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URBS-CIVITAS-THERMAE

Tesi di laurea magistrale di Armando Zappalà e Giovanni Matteo Cudin

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1<br />

<strong>URBS</strong>-<strong>CIVITAS</strong>-<strong>THERMAE</strong><br />

NUOVE PROSPETTIVE PER LE CITTÀ TERMALI DI ABANO TERME E MONTEGROTTO TERME


A cura di:<br />

con la supervisione di:<br />

Giovanni Matteo Cudin<br />

Armando Zappalà<br />

Giulio Ernesti<br />

Sara Marini


La città da sempre è stata macchina<br />

regolatrice di idiorritmi:<br />

attraverso dispositivi fisici e spaziali,<br />

giuridici e istituzionali, ha<br />

costantemente trasformato i diversi<br />

idiorritmi in articolate, spesso assai<br />

complesse, relazioni spaziali, economiche<br />

e sociali. Ciò che lungo la<br />

storia della città cambia è il senso<br />

e il ruolo regolatore di ciascun<br />

dispositivo, ed è anche attraverso<br />

quest’azione regolatrice che la città<br />

è stata di volta in volta macchina di<br />

integrazione o di esclusione sociale.<br />

B. Secchi, La città dei ricchi e la città dei poveri


SOMMARIO<br />

01<br />

02<br />

03<br />

04<br />

05<br />

06<br />

07<br />

08<br />

09<br />

10<br />

11<br />

12<br />

INTRODUZIONE<br />

LE CITTÀ E IL TERMALISMO<br />

L’EVOLUZIONE DELLA CITTÀ TERMALE NELLA STORIA<br />

LE TERME DAL 1991 AL 2014<br />

LE CITTÀ TERMALI ITALIANE<br />

LA STORIA DI ABANO TERME<br />

LA STORIA DI MONTEGROTTO TERME<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

CONCLUSIONE<br />

BIBLIOGRAFIA


INTRODUZIONE L’urbanistica delle città termali un tempo al centro di<br />

politiche e incentivi statali, ora si ritrova a essere una<br />

mera questione di standard e di bassa qualità progettuale,<br />

inserita in una logica di formazione della città,<br />

che non segue più i criteri post rivoluzione industriale.<br />

Eppure continuiamo a ragionare in un’ottica di standard<br />

e parcellizzazione del territorio. Nelle pagine seguenti<br />

sono riportate alcune riflessioni fatte a seguito di una<br />

lunga indagine condotta nell’area dei comuni di Abano<br />

Terme e Montegrotto Terme. In questo testo viene proposta<br />

una diversa organizzazione dei processi formativi<br />

dei piani urbanistici, cercando di risolvere le problematiche<br />

relative al rapido cambiamento della società odierna<br />

scegliendo un approccio che miri a produrre scenari<br />

che fungano da valide alternative alla realtà attuale.<br />

Il dialogo avuto sia con la popolazione che con l’amministrazione,<br />

ha palesato quelle che fossero le necessità<br />

e le richieste dei luoghi e di chi li abita. Si sottolinea<br />

così l’importanza di scegliere un approccio che preveda<br />

logiche d’integrazione, coinvolgimento dei cittadini<br />

e di chi vive i luoghi. Questi ultimi, attori fondamentali<br />

al fine della costruzione del territorio e valide risorse<br />

da utilizzare per la formazione degli strumenti urbanistici.<br />

Gli scenari prodotti sono frutto di analisi che hanno<br />

permesso di approfondire gli aspetti caratterizzanti<br />

dei due comuni termali. Non soffermandosi solamente<br />

a tecnicismi, ma spingendosi verso ipotesi di revisione<br />

della normativa vigente in merito alla formazione dei<br />

piani urbanistici, approfondendo l’aspetto della partecipazione<br />

da parte dei cittadini, delle comunità straniere<br />

e di tutti gli attori coinvolti in questo processo di cambiamento.<br />

Il fine dell’elaborato non è stato quello di produrre<br />

progetti, ma scenari capaci di stimolare riflessioni<br />

e dibattiti tra amministrazioni, cittadinanza e attori locali<br />

secondo un’ottica progettante e corale.<br />

9


LE CITTà E IL TERMALISMO 11<br />

LE CITTÀ E IL TERMALISMO<br />

IL CULTO DEL BENESSERE NELLA STORIA


12<br />

LE CITTà E IL TERMALISMO


LE CITTà E IL TERMALISMO 13<br />

Sir Lawrence Alma-Tadema,<br />

The Frigidarium,<br />

1980, olio su tela<br />

Per parlare della storia del termalismo e del progredire<br />

delle conoscenze relative alle proprietà terapeutiche<br />

delle acque minerali e del loro impiego nel corso dei<br />

secoli, si deve prima di tutto considerare la peculiarità<br />

del rapporto dell’uomo con l’acqua, indagando in particolare<br />

le motivazioni del fenomeno per il quale l’uomo<br />

ha, da sempre, ricercato la salute ed il benessere in<br />

questo elemento. L’acqua non è solo il costituente corporeo<br />

prevalente, ma anche oggetto simbolico, valore<br />

culturale. Alle fonti sono ancora legati i pellegrinaggi di<br />

cura, fenomeni di culto legati a figure sante o divine, al<br />

soggiorno termale si accompagna, oggi più che mai, la<br />

ricerca del benessere psichico e spirituale. Anche oggi,<br />

pur nell’utilizzo termale più moderno e scientifico, non<br />

è possibile scindere, o per meglio dire “sezionare”, l’intervento<br />

medico-tecnico dall’approccio spirituale. Questa<br />

necessità si manifesta ancora oggi nel termalismo<br />

che mantiene, pur nell’impostazione medico-scientifica<br />

più rigorosa, un indirizzo di approccio globale all’uomo.<br />

Da questa premessa emerge l’importanza e l’attualità<br />

dello studio della storia del termalismo: il ripercorrere<br />

le tappe del rapporto fisico e spirituale dell’uomo con le<br />

fonti termali e i luoghi che sono sorti attorno ad esse.


14<br />

LE CITTà E IL TERMALISMO<br />

Wagner & Debes,<br />

AIX,1914, carta storica<br />

Aix en Provence fu<br />

fondata nel 123 a.C.<br />

L’ingresso alle terme da<br />

libero accesso agli 800<br />

metri quadrati dedicati<br />

al fitness con sauna,<br />

bagno turco, idromassaggio<br />

e piscina esterna.<br />

Attraverso le vetrate e<br />

i pavimenti in vetro si<br />

vedono le vestigia archeologiche<br />

della piscina<br />

romana fatte costruire<br />

da Caïus Sextius<br />

M. Abel, VICHY, 1865,<br />

carta storica idrologica<br />

Napoleone III, contribuì<br />

alla profonda trasformazione<br />

alla città di<br />

Vichy: Allier dotato di<br />

argini, parchi all’inglese,<br />

nuove direttrici urbane,<br />

edificazione di chalet<br />

e ville residenziali. Tra<br />

il Secondo Impero e<br />

la Belle Epoque, Vichy<br />

conoscerà il suo apogeo,<br />

sia in termini di frequentazione<br />

che di sviluppo<br />

architettonico


LE CITTà E IL TERMALISMO 15<br />

Il termalismo è un fenomeno millenario che ha interessato<br />

tutta l’Europa e che ancora oggi per la sua valenza<br />

economica interessa il panorama storico economico<br />

europeo e non solo. Inoltre è una tematica sempre più<br />

attuale in quanto la cura del corpo e il culto del benessere<br />

sono ritornati a rappresentare un’esigenza sempre<br />

più presente nel turismo odierno. Per poter al meglio<br />

descrivere il fenomeno bisogna innanzitutto distinguere<br />

le città a struttura e finalità monofunzionale, dai luoghi<br />

del termalismo vero e proprio. Luoghi nei quali l’industria<br />

della salute e del lavoro si affianca ad altre risorse,<br />

come ad esempio, Castellamare, Tivoli, Monticelli.<br />

Dal punto di vista della forma urbana, si possono individuare<br />

diverse morfologie, la città circolare, di cui è un<br />

esempio Aix in Provenza dove la viabilità radiale si ramifica<br />

permettendo una connessione dal centro ad ogni<br />

punto del perimetro urbano, rispondendo così positivamente<br />

alle esigenze di pedonalizzazione. Vi sono inoltre<br />

le città longitudinali, dove il fiume o il rettilineo stradale<br />

diventano i generatori del complesso urbano, ad esempio<br />

Vichy, Vittel, Chianciano e Montecatini. In una vasta<br />

schedatura degli organismi termali, città come Abano<br />

e Montegrotto si distinguono per la loro individualità; la<br />

realtà albergo-stabilimento termale diventano la struttura<br />

portante dell’organizzazione del territorio, creando<br />

delle località in cui tutti i servizi, da quelli della cura<br />

a quelli ricreativi e della socialità, sono centralizzati. Lo<br />

stabilimento termale diventa così quasi un luogo sacro<br />

per il corpo e per la mente, correlato da simbologie e<br />

gestualità di rito, una sorta di mescolanza tra medicina<br />

e sacralità che storicamente trovano fondamento nel<br />

passato delle terme romane oppure nell’adozione di tipologie<br />

architettoniche analoghe a quelle dei templi cristiani<br />

come a Mont-Dore, Baragge oppure a gallerie,<br />

navate come nel caso di Bad Kissingen. Per sottolineare<br />

che la sacralità riferita a questi luoghi non è casuale,<br />

basta ricordare che la chiesa di Santa Maria degli<br />

Angeli era la sala principale delle terme di Diocleziano.<br />

Alla base della struttura urbanistica dei complessi ter-


16<br />

LE CITTà E IL TERMALISMO<br />

Foto dell’ingresso degli<br />

stabilimenti termali a Le<br />

Mont Dore, 1990<br />

I resti delle antiche<br />

terme si possono ancora<br />

ammirare all’interno<br />

delle Thermes du Mont<br />

Dore, un complesso termale<br />

in grado di offrire<br />

un’ampia gamma di<br />

trattamenti curativi. Le<br />

Terme sono affascinanti<br />

e ricordano un passato<br />

di grande splendore:<br />

costruite tra il 1817 e il<br />

1823 in stile neo-bizantino,<br />

sono ancor oggi perfettamente<br />

funzionanti<br />

Foto delle terme di Diocleziano,<br />

1990<br />

Le terme di Diocleziano<br />

(thermae Diocletianae<br />

), le più grandi Terme<br />

della Roma antica, si<br />

trovavano tra le attuali<br />

piazza della Repubblica,<br />

piazza dei Cinquecento,<br />

via Volturno e via XX<br />

Settembre, in un’ampia<br />

area in cui sono ancora<br />

conservati cospicui resti


LE CITTà E IL TERMALISMO 17<br />

mali sette-ottocenteschi vi è invece la cultura razionale<br />

basata sull’igienismo medico oltre alla moda della vacanza,<br />

infatti le città termali sono le prime città dedicate<br />

allo svago e al benessere, contrapposte alle città del<br />

lavoro. Diventano i luoghi della guarigione e quindi del<br />

benessere, della socializzazione e della felicità. Diventano<br />

quindi città taumaturgiche e non solo per quanto<br />

riguarda il benessere fisico ma anche per il benessere<br />

mentale che riescono a donare. Nella realtà dei Bagni di<br />

Montecatini come non ricordare il Teatro Kursaal, oppure<br />

il Kursaal di Abano Terme con casinò annesso, quale<br />

struttura dalle molteplici funzioni, tra le quali il gioco e<br />

lo svago mondano, capace di rispondere a pieno a quella<br />

che era la ventata vitalistica da anteporre alla fase di<br />

malattia in questi luoghi. Un aspetto da evidenziare nella<br />

formazione di questi stabilimenti termali, è che spesso<br />

queste città possiedono un “disegno d’autore”, ossia<br />

il progetto originale risale alla volontà o alla decisione<br />

di un sovrano, ad un imprenditore lungimirante, oppure<br />

ad un architetto. Ad esempio il granduca Pietro Leopoldo<br />

per Montecatini, la duchessa Maria Luigia per Tabiano,<br />

Napoleone per Vichy oppure l’architetto Giuseppe<br />

Jappelli per Abano Terme. Di conseguenza la realtà urbana<br />

si forma per una sommatoria di diverse componenti<br />

architettoniche e gli spazi aperti diventano anch’essi<br />

architetture finite. All’inizio si trova il connubio<br />

albergo-stabilimento termale a cui si aggiungono successivamente<br />

altri servizi come, nel caso del Kursaal di<br />

Abano Terme, il casinò. Di conseguenza l’albergo diventa<br />

una trasposizione della villa per villeggiatura sei-settecentesca,<br />

inoltre lo stabilimento termale diventa il primo<br />

esempio di fabbrica per il benessere del corpo che<br />

vedrà il suo sviluppo più tardi con l’evoluzione dell’industria<br />

del turismo, scegliendo come stile quello Neoclassico.<br />

Il disegno urbanistico, si completa con altre strutture<br />

quali la chiesa, la piazza e più tardi con la ferrovia<br />

e la stazione. Tra le strutture architettoniche da ricordare<br />

vi sono il porticato e il colonnato, capaci di fornire<br />

percorsi urbani attrezzati e protetti. Tra gli schemi ur-


18<br />

LE CITTà E IL TERMALISMO<br />

Foto del casinò Kursal di<br />

Montecatini Terme, 1907<br />

Nel 1907 il Kursaal<br />

diventa il simbolo del<br />

costume di una epoca<br />

con il suo stile Liberty. Il<br />

teatro ebbe la sua vera<br />

consacrazione nel 1910<br />

con la rappresentazione<br />

de “ Lo Sciopero delle<br />

Acque “ di Gioacchino<br />

Forzano, lavoro teatrale<br />

con tematica sulle<br />

Acque Termali<br />

Autore sconosciuto, City<br />

of Bath, piano del XVIII<br />

secolo, 1780<br />

Bath è una città inglese.<br />

Il suo nome prende<br />

origine dai bagni romani,<br />

in inglese “bath”. Le sue<br />

terme sono le uniche<br />

terme naturali del<br />

Regno Unito. La costruzione<br />

dell’attuale centro<br />

storico avvenne nel XVIII<br />

secolo, in stile Georgiano,<br />

per soddisfare<br />

il crescente bisogno di<br />

benessere e comfort da<br />

parte dei visitatori delle<br />

terme


LE CITTà E IL TERMALISMO 19<br />

bani più esemplificativi vanno ricordati quelli di Montecatini<br />

e di Abano, uno dell’ing. Antonio Capretti del 1787<br />

e l’altro dell’arch. Giuseppe Jappelli del 1825. Nella prima<br />

conformazione urbana di Montecatini l’importanza<br />

della strada regia che collegava alle Terme Leopoldine è<br />

esplicitata nel disegno urbano. Infatti nell’Ottocento intorno<br />

a questa spina viaria si aggiungeranno la chiesa<br />

(1833) e la ferrovia (1853).<br />

Fin dall’inizio le località termali sette-ottocentesche<br />

scelgono come criterio il “fuori scala” anticipando un<br />

effetto urbano che giustifica l’appellativo ville d’eaux. Il<br />

primo esempio in Europa è Bath , la città d’acque-museo<br />

che nel 1987 è stata dichiarata d’interesse mondiale.<br />

Progettata da John Wood e suo figlio, viene immaginata<br />

dal padre in un primo momento con una pianta<br />

con un foro reale, un grande circo ginnasio di natura<br />

imperiale. Il figlio li realizza tra il 1750 e il 1770, oltre al<br />

Circus di forma rotonda realizza, con una forma semiellittica,<br />

il Royal Crescent, una grande piazza che si allarga<br />

in direzione della valle dell’Avon. Un progetto che<br />

sottolinea un forte rapporto tra natura e architettura.<br />

La città d’acque per eccellenza però è in Francia a<br />

Vichy, che nel 1812 Napoleone volle fosse decorata<br />

con fontane e con una passeggiata segnata da filari<br />

di platani e tigli, al fine di congiungere Sources<br />

Chomel e Hopital ai bagni distanti 400 metri.<br />

Le decisioni importanti sul termalismo risalgono al<br />

Secondo Impero. Nel 1861 Napoleone III introdusse<br />

per decreto tutte le misure per la definizione del complesso<br />

termale di Vichy all’interno di un parco sulle rive<br />

dell’Allier. Questa concezione del luogo termale capace<br />

di coniugare natura e architettura, era già presente nel<br />

disegno dello Jappelli che potrebbe essere considerata<br />

una pianificazione lungimirante. L’architetto sovrapponeva<br />

all’antico impianto settecentesco un enorme parco<br />

all’inglese, all’interno dello stabilimento all’Orologio.<br />

C’è già in questa proposta seppur non realizzata,<br />

la convinzione che l’architettura dovesse fondersi con<br />

la natura, dando vita così ad un progetto globale di cit-


20<br />

LE CITTà E IL TERMALISMO<br />

Foto degli stabilimenti<br />

termali di Marienbad,<br />

2000<br />

In Boemia il triangolo<br />

formato da Karlovy Vary,<br />

Františkovy Lázne e<br />

Marienbad, si trova in<br />

una vasta area termale.<br />

Nei suoi dintorni si trovano<br />

circa 160 sorgenti<br />

termali, e circa 50 sono<br />

nella città stessa.<br />

Il centro di questa<br />

cittadina è costellato<br />

di sfarzose casette a<br />

schiera e pomposi edifici<br />

ottocenteschi<br />

Martigny les Bains,<br />

cartolina storica “Le Gare-Train<br />

des eaux”,1851<br />

Il turismo curativo e<br />

ricreativo, che raggiungerà<br />

il suo culmine nel<br />

primo decennio del XX<br />

secolo, venne sostenuto<br />

dalla rete ferroviaria,<br />

come ad esempio la<br />

linea dell’acqua in Francia<br />

“Train des eaux”,che<br />

consentiva a migliaia di<br />

persone di raggiungere<br />

la destinazione di cura,<br />

in cui natura e architettura<br />

si fondevano in<br />

modo armonioso


LE CITTà E IL TERMALISMO 21<br />

tà termale. Infatti per tutto l’Ottocento e il Novecento<br />

le città termali si svilupparono attraverso il connettivo<br />

del verde,la presenza inoltre dell’elemento acquatico,<br />

attraverso fontane enfatiche, nelle trinkhalle o buvettes<br />

rappresentavano l’altro elemento cardine, l’acqua e il<br />

passaggio dei fiumi adiacente agli stabilimenti contribuiva<br />

ad accrescere il significato pittorico del paesaggio<br />

composto. Città che vivono continuamente la contrapposizione<br />

tra agreste e urbanizzato. Ad esempio in Boemia<br />

Marienbad che nel 1817 aveva già un progetto di<br />

città giardino, con la natura che prevale sul costruito.<br />

Baden Baden è un esempio di città termale aperta, infatti<br />

il costruito si sfuma all’interno della foresta Nera<br />

con un passaggio naturale tra verde progettato e natura<br />

selvatica. Tutto corredato da percorsi che attraversano<br />

città e natura selvaggia permettendo al visitatore<br />

di passeggiare per ore in un continuum urbano. I grandi<br />

investimenti effettuati in Francia nelle città termali<br />

come nel resto d’Europa risalgono al 1870-80 con lo svilupparsi<br />

delle reti viarie e delle ferrovie. In Francia tra il<br />

1890 e il 1915 il grande sviluppo delle città termali è riscontrabile<br />

anche attraverso l’elevata frequenza di treni<br />

come l’Express des Pyrenes e le Train des eaux. Nella<br />

Gazette des Eaux il 15 settembre 1881, viene descritta la<br />

città d’acqua ideale, dando così inizio alla fase dei pergolati,<br />

delle gallerie metalliche e al gusto Art Nouveau,<br />

prevalgono un gusto esotico e lussureggiante da paesi<br />

caldi. È la moda del colonialismo che si sovrappone a<br />

quella del Secondo Impero, allo stile Charles Garnier<br />

oltre che al recupero dello stile pompeiano. Una ricerca<br />

di nuovi materiali, ad esempio la ghisa, danno vita ad<br />

una nuova architettura e urbanistica con diverse denominazioni<br />

dall’Art Nouveau, Liberty allo Jugendstil ben<br />

rappresentativi della nuova classe borghese. Influente<br />

è la lezione della Wagnerschule che oltre a progettare<br />

edifici si concentra su piani articolati e complessi<br />

termali con ispirazione esoterica. La cittadella ideale<br />

a sfondo simbolico di Otto Wytrlik sottolinea come in<br />

mitteleuropa prevalgano ingredienti architettonici lai-


22<br />

LE CITTà E IL TERMALISMO<br />

Foto dell’ingresso del<br />

palazzo delle terme<br />

Berzieri, 1990<br />

Il Palazzo delle Terme<br />

Berzieri, simbolo del<br />

termalismo europeo è<br />

stato dedicato al medico<br />

Lorenzo Berzieri, il primo<br />

che fece uno studio<br />

sistematico sulle proprietà<br />

terapeutiche delle<br />

acque salsobromojodiche.<br />

Fu ideato all’inizio<br />

del 1900 nella stessa<br />

area delle saline farnesiane,<br />

che ospitarono il<br />

vecchio stabilimento di<br />

cure datato 1860<br />

Cartolina storica della<br />

città di Chianciano, 1940<br />

Nel 1940 a Chianciano<br />

le terme divennero<br />

demaniali; fu progettato<br />

un nuovo piano regolatore<br />

(architetti Loreti e<br />

Marchi dei quali è anche<br />

il disegno del “Salone<br />

delle Feste” e del Salone<br />

di mescita nel parco<br />

Acqua Santa) che è stato<br />

poi modificato nel 1958<br />

dall’Ufficio Tecnico Comunale<br />

di Chianciano ed<br />

approvato nel 1961


LE CITTà E IL TERMALISMO 23<br />

ci, simbolismi floreali, elementi naturali antropomorfizzati.<br />

Una moda che arriva in Italia e il palazzo delle<br />

Terme Berzieri di Salsomaggiore ne è un esempio.<br />

Elementi come portici, colonnati, cupole che rivestono<br />

le fonti e templi diventano consueti oltre alle intitolazioni<br />

a divinità pagane di monumenti ad esempio Igiea ed<br />

Esculapio. Il monumentalismo diventa così un elemento<br />

determinante della città termale che definisce la qualità<br />

urbana. Ad esempio a Salsomaggiore il parco circolare<br />

Regina Margherita disegnato da Giuseppe Roda<br />

nel 1912. Nel 1900 l’industria del turismo che occupa un<br />

posto rilevante nella politica del fascismo, investe grandi<br />

capitali per la valorizzazione dei luoghi termali. Ne<br />

conseguì che nel 1929 Salsomaggiore e nel 1932 Montecatini<br />

ottengono il riconoscimento di città. Nell’ambito<br />

della pianificazione si inserì la legge del 15 aprile del<br />

1926 n.765 riconoscendo che i comuni, le borgate e le<br />

frazioni “ai quali conferiva importanza essenziale nell’economia<br />

locale il concorso dei forestieri in tutte o in alcune<br />

stagioni dell’anno” erano da considerare stazioni<br />

di cura, di soggiorno o di turismo. A queste località in<br />

base all’art. 20 s’imponeva l’elaborazione di piani regolatori<br />

anche nel caso in cui la popolazione non fosse di<br />

diecimila abitanti. Il piano era da attuare ai sensi e per<br />

l’effetto della legge del 25 giugno 1865; inoltre i comuni,<br />

potevano avvalersi per opere di miglioramento, delle<br />

disposizioni risalenti alla legge per il risanamento di<br />

Napoli del 15 gennaio 1885. Negli anni venti grandi investimenti<br />

si accompagnano alla ristrutturazione dei complessi<br />

termali, ad esempio a Chianciano la zona termale<br />

ormai sopravanzava quella del centro storico. Inoltre lo<br />

Stato impose lo sviluppo e la promozione termale nello<br />

spirito della specializzazione curativa anticipando lo sviluppo<br />

di tale settore. Infatti la prima proposta di legge<br />

che garantiva l’assistenza termale ai lavoratori parastatali<br />

risale al 1939. Nelle aziende di Stato si inserì anche<br />

Castrocaro la prediletta di Mussolini, per anni questa<br />

città termale si trovò al centro di relazioni politiche<br />

internazionali e si trasformò in una sorta di foresteria


24<br />

LE CITTà E IL TERMALISMO<br />

Plastico del piano<br />

particolareggiato di G. e<br />

A. Samonà per l’area di<br />

Commordino, Sciacca,<br />

1972-1975<br />

Giuseppe Samonà agli<br />

inizi degli anni Settanta<br />

riceve l’incarico dall’amministrazione<br />

comunale<br />

di Sciacca della<br />

redazione di un piano<br />

di sistemazione urbanistica<br />

delle zone termali<br />

e dell’area di Cammordino,<br />

nell’ambito della<br />

quale si prevedono la<br />

realizzazione di strutture<br />

alberghiere e per il tempo<br />

libero e di un teatro<br />

E. Fonné, piano per la<br />

città di Aix les Bain,<br />

Biblioteca Nazionale di<br />

Francia, 1907<br />

Aix les Bains fu una delle<br />

città principali dell’antica<br />

provincia di Savoia.<br />

Vi si conserva un grande<br />

stabilimento termale<br />

che sfruttava le sorgenti<br />

calde. Nel cuore storico<br />

sono ancora visibili i<br />

lussuosi alberghi di un<br />

tempo: lo Splendide, il<br />

Royal e il Bernascon.<br />

Notevole il fastoso Casino<br />

Grand Cercle, che<br />

ospita un teatro romantico<br />

alla francese


LE CITTà E IL TERMALISMO 25<br />

di lusso per gli ospiti del Duce. Negli ultimi decenni le<br />

città termali a fronte di un’espansione edilizia quantitativa<br />

e incontrollata, hanno scelto per l’adeguamento<br />

delle strutture termali professionisti di chiara fama.<br />

Vittoriano Viganò a Salsomaggiore, Pier Luigi Nervi a<br />

Chianciano, Luigi Moretti a Fiuggi oltre alle terme Zoja<br />

di Franco Albini, sottolineano la svolta verso un termalismo<br />

assistenziale tra gli anni cinquanta e sessanta. Con<br />

un piano particolareggiato per Sciacca Terme, Giuseppe<br />

e Alberto Samonà tentarono di riformulare un codice<br />

urbanistico adeguato alla specificità del luogo di cura.<br />

Anche in Francia vi furono massicci interventi di ristrutturazione<br />

dei complessi termali dopo la crisi del<br />

1976. Ma soprattutto in Germania che negli anni Ottanta<br />

si sperimenta in chiave postmoderna la più recente<br />

progettazione termale, come ad esempio ad Aalen o a<br />

Baden Baden. In Francia l’industria del termalismo si<br />

avvale di 140 stabilimenti ripartiti in 40 dipartimenti e<br />

non tutti con lo stesso ordinamento giuridico. Ne conseguì<br />

una mancanza di coesione sia sul piano della ricerca<br />

scientifica che sul piano degli investimenti e delle<br />

promozioni. A Vichy ad esempio la decadenza termale è<br />

stata compensata da altri turismi a carattere congressuale,<br />

sportivo e culturale. Il numero dei curisti calcolato<br />

in 29.000 nel 1958, è sceso a 13.000 nel 1983, assestandosi<br />

a 12.784 nel 1991 e 13.999 nel 1992. La maggior<br />

affluenza dei curisti francesi si riscontra ad Aix le Bains.<br />

Aix le Bains vantava 45.321 unità nel 1991 e 44.135 nel<br />

1992. La stessa città ne vantava 47.00 già nel 1978. Si<br />

può concludere che le villes d’eaux francesi sono polivalenti<br />

in quanto accumulano diverse tipologie e flussi<br />

turistici. In Germania la cura non è limitata alla sola rimessa<br />

in forma degli utenti, infatti riconoscendo i benefici<br />

dell’ambiente esterno questo viene quindi progettato<br />

e regolamentato. Ecco perché questi centri termali<br />

mantengono una connotazione architettonica, urbana e<br />

ambientale di elevata qualità, avvalendosi di diverse alternative<br />

da proporre, dalla cultura all’enogastronomia.<br />

Negli anni Ottanta sono stati creati in Germania nuo-


26<br />

LE CITTà E IL TERMALISMO<br />

Wagner & Debes, cartografia<br />

storica di Baden<br />

Baden, 1913<br />

I Romani la chiamarono<br />

la città “Aquae Aurelie”.<br />

Baden-Baden, piena di<br />

parchi e giardini invita il<br />

visitatore a delle piacevoli<br />

passeggiate. Particolarmente<br />

amata dai<br />

russi nel passato ancora<br />

oggi questi, costituiscono<br />

con 30-40.000<br />

visitatori all’anno, una<br />

delle fonti di entrata più<br />

cospicue per i negozianti<br />

della città<br />

Wagner & Debes, cartografia<br />

storica di Wiesbaden<br />

1905<br />

Wiesbaden è nota per<br />

essere una delle più<br />

antiche città termali<br />

d’Europa, con 26 sorgenti<br />

termali calde ed<br />

una fredda. Alla fine<br />

dell’Ottocento risalgono<br />

alcuni quartieri residenziali,<br />

ai quali si sono<br />

aggiunti numerosi edifici<br />

pubblici come il palazzo<br />

delle terme (Kurhaus)<br />

con annesso parco, il<br />

teatro di Stato dell’Assia,<br />

la chiesa Marktkirche,<br />

ecc.


