Appropriatezza diagnostico-terapeutica in oncologia - Quaderni del ...
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M<strong>in</strong>istero <strong>del</strong>la Salute<br />
nei pazienti con CaP <strong>in</strong> fase <strong>in</strong>iziale (neoplasia<br />
<strong>in</strong>traprostatica: T1, T2), con aspettativa di vita<br />
< 10 anni e caratteristiche di malattia che si associano<br />
a un basso rischio di progressione: neoplasia<br />
con score di Gleason ≤ 6 e bassi livelli di PSA<br />
(≤ 10 ng/ml) [III].<br />
Chirurgia. Con il term<strong>in</strong>e di prostatectomia radicale<br />
(RP) s’<strong>in</strong>tende l’<strong>in</strong>tervento chirurgico che prevede<br />
l’asportazione <strong>in</strong> blocco di prostata e vescicole<br />
sem<strong>in</strong>ali e la successiva anastomosi vescico-uretrale.<br />
Può essere preceduta da una l<strong>in</strong>foadenectomia pelvica<br />
i cui limiti di dissezione sono dati dal marg<strong>in</strong>e<br />
mediale <strong>del</strong>l’arteria iliaca esterna lateralmente, dalla<br />
parete vescicale medialmente, dalla biforcazione<br />
<strong>del</strong>l’arteria iliaca comune cranialmente e dalla fossa<br />
otturatoria <strong>in</strong>feriormente. Va sottol<strong>in</strong>eato come a<br />
oggi non vi siano elementi sufficienti nello stabilire<br />
<strong>in</strong> quali pazienti la l<strong>in</strong>foadenectomia possa essere<br />
evitata (C). In alcuni Centri viene comunque evitata<br />
la l<strong>in</strong>foadenectomia nei pazienti N0, che i nomogrammi<br />
<strong>in</strong>dicano a rischio molto basso di positività<br />
dei l<strong>in</strong>fonodi pelvici. Sono descritte tre modalità<br />
di accesso chirurgico alla prostata: retropubica (a<br />
cielo aperto o laparoscopica), per<strong>in</strong>eale, transcoccigea.<br />
La tecnica retropubica è quella più utilizzata.<br />
La prostatectomia radicale è <strong>in</strong>dicata nei tumori a<br />
basso rischio <strong>in</strong> pazienti con aspettativa di vita superiore<br />
a 10 anni (A), mentre nel cT3, e più <strong>in</strong> generale<br />
per le classi di rischio <strong>in</strong>termedio/alto, deve<br />
essere preso <strong>in</strong> considerazione un trattamento multimodale<br />
con radioterapia e terapia endocr<strong>in</strong>a (A).<br />
Dal punto di vista pratico è opportuno attenersi<br />
ad alcune <strong>in</strong>dicazioni:<br />
• la chirurgia nerve-spar<strong>in</strong>g è sconsigliabile nei<br />
pazienti con malattia a rischio <strong>in</strong>termedio/alto<br />
o con particolari caratteristiche alla diagnosi<br />
(percentuale di malattia presente > 20% per<br />
s<strong>in</strong>golo frustolo o > 1/3 sul totale dei frustoli<br />
o estensione all’apice <strong>del</strong>la malattia) [D];<br />
• non esistono dati per consigliare la preservazione<br />
<strong>del</strong> collo vescicale <strong>in</strong> corso di prostatectomia<br />
radicale al f<strong>in</strong>e di migliorare la cont<strong>in</strong>enza<br />
e ridurre il rischio di stenosi (C), mentre<br />
è consigliabile preservare la maggior lunghezza<br />
possibile <strong>del</strong> moncone uretrale al f<strong>in</strong>e di conservare<br />
la cont<strong>in</strong>enza (A);<br />
• può essere presa <strong>in</strong> considerazione la preservazione<br />
<strong>del</strong>l’apice e <strong>del</strong>le vescicole sem<strong>in</strong>ali per<br />
migliorare la cont<strong>in</strong>enza precoce, ma esclusivamente<br />
nei pazienti a basso rischio (B);<br />
• rispetto alla prostatectomia radicale retropubica<br />
le tecniche laparoscopiche e robotiche offrono<br />
vantaggi sovrapponibili <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di risultati<br />
funzionali e oncologici a breve term<strong>in</strong>e (negatività<br />
dei marg<strong>in</strong>i chirurgici) [II].<br />
La prostatectomia radicale è considerata un <strong>in</strong>tervento<br />
di chirurgia maggiore e come tale non scevro<br />
da complicanze. Il tasso di mortalità perioperatoria<br />
è <strong>in</strong>torno all’1%, mentre la mortalità operatoria è<br />
<strong>in</strong>feriore allo 0,2%. Le complicanze <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>tervento<br />
di prostatectomia radicale si possono suddividere<br />
<strong>in</strong> tre gruppi: <strong>in</strong>traoperatorie, postoperatorie precoci<br />
(f<strong>in</strong>o a 30 giorni dopo l’<strong>in</strong>tervento chirurgico),<br />
postoperatorie tardive (oltre i 30 giorni). Globalmente<br />
la frequenza di tali complicanze varia dal<br />
7,5% al 18,5%. L’emorragia <strong>in</strong>traoperatoria si verifica<br />
<strong>in</strong> meno <strong>del</strong> 10% dei casi e la quantità di<br />
sangue perso non supera <strong>in</strong> media i 500-800 ml.<br />
La perforazione <strong>del</strong>la parete rettale viene riportata<br />
nello 0,1-0,2% dei casi, mentre le lesioni ureterali<br />
hanno un’<strong>in</strong>cidenza variabile dallo 0,1% all’1%.<br />
Tra le complicanze postoperatorie precoci vanno<br />
segnalate quelle tromboemboliche (0,7-2,6%),<br />
quelle cardiovascolari di tipo ischemico (0,4-1,4%),<br />
le <strong>in</strong>fezioni <strong>del</strong>la ferita (0,9-1,3%), la l<strong>in</strong>forrea e/o<br />
il l<strong>in</strong>focele (0,6-2%). La stenosi <strong>del</strong>l’anastomosi<br />
vescico-uretrale viene riportata <strong>in</strong> una percentuale<br />
variabile tra lo 0,6% e il 10% dei casi. Per ciò che<br />
riguarda il problema <strong>del</strong>l’<strong>in</strong>cont<strong>in</strong>enza ur<strong>in</strong>aria,<br />
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