Aspetti biologici ed ecologici della flora infestante ... - Enrico Avanzi
Aspetti biologici ed ecologici della flora infestante ... - Enrico Avanzi
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Contrasto con mezzi non-chimici alle piante infestanti in ambito urbano<br />
Centro Interdipartimentale di Ricerche Agro-Ambientali “<strong>Enrico</strong><br />
<strong>Avanzi</strong>”, San Piero a Grado, Pisa - 9 Febbraio 2009 -<br />
<strong>Aspetti</strong> <strong>biologici</strong> <strong>ed</strong> <strong>ecologici</strong> <strong>della</strong><br />
<strong>flora</strong> <strong>infestante</strong> dell’ecosistema<br />
ecosistema<br />
urbano<br />
Stefano Benvenuti<br />
Dipartimento di Biologia delle Piante Agrarie<br />
Università di Pisa
Nonostante il difficile ambiente ecologico<br />
delle aree urbane molte specie riescono a<br />
colonizzare questo particolare “habitat”<br />
Analisi floristiche effettuate diverse città<br />
italiane (Milano, Torino, Bologna, Bari,<br />
Napoli, Padova, Perugia, Roma, Trieste,<br />
ecc.) hanno individuato ben 1.670 specie<br />
appartenenti a 129 famiglie botaniche<br />
(Hruska, , 1993)<br />
asteraceae<br />
altre<br />
graminaceae<br />
caryophyllaceae<br />
fabaceae<br />
brassicaceae
La vegetazione dell’ ambiente urbano: sotto un<br />
profilo ecologico a quale tipologia appartiene<br />
Distinzione:<br />
“Successione primaria” di nuova<br />
creazione (aree cementificate senza<br />
soluzione di continuità con il suolo):<br />
necessaria una maggiore<br />
specializzazione alla stress tolleranza<br />
“Successione secondaria” (aree<br />
cementificate ma in continuità con il<br />
suolo): in pratica ci sono le specie pre-<br />
esistenti…. . Meno importante la<br />
specializzazione
Flora colonizzatrice di ecosistemi primari (prima<br />
vegetazione di ambienti di nuova creazione)
Quali sono i fattori di selezione <strong>della</strong> <strong>flora</strong> spontanea<br />
nell’ecosistema ecosistema urbano<br />
Carenza<br />
Disturbi<br />
Scarsità<br />
idrica<br />
antropici<br />
substrato<br />
inquinamento<br />
Flora urbana<br />
Strategie di persistenza<br />
Resilienza<br />
Disseminazione<br />
Perennanza
Resilienza al<br />
calpestamento<br />
da pneumatici<br />
Hordeum murinum<br />
E’ un fattore di stress che<br />
seleziona le specie graminacee<br />
Meristemi di crescita in<br />
posizione basale e protetta<br />
all’ascella ascella delle foglie
Disseminazione: anemocora<br />
Sotto un profilo ecologico l’ambiente l<br />
urbano è un<br />
potenziale “habitat” di nuova creazione. Le specie meglio<br />
in grado di colonizzare le varie “nicchie ecologiche” sono<br />
le specie colonizzatrici tra le quali le asteracee sono le<br />
più “specializzate” grazie alla disseminazione a distanza<br />
m<strong>ed</strong>iante “pappi”
Ogni fessura di materiale <strong>ed</strong>ilizio può fungere da<br />
microambiente idoneo a germinazione e sviluppo di molte<br />
specie di composite
… anche laddove il vento tende a depositare i semi
Disseminazione “myrmecocora” (tramite formiche)<br />
Alcune specie hanno evoluto questa specializzazione m<strong>ed</strong>iante<br />
la presenza di “elaiosomi”: : appendici del seme ricchi di lipidi<br />
in modo da fungere come “ricompensa” per la disseminazione<br />
Co-evoluzione<br />
mutualistica<br />
<strong>flora</strong>-fauna<br />
fauna<br />
E’ diffusa in alcune euforbiacee come<br />
in Euphorbia maculata: grazie a<br />
quest “mutualismo” i semi riescono a<br />
raggiungere micro-fessure<br />
presenti<br />
nelle pavimentazioni
Il cappero (Capparis<br />
spinosa) è un esempio di<br />
disseminazione effettuata dalle formiche che collocano<br />
i semi in fessure altrimenti irraggiungibili dai semi<br />
relativamente grandi
Fico ( (Ficus carica)
Antropocoria<br />
Anche i veicoli introducono in ambiente urbano<br />
materiale fangoso (contenente inevitabilmente semi)<br />
che cade al suolo solo a disseccamento avvenuto
L’elevato traffico<br />
automobilistico tipico del<br />
grande raccordo anulare (GRA)<br />
