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Luglio-Dicembre 2011 - Diabaino.org

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<strong>Diabaino</strong> News<br />

Anno VIII Numero 2 <strong>Luglio</strong> -<strong>Dicembre</strong> <strong>2011</strong><br />

Tariffa a regime libero- Poste italiane spedizione in A. P. 70%<br />

Autorizzazione DCB/RC/113/2005 valida dal 29/07/2005<br />

L’editoriale:<br />

non<br />

approfittiamo<br />

dell’inverno per<br />

mangiare!<br />

Sport e dieta<br />

equilibrata<br />

sempre<br />

Diabete, una<br />

scala da salire<br />

Buon Natale e<br />

Felice Anno<br />

Last News dal<br />

mondo del<br />

Diabete:<br />

La terapia anti-<br />

zuccheri<br />

non<br />

influisce sulla<br />

memoria<br />

Ora di restyling?<br />

La biorivitalizza-<br />

zione con<br />

piastrine e ozono<br />

aiuta a ringiova-<br />

nire la pelle. Ne<br />

parla il dott.<br />

Pentivolpe<br />

PAG 17<br />

La magia del<br />

tango argentino,<br />

un mix di pas-<br />

sione, tristezza<br />

ed eleganza.<br />

<strong>Diabaino</strong> News ne<br />

spiega storia e<br />

caratteristiche<br />

PAG 12


<strong>Diabaino</strong> News<br />

<strong>Luglio</strong> - <strong>Dicembre</strong> <strong>2011</strong><br />

La Giornata Mondiale del Diabete <strong>2011</strong><br />

ha puntato l’obiettivo sull’attività fisica.<br />

Per voi anche un allenamento FLASH<br />

PAG 4 e 5<br />

Un ballo che nasce dalla nostalgia e<br />

dalla tristezza degli argentini che un<br />

bandoneon trasforma in passione disperata<br />

e che diventa scandalo.<br />

Ecco il Tango,tra storia, tradizione e<br />

stile.<br />

PAG 12<br />

Il Somma-<br />

L’editoriale<br />

Rubriche<br />

Non approfittiamo dell’inverno<br />

per mangiare........3<br />

Attualità<br />

14/11: Giornata Mondiale del<br />

Diabete...................4<br />

Nuove frontiere<br />

La prevedenzione<br />

del diabete di tipo 2.....6<br />

L’universo delle Star.....8<br />

Prendiamolo per la gola...9<br />

<strong>Diabaino</strong> City of Arts<br />

Tango argentino..........12<br />

Ora di Restyling.........14<br />

Obiettivo su...<br />

Problema Glutine a tavola...16<br />

Problemi nella gestione quotidiana<br />

del Diabete? Ecco lavia<br />

giusta tracciata da <strong>Diabaino</strong><br />

PAG 7<br />

Cosa succede in<br />

<strong>Diabaino</strong>...<br />

Gestione del Diabete......7<br />

Consigli<br />

Attivita fisica anziani.....18<br />

Last News 22<br />

L’attività fisica nei diabetici<br />

anziani è fondamentale. A<br />

spiegare il perché il dott.<br />

Giuseppe Pipicelli<br />

PAG 18<br />

Periodico Trimestrale specializzato edito dall'associazione FAND CALABRIA <strong>Diabaino</strong> vip-vip dello Stretto<br />

Aut. Trib. Di Reggio Calabria n°9 del 19/12 /2003<br />

Direttore responsabile<br />

Antonino Minoliti<br />

Redazione<br />

Mariantonella Ferraro, Alessio Rosato, Gabriella Violi<br />

Hanno collaborato a questo numero:<br />

Giuseppe Pipicelli, Luigia Milano<br />

Progetto grafico<br />

Pasquale Zumbo<br />

Stampa<br />

Officina Grafica - Villa S. Giovanni<br />

2


Leditoriale<br />

* * *<br />

Dagli anni ‘80 ad oggi: Non approfittiamo<br />

dell’inverno per mangiare!<br />

di Mariantonella Ferraro<br />

Gennaio 1982. Il mensile “Dimensione<br />

80”, periodico d’informazione<br />

e cultura diretto da<br />

Ermanno Pesce, ospita a pag.<br />

14 un articolo sull’alimentazione<br />

a mia firma. Curioso vedere<br />

come, a distanza di sei<br />

lustri, i consigli contenuti in<br />

quel pezzo restano validi<br />

anche oggi. Come dire: le<br />

buone regole di vita non scadono<br />

come il formaggio fesco<br />

(anche quello spesso troppo<br />

grasso e quindi da evitare!!!).<br />

Proprio per questo, <strong>Diabaino</strong><br />

News ha deciso di ripubblicarlo<br />

nella speranza che torni<br />

ad essere, come trent’anni addietro,<br />

un buon vademecum<br />

per voi lettori.<br />

“L’inverno è sinonimo di<br />

grasso. Questa stagione che<br />

climaticamente da noi non è<br />

terribilmente fredda, richiama<br />

cibi grassi che puntualmente<br />

arrivano sulla nostra tavola.<br />

Ci riferiamo ovviamente alle tanto gustose e fumanti “frittole”<br />

ed agli appetibili “torroncini”, per non assommare pignolate,<br />

panettoni, pandori e le leccornie varie che ci<br />

vengono regalate e proposte continuamente anche dalle<br />

bele vetrine dei nostri pasticceri da novembre a febbraio.<br />

L’inverno ci fa diventare, oltre che golosi, anche molto pigri<br />

con la conseguenza che i due- tre chili di troppo, vengono<br />

sapientemente custoditi da una moda invitante: giaccon e<br />

cappotti larghi e morbidi. Siamo pronti così a crearci alibi<br />

e tentazioni e a dimenticare il nostro corpo a cui naturalmente<br />

penseremo al primo raggio di sole, nella speranza<br />

che la dieta di Tokio o quella delle Hawaii ci faccia indossare,<br />

nel più breve tempo e nella maniera più gradevole<br />

possibile, l’abito di moda.<br />

A nostro avviso, un simile comportamento è sinonimo di<br />

mancanza di rispetto verso noi stessi: non possiamo trattare<br />

il nostro corpo secondo i nostri capricci, non è un<br />

abito che la sarta sapientemente stringe ed allarga secondo<br />

le necessità.<br />

Dobbiamo pensare che è il nostro corpo e non possiamo<br />

cambiarlo, dobbiamo curarlo e prevenire le possibili malattie<br />

legate ad errore di carattere nutrizionale. Stare in<br />

dieta, quindi, è una necessità che va al di là dei motivi<br />

estetici, che sono finalizzati alla cura dell’aspetto fisico.<br />

E’ necessario in qualunque stagione ed a qualunque età<br />

seguire un regime dietetico controllato, perché obesità e<br />

longevità non vanno proprio d’accordo anche se la tradizione<br />

sottolinea che la pancetta fa tanto “commendatore”.<br />

Qual è il consiglio per il periodo invernale? Sana alimentazione<br />

ed esercizio fisico. La sana alimentazione significa<br />

scegliere piccole quantità di ogni tipo di cibo.<br />

Le proteine debbono essere rappresentate da carne, Formaggi,<br />

uova, latte, pesci. I carboidrati possono essere assunti<br />

in quantità contenute con il pane, la pasta, il riso e<br />

il miele. I lipidi devono essere introdotti con vegetali crudi<br />

(www.dietaland.com/dimagrire-dieta-e-sport/7411/)<br />

e grassi animali non fritti e rifrittivi.<br />

Il tutto dev’essere completato da vitamine, sali minerali,<br />

privilegiando la scelta di verdure crude e frutta di stagione<br />

e da liquidi soprattutto l’acqua a tutte le ore, anche durante<br />

i pasti. Oltre alla qualità bisogna avere occhio anche<br />

alle quantità dei cibi che dipendono dall’età, dal sesso, dal<br />

lavoro svolto, dal clima, dal modo di cucinare e dalla ripartizione<br />

giornaliera e settimanale degli alimenti.<br />

L’esercizio fisico è un giovevole completamento alle sane<br />

iniziative dietetiche, perché, oltre all’effetto tonificante per<br />

i muscoli, ha anche un effetto rilassante, vorremmo dire di<br />

rallentamento di tensione accumulata nell’ambiente di lavoro.<br />

Per ottenere dei risultati soddisfacenti vi consigliamo:<br />

- abbondante colazione al mattino (latte scremato, frutta,<br />

fette biscottate con un poco di burro e miele);<br />

- a pranzo, comei francesi, si inizi con insalate colorate<br />

(olio crudo, sale, limone) e poi carne ai ferri, alimenti alternativi,<br />

pane raffermo e frutta<br />

- a cena, passati di verdura, piccole quantità di formaggi<br />

(stagionati e freschi), pane integrale e frutta.<br />

Durante la giornata, per superare i momenti critici o gli<br />

inviti al bar, si possono scegliere spremute di frutta fresca,<br />

succhi di pomodori, latte scremato oppure acqua minerale<br />

non gassata con una fettina di limone.<br />

Dalla dieta si passi allo sport che può essere: nelle belle<br />

giornate il footing, una passeggiata in bicicletta o il tennis;<br />

nei giorni piovosi si adoperi invece la ciclette o si faccia<br />

ginnastica da camera.<br />

Si consiglia, inoltre, di non eccedere con il fumo, le bevande<br />

alcoliche o gassate.<br />

Un bel bicchiere d’acqua di fonte (possibilmente non inquinata),<br />

in ogni momento della giornata aiuta ad eliminare<br />

con più facilità le scorie metaboliche.<br />

Un ultimo consiglio: “mentre friggete i pesci, guardate la<br />

gatta” che tradotto in questa sede significa un occhio al<br />

cibo che scegliete ed un occhio alla bilancia.<br />

3


Attualit<br />

* * *<br />

Giornata Mondiale del Diabete:<br />

l’importanza dell’esercizio fisico<br />

Il diabete, un pericolo mortale sconosciuto alla maggioranza degli italiani.<br />

