Ghiaroni-Giulia-Violenza-assistita-intrafamiliare
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Health Organization ), che include sia le forme di violenza intrafamiliare sia quelle extrafamiliari: “per abuso all’infanzia e maltrattamento devono intendersi tutte le forme di cattiva salute fisica e/o emozionale, abuso sessuale, trascuratezza o negligenza o sfruttamento commerciale o altro che comportano un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per la sua sopravvivenza, per il suo sviluppo o per la sua dignità nell’ambito di una relazione caratterizzata da responsabilità, fiducia o potere” (Di Blasio, Rossi, 2004, p.9) La violenza perpetrata durante l’infanzia viene suddivisa, nel 1991, dal Child Protection Register, in quattro grandi categorie prevalenti: abuso sessuale, maltrattamento fisico, maltrattamento psicologico, trascuratezza (Di Blasio, Rossi, 2004). Nel dettaglio, - per abuso sessuale si intende il coinvolgimento di un minore in atti sessuali che presuppongono sempre la violenza, lo sfruttamento sessuale di un bambino o adolescente dipendente e/o immaturo sul piano dello sviluppo, la prostituzione infantile e la pornografia. Le manifestazioni dell’abuso sessuale possono essere molteplici: atti di libidine occasionali (carezze, esibizionismo, ecc…), atti di libidine reiterati, violenza sessuale assistita, induzione alla visione di materiale pornografico, rapporti sessuali (genitali, anali, orali), avvio alla prostituzione, utilizzo del bambino per la produzione di materiale pornografico; - per maltrattamento fisico si intende la presenza di un danno fisico o il fallimento nel prevenirlo dovuto ad aggressioni fisiche, maltrattamenti, punizioni corporali o gravi attentati all’integrità fisica e alla vita, quali avvelenamenti intenzionali, soffocamento, sindrome di Munchausen per procura 1 , omicidio o danni determinati da ostilità tra gruppi e da pratiche rituali; - per maltrattamento psicologico si intende una relazione emotiva inappropriata e dannosa, caratterizzata da pressioni psicologiche, ricatti affettivi, indifferenza, rifiuto, denigrazione e svalutazioni che danneggiano o inibiscono lo sviluppo di competenze cognitivo-emotive fondamentali, quali l’intelligenza, l’attenzione, la percezione, la memoria. Il maltrattamento psicologico viene espresso attraverso 1 Sindrome di Munchausen per procura: forma di abuso nella quale il genitore sottopone il proprio figlio a continue visite mediche, accertamenti e cure inopportune per sintomi o malattie da lui inventati o indotti (Depalmas, Cilio, 2012). 4
varie forme: critiche, ironia, sarcasmo, disprezzo e angherie ripetute e continue, modalità verbali fortemente svalutanti e sadiche, coinvolgimento del bambino in conflitti e ideazioni patologiche. Un’altra grave forma di maltrattamento psicologico è costituita dall’esposizione alla violenza domestica e alla grave conflittualità della coppia genitoriale (violenza assistita intrafamiliare); - per trascuratezza si intende la grave e/o persistente omissione di cure nei confronti del bambino, il fallimento nel proteggerlo dall’esposizione a qualsiasi genere di pericolo, incluso il freddo e la fame, o gli insuccessi in alcune importanti aree dell’allevamento, che hanno come conseguenza un danno significativo per la salute o per sviluppo durante la crescita, in assenza di cause organiche. Si possono, inoltre, includere in questa forma di maltrattamento infantile le discriminazioni o la trascuratezza selettiva di tipo sociale e culturale, dovuta all’appartenenza a specifici gruppi minoritari. Le manifestazioni della lieve o grave trascuratezza sono: scarsa cura o gravi carenze nel vestiario, nella pulizia, nell’alimentazione e nella sorveglianza, denutrizione, carente o assente assistenza medico-sanitaria, abbandono o elusione dell’obbligo scolastico. (Di Blasio, Rossi, 2004; Siddi, Rollo, 2008). Tali