di Roma ha comportato una<br />
<strong>flora</strong> circostante estremamente<br />
ricca di specie (Ricotta et al.,<br />
2001)
Perennanza<br />
Le difficoltà di trovare un<br />
“microsito” idoneo a alla<br />
germinazione (scarso<br />
substrato <strong>ed</strong> umidità) ) favorisce<br />
spesso le specie in grado di ri-<br />
colonizzare rapidamente la<br />
“nicchia ecologica” m<strong>ed</strong>iante<br />
organi di propagazione<br />
agamica: esempio Cynodon<br />
dactylon<br />
Risulta “vincente” la co-presenza<br />
di perennanza e resilienza
Tendenza alla perennanza: : presenti persino alberi!<br />
E’ primariamente dovuta alla spiccata tolleranza a stress abiotici in<br />
luoghi da tempo non più “disturbati” dall’uomo<br />
Ne è un esempio l l’Ailanthus<br />
altissima estremamente invasivo<br />
soprattutto in aree degradate e/o abbandonate<br />
La disseminazione nello spazio è affidata a dei<br />
frutti alati in grado di colonizzare nuove aree
Caratteristiche ecologiche dell’habitat urbano<br />
Possono essere generalizzate<br />
No! Sono molto diverse tra loro <strong>ed</strong> ognuna seleziona fitocenosi tipiche in<br />
funzione <strong>della</strong> tolleranza ai prevalenti fattori di stress<br />
Rete di drenaggio<br />
idrico<br />
marciapi<strong>ed</strong>i<br />
Muri <strong>ed</strong>ifici<br />
Bordi<br />
<strong>ed</strong>ifici<br />
Habitat<br />
ambiente<br />
urbano<br />
Spartitraffico<br />
Margini stradali<br />
Parchi e<br />
giardini<br />
Aiuole<br />
“successione secondaria”: : c’èc<br />
continuità con il suolo e quindi con la<br />
preesistente vegetazione<br />
“successione primaria”: : non c’èc<br />
continuità con il suolo e necessita di specie<br />
“pioniere” e “colonizzatrici”
Ambienti <strong>ecologici</strong> dell’ecosistema ecosistema urbano:<br />
Parchi e giardini in ambiente aperto<br />
La selezione delle varie specie è dovuta ai soli sfalci<br />
periodici che selezionano graminacee <strong>ed</strong> asteracee (allo<br />
stadio di “rosetta”).<br />
Comunque la tolleranza di fitocenosi complesse è elevata
Parchi e giardini in ambiente ombreggiato: : nelle pinete<br />
si ha un naturale autocontrollo <strong>della</strong> vegetazione avventizia<br />
perché l’ombreggiamento<br />
è affiancato dall’attività attività<br />
“allelopatica” <strong>della</strong> lettiera di foglie
Parchi e giardini in ambiente ombreggiato: Spesso i tappeti<br />
erbosi lasciano il posto a quelle poche specie che tollerano l’ombreggiamento<br />
l<br />
come nel caso di Urtica dioica e Ranunculus ficaria
Aiuole<br />
Il fattore di “disturbo” è lo sfalcio ma in questo caso si ha<br />
una minore tolleranza nell’ “in-esteticità” delle varie specie
L’assenza di infestanti in determinate aiuole è essenziale<br />
perché sono come una “vetrina” <strong>della</strong> città
Margini stradali<br />
Fitocenosi di “transizione”<br />
Compaiono anche<br />
arbusti, rovi, etc.<br />
In questo caso i “disturbi” sono meno frequenti e le<br />
fitocenosi sono più complesse ma sono tollerate tutte le<br />
specie purché non ostacolino viabilità e visibilità
Spartitraffico<br />
Spesso l’utilizzo l<br />
di terreno “di riporto” comporta la presenza<br />
di fitocenosi iniziali anomale per un ecosistema urbano: poi i<br />
fattori di selezione (sfalcio) ) restringono la <strong>flora</strong> verso le specie<br />
prima illustrate
Spartitraffico divisori i sensi di marcia<br />
In questo caso la visibilità <strong>della</strong> carreggiata opposta non è<br />
molto importante ma l’ l<br />
“inesteticità” delle infestanti tende ad<br />
essere evidenziata
Fitocenosi presenti sui materiali <strong>ed</strong>ilizi<br />
In questo caso i fattori di stress sono molti e la gamma di<br />
specie possibili si restringe<br />
Stress da cronica carenza idrica, elevata temperatura<br />
(spesso maggiore di quella dell’aria), e carenza di substrato<br />
terroso e di nutrienti
Nel caso degli <strong>ed</strong>ifici in marmo: stress da pH elevato
In casi eccezionali sono presenti su<br />
