VelocitÃ o Sicurezza - Magirus

Innovation in IT Distribution 

Technology, Services & Solutions 

Magirus Magazine 

Accordi 

Magirus conclude il primo accordo di distribuzione 

pan-EMEA con Embotics 

confronTo con il TrAde 

Cloud Computing. Urge trovare nuovi interlocutori tra i clienti 

di Loris Frezzato direttore responsabile di Partners 

forMAZione 

Importanti novità nel catalogo corsi VMware 

di Cristina Campominosi 

www.magirus.it 

MAGirUS dc focUS 

coMpUTe 

VirTUAliSATion 

STorAGe 

SecUre neTworkinG 

SerViZi

Pubblicazione quadrimestrale 

registrata presso il Tribunale di 

Milano il 24 gennaio 2006 n. 31. 

Tutti i diritti di proprietà letteraria 

e artistica sono riservati. 

Tutto il materiale ricevuto e non 

richiesto (testi, disegni, fotografie) 

anche se non pubblicato 

non sarà restituito. 

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Magirus Magazine 

Numero 15.2012 Gennaio 

direttore responsabile 

Giovanna Benvenuti – Quorum PR Agency 

redazione 

marketing.it@magirus.com 

Giornalisti e collaboratori 

Loris Frezzato – direttore responsabile di 

Partners 

segnidisegni.it segnid 

direzione Marketing e pubblicità 

Monica Bernabei – Mktg Mng 

Magirus Italia 

Grafica e impaginazione 

Agenzia CAMP Marketing-Service GmbH 

editore e redazione 

Magirus Italia S.p.A. 

Via Gozzano, 14 

20092 Cinisello Balsamo (MI) 

Telefono +39 02 618604.4 

Fax +39 02 618604.5

cloud e canale: sono due parole che possono convivere? 

Da quando, ormai anni fa, le tecnologie di 

virtualizzazione hanno fatto da abilitatore 

al “nuovo” mercato del Cloud si è accesa 

una serie di dibattiti importanti sul ruolo 

del canale in un ambiente dominato dalla 

nuvole. 

Qualcuno, per la verità più di uno, ha 

velocemente disegnato scenari di mercato 

in cui tutto è “ridotto” ad una serie di 

servizi venduti solo dai grandi dominatori 

planetari del Cloud: Google, Amazon . 

. . decretando la fine dei “rivenditori di 

hardware”. 

Chi vuole in qualche modo rassicurare 

sostiene che magari non accadrà immediatamente 

nel nostro mercato italiano; ma 

prima o poi arriverà anche da noi. 

C’è invece chi mantiene una visione più 

tradizionalista, scettica sulla penetrazione 

che una tecnologia del genere può avere 

nel nostro paese: “il Cloud non è fatto 

per gli italiani!! Noi preferiamo avere il 

contatto diretto”. In Italia gli IT manager 

continueranno a preferire la proprietà 

dell’infrastruttura, magari virtualizzata, 

magari pronta per il Private Cloud, ma 

non accetteranno mai di mettere i propri 

dati strategici in un punto indefinito a 

piacere dell’universo. I rivenditori quindi 

continueranno a fare il mestiere che fanno 

oggi vendendo nuove tecnologie, ma 

sempre in una ottica di vendita di infrastruttura. 

Quale delle due parti abbia ragione è 

difficile dirlo, ma di una cosa siamo certi: 

l’unico modo per essere pronti a reagire 

a qualunque direzione il mercato vorrà 

prendere è quello di comprendere e conoscere 

le nuove tecnologie, cosa queste 

possono concretamente offrire, rimanere 

comunque ed in ogni caso aggiornati. 

Nessuno può prevedere con certezza 

l’evoluzione delle tecnologie ed il loro 

successo, ma la cosa più sbagliata è ignorare 

un trend nella convinzione che questo 

prima o poi si esaurirà. 

E’ il nostro mestiere quello di mettere a 

disposizione del canale tutti gli elementi 

che possano aiutarlo a comprendere e 

valutare le nuove opportunità che il mercato 

offre. E visto che siamo persone che 

“toccano” il field tutti i giorni, dobbiamo 

sempre proporre qualche cosa di concreto 

e non semplici concetti astratti. 

In questa ottica abbiamo recentemente 

aggiunto alla nostra offerta un ulteriore 

tassello che vuole permettere al canale di 

conoscere ed offrire ai propri clienti il 

prodotto che sono abituati da sempre a 

vendere, ovvero una infrastruttura di Data 

Center, ma nella vera e pura essenza del 

Cloud. Cioè proporre al cliente la possibilità 

di attivare in pochi minuti un Data 

Center Virtuale dotato di tutto ciò che la 

tecnologia offre oggi in termini di flessibilità, 

sicurezza e ottimizzazione. 

E’ di pochi mesi fa l’accordo europeo che 

Magirus ha siglato con Colt per la rivendita, 

attraverso il Canale, di IaaS (Infrastructure 

as a Service). Un accordo importante, 

non solo per i contenuti tecnologici che 

rappresentano una delle espressioni più 

avanzate di quanto le nuove tecnologie 

possano offrire, ma soprattutto perché il 

Vendor in questione, in questo caso un 

provider, ha valutato che la via migliore 

per veicolare questo tipo di servizio sia 

proprio il Canale. Ed ha scelto un distributore 

che opera con dei rivenditori che 

rappresentano l’eccellenza italiana nella 

proposta di infrastruttura e quindi in 

grado di comprendere e proporre ai loro 

clienti i reali benefici di questo tipo di 

offerta. 

In un momento in cui chiunque ha la possibilità 

di acquistare spazi dischi, server 

virtuali, servizi di BackUp direttamente 

sul web da provider più o meno noti, noi 

forniamo ai nostri rivenditori la possibilità 

di fare propria l’offerta di Cloud, di 

personalizzarla integrando i propri servizi, 

la propria gestione e sviluppare quel rapporto 

di fiducia che in questi anni hanno 

creato con il loro cliente. 

Andrea Massari 

Country Manager 

Magirus Italia 

EDITorIaLE 

andrea.massari@magirus.com 

Non entro nel dettaglio tecnico della 

nostra nuova offerta invitandovi agli 

approfondimenti delle prossime pagine 

ma vorrei caldamente invitare tutti a 

valutare attentamente questa nuova 

opportunità. Riteniamo di poter dare 

al canale una reale opportunità di evoluzione 

nel nuovo mercato. 

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4 

DC FoCUS 

SecUre neTworkinG 

La virtualizzazione è ormai una concreta 

realtà. Un nuovo paradigma tecnologico 

che ha convinto aziende di ogni forma e 

dimensione per la sua strategica capacità 

di abbattere i costi di gestione delle tradizionali 

infrastrutture IT aumentando al 

contempo la facilità, la rapidità e l’efficacia 

della gestione. Proprio la sua diffusione su 

vasta scala sta ora però ponendo di fronte 

a nuove e decisive sfide i responsabili dei 

sistemi informativi. La virtualizzazione 

dei server impone infatti alle aziende un 

modo completamente nuovo di pensare 

all’infrastruttura IT, in tutti i suoi aspetti 

più importanti, a partire dalla sicurezza. 

Su questo fronte, Juniper Networks ha da 

tempo mosso i suoi passi con l’acquisizione 

di Altor Networks, società specializzata 

proprio in sicurezza di reti virtuali. 

Un tema di grande attualità sul quale i 

reseller, cuore pulsante del go to market di 

Juniper Networks, hanno l’opportunità di 

costruire importanti opportunità di business 

a valore presentandosi alle aziende 

come affidabili consulenti dotati delle più 

aggiornate competenze. 

La sicurezza della virtualizzazione dei 

server infatti non può più essere garantita 

soltanto attraverso la creazione di zone 

di sicurezza fisica per le diverse classi di 

macchine virtuali sui server host. I professionisti 

della sicurezza delle reti si trovano 

oggi sempre più a fronteggiare problemi 

di security dei server di virtualizzazione 

dovuta alla mancanza di visibilità nel 

comportamento della macchina virtuale 

e nell’impossibilità di applicare policy, 

perché le porte di rete che collegano le 

VM sono entità astratte all’interno degli 

hypervisor che girano su host fisici. 

Tendenze 

la security al servizio delle reti virtuali, 

un’opportunità per il canale 

Da uno studio condotto su professionisti 

IT da Juniper Networks e dal suo partner 

di sicurezza virtuale Altor Networks al 

VMworld 2010, è emerso che il 70 per 

cento degli intervistati sta consolidando 

diversi carichi di lavoro per le VM sui 

medesimi host, aumentando così il proprio 

profilo di rischio. Un altro 55 per 

cento di questi intervistati ha dichiarato 

che sulle loro reti si ha l’aggiunta o l’eliminazione 

di VM più volte al giorno, 

incrementando così il rischio di un errore 

umano. 

Ciò crea una situazione in cui i server 

che sono a più alto rischio, in particolare 

quelli connessi a Internet, potrebbero 

contagiare quelli che non sono connessi a 

Internet e che rappresentano asset di alto 

valore. Tali server devono essere isolati gli 

uni dagli altri per ragioni di sicurezza, ma 

anche di conformità. 

I fornitori, come detto, si stanno muovendo 

rapidamente per affrontare questi 

problemi. Negli ultimi due anni, Juniper 

Networks ha sviluppato una stretta partnership 

con Altor Networks per il business 

dei firewall. Nell’ottica di un’offerta 

sempre più completa al servizio di questa 

nuova idea di rete, Juniper Networks ha 

dunque recentemente annunciato la prima 

soluzione sul mercato che protegge in 

modo scalabile ambienti di rete fisici e 

virtuali, grazie all’integrazione del nuovo 

Juniper Networks vGW Virtual Gateway 

con i Service Gateway Srx Series. Questa 

soluzione rappresenta il primo risultato 

dell’acquisizione di Altor da parte di Juniper 

Networks (avvenuta a dicembre 2010) 

che proseguirà con una strategia a più fasi 

per combinare prodotti best-in-class per 

ambienti di rete fisici e virtuali e fornire 

un approccio completo e automatizzato 

per la sicurezza dei data center. 

Nelle aziende la sicurezza e la fiducia 

sono le preoccupazioni principali quando 

si parla di adottare la tecnologia cloud. La 

soluzione integrata di Juniper permette 

di avere un’architettura aziendale sicura 

attraverso l’isolamento delle macchine 

virtuali e la visibilità del traffico nei layer 

delle virtual machine. L’approccio differenziato 

garantisce una sicurezza completa 

e assicura che diverse macchine virtuali in 

un ambiente virtualizzato restino sicure e 

isolate. Inoltre, il nuovo Juniper Networks 

vGW Virtual Gateway aiuta i security 

manager a semplificare la compliance per 

le policy corporate e le normative. 

