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San Giovanni Nepomuceno Martire del segreto della Confessione Anche se si somma lo splendore di tutti i cristiani che la Boemia può aver prodotto, non si raggiunge la brillantezza sovrannaturale di quest’anima che ha cercato e ottenuto la santità. Avvenuta da non più di vent’anni, la caduta della cosiddetta “cortina di ferro”, non soltanto ha permesso che in quei paesi crescessero nuovamente la speranza e la libertà, ma ha reso più accessibili a milioni di persone, in tutto il mondo, alcune delle più splendide meraviglie culturali ed architettoniche della bell’Europa. Tra queste, è doveroso citare l’incantevole città di Praga, capitale della Repubblica Ceca, molto famosa per i suoi antichi edifici di straordinaria bellezza. I Cechi sono anche conosciuti per aver offerto al mondo la musica classica di Dvořák, oltre alla saporita birra che porta il nome di una delle sue più importanti città: Pilsen. E ancora, una delle regioni di questo paese, la Boemia, produce da secoli cristalli riconosciuti come modello di raffinatezza e di bellezza nel mondo intero. Si può, però, dire con sicurezza che, anche se si somma lo splendore di tutti i cristalli che la Boemia può aver prodotto, non si ottiene la brillantezza sovrannaturale di un’anima impegnata a cercare e ottenere la santità. Tale è stato l’esempio a noi Don Mário Beccar Varela lasciato da uno dei più illustri figli di queste terre, Giovanni Nepomuceno, sacerdote e martire in difesa dei diritti della Santa Chiesa. Un intrepido sacerdote Giovanni Nepomuceno nacque nella città di Nepomuk, in una delle valli della Boemia, intorno all’anno 1345. Già nell’anno 1370 aveva l’incarico di notaio nella Curia Metropolitana. Nove anni dopo, fu ordinato sacerdote e nominato parroco di San Gallo. Nonostante le incombenze di questa importante funzione, continuò i suoi studi di diritto ecclesiastico all’Università di Praga, nella quale ottenne la laurea. Nel 1382 l’arcivescovo lo inviò a Padova, dove si specializzò in diritto canonico, nel 1387. Tornato subito dopo a Praga, fu nominato canonico della chiesa di Sant’Egidio, ma vi rimase soltanto due anni. Nell’agosto del 1390 divenne canonico onorario della Cattedrale di San Vito e vicario generale di questa già tanto ampia e importante arcidiocesi. A partire da questo momento, la Provvidenza lo trasformò in uomo pubblico. I sermoni predicati da San Giovanni Nepomuceno produssero un notevole cambiamento nei costumi, così fu chiamato a svolgere l’incarico di confessore della regina grazie alla sua già nota virtù e alla sicurezza dottrinale da lui tante volte dimostrata dal pulpito. La devota regina si metteva docilmente sotto la direzione spirituale di un sacerdote tanto virtuoso, ma lo stesso non succedeva col re. Oltre ad essere portato a violenti accessi d’ira, egli fu preso da un infondato sospetto riguardo alla fedeltà della sua sposa. Siccome non trovava niente che confermasse questo dubbio, mentre il suo cuore meschino continuava ad essere fissato su questa fantasiosa idea, ordinò di condurre alla sua presenza il confessore e pretese che questi gli raccontasse dettagliatamente quello che nel confessionale gli confidava la regina. Esterrefatto per l’infondato sospetto, e molto più per l’inaudita richiesta, Giovanni Nepomuceno si rifiutò con fermezza di parlare, affermando categoricamente il principio dell’inviolabilità del segreto della confessione, lo stesso anche oggi mantenuto dalla Santa Chiesa: “Quello che è detto tra le sante pareti del confessionale, è il più stretto dei segreti. Le parole pronunciate dal pe- 34 Salvami Regina · Maggio 2007

