SESTRIERE life

Prima che lo sci diventasse sport gli uomini delle gelide steppe siberiane calzavano “speciali”
attrezzi sotto i piedi. Erano alcuni pezzi delle canoe di legno utilizzati come sci primitivi.
Before the ski was invented men from the frozen Siberian Steppes wore “special” equipment beneath
their feet. They were pieces of wooden canoe used as a primitive type of ski.
STORIA DELLO SCI
Dalle canoe
ai primi sci
Come ci si muoveva sulla neve ottomila anni fa
priamente sci. Tra la fine del Settecento e l’inizio
dell’Ottocento, da mezzo di locomozione,
gli ski divennero attrezzi per le competizioni e
il divertimento. In Italia questo sport fu introdotto
da Adolfo e Paolo Kind, padre e figlio ingenieri
con fabbrica di stoppini per candele a
Torino. Era il 1896 . I Kind si fecero arrivare
dalla Svizzera due paia di Ski e li provarono al
parco del Valentino. Poi coinvolgendo altri temerari.
E via sulle colline e valli alpine circostanti
alla capitale del Regno d’Italia.
L’evoluzione dello sci è rivive in una mostra
“Legno Metallo e Plastica” a Sestriere dal 22 al
27 marzo 2010 presso l’Ufficio Turistico di Sestriere,
organizzata da Amedeo Macagno e
Carlo Schenone. “Tra gli sci della mia collezione
– spiega Macagno - ci sono quelli usati
nel 1932 da Piero Ghiglione, noto pioniere
dello sci italiano per un’escursione al Gruppo
Oetzthal, nell’ Arlberg austriaco. In puro legno
di betulla finlandese hanno lamine ad attacchi
in puro alluminio. Attrezzi leggerissimi, non superiori
a 3,5 kg: il “top” per lo scialpinista anni
30. Ma nei primi anni del 1900, ai piedi degli
ardimentosi sciatori non c’erano modelli come
questo. Venivano usati attrezzi molto meno
“sofisticati” e leggeri. I prezzi erano comunque
proibitivi. Pensate che nel periodo antecedente
alla Prima guerra mondiale un paio di
sci in frassino ( il legno meno caro) costava
circa 20 lire. Quelli di Hichory ( legno più pregiato)
anche 80 lire. Significava poco meno di
un’automobile.
Negli anni Trenta tutto cambia. Arrivano i Balilla
sciatori e il fascismo contribuisce al primo
grande boom di questo sport che, come lo
stessa dittatura, diventa un passatempo popolare.
Non più riservato ad una elite di benestanti.
La fabbriche italiane di ski aumentano e
i costi si abbassano. Nascono le prime stazioni
sciistiche, e i primi campioni di questo
“nuovo” sport invadono le copertine dei giornali.
Anche Benito Mussolini viene immortalato
mentre “cammina” con gli sci. Già dalla
metà degli anni Trenta vengono venduti i primi
sci stratificati ( costruiti con vari legni). La maggior
parte degli attrezzi vengono comunque
ancora forgiati con listoni di frassino. Dopo la
seconda guerra mondiale vengono importati
dagli Stati Uniti i primi sci metallici, fatti di due
strati di alluminio legati intorno ad un nucleo
SCIVOLARE SULLA NEVE - Ottomila anni fa,
molto prima che lo sci diventasse sport, gli uomini
delle gelide steppe siberiane calzavano
“speciali” attrezzi sotto i piedi. Ha dell’ incredibile
ma i primi “ski” erano alcuni pezzi
delle canoe in legno che venivano utilizzate per
navigare laghi e paludi durante i periodi meno
rigidi. In seguito, come dimostra la prima raffigurazione
di un uomo sugli sci, dipinta cinquemila
anni or sono sull’ isola norvegese di
Rodoy, tali pezzi di canoa divennero più prodi
legno compensato molto sottile. Il primo fu
l’Head. Negli anni Sessanta, oltre al legno, vengono
usate anche le fibre plastiche. Il primo ad
applicare fibre di vetro fu Jacopo Linussio, della
Lamborghini sci di Tolmezzo. Da qui in avanti
i materiali usati per la costruzione degli sci si
chiamano fiberglass e poliuretano. Accompagnano
quest’evoluzione, scarponi, bastoncini,
giacca a vento, tute e pantaloni. Le giacche da
quelle in loden e tweed dei pionieri, diventano
sintetiche. Siamo arrivati ai giorni nostri dove,
oltre ai materiali, sono cambiate anche le
forme e le misure degli sci, costruiti con il titanio,
il carbonio il Rohacell ecc. Unica “consolazione”
per i nostalgici è l’anima dello sci ( o
anche di più). In alcuni modelli rimane e rimarrà
sempre in legno”. (a.m.)