LE CITTà E IL TERMALISMO 27<br />

vi quartieri termali correlati da verde e parchi. Queste<br />

aree si riuniscono in uno stabilimento composto da: un<br />

ospedale termale, case di cura e cliniche con servizi di<br />

cure paratermali. Nei grandi centri come Baden Baden<br />

e Wiesbaden questi quartieri sono rimasti marginali, un<br />

satellite della città. Altri sono sorti più o meno recentemente<br />

come Limen ad Aalen in precedenza a vocazione<br />

agricolo mineraria e che invece hanno avuto maggior<br />

successo con gli investimenti rivolti al termalismo. Una<br />

città modello è Baden Baden, al più alto livello di classificazione,<br />

che fino dal 1958, a seguito di un calo delle<br />

presenze ha rivisto il suo programma di pianificazione<br />

a lungo termine. Punto di forza di questa cittadina termale<br />

è stato il restauro del centro storico sia quello di<br />

origine medioevale che quello Novecentesco. Inoltre<br />

propone una infinita lista di attività collaterali alla cura<br />

e al benessere come mostre, eventi musicali e casinò,<br />

dai quali riesce a ricavare introiti. In conclusione anche<br />

per le nostre città termali ciò che vale è una ricerca di<br />

salubrità non solo atmosferica ma anche del segno, città<br />

belle, modelli di ambiente ecologicamente preservato<br />

ed esteticamente incisivo. Il “bello” è terapeutico e<br />

dunque nostro dovere ricercare tale bellezza nelle nostre<br />

città e nel nostro modo di amministrarle, ancora<br />

di più se questi centri urbani hanno come peculiarità<br />

quella di curare e dare benessere alle persone, siano<br />

esse residenti o turisti. Città capaci di trasformarsi dinamicamente<br />

a seconda delle richieste del pubblico,<br />

creando eventi culturali e turistici, valorizzando e non<br />

solo conservando staticamente l’esistente, in un’ottica<br />

propositiva ed economicamente competitiva. La città<br />

della salute, non può non tenere conto di questi aspetti<br />

che contribuiscono a creare ambienti coinvolgenti e vivi.


28<br />

L’EVOLUZIONE DELLA CITTà TERMALE NELLA STORIA<br />

L’EVOLUZIONE DELLA CITTÀ<br />

TERMALE NELLA STORIA<br />

UN VIAGGIO ATTRAVERSO IL TEMPO


L’EVOLUZIONE DELLA CITTà TERMALE NELLA STORIA 29


LE TERME CONTEMPORANEE 31<br />

LE TERME DAL 1991 AL 2014<br />

UNO SGUARDO AI PROGETTI EUROPEI


32<br />

LE TERME CONTEMPORANEE<br />

LE HAVRE, FRANCIA<br />

AMÉLIE-LES-BAINS<br />

PALALDA<br />

RIGI KALTBAD, SVIZZERA<br />

VALS, SVIZZERA<br />

MERANO, ITALIA<br />

SALONICCO,<br />

GRECIA


LE TERME CONTEMPORANEE 33<br />

Localizzazione dei centri<br />

termali europei di maggiore<br />

rilievo<br />

Di seguito, per poter meglio chiarire il panorama delle<br />

città termali in Europa, riportiamo alcuni esempi di città<br />

contemporanee che hanno saputo gestire il tema del<br />

termalismo in chiave differente. Gli esempi come quello<br />

di Vals dell’architetto Zumthor e di altre città europee,<br />

portano alla luce che questa tematica è stata, ed è tuttora,<br />

capace di attivare meccanismi di riqualificazione<br />

sia economica che sociale delle aree che la riguardano.<br />

Il fine della raccolta di questi progetti è stata studiare<br />

e divulgare quali siano le metodologie messe in atto in<br />

Europa e non solo. Lo studio delle tecniche ci hanno<br />

permesso di migliorare gli scenari progettuali ipotizzati,<br />

mettendo in pratica i contenuti appresi, attraverso la<br />

lettura critica di questi esempi. La presenza di nuove<br />

progettualità ai giorni nostri, sottolinea l’importanza<br />

della tematica scelta, ma soprattutto sottolinea come<br />

tale tematica possa essere sviluppata e sfruttata a fini<br />

di recupero e riqualificazione sia in chiave urbanistica<br />

che economica.


34<br />

LE TERME CONTEMPORANEE<br />

LE HAVRE 2006-2008<br />

JEAN NOUVEL


LE TERME CONTEMPORANEE 35<br />

Un’architettura monocroma<br />

e monomaterica,<br />

influenzata dalle terme<br />

romane. L’impianto<br />

del complesso viene<br />

scoperto progressivamente<br />

attraverso la<br />

temperatura dell’acqua<br />

e il sapiente uso della<br />

luce zenitale che filtra<br />

all’interno. L’ingresso,<br />

scavato, introduce il<br />

visitatore all’interno di<br />

un ambiente che mescola<br />

diverse tipologie di<br />

linguaggio tra l’immagine<br />

della cittadina di Le<br />

Havre, con i suoi colori e<br />

lo spazio bianco. Un solo<br />

ambiente si distacca dal<br />

bianco attraverso un’esplosione<br />

cromatica:<br />

questa stanza, scavata<br />

all’interno di un volume<br />

adiacente ad una delle<br />

vasche principali, è<br />

dedicata ai bambini. Un<br />

luogo elegante, esternamente<br />

imponente e<br />

scuro, ma internamente<br />

dotato di una complessità<br />

pensata.


36<br />

LE TERME CONTEMPORANEE<br />

RIGI KALTBAD2012<br />

MARIO BOTTA


LE TERME CONTEMPORANEE 37<br />

Un ambiente naturale,<br />

nel quale ha saputo<br />

adattarsi l’idea di un<br />

progetto innovativo. In<br />

stretta relazione sia con<br />

il contesto naturale che<br />

con la piccola realtà<br />

cittadina di Rigi Kaltbad.<br />

Lo spazio diviso in due<br />

parti collegate tra loro:<br />

la prima è la piazza del<br />

paese e i nuovi bagni e<br />

la spa posizionati sotto<br />

di essa. La nuova piazza<br />

viene presentata come<br />

un “giardino minerale”<br />

sulla quale si aprono<br />

otto lucernari, che<br />

durante il giorno riflettono<br />

la luce all’interno<br />

degli spazi del centro<br />

termale sottostante. La<br />

principale ispirazione è<br />

quella della pietra, che<br />

dona all’acqua proprietà<br />

curative. Una miscela di<br />

storia e innovazione capaci<br />

di dare nuovi significati<br />

al sito termale e<br />

rendere più accattivante<br />

l’’offerta termale stessa.


38<br />

LE TERME CONTEMPORANEE<br />

VALS1991-1996<br />

PETER ZUMTHOR


LE TERME CONTEMPORANEE 39<br />

L’esatta origine dei bagni<br />

di Vals non è conosciuta,<br />

ciò che è certo è<br />

che i materiali ceramici<br />

presenti in situ risalgono<br />

alla cultura Crestaula<br />

(1500 - 1300 a.C.). Nel<br />

1991 l’architetto Peter<br />

Zumthor ha realizzato<br />

il progetto che ha fatto<br />

di Vals un esempio per<br />

l’architettura termale di<br />

tutto il mondo. Le terme<br />

di Vals definiscono<br />

“nuove” situazioni che<br />

riguardano la corporeità<br />

ed il coinvolgimento<br />

dei sensi. L’architetto<br />

stesso afferma che: “...i<br />

visitatori avvertono il<br />

significato degli edifici e<br />

sperimentano e percepiscono<br />

molte sensazioni<br />

muovendosi entro gli<br />

spazi in cui è racchiuso<br />

un progetto. Il pubblico<br />

osserva gli ambienti<br />

e ha la sensazione di<br />

conoscerli già ma di non<br />

averli mai visti in questo<br />

modo...”.


40<br />

LE TERME CONTEMPORANEE<br />

MERANO2005<br />

MATTEO THUN


LE TERME CONTEMPORANEE 41<br />

Un cubo trasparente, un<br />

dialogo tra città e campagna,<br />

un collegamento<br />

fluido tra acqua e montagna,<br />

ospita le Terme di<br />

Merano. Il progetto cattura<br />

la bellezza dell’ambiente:<br />

il “paesaggio<br />

artificiale” delle terme<br />

assomiglia al paesaggio<br />

naturale di montagna<br />

circostante. Materiali<br />

naturali non trattati:<br />

legno, granito, inducono<br />

un’esperienza tattile e<br />

sensoriale, indisturbata<br />

dalla tecnologia, che è<br />

presente ma invisibile.<br />

Con un totale di venticinque<br />

piscine e otto<br />

saune, il centro termale<br />

di Merano utilizza moderne<br />

tecniche ambientali<br />

finalizzate al risparmio<br />

energetico ed idrico.<br />

Un impianto di cogenerazione<br />

produce energia<br />

elettrica utilizzando il<br />

calore residuo prodotto<br />

per il riscaldamento del<br />

bagno termale.


42<br />

LE TERME CONTEMPORANEE<br />

AMÉLIE-LES-BAINS2014<br />

FRANCISCO MANGADO


LE TERME CONTEMPORANEE 43<br />

La proposta di ristrutturazione<br />

del centro<br />

termale di Amélie-les-<br />

Bains-Palalda-Montalba<br />

sovrappone una nuova<br />

costruzione, più leggera<br />

di superfici e volumi di<br />

vetro-luce sulle solide<br />

pareti in muratura<br />

di contenimento del<br />

complesso esistente.<br />

“Il punto di partenza<br />

del nostro intervento”,<br />

spiega il brief di<br />

progetto, “è quello di<br />

cercare di rispettare<br />

la vecchia costruzione<br />

dello stabilimento<br />

termale in tutto ciò che<br />

è di natura massiccia<br />

e permanente”…”In<br />

termini concettuali gli<br />

sforzi di progetto hanno<br />

visto la creazione di un<br />

complesso integrato di<br />

cui un’interpretazione<br />

di diversi stili e periodi,<br />

è facilmente riconoscibile<br />

attraverso le forme<br />

architettoniche e materiali.


44<br />

LE TERME CONTEMPORANEE<br />

SALONICCO2013<br />

NOT A NUMBER ARCHITECTS


LE TERME CONTEMPORANEE 45<br />

Il progetto rappresenta<br />

l’idea per un bagno<br />

pubblico sotterraneo<br />

posizionato al di sotto di<br />

una piazza urbana. La<br />

vista non viene frenata<br />

dalla pavimentazione in<br />

quanto il soffitto vetrato<br />

permette di osservare<br />

il sottosuolo. La proposta<br />

mira a ristabilire la<br />

cultura di lunga durata<br />

dei bagni pubblici di<br />

Salonicco come forma<br />

di spazio per la collettività<br />

e socialità. Terme<br />

romane, bagni bizantini<br />

e turchi ottomani sono<br />

ancora evidenti nel tessuto<br />

urbano, una serie<br />

di archi invertiti e cupole<br />

organizzano lo spazio<br />

come un insieme quasi<br />

labirintico, formato da<br />

piscine interconnesse<br />

per i diversi trattamenti<br />

curativi. La sala principale<br />

ha la funzione di<br />

preparare il visitatore<br />

per un’esperienza cerimoniale<br />

di benessere<br />

del corpo.


LE CITTà TERMALI ITALIANE 47<br />

LE CITTÀ TERMALI ITALIANE<br />

L’URBANISTICA DELLE PIÙ FAMOSE CITTÀ DEL BENESSERE


48<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

SALSOMAGGIORE TERME,<br />

PARMA<br />

ABANO TERME E MONTEGROTTO<br />

TERME, PADOVA<br />

MONTICELLI TERME, PARMA<br />

CASTROCARO TERME, FORLÌ-CESENA<br />

BAGNO DI ROMAGNA, FORLÌ-CESENA<br />

MONTECATINI TERME, PISTOIA<br />

CHIANCIANO TERME, SIENA<br />

TIVOLI,<br />

ROMA<br />

FIUGGI, FROSINONE<br />

CASTELLAMMARE DI STABIA,<br />

NAPOLI


LE CITTà TERMALI ITALIANE 49<br />

Localizzazione dei centri<br />

termali italiani di maggiore<br />

rilievo<br />

Le pagine seguenti sono composte da elaborati fatti a<br />

seguito di uno studio basato sulla lettura delle cartografie.<br />

Si può concludere che non si può parlare di un’unica<br />

tipologia di città termale, per i comuni osservati si può<br />

affermare viceversa vi siano delle tipologie ricorrenti fra<br />

le diverse città che possono essere riassunte nelle classificazioni<br />

seguenti. È possibile osservare relazioni morfologico-funzionali<br />

ricorrenti tra le città prese in esame e<br />

il territorio che le circonda, oltre alle relazioni che vi sono<br />

tra le differenti parti che compongono la città termale<br />

stessa: le residenze, gli alberghi, l’impianto termale, le<br />

aree commerciali, le infrastrutture principali. Di conseguenza<br />

è possibile riscontrare delle modalità insediative<br />

tipiche, che sono state determinate dalle relazioni<br />

tra i componenti precedentemente citati, i manufatti urbani,<br />

gli usi della città termale e il territorio. Basandoci<br />

su alcune riflessioni fatte sulle città termali in passato,<br />

attraverso libri e pubblicazioni oltre ad una nostra personale<br />

interpretazione della realtà termale stessa e della<br />

sua composizione, siamo giunti a considerare principalmente<br />

quattro tipologie di città termale ricorrenti: le<br />

terme e il verde, le terme e i confini, le terme e le isole,<br />

le terme e il recupero. Le tipologie che andremo ad analizzare<br />

prendono in esame: l’organizzazione della città<br />

termale, il funzionamento e la morfologia insediativa sia<br />

dell’edificato che delle strutture alberghiere oltre alla<br />

distribuzione sull’area termale e il rapporto con le fonti<br />

termali stesse. Seguiranno delle pagine composte da<br />

tavole confrontabili che evidenziano i caratteri di somiglianza<br />

e differenza tra i diversi comuni presi in esame.


50<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

LA MORFOLOGIA DELLE CITTÀ TERMALI


LE CITTà TERMALI ITALIANE 51<br />

LE TERME CHE SI ISOLANO DALLA CITTÀ<br />

Abano, Montegrotto<br />

LE TERME CHE RECUPERANO LA CITTÀ<br />

Bagno di Romangna<br />

LE TERME E IL VERDE SONO LA CITTÀ<br />

Fiuggi, Chianciano, Montecatini, Salsomaggiore<br />

LE TERME CONFINATE DALLA CITTÀ<br />

Tivoli, Monticelli, Castrocaro, Castellamare di Stabia


52<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

ABANO TERME<br />

21,57 Kmq<br />

0<br />

50<br />

100<br />

200<br />

500<br />

metri<br />

1000<br />

0 20 100<br />

500<br />

metri<br />

10 50<br />

200


LE CITTà TERMALI ITALIANE 53<br />

Abano Grand Hotel, Abano Terme<br />

Queste due realtà termali sono caratterizzate da una<br />

tipologia di strutture ricettive che in linguaggio tecnico<br />

vengono definite “a isola”. Per definire meglio il<br />

termine bisogna spiegare come è strutturato tecnicamente;<br />

l’albergo si insedia in un lotto di grandi dimensioni,<br />

all’interno del quale si trovano: parcheggi, parco<br />

e attrezzature termali, attrezzature sportive, di conseguenza<br />

la struttura ricettiva non ha alcun rapporto con<br />

lo spazio esterno pubblico e di conseguenza collettivo.<br />

La permanenza dell’ospite è pensata in queste realtà<br />

per essere trascorsa integralmente all’interno della<br />

struttura alberghiera. Questa tipologia insediativa non<br />

ha permesso la presenza di elementi che strutturino la<br />

città, in queste città la struttura urbana è caratterizzata<br />

da un’omogeneità di massima. Abano e Montegrotto si<br />

differenziano però nel rapporto tra le aree alberghiere<br />

e quelle residenziali. Ad Abano l’area degli alberghi è<br />

separata da quella residenziale, inoltre la crescita degli<br />

alberghi ha portato ad una incrementale espulsione<br />

della residenza. Ne consegue l’immagine odierna di<br />

Abano dove i servizi principali sono collocati nel centro<br />

della città oltre alla maggior parte degli alberghi,<br />

viceversa se non con alcune eccezioni la residenza è<br />

per lo più all’esterno del centro. A Montegrotto invece i<br />

lotti degli alberghi sono intervallati da aree residenziali<br />

ed aree in procinto di essere edificate. In conclusione<br />

per entrambe le città vale l’affermazione che questo<br />

sviluppo a pezzi e con la componente forte degli alberghi<br />

a isola, ha fatto sì che i luoghi della centralità<br />

e collettività diventassero, viali, percorsi o strade.


54<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

MONTEGROTTO TERME<br />

15,25 Kmq<br />

0<br />

50<br />

100<br />

200<br />

500<br />

metri<br />

1000<br />

0 20 100<br />

500<br />

metri<br />

10 50<br />

200


LE CITTà TERMALI ITALIANE 55<br />

A destra: Hotel Esplanade Tergesteo, Montegrotto Terme.<br />

In basso: Hotel Terme Miramonti, Montegrotto Terme


56<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

BAGNO DI ROMAGNA<br />

233,44 Kmq<br />

0<br />

50<br />

100<br />

200<br />

500<br />

metri<br />

1000<br />

0 20 100<br />

500<br />

metri<br />

10 50<br />

200


LE CITTà TERMALI ITALIANE 57<br />

Il centro della cittadina di Bagno di Romagna è situata<br />

su di una terrazza fluviale, formatasi dopo gli spostamenti<br />

del letto del fiume Savio, in una valle racchiusa<br />

tra rilievi montuosi. La difficile possibilità di espansione,<br />

a causa della condizione morfologico-orografica,<br />

ha fatto sì che lo sviluppo del centro alberghiero sia<br />

avvenuto attraverso un recupero del patrimonio edilizio<br />

situato nel centro storico. Le strutture termali<br />

e ricettive sono situate all’interno degli edifici preesistenti<br />

nell’antico borgo. In questa realtà troviamo<br />

invertito il rapporto tra strutture ricettive, verde e<br />

città. Qui è il sistema dell’edificato a stabilire i luoghi<br />

e le modalità delle relazioni con lo spazio aperto.<br />

Grand Hotel Terme Roseo, Bagno di Romagna


58<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

CHIANCIANO TERME<br />

36,52 Kmq<br />

0<br />

50<br />

100<br />

200<br />

500<br />

metri<br />

1000<br />

0 20 100<br />

500<br />

metri<br />

10 50<br />

200


LE CITTà TERMALI ITALIANE 59<br />

Piazza Italia e Hotel Garden, Chianciano Terme<br />

Il nucleo termale di queste città, si organizza, all’interno<br />

del centro urbano, in una zona ben riconoscibile ed<br />

evidenziata dal verde e dal trattamento a parco che la<br />

contraddistinguono. Il rapporto tra il verde e la città è<br />

importante in quanto è la via prescelta per l’organizzazione<br />

e il funzionamento tra le differenti parti di città.<br />

Il verde (parchi, viali, porticati, piazze etc.) è pensato e<br />

basato su un progetto a lungo periodo, in questo modo<br />

il verde e i suoi elementi, hanno il tempo per poter entrare<br />

in relazione con le parti di città, se non con la<br />

città stessa (come nel caso di Salsomaggiore). Il ruolo<br />

assunto dal verde, dal parco o da elementi analoghi<br />

assume una duplice funzione; quella di organizzare<br />

lo spazio e agevolare le relazioni urbane connettendo<br />

tutta la città. la città di cura era anche il luogo dello<br />

star bene, a contatto con la natura, una città che esprimesse<br />

qualità e benessere per il corpo e lo spirito.


60<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

FIUGGI<br />

33,06 Kmq<br />

0<br />

50<br />

100<br />

200<br />

500<br />

metri<br />

1000<br />

0 20 100<br />

500<br />

metri<br />

10 50<br />

200


LE CITTà TERMALI ITALIANE 61<br />

A destra: Ingreso delle fonti “Acque di Bonifacio VIII”,<br />

Fiuggi<br />

In basso: Best Western Hotel Fiuggi Terme, Fiuggi


62<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

MONTECATINI TERME<br />

17,66 Kmq<br />

0<br />

50<br />

100<br />

200<br />

500<br />

metri<br />

1000<br />

0 20 100<br />

500<br />

metri<br />

10 50<br />

200


LE CITTà TERMALI ITALIANE 63<br />

A destra:Grand Hotel Tettuccio , Montecatini Terme<br />

In basso: Hotel Montecatini Terme, Montecatini Terme


64<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

SALSOMAGGIORE TERME<br />

81,68 Kmq<br />

0<br />

50<br />

100<br />

200<br />

500<br />

metri<br />

1000<br />

0 20 100<br />

500<br />

metri<br />

10 50<br />

200


LE CITTà TERMALI ITALIANE 65<br />

A destra: Terme Berzieri , Salsomaggiore Terme<br />

In basso: Stabilimento termale Luigi Zoja, Salsomaggiore<br />

Terme


66<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

CASTELLAMMARE DI STABIA 17,71 Kmq<br />

0<br />

50<br />

100<br />

200<br />

500<br />

metri<br />

1000<br />

0 20 100<br />

500<br />

metri<br />

10 50<br />

200


LE CITTà TERMALI ITALIANE 67<br />

Hotel Miramare, Castellammare di Stabia<br />

L’insediamento termale in questi casi, si costituisce<br />

come un’area delimitata da un confine, all’interno del<br />

quale sono racchiuse tutte le funzioni relative alla cura<br />

e al benessere del fruitore. Tra queste si riscontrano: i<br />

luoghi della cura, del passeggio, gli spazi collettivi per<br />

la condivisione, la struttura ricettiva stessa. L’unico<br />

momento in cui la città entra a contatto con il centro<br />

termale è “l’ingresso”. Ad esempio il caso di Castellamare<br />

di Stabia è identificativo di ciò, le sorgenti di<br />

acqua termale sono ventotto localizzate nel raggio di<br />

cinquecento metri l’una dall’altra nel sito delle terme<br />

antiche, sulla parte che affaccia al mare, lontane<br />

dal centro urbano. Viceversa le nuove terme risalenti<br />

agli anni cinquanta, sono localizzate a ridosso del<br />

centro urbano; ne consegue che se le terme più antiche<br />

non hanno nessun rapporto con la città, quelle<br />

più recenti sono parte integrante della struttura<br />

urbana. Queste ultime ben rispondono alle esigenze<br />

di cura da parte dei pazienti anche quelli pendolari.<br />

Altro caso significativo di come alcune realtà termali<br />

siano confinate e racchiuse all’interno di un recinto<br />

è quello di Monticelli, area termale del comune<br />

di Montechiarugolo, un’area prevalentemente agricola<br />

nella quale Monticelli, all’interno del suo confine,<br />

contiene le strutture ricettive. L’essere confinate<br />

per queste realtà non ha un significato solo materiale<br />

ma anche economico, come insegna quest’ultimo<br />

esempio.Per l’economia non avere come aspetto principale<br />

il termalismo può rappresentare un confine.


68<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

CASTROCARO TERME<br />

38,92 Kmq<br />

0<br />

50<br />

100<br />

200<br />

500<br />

metri<br />

1000<br />

0 20 100<br />

500<br />

metri<br />

10 50<br />

200


LE CITTà TERMALI ITALIANE 69<br />

A destra: Grand Hotel & Spa Castrocaro , Castrocaro<br />

Terme.<br />

In basso: Stabilimento termale Luigi Zoja, Castrocaro<br />

Terme


70<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

MONTICELLI TERME<br />

48,01 Kmq<br />

0<br />

50<br />

100<br />

200<br />

500<br />

metri<br />

1000<br />

0 20 100<br />

500<br />

metri<br />

10 50<br />

200


LE CITTà TERMALI ITALIANE 71<br />

A destra: Piscine termali Monticelli , Monticelli Terme<br />

In basso: Hotel Terme di Monticelli, Monticelli Terme


72<br />

LE CITTà TERMALI ITALIANE<br />

TIVOLI<br />

68,50 Kmq<br />

0<br />

50<br />

100<br />

200<br />

500<br />

metri<br />

1000<br />

0 20 100<br />

500<br />

metri<br />

10 50<br />

200


LE CITTà TERMALI ITALIANE 73<br />

A destra: Grand Hotel Duca d’Este, Tivoli<br />

In basso: Victoria Terme Hotel, Tivoli


LA STORIA DI ABANO TERME 75<br />

LA STORIA DI<br />

ABANO TERME<br />

RIPERCORRENDO LA FORMAZIONE DELLA REALTÀ CITTADINA


76<br />

LA STORIA DI ABANO TERME<br />

PA DOV APADO<br />

VAPA DOVAPADOVAPADOVA P<br />

ADOVAPA DOVAPADOVAPADOVAPAD OV APAD<br />

OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

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APADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

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APADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO<br />

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VAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAP<br />

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OVAPADOVAPADOVAPADOVAP ADOVAPADOVAPADOVAPADO VAPADOVAPADOVAP<br />

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BANOABANOABANOABANOA<br />

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DOVAPADOVAPADOVA<br />

BANOABANOABANOABANOABAN<br />

PADOVAPADOV<br />

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DOVAPADOVAPADOV<br />

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TOMONTEGROTTOMONTE<br />

GROTT O MO<br />

NTEG<br />

R<br />

OTT<br />

O


LA STORIA DI ABANO TERME 77<br />

Lo studio della storia di Abano Terme, la ricerca del suo<br />

passato, l’esplorazione della sua formazione, hanno<br />

permesso di capire quali siano state e quali sono le peculiarità<br />

delle popolazioni che vi si sono insediate. Inoltre<br />

la consapevolezza di quali siano i caratteri e le scelte<br />

conformative del territorio, ha agevolato la comprensione<br />

del perché di alcune scelte urbane e le funzioni per le<br />

quali è stata fondata e sulle quali si è sviluppata. I concetti<br />

appresi sono stati fondamentali per la creazione<br />

degli scenari progettuali, i quali hanno considerato non<br />

solo l’analisi dei luoghi ma anche l’esperienza vissuta<br />

concretamente a stretto contatto con la popolazione e<br />

l’amministrazione locale.