«Ci inseriamo nell’hypervisor, sotto e 

all’interno del sistema operativo, dove 

non solo possiamo mettere in sicurezza i 

pacchetti inviati e provenienti da una macchina 

virtuale, ma possiamo anche avere 

una completa visibilità di quello che sta 

accadendo in tale VM - ha spiegato Giulio 

Barki, responsabile della Corporate and 

Government Division in Juniper Networks 

in Italia, Grecia, Cipro e Malta -. Possiamo 

vedere quale connessione di rete usa 

una VM, come vengono assegnate le porte 

e com’è configurata la rete. Ma anche 

ispezionare le applicazioni e i servizi che 

sono installati all’interno della macchina 

virtuale. Siamo anche in grado di applicare 

una policy di sicurezza a tali macchine 

virtuali. Anche se si tratta di un unico host 

fisico con una serie di server virtuali che vi 

girano come elementi software, siamo in 

grado di esportarli, facendo le stesse cose 

che Juniper Srx fa nell’ambiente fisico».

Velocità o Sicurezza ? 

La scelta tra sicurezza e velocità è obbligata. 

Ma utilizzare apparati differenti per gestire più 

servizi può facilmente causare il rallentamento 

delle applicazioni. Qual’è la giusta risposta? 

Velocità e sicurezza in un’unica piattaforma.

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DC FoCUS 


il software datacore SAnsymphony-V 

gestisce automaticamente la capienza 

in base ai livelli prestazionali dei dischi, 

senza la necessità di interventi da parte 

dell’amministratore 

Con la vera e propria esplosione della 

quantità dei dati da gestire registrata negli 

ultimi anni, i costi dello storage sono cresciuti 

vertiginosamente. Affrontare questo 

problema con le tecniche tradizionali non 

dà i risultati sperati, anche perché al crescere 

degli investimenti corrisponde anche 

un problema di efficienza generale. A 

seconda della tecnologia adottata cambia 

la tipologia di carico di lavoro che può 

essere gestita al meglio. Lo storage utilizza 

infatti supporti molto diversi per costi e 

prestazioni: i tradizionali dischi fissi con 

interfaccia SATA garantiscono economicità 

e grande capienza, ma le prestazioni 

sono modeste; quelli con connessione SAS 

migliorano le prestazioni, aumentando 

però i costi; e in cima alla piramide si trovano 

i dischi allo Stato Solido (SSD), che 

a fronte di prestazioni inarrivabili per le 

altre tecnologie, richiede un investimento 

economico molto elevato, spesso sproporzionato 

rispetto alle esigenze. 

Tendenze 

Storage più efficiente e veloce 

con l’autotiering di datacore 

A risolvere il problema della gestione di 

questo mix è arrivata la virtualizzazione 

dello storage, area in cui DataCore, 

con il suo sistema SANsymphony-V, è 

leader indiscusso. Una console di gestione 

centralizzata e un’interfaccia utente intuitiva 

permettono di gestire con semplicità 

tutto lo storage sottostante, rendendolo 

indipendente dall’hardware ed eliminando 

i vincoli che spesso vengono posti dai fornitori 

nell’espansione e nella crescita dei 

loro sistemi. Questi limiti, che spesso si 

traducono in costi ingiustificabili, finiscono 

in molti casi per rallentare o bloccare 

del tutto i progetti di virtualizzazione di 

server e desktop all’interno delle aziende. 

L’ultima evoluzione di SANsymphony- 

V, che lo ha trasformato in un vero e 

proprio hypervisor per lo storage, è stata 

l’introduzione del tiering automatizzato, 

ovvero la capacità di gestire la capienza 

in base al livello prestazionale dei sistemi 

utilizzati senza che l’amministratore 

debba definirlo manualmente per ciascuna 

unità a disco, come di solito avviene. 

L’auto-tiering suddivide i dischi e i sistemi 

in livelli e analizza il comportamento 

dell’input/output dei dati, determinando 

la frequenza d’uso dei diversi blocchi per 

poi spostarli dinamicamente sul dispositivo 

o sul livello di storage della categoria 

più adatta. SANsymphony-V “promuo- 

ve” automaticamente i blocchi utilizzati 

più frequentemente al livello più veloce, 

mentre i blocchi utilizzati con frequenza 

minore vengono “retrocessi” al livello più 

lento. Tutto il resto sta nel mezzo. 

Ovviamente possono esserci delle eccezioni, 

specialmente quando bisogna assegnare 

dello storage ad alte prestazioni a volumi 

utilizzati raramente, magari per le elaborazioni 

di fine trimestre. In questi casi, si 

possono assegnare volumi specifici (dischi 

virtuali) a un livello predefinito, oppure 

definire una “affinità” con un particolare 

livello. Solo quando quel livello è completamente 

esaurito verrà utilizzato un livello 

inferiore. 

Oggi lo storage rappresenta il singolo 

costo più elevato dell’intera infrastruttura 

IT ed è l’elemento più critico in assoluto 

per le prestazioni complessive degli 

ambienti virtuali. Per questo una gestione 

intelligente dell’allocazione dello spazio su 

disco è fondamentale. La funzionalità di 

tiering automatico dello storage integrata 

in DataCore SANsymphony-V aiuta a 

sfruttare al meglio questi preziosi asset. 

Info: 

marco.frigerio@datacore.com 

Mob. 3475342150, www.datacore.com

La virtualizzazione e il cloud computing stanno trasformando 

l’ambiente IT. Il cloud computing sfrutta la virtualizzazione per 

favorire la nascita di un modello più scalabile e flessibile per la 

distribuzione dei servizi IT. Di conseguenza, le imprese potranno 

contare su un ambiente IT più agile ed efficiente in grado di soddisfare 

meglio le esigenze aziendali. 

La riduzione dei costi tramite il consolidamento del server e di altre 

infrastrutture è stato il fattore determinante alla base della rapida 

adozione della virtualizzazione. Grazie alla virtualizzazione, le 

aziende non devono più limitarsi al tradizionale rapporto di 1:1:1 

tra server, sistemi operativi e applicazioni. La separazione delle 

applicazioni dall’infrastruttura, consente al reparto IT di trasformare 

l’infrastruttura sottoutilizzata in un gruppo di risorse di calcolo 

elastico, resiliente e protetto, reso disponibile agli utenti on demand. 

Le organizzazioni IT globali hanno rapidamente deciso di adottare 

la virtualizzazione per ottenere vantaggi economici. Sostituendo 

le risorse IT fisiche con le risorse virtuali, riescono a risparmiare 

fino al 60% sulle spese di capitale nei data center. Secondo 

IDC, negli ultimi anni la virtualizzazione dei server si è imposta 

come standard negli ambienti di data center, con un incremento 

nel numero di macchine virtuali implementate che nel 2009 superava 

i server fisici consegnati. 

Una piattaforma di virtualizzazione con funzionalità di gestione 

incorporate, quali alta disponibilità, bilanciamento del carico automatico 

e tolleranza agli errori, riduce la complessità dell’infrastruttura. 

Grazie all’automazione e alla facilità di gestione integrata, 

elimina numerose attività di gestione manuali, riducendo drasticamente 

i costi operativi dell’ambiente IT. La riduzione dei costi 

è comunque solo uno dei numerosi vantaggi della virtualizzazione. 

realizzazione di tutti i vantaggi della virtualizzazione e del 

cloud computing attraverso la gestione 

Un’infrastruttura virtuale ottimizzata con funzionalità avanzate 

di gestione offre vantaggi ancora più significativi, in quanto consente 

ai team IT di passare al cloud computing e di rispondere 

tempestivamente alle esigenze aziendali, riducendo al contempo 

le spese operative. Molte organizzazioni IT con implementazioni 

di virtualizzazione ormai mature riferiscono anche come il conseguimento 

di sicurezza e conformità normativa, standard del 

settore e best practice IT siano più semplici da soddisfare. In precedenza, 

sicurezza e conformità venivano considerate i principali 

fattori critici per il passaggio al cloud computing, come rivela un 

sondaggio del 2010 tra i Chief Information Officer. 

Se le aziende decidono di passare senza timore al cloud computing 

e adottare il modello di distribuzione IT-as-a-Service, 

devono necessariamente ridefinire l’approccio alla gestione delle 

tecnologie informatiche. Le soluzioni VMware® di gestione della 

virtualizzazione e del cloud aumentano la flessibilità IT e l’agilità 

aziendale. Garantiscono la visibilità e le funzionalità di gestione 

proattiva che liberano risorse IT che possono tralasciare le attività 

di manutenzione per dedicarsi all’innovazione. Consentono alle 

Tendenze 

VMware vcenter operations automatizza la gestione 

delle operazioni: la trasformazione dell’iT è in atto 

aziende di semplificare l’implementazione di un’infrastruttura 

altamente automatizzata e virtualizzata che funga da base per 

progetti di cloud computing privato o ibrido. 

I nuovi requisiti mettono in discussione il tradizionale 

approccio alla gestione 

DC FoCUS 


La virtualizzazione consente di risparmiare sui costi dell’infrastruttura 

senza modificare gli strumenti e i processi di gestione 

IT. Tuttavia, per passare a un modello di cloud completo, le 

aziende devono riesaminare il proprio approccio alla gestione 

dell’IT e capire in che modo sfruttare per intero il potenziale della 

piattaforma di virtualizzazione e le funzioni intelligenti di gestione 

delle policy. In particolare, occorre che le aziende affrontino le 

sfide della gestione IT che nascono dalle seguenti problematiche: 

Cambiamenti più rapidi negli ambienti IT: in un ambiente 

virtualizzato, il reparto IT aziendale deve gestire un maggior 

numero di cambiamenti. Anche la loro rapidità è maggiore 

in un ambiente virtualizzato rispetto a un ambiente fisico. Le 

capacità dei tradizionali set di strumenti di gestione vengono 

messe a dura prova per riuscire a fornire visibilità e controllo 

sull’intera infrastruttura IT. 

Un nuovo modello di distribuzione dell’infrastruttura e dei 

servizi IT: la virtualizzazione consente al reparto IT di trasformare 

l’infrastruttura sottoutilizzata in un set risorse di 

calcolo on demand. A differenza dei sistemi dedicati dislocati 

negli ambienti fisici, le risorse virtuali vengono condivise tra 

più carichi di lavoro e spostate secondo le esigenze. I portali 

di provisioning in self-service, progettati per offrire agli utenti 

finali l’accesso diretto ai sistemi virtualizzati, accrescono le problematiche 

di gestione in quanto le macchine virtuali vengono 

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DC FoCUS 


– Segue 

aggiunte di pari passo con la crescita 

della domanda dell’azienda, richiedendo 

l’applicazione automatizzata delle 

policy IT per evitare fenomeni di proliferazione. 

Domanda di applicazioni e qualità del 

servizio in crescita: il modello Softwareas-a-Service 

(SaaS) ha quasi azzerato i 

confini tra le applicazioni di proprietà 

dell’IT aziendale e dei service provider. 

La distribuzione SaaS ha anche 

amplificato il problema della respon- 

Tendenze 

sabilità rispetto alla qualità del servizio 

dell’applicazione. Inoltre, smartphone, 

tablet e applicazioni on demand hanno 

aumentato le aspettative circa una più 

rapida distribuzione dei servizi da parte 

dei team IT. Le nuove applicazioni e i 

nuovi servizi che hanno determinato 

un aumento del numero di macchine 

virtuali in esecuzione, richiedono al personale 

IT un incremento di produttività 

attraverso livelli più elevati di standardizzazione 

e automazione. 