Quasi 6,5 milioni di persone è a rischio ma solo il 25% ne è consapevole<br />

Il 14 Novembre, come ogni anno, si è celebrata<br />

la Giornata Mondiale del Diabete con numerose<br />

attività di prevenzione ed informazione,<br />

anche in Italia. Ma come e perché nasce questa<br />

iniziativa?<br />

Scopriamone insieme curiosità ed obiettivi.<br />

Prima di tutto la data prescelta: il 14 Novembre<br />

è la data di nascita dello scienziato Frederick<br />

Banting che, insieme ad un collega arrivò alla<br />

scoperta dell’insulina nel 1922 ed il Nobel per<br />

la Medicina l’anno successivo).<br />

In particolare la World Diabetes Day è stata<br />

ideata dall’OMS (Organizzazione Mondiale della<br />

sanità) e dalla International Diabetes Federation<br />

(IDF) già nel 1991, quando si è cominciata<br />

ad avere la certezza che il diabete si sarebbe<br />

diffuso in modo preponderante. Ed il tempo ha<br />

dato ragione purtroppo a questa ipotesi: secondo<br />

alcuni dati pubblicati questa estate sulla<br />

rivista scientifica Lancet, finanziata dall’Organizzazione<br />

mondiale della sanità e dalla Fondazione<br />

Bill e Melissa Gates, i diabetici nel<br />

mondo sarebbero più di 350 milioni. Una cifra<br />

da shock! Dal 2007 questa “giornata” è stata<br />

approvata dall’ONU che ha riconosciuto il diabete<br />

come una “malattia cronica, debilitante e<br />

costosa associata a complicanze importanti<br />

che pongono gravi rischi per le famiglie, i paesi<br />

e il mondo intero”.<br />

Il diabete è un pericolo mortale sconosciuto<br />

alla grande maggioranza degli italiani. Ben il<br />

12,6% degli italiani adulti - cioè quasi 6,5 milioni<br />

di persone - è a rischio di sviluppare il diabete<br />

e, tra loro, solo uno su quattro ne è<br />

consapevole. Inoltre, solo il 50% degli Italiani<br />

è a conoscenza del fatto che il diabete possa<br />

causare disturbi cardiovascolari, che rappresentano<br />

la principale causa di morte legata alla<br />

malattia, ed è responsabile di 75.000 infarti del<br />

miocardio e di 18.000 ictus ogni anno nel nostro<br />

Paese.<br />

L’evento si svolge contemporaneamente in più<br />

di 200 Paesi ed ha l’obiettivo di sensibilizzare<br />

l’opinione pubblica sulla patologia, inclusi<br />

bambini e adulti affetti da diabete, operatori<br />

sanitari, i responsabili dell’assistenza sanitaria<br />

locali ed i mass media. Tutto questo perché<br />

il diabete ed i suoi pericolosi effetti correlati, si<br />

può prevenire, grazie ad un sano stile di vita,<br />

basato sull’attività motoria e la corretta alimentazione.<br />

Non a caso, anche quest’anno il<br />

testimonial italiano della manifestazione è uno<br />

sportivo, il campione olimpico Antonio Rossi.<br />

Una curiosità. Sapete perché il logo della Giornata<br />

mondiale del diabete è un cerchio blu? Il<br />

suo significato è assolutamente positivo. Tra le<br />

4


Attualit<br />

* * *<br />

culture, il cerchio simboleggia<br />

la vita e la salute. Il colore blu<br />

riflette il cielo che unisce tutte<br />

le nazioni ed è il colore della<br />

bandiera delle Nazioni Unite. Il<br />

cerchio blu indica l’unità della<br />

comunità globale del diabete in<br />

risposta alla pandemia del diabete.<br />

Da ricordare: il diabete<br />

attualmente è responsabile di<br />

4,6 milioni di morti l’anno – 1<br />

ogni 7 secondi, la spesa sanitaria<br />

per questa malattia ha<br />

raggiunto i 465 miliardi di dollari,<br />

il diabete è tra le prime 10<br />

cause di disabilità al mondo<br />

con conseguente complicazioni<br />

devastanti quali la cecità e amputazioni<br />

degli arti inferiori.<br />

Prevenire il diabete e tenerlo<br />

sotto controllo non è solo possibile,<br />

ma anche doveroso, nei<br />

nostri confronti e nei confronti<br />

della società globale.<br />

Allenamento flash: bastano 3 minuti<br />

al giorno per prevenire il diabete<br />

Coloro che di fronte ad un programma di allenamento<br />

lungo e faticoso gettano la spugna non avranno più<br />

scuse: sono sufficienti anche pochi minuti al giorno<br />

di esercizio fisico regolare ed intenso per star meglio e<br />

prevenire il diabete. Certamente non si avranno miracoli<br />

ma la salute di una persona pigra e sedentaria ne<br />

gioverà sicuramente.<br />

Lo studio è stato svolto dai ricercatori dell’Università<br />

Herriot-Watt di Edinburgo e pubblicato su pubblicato<br />

sul BioMed Central Endocrine Disorders Journal.<br />

Questi hanno sottoposto un gruppo di 16 uomini sani<br />

tra i 20 e i 30 anni ani, a quattro sessioni di cyclette<br />

da 30 secondi ciascuna, diluite nell’arco della giornata,<br />

due volte alla settimana.<br />

Dopo due settimane si è osservato un miglioramento<br />

del 23% nell’efficacia con cui il loro corpo impiegava<br />

l’insulina per assorbire il glucosio nel sangue.<br />

James Timmons che ha diretto lo studio spiega che<br />

bisogna fornire a coloro che sono restii al movimento<br />

fisico un modello alternativo da seguire per ottenere<br />

un qualche risultato.<br />

Magari la notizia stimola i più pigri a “stimolare” il metabolismo,<br />

visto che questo non impegna poi tanto!<br />

5


(salus.it)<br />

Nuove Fron-<br />

* * *<br />

La prevenzione del<br />

diabete di tipo 2<br />

(intranet.policlinico.unina.it/?p=694)<br />

La prevenzione<br />

del diabete di<br />

tipo 2 è uno dei<br />

temi maggiormente<br />

avvertiti<br />

dalla comunità<br />

diabetologica.<br />

Infatti, a causa<br />

del rapido aumento<br />

dei casi di<br />

malattia e della sua comparsa in età sempre più<br />

precoce, il diabete sta acquisendo le dimensioni<br />

di una vera e propria emergenza epidemiologica<br />

e sociale di portata mondiale. In Italia vi sono a<br />

tutt’oggi oltre tre milioni di persone con diabete<br />

noto ed almeno un altro milione con diabete<br />

non diagnosticato. La spesa sanitaria per la malattia<br />

diabetica ammonta al 10% del totale e rischia<br />

di non essere sostenibile già<br />

nell’immediato futuro. A fronte di questa drammatica<br />

situazione, nell’ultimo decennio sono<br />

stati pubblicati solidi studi clinici che hanno dimostrato<br />

che il diabete tipo 2 è una malattia<br />

prevenibile. Con l’utilizzo di farmaci, ma ancor<br />

più attraverso modifiche dello stile di vita, è possibile<br />

ridurre di circa il 60% il rischio di sviluppare<br />

la malattia. Con la finalità di divulgare la<br />

cultura della prevenzione tra medici e operatori<br />

della salute, AMD e SID hanno istituito un<br />

gruppo di Lavoro Intersocietario sul tema de “La<br />

prevenzione del diabete tipo 2”, coordinato da<br />

Brunella Capaldo, Antonino Cimino, Alberto De<br />

Micheli e Giulio Marchesini, la cui prima azione<br />

è stata quella di raccogliere le conoscenze più<br />

aggiornate e le principali evidenze cliniche su<br />

questa materia. È stato così realizzato il volume<br />

"La prevenzione del diabete mellito tipo 2: dalle<br />

evidenze alle strategie di implementazione" che<br />

offre una panoramica critica e aggiornata dei<br />

principali aspetti riguardanti la prevenzione del<br />

diabete tipo 2. "Il nostro auspicio - dicono gli<br />

autori - è che questa pubblicazione dia il via ad<br />

una serie di azioni concrete di prevenzione volte<br />

a ridurre il peso sociale ed economico del diabete<br />

e delle sue complicanze in modo capillare<br />

ed in ogni parte del nostro paese". Il volume è<br />

scaricabile dal sito<br />

http://www.aemmedi.it/files/Linee-giuda_Raccomandazioni/<strong>2011</strong>/La%20prevenzione.pdf<br />

