Appropriatezza diagnostico-terapeutica in oncologia - Quaderni del ...
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M<strong>in</strong>istero <strong>del</strong>la Salute<br />
vacc<strong>in</strong>i, antagonisti dei recettori <strong>del</strong>l’endotel<strong>in</strong>e,<br />
<strong>in</strong>ibitori <strong>del</strong>le metalloproteasi), che per lo più vengono<br />
testati <strong>in</strong> comb<strong>in</strong>azione con docetaxel. I risultati<br />
cl<strong>in</strong>ici sono tuttavia ancora <strong>in</strong>conclusivi e<br />
anche <strong>in</strong> questo caso l’utilizzo di tali molecole è<br />
sconsigliato al di fuori di studi cl<strong>in</strong>ici rigorosamente<br />
controllati (E).<br />
Terapia con bifosfonati. Il tessuto osseo è sede<br />
predom<strong>in</strong>ante di localizzazione secondaria da CaP.<br />
Poiché la maggior parte dei pazienti con carc<strong>in</strong>oma<br />
prostatico avanzato presenta lesioni ossee<br />
come unica sede di dissem<strong>in</strong>azione sistemica di<br />
malattia, il trattamento specifico <strong>del</strong>le metastasi<br />
ossee, avente come scopo il controllo <strong>del</strong> dolore e<br />
la prevenzione <strong>del</strong>le complicanze scheletriche, riveste<br />
<strong>in</strong> questa patologia una particolare importanza.<br />
I bifosfonati sono analoghi <strong>del</strong> pirofosfato<br />
<strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>ibire l’attività osteoclastica attraverso<br />
svariati meccanismi. Nell’ambito dei bisfosfonati<br />
attualmente disponibili <strong>in</strong> commercio, l’acido zoledronico<br />
è il più potente. È stato dimostrato che<br />
la sua aggiunta al trattamento ant<strong>in</strong>eoplastico convenzionale<br />
si associa a una riduzione statisticamente<br />
significativa <strong>del</strong>la probabilità di <strong>in</strong>sorgenza<br />
di complicanze scheletriche, a una riduzione <strong>del</strong><br />
numero complessivo di complicanze scheletriche<br />
e a un prolungamento di circa 5 mesi <strong>del</strong>la mediana<br />
<strong>del</strong> tempo all’<strong>in</strong>sorgenza <strong>del</strong> primo evento<br />
scheletrico (II). La dose raccomandata è 4 mg <strong>in</strong><br />
<strong>in</strong>fusione endovenosa <strong>del</strong>la durata di 15 m<strong>in</strong>uti<br />
ogni 28 giorni. In Italia e <strong>in</strong> Europa l’acido zoledronico<br />
è <strong>in</strong> <strong>in</strong>dicazione nella terapia <strong>del</strong> CaP<br />
come prevenzione di complicanze scheletriche nei<br />
pazienti con lesioni ossee secondarie. La somm<strong>in</strong>istrazione<br />
di acido zoledronico non risulta comunque<br />
scevra da effetti collaterali; <strong>in</strong> particolare<br />
sono stati documentati e pubblicati i dati sulla<br />
tossicità renale e sull’aumentato rischio di osteonecrosi<br />
mandibolare. Onde m<strong>in</strong>imizzare l’<strong>in</strong>ci-<br />
denza di necrosi mandibolare o <strong>del</strong>l’osso mascellare,<br />
è raccomandabile un’attenta valutazione <strong>del</strong><br />
rischio (associato <strong>in</strong>oltre a comorbilità come diabete,<br />
terapie corticosteroidee protratte, danno<br />
osteopenico da chemioterapia e androgeno-soppressione)<br />
e dei benefici attesi alla luce, <strong>in</strong>oltre,<br />
di un’attenta valutazione odontostomatologica<br />
volta all’identificazione precoce e alla bonifica di<br />
situazioni (granulomi, carie, lesioni da protesi) il<br />
cui trattamento <strong>in</strong> corso di terapia con questi farmaci<br />
può risultare determ<strong>in</strong>ante per l’<strong>in</strong>sorgenza<br />
di questa temibile complicanza (A).<br />
Radioterapia palliativa e terapia radiometabolica.<br />
La radioterapia (con fasci esterni o radiometabolica)<br />
è uno strumento importante nella<br />
gestione <strong>del</strong> paziente con CaP metastatico all’osso,<br />
nel controllo dei s<strong>in</strong>tomi <strong>del</strong>le metastasi ossee<br />
stesse e nella prevenzione di complicanze a esse<br />
correlate. Per quanto riguarda la radioterapia a<br />
fasci esterni, possono essere utilizzati con sicurezza<br />
schemi di trattamento ipofrazionati (che cioè suddividono<br />
la dose totale <strong>in</strong> un numero limitato di<br />
frazioni), che hanno il vantaggio di ridurre gli accessi<br />
<strong>in</strong> ospedale o la durata <strong>del</strong> ricovero (A). L’<strong>in</strong>dicazione<br />
a tale trattamento è essenzialmente la<br />
prevenzione di complicanze scheletriche legate<br />
alla presenza di metastasi ossee e la palliazione <strong>del</strong><br />
dolore (A). I radioisotopi si sono dimostrati efficaci<br />
nel ridurre il dolore da metastasi ossee di tipo<br />
osteoblastico. Il tasso di risposta varia dal 40% al<br />
95% secondo le casistiche e il miglioramento <strong>in</strong>com<strong>in</strong>cia<br />
da 1 a 4 settimane dall’<strong>in</strong>izio <strong>del</strong> trattamento<br />
con una durata, <strong>in</strong> media, di alcuni mesi.<br />
Il miglioramento così <strong>in</strong>dotto si associa abitualmente<br />
alla riduzione significativa <strong>del</strong> consumo di<br />
analgesici. Secondo le l<strong>in</strong>ee guida <strong>del</strong>la European<br />
Association of Nuclear Medic<strong>in</strong>e <strong>del</strong> 2002, il trattamento<br />
con radiofarmaci è <strong>in</strong>dicato nel dolore<br />
osseo dovuto a metastasi scheletriche plurime,<br />
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