78<br />

LA STORIA DI ABANO TERME<br />

Catasto Napoleonico,<br />

cartografia storica del<br />

comune di San Pietro<br />

Montagnon, 1810<br />

Con il termine Aponus si<br />

indicava anticamente il<br />

territorio nord-orientale<br />

dei Colli Euganei, quello<br />

che corrisponde agli<br />

attuali Comuni di Abano,<br />

Montegotto e Battaglia<br />

Terme. Sin dal VII° secolo<br />

a.C. si narra delle salutari<br />

polle sorgive che<br />

acquistando sempre più<br />

fama fino agli splendori<br />

dell’età romana, hanno<br />

segnato il successo di<br />

queste zone<br />

Aquae Patavinae, remote<br />

sensing attraverso il<br />

Li.D.A.R., 2006<br />

Le acque in profondità<br />

raggiungono una temperatura<br />

elevata. Dopo<br />

una permanenza in<br />

profondità di non meno<br />

di 60 anni, le acque meteoriche<br />

divenute ormai<br />

acque termali, trovano a<br />

ridosso dei corpi eruttivi<br />

euganei le condizioni<br />

geologiche favorevoli ad<br />

una rapida risalita


LA STORIA DI ABANO TERME 79<br />

La città di Abano Terme sorge alle pendici dei Colli Euganei<br />

formatisi circa 34 milioni di anni fa in seguito alle<br />

alluvioni della pianura Padana e a fenomeni di vulcanesimo<br />

sottomarino. L’elemento caratterizzante del territorio<br />

aponense è la presenza di sorgenti termominerali<br />

famose fin dall’antichità. Il “misterioso” fenomeno,<br />

chiarito negli anni ‘60 da studiosi dell’Università di Padova,<br />

si realizza attraverso un circuito geotermico della<br />

durata di circa 50 anni. Inizia nelle Piccole Dolomiti dove<br />

l’acqua fredda, proveniente dalle zone di ricarica naturale,<br />

confluisce in un percorso sotterraneo, che talvolta<br />

giunge alla profondità di circa 4000 metri, attraversando<br />

banchi di rocce e acquisendo così le tipiche proprietà<br />

termali e si conclude nel bacino euganeo che, per la sua<br />

conformazione geologica, permette all’acqua di risalire<br />

naturalmente in superficie. Il toponimo Abano contiene<br />

un evidente riferimento all’acqua sia per la presenza<br />

della radice indoeuropea - ap, sia per l’associazione<br />

al dio Aponus, nume tutelare delle fonti termali in età<br />

paleoveneta e romana. Le origini delle cure termali risalgono<br />

all’VIII secolo a. C., quando gli antichi abitanti<br />

della zona si recavano al vicino lago sacro per compiere<br />

riti legati al recupero della salute. La ricostruzione<br />

del profilo dell’area termale sia in epoca paleoveneta<br />

che successivamente romana, risulta per gli archeologi<br />

assai difficoltosa a causa della poca documentazione<br />

a disposizione. A partire dal I secolo d. C., ritrovamenti<br />

archeologici attestano sul colle Montirone di Abano<br />

la presenza di un tempio dedicato al dio Apono e, nei<br />

pressi, un emporium di vasellame destinato a rifornire<br />

i visitatori che molto probabilmente utilizzavano il recipiente<br />

per bere l’acqua terapeutica. In occasione di uno<br />

scavo sono stati infatti rinvenuti dei raffinati esemplari<br />

di vasi di tipo Aco e rhytà che testimoniano la presenza<br />

di un’utenza raffinata e in grado di apprezzare elementi<br />

di gusto ellenistico e celtico. L’antica frequentazione<br />

delle terme, se pur con momenti di relativo abbandono<br />

è documentata fino a tutto il V secolo d. C.. Le successive<br />

vicende politiche che videro succedersi nel territorio


80<br />

LA STORIA DI ABANO TERME<br />

Giusto di Gand, ritratto<br />

di P. D’Abano, tempera<br />

su tavola, 1470<br />

Pietro d’Abano (1257 -<br />

1315) è stato un professore<br />

di medicina a<br />

Padova. Egli nacque<br />

ad Abano Terme che<br />

successivamente prese<br />

il suo nome. Ha guadagnato<br />

la fama scrivendo<br />

Conciliatore Differentiarum<br />

e Philosophos<br />

Medicos Versantur. Fu<br />

accusato di eresia e di<br />

ateismo, e morì in carcere<br />

prima della fine del<br />

suo processo<br />

Autore sconosciuto,<br />

ritratto di F. Cangrande,<br />

tempera su tavola, 1700<br />

Can Francesco della<br />

Scala detto Cangrande<br />

I (1291–1329) è stato<br />

un condottiero italiano.<br />

Signore di Verona dal<br />

1308 al 1311, consolidò il<br />

potere della sua famiglia<br />

ed espanse quello della<br />

sua città. Cangrande<br />

fu anche uno scaltro<br />

politico e un generoso<br />

mecenate, è noto infatti<br />

anche perché fu amico<br />

e protettore del poeta<br />

Dante Alighieri


LA STORIA DI ABANO TERME 81<br />

l’occupazione longobarda, carolingia e sassone sconvolsero<br />

la vita di queste campagne e i primi documenti<br />

che ci offrono informazioni su Abano risalgono al X secolo,<br />

epoca in cui è attestata la presenza della pieve di<br />

San Lorenzo, localizzata nell’area dell’attuale Duomo,<br />

che naturalmente si sosteneva grazie alla comunità<br />

agricola che si era riorganizzata nel territorio. Alla fine<br />

dell’XI secolo fu fondato un monastero benedettino sul<br />

colle di San Daniele che, attraverso l’opera dei suoi monaci,<br />

uniti a quelli del monastero di Praglia, contribuì in<br />

modo significativo a realizzare opere di bonifica del territorio<br />

che aumentarono le superfici delle aree coltivabili<br />

a frumento, frutteti, orti o semplicemente a pascolo.<br />

Dal XII secolo il villaggio di Abano si sviluppa come<br />

centro rurale, soggetto all’autorità vescovile padovana<br />

che alla metà del 1100 investe Manfredo della famiglia<br />

Conti, di un vasto possedimento ad Abano. Originario di<br />

questo piccolo villaggio è l’illustre medico filosofo Pietro<br />

d’Abano sostenitore della dottrina aristotelica nell’interpretazione<br />

del filosofo arabo Averroè, condannato per<br />

eresia e in seguito riabilitato. In più occasioni la piccola<br />

comunità aponense fu testimone di incursioni belliche<br />

dovute alla rivalità tra i signori di Padova, Da Carrara e<br />

i signori di Verona, della Scala ed è rimasto memorabile<br />

l’assalto che distrusse la città nel 1314 ad opera di<br />

Cangrande della Scala. Nel 1318 la dominazione dei Da<br />

Carrara si estese stabilmente nel padovano operando<br />

una riorganizzazione amministrativa del territorio che<br />

vide Abano sottoposta alla vicaria di Arquà. La conquista<br />

della terraferma da parte della Repubblica di Venezia e<br />

nel 1405 del padovano, segna per il territorio aponense<br />

un importante momento di riorganizzazione non tanto<br />

amministrativo, poichè rimane sostanzialmente immutato<br />

il regime carrarese, ma del sistema della proprietà<br />

fondiaria che vede subentrare il patriziato veneziano<br />

nei territori confiscati ai nobili padovani ribelli. In tal<br />

modo ad Abano giunge la nobile famiglia Malipiero che<br />

si prodigò in interventi di bonifica del territorio e alla<br />

fine del 1500 realizzò una splendida villa in stile palla-


82<br />

LA STORIA DI ABANO TERME<br />

Villa Mocenigo, foto<br />

panoramica, 1990<br />

Nel primo 700, risanati<br />

in parte i terreni e rese<br />

redditizie le colture, i<br />

Mocenigo fecero costruire<br />

l’attuale villa e<br />

ristrutturarono tutte le<br />

proprietà della terraferma.<br />

Costruendo la villa<br />

in quelle terre aponensi<br />

che opportunamente,<br />

confinavano con<br />

il canale di Battaglia,<br />

navigabile e percorso da<br />

ampi barconi, comodi<br />

nel trasporto di derrate<br />

alimentari<br />

Il Santuario della Madonna<br />

della Salute, foto,<br />

2014<br />

Il Santuario della<br />

Madonna della Salute<br />

di Monteortone eretto<br />

nel 1428 sul luogo del<br />

rinvenimento di una<br />

miracolosa immagine<br />

della Madonna celata<br />

nelle acque di una fonte<br />

termale, ancora oggi<br />

segnalata da una statua<br />

in pietra della Vergine.<br />

L’antico convento Agostiniano<br />

oggi è proprietà<br />

dei Salesiani ed è adibito<br />

ad albergo termale


LA STORIA DI ABANO TERME 83<br />

diano tutt’oggi apprezzabile nella sua notevole struttura<br />

architettonica. Successivamente ad Abano arriva un’altra<br />

famiglia veneziana: quella dei Mocenigo tra i cui<br />

esponenti ci furono dogi, ambasciatori e gran capitani.<br />

Principalmente durante il XVIII secolo i suoi membri<br />

si prodigarono per bonificare un territorio denominato<br />

Guazzi, proprio per le sue frequenti inondazioni, ricavandone<br />

terreni che vennero destinati alla coltivazione<br />

della vite, del frumento e del granoturco, col quale<br />

si faceva la polenta, l’alimento base della popolazione<br />

contadina. I Mocenigo realizzarono anch’essi una villa,<br />

ancor oggi apprezzabile, all’interno della loro proprietà<br />

che comprendeva oltre alle dimore per i massari e i<br />

braccianti, ai magazzini e luoghi per l’attività agricola,<br />

anche un’osteria e una fornace di mattoni situate al cosiddetto<br />

ponte della fabbrica. L’influenza veneziana nel<br />

territorio si manifestò anche nella vicenda legata alla<br />

nascita e realizzazione dell’importante complesso monastico<br />

di Monteortone che sorse nel 1428 in seguito<br />

all’apparizione della Vergine che annunciò la fine di una<br />

terribile pestilenza. La cura del luogo sacro fu affidata<br />

ai frati agostiniani tra i quali ci fu un certo frate Simone<br />

da Camerino, uomo di fiducia del doge Francesco Foscari<br />

e brillante diplomatico, i cui servigi alla Repubblica<br />

procurarono alla congregazione generose offerte<br />

che permisero la realizzazione del complesso dotato di<br />

una chiesa notevolmente affrescata da pittori di scuola<br />

mantegnesca.<br />

L’affermazione dell’Illuminismo e degli interessi “enciclopedici”<br />

per tutti i saperi e in modo particolare per<br />

quelli legati alla natura, determinarono nel settecento<br />

una totale riconsiderazione del termalismo, dedicandovi<br />

una grande quantità di studi che contribuì a riscoprire<br />

questa pratica terapeutica che, anche se non era scomparsa,<br />

era di fatto poco considerata. Si avviò così nella<br />

zona del Montirone, ricca di sorgenti naturali, un’attività<br />

di ristrutturazione edilizia di edifici per bagni, realizzando<br />

anche un piccolo oratorio per i malati. La nobile<br />

famiglia padovana dei Dondi dall’Orologio, proprietaria


84<br />

LA STORIA DI ABANO TERME<br />

Fonte al Montirone, foto,<br />

2014<br />

L’antica stazione termale<br />

di Abano Terme ha il<br />

suo centro tradizionale e<br />

storico sul Colle Montirone,<br />

da dove sgorgavano<br />

le caldissime acque<br />

termali in grado di<br />

alimentare tutte le strutture<br />

circostanti. In epoca<br />

preromana e romana<br />

questa zona era molto<br />

ambita e in breve tempo<br />

sorsero ville e residenze<br />

lussuose<br />

Grand Hotel Trieste &<br />

Victoria, foto, 2014<br />

Grand Hotel Trieste &<br />

Victoria di Abano Terme,<br />

sede del Comando Supremo<br />

di Stato Maggiore<br />

dell’Esercito nel corso<br />

della Prima Guerra<br />

mondiale. Dalla stanza<br />

101 partirà il messaggio<br />

scritto dal Gen Diaz a<br />

201 capi di governo degli<br />

stati indipendenti della<br />

terra


LA STORIA DI ABANO TERME 85<br />

in Abano di un consistente patrimonio fondiario e di<br />

due ville delle quali una in centro al paese e oggi sede<br />

del Museo Civico, realizzò lo stabilimento termale più<br />

importante che, grazie al suo successivo proprietario,<br />

godette dell’intervento del noto architetto neoclassico<br />

Giuseppe Jappelli. Egli realizzò anche un monumento<br />

celebrativo oggi inserito nel Parco del Montirone.<br />

Alla metà dell’ottocento gli stabilimenti attivi ad Abano<br />

erano 8.<br />

Con l’unificazione italiana la città cominciò gradualmente<br />

ad organizzarsi, fu realizzato il palazzo municipale,<br />

inizialmente anche sede della scuola elementare.<br />

L’occupazione principale della popolazione continuava<br />

ad essere quella agricola, l’unica realtà industriale<br />

era rappresentata dalla fornace di mattoni. Tra la fine<br />

dell’ottocento e i primi del novecento il passaggio della<br />

ferrovia nel Comune di Abano ed il collegamento tramviario<br />

della cittadina con Padova incrementarono l’afflusso<br />

turistico tanto che gli operatori del settore per<br />

soddisfare le esigenze della clientela finanziarono la<br />

costruzione di un delizioso teatrino liberty, oggi andato<br />

perduto.<br />

Le vicende finali della prima guerra mondiale portarono<br />

Abano a rivestire un ruolo di primo piano dal momento<br />

che il generale Armando Diaz, nel 1917 dopo la disfatta<br />

di Caporetto, trasferì il Comando Supremo delle<br />

Forze Armate nella cittadina, allestendo il proprio quartier<br />

generale nell’albergo Trieste, che dopo la guerra si<br />

chiamò Trieste-Vittoria. Inoltre ad Abano vennero anche<br />

stampati i volantini che Gabriele D’Annunzio lanciò su<br />

Vienna decollando nei pressi della vicina villa Zaborra,<br />

oggi Museo dell’Aria. Nel dopoguerra la tradizionale<br />

attività legata alle cure termali conobbe un formidabile<br />

sviluppo dovuto alle nuove conoscenze tecnologiche<br />

che permisero l’apertura di pozzi artificiali nei pressi dei<br />

quali furono realizzati molteplici stabilimenti termali.<br />

Nel 1926 fu approvata una legge che aboliva la gestione<br />

privata delle risorse termali e stabiliva un nuovo regime<br />

regolato dal sistema delle concessioni pubbliche la cui


86<br />

LA STORIA DI ABANO TERME<br />

Autore sconosciuto, Le<br />

mescitrici, cartolina<br />

storica, 1940<br />

Nel dopoguerra, con<br />

l’inserimento delle terapie<br />

termali nel Sistema<br />

Sanitario Nazionale,<br />

si ebbe la stagione del<br />

“termalismo sociale”,<br />

che permetteva costi<br />

contenuti per ampie fasce<br />

di popolazione. Oggi,<br />

le difficoltà economiche<br />

e le comodità dei viaggi<br />

all’estero hanno in parte<br />

ridotto il successo dei<br />

centri termali<br />

Grand Hotel Orologio,<br />

foto panoramica, 2014<br />

Uno dei simboli di Abano<br />

Terme: l’Hotel Orologio.<br />

Si tratta di un elegante<br />

edificio, costruito nel<br />

XVIII secolo dai nobili<br />

Dondi dell’Orologio ed<br />

ampliato nell’800 con<br />

l’aggiunta della facciata<br />

neoclassica di Giuseppe<br />

Jappelli, che sistemò<br />

anche il vasto giardino<br />

che circonda l’albergo.<br />

Oggi chiuso da una decina<br />

d’anni rimane uno<br />

degli emblemi della città


LA STORIA DI ABANO TERME 87<br />

gestione fu affidata alle Aziende di Cura e Soggiorno. La<br />

ricaduta di questo provvedimento non tardò a manifestarsi<br />

e nel 1931 gli alberghi segnalati ad Abano erano<br />

21. Nel secondo dopoguerra fu sviluppata una politica<br />

sanitaria di tipo assistenziale che permetteva la fruizione<br />

delle terapie termali ad un vastissimo pubblico. L’incremento<br />

delle presenze aumentò in modo vertiginoso<br />

e di conseguenza furono aperti numerosi pozzi artificiali<br />

e costruiti nuovi stabilimenti. La città conobbe un rapido<br />

sviluppo urbanistico: alla fine degli anni cinquanta gli<br />

stabilimenti segnalati erano 54, vennero costruite due<br />

nuove chiese: Sacro Cuore alle Terme e Santa Maria<br />

a Giarre per soddisfare le esigenze della accresciuta<br />

popolazione. La tradizionale occupazione agricola degli<br />

abitanti gradualmente si ridusse a vantaggio delle<br />

nuove opportunità offerte dall’attività alberghiera e<br />

commerciale. Le indiscutibili proprietà terapeutiche dei<br />

trattamenti termali e l’abilità degli imprenditori turistici<br />

locali (nel 1990 gli stabilimenti erano 90), hanno reso<br />

possibile una continua crescita della città termale che<br />

oggi si sviluppa lungo un viale sul quale si affacciano<br />

giardini e raffinati negozi, collegando l’antico insediamento<br />

termale, oggi parco del Montirone, con l’antico<br />

centro urbano organizzatosi attorno alla chiesa di San<br />

Lorenzo, ove sono situati il Comune e la Biblioteca.


LA STORIA DI MONTEGROTTO TERME 89<br />

LA STORIA DI<br />

MONTEGROTTO TERME<br />

RIPERCORRENDO LA FORMAZIONE DELLA REALTÀ CITTADINA


90<br />

LA STORIA DI MONTEGROTTO TERME<br />

PA DOV APADO<br />

VAPA DOVAPADOVAPADOVA P<br />

ADOVAPA DOVAPADOVAPADOVAPAD OV APAD<br />

OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

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BANOABANOABANOABANOA<br />

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TOMONTEGROTTOMONTE<br />

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R<br />

OTT<br />

O


LA STORIA DI MONTEGROTTO TERME 91<br />

L’analisi della realtà aponense, non sarebbe mai stata<br />

completa senza considerare il comune termale limitrofo<br />

di Montegrotto. La vocazione romana prettamente termale<br />

di quest’ultimo e quella residenziale di Abano, da<br />

sempre hanno creato un contesto urbano unico seppure<br />

amministrativamente diviso. Oggi per ragioni diverse, i<br />

comuni si ritrovano politicamente separati, però la presenza<br />

di alcune politiche condivise, preannuncia il ritorno<br />

ad un contesto urbano unico. Per questa ragione,<br />

sono stati creati degli scenari progettuali che mirano<br />

a rispondere in maniera univoca alle necessità di entrambi<br />

i comuni. Questi ultimi si ritrovano a vivere un<br />

periodo nel quale il mutamentod ella società e di conseguenza<br />

dei bisogni die quest’ultima, richiedono un aggiornamento<br />

radicale delle norme ma anche dell’offerta<br />

ricettiva, che miri ad un rinnovamento finalizzato alla<br />

ripartenza. Potrebbe essere un’occasione pr lavorare<br />

globalmente ed intraprendere in maniera propositiva un<br />

percorso comune da parte delle due amminisrazioni.


92<br />

LA STORIA DI MONTEGROTTO TERME<br />

Aquae Patavinae, ricostruzione<br />

dei resti delle<br />

terme di Via Scavi, 2000<br />

Nella ricostruzionesono<br />

visibili i resti di un esteso<br />

complesso termale,<br />

costruito a partire dalla<br />

seconda metà del I secolo<br />

a.C. e utilizzato fino<br />

al III secolo d.C. Se ne<br />

conservano tre grandi<br />

vasche, un piccolo<br />

teatro, un edificio con<br />

vasca circolare al centro<br />

e absidi laterali, e altre<br />

strutture complementari<br />

Aquae Patavinae, ricostruzione<br />

del santuario<br />

localizzato nell’area tra<br />

Monte Castello e San<br />

Pietro Montagnon, 2000<br />

All’interno del comune<br />

sono stati rinvenuti<br />

numerose sculture “ex<br />

voto” riferibili a un luogo<br />

di culto, frequentato<br />

assiduamente tra la<br />

seconda metà del VII e<br />

il III secolo a.C. (età del<br />

Ferro) e incentrato su<br />

uno specchio d’acqua,<br />

ora scomparso, alimentato<br />

dall’affioramento di<br />

polle d’acqua fumante


LA STORIA DI MONTEGROTTO TERME 93<br />

Non si hanno tracce certe di popolazioni che hanno vissuto<br />

in epoca preistorica nel territorio. Alcuni ritrovamenti<br />

possono far pensare alla popolazione degli Euganei<br />

durante il Neolitico e nell’Età del Bronzo.<br />

Nel secondo millennio A.C. i boschi lussureggianti che<br />

ricoprivano la pianura, da cui spuntavano le cime dei<br />

colli ed emanavano i loro vapori fumanti laghi di acqua<br />

calda, erano il territorio della popolazione degli Euganei,<br />

cui succedette nel I° sec. A.C. a quella dei veneti,<br />

che giunsero dall’Illiria. Questi conoscevano molto bene<br />

le proprietà terapeutiche delle acque calde di questi<br />

luoghi e ne attribuivano la loro origine agli dei. Infatti,<br />

oggi rimangono piccole sculture rappresentanti parti<br />

del corpo umano, dette “ex voto”, che altro non erano<br />

che particolari offerte fatte dai malati che erano stati<br />

guariti dalle acque; con il bronzo venivano, infatti, ricreate<br />

quelle parti del corpo guarite per poi essere gettate<br />

nel lago votivo in segno di riconoscenza. Il lago fu interrato<br />

nel III secolo a.C.<br />

Il popolo Veneto accolse festosamente l’arrivo dei Romani<br />

nel territorio, infatti la popolazione si sentiva<br />

esposta alle scorribande dei Galli.<br />

Colonia romana nel 184 a.C., Montegrotto trovò la sua<br />

consacrazione ufficiale quando Plinio il Vecchio, dall’alto<br />

della sua autorità imperiale, celebrò le proprietà medicamentose<br />

delle sue acque, riferendosi alle acque che<br />

vi proliferano. Testimonianze vive ed ancora oggi visibili<br />

del ruolo che Montegrotto Terme ha avuto in epoca romana<br />

come stazione termale, sono proprio gli scavi romani<br />

presenti lungo la via principale della località.<br />

Nel 49 A.C. con il decreto di Giulio Cesare gli abitanti<br />

veneti divennero a tutti gli effetti cittadini romani grazie<br />

anche alla forte alleanza che si era stabilita tra i due<br />

popoli. Grazie a questo accordo per il territorio euganeo,<br />

ma soprattutto per Montegrotto Terme, si aprì un<br />

grande periodo di splendore con la creazione delle terme<br />

e con lo sfruttamento graduale e coscienzioso delle<br />

acque termali.<br />

Grazie a questo sviluppo l’antico comune di Montegrot-


94<br />

LA STORIA DI MONTEGROTTO TERME<br />

Gustave Dorè, illustrazione<br />

del canto 17 verso<br />

117 dell’Inferno di D.<br />

Alighieri, 1800<br />

l carattere peculiare di<br />

Gerione dell’oracolo patavino<br />

è quello non d’un<br />

mostro che abita lontano<br />

dall’umano consorzio,<br />

ma di un eroe che<br />

dimora presso benefiche<br />

e salutari acque termali,<br />

quasi come protettore e<br />

consigliere benevolo<br />

Giusto de’Menabuoi,<br />

Padova, affresco parietale,<br />

1300<br />

Rappresentazione di Padova<br />

del 1300 ad opera<br />

di Giusto de’ Menabuoi.<br />

Padova vista come città<br />

di riferimento dei borghi<br />

limitrofi come Montegrotto.<br />

Città che attraversava<br />

tempi difficili<br />

docuti alle devastazioni<br />

delle continue guerre


LA STORIA DI MONTEGROTTO TERME 95<br />

to, insieme all’agglomerato urbano di Abano che era<br />

utilizzato con funzione residenziale, visse un importante<br />

periodo di evoluzione. Ad Abano aveva sede un antico<br />

centro religioso dedicato ad “Aponus” che era ritenuta<br />

un’importante divinità delle acque. Sempre ad Abano si<br />

collocava, secondo la tradizione, la presenza di un culto<br />

oracolare del mostro triforme “Gerione”.<br />

Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente nel 476<br />

d.C. il territorio termale euganeo attraversò un periodo<br />

di forte crisi e cadde in decadenza. La zona fu invasa<br />

più volte dai Barbari e colpita da fenomeni bradisismici.<br />

Nell’anno Mille l’antico comune di Montegrotto entrò<br />

sotto il dominio della famiglia Da Montagnone di origine<br />

arimanna. Dalla metà del Duecento il territorio euganeo<br />

fu posto sotto il controllo del comune di Padova che<br />

impose delle leggi a tutti gli abitanti della zona. Queste<br />

leggi stabilivano che era compito del proprietario del<br />

terreno tenere in ordine le strade a fondo naturale e la<br />

pulizia dei fossi. Padova in questo periodo attraversava<br />

una lunga decadenza, infatti la città era in ginocchio<br />

dopo le diverse occupazioni e devastazioni che dovette<br />

subire. Per ristabilire benessere, pace e giustizia si<br />

proclamò signore unico della città Giacomo da Carrara.<br />

Inizia ora il lungo dominio carrarese che si protrarrà a<br />

Padova e nelle terre circostanti per ben 87 anni.<br />

A partire dai primi anni del XV secolo, Padova passò sotto<br />

il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia.<br />

Sotto la guida repubblicana, il territorio euganeo iniziò<br />

a risollevarsi, infatti, la Serenissima di Venezia iniziò<br />

una progressiva e graduale opera di ricostruzione.<br />

Nel 1797 la Serenissima Repubblica di Venezia cadde e<br />

i due comuni di Montegrotto e Montagnone furono uniti<br />

a quello di Battaglia. Con il trattato di Campoformio il<br />

Veneto con Padova passò agli austriaci e Montegrotto<br />

ritornò un comune a sé stante. Durante l’Ottocento gli<br />

austriaci svilupparono e sistemarono la zona termale di<br />

Montegrotto emanando molte leggi per la conservazione<br />

dell’acqua termale.<br />

Già agli inizi del Novecento Montegrotto era un ragguar-


96<br />

LA STORIA DI MONTEGROTTO TERME<br />

G. A. Rizzi Zannoni,<br />

gran carta del padovano<br />

della reale società delle<br />

scienze e delle lettere di<br />

Gottinga, 1781<br />

Gran carta del padovano<br />

realizzata da G. A. Rizzi<br />

Zannoni nel 1778. Qui<br />

troviamo rappresentato<br />

il territorio ad opera<br />

dell’istituto geografico<br />

militare dove è possibile<br />

vedere la conformazione<br />

ancora approssimativa<br />

di Abano e Montegrotto<br />

Terme, allora chiamata<br />

San Pietro Montagnon<br />

Fango terapia, foto, 1950<br />

Nel 1950 Montegrotto<br />

divenuta stazione<br />

di cura, soggiorno e<br />

turismo si avviava ad<br />

affermarsi tra le poche<br />

città italiane termali a<br />

vivere il boom delle cure<br />

termali


LA STORIA DI MONTEGROTTO TERME 97<br />

devole centro alberghiero che si avviava a conquistare<br />

la supremazia tra i centri fangoterapeutici in Europa.<br />

Durante la prima guerra mondiale, la zona termale diventò<br />

con Padova il quartier generale delle forze militari<br />

italiane. A Battaglia Terme, nel castello di Lispida,<br />

ci fu la residenza del re Vittorio Emanuele III. Fino al<br />

1934, Montegrotto era chiamata San Pietro Montagnòn<br />

dal nome della famiglia che nel Medioevo ne deteneva il<br />

feudo; l’attuale nome risale, invece, al latino Mons Aegrotorum,<br />

“il monte dei malati” ed è una testimonianza<br />

ulteriore dell’uso terapeutico dei fenomeni termali fin<br />

nell’antichità. Nella seconda guerra mondiale la zona<br />

euganea fu un importante centro della resistenza al nazifascismo.<br />

Dopo la fine della guerra le Terme Euganee<br />

vissero un importante periodo di sviluppo e nel 1950 al<br />

nome di Montegrotto Terme si aggiunse la dicitura “stazione<br />

di cura, soggiorno e turismo”.