.<br />

[Fonte: "La prevenzione del diabete mellito<br />

tipo 2: dalle evidenze alle strategie di implementazione",<br />

AMD-SID <strong>2011</strong> - A cura di<br />

Guido Seu]<br />

6


Succede in Dia-<br />

* * *<br />

RELAZIONE SULL’ESPERIMENTO DELL’UTILIZZO<br />

DEL PROGRAMMA INFORMATIVO PER LA<br />

GESTIONE QUOTIDIANA DEL DIABETE<br />

Il diabete è una patologia che va seguita oltre,<br />

che con la terapia farmacologica, anche con<br />

l’alimentazione ed il movimento fisico. Finora,<br />

un programma da sottoporre ai pazienti non era<br />

stato fatto in modo così completo. Questo programma<br />

guida il paziente (quasi tenendolo per<br />

mano), a prendere conoscenza e coscienza della<br />

patologia con cui ha a che fare, facendogli capire<br />

veramente cos’è il diabete e a quali gravi<br />

conseguenze esso porta se trascurato. Gli consente<br />

di sapere come gestire la propria alimentazione,<br />

sia quando si è soli, che quando ci si<br />

trova in compagnia anche di persone che non<br />

hanno il diabete. Il paziente facendo attività motoria<br />

non intensiva (passeggiata di 30-45<br />

minuti almeno 4 volte la settimana), sperimenterà<br />

come l’energia consumata avrà un<br />

riflesso sulla glicemia, che sicuramente si<br />

abbasserà.<br />

Ma la persona col diabete, non solo conoscerà<br />

la propria patologia, saprà come alimentarsi<br />

nel modo più corretto possibile,<br />

come e quando fare attività fisica, ma saprà<br />

anche, che il diabete è una patologia invalidante<br />

se non è ben gestito e comunque la<br />

persona col diabete può essere etichettata<br />

come persone invalida, ma, al contrario con<br />

un diabete ben gestito, potrà vivere senza<br />

privarsi di nulla e potrà svolgere qualsiasi<br />

attività sia lavorativa che sportiva. Il paziente<br />

comprenderà così: che non è il<br />

diabete che gestisce la sua vita, ma,<br />

sarà lui a gestire il proprio diabete.<br />

Molti pazienti hanno scoperto tramite<br />

le domande del test di conoscere<br />

poco o niente sul come gestire alcuni<br />

problemi che purtroppo si presentano<br />

anche spesso; hanno manifestato<br />

la volontà, di voler comprendere<br />

con che cosa hanno veramente a che<br />

fare e come intervenire, insomma ho<br />

visto che hanno molta voglia di imparare<br />

e di sapere come poter gestire<br />

il proprio diabete a 360°. Questo programma<br />

mette in pratica quello che<br />

da anni è ormai il motto dell’ “Associazione<br />

<strong>Diabaino</strong> Vip Vip dello<br />

Stretto.ONLUS”: Conoscere , Sapere,<br />

Agire. Infatti se si conosce la patologia con cui<br />

si ha a che fare, si saprà come curarla, si potrà<br />

agire nel modo più corretto possibile, e solo così<br />

possibile raggiungere lo scopo comune del paziente<br />

e dell’equipe, che è quello di migliorare la<br />

qualità di vita di chi soffre.<br />

Dott. Marella Ferraro<br />

Resp.Servizio Diabetologia<br />

ASP 5 RC – PST Gallico<br />

Rosa Suraci<br />

Tutor Equipe <strong>Diabaino</strong><br />

7


L’universo delle Star<br />

Le dolci opere di Giacomo Puccini<br />

(newmovie-streaming.info)<br />

Rubriche<br />

* * *<br />

Giacomo Puccini, autore di opere in-<br />

dimenticabili e personaggio da prima<br />

pagina per i rotocalchi a cavallo<br />

tra '800 e '900, aveva anch’egli il<br />

diabete come compagno di viaggio<br />

Nasce a Lucca il 22 dicembre del 1858 da una<br />

famiglia di musicisti. Nonostante uno zio materno<br />

lo definisca "un fannullone senza talento",<br />

il giovane Giacomo sarebbe destinato a raccogliere<br />

l'eredità del padre, diventando direttore<br />

del coro di San Martino e professore di musica<br />

al Collegio Porziano. Un evento folgorante, tuttavia,<br />

lo allontana improvvisamente da quello<br />

che sembrava il suo destino. E' il 1876: Puccini<br />

percorre a piedi i 25 chilometri che dividono<br />

Lucca da Pisa per assistere alla rappresentazione<br />

dell'Aida di Giuseppe Verdi. Ne rimane<br />

talmente affascinato da decidere di abbandonare<br />

le tradizioni familiari per dedicare la propria<br />

vita<br />

a l -<br />

l'opera.<br />

E' una<br />

s c e l t a<br />

che lo<br />

porta a<br />

p r o s e -<br />

guire i<br />

s u o i<br />

studi al Conservatorio di Milano, dove è allievo<br />

assiduo e responsabile di Antonio Bazzini e<br />

Amilcare Ponchielli. A soli 26 anni presenta al<br />

Teatro Regio di Torino la sua prima opera, "Le<br />

Villi". Tuttavia, il successo giunge solo nove<br />

anni dopo, nel 1893, con la "Manon Lescault".<br />

Si tratta di un vero trionfo, che porta a Puccini<br />

fama e ricchezza. La sua abilità nel dipingere<br />

personaggi femminili e la sua capacità di creare<br />

melodie indimenticabili fanno si' che il pubblico<br />

accolga sempre con entusiasmo le sue opere.<br />

"Boheme", "Tosca", "Madama Butterfly", "La<br />

fanciulla del West": la donna è il centro delle<br />

sue creazioni e della sua vita. Nonostante sia<br />

malato di diabete, infatti, Giacomo Puccini ama<br />

godersi la vita. E' sempre circondato da belle<br />

donne, anche molto più giovani di lui, ama<br />

mangiare e bere bene. Non ascolta i consigli dei<br />

medici e non si preoccupa più di tanto di non<br />

riuscire a far scomparire lo zucchero dalle proprie<br />

urine. E' proprio il diabete che spinge i medici<br />

a ritardare la rimozione chirurgica del<br />

tumore alla laringe che lo porta alla morte nel<br />

1926. Come testamento musicale lascia un'incompiuta<br />

ma bellissima "Turandot". A Toscanini<br />

spetta il difficile compito di portarla in<br />

scena alla Scala di Milano, due anni dopo la<br />

scomparsa dell'autore.<br />

(Fonte: www.diabete.net)<br />

8


Rubriche<br />

* * *<br />

Prendiamolo per la gola<br />

Le Ricette di Marella(websavona.it)<br />

Sappiamo Mangiare in<br />

modo equilibrato?<br />

Siamo sempre in grado di<br />

scegliere dei cibi sani che<br />

oltre a soddisfare il nostro<br />

palato non alterino il nostro<br />

sistema metabolico? Se ci<br />

guardiamo intorno pare<br />

proprio di no. Prolifera<br />

l’obesità, si moltiplicano i<br />

casi di anoressia tra giovani<br />

e giovanissimi, il diabete<br />

mellito è diventato una pandemia,<br />

e i fattori di rischio<br />

cardiovascolari quali ipertensione,<br />

dislipidemie, ecc.,<br />

sono in vertiginoso aumento.<br />

Questo è un mondo<br />

in cui tutti parlano di dieta,<br />

di alimenti senza zucchero e<br />

di cibi “moderni” che non<br />

recano danno alcuno. In verità,<br />

cosa è la Dieta se non<br />

una “Regola”?<br />

Sfatiamo il concetto di Dieta<br />

come costrizione e privazione<br />

di alimenti appetibili e<br />

stuzzicanti, e parliamo di<br />

Terapia Alimentare. Il razionale<br />

del progetto “Le Ricette<br />

di Marella”, realizzato con i<br />

semi delle carte napoletane<br />

e in via del tutto sperimentale,<br />

è un invito “imparare<br />

giocando” a conoscere gli<br />

alimenti con il loro contenuto<br />

calorico e a formulare<br />

una terapia giornaliera<br />

equilibrata<br />

Il progetto è rivolto a tutti, da uno a cento anni. La prima regola per una corretta alimentazione<br />

è quella di variare i cibi in qualità e quantità per assumere tutti i principi nutritivi e soddisfare il<br />

fabbisogno calorico individuale.<br />

L’obiettivo principale è far capire che ogni persona, qualunque sia la sua età, ha la propria “Regola”,<br />

sbagliata o giusta. Con “Le Ricette di Marella” vogliamo promuovere a tutti i livelli i Principi<br />

dell’Educazione Alimentare, confermare le abitudini mediterranee, esaltare i sapori genuini<br />

della nostra terra e riaffermare il rito del sedersi a tavola insieme.<br />

Se la regola comprende la terapia motoria sarà possibile realizzare “La Regola delle 4 EMME”:<br />

Mangiare Meglio Muoversi Molto per una migliore qualità di vita.<br />

Ecco il primo poker di carte per un pasto completo: Orecchiette pomodoro e basilico, Frittata di<br />

carciofi, un bicchiere di vino rosso e un’arancia o 300 gr di melone d’inverno. Buon appetito!<br />

