Appropriatezza diagnostico-terapeutica in oncologia - Quaderni del ...
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Neoplasie <strong>del</strong> pancreas 6<br />
Il trattamento <strong>del</strong>la malattia metastatica ha uno<br />
scopo essenzialmente palliativo e la pianificazione<br />
<strong>del</strong>la strategia <strong>terapeutica</strong> richiede un’attenta considerazione<br />
<strong>del</strong>le condizioni generali <strong>del</strong> paziente<br />
e <strong>del</strong> rapporto rischio (di tossicità)/beneficio (palliazione<br />
dei s<strong>in</strong>tomi, prolungamento <strong>del</strong>la sopravnell’ambito<br />
di studi cl<strong>in</strong>ici condotti <strong>in</strong> Centri di<br />
Eccellenza, caratterizzati dalla presenza di team multidiscipl<strong>in</strong>ari<br />
composti da Chirurgo, Radioterapista<br />
e Oncologo Medico. In mancanza di evidenze cl<strong>in</strong>iche<br />
anche l’utilizzo di una radioterapia <strong>in</strong>traoperatoria<br />
(<strong>in</strong>traoperative radiation therapy, IORT) è<br />
da effettuarsi solo <strong>in</strong> Centri di Eccellenza ed esclusivamente<br />
nell’ambito di studi cl<strong>in</strong>ici controllati.<br />
La IORT sarà erogata con elettroni a energia non<br />
<strong>in</strong>feriore a 6 MeV, <strong>in</strong> seduta unica, con apparecchio<br />
dedicato posizionato nella sala operatoria o con acceleratore<br />
convenzionale e trasporto <strong>del</strong> paziente.<br />
La dose <strong>del</strong>la seduta sarà decisa nell’ambito di uno<br />
studio cl<strong>in</strong>ico controllato, ma auspicabile entro un<br />
range variabile da 10 a 30 Gy. La seduta di IORT<br />
sarà erogata sul letto tumorale dopo la resezione<br />
<strong>del</strong>la malattia e prima <strong>del</strong>l’esecuzione <strong>del</strong>le anastomosi<br />
necessarie per la ricostruzione. Qualora il team<br />
multidiscipl<strong>in</strong>are e il protocollo di studio pongano<br />
tale <strong>in</strong>dicazione, la IORT potrà essere erogata anche<br />
sulla malattia <strong>in</strong> sede prima <strong>del</strong>la resezione. L’evidenza<br />
oggi disponibile da metanalisi degli studi<br />
randomizzati condotti nella malattia localmente<br />
avanzata dimostra che: 1) la chemioradioterapia<br />
concomitante con schemi contenenti 5-FU migliora<br />
la sopravvivenza globale rispetto alla sola radioterapia,<br />
con una riduzione <strong>del</strong> 31% <strong>del</strong> rischio di morte;<br />
2) la chemioradioterapia concomitante seguita da<br />
chemioterapia non migliora significativamente la<br />
sopravvivenza rispetto alla sola chemioterapia. Pertanto,<br />
nella malattia localmente avanzata sia la chemioradioterapia<br />
concomitante (con 5-FU o gemcitab<strong>in</strong>a)<br />
sia la chemioterapia esclusiva (vedi “Trattamento<br />
<strong>del</strong>la malattia metastatica”) sono scelte terapeutiche<br />
appropriate e, sulla carta, equivalenti.<br />
Un’ulteriore alternativa è rappresentata dalla possibilità<br />
di utilizzare una chemioterapia d’<strong>in</strong>duzione<br />
(gemcitab<strong>in</strong>a <strong>in</strong> monoterapia o associata a derivati<br />
<strong>del</strong> plat<strong>in</strong>o; vedi trattamento <strong>del</strong>la malattia metastatica)<br />
per una durata di 2-4 mesi, seguita da una<br />
ristadiazione cl<strong>in</strong>ico-strumentale di malattia e, nei<br />
pazienti non progressivi, da una radiochemioterapia<br />
concomitante; tale approccio, supportato da diverse<br />
esperienze di fase II, avrebbe il duplice vantaggio<br />
di escludere dal trattamento concomitante i pazienti<br />
refrattari che presentano una progressione a distanza<br />
durante la fase chemioterapica e, potenzialmente,<br />
di ridurre il volume bersaglio nei pazienti che vanno<br />
<strong>in</strong>contro a una risposta obiettiva. La rivalutazione<br />
post-chemioterapia e post-trattamento concomitante<br />
andrebbe condotta da un team multidiscipl<strong>in</strong>are<br />
composto da Chirurgo, Radioterapista e Oncologo<br />
Medico e dovrebbe considerare, a ogni passaggio,<br />
la possibilità di procedere a un’eventuale<br />
chirurgia radicale. Questo approccio andrebbe ristretto<br />
a Centri di Eccellenza con specifica esperienza<br />
nel campo e, preferibilmente, nell’ambito di studi<br />
cl<strong>in</strong>ici controllati.<br />
Allo stato attuale <strong>del</strong>le conoscenze per la chemioradioterapia<br />
def<strong>in</strong>itiva <strong>del</strong>l’adenocarc<strong>in</strong>oma pancreatico<br />
localmente avanzato non resecabile, la radioterapia<br />
viene raccomandata a dosi da 50 a 60<br />
Gy, erogate alla dose giornaliera di 1,8-2,0 Gy.<br />
Per la pianificazione <strong>del</strong> trattamento è auspicabile<br />
l’utilizzo di TC simulatore e trattamento 3D comprendente<br />
il tumore primario e i l<strong>in</strong>fonodi regionali.<br />
Per quanto riguarda i carc<strong>in</strong>omi endocr<strong>in</strong>i<br />
localmente avanzati l’opzione sarà la terapia radiometabolica<br />
nei casi Octreoscan positivi e la<br />
chemioterapia sistemica <strong>in</strong> quelli negativi, con <strong>in</strong>tento<br />
di down-stag<strong>in</strong>g.<br />
6.7. Trattamento <strong>del</strong>la malattia metastatica<br />
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