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Appropriatezza diagnostico-terapeutica in oncologia - Quaderni del ...

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Neoplasie <strong>del</strong>la mammella 3<br />

zialmente la scelta, mentre una positività <strong>del</strong>l’-<br />

HER2 segnala una generale bassa endocr<strong>in</strong>o-responsività,<br />

più vera <strong>in</strong> particolare per tamoxifene.<br />

Gli effetti collaterali degli <strong>in</strong>ibitori <strong>del</strong>l’aromatasi<br />

sono soprattutto a carico <strong>del</strong> sistema osteoscheletrico<br />

con artro-mialgie, osteoporosi e rischio di<br />

fratture. La comparsa di artralgie è stata riportata<br />

come la causa più frequente di sospensione <strong>del</strong><br />

trattamento. Per la prevenzione <strong>del</strong>l’osteoporosi e<br />

di eventuali fratture da <strong>in</strong>ibitori <strong>del</strong>l’aromatasi<br />

sono state stilate <strong>del</strong>le raccomandazioni che tengono<br />

<strong>in</strong> considerazione il T-score basale e altri fattori<br />

di rischio. Una recente metanalisi dei 6 studi<br />

più ampi di ormonoterapia adiuvante con <strong>in</strong>ibitori<br />

<strong>del</strong>l’aromatasi ha evidenziato un’aumentata <strong>in</strong>cidenza<br />

di ipercolesterolemia con gli <strong>in</strong>ibitori <strong>del</strong>l’aromatasi<br />

rispetto a tamoxifene e un aumento<br />

degli eventi cardiovascolari, ma con una differenza<br />

non statisticamente significativa. Non si sono <strong>in</strong>vece<br />

evidenziate differenze quando gli <strong>in</strong>ibitori venivano<br />

confrontati con il placebo, verosimilmente<br />

per un effetto positivo di tamoxifene sui lipidi.<br />

Per le donne <strong>in</strong> premenopausa che sviluppano<br />

amenorrea o con la chemioterapia o con tamoxifene<br />

gli <strong>in</strong>ibitori <strong>del</strong>l’aromatasi possono determ<strong>in</strong>are<br />

una ripresa <strong>del</strong> ciclo mestruale anche dopo<br />

molti mesi di amenorrea. Pertanto, il loro impiego<br />

da soli è sconsigliato nelle donne di età < 40 anni,<br />

mentre <strong>in</strong> quelle di età > 40 anni se si decide di<br />

<strong>in</strong>iziare un <strong>in</strong>ibitore <strong>del</strong>l’aromatasi è necessario effettuare<br />

un monitoraggio seriato dei livelli di estradiolo<br />

e gonadotrop<strong>in</strong>e almeno ogni due mesi, allertando<br />

la paziente <strong>del</strong> rischio di un’ovulazione.<br />

Analoghi <strong>del</strong> LHRH o misure locali (solo <strong>in</strong> casi<br />

particolari: ovariectomia chirurgica o radioterapica).<br />

Durata <strong>del</strong> trattamento con analoghi <strong>del</strong><br />

LHRH: almeno 2-3 anni; nelle pazienti ad alto<br />

rischio si può valutare di cont<strong>in</strong>uare la terapia con<br />

analogo <strong>del</strong> LHRH per complessivi 5 anni. L’impiego<br />

<strong>del</strong> LHRH da solo non sembra dare buoni<br />

risultati e va utilizzato <strong>in</strong> casi selezionati. L’associazione<br />

di tamoxifene e analogo <strong>del</strong> LHRH sembra<br />

preferibile, sia per i dati di efficacia disponibili<br />

nella malattia metastatica, sia per la riduzione degli<br />

effetti di tamoxifene sulle ovaie. I risultati di alcuni<br />

studi randomizzati <strong>in</strong>dicano che l’ablazione ovarica<br />

associata a tamoxifene, nelle pazienti endocr<strong>in</strong>oresponsive<br />

<strong>in</strong> premenopausa, potrebbe essere equivalente<br />

alla chemioterapia prevalentemente con il<br />

regime CMF (un solo studio ha utilizzato un regime<br />

contenente antracicl<strong>in</strong>e). Tuttavia, mancano<br />

studi di confronto tra lo standard terapeutico (chemioterapia<br />

+ ormonoterapia o tamoxifene da solo)<br />

e l’ablazione ovarica + tamoxifene. La scelta <strong>del</strong>la<br />

sola endocr<strong>in</strong>oterapia o <strong>del</strong>la chemioterapia associata<br />

all’endocr<strong>in</strong>oterapia va effettuata tenendo<br />

conto di quanto già esplicitato nel paragrafo <strong>del</strong>la<br />

chemioterapia. La metanalisi di Oxford globalmente<br />

non <strong>in</strong>dica alcun beneficio dall’aggiunta<br />

<strong>del</strong>l’ablazione ovarica dopo la chemioterapia. Tuttavia,<br />

altri studi segnalano un possibile vantaggio<br />

nelle donne con età < 40 anni o <strong>in</strong> quelle che non<br />

vanno <strong>in</strong> amenorrea. Recentemente sono stati presentati<br />

i risultati prelim<strong>in</strong>ari di uno studio austriaco<br />

(ABCSG-12) <strong>in</strong> cui donne <strong>in</strong> premenopausa con<br />

tumori ormonoresponsivi <strong>in</strong> stadi I-II sono state<br />

randomizzate a ricevere goserel<strong>in</strong> e tamoxifene o<br />

goserel<strong>in</strong> e anastrozolo per 3 anni ± acido zoledronico<br />

ogni 6 mesi <strong>in</strong> entrambi i bracci. A un follow-up<br />

di 60 mesi non si sono evidenziate differenze<br />

tra i due bracci di ormonoterapia (lo studio<br />

non aveva però il potere statistico sufficiente a evidenziare<br />

differenze), mentre l’aggiunta <strong>del</strong>l’acido<br />

zoledronico ha determ<strong>in</strong>ato un miglioramento significativo<br />

<strong>del</strong>la sopravvivenza libera da malattia e<br />

<strong>del</strong>la sopravvivenza libera da ripresa senza comparsa<br />

di effetti collaterali importanti. Questi risultati necessitano<br />

di essere confermati da altri studi randomizzati<br />

e a un follow-up più lungo e non modificano<br />

l’attuale pratica cl<strong>in</strong>ica che non prevede <strong>in</strong><br />

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