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Appropriatezza diagnostico-terapeutica in oncologia - Quaderni del ...

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Neoplasie <strong>del</strong>la prostata 4<br />

Metastasi a distanza – M<br />

• Mx: la presenza di metastasi a distanza non<br />

può essere accertata.<br />

• M0: non evidenza cl<strong>in</strong>ica di metastasi a distanza.<br />

• M1: evidenza cl<strong>in</strong>ica di metastasi a distanza.<br />

- M1a: metastasi <strong>in</strong> l<strong>in</strong>fonodo/i extraregionale/i.<br />

- M1b: metastasi ossee.<br />

- M1c: metastasi <strong>in</strong> altre sedi, <strong>in</strong> presenza o<br />

meno di metastasi ossee.<br />

4.4. Considerazioni terapeutiche generali<br />

Il trattamento <strong>del</strong> carc<strong>in</strong>oma <strong>del</strong>la prostata si propone<br />

obiettivi diversi, a seconda <strong>del</strong>l’estensione<br />

anatomica e <strong>del</strong>l’aggressività <strong>del</strong>la malattia, ma anche<br />

<strong>del</strong>la speranza di vita <strong>del</strong> paziente e <strong>del</strong>la presenza<br />

di situazioni di comorbilità che possono costituire<br />

un rischio di morte superiore a quello rappresentato<br />

dalla stessa neoplasia prostatica. Non<br />

bisogna tralasciare, <strong>in</strong>fatti, il fatto che una percentuale<br />

non trascurabile (circa il 40%) dei pazienti<br />

cui viene diagnosticata una neoplasia prostatica è<br />

dest<strong>in</strong>ata a morire “con” e non “per” la propria<br />

neoplasia prostatica anche <strong>in</strong> presenza di malattia<br />

localmente avanzata o metastatica (III). Nei pazienti<br />

con malattia apparentemente conf<strong>in</strong>ata alla<br />

prostata, l’obiettivo <strong>del</strong> trattamento è la guarigione,<br />

anche se per questi pazienti vale tutt’oggi l’assioma<br />

che non tutti i pazienti con malattia localizzata <strong>in</strong><br />

realtà necessitano di un trattamento curativo e<br />

che, per contro, la guarigione è un obiettivo realistico<br />

solo per una percentuale limitata di questi<br />

pazienti. Questo può giustificare ancora oggi la<br />

scelta di una politica di attenta sorveglianza (watchful<br />

wait<strong>in</strong>g) nei pazienti a basso rischio e con<br />

una speranza di vita relativamente breve a causa<br />

<strong>del</strong>l’età o di comorbilità significative (B). Per<br />

quanto riguarda tutti gli altri pazienti con malattia<br />

apparentemente <strong>in</strong>traprostatica e pertanto candi-<br />

dabili a terapie loco-regionali con f<strong>in</strong>i di radicalità,<br />

bisogna ricordare che ancora oggi la scelta <strong>terapeutica</strong><br />

non può basarsi sui risultati di studi prospettici<br />

controllati e che pertanto la scelta <strong>del</strong>le<br />

diverse opzioni terapeutiche (prostatectomia radicale,<br />

radioterapia con fasci esterni, brachiterapia)<br />

deve basarsi fondamentalmente sulle preferenze<br />

<strong>del</strong> paziente (considerando anche le diverse sequele<br />

legate ai s<strong>in</strong>goli trattamenti), sullo skill professionale<br />

<strong>del</strong>l’equipe dei medici chiamata a erogare il<br />

trattamento e sulle facilities di tipo tecnico (valutazione<br />

<strong>in</strong>dispensabile nel caso di trattamenti come<br />

la radioterapia esterna o la brachiterapia) e sulle<br />

risorse disponibili. I pazienti con malattia extracapsulare<br />

non possono aspirare, se non <strong>in</strong> proporzione<br />

limitata, alla guarigione. Ciò non toglie che<br />

<strong>in</strong> questi pazienti non si debba comunque perseguire<br />

un controllo adeguato <strong>del</strong>la malattia a livello<br />

locale e che l’impiego di trattamenti multimodali,<br />

basati sulla comb<strong>in</strong>azione dei trattamenti locali<br />

(di solito radioterapia a fasci esterni) con l’endocr<strong>in</strong>oterapia,<br />

possa comunque ridurre significativamente<br />

la recidività <strong>del</strong>la malattia a livello locale<br />

e distante e prolungare la sopravvivenza di questi<br />

pazienti. Nei pazienti con malattia metastatica la<br />

palliazione rimane l’obiettivo più concretamente<br />

perseguibile, soprattutto nei pazienti s<strong>in</strong>tomatici.<br />

In questi pazienti esistono attualmente diverse opzioni<br />

di terapia ormonale e, <strong>in</strong> quelli con malattia<br />

ormonorefrattaria, di chemioterapia che, unitamente<br />

alle varie forme di terapia antalgica, alla terapia<br />

radiometabolica e alla terapia con difosfonati,<br />

possono avere un impatto significativo sulla qualità<br />

<strong>del</strong>la vita e, talvolta, sulla speranza di vita.<br />

4.5. Terapia <strong>del</strong>la malattia <strong>in</strong> fase <strong>in</strong>iziale<br />

Vigile attesa (VA). La VA non può essere proposta<br />

<strong>in</strong> maniera <strong>in</strong>discrim<strong>in</strong>ata a pazienti con malattia<br />

<strong>in</strong>iziale (E), ma può essere presa <strong>in</strong> considerazione<br />

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