9


SPONSOR


<strong>Diabaino</strong><br />

City of Arts<br />

<strong>Diabaino</strong> News<br />

senza confini<br />

Sport e Cinema<br />

(digikomp.it)<br />

(fotografieitalia.it)<br />

Musica Musica e<br />

Spettacolo<br />

Spettacolo<br />

Arte Cultura<br />

e Societa


<strong>Diabaino</strong><br />

City of Arts<br />

Tango, passione scan-<br />

(a cura di P. Zumbo)<br />

Nostralgia, tristezza,<br />

sentimento. E’ il<br />

tango, il ballo argentino<br />

che ha fatto il giro<br />

del mondo grazie alla<br />

sua sensualità, ai<br />

passi incrociati, decisi<br />

e passionali quanto<br />

improvvisati. Sì perché<br />

nel tango vige l’assoluta<br />

assenza di<br />

regole.<br />

Nell'800 Buenos Aires<br />

è la città dove "far fortuna".<br />

Nonostante la<br />

durezza dei lavori disponibili,<br />

data la<br />

grande disponibilità di<br />

manodopera, i salari<br />

erano piuttosto miseri.<br />

Famiglie di Italiani,<br />

Francesi, Ungheresi,<br />

Ebrei e Slavi, cui presto si unirono schiavi liberati<br />

e Argentini della seconda e terza generazione, provenienti<br />

dalle pampas, convivevano in squallidi<br />

appartamenti in quartieri costruiti dal nulla, detti<br />

"Orilla", creando una miscela unica e irripetibile<br />

di tradizioni etniche e culturali che è diventata<br />

l'ingrediente magico di un processo creativo. Nei<br />

vicoli dell'Orilla, i nuovi Argentini condividevano<br />

un destino di disillusionee disperazione, da cui<br />

ben presto emerse una speranza comune rappresentata<br />

da una volontà di fuga, sia pure soltanto<br />

momentanea, dall'oppressione, sentimento forte<br />

espresso in canzoni, cantate in "Lunfardo", il dialetto<br />

degli emarginati, sorta di lingua comune fortemente<br />

influenzata dal Francese e dall'Italiano.<br />

Le canzoni cantavano la tristezza delle persone,<br />

ma anche la loro felicità e le loro gioie. Cantavano<br />

la nostalgia e la distanza, ma anche le speranze e<br />

le aspirazioni. Cantavano la solitudine, ma anche<br />

la lealtà e la fratellanza nell'avversità. La canzone,<br />

“Vuelvo al tango” di Lorenzo Munari<br />

come in tante altre parti del mondo, divenne la<br />

consolazione in musica dell'uomo. E la canzone richiede<br />

come suo completamento espressivo la<br />

danza ed è così che nel vicoli di Buenos Aires, è<br />

nato il tango.<br />

Il tango è l’unione di culture diverse, l’incontro tra<br />

la “habanera cubana“, espressione esclusivamente<br />

musicale, la “payada“, canto poetico delle<br />

genti di campagna e la “milonga“, canto malinconico<br />

e triste. Accompagnato da chitarra, flauto e<br />

violino, a questi strumenti se ne aggiungono nel<br />

tempo altri come il pianoforte, la tromba o il banjo,<br />

per rendere al meglio il ritmo fortemente cadenzato<br />

dalla melodia non uniforme. Le figure più importanti<br />

hanno ancora oggi nomi spagnoli (“corte“,<br />

“ocho“ e “lustrada“) e sono interpretate da ballerini<br />

abbracciati stretti in modo che la donna si lasci<br />

guidare percependo tutti i movimenti e i cambi di<br />

direzione del partner. Il tango argentino è caratterizzato<br />

da 3 tipi di ballo diversi:


<strong>Diabaino</strong><br />

City of Arts<br />

Tango, passione scan-<br />

Il Tango, Milonga e il Tango Vals<br />

(Vals criollo). I ballerini di tango praticano<br />

molti stili, facenti capo a grandi<br />

interpreti delle sue fasi storiche. Vengono<br />

spesso ricordati José Benito Ovidio<br />

Bianquet detto "El Cachafaz", o<br />

Carlos Gavito recentemente deceduto<br />

e noto per aver introdotto un tipico abbraccio<br />

"sbilanciato".<br />

Alle origini del tango argentino troviamo<br />

il canyengue, intorno al 1880.<br />

Tipici i movimenti rapidi e corti (arraballero).<br />

Soppiantato negli anni '40.<br />

Nelle milongas si balla lo stile milonguero,<br />

dai movimenti contenuti e<br />

adatti agli spazi ristretti riservati ad<br />

ogni coppia. Nei locali più signorili invece<br />

si balla il<br />

tango salon.<br />

Negli show o<br />

spettacoli vari<br />

sia in teatro che<br />

nelle strade i<br />

ballerini si esibiscono<br />

nello stile<br />

detto: Tango<br />

scenario -<br />

tango exhibition<br />

con molti<br />

ganci e grandi giri, molto coreografico.<br />

Negli anni '60 e '70 si afferma il tango<br />

fantasia.<br />

Con tempi di tre quarti invece si balla<br />

il tango vals, detto anche vals argentino,<br />

vals criollo o vals cruzado.<br />

Negli ultimi anni si è sempre più affermato<br />

un genere noto come tango<br />

nuevo ballato soprattutto sul tango<br />

elettronico, genere musicale capitanato<br />

dai Gotan Project. Cari amici,<br />

dopo questa storia affascinante, non<br />

vi resta che buttarvi in un ballo appassionato.<br />

E allora... tango!<br />

Tango sì, ma... atenciòn! Da quando il ballo sudamericano<br />

è arrivato in Italia, i corsi “specializzati“<br />

per futuri “danzadores“ si sono moltiplicati: ma<br />

sono tutti qualificati?<br />

L’esplosione di questa nuova moda, ha spinto insegnanti<br />

di liscio a improvvisarsi esperti tangueri.<br />

Come? Avete presente i DVD neI quali singolari personaggi<br />

cercano di far capire i primi rudimentali<br />

passi di tango<br />

agli illusi acq<br />

u i r e n t i ?<br />

Ecco, anche gli<br />

pseudo-maestri<br />

i loro passi<br />

li hanno appresi<br />

da questi<br />

video. Il problema<br />

è che il<br />

tango è un<br />

ballo di strada,<br />

che si deve<br />

sentire dentro. E allora? E allora conviene affidarsi<br />

alle scuole qualificate.