VMware permette di adottare un modello 

di cloud in grado di soddisfare esigenze 

aziendali specifiche. L’approccio di 

VMware è incentrato sulla distribuzione 

del cosiddetto “Your Cloud”, ossia un 

percorso specifico verso il modello di 

cloud computing che meglio si allinea alle 

esigenze di ciascuna azienda. L’ambiente 

Your Cloud accelera l’IT, che a sua volta 

velocizza l’acquisizione di risultati significativi 

per l’azienda. 

PROMOZIONE PER I CLIENTI: 25-‐VM LICENZE GRATUITE DI VMware vCenter Operations Management Su 

L’ACQUISTO DI vSphere 5 or vSphere 4 Essentials plus, or Essentials Plus for Retail and Branch Office Kit 

OFFERTA VALIDA FINO AL 15 DICEMBRE. PER MAGGIORI INFO 

http://www.vmware.com/it/landing_pages/vcenter-‐operations-‐special-‐offer.html

– Segue 

Suite e servizi di gestione dell’iT di VMware 

VMware offre tre distinte suite di soluzioni di gestione dell’IT, fra 

loro compatibili, supportate da servizi professionali. 

VMware vCenter Operations Management Suite 

Questa soluzione integrata per la gestione di prestazioni, capacità 

e configurazione che sfrutta la visione dettagliata delle caratteristiche 

prestazionali e di ottimizzazione di vSphere. Tra le funzionalità 

figurano capacità analitiche brevettate che unificano i 

dati delle prestazioni e accelerano i tempi di risoluzione; funzioni 

automatizzate di analisi delle capacità per identificare le macchine 

virtuali sovradimensionate e ridimensionare le risorse dell’infrastruttura; 

provisioning automatizzato e analisi della configurazione 

per garantire la conformità dell’attività IT alle best practice 

operative, policy di sicurezza e requisiti di conformità normativa. 

VMware vFabric Application Management Suite 

Questa suite progettata ad hoc per l’uso in ambienti virtuali e di 

cloud computing prevede funzionalità di provisioning e monitoraggio 

delle applicazioni a ciclo chiuso che consentono una cooperazione 

più stretta ed efficace tra team di sviluppo e operativi. 

Integrata con vFabric Spring Tool Suite, si basa su una struttura 

estensibile di standard aperti e include funzioni di ricerca automatica, 

controllo intelligente e monitoraggio, avvisi e controllo 

basati su policy. 

VMware IT Business Management Suite 

Un unico punto per monitorare in tempo reale costi, servizi misurazioni 

e gestione dei servizi, nonché governance dei fornitori. Le 

funzionalità di questa suite includono modellazione e correlazione 

delle strutture di costo, provisioning dei servizi, misurazione 

del livello di servizio, assistenza e governance dei fornitori. Prevede 

applicazioni e processi semplificati specifici per la natura dinamica 

del cloud computing; schede di valutazione bilanciate per 

Tendenze 

ottimizzare le decisioni su costi, servizi e fornitori e benchmark 

per confrontare le metriche del proprio cloud rispetto agli altri. 

VMware vcenter operations 

DC FoCUS 


VMware offre soluzioni di gestione collaudate per infrastruttura 

e operazioni, applicazioni cloud, end-user computing e gestione 

aziendale dell’IT che aumentano l’agilità sulla base degli investimenti 

preesistenti. Tali soluzioni ottimizzano l’efficienza operativa, 

semplificano la gestione e consentono di distribuire l’IT come servizio 

- il tutto mantenendo comunque il controllo sull’ambiente IT. 

VMware vCenter Operations automatizza la gestione delle operazioni, 

estendendo il ritorno sugli investimenti in virtualizzazione 

e gettando le basi per la realizzazione del cloud privato. VMware 

vCenter Operations ricorre a funzionalità analitiche e visualizzazioni 

brevettate per rilevare dal nascere i problemi di prestazioni 

e le relative cause, ottimizzare l’utilizzo delle risorse e garantire la 

conformità delle configurazioni. 

VMware vCenter Operations garantisce: 

Automazione intelligente. Funzioni analitiche brevettate 

estendono l’analisi all’intero stack IT per automatizzare i processi 

manuali al fine di garantire massima efficienza e agilità. 

Visibilità completa. Viste dettagliate su problemi e rischi relativi 

a prestazioni, capacità e configurazione offrono visibilità 

completa sull’infrastruttura dinamica e sulle applicazioni per 

una rapida risoluzione delle criticità. 

Gestione proattiva. Un approccio integrato all’automazione 

delle operazioni permette al reparto IT di soddisfare aspettative 

crescenti circa i livelli di servizio e affrontare la rapidità dei 

cambiamenti con un maggiore dinamismo e assicurando prestazioni 

ottimali. 

Edizioni di VCenter Operations 

vCenter Operations Standard è rivolto ad ambienti vSphere 

(fino a 1.500 macchine virtuali per istanza di vCenter Server) e 

fornisce funzionalità analitiche delle prestazioni, monitoraggio 

in tempo reale delle metriche di capacità e degli eventi di modifica 

della configurazione. 

vCenter Operations Advanced è rivolto ad ambienti vSphere 

(fino a 1.500 VM) e fornisce funzionalità aggiuntive di analisi, 

ottimizzazione e pianificazione delle capacità. 

vCenter Operations Enterprise è rivolto ad ambienti misti 

con risorse fisiche e virtuali eterogenee di qualsiasi dimensione. 

Mediante l’impiego di adattatori, vengono fornite funzionalità 

aggiuntive di gestione della configurazione e della conformità. 

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DC FoCUS 


Tendenze 

finalmente disponibile Veeam backup & replication V6 

la nuova versione offre importanti miglioramenti per la protezione 

dei dati VMware 

Veeam Software, innovativo fornitore di soluzioni per la protezione 

dei dati, il disaster recovery e la gestione di ambienti e 

datacenter virtualizzati con VMware, annuncia la disponibilità 

di Veeam Backup & Replication V6. Il nuovo software offre 

importanti miglioramenti e rappresenta una soluzione unica per 

una protezione dei dati veloce, efficiente, affidabile e accessibile 

in ambienti multi-hypervisor, compresi VMware vSphere e Windows 

Server Hyper-V. Grazie a Veeam, gli utenti possono ora 

proteggere tutte le macchine virtuali con un solo prodotto, da una 

sola console, minimizzando i costi e la complessità. 

Più di 25.000 utenti in tutto il mondo fanno affidamento su 

Veeam Backup & Replication per proteggere le applicazioni e i 

workload virtualizzati VMware. La nuova versione v6 include i 

miglioramenti più richiesti, tra i quali: 

Scalabilità enterprise: ottimizza l’implementazione e la manutenzione 

di remote office/branch office (ROBO) e delle grandi 

installazioni; 

Performance migliorata: la nuova architettura distribuita e le 

ottimizzazioni WAN garantiscono il miglioramento delle performance, 

specialmente nei siti remoti; 

Replica avanzata: accelera di 10 volte la funzionalità di replica, 

semplifica il failover e fornisce failback reale con allineamento 

incrementale; 

1-Click File Restore: estensione dell’attuale file-level recovery 

tramite ripristino web based delegato, direttamente sulla macchina 

virtuale originale (VM) senza richiedere una connessione 

di rete diretta o tramite agente. 

“Molti miglioramenti della nuova release sono stati inclusi come 

risultato del feedback diretto degli utenti, che utilizzano la soluzione 

ogni giorno: la loro partecipazione alla community è molto 

importante e garantisce un impegno costante da parte nostra per 

migliorare il prodotto. Veeam Backup & Replication ha all’attivo 

la protezione di più di 2 milioni di macchine virtuali e rappresenta 

quindi la soluzione backup numero uno sul mercato. Con 

l’annuncio della nuova versione stiamo ulteriormente estendendo 

la nostra leadership nel mercato backup per le virtual machine”, 

afferma Ratmir Timashev, Presidente e CEO di Veeam Software. 

Prezzi e disponibilità Veeam Backup & Replication v6 è disponibile 

a partire da 795 € per socket per l’Enterprise Edition e da 

530 € per la Standard Edition. Il 1° febbraio 2012 il prezzo salirà 

a 910 € per socket per l’Enterprise Edition e a 580 € per la Standard 

Edition. La tariffa è la stessa sia per VMware sia per Hyper- 

V, inoltre gli utenti possono scambiare gratuitamente le licenze 

tra hypervisor. 

Per maggiori informazioni o per scaricare la versione prova gratuita, 

visitare il sito: 

http://www.veeam.com/vmware-esx-backup.html?ad=pr2. 

Per maggiori informazioni su Windows Server Hyper-V e 

Microsoft Hyper-V Server, consultare il sito internet: 

http://vee.am/v6hyperv. 

È possibile richiedere una demo live per conoscere il 

funzionamento della versione 6 presso: 

http://www.veeam.com/register_for_a_live_demo.html 

Communities & Social Networks: 

http://www.veeam.com/communities.html?ad=menu 

News RSS: http://feeds.feedburner.com/VeeamNews 

Veeam Software 

Veeam Software, partner Elite di VMware Technology Alliance, 

sviluppa soluzioni innovative per la gestione degli ambienti 

VMware vSphere. La tecnologia Veeam vPower garantisce la 

massima protezione dei dati in ambienti virtuali ed è alla base del 

software Veeam Backup & Replication, la soluzione più efficace 

per il backup VMware. Veeam ONE unisce in un unico 

prodotto le più avanzate funzionalità di configurazione, gestione 

e ottimizzazione degli ambienti VMware: Veeam Reporter 

(per la produzione di report, il capacity planning, la gestione 

dei cambiamenti e il chargeback), Veeam Business View (per 

la segmentazione dell’ambiente VMware secondo una logica di 

business) e un’ampia gamma di opzioni per il monitoraggio delle 

performance, tra cui nworks Management Pack per Microsoft 

System Center, nworks Smart Plug-in per HP Operations 

Manager e Veeam Monitor. 

Per maggiori informazioni su Veeam Software: 

www.veeam.com

12 

DC FoCUS 


Virtualizzazione efficiente e soluzioni 

di cloud management per aprire i servizi 

di consulenza cloud alle piccole e 

medie aziende 

Magirus ha siglato un accordo di distribuzione 

pan-europea con Embotics, azienda 

canadese leader nelle soluzioni software 

di management per la virtualizzazione e il 

private cloud computing. 

L’accordo con Magirus è il primo siglato 

da Embotics in Europa e permetterà ai 

6.000 rivenditori di Magirus di accedere a 

Embotics V-Commander, una soluzione 

per il management della virtualizzazione e 

del private cloud computing disegnata per 

soddisfare le esigenze di installazioni dalle 

250 macchine virtuali in su. 

La soluzione di Embotics costituisce per 

i rivenditori di Magirus una interessante 

opportunità per vendere servizi di consulenza, 

aiutare le aziende a gestire al meglio 

i propri server virtuali e ad attuare in 

modo efficiente il passaggio verso il private 

cloud. 

