Appropriatezza diagnostico-terapeutica in oncologia - Quaderni del ...
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M<strong>in</strong>istero <strong>del</strong>la Salute<br />
di software (fusione di immag<strong>in</strong>i, 4D-TC per il<br />
gat<strong>in</strong>g respiratorio, radioterapia 3D-conformazionale,<br />
IMRT) sia di hardware per plann<strong>in</strong>g e<br />
somm<strong>in</strong>istrazione <strong>del</strong> trattamento (IMRT,<br />
IGRT, radioterapia “adaptive”); al riguardo, si<br />
ritiene quanto mai opportuno sottol<strong>in</strong>eare che<br />
anche le dosi relativamente basse utilizzate <strong>in</strong><br />
oncoematologia (30-36 Gy) debbano richiedere<br />
necessariamente la stessa accuratezza tecnologica<br />
utilizzata per la somm<strong>in</strong>istrazione di dosi molto<br />
più elevate (più <strong>del</strong> doppio) nella cura di diversi<br />
tumori solidi epiteliali.<br />
L<strong>in</strong>foma di Hodgk<strong>in</strong>. L’uso comb<strong>in</strong>ato di chemioterapia<br />
e radioterapia permette oggi di raggiungere<br />
percentuali di guarigione superiori<br />
all’80%, con variazioni sulla base <strong>del</strong>lo stadio <strong>in</strong>iziale.<br />
Le strategie consigliate dalle pr<strong>in</strong>cipali l<strong>in</strong>ee<br />
guida <strong>in</strong>ternazionali sono:<br />
• stadi precoci favorevoli: 2 o 4 cicli ABVD seguiti<br />
da radioterapia <strong>in</strong>volved field (RT-IF),<br />
con dose totale di 30 Gy;<br />
• stadi precoci sfavorevoli: 4 o 6 cicli ABVD seguiti<br />
da radioterapia <strong>in</strong>volved field (RT-IF),<br />
con dose totale di 30 Gy.<br />
Il concetto di <strong>in</strong>volved fields (IF), che ha totalmente<br />
sostituito lo storico approccio cosiddetto “extended<br />
fields” (Mantell<strong>in</strong>a, Y rovesciata) garantendo m<strong>in</strong>or<br />
tossicità a parità di tassi di cura, fa riferimento all’irradiazione<br />
<strong>del</strong>le sole sedi l<strong>in</strong>fonodali <strong>in</strong>teressate<br />
all’esordio, con l’<strong>in</strong>clusione, generalmente, <strong>del</strong>la<br />
stazione l<strong>in</strong>fonodale contigua non <strong>in</strong>teressata; <strong>in</strong><br />
questo senso l’IF sarebbe forse più correttamente<br />
def<strong>in</strong>ibile come “Regional Field”. Pur con questa<br />
estensione all’immediata regione non cl<strong>in</strong>icamente<br />
co<strong>in</strong>volta, la RT-IF comporta certamente una significativa<br />
riduzione dei volumi irradiati rispetto<br />
ai campi estesi classici, con notevole risparmio dei<br />
tessuti sani; un recente aggiornamento a lungo term<strong>in</strong>e<br />
di uno studio di Stanford ha dimostrato come<br />
la comb<strong>in</strong>azione di una breve chemioterapia<br />
(VBM) con RT-IF 36 Gy non causi, rispetto alla<br />
radioterapia esclusiva extended field, un eccesso di<br />
morti per tossicità iatrogena.<br />
Una più recente evoluzione, ancora <strong>del</strong> tutto sperimentale,<br />
<strong>del</strong> concetto di <strong>in</strong>volved field è rappresentata<br />
dall’approccio “<strong>in</strong>volved nodal” RT,<br />
che comporta un’ulteriore riduzione dei campi di<br />
radioterapia, f<strong>in</strong>o ad arrivare all’irradiazione dei<br />
soli l<strong>in</strong>fonodi <strong>in</strong>teressati all’esordio, e non <strong>del</strong>la<br />
regione l<strong>in</strong>fonodale <strong>in</strong>teressata.<br />
Relativamente alle dosi, lo standard attuale <strong>in</strong> associazione<br />
alla chemioterapia è rappresentato da<br />
30 Gy somm<strong>in</strong>istrati <strong>in</strong> frazioni da 1,8-2 Gy, pur<br />
con dati <strong>in</strong>iziali (follow-up ancora limitato degli<br />
studi tedeschi HD10 e HD11) che dimostrerebbero<br />
analoga efficacia <strong>terapeutica</strong> anche di soli 20 Gy.<br />
Per quanto riguarda gli stadi avanzati, due studi randomizzati<br />
dimostrano che l’utilizzo sistematico <strong>del</strong>la<br />
radioterapia <strong>in</strong>volved field dopo 6 o 8 cicli di chemioterapia<br />
non migliora i risultati ed è perciò da<br />
evitare nei pazienti <strong>in</strong> risposta completa al term<strong>in</strong>e<br />
<strong>del</strong>la chemioterapia. Più controversa cont<strong>in</strong>ua a essere<br />
la necessità di irradiare le aree bulky <strong>in</strong>iziali, anche<br />
se i risultati, per il momento prelim<strong>in</strong>ari, <strong>del</strong>lo studio<br />
tedesco HD12 sembrerebbero suggerire la possibilità<br />
di risparmiare questo tipo di irradiazione. Al riguardo<br />
esistono anche molti problemi relativi alla def<strong>in</strong>izione<br />
spesso non omogenea tra i vari studi <strong>del</strong>la def<strong>in</strong>izione<br />
di “bulky” (5 cm, 7,5 cm, 10 cm).<br />
La recente valorizzazione <strong>del</strong> ruolo prognostico<br />
<strong>del</strong>la negatività PET dopo 2 soli cicli di chemioterapia<br />
suggerisce l’utilità di una modulazione<br />
<strong>del</strong>la terapia sulla base <strong>del</strong>la PET precoce; questa<br />
strategia dovrebbe per il momento essere limitata<br />
a studi cl<strong>in</strong>ici controllati e non far già parte <strong>del</strong>la<br />
strategia convenzionale.<br />
Standard attuale negli stadi avanzati <strong>del</strong> LH:<br />
• evitare l’associazione di RT <strong>in</strong>volved field sistematica<br />
post-chemioterapia;<br />
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