Nadalini Emanuele - Le Famiglie della Visitazione

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CONCLUSIONI Dopo aver visto la figura di Ignazio e l’influenza giocata dalla sua autorità sulla Chiesa antica abbiamo dato uno sguardo sulla concezione di martirio per la Scrittura, per Israele, per la stessa Chiesa. Abbiamo poi analizzato le lettere nella loro dimensione letteraria trovando i contenuti e le strutture di ciascuna di esse; i temi più insistenti (Dio, cristologia, pneumatologia, ecclesiologia, concetto di vita, unità, ministerialità) sono stati poi analizzati più nel dettaglio per cercarne il succo e per riproporlo in maniera sintetica; circa Dio Ignazio ne mostra la sua attenzione verso i cristiani evidenziando la categoria del Padre, non solo del Signore nostro Gesù Cristo, ma anche di tutti i fedeli che a buon diritto possono chiamarsi, in Cristo, figli di Dio; sulla cristologia abbiamo visto come l’approccio del Vescovo Antiocheno sia stato, dal punto di vista dogmatico, chiaro e in un certo senso profetico e anticipatore dei grandi Concili della Chiesa nei secoli IV e V; lo Spirito Santo è il vincolo della permanenza non solo nell’ortodossia, ma anche nell’ortoprassi, cioè nel mantenimento della comunione reciproca e con la Chiesa tutta specchio dell’unione del Padre e del Figlio e dello Spirito; il concetto di vita che Ignazio sviluppa è di importanza fondamentale in quanto gli permette di inquadrare la figura del Cristo non solo nel piano dogmatico ma anche in quello vitale perché Lui, via, verità è anche la nostra vita e per Lui è possibile morire poichè la morte stessa è ormai relativa all’unica priorità essenziale che è Cristo – vita; luogo unico dove la salvezza si compie è la Chiesa, la cui unità è ancora una volta specchio dell’unione trinitaria; a questo punto diventa chiaro come l’unità sia dunque il valore primario da difendere, in quanto innestata nella visione di fede del cristiano uno in Cristo Gesù; ed ecco infine, quale segno di questa unità, sono posti i ministri della Chiesa, veri e propri sacramenti della presenza di Dio. Ecco finalmente il martirio e le sue determinazioni; il suo carattere sacrificale lo pone in strettissima relazione con la Chiesa e le sue celebrazioni eucaristiche (memoriale della Passione del Signore); è realizzazione perfetta del discepolato in quanto comunione piena con quello che il Maestro ha vissuto; il carattere sacrificale lo lega in particolar modo all’eucaristia, farmaco dell’immortalità che permette al discepolo di partecipare alla resurrezione del Signore; risulta evidente che tale partecipazione può avvenire solo in comunione con le sofferenze del Cristo, perchè il cristiano agisce e vive nella passione e resurrezione di Gesù e di fatto trova se stesso in accordo con essi; ecco infine il martirio come via di imitazione del Maestro, nel senso pienamente neotestamentario di conformazione a Cristo e di risposta obbediente alla volontà del Padre. 36

BIBLIOGRAFIA DOSSETTI G., La parola e il silenzio: discorsi e scritti 1986 – 1995, a cura della PICCOLA FAMIGLIA DELL’ANNUNZIATA, Il Mulino, Bologna 1997. DROBNER H. R., Patrologia (Lehrbuch der Patrologie, Verlag Herder, Freiburg – Basel – Wein 1994), Piemme, Casale Monferrato, 2 2002. KASPER. W., Gesù il Cristo (Jesus der Christus, Matthias – Grünewald – Verlag, Mainz 1974), [BTC 23], Brescia 9 2001. NERI U., Ignazio di Antiochia [Catechesi di Monteveglio 5], EDB, Bologna 1994. QUACQUARELLI A., I Padri Apostolici [Collana di Testi Patristici 5], Città Nuova, Roma 1976. SCHOEDEL W. R., Ignatius of Antioch, a commentary on the Letters of Ignatius of Antioch, Fortress Press, Philadelphia 1985. SERRAZANETTI P., «Una nota ignaziana: ANTIPSYKON» in Forma Futuri, studi in onore del Card. Michele Pellegrino, Bottega di Erasmo, Torino 1975. STRATHMANN H., «Martys» in Grande Lessico del Nuovo Testamento (vol. VI), ed. it. a cura di F. MONTAGNIN, G. SCARPAT, O. SOFFRITTI, Paideia, Brescia 1970. ZAÑARTU S., El concepto di Zoe en Ignacio de Antioqua, eapsa, Madrid 1977. 37