Uno dei principali benefici di Embotics 

V-Commander è la sua estrema semplicità. 

L’interfaccia può essere installata e 

configurata in 15 minuti e consente all’utilizzatore 

di creare le macchine virtuali e 

gestire il flusso di richieste e approvazioni 

end-to-end, garantendo una costante analisi 

dei carichi e dei costi. V-Commander 

permette inoltre di ottimizzare le risorse 

di private cloud offrendo una visione a 

360° su tutto l’ambiente virtualizzato, 

eliminando la proliferazione incontrollata 

dei server, assicurando efficienza operativa, 

risparmi e ottimizzazione delle risorse. 

V-Commander, ad esempio, ha permesso 

ad un CIO di scoprire che su una mac- 

Accordi 

Magirus conclude il primo accordo 

di distribuzione pan-eMeA con embotics 

china virtuale erano stati allocati 32 Gb di 

RAM mentre ne erano utilizzati di fatto 

solo l’1%, e ha consentito di intervenire 

rapidamente liberando risorse preziose. 

“L’arrivo di Embotics nel nostro portafoglio 

permette ai nostri partner e ai loro 

clienti di migrare da ambienti virtualizzati 

ad ambienti di private cloud” sottolinea 

Christian Magirus, Chief Operating Officer 

di Magirus “I suoi prodotti aprono 

nuove opportunità di business ai rivenditori 

che potranno offrire servizi di consulenza 

e sviluppare ulteriormente la loro 

attività di consulenti per il private cloud 

computing.” 

“Magirus ha tutte le caratteristiche che 

cercavamo” ha dichiarato Jay Litkey, 

CEO di Embiotics. “E’ stata la nostra 

scelta naturale come primo distributore 

Europeo, data la sua capacità di copertura 

geografica e la sua competenza nel marcato 

dei data centre e dei servizi per il cloud 

computing. C’è una grande opportunità 

per i rivenditori europei di approcciare le 

aziende con ambienti virtualizzati di piccole 

e medie dimensioni e offrire loro servizi 

di consulenza, attuando un completo 

assessment dell’ambiente virtuale, della 

sua struttura, delle risorse, e per poter 

definire le caratteristiche del processo di 

migrazione verso il private cloud. Il ROI 

può essere misurato nel giro di poche settimane.” 

Magirus ed Embotics lanceranno una 

campagna di marketing congiunta e sono 

previsti numerosi workshop indirizzati ai 

rivenditori. Inoltre, Embotics ha intenzione 

di dotarsi di una adeguata struttura di 

supporto pre e post -vendita e di technical 

architect. 

informazioni su embotics 

Embotics Corporation offre soluzioni per 

il virtualization management e la private 

cloud automation che assicurano il più 

veloce time-to-value nel mercato. Centinaia 

di aziende nel mondo utilizzano 

V-Commander per ridurre la complessità, 

monitorare ottimizzare e automatizzare i 

propri data centre dinamici. Embotics ha 

il proprio quartier generale a Ottawa, in 

Canada, con uffici negli Stati Uniti e in 

EMEA, e dispone di un network globale 

di partner in pieno sviluppo. Per ulteriori 

informazioni : www.embotics.com.

cloud computing. 

Urge trovare nuovi interlocutori tra i clienti 

Magirus si confronta con Cisco e VCE sulle opportunità 

nel proporre soluzioni basate su cloud. Insieme a 

Dedanext e alla neonata SinThera, in rappresentanza 

del canale, all’unanimità si mira a una figura di Cio 

più integrata nel board aziendale 

Non è facile parlare di cloud alle imprese italiane tra 

digital divide, difficoltà a trovare i giusti interlocutori 

in azienda e rischio di non vedere valorizzate le proprie 

competenze. Sembra un compito arduo quello 

che il canale italiano si trova oggi ad affrontare, con la 

necessità, da una parte, di preparare le infrastrutture 

dei propri clienti per il futuro, che si prevede in veloce 

evoluzione verso il cloud computing, e le difficoltà a 

trovare un nuovo linguaggio che tocchi le corde più 

sensibili del top management dei loro clienti. Ma questa 

è la strada che ha scelto chi vuole proporsi come 

solutore delle esigenze dei propri clienti, offrendo 

progetti per lo sviluppo del business e non semplicemente 

vendere prodotti. Una strada che da tempo 

Dedanext, NB Factory e ItView percorrono, e che 

oggi si trovano a disegnarne il percorso in occasione 

di un incontro organizzato da Magirus in collaborazione 

con Cisco e VCE. 

ConFronTo Con IL TraDE 

Si tratta di terze parti abituate a fare delle competenze 

interne il vero valore da proporre al mercato, al quale 

presentarsi con una logica di gruppo, convinti che una 

massa critica adeguata e una complementarietà degli 

skill possa rispondere al meglio alle esigenze che oggi 

i clienti evidenziano. 

La bolognese Dedanext, infatti, è parte del network di 

Dedagroup, il Gruppo che si compone di una decina 

di aziende in tutt’Italia, e NB Factory di Udine e l’emiliana 

ItView si sono unite, proprio in questi giorni, 

insieme a OmniWay di Padova, per creare una nuova 

realtà che prende il nome di SinThera. 

«Già da più di due anni le tre 

singole aziende collaboravano 

con una condivisione delle strategie 

– dice Alessandro Gatti, di 

ItView, che nella nuova realtà 

sarà direttore commerciale -, 

quindi per noi è stato naturale 

pensare a una fusione. Le competenze 

sono orientate all’ambito 

dell’infrastruttura tecnologica, 

con ItView che porta in dote le specializzazioni in 

chairman 

loriS freZZATo 

direttore responsabile 

di partners 

13

14 


delivery delle applicazioni dei desktop, Nb Factory nel 

networking e virtualizzazione del back end, mentre 

OmniWay aggiunge competenze in area storage». 

«La nostra modalità di approccio 

al cliente è sempre stata quella 

di ascoltare le esigenze, dalle 

quali nasce poi la proposizione 

in linea con le risoluzioni delle 

problematiche evidenziate – fa 

eco Luca Turco, di NB Factory, 

anch’esso direttore commerciale 

nella neonata SinThera -, con la 

volontà di instaurare un rapporto 

di lungo termine che vada al di là della semplice fornitura. 

Attualmente ai clienti stiamo parlando molto 

di cloud, anche se nel Nord-Est, dove maggiormente 

operiamo, il tema si scontra con il problema del digital 

divide. Abbiamo, infatti, interi distretti industriali 

dove parlare di Hdsl è quasi utopistico, figuriamoci 

come possiamo proporre servizi di data center. 

Ovviamente troviamo qualcuno che comunque presta 

attenzione al private cloud, e per questo motivo stiamo 

cercando di ottenere le più importanti certificazioni 

in merito, proprio perché vogliamo posizionarci come 

interlocutori preferenziali per quando, tra qualche 

anno, il cloud sarà più pervasivo anche nel nostro territorio». 

Sarà una coincidenza, ma 2 anni 

fa iniziavano a collaborare le 3 

aziende di SinThera per proporsi 

con un’offerta completa di infrastruttura, 

e nello stesso tempo 

nasceva VCE. A sottolinearlo 

è Paolo Battimiello, vPartner 

manager Semea di VCE: «Si 

uniscono i partner, e nello stesso 

tempo lo fanno i vendor, seguendo 

un percorso evolutivo parallelo in risposta alle 

esigenze che il mercato evidenzia. Per questo nasce 

VCE, dalla decisione di Cisco, VMware ed Emc di 

condividere competenze e ambiti di specializzazione 

come quelle dei 3 dealer che oggi formano SinThera. 

Un segnale che se anche l’Italia, nel suo complesso, è 

forse in ritardo nell’adozione delle tecnologie, i nostri 

operatori, invece, sono assolutamente al passo con le 

evoluzioni e le esigenze del mercato, a volte addirittura 

anticipandole». 

La genesi di VCE è storia recente, e nasce dall’attività 

di Acadia, una società di servizi che doveva creare 

una struttura trasversale di professionisti sui servizi 

che facilitassero l’adozione di un Vblock prendendo 

le componenti da Emc, VMware e Cisco. Nel 2010 

tale offerta è stata presentata al mercato come una 

vera e propria offerta di prodotto, trasformando 

Acadia, dedita ai servizi, in VCE, orientata al prodotto. 

«E subito dopo si è inaugurata la filiale italiana 

– continua Battimiello -. La strategia commerciale è 

fortemente orientata all’indiretta, e a oggi siamo già 

all’80% del coinvolgimento del canale, con l’obiettivo 

di spingerci fino al 95%. In Europa, poi, il modello è 

quello two-tier, con l’intermediazione del distributore 

che, per ora, è solo Magirus. Questo perché vogliamo 

concentrarci nella parte di sviluppo della piattaforma 

e quella di orchestration, e poi perché si è visto che 

Magirus poteva interfacciarsi con i rivenditori molto 

meglio di noi, più velocemente e in maniera molto più 

efficace». 

In effetti Magirus è molto addentro 

nell’offerta VCE, ricoprendo 

il doppio ruolo di fornitore e 

distributore. «Noi fungiamo da 

collettori di queste 3 tecnologie 

e utilizziamo il nostro centro 

logistico di Strasburgo anche per 

venire incontro all’integrazione 

stessa del Vblock – spiega Andrea 

Massari, country manager di 

Magirus Italia -, in modo da fornire supporto tecnico 

e logistico a VCE per quanto riguarda la produzione 

del prodotto. Un ruolo che le competenze acquisite in

tutti questi anni dal rapporto con Cisco, VMware e con 

Emc, ci predispongono in maniera naturale». 

E l’offerta VCE può avere una collocazione anche 

in un momento di crisi come quello attuale, con un 

prodotto che ben si presta alla colonizzazione di 

mercati emergenti, come quelli dell’Est europeo, che 

non hanno un retroterra tecnologico. Ma non solo. 

«La crisi c’è e si sente – continua Battimiello -, ma in 

certi versi le necessità imposte dal momento economico 

incerto possono facilitare l’approccio al private 

cloud. L’esigenza di tagliare i costi pur mantenendo 

alte le performance dei servizi spinge, infatti, a cercare 

qualcosa di nuovo e a capire se il private cloud può 

soddisfare tali esigenze o, addirittura, migliorarle. 

Un’esigenza mostrata sia dai grandi clienti sia dalla 

media industria, la quale verrà presto coperta con il 

nuovo Vblock 100». 

«Per Cisco, VCE rappresenta 

la coagulazione concreta, fisica, 

di una visione tecnologica che 

concentra in un unico prodotto 

un alto livello di proposizione, di 

integrazione e di certificazione a 

garanzia dell’utente – interviene 

Massimo Fasoli, data center sales 

leader di Cisco -. Il fatto che un 

sistema sia disponibile con performance 

già certificate, va proprio nella direzione di 

consentire al canale di dedicarsi al cliente con un’offerta 

di soluzioni e di servizi. Oggi, per esempio, la 

mobilità è tra i primi posti tra le priorità dei Cio, il che 

comporta un utilizzo delle soluzioni in grande libertà 

e semplicità, pur senza fare scomparire le complessità 

di un sistema It. Complessità che sono trasparenti 

all’utilizzatore, che vanno trasferite a chi deve gestire 

il servizio, il quale può solo beneficiare dell’esistenza 

di elementi di automazione, senza i quali avrebbe 

un enorme incremento dei costi. E in un approccio di 

questo tipo, VCE si colloca perfettamente, togliendo la 

complessità e consentendo al canale di offrire e valorizzare 

tutte le proprie competenze che stanno intorno 

a questo prodotto, vale a dire la capacità di capire le 

effettive esigenze del cliente, disegnando un’architettura 

e vestirla con una soluzione». 