ENGLISH VERSION
History of skiing
FROM CANOES TO THE FIRST SKIS
How we got about on the snow 80.000
years ago.
SLIDING ON THE SNOW - Eighty thousand
years ago a long time before skiing became a
sport, men from the frozen Siberian Steppes
used “special” pieces of equipment beneath
their feet. It seems incredible, but the first
“skis” were pieces of wood resembling a
canoe which were used for navigating across
lakes and marshes during the less severe periods.
Subsequently, as depicted in the first images
of a man on skis painted five thousand years
ago, on the Norwegian island of Rodoy, such
pieces of canoe eventually became skis.
Between the end of the 1700s and the early
1800s, thanks to the availability of the train,
skis were put to use for competitions and
sport. In Italy this sport was introduced by
Adolfo and Paolo Kind, father and son, both
engineers who owned a factory making candle
wicks in Turin. That was in 1896.
The Kinds organised the transportation from
Switzerland of two pairs of skis and they
tested them in the Valentino park. Then others
became involved and took to the hills and
the alpine valleys surrounding the capital of
the of the Kingdom of Italy. The evolution of
the ski can be seen in an exhibition “Wood,
Metal and Plastic” on display in Sestriere between
22nd and 27th March 2010 at the
Tourist Office and organised by Amedeo
Macagno and Carlo Schenone. “Amongst the
skis in my collection” – explained Macagno, “
there are those used in 1932 by Piero Ghilione,
a notable pioneer of Italian skiing, for an excursion
to the Oetzthal mountains in the Austrian
Arlberg. In pure Finnish Birch, both the
edges and the bindings are of pure aluminium.
The fixtures are very light, not more than
3.5Kg – the “tops” for the alpine skier of the
1930s. But in the first years of the 1900s our
arduous skiers didn’t have this type of ski on
their feet. They were using far less light and
sophisticated marks. The prices were,
nonetheless, prohibitive. To think that in the
period just before the first world war, a pair of
skis made from ash (the cheapest of wood)
cost about 20 lire. Those of hickory (walnut),
(the most valuable of woods) cost about 80
lire. That meant just a little less than a car!
In the 1930s all that changed. The Balilla skiers
arrived and along with fascism contributed to
the big boom in this sport which, like the dictatorship,
became a popular pastime. No
longer reserved for the elite and well to do.
The Italian ski factories grew and the prices
dropped. The first ski resorts opened and the
first champions in this “new” sport invaded the
front pages of newspapers. And Benito Mussolini
became immortalised as he “walked” on
skis. Already by the mid 1930s the first stratified
skis were sold (constructed of various
lengths). The major part of the equipment,
however was still made of ash. After the second
world war, imported from the USA, came
the first metal skis made of two sheets of aluminium
attached around a nucleus of thin plywood.
The first was Head. In the 1960s along
with wood, plastic fibre was also used.
The first to use fibreglass was Jacopo Linussio
of Lamborghini Ski of Tolmezzo. From this
point on the materials used for the construction
of skis became fibreglass and
polyurethane. Accompanying this evolution,
boots, poles, wind jackets, suits and trousers.
The jackets of loden and tweed of the pioneers,
became synthetic. Today, apart from
the materials, the shape and length of skis has
also changed, some now made from titanium,
carbon, Rohacell etc. The only “consolation”
for the nostalgic is the very soul of the ski (or
maybe more). In some marks wood still remains
and always will.
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