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Appropriatezza diagnostico-terapeutica in oncologia - Quaderni del ...

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Neoplasie <strong>del</strong>la mammella 3<br />

contenenti antracicl<strong>in</strong>e con regimi contenenti antracicl<strong>in</strong>e<br />

e taxani <strong>in</strong> associazione o <strong>in</strong> sequenza.<br />

L’aggiunta dei taxani ha aumentato la percentuale<br />

di pCR e di <strong>in</strong>terventi conservativi. La durata ottimale<br />

<strong>del</strong>la chemioterapia primaria non è nota, ma<br />

almeno 6 cicli di terapia sono <strong>in</strong> genere necessari<br />

per raggiungere il massimo <strong>del</strong>la risposta. Nelle pazienti<br />

con tumori che presentano un’aumentata<br />

espressione di HER2, la somm<strong>in</strong>istrazione contemporanea<br />

di trastuzumab alla chemioterapia contenente<br />

antracicl<strong>in</strong>e e taxani determ<strong>in</strong>a percentuali<br />

di risposte patologiche complete nell’ord<strong>in</strong>e <strong>del</strong><br />

40-60%, e sono da ritenersi lo standard terapeutico<br />

attuale. Va attuata un’attenta valutazione <strong>del</strong>la funzione<br />

cardiaca. L’ormonoterapia primaria è stata<br />

valutata nelle pazienti <strong>in</strong> postmenopausa con tumori<br />

ormonoresponsivi e non suscettibili di <strong>in</strong>terventi<br />

conservativi. Gli <strong>in</strong>ibitori <strong>del</strong>l’aromatasi hanno una<br />

maggiore percentuale di risposte obiettive e di <strong>in</strong>terventi<br />

conservativi rispetto a tamoxifene. Tuttavia,<br />

la percentuale di risposte complete patologiche rimane<br />

molto bassa e, a parte casi particolari, non è<br />

da considerarsi uno standard terapeutico. Mancano<br />

studi sulla durata <strong>del</strong>l’ormonoterapia, ma è probabile<br />

che una volta <strong>in</strong>iziata vada cont<strong>in</strong>uata per un<br />

lungo periodo (almeno 6 mesi). Il posizionamento<br />

di un marcatore radio-opaco nella sede <strong>del</strong> tumore<br />

durante chemioterapia neoadiuvante per le pazienti<br />

candidate a chirurgia conservativa è associato a un<br />

miglior controllo locale e dovrebbe essere parte <strong>in</strong>tegrante<br />

<strong>del</strong>l’iter <strong>diagnostico</strong>-terapeutico di queste<br />

pazienti. I successivi trattamenti radioterapico e ormonale<br />

sono identici a quelli <strong>del</strong>le pazienti trattate<br />

con terapia adiuvante. Il trattamento ormonale e il<br />

trattamento con trastuzumab devono essere effettuati<br />

sulla base dei fattori biologici valutati sulla<br />

biopsia <strong>in</strong>iziale, poiché tali fattori possono variare<br />

dopo chemioterapia neoadiuvante. Anche la radioterapia<br />

deve essere effettuata sulla base <strong>del</strong>le caratteristiche<br />

<strong>in</strong>iziali <strong>del</strong> tumore.<br />

3.6. Trattamento <strong>del</strong>la malattia metastatica<br />

Solo il 7% circa dei tumori <strong>del</strong>la mammella si presenta<br />

all’esordio come malattia metastatica. La<br />

maggior parte dei casi viene diagnosticata <strong>in</strong> pazienti<br />

con pregressa storia di neoplasia mammaria<br />

già trattata. Dopo aver documentato una ripresa<br />

<strong>del</strong>la malattia è opportuno eseguire una ristadiazione,<br />

che va effettuata con esame obiettivo, esami<br />

ematobiochimici, Rx <strong>del</strong> torace, ecografia <strong>del</strong>l’addome,<br />

sc<strong>in</strong>tigrafia ossea, se necessario TC <strong>del</strong> torace<br />

o TC o RM <strong>del</strong>l’addome e se possibile una biopsia<br />

di una <strong>del</strong>le lesioni per la caratterizzazione biologica,<br />

soprattutto se non disponibile sul tumore<br />

primitivo. Una PET/TC può essere utilizzata anche<br />

se al momento i dati sono ancora limitati. In base<br />

alle caratteristiche cl<strong>in</strong>iche <strong>del</strong>la malattia le pazienti<br />

vengono suddivise come pazienti con malattia <strong>in</strong>dolente<br />

o come pazienti con malattia aggressiva.<br />

Nella def<strong>in</strong>izione di malattia <strong>in</strong>dolente e malattia<br />

aggressiva rimane fondamentale il giudizio cl<strong>in</strong>ico<br />

e si può fare riferimento ai seguenti parametri:<br />

• malattia <strong>in</strong>dolente: lunga sopravvivenza libera<br />

da malattia (disease-free survival, DFS), precedente<br />

risposta a ormonoterapia, età > 35 anni,<br />

metastasi ossee e/o ai tessuti molli, numero limitato<br />

di lesioni metastatiche;<br />

• malattia aggressiva: breve DFS, no risposta a<br />

ormonoterapia, età < 35 anni, metastasi viscerali,<br />

presenza di numerose lesioni, malattia fortemente<br />

s<strong>in</strong>tomatica.<br />

La scelta <strong>del</strong>la terapia sistemica verrà effettuata<br />

tenendo conto di queste caratteristiche, dei due<br />

fattori predittivi validati e cioè lo stato recettoriale<br />

ormonale e l’aumentata espressione di HER2 e<br />

<strong>del</strong>le preferenze <strong>del</strong>la paziente. È importante ricordare<br />

che il trattamento <strong>del</strong>la malattia metastatica<br />

è essenzialmente palliativo con poche pazienti<br />

lungo-sopravviventi (2-3%), qu<strong>in</strong>di gli obiettivi<br />

sono il prolungamento <strong>del</strong>la sopravvivenza e il<br />

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