Ma l’importante è sapere mettere tali competenze 

sul tavolo giusto, mentre spesso i dealer si devono 

confrontare con dei Cio che non hanno voce nelle 

strategie di sviluppo della loro azienda, ma che ancora 

continuano a misurarsi con i budget, sempre più 

assottigliati, affidatigli dal top management. 


«Il vero problema, infatti, è che 

deve cambiare il concetto che fa 

considerare alle aziende l’It come 

un costo e non come un investimento 

per fare business – interviene 

Maurizio Lenzi, vice presidente 

delegato di Dedanext -. Se 

si continua a ragionare in termini 

di costi, si rischia di avere a che 

fare unicamente con progetti 

di piccoli cabotaggio, dove il Cio è unicamente una 

figura operativa, una sorta di “capo officina”, mentre 

dovrebbe sedere al tavolo decisionale dell’azienda, per 

esprimere come la tecnologia può essere un elemento 

abilitante per lo sviluppo del business dell’azienda 

stessa. Allora sì che si può parlare di cloud e di sviluppo 

di business. Un cambiamento, questo, che servirebbe 

a trovare nuove dinamiche interlocutorie affinchè 

lo sviluppo aziendale dia una spinta e contributo alla 

crescita dell’intero Sistema Italia». 

Intanto, in attesa che cambi la cultura aziendale nei 

confronti delle tecnologie, i fornitori si devono, 

comunque, predisporre a proporsi con soluzioni atte 

allo sviluppo del business dei clienti. Sia i dealer sia i 

distributori stessi. 

«Già da diversi anni Magirus si è strutturata per 

affrontare tale cambiamento – dice Massari -. La 

tecnologia evolve e il canale, in particolare, non può 

stare fermo e offrire le stesse cose che offriva cinque 

anni fa. E noi, per nostra missione, dobbiamo cogliere 

in anticipo le tendenze e offrire le nuove tecnologie. 

Fino a qualcche anno fa, il nostro portafoglio d’offerta 

era completamente diverso, sbilanciato sull’hardware 

e su due brand che oggi non trattiamo nemmeno 

più. Abbiamo effettuato un radicale cambio di pelle 

cavalcando una tendenza sempre più orientata alle 

soluzioni e ai servizi, anche perché riteniamo che in 

un mercato It che complessivamente non cresce, vi 

sono invece aree nuove di grande vivacità e che hanno 

ottime prospettive per il futuro. E il cloud è in testa 

a queste. Ma siamo convinti che tutto questo sia solo 

all’inizio e che il valore che si potrà aggiungere prossimamente 

sia enorme. Questo non incide, comunque, 

sull’importanza del ruolo logistico che continuiamo 

ad avere per i brand che trattiamo, per velocizzare il 

delivery delle soluzioni. In particolar modo quando 

abbiamo siglato con Cisco, l’anno scorso, ci siamo premurati 

per certificare il nostro centro di Strasburgo per 

fare preconfigurazione e testing per l’offerta server, in 

modo da garantire un servizio di consegna dei prodotti 

veloce. Teniamo a magazzino sia le soluzioni già pronte 

che il brand offre, ma anche i singoli componenti, in 

modo da garantire la consegna di server blade Cisco 

nel giro di una settimana». 

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Un cambio di pelle che è obbligatorio, e salutare, per 

tutti, ma a Lenzi preme tornare sul tema dell’attivazione 

dei giusti interlocutori. E forse la crisi può 

venire, in qualche modo, in aiuto: «Il mercato è innegabilmente 

in contrazione, però ci sono elementi che 

permettono di trovare una positività che noi partner 

dobbiamo cavalcare, e che finalmente ci consentono di 

coinvolgere i reali decisori in azienda. In un progetto 

che, a seguito di un investimento in tecnologie, può 

comportare del cost saving, l’interlocutore non sarà più 

uno solo. Al Cio, i singoli costi dell’energia elettrica 

possono non interessare, perché rientrano nei centri 

di costo di qualcun altro. Ma se il progetto prevede 

lo spegnimento di 10 server, l’effetto si riflette anche 

dal punto di vista del risparmio sulla manutenzione e 

sull’energia, e lo si deve andare a discutere con l’amministratore 

delegato. Bisogna quindi coinvolgere 

nuove figure che fino a oggi i fornitori di Ict non 

hanno mai incontrato». 

Se in un momento di contrazione la frustrazione del 

dealer è di non riuscire a fare arrivare il messaggio 

vero al giusto interlocutore, dal lato del distributore il 

rischio è di non riuscire a evidenziare il valore che è in 

grado di dare. 

«Spesso si tende a guardare di 

più al prezzo che ad altro – evidenzia 

Marco Taluzzi, channel 

development manager di Magirus 

-. Se si ragiona, invece, su un 

progetto che vuole dare al cliente 

ciò di cui veramente ha bisogno, 

i fattori da valutare dovrebbero 

essere altri. Ma quando c’è crisi 

si attuano dei tagli e ci si scontra 

con quello che poi è l’obiettivo di tutti i componenti 

della catena del valore, che è, in definitiva, vendere. 

Anche perché i vendor è soprattutto su quello che 

misurano le performance del canale. E in questi casi, 

in cui il prezzo ha così importanza, il valore di un 

distributore fatica ad emergere. Purtroppo non sempre 

si ha la fortuna di lavorare con operatori che hanno 

una visione strategica e che sanno apprezzare il valore 

che deriva dal proporre nuove tecnologie. In momenti 

di crisi si rischia di rimanere su posizioni conservative, 

facendo attenzione a fare cose nuove, perché comporterebbero 

investimenti in formazione e specializzazioni. 

Mentre si dovrebbero considerare queste scelte 

come investimenti per il futuro. Spesso coraggiosi, che 

non ripagano subito, ma che preparano al business di 

domani in anticipo rispetto alla concorrenza».

Ma dal canto loro, i dealer, a volte, si trovano a doversi 

confrontare anche con clienti con poca lungimiranza. 

E spesso con scarsa cultura tecnologica. 

«L’It manager che incontriamo, soprattutto nelle 

piccole realtà, non è sempre un professionista con le 

competenze necessarie – lamenta Turco -. Spesso è una 

figura che svolge quel ruolo per aver aiutato i colleghi 

a risolvere piccoli problemi It, diventando successivamente 

il riferimento per tutto l’It aziendale, senza 

averne vere competenze. Un It manager di questo 

tipo si trova a vagliare i progetti che gli proponiamo 

chiedendosi innanzitutto quanta fatica dovrà fare per 

capirli, quanto rischiosi sono per il potere che sta assumendo 

in azienda e quanto gli costerà andare a chiedere 

i soldi in direzione. Lo sforzo, oggi, deve essere di 

posizionare il nostro interlocutore su un altro livello, 

oltre a erudire l’It manager su tutti i vantaggi che 

certe tecnologie potrebbero portare alla propria vita 

professionale e al suo team». Una strada ancora lunga 

da percorrere, almeno stando ai dati evidenziati da 

una ricerca di Cisco, che valuta come solo il 20% dei 

Cio italiani sieda al tavolo decisionale della sua azienda, 

contro una quota del 65% del resto d’Europa. E la 

maggior parte di questi pochi, deve, inoltre, riferire al 

Cfo, che deve certificare le motivazioni della spesa. 


«Se si vuole cambiare, ognuno deve fare la propria 

parte – propone infine Fasoli -. Anche noi fornitori 

dobbiamo aiutare gli It manager a posizionarsi in 

maniera diversa, fornendo loro strumenti adatti. Il 

messaggio che deve passare è che l’It è uno strumento 

di produzione aziendale, e vale per tutti i processi. 

Bisogna identificare i benefici possibili e comunicarli 

all’azienda, cambiando il linguaggio che il dealer deve 

adottare. Non proporre tecnologie, ma benefici. In 

periodi di crisi, vengono tagliati i costi, certo, ma non i 

processi ritenuti importanti per l’azienda». 

certificazioni e competenze: un bene da tutelare 

Le competenze sono indispensabili per una proposizione a valore 

come il Cloud richiede. Ma le certificazioni costano. E a volte 

il dealer si trova ad affrontare investimenti che non sono tutelati 

nel futuro. «Si sta creando una sorta di lobby dei certificati – 

avverte Maurizio Lenzi di Dedanext -. Io pago le certificazioni 

per i miei professionisti che, se poi mi abbandonano, le trasferiscono 

all’azienda che li assume, senza che questa abbia fatto 

alcun investimento in merito. Va bene che me lo portino via, ma 

almeno chiedo una forma di risarcimento, magari l’obbligo, per 

chi cambia azienda, di certificarsi di nuovo. In questo modo, 

invece, si sta drogando il mercato dei professionisti certificati, 

che impongono il prezzo in base al bagaglio di certificazioni che 

possiede». 

«È un discorso più ampio che riguarda la formazione in Italia 

– commenta Marco Taluzzi di Magirus -. In altri Paesi ci sono 

programmi per il recupero dei soldi investiti per la formazione, 

mentre in Italia no». 

Esperienza diversa, invece, per Luca Turco di NB Factory: «So 

che nell’area milanese ci sono professionisti certificati che da 

anni guadagnano solo facendo il salto incentivato tra un’azienda 

e l’altra. Da noi nel Nord-Est c’è senz’altro meno affollamento 

di professionisti rispetto a Milano, ma noi abbiamo fatto investimenti 

imponenti di varie decine di migliaia di euro l’anno per la 

formazione del nostro personale, perché crediamo nella validità 

di avere competenze con cui affrontare il mercato. Probabilmente 

i nostri sono anche pagati meno della media, ma riusciamo a 

tenerli in azienda proprio garantendogli una crescita professionale, 

formativa e di carriera, che altrove difficilmente avrebbero. 

Il personale si fidelizza anche investendo sul loro sviluppo professionale». 

«Bisogna comunque distinguere tra certificazioni e competenze 

– riprende Taluzzi -. La sfida è riuscire a fare coincidere tali 

concetti. Le competenze dipendono dal mercato in cui operi, dai 

clienti che hai e da quello che fai. Non arrivano solo dal “bollino”. 

Nella prevendita, dove c’è l’ideazione e proposizione del 

progetto, ci vogliono competenze che vanno al di là della certificazione 

tecnica, che prevede la conoscenza del mercato in cui il 

cliente opera, le sue modalità di gestione e le sue esigenze». 

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DC FoCUS 

coMpUTe Tendenze 

l’offerta vcloud di colt. come costruirsi in pochi click il 

proprio data centre virtuale altamente performante. 