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 99<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

DATI, INTERVISTE E PROGETTUALITÀ


100<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

PA DOV APADO<br />

VAPA DOVAPADOVAPADOVA P<br />

ADOVAPA DOVAPADOVAPADOVAPAD OV APAD<br />

OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

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APADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO V<br />

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PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO<br />

VAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAP<br />

ADOVAPADOVAPADOVAPADOVA PADOVAPADOVAPADOVAPADOV APADOVAPADOVAPAD<br />

OVAPADOVAPADOVAPADOVAP ADOVAPADOVAPADOVAPADO VAPADOVAPADOVAP<br />

ABA NOABAN<br />

ADOVAPADOVAPADOVAPADO VAPADOVAPADOVAPADOVAP ADO V APADOV<br />

OABANOABANOABANOA<br />

APADOVAPADOVAPADOV APADOVAPADOVAPADOVAPADOV A PADOVA<br />

BANOABANOABANOABANOA<br />

PADOVAPADOVAPADOVA PADOVAPADOVAPADOVAPAD OVA<br />

BANOABANOABANOABANOA<br />

PADOVAPADOVAPA<br />

DOVAPADOVAPADOVA<br />

BANOABANOABANOABANOABAN<br />

PADOVAPADOV<br />

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OABANOABANOABANOABANOABANO<br />

DOVAPA<br />

DOVAPADOVAPADOV<br />

ABANOABANOABANOABANOABANOABANOA<br />

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PAD<br />

ANOABA MON TEGROTT NOABANOAB<br />

ANOABA OMONTEGROTTOMO NOABA<br />

NO NTEGROTTOMONTEG ABA<br />

ROTTOM ONTEGROTTOMONTE N<br />

GROTTOMONTEGROTTOMONTEGROT<br />

TOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMO<br />

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TTOMONTEGROTTOMONTEGROT<br />

TOMONTEGROTTOMONTEGROT<br />

TOMONTEGROTTOMONTE<br />

GROTT O MO<br />

NTEG<br />

R<br />

OTT<br />

O


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 101<br />

Come da prassi, prima di realizzare le ipotesi e gli scenari<br />

progettuali, sono state effettuate delle analisi e delle<br />

indagini in merito al contesto territoriale. Avvalendosi<br />

di molteplici modalità di reperimento dati, utilizzando<br />

sia le interviste effettuate durante incontri tematici con<br />

popolazione e amministrazione, che l’analisi tecnica dei<br />

luoghi, è stato possibile creare un quadro analitico sullo<br />

stato attuale dei due comuni. Con l’obiettivo di creare<br />

un abaco di scenari progettuali che potessero rispondere<br />

alle criticità individuate. Abbiamo esaminato alcuni<br />

aspetti rappresentativi e non completamente esaustivi<br />

delle realtà termali in oggetto. Il materiale raccolto, utilizzato<br />

sia a fini didattici che di supporto alla formazione<br />

del nuovo PAT di Abano, è stato il primo punto sul<br />

quale, poi, sono state sviluppate le successive ipotesi e<br />

riflessioni. È fondamentale sottolineare come la scelta<br />

di utilizzare un approccio diverso sia per l’indagine che<br />

per la raccolta dei dati, abbia prodotto dei risultati con<br />

contenuti molteplici, frutto di un’ottica più vicina al dialogo,<br />

attraverso il coinvolgimento delle istituzioni e della<br />

cittadinanza. Una visione partecipata, lontana dalla<br />

semplice raccolta compliativa di dati.


102<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

LA POPOLAZIONE DI ABANO<br />

ETÀ MEDIA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 103<br />

DISTRIBUZIONE DEI RESIDENTI<br />

La componente degli<br />

immigrati va considerata<br />

fondamentale<br />

nell’ottica attuale di<br />

politica e progettazione<br />

comunitaria. Questi<br />

attori ormai presenti<br />

e partecipi della<br />

vita cittadina si trovano<br />

ad essere parte<br />

integrante anche di<br />

quel mondo che un<br />

tempo non li contemplava<br />

neanche. Oggi<br />

la maggior parte dei<br />

cittadini stranieri residenti,<br />

molti cittadini<br />

dell’Est Europa soprattutto<br />

provenienti<br />

da Albania, Romania<br />

e Moldova trovano occupazione<br />

con diverse<br />

mansioni all’interno<br />

degli alberghi dell’area<br />

termale, oppure<br />

trovano occupazione<br />

nei diversi ristoranti<br />

presenti sul territorio.<br />

La comunità cinese<br />

diviene partecipe<br />

delle realtà locali<br />

attraverso la sempre<br />

maggiore gestione di<br />

luoghi di ritrovo (bar,<br />

locali) sia per anziani<br />

DISTRIBUZIONE DEI RESIDENTI STRANIERI


104<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

LA POPOLAZIONE DI MONTEGROTTO<br />

ETA MEDIA DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 105<br />

DISTRIBUZIONE DEI RESIDENTI<br />

che per giovani andando<br />

così ad inserirsi<br />

all’interno delle<br />

interrelazioni cittadine.<br />

Da sottolineare<br />

comunque come la<br />

maggior concentrazione<br />

della popolazione<br />

immigrata si<br />

trovi a stanziare nei<br />

comuni attorno all’rea<br />

metropolitana del<br />

capoluogo; il fenomeno<br />

è spiegabile tenuto<br />

conto che in quest’area<br />

insiste la maggior<br />

parte dei residenti<br />

e che esercita una<br />

naturale attrazione<br />

sui flussi migratori,<br />

viste le maggiori<br />

opportunità occupazionali.<br />

Ritornando al<br />

turismo, il movimento<br />

turistico gioca un<br />

ruolo fondamentale,<br />

nella provincia di Padova<br />

il bilancio è stato<br />

positivo con buona<br />

performance nel Bacino<br />

Termale Euganeo.<br />

Nel panorama<br />

delle regioni italiane<br />

il Veneto mantiene da<br />

diversi anni un prima-<br />

DISTRIBUZIONE DEI RESIDENTI STRANIERA


106<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

LE POPOLAZIONI A CONFRONTO<br />

CONFRONTO FRA LE CITTÀ DI: PADOVA, ABANO E MONTEGROTTO


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 107<br />

ABANO TERME<br />

AFRICA<br />

AFRICA<br />

ASIA<br />

ASIA<br />

EUROPA<br />

LA POPOLAZIONE IMMIGRATA<br />

PER PROVENIENZA<br />

EUROPA<br />

to anche nel settore<br />

turistico, rafforzato<br />

dalla capacità di<br />

tenuta rispetto alle<br />

difficoltà che si sono<br />

manifestate negli<br />

ultimi anni. Il turismo<br />

risulta, in questo<br />

modo, uno dei punti<br />

di forza dell’economia<br />

veneta. Gli arrivi di<br />

turisti sia italiani che<br />

stranieri, conferma<br />

l’attrattività del Veneto,<br />

sempre presente<br />

tra le mete turistiche<br />

a livello mondiale per<br />

il proprio territorio e<br />

per ciò che offre. Una<br />

buona parte del movimento<br />

turistico della<br />

provincia di Padova<br />

e della realtà alberghiera<br />

si concentra<br />

nell’area delle Terme<br />

Euganee, uno dei<br />

centri termali tra i più<br />

importanti in Europa.<br />

MONTEGROTTO TERME


108<br />

IL SISTEMA DELLE ACQUE<br />

ADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO<br />

ABAN<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOV<br />

OABANOA<br />

BANOABANOA<br />

DOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

BANOABANOABA NOABANOABANOABA VAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

NOABANOABANOABANO ABANOABANOABANOA DOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOV<br />

BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA DOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO<br />

BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA VAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOV<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABAN OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

OABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA ADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAP<br />

BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA<br />

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NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANO<br />

ADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOV<br />

ABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA OVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOAB A ADOVAPADOVAPADOVA<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA<br />

BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA<br />

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BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOAB DOVAPADOVA<br />

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OABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA OVA<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA<br />

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VAPAD<br />

D


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 109<br />

0 100<br />

50 200<br />

500<br />

1000 metri<br />

ABBAZIA DI MONTEORTONE<br />

FONTE DEL MONTIRONE<br />

VILLA DRAGHI<br />

SCAVI ROMANI<br />

Il tessuto urbano<br />

riscontrabile nei due<br />

comuni risente sia<br />

delle forti influenze<br />

storiche, culturali<br />

che sociali. Lo storico<br />

utilizzo di Montegrotto<br />

come luogo termale e<br />

di Abano come località<br />

residenziale, ha<br />

fatto sì che la conformazione<br />

del territorio<br />

cambiasse. I primi<br />

esempi sono visibili<br />

nella maglia urbana<br />

che in parte riprende<br />

il vecchio tracciato romano.<br />

Dai primi studi<br />

è possibile vedere<br />

che un gran numero<br />

di terme situate a<br />

Montegrotto sorge<br />

seguendo le canalizzazioni<br />

delle acque<br />

iniziate dai romani e<br />

continuate dai popoli<br />

successivi. Sul territorio<br />

si sovrappongono<br />

diversi periodi<br />

storici che hanno<br />

modificato il tessuto<br />

urbano conformandone<br />

quei caratteri tipici<br />

del tempo (dai romani<br />

con le loro prime si-


110<br />

IL SISTEMA DEI TRASPORTI PUBBLICI<br />

ADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAP<br />

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UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

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MONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEG<br />

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TEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMO<br />

NTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMO<br />

NTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMO<br />

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DOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

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ADOVA PA DOVA<br />

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DOVA P


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 111<br />

0 100<br />

50 200<br />

500<br />

1000 metri<br />

stemazioni idrauliche,<br />

fino ad arrivare al<br />

secondo dopo guerra<br />

con la nascita delle<br />

strutture ricettive<br />

liberty). Il tracciato<br />

fluviale e le canalizzazioni<br />

artificiali a pelo<br />

libero delle acque<br />

piovane sono stati il<br />

primo layer su cui<br />

fondare il sistema dei<br />

trasporti. I flussi turistici<br />

di passaggio ma<br />

anche d’interscambio<br />

sulle linee ferroviarie<br />

e stradali descritte<br />

sono in primo luogo<br />

da imputare a Padova,<br />

centro culturale a soli<br />

10 km (F.S. 13 min.),<br />

con la Basilica di S.<br />

Antonio, la cappella<br />

degli Scrovegni, la<br />

Reggia degli antichi<br />

signori Da Carrara<br />

e una delle piazze<br />

più grandi del mondo,<br />

Prato della Valle.<br />

Vicenza, a 35 km (F.S.<br />

45 min.), posta ai<br />

piedi dei Colli Berici,<br />

rivela gli splendori<br />

delle ville palladiane,<br />

di un centro storico


112<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

LE CONNESSIONI FERRATE


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 113<br />

VICENZA<br />

BOLOGNA<br />

VERONA<br />

PADOVA<br />

conservatosi ancora<br />

intatto, con bellissime<br />

architetture<br />

rinascimentali.<br />

Venezia, a 42 km<br />

(F.S. 43 min.), con<br />

Piazza S. Marco e<br />

l’omonima Basilica,<br />

il Palazzo Ducale e<br />

il pittoresco Canal<br />

Grande. Verona, a<br />

circa 90 km (F.S. 80<br />

min.), con la suggestiva<br />

Arena romana<br />

che ogni estate<br />

diventa sede di una<br />

delle più prestigiose<br />

stagioni liriche<br />

internazionali. È evidente<br />

che i tracciati<br />

ferroviari abbiano<br />

potenziato l’accesso<br />

al sistema termale<br />

Abano-Montegrotto<br />

utilizzando lo scalo<br />

ferroviario Terme<br />

Euganee di Montegrotto<br />

come porta<br />

d’accesso per tutti i<br />

turisti provenienti da<br />

Bologna, Padova e<br />

Venezia.<br />

VENEZIA


114<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

GLI ALBERGHI E L’URBANIZZATO


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 115<br />

Collegamenti spesso<br />

doppiati da linee<br />

pubbliche e private<br />

di trasporto su gomma<br />

che consentono<br />

al fruitore di poter<br />

accedere in maniera<br />

più capillare all’offerta<br />

turistica collegando<br />

le strutture termali<br />

con gli spazi pubblici<br />

potenziali.<br />

0 100<br />

50 200<br />

500<br />

1000 metri


116<br />

LE TERME NEL LORO INSIEME<br />

ADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO<br />

ABAN<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOV<br />

OABANOA<br />

BANOABANOA<br />

DOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

BANOABANOABA NOABANOABANOABA VAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

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BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA DOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO<br />

BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA VAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOV<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABAN OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

OABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA ADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAP<br />

BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANO<br />

ADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOV<br />

ABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA OVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOAB A ADOVAPADOVAPADOVA<br />

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BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA<br />

VAPADOVAPADOV<br />

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BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOAB DOVAPADOVA<br />

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OABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA OVA<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOA<br />

BANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABAN<br />

OABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOAB<br />

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NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABAN<br />

OABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA<br />

NOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANO<br />

ABANOABANOABANOABANOABANOABAN OABANOABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA<br />

NOABANOABANOABANOABANO ABAN MONTEG OABANOABANOABANOABANOABANOABANOABA<br />

NOABANOABANOABANOA ROTTOMO NTEGROTTOMONT BANOABANOABANOABANOABANOABAN<br />

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NOABANOABANOABAN TTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTT OABANOABANOABA<br />

NOABANOABANOABAN OMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOM OABANOABANOA<br />

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TEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMON<br />

TEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMO<br />

NTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMO<br />

NTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMO<br />

NTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOM<br />

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OMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEG<br />

ROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGROTTO<br />

MONTEGROTTOMONTEGROTTOMONTEGRO TTOMONTEGROTT<br />

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OMONTEG<br />

ROTTOMONTEG ROTT OMONT<br />

EGROTTOMON<br />

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OTTOMONTEG<br />

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OMONTEGR<br />

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MONTEG<br />

ROTT<br />

OMONTE<br />

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TTOM<br />

ONT<br />

EG<br />

VAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

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ADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

DOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

ADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAP<br />

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DOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOV<br />

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APADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAP<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

DOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

APADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOV<br />

OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO<br />

VAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

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OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAP<br />

VAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO<br />

OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

ADOVAPADOV<br />

ADOVAPADOV<br />

DOVAPADOVAP<br />

ADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO VAPAD<br />

DOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA DO<br />

DOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVA<br />

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OVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAP<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADO<br />

APADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

ADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPAD<br />

A PADOVAPADOVAPADOVAPADOVAPA<br />

OVAPADOVAP A DOVAPADO<br />

ADOVA PA DOVAPADOV<br />

DOVA<br />

PADOV<br />

PADO<br />

VAPAD<br />

D


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 117<br />

0 100<br />

50 200<br />

500<br />

Dagli elaborati grafici<br />

è evidente come<br />

i tracciati delle linee<br />

di trasporto pubblico<br />

danno priorità alle<br />

strutture alberghiere.<br />

Proprio intorno<br />

a queste strutture<br />

sono nate dell’attività<br />

collaterali-integrative<br />

all’offerta che Abano<br />

e Montegrotto offriva<br />

e offre.<br />

metri<br />

1000


118<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

I LUOGHI DEL GUSTO


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 119<br />

DAI TOSI<br />

EUROPA<br />

ROYAL DINASTY<br />

AUBERGINE<br />

LA VECCHIA MARINA<br />

EL GAUCIO<br />

DAL BIONDO<br />

AL FILÒ<br />

DARIO<br />

DA MARIO<br />

HUGEL KELLER<br />

LA BETTOLA DEL REFOSCO<br />

ALLA VIGNA<br />

ALIBARDI<br />

GHIRALDO<br />

SOTTO SOTTO<br />

LA SCALA<br />

ALLA VOLPE<br />

AL BOSCO<br />

VILLA DRAGHI<br />

DA CENCIO<br />

LES ARCS<br />

LIVIANGIOR<br />

AI PORTICI<br />

AL GAMBERO<br />

DA BACCO<br />

LA SCUDERIA<br />

UC BEER & MORE<br />

L’ORLANDO FURIOSO<br />

DA NICOLA<br />

Il panorama urbano<br />

ed extraurbano dei<br />

comuni di Abano e<br />

Montegrotto è caratterizzato<br />

dalla presenza<br />

di molteplici<br />

nodi o aree nelle quali<br />

si concentrano attività<br />

o iniziative capaci<br />

di coinvolgere allo<br />

stesso tempo turisti,<br />

visitatori e residenti.<br />

Per questo motivo si<br />

è deciso di indagare<br />

tale realtà attraverso<br />

una mappatura dei<br />

principali luoghi di<br />

ritrovo per quanto<br />

concerne l’enogastronomia.<br />

Bisogna<br />

ricordare che entrambi<br />

i comuni si trovano<br />

all’interno del Parco<br />

Regionale dei Colli<br />

Euganei, una realtà<br />

capace di attirare visitatori<br />

e appassionati<br />

dall’Italia e non solo.<br />

Inoltre vi sono diversi<br />

percorsi ciclo-pedonali<br />

che connettono<br />

tra di loro diversi<br />

comuni oltre ai due<br />

presi in esame. Il più<br />

famoso è la strada del


120<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

I LUOGHI DELLA COLLETTIVITÀ<br />

9<br />

8<br />

10<br />

1 2<br />

4 3 5<br />

6<br />

7<br />

11<br />

12<br />

21<br />

22<br />

18<br />

13<br />

14<br />

15<br />

16<br />

17<br />

19<br />

20


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 121<br />

8<br />

9<br />

14<br />

19<br />

7<br />

16<br />

15<br />

17<br />

11<br />

12<br />

vino dei Colli Euganei<br />

un percorso che si<br />

snoda tra le colline e<br />

la pianura e raccoglie<br />

diverse tappe nelle<br />

quali poter degustare<br />

vino e prodotti<br />

tipici. Oltre a questi<br />

“percorsi canonici e<br />

tematiche conosciute,<br />

il panorama di Abano<br />

e Montegrotto è<br />

caratterizzato dalla<br />

molteplicità di ristoranti-trattorie<br />

che<br />

con prodotti a Km 0<br />

offrono a turisti e abitanti<br />

sia del luogo che<br />

dei comuni limitrofi<br />

un’ottima occasione<br />

per visitare la realtà<br />

comunale e i suoi<br />

dintorni. Per questo<br />

motivo il percorso<br />

creato attraverso la<br />

ricostruzione della<br />

costellazione di questi<br />

punti attrattori che<br />

simboleggiano da un<br />

lato una realtà viva,<br />

basata su una clientela<br />

locale, ma dall’altro<br />

anche la forza dei<br />

rapporti intrapersonali<br />

che distinguono


122<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

1_CENTRO CULTURALE VILLA BASSI E CENTRO IPPICO<br />

2_BIBLIOTECA CIVICA DI ABANO<br />

3_CRC CENTRO RICREATIVO CULTURALE<br />

4_ PIAZZA MERCATO DI ABANO TERME


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 123<br />

6_MUSEO INTERNAZIONALE DELLA MASCHERA<br />

9_PARCO SAN DANIELE<br />

7_VIALE DELLE TERME<br />

10_MONTIRONE<br />

i gestori e proprietari<br />

di questi luoghi del<br />

gusto. Ciò è dimostrato<br />

dal fatto che molti<br />

turisti si ritrovino<br />

negli anni oltre che<br />

negli stessi luoghi,<br />

negli stessi locali,<br />

diventati ormai una<br />

metà fissa. Luoghi<br />

d’incontro e scambio<br />

di esperienze e di<br />

momenti vissuti nella<br />

realtà euganea. Oltre<br />

a questi luoghi sono<br />

state rintracciate altre<br />

realtà urbane che<br />

rispondono all’identificativo<br />

di luoghi della<br />

collettività. Diventano<br />

fondamentali le due<br />

piazze denominate<br />

del “mercato” e le vie<br />

storiche, il viale che<br />

conduce dalla stazione<br />

al centro di Montegrotto<br />

e il vecchio<br />

impianto termale<br />

romano. Sito ancora<br />

oggi utilizzato sia dai<br />

residenti per le visite<br />

culturali nel weekend<br />

ma soprattutto dai<br />

turisti e da studiosi.<br />

Ad Abano diviene im-


124<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

11_ PARCO URBANO TERMALE 14_PIAZZA MERCATO<br />

16_ BUTTERFLY ARC 17_AREA ARCHEOLOGICA VIA SCAVI


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 125<br />

19_PIAZZA 1° MAGGIO<br />

20_TERME NERONIANE<br />

portantissimo il Viale<br />

delle Terme, luogo di<br />

incontro e di passeggio<br />

sia dei residenti<br />

che dei turisti.<br />

Abano e Montegrotto<br />

sono inseriti in un<br />

contesto ben più ampio<br />

dei limiti amministrativi.<br />

I luoghi della<br />

collettività di entrambi<br />

i comuni si integrano<br />

bene nei percorsi<br />

enogastronomici<br />

proposti dalla regione<br />

e dalla provincia. Tra<br />

questi non possono<br />

che spiccare la Strada<br />

del Vino Colli Euganei<br />

e l’anello ciclabile<br />

attorno ai colli.<br />

21_VILLA DRAGHI<br />

22_MUSEO INTERNAZIONALE DEL VETRO D’ARTE


126<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

LA STRADA DEL VINO DEI COLLI EUGANEI


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 127<br />

L’ ANELLO CICLABILE DEI COLLI<br />

La strada del vino è<br />

stata pensata come<br />

connessione tra<br />

produttori vitivinicoli,<br />

agriturismo, ristoranti,<br />

trattorie, alberghi,<br />

bed & breakfast, enoteche<br />

e negozi di prodotti<br />

tipici, associazioni<br />

ed enti pubblici.<br />

Dando la possibilità di<br />

conoscere la cultura<br />

del cibo locale anche<br />

a chi non è della zona.<br />

Invece l’anello ciclabile<br />

intorno ai colli offre<br />

la possibilità di ammirare<br />

i paesaggi del<br />

Parco Regionale dei<br />

Colli Euganei tramite<br />

percorsi ciclopedonali<br />

passanti anch’essi<br />

per Montegrotto,<br />

riprendendo in buona<br />

parte il tracciato della<br />

strada del vino.


128<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

L’ASSOCIAZIONISMO


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 129<br />

Le associazioni presenti<br />

sul territorio<br />

sono molte e di diversa<br />

natura. Abbiamo<br />

fatto una cernita nel<br />

nominarle, perché la<br />

nostra intenzione è<br />

sempre stata quella<br />

di individuare in maniera<br />

capillare i dati<br />

rilevanti. Interessante<br />

l’azione promozionale<br />

ma anche fondativa<br />

degli albergatori<br />

termali, che hanno<br />

puntato sulla cultura<br />

ed il tempo libero.<br />

Scelte mirate ad<br />

accrescere l’offerta<br />

turistico-attrattiva di<br />

Abano e Montegrotto<br />

potenziando così<br />

l’appetibilità di questi<br />

luoghi ed incrementando/consolidando<br />

i flussi turistici. Le associazioni<br />

in questione<br />

sono state rappresentate<br />

nello schema<br />

qui riportato.


130<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

LO STRUMENTO TECNICO P.R.G. 1992<br />

SUPERFICIE DEI LOTTI


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 131<br />

Punti fondamentali del Piano Regolatore dell’Ing. Bernardo Secchi<br />

Il dimensionamento delle<br />

zone residenziali, veniva definito<br />

quale elemento negativo<br />

per la vocazione termale-turistica<br />

della città. La "quantità"<br />

dei residenti andava ad incidere<br />

sulla "qualità" ambientale<br />

dell'offerta termale. La proposta<br />

di riduzione del volume<br />

edificabile nel suo complesso,<br />

riguardava prevalentemente<br />

la residenza e il terziario. La<br />

nuova edificazione doveva<br />

avvenire, di norma, all'interno<br />

delle zone già urbanizzate.<br />

Inoltre si prospettava la possibilità<br />

di dare qualità ambientale<br />

alle aree agricole circostanti<br />

per poter supportare<br />

l’offerta paesistica di Abano.<br />

Il comparto centrale, sarà<br />

interessato da una diversa<br />

distribuzione delle destinazioni<br />

d'uso. Poiché l’inserimento<br />

di una grossa quantità di aree<br />

commerciali e direzionali al<br />

suo interno si era rivelata controproducente.<br />

L’amministrazione<br />

era chiamata a rivedere<br />

i criteri delle stime di<br />

trasformabilità.<br />

Il rapporto tra Abano e Montegrotto,<br />

anche allora oggetto<br />

di discussione. L’analisi delle<br />

caratteristiche comuni dei due<br />

territori, poneva la necessità<br />

di un progetto comune in<br />

armonia tra le due città. Temi<br />

come la viabilità, il termalismo<br />

e la difesa del territorio<br />

imponevano di assumere<br />

decisioni comuni.<br />

il parco delle terme, che<br />

mirava alla salvaguardia della<br />

zona termale, attraverso la<br />

valorizzazione delle aree<br />

destinate a parco, rispetto<br />

all'edificato. Richiedeva una<br />

riduzione del volume edificato<br />

con destinazione commerciale,<br />

direzionale e delle superfici<br />

accessorie complementari.<br />

Inoltre localizzava gli edifici<br />

lungo i bordi dell'area a verde.<br />

La vocazione termale, veniva<br />

ribadita con chiarezza, dando<br />

particolare importanza alla<br />

salvaguardia delle aree<br />

termali e delle aziende alberghiere<br />

esistenti, nonché degli<br />

stabilimenti termali.<br />

Nel 1992 l’incarico<br />

di redigere il nuovo<br />

P.R.G. di Abano viene<br />

assegnato al prof.<br />

ing. Bernardo Secchi,<br />

docente universitario<br />

e saggista in materia<br />

urbanistica, che<br />

a quel tempo ha già<br />

redatto alcuni piani<br />

urbanistici della<br />

cosiddetta “terza<br />

generazione“ come<br />

quello di Jesi (1988) e<br />

di Siena (1990). Riteniamo<br />

utile proporre<br />

qui alcune tavole del<br />

lavoro svolto. Concetti<br />

che poi verranno<br />

disattesi in seguito a<br />

numerose varianti al<br />

piano ideato e consegnato<br />

al comune<br />

aponense. Seppure<br />

modificato e denaturato<br />

dalle idee iniziali<br />

con cui è stato fatto<br />

il piano. Oggi rimane<br />

l’unico strumento<br />

vigente che da un<br />

indirizzo pianificatorio<br />

al comune di Abano.


