29.12.2014 Views

Basilica di San Clemente - Parrocchia San Michele Arcangelo - Calino

Basilica di San Clemente - Parrocchia San Michele Arcangelo - Calino

Basilica di San Clemente - Parrocchia San Michele Arcangelo - Calino

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

<strong>Basilica</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Clemente</strong><br />

<strong>San</strong> <strong>Clemente</strong><br />

Della vita <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Clemente</strong> si sa ben poco (92-101 d.C.). Secondo il più antico elenco dei vescovi <strong>di</strong><br />

Roma, fu il terzo successore a <strong>San</strong> Pietro.<br />

Fu l’autore <strong>di</strong> una famosa Lettera ai Corinti, scritta intorno al 96 a nome della Chiesa <strong>di</strong> Roma per<br />

metter fine d’autorità ai <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni avvenuti in seno alla Chiesa <strong>di</strong> Corinto. La lettera è uno dei primi<br />

testimoni all’autorità della Chiesa <strong>di</strong> Roma e fu tenuta in così alta considerazione che, verso il 170 e<br />

ancora nel corso del VI secolo, a Corinto ne veniva data pubblica lettura, insieme con il Vangelo.<br />

<strong>San</strong> <strong>Clemente</strong> è onorato come martire: documenti dal IV secolo raccontano come S. <strong>Clemente</strong>,<br />

durante l’impero <strong>di</strong> Traiano (98-117), fu condannato all’esilio in Crimea e ai lavori forzati nelle<br />

miniere. Ivi la sua attività missionaria tra i soldati e i compagni <strong>di</strong> prigionia incontrò tale successo<br />

che i Romani lo legarono ad un’ancora e lo gettarono nel Mar Nero. Qualche tempo dopo le acque<br />

si ritrassero rivelando una tomba costruita dagli angeli i quali avevano ricuperato il corpo del santo<br />

e gli avevano dato sepoltura.<br />

L’altare maggiore della basilica è costruito sulla confessio o tomba del martire nella quale si trova<br />

un’urna contenente le presunte reliquie <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Clemente</strong> e <strong>di</strong> S. Ignazio.<br />

<strong>San</strong> Cirillo<br />

Inviati, nell’863, dall’imperatore bizantino <strong>Michele</strong> III ad evangelizzare la Moravia, su richiesta del<br />

re, i due fratelli, originari <strong>di</strong> Tessalonica, insegnavano in slavo e si interessavano a questa lingua.<br />

Cirillo inventò anche l’alfabeto detto “glagolitico”, contribuendo in tal modo al successivo sviluppo<br />

della letteratura slava; adottò inoltre questa lingua per la liturgia e <strong>di</strong>ffuse una traduzione delle<br />

Sacre Scritture.<br />

Nel corso <strong>di</strong> una precedente missione <strong>San</strong> Cirillo aveva ricevuto e ritrovato nel 861 le reliquie che<br />

egli credette <strong>di</strong> papa <strong>Clemente</strong> e l’áncora, strumento del suo martirio. Terminata la loro missione in<br />

Moravia, i due fratelli, su invito del Romano pontefice, vennero a Roma nel 867, portando i resti <strong>di</strong><br />

<strong>San</strong> <strong>Clemente</strong>. Il corpo riportato dalla Crimea fu sepolto nella <strong>Basilica</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Clemente</strong>.<br />

Il 14 Febraio 869, <strong>San</strong> Cirillo morì e Meto<strong>di</strong>o chiese l’autorizzazione a riportare il corpo del fratello<br />

in Grecia. Ma <strong>di</strong> fronte al <strong>di</strong>spiacere del papa e del popolo romano, Meto<strong>di</strong>o finì per cedere, pur<br />

presentando un’ultima richiesta che fu accettata: Cirillo sarebbe stato sepolto nella <strong>Basilica</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />

<strong>Clemente</strong>.<br />

Durante la prima repubblica romana, le reliquie furono trasferite dalla basilica e successivamente,<br />

se ne persero le tracce. Negli anni ’60 i Padri Domenicani irlandesi riuscirono a ritrovare un<br />

frammento <strong>di</strong> tali reliquie. Papa Paolo VI collocò personalmente il detto frammento nella <strong>Basilica</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Clemente</strong> nella speranza che il frammento delle reliquie contribuisca a rinsaldare i legami tra<br />

la Sede <strong>di</strong> Pietro e tutte le comunità cristiane slave.<br />

1


Scavi<br />

Fino a cento anni fa era opinione generale che l’attuale <strong>Basilica</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Clemente</strong> fosse la stessa a<br />

cui si riferiva S. Gerolamo nel 392 quando egli scriveva che nominis eius memoriam usque ho<strong>di</strong>e<br />

