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Il Consenso, in Trattato di Biodiritto, diretto da S. Rodotà e P. Zatti ...

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<strong>Il</strong> consenso<br />

III, 8<br />

ogni forma <strong>di</strong> colonizzazione <strong>da</strong> parte del <strong>di</strong>ritto. Così è necessario gettare<br />

luce sull’ambiguità che necessariamente è dest<strong>in</strong>ata a sollevare la def<strong>in</strong>izione<br />

<strong>di</strong> una sfera privata come spazio « neutro », una sfera <strong>in</strong> qualche<br />

modo preesistente all’<strong>in</strong>tervento pubblico, uno spazio all’<strong>in</strong>terno del quale<br />

l’<strong>in</strong><strong>di</strong>viduo deve rimanere « libero » <strong>di</strong> autodeterm<strong>in</strong>arsi al riparo <strong>da</strong>ll’<strong>in</strong>tervento<br />

statuale che, varcati questi limiti, deve considerarsi sempre sospetto.<br />

Una critica <strong>in</strong>fatti non ha mancato <strong>di</strong> sottol<strong>in</strong>eare, <strong>da</strong> una parte, come<br />

questa area <strong>di</strong> immunità non corrispon<strong>da</strong> ad uno spazio naturale che esiste<br />

<strong>da</strong>vvero prima dell’<strong>in</strong>tervento statuale. Non meno <strong>di</strong> quanto accade con il<br />

mercato, anche questa sfera è prodotta <strong>da</strong>l <strong>di</strong>ritto 100 . Una sfera i cui conf<strong>in</strong>i<br />

sono mobili ed <strong>in</strong>fluenzati <strong>da</strong>i presupposti culturali e sociali che appunto il<br />

<strong>di</strong>ritto contribuisce a consoli<strong>da</strong>re.<br />

D’altra parte la decisione <strong>di</strong> riservare un’area all’<strong>in</strong>terno della quale il<br />

s<strong>in</strong>golo può compiere scelte esistenziali al riparo dell’<strong>in</strong>tervento statuale<br />

significa delegare ai complessi equilibri prodotti <strong>da</strong>l gioco dell’ambiente<br />

culturale e sociale <strong>da</strong> una parte e delle pressioni e delle stigmatizzazioni<br />

sociali <strong>da</strong>ll’altra il compito <strong>di</strong> <strong>in</strong>canalare queste forme <strong>di</strong> espressione<br />

<strong>in</strong><strong>di</strong>viduale, che pertanto, anche se adeguatamente formulate giuri<strong>di</strong>camente,<br />

non possono <strong>di</strong>rsi più libere delle altre ed assicurare che i meno<br />

favoriti possano <strong>da</strong>vvero esercitare effettivamente le loro libertà. I conflitti<br />

non sono cancellati <strong>da</strong>lla semplice decisione dello Stato <strong>di</strong> estraniarsene.<br />

Vi è però un modo <strong>di</strong>verso <strong>di</strong> <strong>in</strong>tendere la neutralità, basata non sulla<br />

« ritirata » delle istituzioni <strong>da</strong> uno spazio <strong>in</strong> cui ci si « autodeterm<strong>in</strong>a »,<br />

bensì sulla loro presenza allo scopo <strong>di</strong> garantire agli <strong>in</strong><strong>di</strong>vidui non solo la<br />

libertà <strong>di</strong> fare scelte esistenziali fon<strong>da</strong>mentali, ma <strong>di</strong> assicurare loro proprio<br />

la maggior autonomia possibile, salvaguar<strong>da</strong>ndo anche la loro libertà <strong>di</strong><br />

poter considerare e rivedere criticamente le ragioni <strong>di</strong> queste scelte fra<br />

<strong>di</strong>verse possibili forme <strong>di</strong> sviluppo della persona 101 .<br />

100<br />

Dipende sempre <strong>da</strong>ll’ord<strong>in</strong>amento l’organizzazione <strong>di</strong> uno spazio <strong>in</strong> cui ognuno può agire<br />

senza dover risarcire i <strong>da</strong>nni provocati <strong>da</strong>lla sua libertà, così nella classica griglia hohfel<strong>di</strong>ana (HOHFELD,<br />

Some fun<strong>da</strong>mental legal conceptions as applied <strong>in</strong> ju<strong>di</strong>cial reason<strong>in</strong>g, <strong>in</strong>Yale Law Journal, 1913, 23, 16)<br />

<strong>in</strong> cui situazioni descritte <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti (« rights ») — alle quali corrisponde una situazione<br />

correlativa (« duty ») e che permettono al loro titolare <strong>di</strong> agire <strong>in</strong> giu<strong>di</strong>zio per il loro rispetto — vengono<br />

affiancate <strong>da</strong> altre situazioni <strong>di</strong> privileges, alle quali corrisponde <strong>in</strong>vece la situazione <strong>di</strong> no-right cioè<br />

semplicemente l’impossibilità <strong>di</strong> pretendere il non esercizio <strong>da</strong> parte del titolare. Sul punto SINGER, The<br />

legal rights debate <strong>in</strong> analytical jurisprudence from Bentham to Hohfeld, <strong>in</strong>Wiscons<strong>in</strong> Law Review, 1982,<br />

975 e con riferimento a Kelsen cfr. DE SCHUTTER, La vie privée entre droits de la personalité et liberté, <strong>in</strong><br />

Revue trimestrielle des droits de l’homme, 1999, 827.<br />

101<br />

Ciò non solo permette scelte esistenziali (<strong>di</strong> primo grado), ma anche <strong>di</strong> scegliere i motivi<br />

(scelte <strong>di</strong> secondo grado) per i quali tali scelte sono state effettuate DE SCHUTTER, La vie privée, cit.<br />

395

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