132<br />

UN’INDAGINE SUL TERRITORIO<br />

GLI STRUMENTI URBANISTICI VIGENTI<br />

NORMATIVA URBANISTICA<br />

NAZIONALE<br />

NORMATIVA URBANISTICA<br />

REGIONALE<br />

Regol<br />

NAZIONE<br />

L. 1150/1942<br />

Gerarchia delle fonti; pianificazione<br />

comunale divisa in programmatica<br />

e attuativa; licenza<br />

edilizia; zonizzazione<br />

Dem<br />

mate<br />

Tras<br />

Regio<br />

REGIONE<br />

L.R. 11/2004<br />

Legge regionale del Veneto che propone una diversa<br />

articolazione del governo del territorio<br />

Discip<br />

e te<br />

PTC<br />

Piani territoriali<br />

di coordinamento<br />

PI<br />

Piani<br />

intercomunali<br />

PTRC<br />

Piano territoriale regionale<br />

di<br />

coordinamento<br />

Da il<br />

Ter<br />

PROVINCIA<br />

PTCP<br />

Piano territoriale di coordinamento<br />

provinciale<br />

ENTI LOCALI<br />

PRG<br />

Piani regolatore<br />

generale<br />

PF<br />

Piano di<br />

fabbricazione<br />

PAT<br />

Piano di assetto del territorio<br />

PUBBLICO<br />

PRIVATO<br />

PP<br />

Piani particolareggiati<br />

PL<br />

Piani di lottizzazione<br />

PI<br />

Piano<br />

d’intervento<br />

PUA<br />

Piano urbanistici<br />

attuativi


UN’INDAGINE SUL TERRITORIO 133<br />

ISTICA<br />

one una diversa<br />

territorio<br />

ale<br />

di-<br />

orio<br />

nistici<br />

i<br />

NORMATIVA TERMALE<br />

R.D. 1433/1927<br />

Regolamenta la ricerca e la coltivazione di sostanze minerali e le<br />

energie del sottosuolo.<br />

D.P.R. 616/1977<br />

Demandate alle Regioni le funzioni amministrative relative alla<br />

materia di acque minerali e termali e le funzioni amministrative<br />

relative alla materia “cave e torbiere”<br />

D.Lgs. 112/1998<br />

Trasferisce le competenze inerenti alle risorse minierarie alle<br />

Regioni con il conferimento di funzioni e compiti amministrativi<br />

dello Stato alle Regioni e agli Enti Locali.<br />

L.R. 40/1989<br />

Disciplina la ricerca, coltivazione ed utilizzo delle acque minerali<br />

e termali. Prevede che il consiglio regionale approvi un Piano<br />

Regionale delle Acque Minerali e Termali P.R.A.M.T..<br />

Provvedimento del Consiglio Regionale<br />

1111/1980<br />

Da il via all’approvazione del Piano di Utilizzazione della Risorsa<br />

Termale (P.U.R.T.) finalizzato alla salvaguardia della risorsa<br />

idrotermale e valorizzazione del bacino euganeo.<br />

PURT<br />

Piano di utilizzazione<br />

della risorsa termale<br />

PATI<br />

Piani di Assetto del Territorio<br />

Intercomunali<br />

PRAMT<br />

Piano regionale delle acque<br />

minerali e termali<br />

Il quadro legislativo<br />

delineato sembra<br />

rispondere, seppure<br />

in ritardo e con<br />

strumenti ormai<br />

sorpassati, alle esigenze<br />

del territorio. Il<br />

cambiamento legislativo<br />

regionale, che<br />

ha obbligato i comuni<br />

a cambiare il proprio<br />

PRG con PAT e PI, si<br />

basa su un disegno di<br />

legge di grandi vedute,<br />

però, dopo aver<br />

parlato con chi pianifica<br />

realmente il territorio,<br />

la legge, almeno<br />

quella italiana in<br />

merito, è molto lontana<br />

dal chiarire e dare<br />

linee d’indirizzo valide<br />

allo sviluppo del territorio.<br />

Non solo le<br />

linee guida delle<br />

norme sono confuse<br />

e spesso poco precise,<br />

ma a causa della<br />

loro incomprensione<br />

delle dinamiche del<br />

territorio, tendono a<br />

bloccare quella poca<br />

innovazione che viene<br />

portata avanti solo da<br />

alcuni tecnici.


134


LA PROPOSTA PARASSITA 135<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

PROPOSTE TEMPORANEE PER RISULTATI IMMEDIATI


136<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

Gli indirizzi legislativi che cercano di delineare le linee<br />

guida per la pianificazione di aree urbane-termali, si<br />

poggiano su formulazioni giuridiche totalmente superate.<br />

Quest’ultime non considerano la nuova società<br />

fatta di mercati aperti e di concorrenza come motore<br />

per lo sviluppo e l’innovazione. Un esempio sono le<br />

licenze termali, concesse negli anni trenta e vincolate<br />

a chi le ha acquistate. Non è permesso creare<br />

un mercato. Non è permesso liberalizzarle, in modo<br />

da dare possibilità agli investitori, di creare un ritorno<br />

economico. Non è permesso utilizzare la licenza<br />

come strumento per la riattivazione di alcune realtà<br />

termali, le quali se mal gestite lasciano sul territorio<br />

cattedrali vuote. Gli strumenti normativi creati “ad<br />

hoc”, che dovrebbero regolare gli standard di progetto<br />

nella pianificazione delle aree ad indirizzo termale,<br />

sono il PURT (Provvedimento del Consiglio Regionale<br />

1111/80) e il più recente PRAMT (L.R. 40/1989). Effettivamente<br />

sul campo questi strumenti sono estremamente<br />

vincolanti, non aggiornati e spesso ignorati.<br />

L’amministrazione aponense, non tiene conto del<br />

PRAMT (Piano Regionale dell’Acque Termali), non<br />

per negligenza, ma perché le direttive regionali e provinciali<br />

puntano solo sul PURT. Inoltre, si aggiunge il<br />

sentimento comune che il PAT ed il PI, siano strumenti<br />

pensati bene, ma applicati con le stesse logiche di un<br />

PRG. Questi sono direttamente condizionati dal volere<br />

provinciale o regionale, che si esprime fattivamente<br />

solo dopo l’invio del piano alle sedi di competenza.<br />

La situazione attuale prevede un quadro normativo<br />

statale-regionale staccato dal territorio, sia perché<br />

datato, sia perché fatto con logiche top-down ibride<br />

(dando dei limiti ma non specificandone l’entità).<br />

La normativa in campo operativo viene utilizzata<br />

a descrizione di chi poi effettivamente decide.<br />

I processi partecipativi, inseriti nella formazione dei


LA PROPOSTA PARASSITA 137<br />

nuovi piani, vengono mitigati o annullati finché l’ultimo<br />

a decidere sarà un organo amministrativo, che ha il potere<br />

di non tenere conto delle osservazioni pubbliche.<br />

L’innovazione? Chi dovrebbe portare nuove visioni, nuove<br />

soluzioni a problemi ormai consolidati? Su queste<br />

considerazioni, è stato deciso di revisionare il progetto<br />

di costruzione del territorio. Il quale non si basa più sul<br />

progetto architettonico-urbanistico, ma sulla progettazione<br />

di nuove politiche di costruzione di un iter burocratico<br />

e politico che possa permettere di dare spazio<br />

alle buone pratiche e alle buone idee. In un’ottica che<br />

prevede il coinvolgimento sia dei residenti che delle amministrazioni.<br />

Queste ultime potrebbero diventare autrici<br />

di nuove modalità e soluzioni progettuali, capaci, se<br />

ben controllate, di poter rispondere in maniera puntuale<br />

e concreta alle esigenze dei luoghi e della popolazione.


138<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

PAT PARASSITA<br />

Società mista<br />

Creazione di una società composta da rappresentanti<br />

dei cittadini, associazioni, imprenditori,<br />

ricercatori, ecc. Con la collaborazione forte degli<br />

enti di ricerca e università locali.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Giunta comunale<br />

Elabora un documento preliminare e propone ai<br />

soggetti interessati un Accordo di pianificazione<br />

Documento preliminare<br />

Contiene gli obiettivi generali del futuro piano e<br />

delle indicazioni sullo sviluppo sostenibile del<br />

territorio<br />

Accordo di pianificazione<br />

Recepisce il documento preliminare informando<br />

i soggetti coinvolti degli obblighi reciproci. Definisce<br />

come fare il quadro conoscitivo del piano.<br />

Redazione piano<br />

Sottoscritto l’accordo si procede alla redazione<br />

del piano<br />

Organo di controllo<br />

Partecipa alla redazione del piano, concretizzando<br />

le direttive della società mista ed inserendo le<br />

basi per la creazione di piani integrati.<br />

Consiglio comunale<br />

Il piano viene adottato dal consiglio comunale e<br />

depositato in sede pubblicamente.<br />

Consultazione pubblica<br />

Il piano può essere visionato per 30 giorni dopo<br />

la sua pubblicazione. I successivi 30 giorni serviranno<br />

alla raccolta delle osservazioni.<br />

Conferenza dei servizi<br />

A cui partecipera un singolo esponente<br />

dell’organo rappresentante. La conferenza<br />

servirà per poter dibattere sulle osservazioni<br />

raccolte. Solo se si raggiungerà un accordo il<br />

piano si considererà approvato.<br />

Organo di controllo<br />

Partecipa alla conferenza dei servizi confermando<br />

le idee proposte dalla società mista.


LA PROPOSTA PARASSITA 139<br />

PI PARASSITA<br />

Società mista<br />

Creazione di una società composta da rappresentanti<br />

dei cittadini, associazioni, imprenditori,<br />

ricercatori, ecc. Con la collaborazione forte degli<br />

enti di ricerca e università locali. Avendo un<br />

indirizzo più tecnico-territoriale<br />

Sindaco<br />

Presenta all’interno del consiglio comunale un<br />

documento dove evidenzia le priorità, trasformazioni<br />

urbanistiche, interventi e opere pubbliche<br />

da realizzare.<br />

Consiglio comunale<br />

il Sindaco illustra gli effetti attesi del piano.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Consultazione<br />

Confronto tra altri enti pubblici<br />

Partecipazione<br />

Tavolo di lavoro condiviso con altre associazioni<br />

economiche<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Tavoli tematici<br />

I tavoli tematici in una prima fase saranno<br />

divisi per tematiche riguardanti le priorità<br />

delineate dal sindaco e dalla società<br />

mista. In una seconda fase quando saranno<br />

delineate le proposte progettuali,<br />

queste saranno sottoposte alla revisione<br />

della popolazione interessata. La quale<br />

sarà coinvolta sia in chiave progettuale<br />

che contenutistica al fine di poter creare<br />

una visione urbana collettiva, figlia della<br />

commistione di sapere ed esperienze sia<br />

di chi vive sia di chi studia il territorio.<br />

La prima proposta<br />

presentata, utilizza<br />

come base lo<br />

schema di costruzione<br />

dei piani delineato<br />

dal quadro normativo<br />

precedentemente<br />

esposto. Nel rispetto<br />

di un obiettivo comune<br />

qual è la crescita<br />

sostenibile del territorio.<br />

Abbiamo inserito<br />

degli attori che possano<br />

annullare il deficit<br />

informativo degli<br />

operatori, favorendo<br />

lo scambio d’idee tra<br />

stakeholders diversi,<br />

alimentando così una<br />

visione più ampia e<br />

più vicina alla realtà.<br />

Concertazione<br />

Incontro con associazioni sociali e tutti gli<br />

interessati al piano<br />

Consiglio comunale<br />

Il consiglio adotta e approva il piano proposto.


140<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

Consiglio comunale<br />

Fatte le controdeduzioni alle osservazioni raccolte,<br />

potrà modificare il piano secondo le osservazioni<br />

pervenute.<br />

Provincia<br />

Il piano viene inviato in provincia insieme alle<br />

osservazioni, controdeduzioni e eventuali modifiche.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Giunta provinciale<br />

Dal momento di presa in carico la giunta provinciale<br />

avrà 240 giorni per invalidare il documento<br />

prima del silenzio assenso. Inoltre questa potrà<br />

modificare il piano sostituendosi al consiglio<br />

comunale per aggiunte d’ufficio.<br />

Società mista<br />

Società mista composta da attori di rilievo provinciale/regionale,<br />

portatori di diversi interessi<br />

che spaziano da quelli legati alla qualità del<br />

terriotrio fino agli aspetti economici<br />

Giunta comunale<br />

Recepisce la conferenza dei servizi, attende<br />

risposta dalla giunta provinciale e in fine ratifica<br />

il piano. Lo strumento urbanistico diverrà operativo<br />

dopo 15 giorni dalla sua pubblicazione nel<br />

BUR.<br />

Giunta provinciale<br />

Lo strumento urbanistico diverrà operativo dopo<br />

15 giorni dalla sua pubblicazione nel BUR.<br />

PAT


LA PROPOSTA PARASSITA 141<br />

Consiglio comunale<br />

Dopo il termine dei 30 giorni il consiglio ha 60<br />

giorni per decidere sulle osservazioni pervenute<br />

ed approvare il piano.<br />

Consultazione pubblica<br />

Entro 8 giorni dall’adozione il piano è a disposizione<br />

del pubblico per 30 giorni. Dando la possibilità<br />

di poter raccogliere le osservazioni pubbliche.<br />

La proposta è stata<br />

chiamata “Parassita”<br />

perché come in natura<br />

il parassita utilizza<br />

gli organismi superiori<br />

per espletare le<br />

proprie funzioni, in<br />

maniera astratta la<br />

nostra proposta vuole<br />

utilizzare la struttura<br />

politico amministrativa<br />

già presente modificandone<br />

in parte<br />

i contenuti e quindi i<br />

risultati.<br />

Libera visione del piano<br />

Il piano è messo a disposizione all’internod el<br />

comune per la libera consultazione.<br />

Provincia<br />

Una copia del piano viene inviata alla provincia<br />

per i controli con gli altri strumenti sovraordinati.<br />

Comune<br />

Approva il piano e dopo 15 giorni dalla pubblicazione<br />

sul BUR il piano sarà operativo.<br />

PI


142<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

LA SOCIETÀ MISTA<br />

Società mista Società mista<br />

Società mista Società mista<br />

L. 8 giugno L. 1990, 8 giugno 1990,<br />

n.142 n.142<br />

a società formata Una società da TECNICI, formata UNIVERSITÀ, da TECNICI, ASSOCIAZIONI, UNIVERSITÀ, ASSOCIAZIONI, CIT- CIT-<br />

DINI, LIBERI TADINI, PROFESSIONISTI LIBERI PROFESSIONISTI che si riuniscono che per si riuniscono una medesia<br />

finalità: LAVORARE ma finalità: SULL’”INATTESO” LAVORARE SULL’”INATTESO” - SULL’”INNOVAZIONE” - SULL’”INNOVAZIONE” al<br />

al<br />

per una medesi-<br />

e di cambiare fine la di logica cambiare decisionale la logica classica, decisionale uscendo classica, dalla uscendo logica dalla logica<br />

l voto ma riunitasi del voto sotto ma uno riunitasi STATUTO sotto riconosciuto uno STATUTO da riconosciuto tutte le parti da tutte le parti<br />

causa partecipa in causa al disegno partecipa della al città disegno in maniera della città concreta in maniera e innotiva.<br />

Partecipando vativa. e Partecipando copianificando e copianificando con l’amministrazione con l’amministrazione passo passo<br />

concreta e inno-<br />

po passo, la dopo creazione passo, dello la creazione strumento dello urbanistico strumento e dei urbanistico suoi con-nuti. Ricercando tenuti. nuove Ricercando modalità nuove di risoluzione modalità di delle risoluzione problema-<br />

delle problema-<br />

dei suoi conhe<br />

avvalendosi tiche di avvalendosi figure specializzate di figure per specializzate la mediazione per la e facilizione<br />

dei dibattiti tazione durante dei dibattiti i tavoli durante di coprogettazione.<br />

i tavoli di coprogettazione.<br />

mediazione e facili-<br />

el rispetto della Nel rispetto normativa della vigente. normativa Tra le vigente. sue finalità Tra le non sue avrà finalità non avrà<br />

ella di far realizzare quella di il far proprio realizzare progetto il proprio ma la progetto sensibilizzazione ma la sensibilizzazione e la e la<br />

eazione di proposte creazione innovative di proposte perchè innovative inaspettate. perchè inaspettate.<br />

La costituzione La di costituzione una società di a una capitale società misto, a capitale pubblico misto, e privato, pubblico e privato,<br />

rientra nell’ambito rientra del nell’ambito cosiddetto del partenariato cosiddetto pubblico-privato partenariato pubblico-privato istituzionalizzato<br />

(PPPI) tuzionalizzato inteso come (PPPI) cooperazione inteso come tra cooperazione partner pubblici tra partner pubblici<br />

isti-<br />

e privati che costituiscono e privati che un’entità costituiscono a capitale un’entità misto, a capitale dotato di misto, personalità<br />

giuridica sonalità propria, giuridica per la propria, realizzazione per la e/o realizzazione gestione di e/o un’op-<br />

gestione di un’op-<br />

dotato di perera<br />

pubblica o era di un pubblica servizio. o di L’apporto un servizio. privato L’apporto consiste privato nel conferimento<br />

di capitali mento o altri di beni capitali e nella o altri partecipazione beni e nella partecipazione attiva all’esecuzi-<br />

attiva all’esecuzi-<br />

consiste nel conferione<br />

dei compiti one assegnati dei compiti all’entità assegnati a capitale all’entità misto a capitale e/o nella misto gestione<br />

di tale entità. ne di tale entità.<br />

e/o nella gestio-<br />

Le società Le miste società rappresentano miste rappresentano una novità una introdotta novità introdotta<br />

nell’ordinamento nell’ordinamento degli enti locali degli dall’art. enti 22 locali della dall’art. L. 8 giugno 22 della 1990, L. 8 giugno 1990,<br />

n. 142 che, nell’ambito n. 142 che, delle nell’ambito diverse modalità delle diverse tipizzate modalità di gestione tipizzate di gestione<br />

dei servizi pubblici dei servizi locali, pubblici ha introdotto locali, inizialmente ha introdotto lo inizialmente strumento lo strumento<br />

della società della per azioni società pubblico-privata per azioni pubblico-privata a prevalente a capitale prevalente capitale<br />

pubblico locale. pubblico Precedentemente locale. Precedentemente alla L.142/90, all’ente alla L.142/90, locale all’ente era locale era<br />

invece consentito invece di consentito partecipare di a partecipare società di capitali a società insieme di capitali a insieme a<br />

partner privati, partner sulla base privati, del sulla generale base riconoscimento del generale riconoscimento in capo in capo<br />

all’ente di una all’ente capacità di negoziale una capacità di diritto negoziale comune. di diritto Attualmente comune. le Attualmente le<br />

società miste società sono utilizzate miste sono sia per utilizzate l’esercizio sia per di servizi l’esercizio pubblici, di servizi pubblici,<br />

che per la realizzazione che per la di realizzazione infrastrutture di infrastrutture e dotazioni pubbliche, e dotazioni pubbliche,<br />

anche nell’ambito anche di processi nell’ambito di trasformazione di processi di trasformazione urbana. urbana.


LA PROPOSTA PARASSITA 143<br />

Gli elementi d’innovazione che abbiamo inserito all’interno<br />

della proposta di PAT e PI parassita sono due: “la società<br />

mista“ e “l’organo di controllo“. Le nostre modifiche sono<br />

partite dal PAT. Secondo criteri di legge, la giunta comunale<br />

presenta in comune un documento preliminare che contiene<br />

gli obiettivi generali del futuro piano e delle indicazioni sullo<br />

sviluppo sostenibile del territorio. La proposta parassita, invece,<br />

propone un documento creato da una “società mista”<br />

che collaborerà con la giunta comunale per la redazione del<br />

documento preliminare. Questo documento sarà redatto in<br />

un ambiente partecipato da chi il territorio lo vive e lo crea<br />

con le scelte quotidiane. La società mista sarà composta da<br />

rappresentanti dei cittadini, associazioni, imprenditori, ricercatori,<br />

e tutti coloro che vorranno partecipare alla prima bozza<br />

di piano, supervisionati da tecnici comunali che poi avranno<br />

il compito di redigere il piano vero e proprio. Questa si<br />

doterà di uno statuto riconosciuto da tutte le parti in causa,<br />

ricercherà nuove modalità di risoluzione delle problematiche,<br />

e si avvarrà di figure specializzate per la mediazione e<br />

facilitazione dei dibattiti durante i tavoli di coprogettazione.<br />

Il vantaggio di questa società, rispetto alla situazione attuale,<br />

sarà di lavorare sull’”inatteso” ricercando l’innovazione e<br />

volontà di cambiare le logiche decisionali classiche. I tecnici<br />

dell’amministrazione interessata supervisioneranno il processo<br />

e provvederanno a gestire il dialogo tra le varie parti<br />

insieme ai facilitatori già descritti. I tecnici dovranno restituire<br />

i vari output creati il giorno prima, per il giorno dopo e delineare<br />

il documento preliminare. Questo documento redatto<br />

insieme alla giunta comunale non potrà che essere condiviso<br />

per poter divenire documento preliminare. Durante tutto l’iter<br />

d’approvazione, sono previste delle attività parallele, di carattere<br />

temporaneo, che consentano di testare in tempo reale,<br />

o quasi, le decisioni prese in itinere. Dando la possibilità di<br />

registrare feedback positivi o negativi sulle scelte prese.


144<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

L’ORGANO DI CONTROLLO E I TAVOLI TEMATICI<br />

Organi Organi di controllo di controllo<br />

Tavoli tematici Tavoli tematici<br />

organo di L’organo controllo di ideato, controllo è formato ideato, è da formato un gruppo da un di gruppo persone di persone<br />

he s’interfaccia che s’interfaccia con l’organo con amministrativo l’organo amministrativo pubblico pubblico in in<br />

same, portando esame, portando avanti le avanti scelte le e le scelte idee e progettuali le idee progettuali della della<br />

ocietà mista. società Avrà mista. il compito Avrà il tecnico-politico compito tecnico-politico di apportare di apportare<br />

igliorie nella migliorie fase nella di redazione fase di redazione del piano del (PAT) piano e parteciperà (PAT) e parteciperà<br />

lla conferenza alla conferenza dei servizi dei come servizi esponente come esponente della società della mista. società mista.<br />

stato scelto È stato scelto scelto di far scelto partecipare di far partecipare l’organo di l’organo controllo, di controllo, non non<br />

società la mista, società alla mista, conferenza alla conferenza dei servizi dei perché, servizi mentre perché, la mentre la<br />

.M. è stata S.M. studiata è stata per studiata avere per un carattere avere un più carattere innovatore più innovatore con con<br />

dirizzi e indirizzi idee gestionali e idee gestionali a grande a scala, grande l’organo scala, di l’organo controllo di controllo<br />

vrà un avrà carattere un carattere più normativo-operativo più normativo-operativo che servirà che a servirà a<br />

ncretizzare concretizzare le scelte prese le scelte precedentemente.<br />

prese precedentemente.<br />

Sotto la supervisione Sotto la supervisione dei mediatori, dei mediatori, la fase la “partecipazione”<br />

fase di “partecipazione”<br />

ai piani, prevista ai piani, per prevista legge, per sarà legge, affiancata sarà affiancata da dei tavoli da tematici. dei tavoli tematici.<br />

Questi in una Questi prima in una fase prima saranno fase divisi saranno per divisi tematiche per tematiche riguardanti<br />

le priorità danti le delineate priorità delineate dal sindaco dal e sindaco dalla società e dalla mista. società In mista. In<br />

riguar-<br />

una seconda una fase, seconda tali proposte fase, tali saranno proposte sottoposte saranno sottoposte alla revisi-allone della popolazione one della popolazione interessata. interessata. I partecipanti I partecipanti ai tavoli saran-<br />

ai tavoli saran-<br />

revisino<br />

coinvolti no sia coinvolti chiave sia progettuale in chiave progettuale che contenutistica che contenutistica al fine di al fine di<br />

poter creare poter una creare visione una urbana visione collettiva, urbana collettiva, figlia della figlia commistione<br />

di sapere one ed di sapere esperienze ed esperienze sia di chi vive sia di sia chi di vive chi studia sia chi il ter-<br />

studia il ter-<br />

della commistiritorio.<br />

Il carattere ritorio. Il generale carattere di generale questi tavoli di questi sarà tavoli di lavorare sarà di attivamente<br />

alla vamente costruzione alla costruzione di un piano di un che piano cambi che la cambi città. Le la città. Le<br />

lavorare atti-<br />

scelte che scelte verranno che verranno prese saranno prese state saranno delineate state delineate sotto la sotto la<br />

guida del PAT guida ma del avranno PAT ma un avranno carattere un tecnico carattere operativo tecnico molto operativo molto<br />

spiccato. Si spiccato. parlerà Si di parlerà progetti, di interventi progetti, interventi di grande, media grande, e piccola<br />

rilevanza cola rilevanza che permetteranno che permetteranno di concretizzare di concretizzare le visioni le visioni<br />

media e pic-<br />

proposte dal proposte PAT. dal PAT.


LA PROPOSTA PARASSITA 145<br />

Per consentire un controllo a valle del documento redatto abbiamo<br />

inserito un organo di controllo. Il quale, preso in carico il<br />

disegno di piano fatto all’inizio del processo, ha raccolto tutti i<br />

risultati ottenuti dalle sperimentazioni su campo e li confronterà<br />

con il disegno di piano proposto dal consiglio comunale.<br />

Il documento complessivo segue l’iter procedurale normativo:<br />

consiglio comunale, consultazione pubblica e conferenza<br />

dei servizi. Al fine di controllare e affermare le idee proposte<br />

sulla base partecipata iniziale, l’organo di controllo partecipa<br />

alla conferenza dei servizi avendo un peso superiore rispetto<br />

agli altri partecipanti. Segue il consiglio comunale e l’invio<br />

del piano alla provincia. Quando il piano giunge in giunta provinciale,<br />

la società mista interviene modificando il target dei<br />

sui interessi. Questa volta il piano, che giunge in provincia per<br />

avere una visione più ampia rispetto alla sfera comunale, viene<br />

modificato in collaborazione con la società mista che sarà<br />

strutturata ed avrà compiti di concertazione ad ampia scala.<br />

Il piano approvato dalla giunta provinciale, arriva in giunta comunale<br />

in attesa della sua completa ratifica ad opera del BUR.<br />

Nel PI ritroviamo la società mista che pur mantenendo la sua<br />

multidisciplinarietà, sarà composta dagli stessi attori che parteciparono<br />

alla redazione del PAT aiutando il sindaco a concretizzare<br />

le linee guida descritte nel PAT. L’iter burocratico<br />

prevede che il sindaco consegni il documento delle priorità al<br />

consiglio comunale. Successivamente partirà la fase di consultazione,<br />

partecipazione e concertazione della proposta di<br />

piano supervisionata da tavoli tematici. Questi si divideranno<br />

in relazione alle tematiche proposte dal sindaco e dalla società<br />

mista. Le proposte progettuali realizzate, verranno poi esposte<br />

e spiegate alla popolazione interessata, orientando le scelte<br />

alle proposte in oggetto e spiegandone le ragioni. In questa<br />

fase non si escludono laboratori partecipati con le scuole di<br />

secondo livello che potranno dare, a seconda del loro indirizzo,<br />

un apporto culturale-tecnico alla popolazione li presente.