Romae extructa ecclesia custo<strong>di</strong>t.<br />

Ma nel 1857 il Padre Joseph Mullooly, O.P., allora Priore <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Clemente</strong>, cominciò dei lavori <strong>di</strong><br />

scavo sotto alla basilica attuale nel corso dei quali non solo scoprì la basilica originaria, del IV<br />

secolo, imme<strong>di</strong>atamente al <strong>di</strong> sotto, ma anche, ad un livello ancora più basso, i resti <strong>di</strong> costruzioni<br />

più antiche ancora, del I secolo.<br />

A questo terzo livello <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Clemente</strong> troviamo due e<strong>di</strong>fici. Il meno pretenzioso è una costruzione<br />

in mattoni, probabilmente una casa romana, cioè, sud<strong>di</strong>visa in piccoli appartamenti <strong>di</strong>sposti intorno<br />

a un cortile nel quale troviamo un tempietto Mitriaco della fine del II secolo. L’altro e<strong>di</strong>ficio è una<br />

più gran<strong>di</strong>osa struttura, rettangolare, costruita con gran<strong>di</strong> blocchi <strong>di</strong> tufo. All’interno <strong>di</strong> questo<br />

rettangolo vi è un cortile.<br />

Gli architetti del IV secolo non fecero altro che interrare le stanze a pianterreno e il cortile, fino<br />

all’altezza del primo piano. Portato a questo nuovo livello, il cortile <strong>di</strong>venne la navata centrale della<br />

chiesa e le stanze che si affacciavano dalle due parti sul cortile furono trasformate nelle due navate<br />

laterali quali oggi ci appaiono. Poi alla chiesa rettangolare fu aggiunto un’abside.<br />

Così completata, la basilica durò fino al 1100 circa, quando si scoprì che la costruzione era<br />

pericolante e doveva essere abbandonata. La chiesa del IV secolo fu riempita <strong>di</strong> pertrame fino in<br />

cima alle colonne che delimitavano le tre navate e su queste fondamenta fu eretta una seconda<br />

e<strong>di</strong>zione della vecchia basilica, però <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni un po’ ridotte. E così un nuovo <strong>San</strong> <strong>Clemente</strong>,<br />

quello <strong>di</strong> oggi, apparve.<br />

2


L'attuale basilica <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Clemente</strong><br />

La basilica <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Clemente</strong> a Roma, de<strong>di</strong>cata a papa <strong>Clemente</strong> I, sorge nella valle tra l'Esquilino e<br />

il Celio, sulla <strong>di</strong>rettrice che unisce il Colosseo al Laterano. Attualmente è retta dalla Provincia<br />

irlandese dei domenicani. Sebbene sia stata costruita nei primi anni del XII secolo da papa Pasquale<br />

II, dopo la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> questa parte della città nel 1084 dai Normanni <strong>di</strong> Roberto il Guiscardo.<br />

Con il suo atrio, il suo coro cinto da un muro e i suoi amboni è il modello perfetto delle antiche<br />

basiliche <strong>di</strong> Roma. Pasquale II seguì, su scala minore, le linee <strong>di</strong> una chiesa più antica, ed utilizzò,<br />

adattandoli, anche alcuni dei suoi materiali. Il muro marmoreo dell'attuale coro, per esempio, risale<br />

a papa Giovanni II (533-535).<br />

L'antica basilica<br />

Nel 1858 la chiesa più antica, posta sotto l'e<strong>di</strong>ficio attuale, fu <strong>di</strong>ssotterrata dal priore Mulooly. Sotto<br />

le fondamenta vennero rinvenute camere <strong>di</strong> data imperiale e muri del periodo Repubblicano. La<br />

chiesa più antica fu costruita sotto Costantino I (morto 337) o poco dopo. Girolamo <strong>di</strong>ce che ai suoi<br />

tempi non era nuova: "nominis eius [Clementis] memoriam usque ho<strong>di</strong>e Romae exstructa ecclesia<br />

custo<strong>di</strong>t". La chiesa viene menzionata anche in iscrizioni del tempo <strong>di</strong> papa Damaso I (morto 383) e<br />

<strong>di</strong> papa Siricio (morto 398). Il De Rossi pensava che le camere inferiori appartenessero alla casa <strong>di</strong><br />

san <strong>Clemente</strong>, e che la stanza imme<strong>di</strong>atamente sotto l'altare, probabilmente, fosse la memoria<br />

originale del santo. Queste camere comunicano con un Mitreo situato, al livello più basso, oltre<br />

l'abside della chiesa. De Rossi immaginava che questo fosse un cappella cristiana <strong>di</strong>ssacrata<br />

intenzionalmente dalle autorità durante l'ultima persecuzione. Il Lightfoot ha suggerito che le stanze<br />

potessero appartenere alla casa del console Tito Flavio <strong>Clemente</strong>, scambiata in seguito per<br />

l'abitazione del papa; ma questo sembra piuttosto improbabile. Nel Mitreo, comunque, fu rinvenuta<br />

una statua del Buon Pastore.<br />

La facciata<br />

La facciata esterna, preceduta dal quadriportico è opera <strong>di</strong> Carlo Stefano Fontana, che la realizzò fra<br />

il 1713 e il 1719 in stile barocco.<br />

L'interno<br />

L'interno è a pianta basilicale con <strong>di</strong>visione in tre navate con absi<strong>di</strong>. La basilica superiore è ricca <strong>di</strong><br />

mosaici, fra cui il Trionfo della Croce, <strong>di</strong> scuola romana del XII secolo, situato nell'abside, sotto al<br />

quale si trova l'affresco del Cristo, la Vergine e gli Apostoli, ri<strong>di</strong>pinto nel XIV secolo. Sul soffitto,<br />

lungo tutta la navata centrale, vi è un'opera ad affresco <strong>di</strong> Giuseppe Chiari, la Gloria <strong>di</strong> <strong>San</strong><br />

<strong>Clemente</strong>.<br />

Il presbiterio è collocato in posizione rialzata, sopra la cripta, con l'altare maggiore sotto al ciborio<br />

sostenuto da quattro colonne.<br />

3

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!