Alberto Monterosso 

Marketing Manager 

Colt Communication Services 

Flessibilità, agilità sul mercato, controllo 

dei costi, attenta gestione del rischio: 

queste sono le pressanti esigenze che le 

imprese moderne si trovano ad affrontare 

nella dedicata fase di congiuntura economica 

attuale e alle quali Colt risponde con 

la propria offerta vCloud. 

Il cloud computing è un insieme di tecnologie 

che consentono di utilizzare risorse 

informatiche sottoforma di servizio, svincolando 

l’azienda dalla necessità di doverle 

acquistare e gestire. 

In funzione del tipo di risorse che si 

desidera utilizzare con questa modalità, 

esistono 3 tipologie fondamentali di cloud 

computing: 

Infrastructure as a Service (IaaS) nel 

caso ci si fermi al livello più basso, di 

tipo infrastrutturale appunto, vale a dire 

server, storage e rete 

Platform as a Services (PaaS) nel caso 

si desideri fruire con questa modalità 

anche del cosiddetto “middleware”, vale 

dire sistema operativo e altri strumenti 

che facilitano lo sviluppo delle applicazioni 

Software as a Service (SaaS), nel caso si 

desideri utilizzare sottoforma di servizio 

direttamente le applicazioni, senza 

quindi alcun investimento 

Per rendere il cloud computing economico 

e allo stesso tempo performante, è necessario 

condividere una piattaforma molto 

potente fra un numero elevato di clienti, 

garantendo però ad ognuno di essi risorse 

disponibili e ben protette dall’accesso 

esterno, esattamene come se fossero risorse 

dedicate. Le tecnologie che consentono 

di raggiungere questo obiettivo si chiamano 

tecnologie di virtualizzazione. 

L’offerta vCloud di Colt è di tipo IaaS 

ed è basata sulla piattaforma di VMWare, 

leader di mercato nella virtualizzazione. 

Ogni soluzione IaaS ha una sua flessibilità 

intrinseca molto elevata (nessuna 

necessità di gestire beni immobili, 

infrastrutture hardware), alla quale Colt 

aggiunge la possibilità di configurare in 

completa autonomia le risorse informatiche 

ragionando non più in termini di 

macchine virtuali già pacchettizzate, ma, 

al contrario combinandle partendo dagli 

elementi fondamentali – CPU, memoria 

RAM e storage. Di conseguenza il cliente 

può costruirsi – letteralmente con pochi 

click di mouse, attraverso un portale – il 

proprio data centre virtuale. Può inoltre 

modificarlo nel tempo in funzione delle 

mutevoli esigenze del business, in termini 

di volumi e tipologia di applicazioni che la 

sottostante infrastruttura informatica deve 

supportare. 

Questa possibilità determina per l’azienda 

un’agilità senza precedenti, anche perché 

non solo i tempi di realizzazione diven- 

tano estremamente ridotti ma è possibile 

rendere variabili tutta una serie di costi 

infrastrutturali che normalmente sono 

costi OPEX fissi o addirittura CAPEX. 

Per esempio il successo di una campagna 

di marketing può determinare la dimensione 

dell’infrastruttura informatica che la 

supporta e la durata del suo utilizzo stabilendo 

un rapporto molto più prevedibile 

fra fatturato e costi. 

Per quanto riguarda la sicurezza, i data 

centre Colt sono tutti dotati di certificazione 

ISO 27001 e garantiscono la 

massima riduzione del livello di rischio 

di perdita dei dati, risultato difficilmente 

raggiungibile senza investimenti elevatissimi 

in infrastrutture altamente affidabili 

e ridondate e formazione del personale. 

Colt ha inoltre diversi data centre distribuiti 

in Europa e collegati con la rete in 

fibra ottica di proprietà a bassa latenza. 

Questo consente di avere a disposizione 

un data centre di back up dislocato geograficamente 

altrove e di aumentare notevolmente 

il livello di sicurezza. 

Il servizio vCloud è un prodotto ideale 

per essere veicolato attraverso un canale di 

reseller, i quali possono decidere se dare 

direttamente al cliente finale la gestione 

del prodotto sul portale Colt oppure, in 

funzione delle competenze interne all’azienda 

utilizzatrice, gestire il portale per 

conto del cliente finale offrendogli come 

ulteriore valore aggiunto l’esperienza sviluppata 

in anni di attività nel settore.

Secondo la ricerca “Cisco Global Cloud 

Index”, Cisco ha stimato che il traffico 

cloud computing globale raggiungerà 

1,6 Zettabyte * entro il 2015 e il traffico 

cloud globale supererà di un terzo tutto 

il traffico data center. Lo studio fornisce 

una visione approfondita della crescita del 

traffico e dei trend in modo che le organizzazioni 

possano prendere decisioni a 

lungo termine. 

L’analisi “Cisco Global Cloud Index” 

(2010-2015) è stata effettuata per stimare 

la crescita e l’orientamento del traffico IP 

globale data center e cloud. Poiché la rete 

e i data center sono sempre più collegati 

nella distribuzione di servizi cloud, lo 

studio integra i dati esistenti sul traffico 

di rete per fornire una nuova visione dei 

trend emergenti che influiscono sui data 

center e le architetture cloud. La ricerca di 

Cisco si basa sull’elaborazione e sull’analisi 

di diverse fonti primarie e secondarie, 

inclusi oltre 30 terabyte di dati generati 

mensilmente lo scorso anno da un ampio 

numero di data center di tutto il mondo, 

misurazioni di oltre 45 milioni di test 

utilizzando la velocità della banda larga, e 

previsioni di mercato di terze parti. Inol- 

tre, include la previsione “workload transition”, 

ovvero il passaggio del carico di 

lavoro dal data center tradizionale e quello 

cloud così come la “Cloud Readiness”, 

ovvero uno studio delle principali regioni 

geografiche in relazione alla capacità di 

supportare diversi tipi di servizi cloud 

computing consumer e aziendali. 

La maggior parte del traffico data center 

non è generato dall’utente bensì dai data 

center e dai cloud stessi che svolgono 

attività trasparenti verso gli utenti, come 

ad esempio il backup e la replicazione. 

Entro il 2015, il 76% del traffico data 

center rimarrà nel data center stesso a 

fronte della migrazione del workload tra 

diverse macchine virtuali e delle attività 

di background effettuate, il 17% del traffico 

totale lascerà il data center per essere 

distribuito all’utente, mentre un ulteriore 

17% del traffico totale sarà generato tra 

i data center attraverso attività quali ad 

esempio il cloud-bursting, la replicazione 

dei dati e gli aggiornamenti. 

Tendenze 

DC FoCUS 

coMpUTe 

entro il 2015 il traffico cloud computing crescerà di dodici volte e il 

cloud rappresenterà il 51% del workload data center entro il 2014 

La ricerca prevede che il traffico cloud 

computing globale crescerà di dodici 

volte, passando da 130 exabyte a un totale 

di 1,6 zettabyte annuali entro il 2015, il 

66% di tasso di crescita annuale composto 

(CAGR). Una maggiore virtualizzazione e 

migliori economie di scala quindi, saranno 

i principali driver della transizione verso 

il cloud. 

Il cloud è l’elemento con maggiore crescita 

del traffico data center il quale quadruplicherà 

ad un tasso CAGR del 33% 

per raggiungere i 4,8 zettabyte annuali 

entro il 2015. Si stima che oggi il cloud 

rappresenti l’11% del traffico data center, 

con una crescita di oltre il 33% del totale 

sempre entro il 2015. Il cloud sta diventando 

un elemento critico per il futuro 

dell’Information Technology (IT) e della 

distribuzione di video e contenuti ma, 

rispetto ai data center tradizionali, i data 

center cloud offrono prestazioni migliori, 

maggiore utilizzo nonché gestione semplificata. 

La virtualizzazione è un importante 

catalizzatore che permette il consolidamento 

hardware e software, una maggiore 

automazione e un approccio integrato alla 

sicurezza. 

19

20 

DC FoCUS 

coMpUTe 

– Segue 

Prevalentemente a causa della crescita dei 

servizi video consumer, il traffico data 

center verso l’utente registra picchi significativi. 

Si stima che l’ammontare medio 

del traffico data center per ora durante i 

periodi di picco, come ad esempio durante 

la prima serata, cresca di 2 volte e mezzo, 

creando la necessità di pianificare ulteriore 

capacità data center e cloud così come di 

rete. Il modello cloud on-demand si adatta 

perfettamente per soddisfare questo tipo 

di richiesta variabile. 

Per quanto riguarda la transizione del 

workload, nel 2010, il 21% del workload 

è stato elaborato in un data center cloud 

e il 79% è stato gestito in data center tradizionali. 

Il 2014 sarà il primo anno in cui 

il bilanciamento del workload si sposterà 

per la prima volta su cloud. Il 51% del 

workload totale sarà in ambiente cloud 

rispetto al 49% in ambito IT tradizionale 

e, in generale, il workload data center dal 

2010 al 2015 è in crescita di 2,7 volte; tuttavia, 

il workload cloud 2010 – 2015 è in 

crescita di oltre 7 volte. 

Per valutare la disponibilità globale, la 

ricerca ha analizzato diversi aspetti in ciascuna 

regione geografica: l’ubiquità della 

banda larga, le velocità medie di upload e 

download, e la latenza media. 

Le regioni incluse nello studio sono l’Asia 

Pacifica, Medio Oriente e Africa, Europa 

Occidentale, Europa Centrale e Orientale, 

America Latina e Nord America, attualmente 

tutti paesi pronti per applicazioni 

cloud base come ad esempio il social networking 

e la conferenza web. 

Tendenze 

Per le applicazioni cloud computing 

istantanee come ad esempio la chat e lo 

streaming video ad alta definizione, l’Asia 

Pacifica, l’Europa Occidentale, Centrale e 

Orientale, e l’America del Nord sono considerati 

i paesi con capacità medie di rete 

sufficientemente potenti per supportare 

tali servizi. 

Tuttavia, nel loro insieme, nessuna regione 

è risultata in grado di poter supportare 

applicazioni cloud avanzate come ad 

esempio la conferenza video ad alta definizione 

e il gaming avanzato, anche se paesi 

come la Corea del sud e il Giappone sono 

attualmente in grado di farlo. 

* Uno zettabyte corrisponde a un sestilione 

di byte o a un trilione di gigabyte. 1,6 

zettabyte equivale a: 22 trilioni di ore di 

musica in streaming, a 5 trilioni di ore di 

conferenza web aziendale via webcam, a 

1,6 trilioni di ore di streaming video ad 

alta definizione (HD). 

Ulteriori informazioni su Cisco: 

http://www.cisco.com 

http://newsroom.cisco.com

ACCELERATE 

THE JOURNEY TO YOUR 

CLOUD 

EMC 2 , EMC, and the EMC logo are registered trademarks or trademarks of EMC Corporation 

in the United States and other countries. © Copyright 2011 EMC Corporation. All rights reserved.