146<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

LE ATTIVITÀ TEMPORANEE<br />

Società mista<br />

Creazione di una società composta da rappresentanti<br />

dei cittadini, associazioni, imprenditori, ricercatori,<br />

ecc. Con la collaborazione forte degli enti di ricerca e<br />

università locali.<br />

PAT PARASSITA<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Giunta comunale<br />

Elabora un documento preliminare e propone ai soggetti<br />

interessati un Accordo di pianificazione<br />

Consiglio comunale<br />

Il piano viene adottato dal consiglio comunale<br />

e depositato in sede pubblicamente.<br />

Documento preliminare<br />

Contiene gli obiettivi generali del futuro piano e<br />

delle indicazioni sullo sviluppo sostenibile del<br />

territorio<br />

Accordo di pianificazione<br />

Recepisce il documento preliminare informando<br />

i soggetti coinvolti degli obblighi reciproci.<br />

Definisce come fare il quadro conoscitivo del<br />

piano.<br />

Redazione piano<br />

Sottoscritto l’accordo si procede alla redazione<br />

del piano<br />

Consultazione pubblica<br />

Il piano può essere visionato per 30 giorni dopo<br />

la sua pubblicazione. I successivi 30 giorni serviranno<br />

alla raccolta delle osservazioni.<br />

Organo di controllo<br />

Partecipa alla redazione del piano, concretizzando<br />

le direttive della società<br />

mista ed inserendo le basi per la creazione<br />

di piani integrati.<br />

Conferenza dei servizi<br />

A cui partecipera un singolo esponente dell’organo rappresentante.<br />

La conferenza servirà per poter dibattere<br />

sulle osservazioni raccolte. Solo se si raggiungerà un accordo<br />

il piano si considererà approvato.<br />

Organo di controllo<br />

Partecipa alla conferenza dei servizi confermando<br />

le idee proposte dalla società mista.<br />

Consiglio comunale<br />

Fatte le controdeduzioni alle osservazioni<br />

raccolte, potrà modificare il piano secondo<br />

le osservazioni pervenute.<br />

Provincia<br />

Il piano viene inviato in provincia insieme<br />

alle osservazioni, controdeduzioni e<br />

eventuali modifiche.<br />

Giunta comunale<br />

Recepisce la conferenza dei servizi, attende<br />

risposta dalla giunta provinciale e<br />

in fine ratifica il piano. Lo strumento urbanistico<br />

diverrà operativo dopo 15 giorni<br />

dalla sua pubblicazione nel BUR.<br />

PAT<br />

Giunta provinciale<br />

Dal momento di presa in carico la giunta provinciale<br />

avrà 240 giorni per invalidare il documento<br />

prima del silenzio assenso. Inoltre<br />

questa potrà modificare il piano sostituendosi<br />

al consiglio comunale per aggiunte d’ufficio.<br />

Giunta provinciale<br />

Lo strumento urbanistico diverrà operativo<br />

dopo 15 giorni dalla sua pubblicazione nel<br />

BUR.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Società mista<br />

Società mista composta da attori di rilievo provinciale/regionale,<br />

portatori di diversi interessi<br />

che spaziano da quelli legati alla qualità del terriotrio<br />

fino agli aspetti economici


LA PROPOSTA PARASSITA 147<br />

Dialogo pubblico<br />

Al fine di mantenere un equilibrio di poteri tra la giunta comunale e la società<br />

mista, abbiamo deciso di spostare la discussione da cui si originerà la<br />

prima bozza di piano in edifici culturali di spicco, ma che necessitano di interventi<br />

di risistemazione. Cogliamo così l’occasione per fare prendere coscienza<br />

del territorio a chi prende decisioni sul territorio, e non. L’operazione<br />

permetterà di fare avviare degli interventi di messa in sicurezza, predisponendo<br />

i luoghi anche ad utilizzi futuri.<br />

Gruppi di lavoro<br />

Il primo incontro, è servito da spartiacque per conoscere il territorio e proporre<br />

degli spunti da cui partire. I gruppi di lavoro di carattere amministrativo<br />

che si formano per la redazione del piano e i gruppi di lavoro dell’organo<br />

di controllo potrebbero riunirsi in altre strutture soggette a risistemazione,<br />

strutture obiettivo delle politiche che si stanno già delineando.<br />

Progetti pilota<br />

Delineata la bozza di piano,visionati i risultati dei gruppi di lavoro e della<br />

consultazione pubblica, si attuano sul territorio dei progetti pilota per poter<br />

testare l’attinenza del piano alla realtà. L’esito di questi progetti influenzerà<br />

direttamente le scelte che poi verranno dibattute all’interno della conferenza<br />

dei servizi.<br />

Affinché le scelte fatte e le analisi eseguite siano fedeli alla<br />

realtà, si è pensato di proporre eventi PI paralleli PARASSITA da fare durante<br />

tutto il processo di creazione del Creazione piano. di una società Saranno composta da rap-<br />

eventi di<br />

Società mista<br />

presentanti dei cittadini, associazioni, imprenditori,<br />

ricercatori, ecc. Con la collabora-<br />

diverso genere che cambieranno a seconda della fase nella<br />

zione forte degli enti di ricerca e università<br />

locali. Avendo un indirizzo più tecnico-territorialevorranno<br />

testa-<br />

quale verranno inseriti e quali idee o progetti<br />

re. Il processo di analisi di tali progetti paralleli inizia a seguito<br />

dell’incontro tra la giunta comunale e società mista. Al fine<br />

Sindaco<br />

Presenta all’interno del consiglio comunale<br />

di mantenere un equilibrio di poteri tra la giunta e<br />

un documento dove evidenzia le priorità,<br />

trasformazioni urbanistiche, interventi e<br />

società mista, abbiamo deciso di spostare opere pubbliche la da discussione realizzare. da<br />

cui si originerà la prima bozza di piano in edifici culturali di<br />

Consiglio comunale<br />

spicco, che si è deciso di recuperare, ma che necessitano di<br />

il Sindaco illustra gli effetti attesi<br />

del piano.<br />

interventi di risistemazione. Un‘occasione per rendere consapevoli<br />

sulle potenzialità e problematiche del territorio, chi<br />

prende decisioni o vi lavora. L’operazione permetterà di far<br />

avviare degli interventi di messa in sicurezza che predisporranno<br />

i luoghi anche ad utilizzi futuri.<br />

Il primo incontro, servirà da spartiacque per conoscere il territorio<br />

e proporre degli obiettivi da raggiungere. I gruppi di<br />

lavoro di carattere amministrativo che si formano per la redazione<br />

del piano e i gruppi di lavoro dell’organo di controllo<br />

Consiglio comunale<br />

Il consiglio adotta e approva il piano<br />

potrebbero riunirsi in altre strutture soggette proposto. a risistemazione,<br />

obiettivo delle politiche che stanno già delineandosi. Dopo<br />

aver inviato i risultati al consiglio comunale, la consultazione<br />

pubblica che ne consegue raccoglierà i pareri e invierà le<br />

osservazioni ai progetti pilota. Disegnata Consiglio la comunale bozza di piano,<br />

Dopo il termine dei 30 giorni il consiglio<br />

ha 60 giorni per decidere sulle osservazioni<br />

temporanei pervenute ed approvare il piano. per testare<br />

si attuano sul territorio dei progetti<br />

l’attinenza dello strumento urbanistico alla realtà. L’esito<br />

di questi progetti influenzerà direttamente Libera visione le del scelte piano che poi<br />

Il piano è messo a disposizione all’internod<br />

el comune per la libera consultazio-<br />

saranno dibattute all’interno della conferenza dei servizi. Gli<br />

ne.<br />

elaborati verranno inviati all’organo di controllo<br />

Comune<br />

che poi ne<br />

Approva il piano e dopo 15 giorni dalla<br />

discuterà i risultati all’interno della pubblicazione conferenza sul BUR il piano stessa.<br />

sarà operativo.<br />

Mediatore/Facil<br />

Consul<br />

Confronto tra a<br />

Parteci<br />

Tavolo di lavor<br />

altre associazi<br />

Concer<br />

Incontro con as<br />

e tu<br />

interessa<br />

Cons<br />

Entro 8 giorni d<br />

zione del pubbli<br />

bilità di poter ra<br />

Una copia del p<br />

per i controli co<br />

PI


148<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

LE ATTIVITÀ TEMPORANEE<br />

PI PARASSITA<br />

Società mista<br />

Creazione di una società composta da rappresentanti<br />

dei cittadini, associazioni, imprenditori,<br />

ricercatori, ecc. Con la collaborazione<br />

forte degli enti di ricerca e università<br />

locali. Avendo un indirizzo più tecnico-territoriale<br />

Sindaco<br />

Presenta all’interno del consiglio comunale<br />

un documento dove evidenzia le priorità,<br />

trasformazioni urbanistiche, interventi e<br />

opere pubbliche da realizzare.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Consiglio comunale<br />

il Sindaco illustra gli effetti attesi<br />

del piano.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Consultazione<br />

Confronto tra altri enti pubblici<br />

Partecipazione<br />

Tavolo di lavoro condiviso con<br />

altre associazioni economiche<br />

Concertazione<br />

Incontro con associazioni sociali<br />

e tutti gli<br />

interessati al piano<br />

Tavoli tematici<br />

I tavoli tematici in una prima fase saranno divisi<br />

per tematiche riguardanti le priorità delineate<br />

dal sindaco e dalla società mista. In una seconda<br />

fase quando saranno delineate le proposte<br />

progettuali, queste saranno sottoposte alla revisione<br />

della popolazione interessata. La quale<br />

sarà coinvolta sia in chiave progettuale che contenutistica<br />

al fine di poter creare una visione<br />

urbana collettiva, figlia della commistione di<br />

sapere ed esperienze sia di chi vive sia di chi<br />

studia il territorio.<br />

Consiglio comunale<br />

Il consiglio adotta e approva il piano<br />

proposto.<br />

Consiglio comunale<br />

Dopo il termine dei 30 giorni il consiglio<br />

ha 60 giorni per decidere sulle osservazioni<br />

pervenute ed approvare il piano.<br />

Consultazione pubblica<br />

Entro 8 giorni dall’adozione il piano è a disposizione<br />

del pubblico per 30 giorni. Dando la possibilità<br />

di poter raccogliere le osservazioni pubbliche.<br />

Libera visione del piano<br />

Il piano è messo a disposizione all’internod<br />

el comune per la libera consultazione.<br />

Provincia<br />

Una copia del piano viene inviata alla provincia<br />

per i controli con gli altri strumenti sovraordinati.<br />

Comune<br />

Approva il piano e dopo 15 giorni dalla<br />

pubblicazione sul BUR il piano sarà operativo.<br />

PI


LA PROPOSTA PARASSITA 149<br />

Dialogo pubblico<br />

Le decisioni prese dalla proposta di piano fatta dal sindaco congiuntamente<br />

alla società mista, verranno dibattute pubblicamente nelle diverse località<br />

previste dai progetti proposti. Sarà l’occasione per poter discutere delle<br />

scelte progettuali previste e al contempo visionare lo stato dei luoghi interessati.<br />

Ciò che emergerà dal dialogo pubblico verrà trascritto ed inviato<br />

come parere al consiglio comunale.<br />

Gruppi di lavoro<br />

I risultati del dialogo pubblico, del consiglio comunale e le prime proposte<br />

dei tavoli tematici verranno esaminate e messe a sistema. I gruppi di lavoro<br />

provvederanno a realizzare gli elaborati progettuali, eseguendo le analisi<br />

necessarie e raccogliendo tutte le informazioni per poter poi collaborare<br />

con chi si occuperà dei progetti pilota. I progetti preliminari verranno proposti<br />

direttamente al consiglio comunale per presa visione.<br />

Progetti pilota<br />

Subito dopo i gruppi di lavoro partiranno i progetti pilota discussi e già definiti,<br />

seppure a grandi linee. Dovranno essere progetti realizzabili nel breve<br />

o brevissimo tempo. I primi risultati ottenuti dalle scelte fatte verranno inviati<br />

alla consultazione pubblica, invece i risultati completi al consiglio comunale.<br />

Progetti di trasformazione<br />

Raccolta l’esperienza dei progetti pilota fatti e schematizzato il piano, in<br />

attesa che la provincia controlli il rispetto con i piani sovraordinati, inizia lo<br />

studio di fattibilità dei progetti di trasformazione del territorio, previsti dal<br />

non ancora definitivo PI.<br />

La società mista e il sindaco, coadiuvati da mediatori, mettono<br />

a punto un documento che raccoglie le priorità verso le<br />

quali verranno indirizzati i primi interventi. Sottolineiamo che<br />

i contenuti della proposta di piano, verranno dibattuti pubblicamente<br />

nelle diverse località previste dai progetti proposti<br />

attraverso un dialogo pubblico. Sarà l’occasione per poter discutere<br />

delle scelte progettuali previste e allo stesso tempo<br />

visionare lo stato dei luoghi interessati.<br />

Ciò che emergerà dal dialogo pubblico verrà trascritto ed inviato<br />

come parere al consiglio comunale. I risultati del dialogo<br />

pubblico, del consiglio comunale e le prime proposte<br />

dei tavoli tematici verranno esaminate e messe a sistema. I<br />

gruppi di lavoro provvederanno a realizzare gli elaborati progettuali,<br />

eseguendo le analisi necessarie e raccogliendo tutte<br />

le informazioni per poter poi collaborare con chi si occuperà<br />

dei progetti pilota. I progetti preliminari verranno proposti direttamente<br />

al consiglio comunale per presa visione. In seguito<br />

i gruppi di lavoro partiranno con i progetti pilota discussi e<br />

già definiti, seppur a grandi linee. Dovranno essere progetti<br />

realizzabili nel breve o brevissimo tempo. I primi risultati ottenuti<br />

dalle scelte fatte, saranno disponibili per la consultazione<br />

pubblica, mentre i risultati completi, verranno inviati al<br />

consiglio comunale. Raccolta l’esperienza dei progetti pilota<br />

e schematizzato il piano, in attesa che la provincia controlli il<br />

rispetto con i piani sovraordinati, inizia lo studio di fattibilità<br />

dei progetti di trasformazione del territorio, previsti dal non<br />

ancora definitivo PI. I progetti di trasformazioni, già avviati,<br />

analizzeranno le eventuali modifiche fatte nella compilazione<br />

del PI definitivo. Aggiorneranno tramite varianti al progetto<br />

le possibili difformità e raggiungeranno i loro obiettivi entro i<br />

termini previsti.<br />

Progetti<br />

I progetti di trasformazioni, già avviati, analizzeranno le eventuali modifiche<br />

fatte nella compilazione del PI definitivo. Aggiorneranno tramite varianti al<br />

progetto le possibili difformità e raggiungeranno i loro obiettivi entro i termini<br />

previsti.


150<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

LE POTENZIALITÀ PROGETTUALI<br />

Cinema<br />

Marconi<br />

Duomo<br />

S. Lorenzo<br />

Piazza Mercato<br />

Municipio<br />

Connessione Termale<br />

Piazza Unità<br />

d’Italia<br />

Hotel ex<br />

Salvagnini


LA PROPOSTA PARASSITA 151<br />

Questo scenario progettuale, risponde alle richieste e<br />

proposte presentate dalla popolazione e dall’amministrazione<br />

durante la nostra permanenza all’interno del<br />

comune termale di Abano Terme. L’area in oggetto è situata<br />

all’interno di un circuito di polarità forti quali: la<br />

sede del comune, la piazza del mercato, la biblioteca<br />

civica, il Duomo, il cinema Marconi e il manufatto architettonico<br />

dell’ex Salvagnini Bernhof. Quest’area presenta<br />

delle potenzialità connettive sia verticali che orizzontali.<br />

Inoltre lo scenario rappresentato prevede una<br />

connessione forte lungo via Matteotti e viale delle Terme<br />

rinominata, da noi, “connessione termale”. Quest’accezione<br />

deriva dalla numerosa presenza di centri termali<br />

attivi e non situati lungo quest’asse. Dalle analisi precedentemente<br />

citate abbiamo sviluppato le seguenti riflessioni.<br />

L’importanza di creare delle connessioni reali<br />

e/o virtuali tra poli attrattori limitrofi ma non connessi.<br />

Sottolineando la forza di questa connessione, che consiste<br />

nel creare integrazioni e collaborazioni tra questi<br />

luoghi, potenziandone il contenuto e l’attrattività. La valorizzazione<br />

dei luoghi, prevede una destinazione d’uso<br />

differente da quella di mercato settimanale e di parcheggio<br />

per l’area della piazza retrostante alla sede del<br />

comune. Una riallocazione dei posti auto, prediligendo<br />

una pedonalizzazione attraverso connessioni trasversali,<br />

già presenti ma, poco sfruttate. Una riqualificazione<br />

del manufatto dell’ex Salvagnini attraverso nuovi usi e un<br />

miglior rapporto con la piazza ed il comune antistante.


152<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

LO STATO DI FATTO


LA PROPOSTA PARASSITA 153<br />

LA CHIESA, IL CINEMA, LA PIAZZA,<br />

SONO LUOGHI D’INTERESSE ISOLATI,<br />

CHE POTREBBERO ESSERE INSERITI<br />

IN UN CIRCUITO CULTURALE E DEL BE-<br />

NESSERE PIÙ AMPIO<br />

PIAZZA UNITÀ D’ITALIA<br />

E L’HOTEL EX SALVAGNI-<br />

NI OGGI RISPETTIVAMENTE<br />

ISOLATE E IN ABBANDONO,<br />

POTREBBERO ESSERE OG-<br />

GETTO DI RECUPERO<br />

PARCHEGGIO SOVRADIMEN-<br />

SIONATO, LA PIAZZA DEL<br />

MERCATO VA VALORIZZATA<br />

MEDIANTE ALTRI USI<br />

LE CONNESSIONI OGGI ESI-<br />

STENTI, POTREBBERO ES-<br />

SERE OGGETTO DI RI-<br />

FLESSIONE PER FUTURI<br />

INTERVENTI. I QUALI UTI-<br />

LIZZERANNO I TRACCIATI<br />

DANDO NUOVI SIGNIFICATI<br />

AI LUOGHI CIRCOSTANTI


154<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

L’AREA EX SALVAGNINI E PIAZZA MERCATO<br />

2<br />

1<br />

3<br />

4


LA PROPOSTA PARASSITA 155<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

LA SUPERFICIE A PARCHEGGIO ORA DESITNA-<br />

TA PER LA MAGGIOR PARTE NELLA PIAZZA<br />

DEL MERCATO, SARÀ REDISTRIBUITA NELLE<br />

AREE LIMITROFE COME AD ESEMPIO IL PAR-<br />

CHEGGIO DEL CIMITERO<br />

RIATTIVAZIONE DELL’AREA EX SALVAGNINI,<br />

MEDIANTE ATTIVITÀ TEMPORANEE:<br />

- LA DELOCALIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ AM-<br />

MINISTRATIVE E DEI SERVIZI AL CITTADINO<br />

- LA VALORIZZAZIONE DELL’AREA VERDE<br />

DELL’IMMOBILE CON APERTURA AL PUBBLICO<br />

IL TEMATISMO TERMALE SI SVILUPPERÀ AT-<br />

TRAVERSO L’UTILIZZO DELLE CONNESSIONI<br />

PRESENTI E DI PROGETTO, A SEGUITO DI UNA<br />

VALORIZZAZIONE DELLE GALLERIE, PERCOR-<br />

SI PEDONALI E CICLABILI ORA POCO UTILIZZA-<br />

TI CHE SARANNO LE VIE PER CONNETTERE LE<br />

AREE RIATTIVATE, TEATRO DELLE PROPOSTE E<br />

DELLE INIZIATIVE TEMPORANEE<br />

LA PIAZZA DEL MERCATO PREVEDERÀ MODIFI-<br />

CHE TEMPORANEE MEDIANTE:<br />

- LA COLLOCAZIONE DI STRUTTURE TEMPO-<br />

RANEE CAPACI DI OSPITARE ATTIVITÀ CULTU-<br />

RALI, ENOGASTRONOMICHE CON IL COINVOL-<br />

GIMENTO DELLE ASSOCIAZIONI LOCALI E DEI<br />

CITTADINI<br />

- UNO SPAZIO COPERTO PER EVENTI E ATTI-<br />

VITÀ EFFETTUABILI IN QUALSIASI PERIODO<br />

DELL’ANNO<br />

Le connessioni trasversali proposte si basano sulla numerosa<br />

presenza di sottoportici, gallerie e percorsi che<br />

connettono questi nodi. Tali percorsi sono attualmente<br />

presenti e non richiedono modifiche fisiche, andrebbero<br />

invece valorizzati ed integrati in un ottica progettuale più<br />

ampia. Creando un sistema che connette diverse parti<br />

del progetto. Uno degli elementi caratterizzanti questo<br />

sistema è la Piazza del Mercato, la quale potrebbe ospitare<br />

una struttura temporanea, agevolando le attività<br />

commerciali e le iniziative culturali d’interesse collettivo.<br />

Uno spazio coperto mobile, che potrebbe essere replicato<br />

anche in altre realtà, ma che fornisca così un luogo<br />

destrutturato che non precluda attività future. Concerti<br />

e mercati di vario genere, che si svolgeranno all’interno<br />

di questa struttura, dialogheranno con gli spazi di piazza<br />

Unità d’Italia attraverso i percorsi adiacenti la sede del<br />

comune. La piazza sarà oggetto di progetti d’integrazione<br />

con le nuove funzioni dell’ex Salvagnini, mirando<br />

a creare un unico spazio per la collettività che coinvolga<br />

l’area verde dell’immobile. Ciò sarà possibile attraverso<br />

un cambio di destinazione d’uso della struttura ricettiva,<br />

ipotesi già presentata all’amministrazione ed in passato<br />

già parzialmente realizzata. L’immobile potrebbe così<br />

ospitare, grazie alla sua predisposizione strutturale,<br />

sia attività integrative all’offerta sanitaria dell’azienda<br />

ospedaliera di Padova e Abano oppure il decentramento<br />

di alcuni servizi comunali. Queste ipotesi d’utilizzo<br />

sono già state, positivamente, messe in atto in passato<br />

ma a causa di impedimenti legislativi hanno avuto una<br />

durata troppo breve per poterne dichiarare il successo o<br />

il fallimento. Inoltre questa ipotesi connette spazi come<br />

il Duomo, il cinema ed i parcheggi limitrofi (vedi quello<br />

adiacente al vicino cimitero) ad un contesto di mixitè<br />

funzionale, divenendo parte di un progetto più ampio.


156<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

LE POTENZIALITÀ PROGETTUALI<br />

Hotel l’Orologio<br />

Connessione Termale<br />

Centro Congressi<br />

P. d’Abano<br />

Fonte del<br />

Montirone<br />

Parco Termale


LA PROPOSTA PARASSITA 157<br />

L’area interessata da questo scenario progettuale si<br />

connette alle proposte viste precedentemente mediante<br />

la “connessione termale”, in quanto situata lungo viale<br />

delle Terme. Le polarità che la caratterizzano sono l’hotel<br />

storico “Orologio”, il centro congressi “P. D’Abano”, il<br />

parco termale ed il futuro museo che sorgerà nella struttura<br />

progettata da G. Jappelli presso la fonte del Montirone.<br />

Questo sistema presenta due connessioni verticali<br />

forti: viale delle terme e il parco termale. Tracciati<br />

sub-paralleli messi a sistema da connessioni trasversali,<br />

i quali fornirebbero nuove modalità di esplorazione della<br />

città termale. Ampliandone l’offerta di tracciati pedonali<br />

a partire da viale delle terme. L’area dell’orologio, situata<br />

all’interno di questo scenario, è stata presa in esame<br />

a seguito di numerose richieste di trasformazione che<br />

la vorrebbe da abbandonata e incolta a parco pubblico<br />

o centro congressi. La facciata dell’hotel vincolata, rappresenta<br />

un bene non valorizzato in decadenza. L’edificio<br />

è stato inoltre uno degli hotel più lussuosi del comune<br />

di Abano fino agli anni Settanta, i tentativi di vendita<br />

da parte del proprietario al comune aponense sono tutti<br />

falliti perché non si è trovato un accordo economico soddisfacente.<br />

Lungo viale delle terme sono inoltre presenti<br />

altri hotel storici ancora attivi e numerosi centri per lo<br />

shopping e la ristorazione. Queste attività conferiscono<br />

al viale un carattere di spazio pubblico non riscontrabile<br />

in altre realtà comunali. Questo caratteristica andrebbe<br />

valorizzata attraverso progetti mirati che coinvolgono<br />

ambiti economici, politici e sociali interessati.


158<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

LO STATO DI FATTO


LA PROPOSTA PARASSITA 159<br />

IL VIALE DELLE TERME,<br />

IL VERO SPAZIO PUBBLI-<br />

CO DI ABANO TERME<br />

L’AREA DELL’EX HOTEL OROLO-<br />

GIO, ORA INATTIVA, POTREBBE<br />

DIVENIRE UN POLMONE VERDE<br />

PER LA CITTÀ<br />

IL PARCO TER-<br />

MALE ORA ISO-<br />

LATO, CON L’AU-<br />

SILIO DI NUOVE<br />

CONNESSIONI, DI-<br />

VENTERÀ PARTE<br />

DI UN SISTEMA DI<br />

VALORIZZAZIONE<br />

DELL’AREA<br />

GLI ALBERGHI ORA REALTÀ IN-<br />

DIVIDUALISTE VERRANNO RI-<br />

VISTE ALL’INTERNO DI UN’OT-<br />

TICA DI COLLABORAZIONE E DI<br />

PROGETTAZIONE COLLETTIVA


160<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

IL VIALE DELLE TERME<br />

2<br />

3<br />

1 4


LA PROPOSTA PARASSITA 161<br />

1<br />

2<br />

3<br />

L’AREA VERDE DELL’HOTEL OROLOGIO, AD OGGI<br />

NON FRUIBILE E IN ABBANDONO, POTREB-<br />

BE DIVENIRE QUEL PARCO PUBBLICO TANTO<br />

RICHIESTO DALLA POPOLAZIONE. MEDIANTE<br />

UNA RIDISEGNAZIONE ED UN DIVERSO UTILIZ-<br />

ZO DEGLI SPAZI INTERNI DELL’IMMOBILE OGGI<br />

CHIUSO, SI POTREBBE RENDERE QUEST’ULTI-<br />

MO UN CENTRO POLIFUNZIONALE CAPACE DI<br />

OSPITARE EVENTI E RASSEGNE TEMATICHE,<br />

SULLA BASE DELLE RICHIESTE DELLE ASSO-<br />

CIAZIONI E DEGLI ENTI<br />

L’ARIA ADIACENTE ALL PARCO DELL’OROLOGIO<br />

POTREBBE ESSERE ACQUISITA ED UTILIZZATA<br />

DAI RESIDENTI COME AREA VERDE ATTREZZA-<br />

TA PER BAMBINI, LONTANA DAI PERICOLI DEL-<br />

LA STRADA ED INSERITA ALL’INTERNO DI UN<br />

SISTEMA PEDONALE COMPLETO.<br />

IL VIALE DELLE TERME, OGGI CONSIDERA-<br />

TO L’UNICO SPAZIO PUBBLICO CHE RISPON-<br />

DE A MOLTEPLICI ESIGENZE DAL TURISMO<br />

ALLO SHOPPING, VIENE VISSUTO DALLA CIT-<br />

TADINANZA COME UNA PIAZZA LINEARE. LE<br />

IPOTESI DI CONNESSIONE ORIZZONTALE AN-<br />

DREBERO AD AMPLIARNE LA SUPERFICIE, RI-<br />

CONNETTENDO COSÌ LUOGHI CARDINE QUALI:<br />

- PARCO TERMALE (DI RECENTE REALIZZAZIO-<br />

NE<br />

- LA FONTE DEL MONTIRONE (SEDE DI UN FU-<br />

TURO MUSEO DELL’ARTE CONTEMPORANEA)<br />

In questo scenario è possibile riscontrare una nuova<br />

connessione, che mette in relazione l’area del Montirone,<br />

il centro congressi Pietro D’Abano, l’hotel Orologio,<br />

attraversa viale delle Terme e giunge al parco termale<br />

utilizzando tracciati esistenti e ipotetici. In quest’ottica<br />

il parco dell’hotel Orologio (una delle aree verdi più<br />

grandi, presenti nel centro di Abano) diventerebbe un<br />

parco comunale, attraversato da sentieri che mettono<br />

in relazione l’area pedonale con le aree residenziali limitrofe.<br />

Inoltre a seguito dell’acquisizione della struttura<br />

da parte dell’amministrazione, sarebbe ipotizzabile<br />

una ridisegnazione degli spazi interni, per attività<br />

culturali, iniziative quali congressi e meeting, rispondendo<br />

al meglio alle richieste delle associazioni e della<br />

popolazione locale. Il tema del termalismo potrebbe<br />

essere applicato a partire dal Montirone, come fonte<br />

storica, e svilupparsi lungo questi tracciati tematici. I<br />

luoghi quali alberghi, strutture termali inattive, manufatti<br />

temporanei, potrebbero ospitare eventi e festival<br />

dedicati alle terme. Queste iniziative di carattere storico-culturale<br />

sono state già messe in atto da altre realtà<br />

termali che si sono raggruppare all’interno dell’EHTTA<br />

(European Historical Thermal Towns Association). Un<br />

organismo no-profit che promuove e protegge il patrimonio<br />

termale e culturale delle città termali europee.<br />

4<br />

IL PARCO TERMALE POTREBBE OSPITARE<br />

STRUTTURE INSTALLATE TEMPORANEMA-<br />

NENTE, OFFRENDO COSÌ NUOVE POTENZIALI-<br />

TÀ ALL’AREA DI PROGETTO. LA CONNESSIONE<br />

TRA IL VIALE DELLE TERME E L’AREA DELL’O-<br />

ROLOGIO OFFRIREBBE UN RAPIDO COLLEGA-<br />

MENTO TRA ZONE VERDI E CULTURALI


162<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

L’OROLOGIO E LE ATTIVITÀ TEMPORANEE<br />

LE ATTVITÀ E I TRATTAMEN-<br />

TI OSPITATI DA QUESTE STAZIO-<br />

NI DEL BENESSERE SARANNO<br />

FRUTTO DEL COINVOLGIMENTO<br />

DEGLI ALBERGHI E DELLE ASSO-<br />

CIAZIONI. VETRINE PER L’OFFER-<br />

TA TERMALE<br />

MODULI TEMPORANEI PER LA<br />

CURA E IL BENESSERE DEL COR-<br />

PO, DISPOSTI LUNGO IL PERCOR-<br />

SO DEL PARCO TERMALE, AC-<br />

CESSIBILI SIA AI CITTADINI CHE<br />

AI TURISTI


LA PROPOSTA PARASSITA 163<br />

SANTIAGO PARRAMÓN<br />

Nel parco termale<br />

abbiamo previsto l’installazione<br />

di strutture<br />

temporanee di<br />

forma cubica. La forma<br />

cubica è la base<br />

di ogni disegno volumetrico,<br />

ed in questo<br />

caso l’assemblamento<br />

di diversi cubi va<br />

a costituire la forma<br />

più vicina alle funzioni<br />

che successivamente<br />

vi si andranno ad<br />

inserire. Nei seguenti<br />

schemi, riportiamo<br />

delle strutture che<br />

ospiteranno alcune<br />

delle attività termali<br />

più innovative. Le<br />

installazioni saranno<br />

una estensione degli<br />

hotel presenti sul<br />

territorio, saranno<br />

delle vetrine per i turisti<br />

meno informati.<br />

Inoltre queste serviranno<br />

a promuovere il<br />

territorio e la cura del<br />

proprio corpo.<br />

KRILL


164<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

LE POTENZIALITÀ PROGETTUALI<br />

Butterfly Arc<br />

Biblioteca<br />

Palazzo del Turismo<br />

Scavi Romani<br />

Via Scavi<br />

Stazione F.S.