<strong>Diabaino</strong><br />

City of Arts<br />

È ora di Restyling? Ecco<br />

la biorivitalizzazione con l’ozono<br />

Estate 2007. Ronaldo, allora attaccante del Milan<br />

di Ancelotti, si blocca per un problema alla coscia,<br />

una lesione muscolare che viene curata dai medici<br />

della nazionale brasiliana facendo ringiovanire<br />

i tessuti. Possibile? Sì, grazie alle piastrine.<br />

Le Piastrine (o trombociti), sono normali elementi<br />

del nostro sangue, di forma tondeggiante, prive di<br />

nucleo, derivano dai megacariociti del midollo<br />

osseo. Queste producono collagene, elemento essenziale<br />

per mantenere giovane la pelle. E grazie<br />

allo studio di una tecnica che permette di isolare<br />

le piastrine dal sangue, è nata la<br />

biorivitalizzazione con piastrine e<br />

ozono.<br />

Sull’argomento abbiamo intervistato<br />

Leonardo Pentivolpe, medico<br />

chirurgo, coordinatore del Comitato<br />

Etico della Società Scientifica<br />

Italiana di Ossigeno Ozono Terapia,<br />

e precursore nel settore.<br />

«Sono stato il primo, tre anni fa, a<br />

introdurre l’utilizzo delle piastrine<br />

in Italia – rivela Pentivolpe -. In<br />

principio, l’applicazione si limitava<br />

alla cura dei problemi al ginocchio,<br />

poi, grazie alle proprietà del<br />

collagene, è stato utilizzato anche in medicina<br />

estetica per il ringiovanimento della pelle del viso<br />

che perde brillantezza ed elasticità proprio perché<br />

privo di collagene».<br />

La tecnica è molto semplice. Si prelevano 20 cc di<br />

sangue da cui vengono estratte le piastrine.<br />

Quindi, dopo una particolare lavorazione, si<br />

inietta nel paziente questa parte del suo sangue<br />

attraverso piccole punturine su viso, collo, decolté<br />

e mani. «È fondamentale l’abilità del medico nell’iniezione<br />

– precisa il medico chirurgo -, per non<br />

provocare evidenti ematomi sul viso del paziente».<br />

L’azione delle piastrine può essere però potenziata.<br />

Questo grazie alle qualità dell’ozono, grande<br />

vascolarizzatore, e ormai molto conosciuto e utilizzato<br />

in medicina.<br />

«L’ozono – spiega Pentivolpe – ha come funzione<br />

principale la facilitazione di afflusso di sangue,<br />

crea nuovi capillari, fondamentali nell’apporto di<br />

sangue nelle zone periferiche del corpo. L’invecchiamento<br />

– prosegue – è causato proprio da un<br />

deficit di afflusso di sangue e la funzione dell’ozono,<br />

che lavora sul microcircolo, diventa fondamentale».<br />

L’ozono, infatti, agisce sui fibroplasti, cellule che<br />

formano il collagene (in pratica una spugna che<br />

trattiene liquidi e idrata), e questo rende la pelle<br />

più compatta.<br />

«Questa nuova esperienza, la tecnica che prevede<br />

l’utilizzo delle piastrine, può e deve<br />

avvalersi dell’ozono, un autentico<br />

concimatore di questa semina –<br />

aggiunge Pentivolpe -, facilitando<br />

la funzione delle piastrine grazie<br />

all’azione sui capillari che favorisce<br />

l’ossigenazione».<br />

Proprio questa funzione ha permesso<br />

l’utilizzo dell’ozono terapia<br />

nella lotta alla cellulite, notoriamente<br />

causata proprio da una cattiva<br />

circolazione. Altri campi di<br />

applicazione, oltre a quello estetico,<br />

sono la cure delle ernie e delle<br />

artrosi.<br />

«La terapia con l’ozono è totalmente diversa da<br />

botox e filles – precisa il medico chirurgo -. Qui il<br />

ringiovanimento è completamente naturale. La<br />

pelle, dopo il trattamento biorivitalizzante, diviene<br />

levigata, elastica, senza rughe, più luminosa e<br />

compatta, ma senza modificare in alcun modo i<br />

tratti del viso». Un’autentica rivoluzione, quindi.<br />

La donna moderna adesso può abbandonare bisturi<br />

e soluzioni chimiche potenzialmente dannose:<br />

avere un viso giovane e luminoso in modo<br />

naturale adesso è possibile con la biorivitalizzazione<br />

con piastrine e ozono.<br />

Per infromazioni e appuntamenti:<br />

dott. Leonardo Pentivolpe - mobile 3291153650<br />

www.ossigenoozono.it<br />

Pasquale Zumbo


SPONSOR


Obiettivo<br />

* * *<br />

Glutine, un possibile problema a tavola<br />

Disturbi a tavola? Potrebbe essere sensibilità al<br />

glutine<br />

Crescono le evidenze scientifiche sulla sensibilità<br />

al glutine, una nuova patologia che potrebbe<br />

risolvere i problemi alimentari fino ad<br />

oggi senza spiegazione, di oltre 3 milioni e<br />

mezzo di italiani. La prima Consensus Conference<br />

internazionale di Londra sulla sensibilità<br />

al glutine sostenuta dal Dr. Schär Institute ne<br />

ha elaborato definizione, sintomi ed iter diagnostico.<br />

L’incidenza della celiachia si attesta intorno<br />

al’1% della popolazione, mentre, come sostengono<br />

i primi dati di origine americana, la frequenza<br />

della sensibilità al<br />

glutine è intorno al 6 per cento:<br />

E’ evidente che questa stima, se<br />

confermata, renderebbe la sensibilità<br />

al glutine una delle patologie<br />

più diffuse in assoluto.<br />

«Possiamo affermare oggi - dichiara<br />

il Professor Carlo Catassi,<br />

Ordinario di Pediatria<br />

presso l’Università Politecnica<br />

della Marche, Ancona e membro<br />

del comitato scientifico del Dr.<br />

Schär Institute - che oltre ad<br />

una differenza molecolare la<br />

sensibilità al glutine differisce dalla celiachia<br />

anche per la risposta del sistema immunitario.<br />

Se per la celiachia abbiamo, infatti, un meccanismo<br />

di tipo auto-immune fortemente condizionato<br />

da una risposta adattativa del sistema<br />

immunitario, per la sensibilità al glutine abbiamo<br />

osservato un maggiore coinvolgimento<br />

del meccanismo immunitario innato senza interessamento<br />

della funzione della barriera intestinale.<br />

L'incontro di Londra – continua Catassi<br />

- è stato fondamentale per definire, per la prima<br />

volta, un iter diagnostico in grado di identificare<br />

la sensibilità al glutine. Sappiamo oggi, con<br />

maggiore confidenza, che per diagnosticare la<br />

sensibilità al glutine è necessario escludere tramite<br />

gli opportuni e specifici test diagnostici sia<br />

la celiachia che l’allergia al grano. Infine la sensibilità<br />

al glutine non sembra dare indicazioni<br />

temporali precise, può aumentare nel corso<br />

della vita o scomparire senza lasciare tracce».<br />

COS'È IL GLUTINE?<br />

Il glutine è una massa compatta, elastica e porosa<br />

costituita da un insieme di proteine presenti<br />

nel grano, nell’orzo, nella segale e in<br />

diverse altre graminacee. Queste proteine contengono<br />

la prolina, poco digeribile per l’<strong>org</strong>anismo<br />

umano. Questo, in alcuni individui<br />

particolarmente sensibili, può scatenare una<br />

complessa sintomatologia, che si può manifestare<br />

attraverso disturbi gastro-intestinali, dolori<br />

muscolari, fiacchezza, emicrania e nausea.<br />

Per quanto utile nella panificazione e negli impasti<br />

a base di farine, il glutine può però essere<br />

tranquillamente rimosso dalla nostra alimentazione<br />

senza alterare le qualità nutrizionali dei<br />

cibi. In questo aiuta la scelta di cibi naturalmente<br />

privi di glutine o appositamente<br />

prodotti in modo che<br />

ne siano privi al fine di consentire<br />

alle persone sensibili al glutine<br />

una dieta<br />

varia e piacevole.<br />

COSA È LA SENSIBILITÀ AL<br />

GLUTINE?<br />

Essere sensibili al glutine significa<br />

avere sintomi simili a quelli<br />

della celiachia e dell’allergia al<br />

grano senza essere affetti da<br />

nessuna delle due patologie. Si<br />

tratta di una situazione che, al<br />

contrario della malattia, è transitoria e può risolversi<br />

dopo un periodo di alimentazione senza<br />

glutine. La sensibilità al glutine è causa di mal<br />

di testa, nausea, irritazione intestinale, stanchezza,<br />

dolori muscolari e molti altri problemi a<br />

cui, se si ignora la propria condizione di sensibilità,<br />

non si sa dare spiegazione.<br />

QUAL È LA CAUSA?<br />

Probabilmente un grano "troppo pesante". Secondo<br />

gli esperti la “colpa” sarebbe del grano<br />

“moderno”, che viene definito “pesante”, perché<br />

molto ricco in glutine. Il grano di oggi sarebbe,<br />

eccessivamente concimato e conterrebbe una<br />

quota di glutine superiore del 12% rispetto al<br />

normale, a cui il nostro <strong>org</strong>anismo stenta ad<br />

abituarsi.<br />

I SINTOMI CHE SI ASSOCIANO ALLA SENSIBI-<br />

LITÀ AL GLUTINE SONO MOLTI, TRA I<br />

PRINCIPALI RICORDIAMO:<br />

16


Obiettivo<br />

* * *<br />

Glutine, un possibile problema a tavola<br />

• Dolore addominale, anche con bruciore alla<br />

bocca dello stomaco, nausea e vomito, g<strong>org</strong>oglii<br />

e gas intestinale, stitichezza e diarrea.<br />

• Fatica, intorpidimento di braccia e gambe,<br />

crampi muscolari e dolori articolari.<br />

• Mal di testa, confusione mentale, collasso, eczemi,<br />

mucosa della lingua arrossata e tumefatta<br />

con possibili ulcere e chiazze biancastre.<br />

BASTANO POCHI E SEMPLICI ESAMI PER<br />

ESCLUDERE ALLERGIA AL GRANO E CELIA-<br />

CHIA:<br />

Gli esami per escludere<br />

un'allergia al grano sono i<br />

prick test ed i rast test. I<br />

primi vengono eseguiti inoculando<br />

sotto la pelle del<br />

braccio, in modo indolore,<br />

una piccolissima quantità<br />

di grano. Se la pelle si gonfia<br />

e si arrossa in corrispondenza<br />

del "buchino"<br />

significa che si è allergici. I<br />

Rast test sono invece esami<br />

del sangue che misurano la<br />

quantità di specifici prodotti contro il grano.<br />

Gli esami del sangue per la celiachia ricercano<br />

