Appropriatezza diagnostico-terapeutica in oncologia - Quaderni del ...
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M<strong>in</strong>istero <strong>del</strong>la Salute<br />
zione protesica, è un <strong>in</strong>tervento efficace nei tumori<br />
che <strong>in</strong>filtrano direttamente il mediast<strong>in</strong>o e può essere<br />
eseguita senza circolazione extracorporea, con<br />
una mortalità e morbilità limitate. Questa chirurgia,<br />
<strong>in</strong> comb<strong>in</strong>azione con un trattamento medico<br />
di <strong>in</strong>duzione, deve essere valutata <strong>in</strong> pazienti adeguatamente<br />
selezionati per stadio e comorbilità. I<br />
progressi nel campo <strong>del</strong>la chirurgia <strong>del</strong>la colonna<br />
offrono nuove possibilità di <strong>in</strong>tervento nei tumori<br />
che <strong>in</strong>filtrano marg<strong>in</strong>almente il corpo vertebrale,<br />
che oggi è possibile affrontare con un <strong>in</strong>tento curativo.<br />
Si tratta tuttavia di una procedura complessa,<br />
che richiede la presenza simultanea <strong>del</strong> Neurochirurgo<br />
e <strong>del</strong> Chirurgo Ortopedico, e d’<strong>in</strong>dicazione<br />
eccezionale. La resezione <strong>del</strong>l’atrio s<strong>in</strong>istro<br />
per estensione diretta <strong>del</strong> tumore alla confluenza<br />
<strong>del</strong>le vene polmonari non è un evento eccezionale<br />
nel corso di una pneumonectomia <strong>in</strong>trapericardica<br />
e non comporta problemi di carattere tecnico.<br />
Analoghe considerazioni valgono per la resezione<br />
tangenziale <strong>del</strong>l’esofago o <strong>del</strong>l’avventizia <strong>del</strong>l’aorta.<br />
L’<strong>in</strong>filtrazione massiva <strong>del</strong> miocardio, <strong>del</strong>l’esofago<br />
o <strong>del</strong>l’aorta costituiscono, <strong>in</strong>vece, una contro<strong>in</strong>dicazione<br />
formale all’<strong>in</strong>tervento, così come la presenza<br />
di un versamento citologicamente positivo,<br />
anche se di limitata estensione. Con un esame citologico<br />
negativo, è imperativo procedere a esplorazione<br />
toracoscopica e biopsie pleuriche multiple,<br />
prima di un’eventuale toracotomia.<br />
Chirurgia dei noduli satelliti. Il riscontro <strong>in</strong>traoperatorio<br />
di noduli satelliti, nello stesso lobo<br />
<strong>in</strong> cui ha sede il tumore primario o <strong>in</strong> un altro<br />
lobo, e che si confermano <strong>del</strong>lo stesso tipo istologico<br />
all’esame estemporaneo, pone ovvi problemi<br />
di <strong>in</strong>terpretazione (metastasi o malattia multifocale)<br />
e di scelta <strong>terapeutica</strong>. Nella prossima versione<br />
<strong>del</strong> TNM, questi tumori sono retrocessi di<br />
stadio a T3 (stesso lobo) o T4 (altro lobo ipsilaterale).<br />
Da un punto di vista pratico, laddove<br />
un’exeresi completa sia ottenibile, è ragionevole<br />
procedere alla resezione polmonare.<br />
2.5.4. Malattia avanzata<br />
Per i pazienti con carc<strong>in</strong>oma polmonare <strong>in</strong> stadio<br />
IV le opzioni terapeutiche <strong>in</strong>cludono la chemioterapia<br />
o la terapia di supporto, comprensiva <strong>del</strong>la<br />
radioterapia a <strong>in</strong>tento palliativo. Per questi pazienti<br />
il trattamento sistemico offre la possibilità di controllare<br />
la s<strong>in</strong>tomatologia correlata al tumore, migliorare<br />
la sopravvivenza e la qualità di vita. Nello<br />
stadio IV il trattamento chemioterapico va riservato<br />
a pazienti ambulatoriali, senza considerevole<br />
calo ponderale e <strong>in</strong> buone condizioni generali. La<br />
chemioterapia prevede l’impiego di derivati <strong>del</strong><br />
plat<strong>in</strong>o (cisplat<strong>in</strong>o o carboplat<strong>in</strong>o) <strong>in</strong> comb<strong>in</strong>azione<br />
con uno dei seguenti farmaci: gemcitab<strong>in</strong>a, v<strong>in</strong>orelb<strong>in</strong>a,<br />
taxani (paclitaxel o docetaxel) o pemetrexed<br />
(limitatamente all’istologia non squamosa).<br />
Pazienti con tumori recenti con mutazioni a carico<br />
<strong>del</strong> gene <strong>del</strong> recettore <strong>del</strong>l’EGF (epidermal growth<br />
factor) possono avvalersi di un trattamento con<br />
<strong>in</strong>ibitori <strong>del</strong>la tiros<strong>in</strong>ch<strong>in</strong>asi associata al recettore<br />
<strong>del</strong>l’EGF con una migliore efficacia sul tempo alla<br />
progressione. Esistono sufficienti evidenze che l’impiego<br />
di bevacizumab [un anticorpo monoclonale<br />
contro il VEGF (vascular endothelial growth factor)]<br />
allorché aggiunto alla chemioterapia migliora il<br />
tempo alla progressione e, con alcune comb<strong>in</strong>azioni<br />
chemioterapiche, anche la sopravvivenza. La<br />
durata ottimale <strong>del</strong> trattamento è di 4-6 cicli. La<br />
terapia di seconda l<strong>in</strong>ea ha un ruolo crescente sia<br />
per la palliazione sia per la sopravvivenza.<br />
Trattamento di seconda l<strong>in</strong>ea. La maggior parte<br />
dei pazienti tende a recidivare dopo la terapia di<br />
prima l<strong>in</strong>ea; la ripresa di malattia è solitamente accompagnata<br />
dalla presenza di s<strong>in</strong>tomi con un’aspettativa<br />
di vita limitata. I fattori predittivi di risposta<br />
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