LA PROPOSTA PARASSITA 165<br />

L’area di maggior risalto dal punto di vista archeologico<br />

nel comune di Montegrotto Terme è situata lungo<br />

via Scavi. L’area è servita da numerose tratte urbane<br />

ed interurbane di trasporto pubblico. Inoltre troviamo<br />

nelle immediate vicinanze la stazione ferroviara “Terme<br />

Euganee” via preferenziale per turisti e studenti.<br />

Nelle vicinanze degli scavi vi sono luoghi d’interesse<br />

quali: Butterfly Arc, biblioteca civica ed il palazzo del<br />

turismo. Anche in questo caso si tratta di strutture limitrofe<br />

che non interagiscono tra loro. Sfruttando le<br />

potenzialità archeologiche dell’area e il denominatore<br />

comune della cultura, andrebbero valorizzati questi<br />

luoghi attraverso progetti di breve, medio e lungo periodo.<br />

La tematica termale nella realtà di Montegrotto<br />

si è sempre più consolidata fino ad arrivare alla recente<br />

realizzazione di un museo dedicato al termalismo<br />

romano. Questa iniziativa promossa dall’università di<br />

Padova, con finanziamenti ministeriali ha previsto la<br />

concessione di aree di proprietà comunale nell’intenzione<br />

comune di creare un circuito che colleghi, attraverso<br />

questo tema, i siti termali presenti nell’area.


166<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

LO STATO DI FATTO


LA PROPOSTA PARASSITA 167<br />

LA BIBLIOTECA CIVI-<br />

CA E IL BUTTERFLY<br />

ARC SONO DUE TRA<br />

LE POCHE ATTRAZIO-<br />

NI CULTURALI CHE RI-<br />

CHIAMANO ANCORA<br />

PERSONE NEL CEN-<br />

TRO TERMALE<br />

IL PALAZZO DEL TURISMO E<br />

L’AREA ARCHEOLOGICA AN-<br />

TISTANTE SONO SCONNES-<br />

SE E POCO FUNZIONALI. NE-<br />

CESSITANO DI OPERE DI<br />

VALORIZZAZIONE<br />

VIA SCAVI, L’ARTERIA CHE<br />

COLLEGA PUNTI D’INTERES-<br />

SE COLLETTIVO DA CONSI-<br />

DERARE PER OGNI IPOTESI<br />

DI CAMBIAMENTO


168<br />

LA PROPOSTA PARASSITA<br />

L’ARCHEOLOGIA E IL TURISMO<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4


LA PROPOSTA PARASSITA 169<br />

1<br />

2<br />

IL BUTTERFLY ARC È UNA POLARITÀ CAPACE<br />

DI ATTRARRE VISITATORI, PER QUESTO SARÀ<br />

FONDAMENTALE INSERIRLA IN UNA LOGICA DI<br />

CONNESSIONE CON GLI ALTRI PUNTI D’INTE-<br />

RESSE PRESENTI NELL’AREA, MEDIANTE IN-<br />

TERVENTI QUALI:<br />

-LE CONNESSIONI TRASVERSALI COME PER-<br />

CORSI E PISTE CICLABILI<br />

- UN CALENDARIO DI EVENTI CHE COINVOLGA-<br />

NO IL PALAZZO DEL TURISMO, L’AREA ARCHE-<br />

OLOGICA E LA BIBLIOTECA CIVICA<br />

IL PALAZZO DEL TURISMO, ORA UTILIZZATO<br />

SOLAMENTE PER LIMITATE RASSEGNE TEA-<br />

TRALI, POTREBBE ESSERE VALORIZZATO ME-<br />

DIANTE INIZIATIVE CULTURALI. FRUTTO DELLA<br />

COLLABORAZIONE CON LE ASSOCIAZIONI TEA-<br />

TRALI AMATORIALI E DI MATRICE CULTURALE.<br />

QUESTO DIVERRÀ COSÌ UN NODO FONDAMEN-<br />

TALE NEL SISTEMA CULTURALE DELL’AREA RI-<br />

ATTIVATA<br />

Attraverso il coinvolgimento pubblico e locale, sarà possibile<br />

creare una rete di attività che potrebbero partire<br />

temporaneamente in quest’area, dal forte contenuto<br />

culturale. Un possibile scenario potrebbe prevedere<br />

una parziale pedonalizzazione di via Scavi, agevolando<br />

così le connessioni trasversali e mettendo in relazione<br />

i diversi siti culturali. Potrebbe esere prevista una<br />

struttura temporanea capace di ospitare iniziative e<br />

incontri tematici tenuti dall’università di Padova. Dando<br />

la possibilità alla popolazione, agli studenti e a tutti<br />

coloro che ne vorranno beneficiare di fruire, studiare<br />

e lavorare a stretto contatto con il sito archeologico.<br />

3<br />

I RESTI ARCHEOLOGICI PRESENTI, SIMBO-<br />

LO DELLA MATRICE TERMALE DELL’AREA,<br />

NELL’OTTICA ATTUALE DI SFRUTTAMENTO<br />

CULTURALE DI QUESTO TEMA (VEDI IL RECEN-<br />

TE MUSEO DEL TERMALISMO), DIVERREBBE-<br />

RO, MEDIANTE STRUTTURE TEMPORANEE, DEI<br />

LUOGHI DELLA RICERCA E PROMOZIONE CUL-<br />

TURALE<br />

4<br />

ATTRAVERSO UNA PARZIALE PEDONALIZZA-<br />

ZIONE DI VIA SCAVI, SI POTREBBE AGEVOLA-<br />

RE LA CONNETTIVITÀ DEI PUNTI D’INTERESSE<br />

SITUATI NELLA ZONA. LE CONNESSIONI ORIZ-<br />

ZONTALI FAVORIRANNO LA FRUIZIONE DEGLI<br />

SPAZI SIA DAI CITTADINI SIA DAI TURISTI.


170


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 171<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

PROPOSTE RADICALI PER RISULTATI PARTECIPATI


172<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

La seconda proposta progettuale presentata, introduce<br />

una sostantiva variazione sia dal punto di vista<br />

normativo che da quello procedimentale. Iniziamo dicendo<br />

che per la redazione dello strumento urbanistico<br />

è stato ipotizzato un tempo massimo di trecentosessanta<br />

giorni entro i quali l’amministrazione dovrà<br />

presentare lo strumento stesso al fine di ottimizzare<br />

i tempi, accelerandone la formazione. La presenza<br />

della società mista è consolidata in quanto come già<br />

definito nella proposta “parassita”, è nel nostro interesse<br />

sottolineare l’importanza del collettivo, della<br />

commistione di saperi e competenze per rispondere<br />

al meglio attraverso la creazione di scenari, alle necessità<br />

più prossime e vicine alla realtà locale. Questa<br />

visione viene definita bottom-up, perché la componente<br />

locale ha un valore preponderante nella proposizione<br />

di soluzioni e nella formulazione di scenari<br />

progettuali, una realtà formata da associazioni, cittadini,<br />

imprenditori, università e istituti di ricerca che<br />

lavorano fin da subito a fianco dell’amministrazione,<br />

come a formare un’unica grande testa pensante con<br />

specificità differenti ma con un fine comune. Secondo<br />

quest’ottica, l’elaborazione del documento preliminare<br />

per il PAT non sarà solo supervisionato dalla società<br />

mista, ma sarà portavoce di un’idea condivisa.<br />

Frutto della collaborazione e quindi al momento della<br />

presentazione da parte della giunta comunale, tale<br />

documento sarà già portatore di uno scenario e di un<br />

lavoro collettivo. Anche in quest’ottica progettuale,<br />

nel documento preliminare si troveranno gli obiettivi<br />

generali contenuti nel futuro piano e le indicazione<br />

relative ad uno sviluppo sostenibile del territorio.<br />

Sarà sempre possibile un accordo di pianificazione,<br />

da stipularsi con privati o società come previsto già<br />

da ora. Dopo aver definito, come realizzare il quadro<br />

conoscitivo del piano e dopo la seguente sottoscri-


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 173<br />

zione da parte delle parti interessate dall’accordo, si<br />

procederà con la redazione del piano stesso. In questa<br />

fase è sempre stata prevista la presenza di un organo di<br />

controllo, il quale avrà il ruolo di controllore, supervisionerà<br />

che in queste procedure siano rispettati gli interessi<br />

e le indicazioni pensate e presentate dalla società<br />

mista, al fine di evitare che siano tralasciati o al peggio<br />

non tenuti in considerazione. Per evitare ciò, la società<br />

mista parteciperà alla redazione del piano, concretizzando<br />

le proprie proposte, ponendo così le basi per la<br />

creazione di piani integrati. A seguito di questa fase, il<br />

piano redatto arriva presso il consiglio comunale, il quale<br />

dopo averlo adottato, lo deposita in sede per renderlo<br />

consultabile pubblicamente. Il piano potrà quindi essere<br />

supervisionato per la durata di trenta giorni dopo la sua<br />

pubblicazione. I trenta giorni che seguiranno serviranno<br />

a raccogliere le osservazioni. A seguito della consultazione<br />

pubblica, vi sarà una conferenza di servizi, durante<br />

la quale saranno dibattute le osservazioni raccolte.<br />

A tale conferenza oltre ad essere presenti i rappresentanti<br />

degli organi amministrativi interessati, vi saranno<br />

anche i rappresentanti dell’organo di controllo, per perseguire<br />

nell’ottica di coinvolgimento delle proposte della<br />

società mista e dell’organo di controllo stesso, confermandosi<br />

fondamentali nella redazione del piano. Solo<br />

se a termine della conferenza di servizi verrà raggiunto<br />

un accordo tra le parti, il piano potrà essere considerato<br />

approvato. Il consiglio comunale quindi dopo aver visionato<br />

e discusso le osservazioni potrà procedere o con la<br />

modifica del piano secondo le osservazioni pervenute,<br />

oppure approvarlo mantenendolo inalterato. A questo<br />

punto del processo è fondamentale sottolineare che in<br />

questa ipotesi di progetto viene data massima autonomia<br />

all’amministrazione. Dalle analisi e dal lavoro effettuato<br />

a stretto contatto con gli organi amministrativi, è<br />

stato possibile costatare che proprio a causa di questo


174<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

LA PROPOSTA PAT BOTTOM-UP<br />

PAT BOTTOM-UP<br />

Società mista<br />

Creazione di una società composta da rappresentanti<br />

dei cittadini, associazioni, imprenditori,<br />

ricercatori, ecc. Con la collaborazione forte degli<br />

enti di ricerca e università locali.<br />

+<br />

Giunta comunale<br />

Elabora un documento preliminare e propone ai<br />

soggetti interessati un Accordo di pianificazione<br />

Documento preliminare<br />

Contiene gli obiettivi generali del futuro piano e<br />

delle indicazioni sullo sviluppo sostenibile del<br />

territorio<br />

Accordo di pianificazione<br />

Recepisce il documento preliminare informando<br />

i soggetti coinvolti degli obblighi reciproci. Definisce<br />

come fare il quadro conoscitivo del piano.<br />

Redazione piano<br />

Sottoscritto l’accordo si procede alla redazione<br />

del piano<br />

Organo di controllo<br />

Partecipa alla redazione del piano, concretizzando<br />

le direttive della società mista ed inserendo le<br />

basi per la creazione di piani integrati<br />

Consiglio comunale<br />

Il piano viene adottato dal consiglio comunale e<br />

depositato in sede pubblicamente.<br />

Consultazione pubblica<br />

Il piano può essere visionato per 30 giorni dopo<br />

la sua pubblicazione. I successivi 30 giorni serviranno<br />

alla raccolta delle osservazioni.<br />

Conferenza dei servizi<br />

A cui partecipera un singolo esponente<br />

dell’organo rappresentante. La conferenza<br />

servirà per poter dibattere sulle osservazioni<br />

raccolte. Solo se si raggiungerà un accordo il<br />

piano si considererà approvato.<br />

Organo di controllo<br />

Partecipa alla conferenza dei servizi confermando<br />

le idee proposte dalla società mista e<br />

dall’organo di controllo


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 175<br />

“rimbalzo” procedurale tra Regione, Provincia e Comune,<br />

spesso non vengono prese in considerazione alcuni<br />

aspetti più concreti dell’amministrazione del territorio<br />

comunale, oppure vengano perse molte delle direttive<br />

progettuali locali. È stato nostro interesse provare ad<br />

immaginare che a questo punto del processo, la Provincia<br />

abbia per conto della Regione il ruolo di controllore<br />

e quindi solo il ruolo di supervisore. Con il fine di<br />

constatare se il piano pervenuto dalla giunta comunale,<br />

risponde ad alcuni indicatori e standard di interesse comune<br />

o di carattere internazionale come ad esempio:<br />

gli standard ambientali, le energie rinnovabili, il riciclo,<br />

la qualità della vita e la qualità urbana. La giunta provinciale,<br />

quindi, avrà un tempo limitato per il controllo del<br />

documento e entro novanta giorni dal suo recepimento,<br />

dovrà presentare le sue osservazioni. Nel frattempo la<br />

giunta comunale, in attesa della risposta della giunta<br />

provinciale, recepisce la conferenza di servizi ed insieme<br />

alla società mista, composta da: attori di rilevanza<br />

provinciale e regionale sia pubblici che privati, economisti,<br />

tecnici ambientali e università, collaboreranno<br />

in termini di coprogettazione finale delle specifiche del<br />

piano. Lo strumento urbanistico diverrà operativo dopo<br />

quindici giorni dalla sua pubblicazione sul BUR. Il termine<br />

del procedimento vede la creazione del PAT non<br />

più dopo svariati anni bensì in un anno e tre mesi. Sottolineiamo<br />

quanto sia fondamentale in questa società<br />

contemporanea il tempo, il quale non solo è denaro ma<br />

soprattutto è la chiave per meglio rispondere in maniera<br />

puntuale all’esigenze di un territorio che cambia e si<br />

trasforma velocemente. In relazione ai contesti esaminati,<br />

portiamo l’esempio di Montegrotto Terme, nel quale<br />

l’amministrazione dopo sei anni ha adottato il PAT,<br />

che per stessa ammissione degli amministratori e tecnici,<br />

ormai è ritenuto poco efficace. Oppure il comune<br />

di Abano Terme che dal duemilaquattro sta lavorando


176<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

LA PROPOSTA PAT BOTTOM-UP<br />

Consiglio comunale<br />

Fatte le controdeduzioni alle osservazioni raccolte,<br />

potrà modificare il piano secondo le osservazioni<br />

pervenute.<br />

Provincia<br />

Il piano viene inviato in provincia insieme alle<br />

osservazioni, controdeduzioni e eventuali modifiche.<br />

Giunta provinciale<br />

Dal momento di presa in carico la giunta provinciale<br />

avrà 240 giorni per invalidare il documento<br />

prima del silenzio assenso. Inoltre questa potrà<br />

modificare il piano sostituendosi al consiglio<br />

comnale per aggiunte d’ufficio.<br />

Giunta provinciale<br />

Dal momento di presa in carico la giunta provinciale,<br />

facente funzione di controllore per conto<br />

della regione, avrà 90 giorni per invalidare il<br />

documento prima del silenzio assenso. Inoltre<br />

questa potrà modificare il piano solo per le<br />

difformità rispetto ai piani sovraordinati e agli<br />

standard/indicatori di nuova generazione.<br />

Giunta comunale<br />

Recepisce la conferenza dei servizi, attende<br />

risposta dalla giunta provinciale e in fine ratifica<br />

il piano. Lo strumento urbanistico diverrà operativo<br />

dopo 15 giorni dalla sua pubblicazione nel<br />

BUR.<br />

Società mista<br />

Società mista composta da attori di rilievo provinciale/regionale,<br />

portatori di diversi interessi<br />

che spaziano da quelli legati alla qualità del<br />

territorio fino agli aspetti economici. Questa<br />

collaborerà con la giunta comunale in termini di<br />

coprogettazione finale delle specifiche del piano.<br />

Giunta provinciale<br />

Lo strumento urbanistico diverrà operativo dopo<br />

15 giorni dalla sua pubblicazione nel BUR.<br />

PAT<br />

Durata complessiva per la formazione del piano:<br />

-minimo 2 anni (Montegrotto Terme ha impiegato<br />

6 anni)<br />

-tassativamente 1 anno e 3 mesi


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 177<br />

al PAT e che quando lo adotterà ormai sarà così lontano<br />

dall’attuale, da considerarsi poco efficace rispetto<br />

alle criticità odierne. Considerato inoltre l’attuale periodo<br />

politico, nel quale la stessa normativa urbanistica è<br />

messa in discussione, l’ipotesi proposta viene in aiuto di<br />

questa realtà così rapida e mutevole. Una visione dinamica<br />

perché non tralascia la partecipazione, la creazione<br />

di proposte di qualità e coinvolge tutti, ma soprattutto<br />

pone degli obiettivi comuni e dei tempi ristretti, costringendo<br />

così tutti gli attori coinvolti ad una massima efficienza<br />

sia in chiave temporale che in chiave progettuale


178<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

LA PROPOSTA PI BOTTOM-UP<br />

PI BOTTOM-UP<br />

Società mista<br />

Creazione di una società composta da rappresentanti<br />

dei cittadini, associazioni, imprenditori,<br />

ricercatori, ecc. Con la collaborazione forte degli<br />

enti di ricerca e università locali. Avendo un<br />

indirizzo più tecnico-territoriale<br />

Sindaco<br />

Presenta all’interno del consiglio comunale un<br />

documento dove evidenzia le priorità, trasformazioni<br />

urbanistiche, interventi e opere pubbliche<br />

da realizzare.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Consiglio comunale<br />

il Sindaco illustra gli effetti attesi del piano.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Consultazione<br />

Confronto tra altri enti pubblici<br />

Partecipazione<br />

Tavolo di lavoro condiviso con altre associazioni<br />

economiche<br />

Tavoli tematici<br />

I tavoli tematici in una prima fase saranno<br />

divisi per tematiche riguardanti le priorità<br />

delineate dal sindaco e dalla società<br />

mista. In una seconda fase quando saranno<br />

delineate le proposte progettuali,<br />

queste saranno sottoposte alla revisione<br />

della popolazione interessata. La quale<br />

sarà coinvolta sia in chiave progettuale<br />

che contenutistica al fine di poter creare<br />

una visione urbana collettiva, figlia della<br />

commistione di sapere ed esperienze sia<br />

di chi vive sia di chi studia il territorio.<br />

Concertazione<br />

Incontro con associazioni sociali e tutti gli<br />

interessati al piano<br />

Consiglio comunale<br />

Il consiglio adotta e approva il piano proposto.


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 179<br />

Secondo quest’ottica di pensiero, i piani d’intervento che<br />

poi saranno la parte concreta di questa nuova concezione<br />

di formazione dello strumento urbanistico, verranno<br />

composti attraverso il seguente iter formativo. La società<br />

mista formata anche in questo caso da: cittadini, associazioni,<br />

imprenditori locali, finanziatori esteri e ricercatori,<br />

con l’aiuto e la supervisione degli enti di ricerca,<br />

ma soprattutto del patrimonio di conoscenza sia teorica<br />

che pratica delle università, mettono in atto un’azione<br />

di carattere tecnico pratica. Sottolineiamo che in questa<br />

fase, le strategie e le prospettive sono state già delineate,<br />

quindi vanno concretizzate attraverso soluzioni tangibili<br />

e compatibili. Queste competenze saranno affiancate<br />

al sindaco, il quale sarà compartecipe e attore fondamentale<br />

in quest’operazione. Per agevolare il dialogo ed<br />

evitare lo scontro fra le parti, è stato previsto il supporto<br />

durante gli incontri per l’elaborazione dei progetti di<br />

mediatori e facilitatori al fine di evitare incomprensioni<br />

e aiutare lo scambio democratico d’idee e punti di vista.<br />

A seguito di questa fase il sindaco presenterà all’interno<br />

del consiglio comunale un documento dove saranno<br />

riportate, le priorità, le trasformazioni urbanistiche e gli<br />

interventi pubblici da realizzare. Vengono quindi espressi<br />

dal sindaco all’interno del consiglio comunale quelle<br />

che sono le aspettative e le visioni progettuali del piano.<br />

Ricordando i concetti precedentemente citati sulla realtà<br />

mutevole che ci circonda, oltre alla scarsa capacità<br />

di poter visionare il frutto del proprio agire in anticipo.<br />

Si è dato in questa fase della proposta particolare risalto<br />

all’utilizzo temporaneo delle aree in disuso o da<br />

valorizzare, ricercando, attraverso ciò, con l’ausilio di:<br />

progetti, pratiche di utilizzo dello spazio pubblico, attività<br />

culturali e non solo. L’opportunità per la realtà locale,<br />

per le istituzione nonché per i cittadini di visionare gli<br />

effetti, avendo così l’occasione di correggere e modificare<br />

in anticipo i progetti che rispondono scarsamen-


180<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

LA PROPOSTA PI BOTTOM-UP<br />

Consultazione pubblica<br />

Entro 8 giorni dall’adozione il piano è a disposizione<br />

del pubblico per 30 giorni. Dando la possibilità<br />

di poter raccogliere le osservazioni pubbliche.<br />

Consiglio comunale<br />

Dopo il termine dei 30 giorni il consiglio ha 60<br />

giorni per decidere sulle osservazioni pervenute<br />

ed approvare il piano.<br />

Libera visione del piano<br />

Il piano è messo a disposizione all’internod el<br />

comune per la libera consultazione.<br />

Provincia<br />

Una copia del piano viene inviata alla provincia<br />

per i controli con gli altri strumenti sovraordinati.<br />

Comune<br />

Approva il piano e dopo 15 giorni dalla pubblicazione<br />

sul BUR il piano sarà operativo.<br />

PI<br />

Durata complessiva per la formazione del piano:<br />

-minimo 2 anni<br />

-tassativamente 1 anno e 3 mesi


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 181<br />

te alla realtà per la quale erano stati pensati. Sarà qui<br />

fondamentale l’apporto della società mista nelle sue più<br />

varie componenti, creando: calendarizzazioni, attività,<br />

soluzioni innovative seppure temporanee e ricercando<br />

finanziatori non solo locali ma anche internazionali.<br />

Poniamo l’esempio del recupero di molti manufatti architettonici<br />

storici presenti in Veneto da parte di ricchi<br />

stranieri, in questo caso il loro coinvolgimento potrebbe<br />

essere frutto di convenzioni favorevoli ad un recupero<br />

e riutilizzo delle opere d’interesse, monitorando l’agire<br />

dei finanziatori. Verrà data particolare rilevanza alle<br />

priorità sulle quali indirizzarsi, anche attraverso il riutilizzo<br />

di tali aree e manufatti architettonici da parte della<br />

stessa amministrazione. Ipotizzando il decentramento<br />

di alcune attività amministrative e non solo all’interno<br />

di essi, creando un circuito di riattivazione locale che<br />

comprenda molteplici attori e che abbia massima reversibilità.<br />

Un concetto diverso dalla meccanica attuale,<br />

che non prevede questa sorta di attività in itinere, ma<br />

che proprio per questo limita un agire concreto che in<br />

queste circostanze è fondamentale. L’approvazione del<br />

Piano degli Interventi, procederà attraverso il suo percorso<br />

canonico, vi sarà quindi la consultazione con gli<br />

enti pubblici. La componente partecipativa sarà introdotta<br />

attraverso un tavolo di lavoro condiviso con le associazioni<br />

economiche, vi sarà un innesto fondamentale,<br />

composto dai tavoli di lavoro tematici. Questi tavoli di<br />

lavoro, in una prima fase saranno divisi per tematiche<br />

riguardanti le priorità delineate dal sindaco e dalla società<br />

mista. In una seconda fase, dopo che le proposte<br />

progettuali sono state delineate, saranno sottoposte<br />

alla popolazione la quale attraverso il colloquio con i tavoli<br />

tematici e i gruppi di lavoro, diverrà parte attiva nella<br />

ridisegnazione e modifica degli scenari progettuali o<br />

nella creazione di proposte alternative. Seguirà questa<br />

fase più concreta, quella di concertazione attraverso il


182<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

PI BOTTOM-UP<br />

LE ATTIVITÀ TEMPORANEE BOTTOM-UP<br />

Società mista<br />

Creazione di una società composta da rappresentanti<br />

dei cittadini, associazioni, imprenditori,<br />

ricercatori, ecc. Con la collaborazione forte degli<br />

enti di ricerca e università locali. Avendo un<br />

indirizzo più tecnico-territoriale<br />

Sindaco<br />

Presenta all’interno del consiglio comunale un<br />

documento dove evidenzia le priorità, trasformazioni<br />

urbanistiche, interventi e opere pubbliche<br />

da realizzare.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Consiglio comunale<br />

il Sindaco illustra gli effetti attesi del piano.<br />

Mediatore/Facilitatore<br />

Consultazione<br />

Confronto tra altri enti pubblici<br />

Partecipazione<br />

Tavolo di lavoro condiviso con altre associazioni<br />

economiche<br />

Tavoli tematici<br />

I tavoli tematici in una prima fase saranno<br />

divisi per tematiche riguardanti le priorità<br />

delineate dal sindaco e dalla società<br />

mista. In una seconda fase quando saranno<br />

delineate le proposte progettuali,<br />

queste saranno sottoposte alla revisione<br />

della popolazione interessata. La quale<br />

sarà coinvolta sia in chiave progettuale<br />

che contenutistica al fine di poter creare<br />

una visione urbana collettiva, figlia della<br />

commistione di sapere ed esperienze sia<br />

di chi vive sia di chi studia il territorio.<br />

Concertazione<br />

Incontro con associazioni sociali e tutti gli<br />

interessati al piano<br />

Consiglio comunale<br />

Il consiglio adotta e approva il piano proposto.