anticorpi specifici contro il glutine, detti antigliadina,<br />

anticorpi specifici contro la mucosa intestinale<br />

(antiendomisio) e anticorpi<br />

anti-transglutaminasi (Ttg). Per la diagnosi<br />

definitiva di celiachia è infine necessaria una<br />

biopsia (cioè il prelievo di una piccola parte di<br />

tessuto) dell'intestino tenue che rileva eventuali<br />

danni ai villi intestinali.<br />

Un sospetto di sensibilità al glutine e quindi<br />

una dieta senza glutine può essere presa in considerazione<br />

solo quando le due reazioni al glutine<br />

(celiachia ed allergia al grano) sono state<br />

escluse con certezza.<br />

NO AL GLUTINE? ECCO ALCUNE SEMPLICI IN-<br />

DICAZIONI PER LA TAVOLA:<br />

Se si è sensibili al glutine sarà necessario evitare,<br />

tra l’altro, frumento (grano), segale, orzo,<br />

farro, kamut, triticale, monococco, couscous,<br />

bulgur, seitan. Ecco alcune indicazioni sui cereali<br />

permessi o che causano più spesso confusione<br />

a chi non può consumare glutine.<br />

CONSUMARE GLUTINE<br />

Riso: Consentito. I risotti pronti (in busta, surgelati<br />

o aromatizzati) potrebbero contenere<br />

tracce di glutine.<br />

Mais: Consentito. I Cereali per la prima colazione<br />

a base di mais possono contenere contaminazioni<br />

di glutine.<br />

Grano saraceno: Consentito. Nella polenta taragna<br />

il grano saraceno può essere mescolato al<br />

grano.<br />

Amaranto: Consentito. E’<br />

utilizzato sin dall’antichità<br />

ed è ricco di fibre e proteine.<br />

Manioca: Consentito: E’ un<br />

amido estratto da un tubero<br />

che può essere utilizzato<br />

per rendere i dolci più<br />

morbidi.<br />

Miglio: Consentito. Contiene<br />

ferro, magnesio, fosforo e può essere utilizzato<br />

per preparare torte salate e dolci.<br />

Quinoa: Consentito. E’ ricca di ferro e magnesio<br />

ed è molto digeribile.<br />

S<strong>org</strong>o: Consentito. Negli USA sono stati messi a<br />

punto alimenti privi di glutine a base di s<strong>org</strong>o.<br />

Teff: Consentito. Ha un buon contenuto di ferro<br />

e fibre e un discreto contenuto di proteine e calcio.<br />

Avena: Vietato. Secondo le indicazioni del Ministero<br />

della Salute, l’avena è tollerata dalla maggior<br />

parte di chi soffre di celiachia. Non si può<br />

però escludere la contaminazione con glutine<br />

durante i processi di lavorazione. In caso di sensibilità<br />

al glutine è bene chiedere il parere del<br />

medico.<br />

Luigia Milano<br />

Infermiera professionista U.O. Soverato<br />

17


Consigli<br />

* * *<br />

L'ATTIVITA'<br />

FISICA NEL<br />

DIABETICO<br />

ANZIANO:<br />

INDICAZIONI<br />

E LIMITI<br />

I moderni indirizzi in campo<br />

diabetologico danno più spazio<br />

ai momenti educativi rispetto<br />

a quelli terapeutici<br />

classici per cui<br />

l'attività fisica ha assunto un<br />

valore preponderante nella terapia del diabete<br />

stesso.<br />

Tale concetto e' comunque già presente nella<br />

triade di Joslin e già nel 1926 Lawrence osservava<br />

l'effetto sinergico dell'attività fisica con l'insulina<br />

nel senso che la prima potenziava<br />

l'effetto della seconda.<br />

Il concetto di attività fisica,attività sportiva con<br />

gli anni ha avuto un grande sviluppo ed in Italia<br />

abbiamo molti esempi.<br />

Gli <strong>org</strong>anizzatori dei vari corsi residenziali per<br />

diabetici inseriscono l'attività fisica come parte<br />

del corso stesso. Già' da qualche anno Mariella<br />

Trovati studia il problema ma un impulso significativo,in<br />

tal senso, e'stato dato<br />

dall'A.N.I.A.D. e dagli studi di Gerardo Corigliano<br />

in campo specifico.<br />

Ma c'e' subito da precisare una differenza fondamentale:<br />

L'attività' fisica e' consigliata comunque nel diabetico<br />

di tipo due mentre e' più complesso nel<br />

diabetico insulinodipendente.<br />

Non e' come argomento di tale relazione affrontare<br />

tali differenze per cui si rimanda a testi<br />

specifici per approfondimenti.<br />

Ma in tutti questi lavori vi e' un limite molto comune:<br />

non viene presa coscienza del problema<br />

se si tratta di un diabetico anziano.<br />

L'attività fisica ,agonistica e non , assume molteplici<br />

aspetti nel giovane in quanto,oltre a sinergizzare<br />

l'azione dei farmaci , e' vita come<br />

raggiungimento di una propria "fitness" specie<br />

se si conseguono traguardi di tutto rispetto.<br />

In tal modo il diabetico riafferma se stesso e dimostra,<br />

a se e agli altri, di non essere inferiore<br />

e che può raggiungere gli obbiettivi che si e' prefisso,nonostante<br />

il diabete.<br />

Ma nell'anziano non e' certo così e le cose<br />

stanno in maniera molto diversa ed e' proprio<br />

tale diversità che deve indurre a studiare il problema<br />

rapportandolo all'età del paziente.<br />

Se si tiene conto che i diabetici anziani raggiungono<br />

il 60 % di tutti i diabetici ci si rende<br />

conto che le dimensioni del problema sono tutt'altro<br />

che trascurabili.<br />

Innanzitutto nell'anziano in genere e nel diabetico<br />

anziano in particolare non si deve parlare di<br />

attività sportiva ma solo di attività fisica per<br />

ovvi motivi che non riteniamo di dover approfondire.<br />

In secondo luogo dobbiamo chiederci come si<br />

pone il paziente di fronte al problema:<br />

Non trattandosi di attività sportiva non cercheremo<br />

neanche la realizzazione in questo campo<br />

e ,dalla nostra esperienza nessun anziano<br />

chiede all'attivita' fisica un obiettivo di rivalsa.<br />

Gli interessi dei pazienti della terza e della<br />

quarta età sono ben diversi e possiamo sintetizzarli<br />

cosi:<br />

-Affetto per il coniuge(se vivente)<br />

-Affetto per i figli e i nipoti<br />

-Affetto per se stessi(istinto di conservazione)<br />

In genere l'anziano accetta la vita giorno per<br />

giorno come un dono che si ripete ad ogni levar<br />

del sole e cerca di viverla nel miglior modo possibile<br />

con le persone che ama.<br />

Un primato sportivo non lo interessa proprio !.<br />

A ciò si aggiungano gli acciacchi propri dell'età<br />

e del diabete che potrebbero limitare l'attività'<br />

fisica o che potrebbero essere aggravati da una<br />

attività fisica non ben equilibrata.<br />

Nella nostra esperienza decennale abbiamo de-<br />

18


Consigli<br />

* * *<br />

L'ATTIVITA' FISICA NEL DIABETICO ANZIANO:<br />

INDICAZIONI E LIMITI<br />

dicato molto tempo e energie a studiare il diabetico<br />

anziano nel suo intimo e nella sua vita di<br />

relazione ed abbiamo anche esposto metodologie<br />

legate all'età e alle condizioni psicofisiche di<br />

questi pazienti giungendo a formulare un metodo<br />

di approccio e di valutazione che molto si<br />

differenzia da quello usato nel giovane e nell'adulto.<br />

Una differenza per tutte:<br />

il diabetico giovane si vergogna del suo stato e<br />

non ne parla, il diabetico anziano funge da<br />

cassa di risonanza con parenti ed amici diabetici<br />

per cui gli insegnamenti impartiti al singolo<br />

si riversano,a cascata, su molti altri con notevole<br />

effetto terapeutico globale.<br />

Affrontando il problema dell'attività fisica nel<br />

diabetico anziano bisogna, innanzitutto considerare<br />

che ,mai come in questa fascia di<br />

età,l'intervento deve essere estremamente personalizzato<br />

tenendo conto di alcuni parametri<br />

ben definiti e imprescindibili:<br />

-Età<br />

-condizioni dell'apparato locomotore<br />

-condizioni dell'apparato cardiovascolare<br />

-condizioni del sistema nervoso centrale e periferico<br />

-condizioni psichiche<br />

-altre patologie intercorrenti<br />

- motivazioni<br />

-ambiente in cui l'anziano vive e suoi riflessi<br />

nella vita di relazione.<br />

Ma affrontiamo uno dopo l'altro questi parametri.<br />

ETA'<br />

Le differenze anche di pochi anni ,specie se si<br />

supera la soglia dei 70 anni,fanno diminuire<br />

esponenzialmente le capacità fisiche dell'anziano.<br />

Sull'eta' c'e anche da dire che spesso l'età anagrafica<br />

non corrisponde alle capacità personali<br />

in quanto noi vediamo persone di 80 anni che<br />

ne dimostrano 60 e viceversa.<br />

Nel diabetico invece,sopratutto se la sua malattia<br />

data da oltre 10 anni,l'età anagrafica corrisponde<br />

alle capacità fisiche e questo<br />

livellamento di potenzialità forse e' dovuto alle<br />

complicanze a lungo termine del diabete stesso.<br />

E' piu' facile incontrare un uomo di 70 anni che<br />

ne dimostra 70 o più che viceversa.<br />

Ad ogni modo non ci sentiamo di consigliare attività<br />

fisica di un certo impegno a persone di età<br />

superiore a 75 anni.<br />

Invece le passeggiate sono consigliate a tutti e<br />

noi abbiamo trovato il modo di far compiere a<br />

tutti i diabetici anziani questo tipo di attività<br />

istituendo i corsi di educazione nel paese di residenza<br />

del paziente ottenendo tre obbiettivi:<br />

-affrancare il diabetico dal familiare che lo accompagna<br />

-farlo camminare fino al punto di incontro<br />

-valutare l'effettiva motivazione del paziente( essendo<br />

indipendente dagli altri può andarsene<br />

se lo desidera e se non ha una motivazione tale<br />

da farlo restare nella sede del corso).<br />

CONDIZIONI DELL'APPARATO LOCOMOTORE<br />

In questo punto,come nei successivi, dobbiamo<br />

affrontare il problema da due punti di vista:<br />

-Come la patologia influenza l'attività fisica<br />

-Come l'attività' fisica influenza la patologia.<br />

Nel caso dell'apparato locomotore la presenza<br />

costante di artrosi e di osteoporosi limita l'attività'<br />

fisica ma , d'altro canto, il movimento attiva<br />

i processi osteoblastici e migliora l'ipotrofia<br />

muscolare.<br />

