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repertorio delle collaborazioni universita'-industria ... - Confindustria

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Il metodo della collaborazione<br />

Le ragioni di cooperazione definiscono così la strategia che motiva il mondo <strong>industria</strong>le<br />

ad entrare in rapporto con gli atenei e con tutti i luoghi di produzione del sapere.<br />

Quando le nostre le nostre imprese avviano azioni comuni con l'università, apportano<br />

risorse scientifiche, tecniche, economiche che intendono essere né aggiuntive, né<br />

tantomeno sostitutive <strong>delle</strong> risorse istituzionali. La combinazione <strong>delle</strong> risorse è mirata<br />

invece a germinare risultati che altrimenti mancherebbero, a moltiplicare l'efficacia<br />

e l'efficienza <strong>delle</strong> iniziative comuni.<br />

Le esperienze condotte sino ad oggi hanno insegnato che è necessario superare gli<br />

ostacoli e le vischiosità che inevitabilmente emergono. Di fronte al cambiamento, infatti,<br />

è fondamentale creare un dialogo e una collaborazione di alto profilo per giungere<br />

a nuove sintesi culturali. Università e <strong>industria</strong> hanno, dunque, bisogno di<br />

“parlarsi” seriamente, approfonditamente, per capire il nuovo e proporre progetti<br />

adeguati.<br />

Può darsi che per i “non addetti ai lavori” la richiesta di un dialogo siffatto possa apparire<br />

quasi ovvia: anzi, ci si potrebbe meravigliare che non fosse così.<br />

In realtà, gli obiettivi di un rapporto “normale” rappresenterebbero una grande conquista.<br />

Per molti “addetti ai lavori”, infatti, solo qualche anno fa gli obiettivi raggiunti sarebbero<br />

apparsi ancora azzardati e si sarebbe forse parlato di invadenza, di perdita di<br />

autonomia, di strumentalizzazione e anche di impegno inutile o impossibile.<br />

Oggi, se la necessità di un dialogo organico e strutturale è più condivisa sia da<br />

parte <strong>delle</strong> imprese che <strong>delle</strong> università, è bene dire che sotto l’aspetto della concretezza<br />

e dell’attenzione è ancora lunga la strada da compiere e incerti e contrastati<br />

sono nei fatti i modi su come realizzare questo dialogo.<br />

Per fortuna non mancano esempi eccellenti di collaborazione diffusa sul territorio e<br />

che analizzeremo nei paragrafi a seguire.<br />

Il fatto è che queste sperimentazioni, pur pregevoli nell’impostazione e nei risultati,<br />

rimangono concluse nell’area di riferimento, non si generalizzano, non diventano –<br />

almeno nel metodo - un modello trasferibile e valido per tutti.<br />

C’è, dunque bisogno di un metodo della collaborazione, che fornisca ai due interlocutori<br />

la possibilità di conoscersi e fondo, di apprendere i rispettivi linguaggi, di maturare<br />

una responsabilità comune, di delineare grandi programmi, politiche nuove e di<br />

forte respiro progettuale: <strong>delle</strong> regole, dunque, per progredire nel dialogo e nelle realizzazioni<br />

comuni.<br />

Mutuando i contenuti di una fortunata ricerca dello studioso americano Don Blandin,<br />

possiamo individuare cinque fattori di successo nella cooperazione tra imprenditori e<br />

universitari: la qualità <strong>delle</strong> relazioni interpersonali, la fiducia reciproca, la pazienza,<br />

la flessibilità, il pensare in grande.<br />

a) Enfatizzare le relazioni personali<br />

Università e <strong>industria</strong> non sono entità astratte; la loro interrelazione è in realtà collaborazione<br />

di persone: uomini dell’accademia e <strong>delle</strong> ricerca che dialogano con uomini<br />

della produzione, della tecnologia, dell’innovazione. E’ un dialogo tra persone<br />

di diversa cultura e sensibilità, portatrici di interessi spesso contrastanti. Ed è un<br />

XXIX

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