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 183<br />

Decentramento di servizi amministrativi<br />

La società mista e lo staf del sindaco effettueranno una calendarizzazione<br />

delle attività, che coinvolgono le associazioni<br />

e gli attori locali per poter svolgere attività temporanee come<br />

ad esempio il decentramento di alcuni servizi amministrativi e<br />

iniziative culturali.<br />

Dialogo fra gli attori<br />

Queste proposte e questi utilizzi , sono presentati a seguito<br />

del coinvolgimento dei rappresentati di queste realtà all’interno<br />

della società mista.<br />

Coinvolgimento del gruppo scientifico<br />

Le università, gli enti di ricerca e i professionisti locali a seguito<br />

di un’indagine sul territorio e sulla popolazione proporranno<br />

soluzioni ad hoc per manufatti ed aree da valorizzare.<br />

Frutto degli indirizzi pensati nelle fasi precedenti.<br />

coinvolgimento delle associazioni e di tutti gli interessati<br />

al piano. Il consiglio comunale approverà e adotterà<br />

quindi il piano. Entro otto giorni dall’adozione, il piano<br />

sarà a disposizione del pubblico per una durata di trenta<br />

giorni, dando così la possibilità di raccogliere e di tenere<br />

conto delle osservazioni presentate. Dopo la fase<br />

di consultazione pubblica della durata di trenta giorni,<br />

il consiglio comunale ha a disposizione un massimo di<br />

sessanta giorni per discutere e decidere in merito alle<br />

osservazioni raccolte ed infine accoglierle, concludendo<br />

questa fase con l’approvazione del piano. Il piano viene<br />

quindi messo a disposizione e in visione all’interno del<br />

comune, in libera consultazione. Il comune approverà<br />

il piano e dopo quindici giorni dalla pubblicazione sul<br />

BUR, il piano sarà operativo. In questa fase conclusiva,<br />

secondo la nostra proposta, la Provincia non viene citata,<br />

in quanto è stata resa partecipe attraverso la sua<br />

funzione di controllore a monte del procedimento, durante<br />

la redazione del PAT. Si è considerata la massima<br />

autonomia dell’amministrazione, poiché un ulteriore<br />

passaggio di consegna dell’elaborato comporterebbe<br />

una perdita di tempo e una revisione che secondo la nostra<br />

visione non avrebbe una consapevolezza così vicina<br />

alla realtà locale quanto quella da noi proposta. Inoltre<br />

se le direttive del PAT, sono state in precedenza considerate<br />

rispettose degli standard fondamentali citati,<br />

ora l’amministrazione può operare concretamente con<br />

il coinvolgimento di realtà locali, economiche e istituzionale<br />

in maniera più libera e agevolata. Dopo aver vissuto<br />

la realtà aponense, è possibile affermare che gli obiettivi<br />

del futuro piano e i risultati attesi sono ben chiari sin<br />

dall’inizio, sia dai cittadini che dall’amministrazione. Da<br />

qui la decisione di proporre uno scenario più finalizzato<br />

alla concretezza, attraverso una partecipazione di qualità<br />

con il supporto di organi universitari che hanno sviluppato<br />

ricerche in ambiti innovativi e soluzioni ad hoc


184<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

LE ATTIVITÀ TEMPORANEE BOTTOM-UP<br />

Consultazione pubblica<br />

Entro 8 giorni dall’adozione il piano è a disposizione<br />

del pubblico per 30 giorni. Dando la possibilità<br />

di poter raccogliere le osservazioni pubbliche.<br />

Consiglio comunale<br />

Dopo il termine dei 30 giorni il consiglio ha 60<br />

giorni per decidere sulle osservazioni pervenute<br />

ed approvare il piano.<br />

Libera visione del piano<br />

Il piano è messo a disposizione all’internod el<br />

comune per la libera consultazione.<br />

Provincia<br />

Una copia del piano viene inviata alla provincia<br />

per i controli con gli altri strumenti sovraordinati.<br />

Comune<br />

Approva il piano e dopo 15 giorni dalla pubblicazione<br />

sul BUR il piano sarà operativo.<br />

PI<br />

Durata complessiva per la formazione del piano:<br />

-minimo 2 anni<br />

-tassativamente 1 anno e 3 mesi


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 185<br />

Visioni progettuali<br />

Le associazioni, gli imprenditori ed i cittadini supervisionati dai tecnici<br />

dell’amministrazione, proporranno di comune accordo progetti temporanei,<br />

che prevedono installazioni di strutture mobili, attività e iniziative<br />

indirizzate negli spazi interessati.<br />

Progetti temporanei<br />

Agevolazioni amministrative<br />

per i finanziatori esteri,<br />

al fine di adeguare e migliorare<br />

l’offerta ricettiva complessiva.<br />

Progetti temporanei<br />

Acquisizione o concessione<br />

degli spazi d’inrteresse storico<br />

artistico, attraverso iniziative<br />

culturali quali centri<br />

di ricerca, musei come il<br />

progetto presentato<br />

dall’università di padova<br />

per la creazione di un<br />

museo del termalismo<br />

romani nazionale<br />

per le aree in esame. Le realtà economiche e associative<br />

verrebbero coinvolte in maniera focalizzata, attraverso<br />

un uso consapevole di fondi e finanziamenti che mirino<br />

ad un beneficio per la realtà locale in chiave globale e<br />

democratica. Un modo d’agire che veda i cittadini come<br />

una risorsa e non solo come meri fruitori che subiscono<br />

le scelte fatte. In un’ottica di collaborazione pratica,<br />

producendo strumenti rapidamente, per iniziare rapidamente<br />

a rispondere alle criticità. Rendendo partecipe il<br />

bagaglio culturale e intellettuale delle nostre università,<br />

che producono sapere e potrebbero essere sfruttate in<br />

maniera produttiva. Evitando così all’amministrazione<br />

di spendere somme elevate di denaro pubblico per produrre<br />

opere che poi la società rigetta in quanto non si è<br />

sentita coinvolta e partecipe. In conclusione una visione<br />

radicale e differente, che potrebbe servire a far riflettere<br />

su come la normativa e l’iter procedurale di oggi sia alquanto<br />

macchinoso e poco propenso al veloce cambiamento<br />

dei nostri tempi.<br />

Progetti temporanei<br />

Riutilizzo degli spazi alberghieri<br />

ad opera delle associazioni<br />

locali, con iniziative<br />

quali social housing, social<br />

working e temporary store.<br />

Progetti temporanei<br />

Decentramento o completamento<br />

dell’offerta sanitaria<br />

di Padova all’interno del<br />

comune interessato, attraverso<br />

un cambio di destinazione<br />

d’uso di alcune strutture<br />

alberghiere.


186<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

INDICATORI DI QUALITÀ<br />

Indicatori<br />

di qualità<br />

STANDARD AMBIENTALI<br />

- Energie rinnovabili<br />

- Smart city<br />

- Consumo del suolo<br />

- Sostenibilità certificata<br />

STANDARD DEL BENESSERE<br />

- Benessere dei residenti<br />

- Benessere dei turisti<br />

- FIL (Felicità Interna Lorda)<br />

- Competitività dell’offerta termale<br />

STANDARD DELLA QUALITà URBANA<br />

- Accessibilità e fruibilità degli spazi urbani<br />

- Estetica urbana<br />

- Qualità degli spazi della collettività<br />

- Recupero delle realtà dismesse


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 187<br />

Nell’ottica di una maggiore autonomia da parte dell’amministrazione<br />

comunale, nonché di una revisione globale<br />

dell’iter formativo dello strumento urbanistico. Il<br />

ruolo della Provincia è stato rivisitato e limitato a quello<br />

di controllore, che per conto della Regione visionerà e<br />

costaterà i progetti e i piani proposti dall’amministrazione.<br />

Questi progetti dovranno rispondere e ricadere<br />

all’interno di alcuni indicatori che sono stati rinominati:<br />

“indicatori di qualità”. Tali indicatori non previsti al<br />

giorno d’oggi, serviranno a controllare la qualità ambientale,<br />

architettonica e contenutistica delle proposte<br />

presentate. Sono stati infatti ipotizzati con contenuti innovativi,<br />

che si basino sugli ultimi standard in materia<br />

di innovazione energetica, rispetto ambientale e riciclo.<br />

Serviranno per tematiche quali: il rispetto delle norme<br />

in materia ambientale, lo sviluppo sostenibile, i materiali<br />

biodegradabili e ecocompatibili. Indicatori quali il<br />

FIL (felicità interna lorda) servirà a visionare il malcontento<br />

o il benessere della popolazione, in merito all’operato<br />

e alle progettualità dell’amministrazione in carica.<br />

Ecco perché questi indicatori saranno fondamentali al<br />

fine di compiere un servizio concreto e rapido da parte<br />

della Provincia per conto della Regione. Mirando ad<br />

un risparmio di tempo ed a una ottimizzazione per la<br />

conclusione e messa in opera del piano presentato.


188<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

LO STATO DI FATTO


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 189<br />

LA CHIESA, IL CINEMA, LA PIAZZA,<br />

SONO LUOGHI D’INTERESSE ISOLATI,<br />

CHE POTREBBERO ESSERE INSERITI<br />

IN UN CIRCUITO CULTURALE E DEL BE-<br />

NESSERE PIÙ AMPIO<br />

PIAZZA UNITÀ D’ITALIA<br />

E L’HOTEL EX SALVAGNI-<br />

NI OGGI RISPETTIVAMENTE<br />

ISOLATE E IN ABBANDONO,<br />

POTREBBERO ESSERE OG-<br />

GETTO DI RECUPERO<br />

PARCHEGGIO SOVRADIMEN-<br />

SIONATO, LA PIAZZA DEL<br />

MERCATO VA VALORIZZATA<br />

MEDIANTE ALTRI USI<br />

LE CONNESSIONI OGGI ESI-<br />

STENTI, POTREBBERO ES-<br />

SERE OGGETTO DI RI-<br />

FLESSIONE PER FUTURI<br />

INTERVENTI. I QUALI UTI-<br />

LIZZERANNO I TRACCIATI<br />

DANDO NUOVI SIGNIFICATI<br />

AI LUOGHI CIRCOSTANTI


190<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

L’AREA EX SALVAGNINI E PIAZZA MERCATO<br />

1<br />

2<br />

4<br />

3


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 191<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

L’IMMOBILE DELL’EX SALVAGNINI, POTREBBE<br />

ESSERE RIATTIVATO DA FINANZIATORI LOCA-<br />

LI O ESTERI CHE, LIBERI DI POTER MODIFICA-<br />

RE LA DESTINAZIONE D’USO, SUPERVISIONA-<br />

TI DAL COMUNE, POTREBBERO RISPONDERE<br />

MEGLIO ALLE RICHIESTE DEL MERCATO RIAT-<br />

TIVANDO COSÌ UN CIRCUITO TURISTICO-COM-<br />

MERCIALE OGGI NON ATTUABILE<br />

QUEST’AREA OGGI IN STATO DI ABBANDONO<br />

POTREBBE ESSERE MESSA A SISTEMA ME-<br />

DIANTE:<br />

- LA CREAZIONE DI UN PICCOLO PARCO CHE<br />

POSSA SERVIRE I RESIDENTI, LA BIBLIOTECA E<br />

GLI IMPIEGATI DEL COMUNE<br />

- L’AMPLIAMENTO DEL PARCHEGGIO ADIACEN-<br />

TE A SEGUITO DEL SUCCESSO DELLE PRATI-<br />

CHE DI RIATTIVAZIONE DELL’AREA<br />

LA PIAZZA DEL MERCATO, CONSOLIDATE LE<br />

ATTIVITÀ TEMPORANEE, POTREBBE OSPITARE<br />

DELLE STRUTTURE CAPACI DI RISPONDERE A<br />

DELLE INIZIATIVE COMPLEMENTARI ALLE ATTI-<br />

VITÀ SVOLTE NELL’AREA EX SALVAGNINI. PRE-<br />

VIA CREAZIONE DI UN MICRO SISTEMA ECO-<br />

NOMICO LOCALE CHE POSSA INCENTIVARE LA<br />

FRUIZIONE DEGLI SPAZI E LA QUALITÀ URBA-<br />

NA<br />

LE OPERE CHE HANNO INTERESSATO IL SAL-<br />

VAGNINI HANNO CREATO UN PRECEDENTE<br />

CAPACE DI STIMOLARE LE ALTRE STRUTTURE<br />

RICETTIVE AD ADEGUARE LA PROPRIA OFFER-<br />

TA DEL BENESSERE PER RIMANERE ALL’IN-<br />

TERNO DI QUESTO NUOVO SISTEMA CHE PUN-<br />

TA ALLA QUALITÀ TERMALE<br />

In riferimento alle potenzialità progettuali precedentemente<br />

citate nella proposta Parassita. Lo scenario<br />

progettuale che presentiamo utilizzerà le stesse considerazioni,<br />

ma in un’ottica differente, dovuta ad una<br />

diversa formazione degli strumenti urbanistici. Gli utilizzi<br />

temporanei che hanno caratterizzato la proposta<br />

precedente, possono rappresentare una prima fase per<br />

la riattivazione delle aree in oggetto. Questo scenario<br />

mira ad un coinvolgimento di molteplici attori quali: finanziatori,<br />

fruitori, cittadini capaci di fare investimenti,<br />

modificare gli spazi, rivivificare i luoghi, assistiti da uno<br />

strumento e da un’amministrazione flessibile, rapida<br />

e soprattutto vicina al cittadino. Tra i materiali raccolti<br />

abbiamo visionato una proposta progettuale, presentata<br />

da un investitore estero, che prevedeva la conversione<br />

di un hotel in residenze private. Tale azione non è stata<br />

possibile, a causa di una normativa che non prevede il<br />

cambiamento di destinazione d’uso delle strutture ricettive.<br />

Inoltre una scarsa visione lungimirante, sia da<br />

parte dell’amministrazione che da parte degli organi<br />

preposti al controllo territoriale (Provincia e Regione),<br />

non ha reso possibile la realizzazione del progetto. Riportato<br />

questo esempio, si potrebbe agevolare l’accesso<br />

d’investitori esteri ai progetti di riattivazione d’immobili<br />

chiusi come ad esempio l‘hotel ex Salvagnini. Un riammodernamento<br />

dell’offerta ricettiva, spingerebbe<br />

anche le altre strutture a rendersi più competitive e<br />

quindi a creare un’offerta termale capace di competere<br />

con gli scenari europei. Dando maggiore libertà<br />

all’amministrazione locale, tali modifiche territoriali<br />

sarebbero gestite direttamente dall’amministrazione<br />

comunale rendendosi responsabile delle scelte fatte,<br />

accelerando le trasformazioni del proprio territorio.


192<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

LO STATO DI FATTO


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 193<br />

IL VIALE DELLE TERME,<br />

IL VERO SPAZIO PUBBLI-<br />

CO DI ABANO TERME<br />

L’AREA DELL’EX HOTEL OROLO-<br />

GIO, ORA INATTIVA, POTREBBE<br />

DIVENIRE UN POLMONE VERDE<br />

PER LA CITTÀ<br />

IL PARCO TER-<br />

MALE ORA ISO-<br />

LATO, CON L’AU-<br />

SILIO DI NUOVE<br />

CONNESSIONI, DI-<br />

VENTERÀ PARTE<br />

DI UN SISTEMA DI<br />

VALORIZZAZIONE<br />

DELL’AREA<br />

GLI ALBERGHI ORA REALTÀ IN-<br />

DIVIDUALISTE VERRANNO RI-<br />

VISTE ALL’INTERNO DI UN’OT-<br />

TICA DI COLLABORAZIONE E DI<br />

PROGETTAZIONE COLLETTIVA


194<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

IL VIALE DELLE TERME<br />

2<br />

1<br />

4<br />

3


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 195<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

A SEGUITO DI UNA MAGGIORE ELASTICITÀ SU-<br />

GLI INVESTIMENTI E SULLE OPERE POSSIBILI<br />

DA REALIZZARE SULLE STRUTTURE RICETTIVE<br />

INATTIVE, L’OROLOGIO POTREBBE ESSERE IN-<br />

TERESSATOD A UN INTERVENTO ARCHITETTO-<br />

NICO. LA STRUTTURA COSÌ SI DOTERÀ DI UN<br />

NUOVO SPAZIO CHE PERMETTA UTILIZZI DI-<br />

VERSI DA QUELLI OGGI PREVISTI. UN SIMBO-<br />

LO DI QUALITÀ ARCHITETTONICA E TERMALE<br />

DOVE SI POTREBBERO LOCALIZZARE TRATTA-<br />

MENTI PER LA CURA DEL CORPO E PER IL BE-<br />

NESSERE INNOVATIVI, CAPACI DI ATTRARRE<br />

NUOVI VISITATORI<br />

L’ALA, CHE IN PASSATO OSPITAVA L’AMPLIA-<br />

MENTO DELL’OROLOGIO, POTREBBE ESSERE<br />

SEPARATA DALLA STRUTTURA RIAMMODER-<br />

NATA ED OSPITARE COSÌ UN UTILIZZO DIF-<br />

FERENTE. POTREBBE DIVENIRE RISTORAN-<br />

TE COMPLETANDO ED AMPLIANDO L’OFFERTA<br />

DEL VIALE DELLE TERME MEDIANTE UN DOP-<br />

PIO AFFACCIO: UNO VERSO LA PARTE PEDONA-<br />

LE ED UNO VERSO LA PARTE RESIDENZIALE DI<br />

VIA FIUME<br />

IL TERMALISMO DI QUALITÀ E INNOVAZIONE,<br />

CHE GRAZIE AI NUOVI FINANZIATORI, ATTIRA-<br />

TI DALLA SEMPLIFICAZIONE NORMATIVA, PO-<br />

TREBBE ESSERE UN ASPETTO CARATTERIZ-<br />

ZANTE. QUESTI RENDERANNO ABANO UNA<br />

CITTÀ TERMALE UNICA NEL SUO GENERE<br />

GLI INTERVENTI EFFETTUATI SULLE STRUTTU-<br />

RE TERMALI SITUATE LUNGO LA CONNESIO-<br />

NE TERMALE POTREBBERO, PROPAGANDOSI,<br />

ACCRESCERE L’OFFERTA TERMALE E DEL BE-<br />

NESSERE<br />

Consolidati gli effetti e le progettualità previste per lo<br />

scenario parassita. Nell’ottica Bottom-Up si è ipotizzato<br />

un arricchimento degli interventi attraverso nuovi finanziatori<br />

e progettisti. Il differente percorso di formazione<br />

degli strumenti urbanistici, darà luogo a possibili nuovi<br />

interventi architettonici ed urbanistici non solo su iniziativa<br />

pubblica ma anche privata. I progetti presentati<br />

secondo questa nuova formazione del PI e del PAT, saranno<br />

frutto di una logica partecipata attiva. Le collaborazioni<br />

in fase di progettazione, di associazioni che s’interessano<br />

del territorio, produrranno dei cambiamenti<br />

territoriali voluti dalla cittadinanza e non da scelte imposte<br />

dall’alto. Una maggiore facilità nella formulazione<br />

e realizzazione di nuovi progetti, in risposta alle necessità<br />

economiche e sociali, permetterà ad esempio, una<br />

rimodulazione degli spazi interni delle strutture ricettive.<br />

Ci potrebbero essere degli hotel che per variare la<br />

propria offerta del benessere, pur mantenendo la stessa<br />

volumetria, potrebbero ridurre il numero di stanze,<br />

aumentando i servizi offerti e quindi modificando l’esperienza<br />

termale, innovandosi al pari delle realtà europee.


196<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

LO STATO DI FATTO


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 197<br />

LA BIBLIOTECA CIVI-<br />

CA E IL BUTTERFLY<br />

ARC SONO DUE TRA<br />

LE POCHE ATTRAZIO-<br />

NI CULTURALI CHE RI-<br />

CHIAMANO ANCORA<br />

PERSONE NEL CEN-<br />

TRO TERMALE<br />

IL PALAZZO DEL TURISMO E<br />

L’AREA ARCHEOLOGICA AN-<br />

TISTANTE SONO SCONNES-<br />

SE E POCO FUNZIONALI. NE-<br />

CESSITANO DI OPERE DI<br />

VALORIZZAZIONE<br />

VIA SCAVI, L’ARTERIA CHE<br />

COLLEGA PUNTI D’INTERES-<br />

SE COLLETTIVO DA CONSI-<br />

DERARE PER OGNI IPOTESI<br />

DI CAMBIAMENTO


198<br />

LA PROPOSTA BOTTOM-UP<br />

L’ARCHEOLOGIA E IL TURISMO<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4


LA PROPOSTA BOTTOM-UP 199<br />

1<br />

2<br />

3<br />

CONSOLIDATI GLI EFFETTI POSITIVI DEGLI USI<br />

TEMPORANEI, IL NUOVO SISTEMA CULTURALE<br />

POTRÀ ATTIRARE PROGETTUALITÀ INCENTRA-<br />

TE SUL TEMA DELLE TERME E DELL’ARCHE-<br />

OLOGIA. ALCUNI INTERVENTI POTREBBERO<br />

ESSERE INDIRIZZATI A SOLUZIONI DI FALSO<br />

STORICO CAPACI DI OFFRIRE AI TURISTI PER-<br />

CORSI ATTRAVERSO LA STORIA E L’ARCHEOLO-<br />

GIA<br />

IL PALAZZO DEL TURISMO POTREBBE ESSERE<br />

AMPLIATO MEDIANTE INTERVENTI ARCHITET-<br />

TONICI CREANDO COSÌ SPAZI MUSEALI E CUL-<br />

TURALI GESTITI IN COMPARTECIPAZIONE DA<br />

AMMINISTRAZIONI ED UNIVERSITÀ<br />

L’AREA ARCHEOLOGICA DI VIA SCAVI, ORMAI<br />

AFFERMATASI ALL’INTERNO DI NUOVE LOGI-<br />

CHE DI VALORIZZAZIONE PROPOSTE DALL’AM-<br />

MINISTRAZIONE E DALL’UNIVERSITÀ. VERRÀ<br />

INCREMENTATA, ANCHE MEDIANTE PROPOSTE<br />

PRIVATE, ATTRAVERSO ATTIVITÀ E PERCORSI<br />

DIDATTICO CULTURALI<br />

In questo scenario progettuale, vista la maggiore autonomia<br />

dell’amministrazione, si è ipotizzato che previo<br />

finanziamento da parte di enti culturali, associazioni,<br />

filantropi o mecenati, potrebbero essere realizzate<br />

delle opere di ampliamento di alcuni manufatti architettonici<br />

ed ora sottoutilizzati. Si creeranno così un<br />

effetto di arricchimento dell’offerta culturale e quindi<br />

nuovi luoghi d’interesse capaci di convogliare visitatori<br />

locali e turisti. Si potrebbero consolidare le scelte<br />

temporanee previste per la soluzione parassita e creare<br />

delle vere e proprie architetture che possano rispondere<br />

alle esigenze di rinnovamento dell’immagine<br />

del comune. I finanziamenti ricevuti potrebbero essere<br />

convogliati in maggiore autonomia nella realizzazione<br />

di percorsi interattivi, smart nonché delle vere e proprie<br />

connessioni fisiche tra le aree ricostruite secondo<br />

un principio di falso storico. Si arriverebbe così ad<br />

offrire al visitatore, attraverso una revisione della normativa<br />

inerente, un modo diverso di vivere i luoghi del<br />

turismo. Queste progettualità potrebbero rinnovare<br />

l’immagine dei siti archeologici oggi poco valorizzati.<br />

4<br />

IL TEMA DEL TERMALISMO SI DIRAMERÀ SU<br />

TUTTO IL TERRITORIO COMUNALE MEDIANTE<br />

IL COINVOLGIMENTO DI NUOVI ATTORI, STRUT-<br />

TURE RICETTIVE COMPRESE, QUEST’ULTIME<br />

SPESSO SORGONO SU AREE ARCHEOLOGICHE<br />

CHE POTREBBERO ESSERE INTERESSATE DA<br />

NUOVI PERCORSI INCENTRATI SULLA CULTU-<br />

RA OLTRE CHE AL BENESSERE


200


Conclusioni 201<br />

CONCLUSIONI


202<br />

Conclusioni


Conclusioni 203<br />

Il fine di questo elaborato parte dal presupposto di coinvolgere<br />

nella formazione del piano, grazie alla attivazione<br />

di processi di partecipazione, attori che non convenzionalmente<br />

vengono coinvolti. L’elaborato presentato,<br />

riassume un percorso partito dall’analisi dei territori<br />

e dei luoghi. Che ha presentato alcune lacune, le quali<br />

sono state colmante mediante indagini in prima persona<br />

ed interviste lungo le strade e all’interno dei comuni<br />

interessati. Le prime riflessioni fatte a seguito delle sole<br />

indagini tecniche fossero prive di un vero e proprio contenuto<br />

rappresentativo di quelle che sono le criticità e<br />

le necessità dei luoghi. Aver partecipato alla creazione<br />

di un’appendice all’analisi per il futuro PAT del comune<br />

di Abano ci ha permesso di vivere in prima persona le<br />

problematiche della normativa attuale. Intraprendendo<br />

un percorso di rimodulazione dei processi formativi dei<br />

piani urbanistici. Cercando di fare alcune proposte di costruzione<br />

del piano che prevedessero processi di partecipazione<br />

a diversi livelli, mediante il coinvolgimento di<br />

attori non convenzionalmente coinvolti all’interno della<br />

redazione dello strumento urbanistico. Gli scenari ipotizzati<br />

sono stati composti mediante la rielaborazione<br />

delle richieste e necessità raccolte dalla popolazione e<br />

dall’amministrazione, secondo le modalità precedentemente<br />

citate. Una rielaborazione del processo di definizione<br />

delle politiche e dei relativi strumenti urbani e urbanistici,<br />

mira a garantire maggiore rapidità, efficienza<br />

e ovviamente efficacia. Le conseguenti proposte progettuali<br />

saranno frutto della condivisione e della commistione<br />

di saperi. Le due proposte presentate prevedono<br />

due diversi approcci partecipativi, ma non per questo<br />

non complementari. L’alternativa “Parassita” modifica<br />

in minima parte l’iter formativo del piano. La sua forza<br />

sta nel fatto di coinvolgere nuovi attori, metodologie<br />

e usi che ora non sono previsti. Le attività temporanee<br />

che si sviluppano parallelamente alle fasi di forma-


204<br />

Conclusioni


Conclusioni 205<br />

zione del piano, saranno fondamentali per poter agire<br />

sull’”inatteso”. Lavorare sull’inatteso consente all’amministrazione<br />

e agli attori coinvolti di visionare e testare<br />

gli effetti delle proprie progettualità e politiche, concedendosi<br />

l’opportunità di correggere in itinere le lacune<br />

delle ipotesi fatte a monte. L’alternativa Bottom-Up è<br />

caratterizzata da modifiche più radicali, che tendono a<br />

rivedere il ruolo di alcuni attori a favore della tempistica<br />

e della gestione locale, capace di rispondere più rapidamente<br />

alle richieste del territorio e di conseguenza<br />

alle richieste della popolazione. Un’alternativa che prevede<br />

la creazione di progetti più flessibili e reversibili.<br />

All’interno di questa ipotesi si è prevista una maggiore<br />

autonomia dell’amministrazione locale, la quale responsabilizzata,<br />

potrà agire più liberamente all’interno<br />

di una normativa più elastica, perché frutto di un processo<br />

partecipato, condiviso e arricchito da molteplici<br />

professionalità non tralasciando la componente locale.<br />

Gli scenari da noi proposti, in accordo con le riflessioni<br />

fatte a seguito d’incontri con la popolazione e con l’amministrazione,<br />

intendono far riflettere sulla possibilità di<br />

utilizzare nuove pratiche, secondo un’ottica propositiva.<br />

Evitando il contrasto e la contrapposizione, i quali hanno<br />

come risultato soluzioni non condivise ma soprattutto<br />

poco vicine alle necessità concrete della realtà locale.<br />

Si avrà così una visione corale nella fase di formazione<br />

del piano, senza le lunghe attese di oggi che hanno<br />

come risultato strumenti fuori dal tempo e lontani dalle<br />

necessità concrete. Delle ipotesi procedurali azzardate,<br />

sotto alcuni punti di vista, ma che puntano ad una nuova<br />

percezione delle dinamiche attuali. Si sottolinea come<br />

cambiando alcuni passaggi e affinando alcuni processi,<br />

attraverso modifiche e azioni le quali non per forza sono<br />

negativi a priori, si possono produrre alcune soluzioni<br />

più concretamente utilizzabili nell’immediato. Il coinvolgimento:<br />

dei cittadini, delle università, delle realtà


206<br />

Conclusioni


Conclusioni 207<br />

economiche e produttive locali e internazionali, possono<br />

riportare in auge investimenti che al giorno d’oggi sfuggono<br />

per paure basate sulla burocrazia e sulla scarsa<br />

consapevolezza di un futuro. Inoltre potrebbero fungere<br />

da abili meccanismi, per risollevare comuni quali Abano<br />

Terme e Montegrotto Terme, vincolati da strumentazioni<br />

che ne limitano la ripartenza e la riconversione.


208


209<br />

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE<br />

A. Radford, S. Morkoç, A. Srivastava, The Elements of Modern Architecture, Understanding Contemporary<br />

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amministratori lungimiranti e cittadini esigenti, Milano 2010<br />

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