<strong>ed</strong>ifici persino nano-fanerofite<br />
stress tolleranti (nella foto ginepro)<br />
che penetrano i manufatti con le<br />
proprie radici
Marciapi<strong>ed</strong>i<br />
Anche in questo caso la<br />
pressione di selezione è<br />
fortissima in quanto si<br />
hanno stress<br />
abiotici: : idrici,<br />
termici, scarsità<br />
substrato, calcare<br />
biotici:<br />
calpestamento<br />
L’habitus tipico è quello prostrato come nel casi di<br />
Euphorbia maculata e Portulaca oleracea<br />
Presenza di<br />
cere, ottima<br />
regolazione<br />
stomatica
Il maggiore fattore di stress è la scarsità di substrato ma<br />
spesso l’esposizionel<br />
tendenzialmente a nord (> umidità) ) o<br />
l’ombreggiamento<br />
di altri <strong>ed</strong>ifici ne facilita l’accumulo l<br />
per<br />
l’instaurarsi dei muschi che sono una tipica “<strong>flora</strong> pioniera”<br />
N<br />
E<br />
S<br />
W<br />
Bordi di <strong>ed</strong>ifici
Rete di drenaggio idrico<br />
Trasporto e accumulo dei<br />
detriti terrosi per<br />
scorrimento (“run<br />
off”)<br />
In questo caso si hanno<br />
persino specie “nitrofile”<br />
come la Stellaria m<strong>ed</strong>ia<br />
Pur essendo uno profilo di<br />
substrato di pochi cm esso è molto<br />
ricco di azoto soprattutto quando<br />
si ha umificazione per presenza<br />
di foglie delle strade alberate
Mura<br />
Elevata gamma di fattori di stress (carenza idrica e<br />
nutrizionale, pH elevato, etc.) e mancanza di disturbi:<br />
ambiente simile alla cosiddetta “gariga”<br />
Calamintha nepeta<br />
Centranthus ruber<br />
Helicrisum italicum<br />
Si trovano moltissime specie perenni coltivate come officinali<br />
come: Centranthus ruber, Elichrisium italicum, Satureja<br />
montana, Calamintha nepeta, Centranthus ruber, etc.)
Quali sono i motivi di indesiderabilità<br />
delle infestanti in ambiente urbano<br />
Nell’agroecosistema la risposta è evidente in<br />
quanto esse interferiscono con la coltura<br />
determinando una “perdita di resa”<br />
In questo caso l’interferenza<br />
l<br />
è con l’uomo nell’esercizio esercizio delle sue<br />
attività<br />
Alcune fitocenosi ostacolano il benessere fisico e psicologico<br />
<strong>della</strong> popolazione in una vasta gamma di casi<br />
Si possono raggruppare i motivi<br />
Estetici<br />
nelle 3 seguenti categorie:<br />
Motivi di<br />
indesiderabilità <strong>della</strong><br />
<strong>flora</strong> urbana<br />
Funzionali<br />
Salute pubblica
<strong>Aspetti</strong> estetici<br />
L’impatto con la vegetazione spontanea che colonizza<br />
fabbricati induce un “conscio” od “inconscio” senso di disagio
<strong>Aspetti</strong> funzionali<br />
Viabilità<br />
La fruibilità dei marciapi<strong>ed</strong>i risulta fortemente ostacolata<br />
soprattutto nei casi di vegetazione bagnata dalle piogge
Viabilità: : fruibilità piste ciclabili
Drenaggio idrico: : la vegetazione tende a occludere le<br />
cosiddette “bocche di lupo”
Drenaggio idrico: : talvolta la vegetazione ostacola anche le<br />
“griglie” di raccolta delle acque <strong>ed</strong> il suo scorrimento
Fruibilità strutture per<br />
riparazione,<br />
manutenzione, etc.<br />
In questo caso sono specie<br />
“volubili” come tipicamente<br />
la Clematis vitalba
Non visibilità <strong>della</strong> segnaletica stradale: : anche in questo<br />
caso le specie tipiche sono quelle volubili in quanto a più<br />
rapida crescita
Ostacolo alla pulizia delle strade<br />
La vegetazione presente imp<strong>ed</strong>isce il raggiungimento dei<br />
detriti che tendono invece ad accumularsi
Deterioramento dei monumenti<br />
In questo caso si unisce all’aspetto aspetto estetico anche la<br />
“fessurazione” e “sgretolamento” del substrato da parte<br />
<strong>della</strong> vegetazione
<strong>Aspetti</strong> funzionali: danno all’asfalto asfalto stradale<br />
L’apice vegetativo che si sviluppa dai rizomi ipogei<br />
riesce persino a perforare l’asfalto l<br />
quando l’elevata l<br />
temperatura lo rende più penetrabile<br />
Cyperus spp.