nitente davanti al sacerdote, essendo la materia per l’assoluzione dell’anima peccatrice, lì stesso muoiono. Di tutto questo, soltanto Dio è testimone, ed il sacerdote che rivelasse qualcosa di questo ad un terzo commetterebbe uno dei più abominevoli sacrilegi, contro il quale si solleverebbe immediatamente una terribile scomunica”( 1 ). Ma l’empio re non volle sapere nulla di tutto questo. Cieco di furore, fece torturare brutalmente il fedele confessore. Pur sopportando indicibili sofferenze, Giovanni Nepomuceno si mantenne irriducibile, ciò non fece che aumentare la furia del crudele sovrano. Alla fine, vedendo che non sarebbe riuscito a cavare nulla da quest’uomo così fermo e compenetrato nella sua fede, mandò gli sbirri a legarlo e a gettarlo giù da uno dei ponti di Praga. Così, l’intrepido sacerdote consegnò la sua anima a Dio, morendo affogato nelle acque del fiume Moldava. Era la notte del 20 marzo 1393. Una controversia storica La tragica morte di un personaggio tanto noto e stimato scioccò molti abitanti della città, ed il re, non volendo ammettere apertamente la ragione per la quale aveva fatto assassinare Don Giovanni Nepomuceno, fece risultare che la ragione fu un’altra. C’era in Boemia una grande e prestigiosa abbazia, quella di Klanrau. Approfittando del lasso di tempo tra la morte dell’abate in carica e l’elezione del successore, il monarca aveva l’intenzione di sopprimerla, per trasformarla in una nuova sede episcopale, la quale sarebbe stata consegnata ad un membro della sua corte. Il re tentò di fare pressione sul vicario generale Una statua di San Giovanni Nepomuceno orna il luogo del suo martirio Scultura sul ponte Carlo – Praga (Repubblica Ceca) perché lo appoggiasse in quest’azione. A causa della sua violenta opposizione, il re dichiarò che ciò fosse motivo sufficiente per condannarlo a morte. Sebbene alcune cronache ufficiali del regno abbiano trasmesso questa versione, molte altre riferiscono il vero motivo ( 2 ). Dopo essere stato trovato, il corpo di Giovanni Nepomuceno fu seppellito nella stessa cattedrale, dove subito cominciò a ricevere dal popolo gli onori attribuiti ad un martire. Così, ebbe inizio un forte e salutare movimento di venerazione al sacerdote che era morto in difesa del segreto della Confessione. Questi fatti furono narrati anche nella lettera d’accusa al re, che l’arcivescovo Giovanni Jenzenstein presentò al Papa Benedetto IX ( 3 ). Beatificazione e canonizzazione Il Papa Innocenzo XIII lo dichiarò beato nel 1721. In seguito, lettere di imperatori, di vescovi e di ordini religiosi, a cui si aggiunsero le due università di Vienna, di Praga e Bratislava, in coro chiedevano al Sovrano Pontefice l’apertura del processo di canonizzazione, ed effettivamente, questo fu iniziato nel luglio del 1722. Anni dopo, il 27 gennaio del 1725, una commissione presieduta dall’Arcivescovo di Praga, formata da alcune dignità ecclesiastiche, oltre ad un professore di medicina e a due chirurghi, realizzò l’esumazione dei resti mortali del martire. Alla presenza di queste autorità, accadde un fatto straordinario. Il corpo si trovava naturalmente decomposto dal tempo, eccetto la lingua, la quale si manteneva meravigliosamente ben conservata, sebbene raggrinzita. Allora, davanti a tutti, cominciò a rifarsi, assumendo un colore roseo come si trattasse di qualcuno vivo. Stupiti, i presenti si misero in ginocchio, e questo miracolo, realizzato in circostanze così solenni e con testimonianze tanto minuziose, fu il quarto di quelli riportati nel processo di canonizzazione. Così, il 19 marzo del 1729, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, dalle mani del Papa Benedetto XIII, veniva solennemente elevato agli onori degli altari, San Giovanni Nepomuceno, martire del segreto della Confessione, la cui festa la Chiesa commemora il 16 maggio.² 1 ) Questo brano è un adattamento di estratti delle lezioni di Catechismo radiofoniche amministrate dal Cardinale Eugénio Salles dopo la pubblicazione del Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica, nel 1993. 2 ) “Instructions for the King, di Paul Zidek, 1471, in “Zeitschrift für kathol. Theologie”, 1883, 90 ss.; “Chronica regum Romanorum”, 1459, di Thomas Ebendorfer; “Scriptores rerum Prussicarum”, III, Leipzig, 1860, 87. 3 ) “Pubitschka, Gesch”, IV, app.; ed. Pelzel. Maggio 2007 · Salvami Regina 35

San Giovanni Nepomuceno<br />

Martire del segreto <strong>della</strong><br />

Confessione<br />

Anche se si somma lo splendore di tutti i cristiani che la Boemia<br />

può aver prodotto, non si raggiunge la brillantezza sovrannaturale<br />

di quest’anima che ha cercato e ottenuto la sant<strong>it</strong>à.<br />

Avvenuta da non più di<br />

vent’anni, la caduta<br />

<strong>della</strong> cosiddetta “cortina<br />

di ferro”, non soltanto<br />

ha permesso che<br />

in quei paesi crescessero nuovamente<br />

la speranza e la libertà, ma ha reso più<br />

accessibili a milioni di persone, in tutto<br />

il mondo, alcune delle più splendide<br />

meraviglie culturali ed arch<strong>it</strong>ettoniche<br />

<strong>della</strong> bell’Europa.<br />

Tra queste, è doveroso c<strong>it</strong>are l’incantevole<br />

c<strong>it</strong>tà di Praga, cap<strong>it</strong>ale <strong>della</strong> Repubblica<br />

