Appropriatezza diagnostico-terapeutica in oncologia - Quaderni del ...
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Neoplasie <strong>del</strong>la prostata 4<br />
tensione arteriosa e ridotta tolleranza glucidica),<br />
la cui <strong>in</strong>cidenza è <strong>in</strong>oltre risultata aumentata nei<br />
pazienti sottoposti a trattamenti androgeno-soppressivi.<br />
La castrazione medica con analoghi <strong>del</strong><br />
LHRH può anche <strong>in</strong>durre, nella fase <strong>in</strong>iziale <strong>del</strong><br />
trattamento, un peggioramento dei s<strong>in</strong>tomi a<br />
causa di un <strong>in</strong>iziale transitorio <strong>in</strong>cremento dei livelli<br />
di testosterone che, stimolando la crescita<br />
tumorale, possono precipitare fenomeni di compressione<br />
midollare o di ostruzione <strong>del</strong>le vie ur<strong>in</strong>arie,<br />
oppure determ<strong>in</strong>are un peggioramento <strong>del</strong><br />
dolore legato alla presenza di metastasi ossee (fenomeno<br />
<strong>del</strong> flare-up). Il flare-up può essere evitato<br />
mediante l’impiego concomitante di antiandrogeni,<br />
<strong>in</strong> grado di antagonizzare l’azione degli androgeni<br />
a livello recettoriale periferico (IA). Gli<br />
antiandrogeni sono stati impiegati anche come<br />
s<strong>in</strong>gola terapia <strong>in</strong> pazienti con CaP avanzato. La<br />
monoterapia consente di preservare la funzione<br />
gonadica, prevenendo gli effetti legati alla sua soppressione,<br />
e di determ<strong>in</strong>are una migliore qualità<br />
di vita, benché si associ allo sviluppo di g<strong>in</strong>ecomastia<br />
nel 50% circa dei casi e di mastalgia nel<br />
10-40%. L’impiego <strong>del</strong>la monoterapia con antiandrogeni<br />
non steroidei (quali bicalutamide e<br />
flutamide) può essere proposto per alcuni sottogruppi<br />
di pazienti, quali quelli con malattia limitata<br />
o poco aggressiva, o i pazienti non candidabili<br />
a trattamento loco-regionale def<strong>in</strong>itivo per l’età o<br />
la presenza di comorbilità che desider<strong>in</strong>o evitare<br />
gli effetti legati alla deprivazione androgenica (IB).<br />
L’impiego degli antiandrogeni steroidei come il<br />
ciproterone acetato è gravato dagli stessi effetti<br />
collaterali generati dagli estrogeni e causa comunque<br />
abolizione <strong>del</strong>la libido e impotenza sessuale.<br />
Non trova pertanto alcun razionale. Gli antiandrogeni<br />
sono <strong>in</strong> grado di antagonizzare, a livello<br />
tumorale, l’azione degli androgeni, non solo di<br />
orig<strong>in</strong>e testicolare ma anche di orig<strong>in</strong>e surrenalica,<br />
i cui livelli non vengono soppressi <strong>in</strong> corso di ca-<br />
strazione medica o chirurgica. Ciò ha costituito il<br />
razionale per l’impiego comb<strong>in</strong>ato degli antiandrogeni<br />
con la castrazione medica o chirurgica,<br />
così da ottenere un blocco androgenico totale<br />
(BAT), <strong>in</strong> grado di ottenere virtualmente effetti<br />
superiori rispetto all’impiego <strong>del</strong>la sola soppressione<br />
androgenica. Nel confronto con la sola terapia<br />
androgeno-soppressiva (castrazione farmacologica<br />
o chirurgica), tale beneficio (stimabile <strong>in</strong><br />
un miglioramento <strong>del</strong>la sopravvivenza globale a<br />
5 anni tra il 2% e il 3%) è significativo nei pazienti<br />
sottoposti al BAT mediante antiandrogeni non<br />
steroidei (IA). L’impiego <strong>del</strong> BAT può <strong>in</strong>oltre essere<br />
preferibile <strong>in</strong> alcune situazioni cl<strong>in</strong>iche, quali<br />
il trattamento di pazienti fortemente s<strong>in</strong>tomatici<br />
o nei quali si possano prevedere effetti detrimentali<br />
derivanti dal fenomeno <strong>del</strong> flare-up, per l’<strong>in</strong>dubbia<br />
rapidità <strong>del</strong>la risposta osservabile, specie <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i<br />
soggettivi (A). Nell’ambito <strong>del</strong>le terapie ormonali<br />
va <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e sottol<strong>in</strong>eato il crescente <strong>in</strong>teresse verso<br />
la possibilità di somm<strong>in</strong>istrare tali trattamenti <strong>in</strong><br />
modo <strong>in</strong>termittente. Tale approccio offre il potenziale<br />
vantaggio di ridurre l’<strong>in</strong>cidenza degli effetti<br />
associati alla deprivazione androgenica e di<br />
ritardare lo sviluppo <strong>del</strong>la fase di androgeno-resistenza.<br />
Tuttavia, non esistono a oggi dati <strong>in</strong> grado<br />
di dimostrare che questo approccio sia più efficace<br />
<strong>del</strong>l’approccio tradizionale, basato sulla soppressione<br />
cont<strong>in</strong>uativa <strong>del</strong>la funzione gonadica e i risultati<br />
di non <strong>in</strong>feriorità ottenuti <strong>in</strong> alcuni studi<br />
non sono sufficienti per supportare l’utilizzo rout<strong>in</strong>ario<br />
<strong>del</strong>la terapia <strong>in</strong>termittente (IIC). I risultati<br />
a oggi disponibili non consentono tra l’altro di<br />
stabilire il valore soglia di PSA più appropriato<br />
per la riassunzione <strong>del</strong> trattamento, essendo evidente<br />
che più basso è il valore prefissato, più breve<br />
è <strong>in</strong>tuitivamente l’<strong>in</strong>tervallo libero dal trattamento<br />
soppressivo e m<strong>in</strong>ore, pertanto, la possibilità di<br />
risoluzione parziale o completa dei s<strong>in</strong>tomi provocati<br />
dalla soppresione androgenica.<br />
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