22 

DC FoCUS 

STorAGe 

Tendenze 

la semplicita’ della soluzione data domain 

La soluzione EMC Data Domain è in grado di risolvere molte 

delle problematiche riscontrate dalle aziende durante i processi di 

backup, recovery e ripristino tradizionali. Grazie alle funzionalità 

di deduplicazione in linea ad alta velocità, con compressione locale, 

il sistema Data Domain registra su disco solo dati univoci. La 

tecnologia di deduplicazione riduce il sovraccarico e i requisiti di 

capacità del disco, aumentando contemporaneamente l’accessibilità 

e l’affidabilità e rendendo la soluzione di storage Data Domain, 

con funzionalità di deduplicazione, un’alternativa conveniente 

alle soluzioni basate su nastro. 

I sistemi Data Domain trasferiscono sulla rete IP solo le modifiche 

deduplicate e compresse, impiegando una frazione della 

larghezza di banda, del tempo e dei costi associati ai metodi di 

replica tradizionali. Essi utilizzano inoltre tecnologie di integrità 

e verifica dei dati avanzate, sfruttando al contempo gli upgrade 

delle CPU per offrire vantaggi diretti in termini di throughput e 

scalabilità del sistema. 

funzionamento della deduplicazione dei dati 

sui sistemi data domain 

La tecnologia di deduplicazione Data Domain segmenta il flusso 

di dati in entrata, identifica in modo univoco i segmenti di dati, 

quindi confronta i segmenti con le informazioni archiviate in 

precedenza. Se un segmento di dati in entrata è un duplicato di 

quanto è già in archivio, il segmento non viene archiviato nuovamente, 

ma viene creato un riferimento ad esso. I segmenti univoci 

vengono archiviati sul disco. 

Ad esempio, i file o i volumi sottoposti a backup ogni settimana 

generano numerosi dati duplicati. Algoritmi di deduplicazione 

analizzano i dati e consentono di memorizzare solo gli specifici 

elementi modificati dei file, in forma compressa. Questo processo 

è in grado di fornire una riduzione media dei requisiti di capacità 

di storage pari a 10-30 volte o più, con policy di conservazione 

dei backup medie sui normali dati aziendali. Ciò significa la possibilità 

per le aziende di archiviare da 10 a 30 TB di dati di backup 

su 1 TB di capacità fisica del disco, con immensi benefici in termini 

economici. 

Architettura per l’invulnerabilità dei dati 

I sistemi di storage Data Domain con funzionalità di deduplicazione 

sono incentrati sull’integrità e la ripristinabilità dei dati. 

Data Domain Data Invulnerability Architecture offre il rilevamento 

e la correzione continua degli errori, così come la verifica 

della scrittura; ciò assicura la memorizzazione accurata dei dati di 

archiviazione e di backup, oltre alla loro costante disponibilità e 

recuperabilità. Le principali aree di interesse sono quattro: 

Verifica completa al momento del backup: i dati vengono letti 

dopo la scrittura per verificare che siano corretti e raggiungibili 

attraverso il file system. La maggior parte dei ripristini ha 

luogo entro uno o due giorni dal backup. I sistemi che verificano 

e correggono l’integrità dei dati lentamente, nel tempo, 

saranno in ritardo per la maggior parte dei ripristini. 

Prevenzione e contenimento degli errori: i dati verificati non 

vengono mai sovrascritti da nuovi dati. I sistemi Data Domain 

utilizzano un numero inferiore di strutture di dati complesse 

e RAM non volatile (NVRAM) per un riavvio veloce e sicuro. 

Non sono consentite scritture di striping parziali.

– Segue 

Rilevamento e correzione continua degli errori: il livello 

RAID 6 di Data Domain offre doppia protezione contro i 

guasti del disco, correzione degli errori di lettura, rilevamento 

e correzione immediata degli errori, scrubbing per l’individuazione 

e la correzione dei difetti sul disco, prima che possano 

diventare un problema. 

Ripristinabilità del file system: i dati vengono scritti in formato 

autodescrittivo. Se necessario, il file system può essere 

ricreato analizzando il registro e ricostruendolo dei metadati 

archiviati con i dati. 

Architettura scalabile SiSl (Stream informed Segment 

layout) di eMc data domain 

L’architettura di dimensionamento SISL (Stream Informed 

Segment Layout) sfrutta gli aggiornamenti delle CPU in modo 

da incrementare direttamente il throughput del sistema per la 

deduplicazione in linea. Senza una pianificazione adeguata delle 

modalità di implementazione, la deduplicazione può trasformarsi 

in un’attività ad uso intensivo dei dischi. Il metodo convenzionale 

per aumentare le prestazioni dei sistemi a disco prevede di incrementare 

il numero dei dischi oppure di utilizzare dischi più veloci 

Tendenze 

e costosi. I sistemi Data Domain risolvono questo problema grazie 

all’architettura SISL, che ottimizza la velocità di deduplicazione 

e minimizza l’accesso ai dischi. In questo modo, la velocità del 

sistema è incentrata direttamente sulla CPU. Ad un aumento delle 

prestazioni delle CPU corrisponderà un aumento diretto della 

velocità. La deduplicazione offre una riduzione dei dati che supera 

di gran lunga quella resa possibile dagli algoritmi di compressione 

tradizionali. Tuttavia, perché il costo sia equiparabile a quello 

dell’automazione dei nastri, è necessario che il sistema di deduplicazione 

sia incentrato sulla CPU e sia in grado di minimizzare 

gli accessi ai dischi, in modo che sia possibile implementarlo con il 

numero minimo di dischi a basso costo e ad alta capacità. 

VAnTAGGi dellA SolUZione 

DC FoCUS 

STorAGe 

Con i sistemi EMC Data Domain il cliente può ottenere una riduzione 

significativa su costi e larghezza di banda, limitando la quantità 

di storage su disco necessaria per la conservazione e la protezione 

dei dati, garantendone l’integrità e l’availability e ottimizzando 

il throughput del sistema, grazie all’utilizzo delle tecnologie 

della CPU più avanzate con le soluzioni Data Domain più recenti. 

Tra i vantaggi della soluzione: 

Deduplicazione rapida in linea: il metodo di deduplicazione 

più economico ed efficiente; consente di ridurre in modo significativo 

la capacità totale dei dischi necessaria nel sistema, poiché 

vengono registrati solo i dati deduplicati. 

o Riduzione media dei dati da 10 a 30 volte. 

Capacità di reazione rapida in caso di disaster recovery: 

nell’ambito del processo di deduplicazione in linea il sistema non 

deve attendere di aver assorbito l’intero set di dati prima di iniziare 

la replica sul sito remoto. I dati sono disponibili per il ripristino 

in un sito DR più rapidamente che con qualsiasi altro prodotto 

per la deduplicazione, o trasportando fisicamente i nastri. 

Semplicità di integrazione: 

o Supporto delle principali applicazioni di backup e archiviazione 

EMC, HP, Symantec, IBM, Microsoft, CommVault, 

BakBone, CA, Atempo e di altri fornitori. 

o Supporto delle principali applicazioni aziendali, tra cui Oracle, 

SAP, DB2, SQL, Exchange, Vmware e SharePoint 

o Possibilità di utilizzare contemporaneamente dispositivi 

VTL, NDMP, NAS e EMC Data Domain Boost (per l’utilizzo 

con Symantec OpenStorage) 

Disaster recovery su più siti economico: offre fino al 99% di 

riduzione della larghezza di banda, topologie di replica flessibili, 

consolidamento dei nastri su più siti e replica da fino a 270 

siti remoti. 

Massima sicurezza dello storage per un ripristino affidabile: 

Data Invulnerability Architecture offre la verifica continua del 

ripristino, il rilevamento e la correzione degli errori, oltre alla 

doppia parità e al RAID-6. 

Semplicità operativa: consente di ridurre i costi amministrativi 

e i requisiti di alimentazione e raffreddamento, così come di 

aumentare lo spazio per le aziende attente alle problematiche 

ambientali; permette inoltre di diminuire l’ingombro hardware 

e offre supporto di qualsiasi combinazione di applicazioni di 

backup e di archiviazione in un unico sistema. 

23

24 

DC FoCUS 

STorAGe 

I Sistemi IBM AS/400 (oggi IBM i) sono 

nati nel 1988 e hanno avuto una grande 

diffusione in molti settori della piccola e 

media impresa, particolarmente in Italia, 

secondo paese al Mondo per numero di 

installazioni dopo gli Stati Uniti. Per la 

protezione dei loro dati questi sistemi utilizzano 

il Backup Recovery Media Services 

(BRMS), il software che è incluso nella 

suite di gestione IBM i e che sfrutta una 

apposita IBM tape library dedicata. Questo 

sistema richiede un device adibito al 

processo backup, diverso da quello utilizzato 

per altri ambienti (Open e Mainframe), 

con la conseguenza che non è possibile 

utilizzare per tutti la stessa soluzione 

rendendo cosi la gestione più complicata e 

costosa. 

Inoltre, il “Recovery “ è complesso e 

richiede molto tempo, considerato che i 

dati sono distribuiti su più nastri e la loro 

lettura richiede un numero considerevole 

di device fisici. 

Diventa cosi difficile soddisfare i requisiti 

di RPO (Recovery Point Objective) e 

RTO ( Recovery Time Objective) che le 

applicazioni IBM i, generalmente missioncritical, 

richiedono. Ecco i principali 

“Pain” che le aziende devono affrontare in 

uno scenario AS400: 

Difficoltà nel raggiungere livelli di RPO 

e RTO richiesti con l’utilizzo di backup 

a nastro 

Procedure di Backup complesse e multisito 

con i relativi rischi e costi di movimentazione, 

trasporto, stoccaggio dei 

nastri 

soluzioni e processi di backup separati 

per IBM i e gli altri ambienti operativi 

presenti nell’infrastruttura. 

La risposta EMC a questi problemi è una 

soluzione che: 

Fornisce una consolidata e semplice 

soluzione di backup su disco per tutti 

gli ambienti 

“CPU - Centric & deduplicates data” 

per ridurre al minimo le esigenze di storage 

Consente un disaster recovery multisito 

via IP, con basso utilizzo di banda 

Elimina il nastro come strumento di 

backup e di ripristino dei sistemi operativi 

Tendenze 

AS400, iBM i e Back Up eMc: le soluzioni 

EMC Data Domain aiuta a consolidare 

le procedure di backup utilizzando la 

deduplica in linea durante il backup, ottenendo 

una riduzione dello spazio disco 

utilizzato. 

Aziende italiane che hanno già adottato 

questa soluzione per sistemi IBM i, hanno 

ottenuto una riduzione media di 15x a 

30x. 

I processi di backup “IBM i BRMS” 

possono essere indirizzati ai sistemi Data 

Domain utilizzando l’opzione software 

“Data Domain Virtual Data Tape Library“ 

per IBM i. 

Inoltre, la famiglia di soluzioni Data 

Domain supporta i comandi “i/OS” di 

backup (SAVSYS, SAVLIB, SAVDLO, 

SAV) che aggiungono una ulteriore flessibilità 

di gestione del backup e rendono più 

semplice l’integrazione di Data Domain 

con i sistemi IBM i, mantenendo invariate 

le procedure standard di backup del 

cliente. 

