• cascami di lavorazione provenienti da industrie ed officine meccaniche (36%);<br />

• raccolta di rottame vecchio effettuata su suolo pubblico e privato o consegnata direttamente<br />

presso centri autorizzati (34%), di cui la parte prevalente è costituita da vecchie<br />

auto, elettrodomestici ed altri rifiuti di tipo domestico provenienti dalla raccolta<br />

pubblica, oltre agli imballaggi (che complessivamente pesano per un 3% circa <strong>del</strong><br />

totale dei rottami avviati a riciclo).<br />

Va però detto che, vista la deficitaria disponibilità nazionale di rottami che rendono necessario<br />

il ricorso a consistenti importazioni comunitarie e non (dal 25% al 30%), il recupero<br />

ed il conseguente riciclo degli imballaggi in acciaio è un'opportunità economica che<br />

comunque contribuisce al mercato nazionale. Restano, quindi, ulteriori margini di crescita<br />

per il riciclo nazionale dei flussi di materiale.<br />

Gestione dei rifiuti di imballaggio<br />

Il CNA ha visto aumentare le quantità gestite complessivamente avviate a riciclo (+8,6%,<br />

quali somma <strong>del</strong>le quantità avviate a riciclo da superficie pubblica e da superficie privata<br />

gestite dal Consorzio) grazie principalmente allo sviluppo <strong>del</strong>le convenzioni e al mantenimento<br />

degli accordi con gli impianti che trattano i residui ferrosi dei termovalorizzatori<br />

o che operano la selezione meccanica dei rifiuti indifferenziati.<br />

D'altro canto, invece, gli operatori indipendenti registrano un netto calo (-21,8%) dei volumi<br />

da essi gestiti nell'ambito <strong>del</strong> flusso industriale e commerciale.

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