Ceca, molto famosa per i suoi<br />

antichi edifici di straordinaria bellezza.<br />

I Cechi sono anche conosciuti per<br />

aver offerto al mondo la musica classica<br />

di Dvořák, oltre alla sapor<strong>it</strong>a birra<br />

che porta il nome di una delle sue più<br />

importanti c<strong>it</strong>tà: Pilsen. E ancora, una<br />

delle regioni di questo paese, la Boemia,<br />

produce da secoli cristalli riconosciuti<br />

come modello di raffinatezza e di<br />

bellezza nel mondo intero.<br />

Si può, però, dire con sicurezza<br />

che, anche se si somma lo splendore<br />

di tutti i cristalli che la Boemia può<br />

aver prodotto, non si ottiene la brillantezza<br />

sovrannaturale di un’anima<br />

impegnata a cercare e ottenere<br />

la sant<strong>it</strong>à. Tale è stato l’esempio a noi<br />

Don Mário Beccar Varela<br />

lasciato da uno dei più illustri figli di<br />

queste terre, Giovanni Nepomuceno,<br />

sacerdote e martire in difesa dei dir<strong>it</strong>ti<br />

<strong>della</strong> Santa Chiesa.<br />

Un intrepido sacerdote<br />

Giovanni Nepomuceno nacque nella<br />

c<strong>it</strong>tà di Nepomuk, in una delle valli<br />

<strong>della</strong> Boemia, intorno all’anno 1345.<br />

Già nell’anno 1370 aveva l’incarico di<br />

notaio nella Curia Metropol<strong>it</strong>ana. Nove<br />

anni dopo, fu ordinato sacerdote e<br />

nominato parroco di San Gallo. Nonostante<br />

le incombenze di questa importante<br />

funzione, continuò i suoi studi<br />

di dir<strong>it</strong>to ecclesiastico all’Univers<strong>it</strong>à<br />

di Praga, nella quale ottenne la laurea.<br />

Nel 1382 l’arcivescovo lo inviò a<br />

Padova, dove si specializzò in dir<strong>it</strong>to<br />

canonico, nel 1387. Tornato sub<strong>it</strong>o dopo<br />

a Praga, fu nominato canonico <strong>della</strong><br />

chiesa di Sant’Egidio, ma vi rimase<br />

soltanto due anni. Nell’agosto del<br />

1390 divenne canonico onorario <strong>della</strong><br />

Cattedrale di San V<strong>it</strong>o e vicario generale<br />

di questa già tanto ampia e importante<br />

arcidiocesi. A partire da questo<br />

momento, la Provvidenza lo trasformò<br />

in uomo pubblico.<br />

I sermoni predicati da San Giovanni<br />

Nepomuceno produssero un notevole<br />

cambiamento nei costumi, così fu chiamato<br />

a svolgere l’incarico di confessore<br />

<strong>della</strong> regina grazie alla sua già nota virtù<br />

e alla sicurezza dottrinale da lui tante<br />

volte dimostrata dal pulp<strong>it</strong>o.<br />

La devota regina si metteva docilmente<br />

sotto la direzione spir<strong>it</strong>uale<br />

di un sacerdote tanto virtuoso, ma lo<br />

stesso non succedeva col re. Oltre ad<br />

essere portato a violenti accessi d’ira,<br />

egli fu preso da un infondato sospetto<br />

riguardo alla fedeltà <strong>della</strong> sua sposa.<br />

Siccome non trovava niente che<br />

confermasse questo dubbio, mentre il<br />

suo cuore meschino continuava ad essere<br />

fissato su questa fantasiosa idea,<br />

ordinò di condurre alla sua presenza<br />

il confessore e pretese che questi gli<br />

raccontasse dettagliatamente quello<br />

che nel confessionale gli confidava<br />

la regina. Esterrefatto per l’infondato<br />

sospetto, e molto più per l’inaud<strong>it</strong>a<br />

richiesta, Giovanni Nepomuceno<br />

si rifiutò con fermezza di parlare, affermando<br />

categoricamente il principio<br />

dell’inviolabil<strong>it</strong>à del segreto <strong>della</strong><br />

confessione, lo stesso anche oggi<br />

mantenuto dalla Santa Chiesa:<br />

“Quello che è detto tra le sante pareti<br />

del confessionale, è il più stretto dei<br />

segreti. Le parole pronunciate dal pe-<br />

34 Salvami Regina · Maggio 2007

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