Infine, la “Data Domain Stream Informed 

Segment Layout (SISL) Scaling Architecture” 

fornisce un backup ad alte prestazioni, 

che ottimizza le risorse di rete per una 

rapida disponibilità del dato nel sito di 

Disaster Recovery. 

Il cliente può utilizzare un unico server 

Data Domain come piattaforma di backup 

per IBM i e sistemi Open, semplificando 

drasticamente la gestione. 

In questo modo il nastro può essere eliminato 

e sostituito con il backup a disco, più 

rapido e sicuro. 

Una tipica soluzione di Data Domain per 

un ambiente IBM i è illustrato di seguito. 

Si noti che lo stesso sistema di Data 

Domain costituisce il server di backup per 

ambienti operativi multipli e che utilizza 

la replica per ottenere il backup completamente 

“tapeless”. 

EMC è fornitore di storage, backup e 

soluzioni di archiviazione per ambienti 

IBM i dal 1995.Come parte dell’ “IBM’s 

early ship program” EMC mantiene più 

di 30 in-house platforms IBM i per i test 

di integrazione. Inoltre, EMC e IBM 

hanno un accordo congiunto di supporto 

cooperativo.EMC offre le sue soluzioni ad 

aziende di tutto il mondo, di ogni dimensione 

ed appartenenti a tutti i settori industriali, 

indipendentemente dal fatto che si 

tratti di aziende private o organizzazioni 

pubbliche. Tra i clienti di EMC si contano 

banche ed altre istituzioni finanziarie, 

aziende manifatturiere, organizzazioni 

scientifiche e sanitarie, fornitori di servizi 

Internet e di telecomunicazioni, compagnie 

aeree e società di servizi logistici, 

scuole ed istituti di formazione, e realtà 

pubbliche di ogni livello. 

EMC offre prodotti, servizi e soluzioni 

a clienti in oltre 100 nazioni di tutto il 

mondo.

importanti novità nel catalogo corsi VMware 

In un mondo in costante evoluzione come 

quello dell’informatica per rimanere competitivi 

è importante essere aggiornati sulle 

nuove opportunità e, grazie ad un approccio 

informato e competente, è possibile 

essere pronti a rispondere sempre più efficacemente 

alle richieste del mercato. 

E’ noto che la virtualizzazione è ormai 

una tecnologia assodata che le grandi 

aziende già usano da anni così come 

viene sempre più implementata anche 

dalle medio/piccole, e che sta andando 

verso il Cloud Computing, in grado di 

offrire nuove forme di ottimizzazione 

degli investimenti. Tuttavia il Cloud è una 

tecnologia non ancora ben conosciuta in 

Italia, perché il paese sta investendo maggiormente 

nella virtualizzazione. 

Proprio per permettere alle aziende di partire 

col cosiddetto “piede giusto” Magirus 

Italia offre una serie di corsi basati sulla 

tecnologia VMware vSphere 5 che non 

solo rappresenta l’attuale top tecnologico 

nella virtualizzazione, ma anche un’ottima 

base per quell’offerta di prodotti Cloud 

in arrivo. I due corsi su cui Magirus sta 

proponendo offerte interessanti sono 

orientati alle due prospettive più immediate 

di questa fase: Desktop Virtualization e 

Server Virtualization. 

“Il prodotto perfetto per tutte le esigenze” 

non esiste, esistono però prodotti che 

hanno i loro punti di forza specifici. 

VMware View 5 ha due qualità importanti: 

è basato su VMware vSphere 5 ed è 

orientato alla flessibilità. Essendo incentrato 

su vSphere 5 offre tutte le caratteristiche 

di stabilità ed efficienza di una 

piattaforma leader e consolidata. Vsphere 

è anche la piattaforma più conosciuta in 

ambito di virtualizzazione dove gli investimenti 

fatti in conoscenza ed esperienza 

vengono qui capitalizzati per offrire le 

medesime opportunità in un settore diverso 

da quello dei server. La sua architettura 

è quindi flessibile e adattabile alle diverse 

esigenze dei clienti, non solo per la parte 

di sistema operativo, ma anche per la 

parte applicativa (col prodotto integrato 

“VMware ThinApp”). 

portfolio Academy 

Se in ambito di virtualizzazione generica 

le basi sono ormai comuni, in ambito 

desktop siamo ancora agli inizi ed è quindi 

importante (sempre per ottimizzare tempi 

ed investimenti) conoscere il prodotto. 

Magirus offre per questo il corso “VMware 

View 5: Install, Configure, Manage” 

che affronta tutte le caratteristiche e pone 

le basi di competenza per implementare la 

soluzione che meglio si adatta alle esigenze 

dei clienti. Tra gli argomenti proposti, 

l’applicazione centrale è la virtualizzazione 

applicativa che con ThinApp permette 

di controllare le installazioni, affiancare 

basi di esecuzione diverse (con la coesistenza 

ed esecuzione contemporanea 

anche della stessa applicazione in versioni 

differenti) e manutenzione semplificata 

(installazioni, aggiornamenti, modifiche). 

Se il cloud computing per i desktop è 

spesso Cloud interno, la virtualizzazione 

resta la base di tutti i discorsi attuali e 

futuri anche per la parte server. 

In questa realtà la virtualizzazione, lungi 

dall’essere obsoleta, sviluppa tutta la 

propria potenza ponendosi al primo gradino 

di questa crescita. In altri termini, 

acquisire competenze su VMware vSphere 

permette di far fruttare gli investimenti 

formativi e impiegarli in ogni ambito (che 

si parli di desktop e/o server, che si stiano 

studiando soluzioni di cloud interno e/o 

pubblico). 

Magirus nel suo intento di fornire il 

meglio parte quindi con un nuovo corso: 

“VMware vSphere 5: Fast Track”. 

Tradizionalmente il corso di introduzione 

a VMware è il cosiddetto “ICM” (VMware 

vSphere 5: Install, Configure and 

Manage) che da sempre ha accompagnato 

i professionisti interessati alla competenza 

e alla preparazione dell’esame di certifica. 

Purtroppo però a causa dei molti argomenti 

è stato privato delle materie legate 

alla licenza “Enterprise+”, temi importanti 

e comunque richiesti in sede d’esame. 

Nel nuovo corso Fast Track si affrontano 

invece tutte le caratteristiche (dall’installazione 

base ai Distributed vSwitch, dagli 

host ESXi ai cluster DRS e Storage DRS, 

dalla parte grafica a un’introduzione della 

DC FoCUS 

SerViZi 

Cristina Campominosi 

Sales Manager della Business 

Unit dedicata ai Professional 

Services 

Per informazioni 

sul training on site: 

training.it@magirus.com 

command line per il troubleshooting e 

l’analisi di performance). Date le premesse 

il corso è dunque intenso e corposo, con 

laboratori pratici su quasi tutti i contenuti. 

Ma il vantaggio della completezza compensa 

l’impegno necessario a sostenerlo. 

Collegati al sito: 

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e scopri il nostro calendario corsi completo 

I nostri centri di formazione: 

Via Gozzano 14 – Cinisello Balsamo (MI) 

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25

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DC FoCUS 

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non dimentichiamo che 

Magirus italia è l’unico 

Training center Autorizzato 

VMware a fornire corsi 

in modalità live online 

Reperire documentazione non è difficile, 

difficile è trovare quella giusta e apprendere 

nel minor tempo e con la profondità 

desiderata. Per questo in Magirus l’obiettivo 

dei corsi non è quello di fornire semplicemente 

informazioni, ma di dare agli 

studenti reali competenze sul prodotto. 

Questo si ottiene offrendo agli studenti 

materiale originale, di qualità, laboratori 

completi e istruttori non solo competenti 

nella materia, ma anche nell’insegnamento; 

che fanno della passione nel trasmettere 

conoscenza un loro obiettivo personale. 

Passione che si percepisce anche nella 

costante ricerca di nuove forme di insegnamento, 

come i corsi live online (al 

momento Magirus è l’unica che fornisce 

con docenti italiani corsi online e ufficiali 

su VMware) che offrono la medesima 

interattività dei corsi i aula, medesimi 

laboratori, medesimi docenti. 

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Se sei in possesso di PSO credit non 

dimenticare che puoi utilizzarli anche per 

accedere alla formazione VMware. 

Utilizzare i PSO credit per iscriversi ai 

training è molto semplice: ad ogni training 

VMware, erogato da Magirus corrisponde 

un equivalente numero di PSO, di seguito 

alcuni esempi: 

VMware vSphere 5: Install, Configure, 

Manage – valore 50 PSO credit 

VMware vSphere 5: What’s New – valore 

20 PSO credit 

Il costo del corso può essere coperto parzialmente 

o completamente con i PSO 

credit in tuo possesso e, nel caso in cui i 

PSO credit non fossero sufficienti, avrai 

modo di coprire la differenza con un 

corrispettivo in Euro oppure acquistando 

altri PSO credit. 

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Consulta il nostro calendario Magirus e 

approfitta della promo attiva sui seguenti 

corsi: 

Introduction to Junos Operating 

System (IJOS) 

Il corso introduttivo della durata di un 

giorno fornisce le conoscenze fondamentali 

necessarie per lavorare con il software 

JUNOS e per configurare apparati che 

utilizzano il software JUNOS. 

Junos Routing Essential (JRE) 

Il corso, della durata di un giorno, fornisce 

le conoscenze di base del routing con 

esempi di configurazione e include un 

overview dei concetti di general routing, 

routing policy, firewall filters e class of 

service. 

Junos Security (JSEC) 

Questo corso, della durata di tre giorni, 

fornisce ai partecipanti la preparazione 

necessaria per configurare, gestire e implementare 

le piattaforme di security Junos. 

Junos Enterprise Switching (JEX) 

Il corso, della durata di due giorni, presenta 

le configurazioni degli switch EX-series 

Juniper Networks in scenari tipici di rete. 

La promo comprende anche i corsi Juniper 

Network Management (NSMF) e 

Security (CJFV, APJF, CJSA). 

La promozione che prevede il 15% di 

sconto sul prezzo di listino è valida per 

registrazioni pervenute entro il 15 Marzo 

e per corsi a calendario fino al 30 Giugno 

2012.

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Tel.: +39 02 618604.1 

Fax +39 02 618 604 5 

Il gruppo Magirus è leader europeo nella 

distribuzione a valore aggiunto di soluzioni IT. 

Il modello di business dell’azienda è 

focalizzato sulle tendenze più avanzate del 

settore IT e offre soluzioni software e sistemi 

di alto livello nelle aree Data Center, Storage, 

Sicurezza, Virtualizzazione e Open Source. 

La capacità di integrare diverse tecnologie, 

fino a ieri appartenenti a mercati distinti, è il 

punto di forza che contraddistingue Magirus, 

soprattutto su quelle tecnologie di nicchia, 

innovative, che vengono affiancate alle 

principali soluzioni di storage, virtualizzazione, 

networking e sicurezza, accompagnate da 

valore sia sulla competenza tecnologica che 

sui servizi. 

marketing.it@magirus.com 

www.magirus.it

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