Appropriatezza diagnostico-terapeutica in oncologia - Quaderni del ...
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Neoplasie <strong>del</strong> pancreas 6<br />
Chemioterapia adiuvante. L’approccio ottimale<br />
alla terapia adiuvante <strong>del</strong>l’adenocarc<strong>in</strong>oma pancreatico<br />
radicalmente operato (R0) rimane oggetto di<br />
accesa discussione. Studi cl<strong>in</strong>ici controllati supportano<br />
l’utilizzo di una chemioterapia adiuvante con<br />
5-FU o gemcitab<strong>in</strong>a e metanalisi recenti <strong>in</strong>dicano<br />
che tale approccio riduce complessivamente il rischio<br />
di morte di circa il 25%, rispetto alla sola chirurgia.<br />
Più controversi, nonché gravati da maggiori <strong>in</strong>certezze<br />
metodologiche derivanti dalla rapida evoluzione<br />
<strong>del</strong>le tecniche radioterapiche nel corso degli<br />
ultimi 20 anni, i dati riguardanti il beneficio <strong>del</strong>la<br />
radiochemioterapia adiuvante (prevalentemente effettuata<br />
con schemi chemioterapici contenenti<br />
5-FU). Allo stato attuale andrebbe privilegiata l’<strong>in</strong>clusione<br />
dei pazienti radicalmente operati per adenocarc<strong>in</strong>oma<br />
pancreatico <strong>in</strong> studi cl<strong>in</strong>ici controllati.<br />
Al di fuori degli studi cl<strong>in</strong>ici, l’utilizzo di una chemioterapia<br />
adiuvante con 5-FU o gemcitab<strong>in</strong>a <strong>in</strong><br />
monoterapia da istituire entro 6-8 settimane dall’<strong>in</strong>tervento<br />
per una durata di circa 6 mesi appare<br />
appropriato e supportato dalle evidenze disponibili,<br />
mentre approcci radiochemioterapici concomitanti<br />
andrebbero riservati a pazienti sottoposti a resezione<br />
non radicale (R1) nel contesto di studi cl<strong>in</strong>ici condotti<br />
<strong>in</strong> Centri a elevata specializzazione. Per i pazienti<br />
sottoposti a resezione palliativa (R2) si r<strong>in</strong>via<br />
al trattamento <strong>del</strong>la malattia localmente avanzata.<br />
Il trattamento radiante dovrà essere programmato<br />
con TC simulatore e pianificato <strong>in</strong> 3D. Qualora le<br />
immag<strong>in</strong>i TC non siano adeguate per la def<strong>in</strong>izione<br />
<strong>del</strong> GTV (gross tumour volume) e PTV (plann<strong>in</strong>g<br />
target volume) è proposta l’<strong>in</strong>tegrazione diagnostica<br />
con PET. Il volume d’irradiazione dovrà essere piapossibile<br />
rimuovere radicalmente il tumore primitivo<br />
e almeno il 90% <strong>del</strong>le metastasi. Se durante<br />
l’esplorazione si evidenzia un’<strong>in</strong>vasione <strong>del</strong>l’asse<br />
mesenterico-portale, <strong>in</strong> assenza di metastasi a distanza<br />
(confermata dall’ecografia <strong>in</strong>traoperatoria),<br />
si può perseguire la demolizione <strong>del</strong> tumore con<br />
la resezione vascolare qualora tale procedura raggiunga<br />
la radicalità macroscopica; viceversa, ciò è<br />
contro<strong>in</strong>dicato se prevede un residuo macroscopico<br />
di malattia (R2). L’<strong>in</strong>vasione <strong>del</strong>l’arteria mesenterica<br />
superiore rappresenta un criterio di esclusione<br />
dall’<strong>in</strong>tento demolitivo anche qualora vi siano le<br />
competenze per una resezione arteriosa e sostituzione<br />
protesica. L’<strong>in</strong>filtrazione <strong>del</strong> tripode celiaco<br />
di per sé non rappresenta una contro<strong>in</strong>dicazione<br />
assoluta all’<strong>in</strong>tervento demolitivo, essendo possibile<br />
la demolizione <strong>in</strong> blocco <strong>del</strong> tripode celiaco e <strong>del</strong><br />
corpo-coda <strong>del</strong> pancreas. Anche la diffusione <strong>del</strong><br />
tumore agli organi vic<strong>in</strong>i non rappresenta di per<br />
sé una contro<strong>in</strong>dicazione assoluta all’atto demolitivo<br />
qualora sia possibile raggiungere una radicalità<br />
macroscopica. Le resezioni multiviscerali, tuttavia,<br />
espongono il paziente a un maggior rischio di<br />
complicanze postoperatorie e vanno pertanto riservate<br />
a casi selezionati. Le neoplasie cistiche <strong>del</strong><br />
pancreas sono nella maggior parte dei casi tumori<br />
benigni, benché le forme muc<strong>in</strong>ose e i tumori <strong>in</strong>traduttali<br />
papillari mucosecernenti (<strong>in</strong>traductal papillary-muc<strong>in</strong>ous<br />
tumor, IPMT) possano essere maligni<br />
o precursori di forme maligne. È pertanto<br />
<strong>in</strong>dicata la resezione <strong>in</strong> base ai criteri di rischio<br />
stabiliti su: co<strong>in</strong>volgimento <strong>del</strong> dotto pancreatico<br />
pr<strong>in</strong>cipale, diametro maggiore di 3 cm, presenza<br />
di gettoni solidi all’<strong>in</strong>terno <strong>del</strong>le cisti, aumento<br />
<strong>del</strong> CA 19/9 sierico e nei casi s<strong>in</strong>tomatici. Altre<br />
neoplasie pancreatiche più rare come i carc<strong>in</strong>omi<br />
ac<strong>in</strong>ari, le metastasi e i pancreatoblastomi rappresentano<br />
un’<strong>in</strong>dicazione alla resezione dopo adeguata<br />
stadiazione, ma per la loro peculiarità e rarità<br />
andrebbero riferite a Centri di Eccellenza. Nel<br />
corso di resezioni pancreatiche per neoplasia è sempre<br />
<strong>in</strong>dispensabile la collaborazione <strong>del</strong>l’Anatomopatologo<br />
per la valutazione <strong>in</strong>traoperatoria <strong>del</strong>le<br />
trance di resezione e di eventuali localizzazioni<br />
extrapancreatiche sospette.<br />
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