CONCLUSIONI<br />

Dopo aver visto la figura di Ignazio e l’influenza giocata dalla sua autorità sulla Chiesa antica<br />

abbiamo dato uno sguardo sulla concezione di martirio per la Scrittura, per Israele, per la stessa<br />

Chiesa.<br />

Abbiamo poi analizzato le lettere nella loro dimensione letteraria trovando i contenuti e le strutture<br />

di ciascuna di esse; i temi più insistenti (Dio, cristologia, pneumatologia, ecclesiologia, concetto di<br />

vita, unità, ministerialità) sono stati poi analizzati più nel dettaglio per cercarne il succo e per<br />

riproporlo in maniera sintetica; circa Dio Ignazio ne mostra la sua attenzione verso i cristiani<br />

evidenziando la categoria del Padre, non solo del Signore nostro Gesù Cristo, ma anche di tutti i<br />

fedeli che a buon diritto possono chiamarsi, in Cristo, figli di Dio; sulla cristologia abbiamo visto<br />

come l’approccio del Vescovo Antiocheno sia stato, dal punto di vista dogmatico, chiaro e in un<br />

certo senso profetico e anticipatore dei grandi Concili <strong>della</strong> Chiesa nei secoli IV e V; lo Spirito<br />

Santo è il vincolo <strong>della</strong> permanenza non solo nell’ortodossia, ma anche nell’ortoprassi, cioè nel<br />

mantenimento <strong>della</strong> comunione reciproca e con la Chiesa tutta specchio dell’unione del Padre e del<br />

Figlio e dello Spirito; il concetto di vita che Ignazio sviluppa è di importanza fondamentale in<br />

quanto gli permette di inquadrare la figura del Cristo non solo nel piano dogmatico ma anche in<br />

quello vitale perché Lui, via, verità è anche la nostra vita e per Lui è possibile morire poichè la<br />

morte stessa è ormai relativa all’unica priorità essenziale che è Cristo – vita; luogo unico dove la<br />

salvezza si compie è la Chiesa, la cui unità è ancora una volta specchio dell’unione trinitaria; a<br />

questo punto diventa chiaro come l’unità sia dunque il valore primario da difendere, in quanto<br />

innestata nella visione di fede del cristiano uno in Cristo Gesù; ed ecco infine, quale segno di questa<br />

unità, sono posti i ministri <strong>della</strong> Chiesa, veri e propri sacramenti <strong>della</strong> presenza di Dio.<br />

Ecco finalmente il martirio e le sue determinazioni; il suo carattere sacrificale lo pone in strettissima<br />

relazione con la Chiesa e le sue celebrazioni eucaristiche (memoriale <strong>della</strong> Passione del Signore); è<br />

realizzazione perfetta del discepolato in quanto comunione piena con quello che il Maestro ha<br />

vissuto; il carattere sacrificale lo lega in particolar modo all’eucaristia, farmaco dell’immortalità che<br />

permette al discepolo di partecipare alla resurrezione del Signore; risulta evidente che tale<br />

partecipazione può avvenire solo in comunione con le sofferenze del Cristo, perchè il cristiano<br />

agisce e vive nella passione e resurrezione di Gesù e di fatto trova se stesso in accordo con essi;<br />

ecco infine il martirio come via di imitazione del Maestro, nel senso pienamente neotestamentario<br />

di conformazione a Cristo e di risposta obbediente alla volontà del Padre.<br />

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