CONDIZIONI DELL'APPARATO CARDIOVA-<br />

SCOLARE<br />

Le malattie più frequenti nel diabetico anziano<br />

sono:<br />

-Ipertensione<br />

-Miocardiosclerosi con aritmie(f.atriale,extrasistolia)<br />

-Cardiopatia ischemica<br />

-Ipertensione<br />

-Vasculopatie periferiche(fino all'amputazione).<br />

Escluso,ovviamente, il caso dell'amputazione le<br />

altre patologie consentono un moderato esercizio<br />

fisico che anzi e' raccomandato come terapia<br />

(la cosiddetta ginnastica vascolare).<br />

Anche in questo caso il punto di rottura tra l'effetto<br />

terapeutico ed il danno e' molto sottile e<br />

variabile da soggetto a soggetto.<br />

CONDIZIONI DEL SISTEMA NERVOSO CEN-<br />

TRALE E PERIFERICO<br />

Esclusi i pazienti con esiti di ictus cerebrale non<br />

vi sono particolari problemi per l'attività fisica<br />

se si eccettuano i casi di neuropatia sensitiva<br />

19


periferica,altamente dolorosa, di ulcere trofiche<br />

degli arti inferiori e di piede diabetico.<br />

In questi casi vi sono controindicazioni relative<br />

e/o assolute allo svolgimento di alcuni tipi di<br />

movimento.<br />

CONDIZIONI PSICHICHE<br />

La psiche gioca un ruolo fondamentale in<br />

quanto influenza direttamente le patologie presenti<br />

in modo completamente differente.<br />

Se il morale e' alto si tenderà a minimizzare gli<br />

acciacchi mentre se si e' depressi anche la malattia<br />

più banale getterà nello sconforto il paziente.<br />

E' come il classico esempio del bicchiere colmo<br />

a metà d'acqua:<br />

a seconda di chi lo<br />

osserva esso può<br />

esser mezzo vuoto o<br />

mezzo pieno.<br />

ALTRE PATOLOGIE<br />

INTERCORRENTI<br />

Il discorso va affrontato<br />

caso per caso<br />

vista la varietà di<br />

patologie intercorrenti<br />

e' molto ampia<br />

e non se ne può<br />

trattare in questa<br />

sede perché si correrebbe il rischio di lunghi ed<br />

inutili teoremi il cui intreccio rende ancora più<br />

problematica la soluzione.<br />

MOTIVAZIONE<br />

Molto vicina alla condizione psichica e' la molla<br />

che fa decidere o meno al paziente di praticare<br />

attività fisica in genere. Il paziente motivato<br />

viene stimolato e trova nella motivazione stessa<br />

gli spunti per caricarsi ed effettuare quanto richiesto.<br />

La motivazione allevia gli acciacchi e<br />

migliora la cenestesi, la sua mancanza ottiene<br />

l'obbiettivo opposto.<br />

AMBIENTE IN CUI IL PAZIENTE VIVE E OPERA<br />

Le condizioni ambientali influiscono sullo svolgimento<br />

di programmi di educazione fisica in<br />

quanto ne condizionano il tipo e il modo di gestirla.<br />

E' infatti impensabile consigliare passeg-<br />

Consigli<br />

* * *<br />

L'ATTIVITA' FISICA NEL DIABETICO ANZIANO :<br />

INDICAZIONI E LIMITI<br />

giate in montagna per chi abita in località marine<br />

o nuotate a chi opera in paesi ad alta<br />

quota. Inoltre lo stile di vita varia molto se l'economia<br />

della città di residenza e' prettamente rurale<br />

e invece industriale. Sarebbe infatti molto<br />

suggestivo per il vecchio contadino diabetico<br />

fare lo jogging o per il pensionato statale che<br />

abita nella grande città lunghe passeggiate in<br />

campagna a meno che non ci vada apposta. Ma<br />

allora avremmo stravolto uno dei concetti fondamentali<br />

dell'attività fisica dell'anziano:<br />

la facilità e la semplicità di esecuzione in assenza<br />

di supporti tecnologici non sempre reperibili<br />

con immediatezza.<br />

Esaminate tutte queste variabili si può procedere<br />

a stilare un<br />

programma di intervento<br />

che ,come si<br />

può ben vedere ,<br />

deve essere estremamente<br />

personalizzato<br />

in quanto non<br />

troveremo mai ,o<br />

quasi, due pazienti<br />

perfettamente sovrapponibili<br />

per condizione.<br />

Nella nostra trattazione<br />

non abbiamo<br />

considerato il tipo di<br />

diabete e se cioe' i<br />

pazienti sono trattati con insulina o ipoglicemizzanti<br />

orali.<br />

Tale differenza e' fondamentale e corretta nel<br />

giovane e nell'adulto nei quali si arriva a sforzi<br />

notevoli ed anche alla attività agonistica mentre<br />

nell'anziano il livello dell'esercizio fisico non assume<br />

valori tali da dover differenziarlo per tipo<br />

di diabete. In ogni caso invece bisogna stare<br />

molto attenti alle ipoglicemie che sono piu' pericolose<br />

che per il giovane perché intervengono<br />

in un <strong>org</strong>anismo in non perfette condizioni fisiche<br />

e perché , nel diabetico anziano, i segni premonitori<br />

dell'ipoglicemia spesso non sono<br />

avvertibili dal paziente a causa di alterazioni dei<br />

meccanismi di controregolazione per cui si può<br />

precipitare in coma senza acc<strong>org</strong>ersene.<br />

Tale evenienza e' già molto pericolosa da se<br />

stessa , figuriamoci se si tratta di un anziano<br />

malfermo sulle gambe ed in cima ad una scala.<br />

Ciò deve spingere ad una estrema attenzione<br />

20


Consigli<br />

* * *<br />

L'ATTIVITA' FISICA NEL DIABETICO ANZIANO :<br />

INDICAZIONI E LIMITI<br />

agli eventi ipoglicemici specie in corso di esercizio<br />

fisico. Ma l'esercizio fisico può anche essere<br />

effettuato nel corso della propria vita di<br />

tutti i giorni senza stravolgere abitudini ed usi<br />

ma utilizzandoli con il doppio scopo di svolgere<br />

le proprie mansioni e di fare " sport". Al contadino<br />

diabetico che ,nonostante l'eta',lavora nei<br />

campi non vi e' necessita' di consigliare alcuna<br />

attività particolare; al massimo si programmerà<br />

tale lavoro in modo da evitare cali della glicemia<br />

pericolosi. Il consigliare l'uso delle scale al posto<br />

dell'ascensore e di una salutare passeggiata<br />

dopo pranzo per ridurre l'iperglicemia postprandiale<br />

si rivela molto utile e non e' banale<br />

come sembra. Il segreto per motivare il paziente<br />

e' quello di partire dalle sue abitudini e dai suoi<br />

gusti per stimolarlo ad un programma di educazione<br />

fisica invece di elaborare teorie che mal<br />

si applicano al paziente stesso. Semplicità dunque<br />

che non deve far confondere con la banalità<br />

SPORTELLO DEL DIABETE:<br />

<strong>Diabaino</strong> Vip-Vip dello Stretto ONLUS FAND<br />

Gallico ASP n. 5 RC - PST GALLICO Lunedi, Martedì<br />

e Venerdi (10,00 - 12.00) Tel. 0965. 371093 -<br />

Tel./Fax. 0965. 371822 Mercoledì ( 18,30 - 20,30)<br />

presso Sede Uffici: Via P. Pellicano, 26/F Tel -<br />

Fax 0965. 21516 Tel. 0965. 883180<br />

www.diabaino-vip.it - www.diabaino.<strong>org</strong><br />

diabainovip@email.it - info@diabaino.<strong>org</strong><br />

Presidente: O.S. Gabriella Violi - cell. 338-<br />

3683012<br />

Responsabile Scientifico: Dott. Alessio Rosato Sede<br />

Legale: Via Umberto I, 100 89135 Gallico (RC)<br />

SPORTELLO DEL DIABETE: <strong>Diabaino</strong> Vip della<br />

Piana FAND Polistena ASP n. 5 RC - PST Polistena<br />

Martedi e Giovedì ore 9.30 - 11.30 Presso la<br />

sede di Gioia Tauro Martedi e Giovedì ore 17,00<br />

- 20,00 Sabato ore 9,30 - 11,30 Presidente: Ignazio<br />

Albo Cell. 3381896397 Responsabile Scientifico:<br />

Dott. Antonia Russo Sede Legale: Via<br />

Domenicani n° 40, Polistena (RC)<br />

<strong>Diabaino</strong> Acri FAND ACRI Sede Legale:<br />

Via Anna Frank n° 21 ACRI (CS) Presidente: Pasqualina<br />

Pisano cell. 3281569566 Resp. Scientifico:<br />

Dott. Achiropita Pucci<br />

Info <strong>Diabaino</strong><br />

in quanto venire incontro al paziente significa<br />

stabilire un rapporto di fiducia e di confidenza<br />

che non può che risultare estremamente vantaggioso<br />

nel management della malattia diabetica<br />

integrando con efficacia i vari aspetti<br />

terapeutici che consentiranno di giungere all'obbiettivo<br />

finale e cioè alla fitness intesa come<br />

benessere psichico oltre che fisico.<br />

In conclusione i principi dell'attività fisica per il<br />

diabetico anziano devono essere estrapolati dal<br />

paziente stesso inteso come soggetto del programma<br />

e non come oggetto consentendo un<br />

rapporto interattivo con l'educatore che dal feedback<br />

del proprio messaggio potrà indirizzare<br />

i propri sforzi nella direzione voluta dal diabetico<br />

e modificare il programma stesso alla luce<br />

degli input che riceverà.<br />

Giuseppe Pipicelli<br />

Medico Diabetico<br />

Diabelvedere Marittimo FAND Belvedere (CS)<br />

Sede Legale: Via F. Dini Palazzo Nastri Belvedere<br />

Presidente Antonio Monetta cell. 3479797792<br />

Resp. Scientifico Dott. Olga Misiti<br />

Hipponion <strong>Diabaino</strong> Vibo Valentia Sede Legale:<br />

Terravecchia inferiore, 228 89900 Vibo Valentia<br />

(VV) Presidente Giacinto Inzillo Tel. 357 9781001<br />

Fax. 0963 41239 Email: studiolegale.inzillo@tin.it<br />

Resp. Scientifico Dott. Mario Luciano<br />

Santa Famiglia <strong>Diabaino</strong> Catanzaro Sede Legale:via<br />

B. Musolino, 46 88100 Santa Maria (CZ)<br />

Presidente Valentina Carè - Cel. 338.346 3686<br />

Email: v.care@alice.it .<br />

Coordinamento FAND Calabria Responsabile<br />

D0tt. Mariantonella Ferraro Via P. Pellicano 26/F<br />

Reggio Calabria Tel/fax 0965/21516 cell.<br />

3894304076<br />

Contributi Volontari Liberatori intestati a: <strong>Diabaino</strong><br />

Vip-Vip dello Stretto ONLUS<br />

1. Banco Napoli S.P.A, Via Miraglia - 89100 Reggio<br />

Calabria<br />

IBAN IT63 D010 1016 3001 0000 0101 865<br />

2. Agenzia Postale Gallico (RC) c/c n. 22482889<br />

21


NEWS<br />

* * *<br />

Last News dal mondo Diabete<br />

Rischio coronarografico, calcolo più<br />

affidabile con l'HbA1c<br />

La più recente definizione di diabete, stabilita<br />

dall'American Diabetes Association (Ada) nel<br />