<strong>Aspetti</strong> legati alla salute pubblica<br />
L’incuria nella gestione delle aree verdi può favorire la presenza<br />
di una fauna indesiderata (pericolosa direttamente od in quanto<br />
potenziale portatrice di malattie), che ne trova una idonea<br />
“nicchia ecologica”<br />
Possono inoltre essere meno visibili particolari rifiuti, come le l<br />
siringhe, , abbandonate dopo l’uso l<br />
spesso in luoghi nascosti<br />
dalla vegetazione non gestita
Salute pubblica<br />
Alcune specie comportano rischi in<br />
quanto tossiche/velenose<br />
Queste specie fanno parte <strong>della</strong> lista<br />
dei “Centri Antiveleni”<br />
Datura stramonium<br />
Arum italicum<br />
Sambucus ebulus
Salute pubblica<br />
Molte specie erbacee tipicamente allogame anemofile producono polline con<br />
spiccata attività allergenica che si libera nell’atmosfera<br />
Certamente la quantità di polline presente<br />
nell’atmosfera urbana deriva anche da<br />
vegetazioni lontane ma è certo che la <strong>flora</strong><br />
Artemisia<br />
di città incide moltissimo in quanto molto<br />
(asteracee)<br />
vicina alla popolazione<br />
Graminacee<br />
Artemisia verlutorum<br />
Parietaria spp.<br />
(urticacee)
Muffe Muffe<br />
Betulacee<br />
Betulacee<br />
Composite<br />
Composite<br />
Platanacee<br />
Platanacee<br />
Oleacee Oleacee<br />
Urticacee Urticacee<br />
Graminacee<br />
Graminacee<br />
0 20 40 60 80<br />
Parietaria : ampiamente diffusa sui materiali <strong>ed</strong>ilizi<br />
dell’ambiente urbano
Ambrosia trifida e Ambrosia artemisiifolia<br />
(da nord America): nel nord Italia ordinanze<br />
comunali per eliminazione da giardini<br />
Polline: estremamente aereodisperso rilevato anche a Livorno<br />
nei mesi di agosto e settembre (fino a 11 granuli polline per m 3 )
Gli interventi di sfalcio sono infatti tipici in ambiente urbano<br />
Nelle aree dei materiali <strong>ed</strong>ilizi (marciapi<strong>ed</strong>i, bordi stradali, ecc.) l’intervento<br />
non è ottimale in quanto le specie perenni tendono a ri-vegetare
Bioerbicidi
Biodiversità<br />
La complessità delle fitocenosi prive di “nocumento” può persino<br />
divenire una risorsa <strong>ed</strong> una opportunità per l’<strong>ed</strong>ucazione<br />
l<br />
ambientale nell’ottica di “conoscenza” e “coscienza” di un<br />
mondo biologico che circonda l’uomol
Anchusa azurrea<br />
Legousia speculum-veneris<br />
Adonis annua<br />
Centaurea cyanus<br />
Consolida regalis<br />
Agrostemma githago<br />
Matricaria chamomilla<br />
Transizione vegetazione autogama e/o<br />
anemogama con entomogama<br />
Silene alba
Conclusioni<br />
L’impatto estetico e multifunzionale di un ambiente urbano ha<br />
come aspetto cruciale non il “se” ma il “come” viene gestita la<br />
<strong>flora</strong> spontanea<br />
Flora spontanea come “costo” ma anche “risorsa” come<br />
potenziale fonte di “fruibilità ecologica” dell’ecosistema ecosistema urbano
Il benessere <strong>ed</strong> in generale la “qualità <strong>della</strong> vita”<br />
dipendono anche da come l’uomo l<br />
e la vegetazione si<br />
integrano vicendevolmente<br />
Flora urbana…. . sempre “malerbe” o talvolta spunti di<br />
“riflessione ecologica”
Grazie per l’attenzione!