forme di maltrattamento difficilmente si presentano singolarmente: nella maggior parte dei casi, infatti, in seguito all’osservazione del bambino vengono rilevate più forme contemporaneamente. Si può quindi parlare di caratteristiche multiformi dei maltrattamenti. A tal proposito, è stata introdotta la nozione di Esperienze Sfavorevoli Infantili (ESI), con la quale si sottolinea l’insieme di situazioni negative vissute dal bambino, siano esse di carattere cronico o meno, che comprendono tutte le forme di abuso all’infanzia subite sia in maniera diretta (abuso sessuale, maltrattamento fisico e/o psicologico e trascuratezza), sia in maniera indiretta, quelle cioè che contribuiscono a rendere l’ambiente familiare non sicuro e inadatto ad un corretto sviluppo del bambino. Esempi di ESI indirette sono l’alcolismo, le tossicodipendenze, le malattie psichiatriche e gli episodi di violenza assistita (Felitti et al., 2001). La violenza assistita intrafamiliare viene, infatti, definita come l’esposizione intenzionale del minore ad atti di violenza fisica, psicologica, sessuale o trascuratezza, 5
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varie forme: critiche, ironia, sarcasmo, disprezzo e angherie ripetute e continue,<br />
modalità verbali fortemente svalutanti e sadiche, coinvolgimento del bambino in<br />
conflitti e ideazioni patologiche. Un’altra grave forma di maltrattamento<br />
psicologico è costituita dall’esposizione alla violenza domestica e alla grave<br />
conflittualità della coppia genitoriale (violenza <strong>assistita</strong> <strong>intrafamiliare</strong>);<br />
- per trascuratezza si intende la grave e/o persistente omissione di cure nei<br />
confronti del bambino, il fallimento nel proteggerlo dall’esposizione a qualsiasi<br />
genere di pericolo, incluso il freddo e la fame, o gli insuccessi in alcune<br />
importanti aree dell’allevamento, che hanno come conseguenza un danno<br />
significativo per la salute o per sviluppo durante la crescita, in assenza di cause<br />
organiche. Si possono, inoltre, includere in questa forma di maltrattamento<br />
infantile le discriminazioni o la trascuratezza selettiva di tipo sociale e culturale,<br />
dovuta all’appartenenza a specifici gruppi minoritari. Le manifestazioni della<br />
lieve o grave trascuratezza sono: scarsa cura o gravi carenze nel vestiario, nella<br />
pulizia, nell’alimentazione e nella sorveglianza, denutrizione, carente o assente<br />
assistenza medico-sanitaria, abbandono o elusione dell’obbligo scolastico.<br />
(Di Blasio, Rossi, 2004; Siddi, Rollo, 2008).<br />
Tali forme di maltrattamento difficilmente si presentano singolarmente: nella<br />
maggior parte dei casi, infatti, in seguito all’osservazione del bambino vengono rilevate<br />
più forme contemporaneamente. Si può quindi parlare di caratteristiche multiformi dei<br />
maltrattamenti.<br />
A tal proposito, è stata introdotta la nozione di Esperienze Sfavorevoli Infantili (ESI),<br />
con la quale si sottolinea l’insieme di situazioni negative vissute dal bambino, siano<br />
esse di carattere cronico o meno, che comprendono tutte le forme di abuso all’infanzia<br />
subite sia in maniera diretta (abuso sessuale, maltrattamento fisico e/o psicologico e<br />
trascuratezza), sia in maniera indiretta, quelle cioè che contribuiscono a rendere<br />
l’ambiente familiare non sicuro e inadatto ad un corretto sviluppo del bambino. Esempi<br />
di ESI indirette sono l’alcolismo, le tossicodipendenze, le malattie psichiatriche e gli<br />
episodi di violenza <strong>assistita</strong> (Felitti et al., 2001).<br />
La violenza <strong>assistita</strong> <strong>intrafamiliare</strong> viene, infatti, definita come l’esposizione<br />
intenzionale del minore ad atti di violenza fisica, psicologica, sessuale o trascuratezza,<br />
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