2010 - secondo cui, per porre la diagnosi, è necessario<br />

non solo il rilevamento di una glicemia<br />

a digiuno =/>126 mg/dl e/o di una glicemia da<br />

carico =/>200 mg/dl, ma anche la presenza di<br />

una concentrazione di HbA1c =/>6,5% - potrebbe<br />

portare, rispetto alla definizione Ada<br />

2009, a una migliore stratificazione del rischio<br />

cardiovascolare nei soggetti avviati ad angiografia<br />

coronarica. Lo rivela uno studio effettuato<br />

tra il 1997 e il 2000 dal<br />

team di Winfried März,<br />

dell'università di Graz<br />

(Austria), su 2.002 individui<br />

senza storia pregressa<br />

di diabete,<br />

sottoposti a coronarografia.<br />

I ricercatori hanno confrontato<br />

le caratteristiche<br />

basali cliniche e biochimiche<br />

dei partecipanti<br />

con i dati di mortalità<br />

raccolti su un follow-up<br />

di 7,7 anni. In totale, si è visto che 1.384 pazienti<br />

soddisfacevano i criteri per la diagnosi di<br />

diabete secondo la definizione Ada 2010.<br />

Complessivamente si sono registrati 202 decessi<br />

cardiovascolari. I soggetti con diabete di<br />

tipo 2 secondo la definizione Ada 2009 (n=468)<br />

hanno evidenziato una mortalità cardiovascolare<br />

e per tutte le cause significativamente maggiore<br />

rispetto sia ai non diabetici sia ai diabetici<br />

in base alla definizione Ada 2010. Inoltre, i soggetti<br />

con diabete di tipo 2 in base all'Ada 2010<br />

ma senza diabete secondo l'Ada 2009 (n=150)<br />

presentavano un maggiore rischio di morte cardiovascolare<br />

rispetto ai partecipanti senza diabete,<br />

con un hazard ratio (Hr) di 1,98.<br />

Tratto da Doctor33, 26 Settembre <strong>2011</strong> - Diabetes<br />

Care, <strong>2011</strong> Sep 12 - A cura di Guido Seu]<br />

Terapie anti-zuccheri non influiscono<br />

sulla memoria<br />

Il drastico abbassamento dello zucchero nel<br />

sangue dei diabetici più anziani con un trattamento<br />

aggressivo aumenta parte del volume cerebrale,<br />

ma non influisce sulla perdita della<br />

memoria. La scoperta arriva a corredo dell'ultimo<br />

grande studio americano sul diabete che<br />

ha mostrato che i trattamenti aggressivi a lungo<br />

termine che mirano a raggiungere un tasso di<br />

zucchero nel sangue normale non offrono altri<br />

benefici effetti. L'ampio studio ACCORD sui diabetici<br />

di tipo 2 è stato interrotto precocemente<br />

nel 2008, dopo aver registrato<br />

più decessi fra coloro<br />

che hanno seguito il<br />

trattamento intensivo rispetto<br />

a quelli curati in<br />

modo standard. Gli ultimi<br />

risultati raccolti si<br />

sono concentrati specificamente<br />

sugli effetti<br />

della gestione aggressiva<br />

del diabete sulla memoria<br />

per un gruppo di 3<br />

mila diabetici di tipo 2<br />

tra i 55 e gli 80 anni che<br />

avevano un grande rischio di malattie cardiache<br />

e alti livelli di glucosio nel sangue. Gli ultrasettantenni<br />

con diabete di tipo 2 hanno il doppio<br />

della probabilità, rispetto ai loro coetanei che<br />

non soffrono di questa patologia, di sviluppare<br />

problemi di memoria. Gli scienziati ritenevano<br />

che riportare la glicemia a livelli normali<br />

avrebbe rallentato questo processo. "Le persone<br />

con diabete di tipo 2 hanno un rischio molto più<br />

elevato di sviluppare demenza e perdita della<br />

memoria rispetto ai non diabetici", ha spiegato<br />

Jeff Williamson del Wake Forest Baptist Medical<br />

Center in North Carolina, che ha lavorato allo<br />

studio pubblicato sulla rivista Lancet. I volontari<br />

coinvolti nello studio hanno ricevuto il trattamento<br />

corrente oppure quello aggressivo, per<br />

abbassare il loro livello di emoglobina A1c da<br />

più del 7,5 per cento al normale 6 per cento.<br />

Dopo 40 mesi, il volume cerebrale delle persone<br />

nel gruppo intensivo era significativamente<br />

maggiore rispetto a quelli che avevano ricevuto<br />

22


NEWS<br />

* * *<br />

Last News dal mondo Diabete<br />

il trattamento standard. Ma lo studio non ha dimostrato<br />

alcun beneficio nel preservare la memoria.<br />

Secondo gli scienziati, non è chiaro se il<br />

maggior volume cerebrale potrebbe comportare<br />

un beneficio successivo, ma poiché il trattamento<br />

intensivo comporta maggiori rischi cardiaci,<br />

si tratta comunque di un trattamento non<br />

raccomandato. I diabetici di lungo corso, sempre<br />

secondo gli esperti, dovrebbero invece concentrarsi<br />

sulla dieta e l'esercizio fisico.<br />

[Agi Salute, Washington, 29 set. <strong>2011</strong> - A cura<br />

di Guido Seu]<br />

La depressione in età pediatrica predice<br />

il rischio di diabete<br />

La sintomatologia depressiva nel bambino e nell'adolescente<br />

predice la progressione dell'insulinoresistenza,<br />

indipendentemente dalle<br />

modificazioni dell'Indice di massa corporea<br />

(Bmi). Occorrono pertanto ricerche per stabilire<br />

se un intervento antidepressivo precoce nel ragazzo<br />

possa ridurre il rischio di un futuro sviluppo<br />

di insulino-resistenza e di diabete di tipo<br />

2. L'ipotesi è avanzata da un team dei National<br />

Institutes of Health di Bethesda - guidato da<br />

Lauren B. Shomaker - che ha compiuto uno<br />

studio su un campione di 115 bambini (di età<br />

compresa tra i 5 e i 13 anni) non in trattamento<br />

ma a rischio di obesità in età adulta, valutati al<br />

basale e, nuovamente, circa 6 anni più tardi.<br />

I sintomi depressivi sono stati riferiti autonomamente<br />

dai ragazzi mediante la Children depression<br />

inventory al basale, mentre<br />

l'insulino-resistenza è stata misurata sia alla<br />

basale sia al follow-up tramite calcolo dell'indice<br />

Homa-Ir. È risultato che i sintomi depressivi dei<br />

bambini costituivano fattori predittivi significativi<br />

dei valori - rilevati al follow-up - di Homa-Ir,<br />

insulinemia e glicemia a digiuno in modelli di<br />

calcolo che tenevano in considerazione Homa-<br />

Ir e valori di insulinemia e glicemia al basale,<br />

sesso, etnia, età al basale, Bmi al baseline e sua<br />

modificazione al follow-up, anamnesi familiare<br />

per diabete di tipo 2.<br />

366 milioni di diabetici nel mondo<br />

Lisbona, 13 set. - Sono 366 milioni i diabetici<br />

nel mondo, 4,6 milioni le morti causate da quest'epidemia<br />

che costerà ai sistemi sanitari 465<br />

miliardi di dollari stimati per il <strong>2011</strong>. Emerge<br />

un trend in allarmante crescita dai numeri presentati<br />

dall'International Diabetes Federation<br />

(Idf) al 47esimo congresso della Società europea<br />

per lo studio del diabete (Easd), che si apre oggi<br />

a Lisbona. Dati alla mano, gli esperti hanno voluto<br />

richiamare l'attenzione della comunità internazionale<br />

a una settimana dal summit delle<br />

Nazioni Unite dedicato alle malattie non trasmissibili:<br />

tumori, patologie cardiovascolari, respiratorie<br />

e, appunto, il diabete. La Federazione<br />

internazionale e la società scientifica europea rivolgono<br />

il loro appello ai Governi, sollecitandoli<br />

a mettere in atto interventi concreti e fissare<br />

obiettivi 'misurabili'. In cima alla lista delle richieste,<br />

l'aumento dei fondi destinati alla ricerca.<br />

Quello che si terrà a New York il 19 e il 20<br />

settembre è il secondo summit all'Onu con un<br />

tema di salute come unico punto in agenda e gli<br />

specialisti si aspettano dai leader politici internazionali<br />

lo stesso impegno profuso nella lotta<br />

all'Hiv e all'Aids dal meeting del 2001. "L'avanzamento<br />

delle conoscenze attuali - affermano il<br />

presidente dell'Idf, Jean Claude Mbanya, e il vicepresidente<br />

dell'Easd, Andrew Boulton - porterà<br />

alcuni miglioramenti nella cura e nella<br />

prevenzione delle malattie non trasmissibili, ma<br />

un'accelerazione della ricerca è essenziale se vogliamo<br />

davvero sconfiggere queste patologie". I<br />

dati della quinta edizione dell'Atlante del diabete,<br />

avvertono i due esperti, "sottolineano<br />

senza alcun dubbio che il diabete è una sfida<br />

globale che i Governi non possono permettersi<br />

ulteriormente di ignorare. Il trend è quello di<br />

un'epidemia in crescita".Nel <strong>2011</strong>, prosegue<br />

Mbanya, "muore di diabete una persona ogni<br />

sette secondi. Per i leader internazionali la sveglia<br />

è suonata: ci aspettiamo azioni concrete che<br />

possano arrestare l'attuale traiettoria".<br />

(Dall'inviata dell’Adnkronos Salute Adelisa Maio)<br />

23


Aiutaci ad aiutare<br />

Basta<br />

un piccolo<br />

gesto<br />

DEVOLVI IL 5 per mille<br />

NELLA DICHIARAZIONE DEI REDDITI <strong>2011</strong><br />

Puoi farlo con:<br />

il Modello Cud 2008 (consegnato dal datore di lavoro)<br />

Modello 730/ 1-bis redditi 2009<br />

Modello Unico 2010<br />

FIRMA E INSERISCI IL NOSTRO CODICE FISCALE<br />

9 2 0 2 9 1 8 0 8 0 6<br />

Nel riquadro “sostegno del volontariato, delle <strong>org</strong>anizzazioni non lucrative di utilità<br />

sociale, delle associazioni di promozione sociale, delle associazioni e fondazioni”<br />

Grazie dalle api operaie della <strong>Diabaino</strong> Vip-Vip dello Stretto<br />

P.S.: Nella speranza che la burocrazia non vada a rilento, quando saremo informati dagli<br />

<strong>org</strong>ani composti dell’entità globale delle risorse raccolte, sarà nostra cura dare notizia<br />

sul loro impiego<br />

Per ulteriori informazioni contattaci:<br />

Tel. 3383683012 - 3894304076<br />

Sede uffici:<br />

via P. Pellicano 26/f - Reggio Calabria<br />

Tel/Fax 096521516<br />

www.diabaino.<strong>org</strong> - e-mail: info@diabaino.<strong>org</strong>

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