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Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Periodico dell’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />

Numero 48<br />

Maggio 2007<br />

Il primo santo brasiliano<br />

Salvami Regina


Fotos: P. Timothy Ring<br />

Il messaggio di Fatima è un richiamo<br />

alla con<strong>versione</strong>, facendo appello<br />

all’uman<strong>it</strong>à affinché non stia<br />

al gioco del “drago”, il quale con<br />

la “coda trascinava giù un terzo delle stelle<br />

del cielo e le precip<strong>it</strong>ava sulla terra” (Ap<br />

12, 4). L’ultima meta dell’uomo è il Cielo,<br />

sua vera casa, dove il Padre celeste, nel suo<br />

amore misericordioso, é in attesa di tutti.<br />

Dio vuole che nessuno si perda; per questo,<br />

duemila anni fa, ha inviato sulla terra<br />

il suo Figlio a “cercare e salvare ciò che<br />

era perduto” (Lc 19, 10). Egli ci ha salvati<br />

con la sua morte sulla croce. Nessuno renda<br />

vana quella Croce! Gesù è morto e risorto<br />

per essere “il primogen<strong>it</strong>o di molti fratelli”<br />

(Rm 8, 29).<br />

Nella sua sollec<strong>it</strong>udine materna, la Santissima<br />

Vergine è venuta a Fatima, per chiedere<br />

agli uomini di “non offendere più Dio,<br />

Nostro Signore, che è già molto offeso”. È il<br />

dolore di mamma che la induce a parlare;<br />

è in palio la sorte dei suoi figli. Per questo<br />

Ella chiede ai pastorelli: “Pregate, pregate<br />

molto e fate sacrifici per i peccatori; tante<br />

anime finiscono nell’inferno perché non c’è<br />

chi preghi e si sacrifichi per loro”.<br />

(Servo di Dio Giovanni Paolo II –<br />

Brano tratto dall’Omelia a Fatima,<br />

13 maggio 2000)<br />

Statua pellegrina del Cuore<br />

Immacolato di Maria appartenente<br />

agli Araldi del Vangelo


SommariO<br />

Salvami<br />

Regina<br />

Periodico dell’Associazione<br />

Madonna di Fatima - Maria, Stella<br />

<strong>della</strong> Nuova Evangelizzazione<br />

Anno IX, numero 48, Maggio 2007<br />

Direttore responsabile:<br />

Zuccato Alberto<br />

Redazione e Amministrazione:<br />

Via San Marco, 2A<br />

30034 Mira (VE)<br />

CCP 13805353<br />

Aut. Trib. Padova 1646 del 4/5/99<br />

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione<br />

in Abbonamento Postale - D. L.<br />

353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46)<br />

art. 1, comma 2, DR PD<br />

www.araldi.org<br />

www.salvamiregina.<strong>it</strong><br />

Con la collaborazione<br />

dell’Associazione<br />

Privata Internazionale di Fedeli<br />

di Dir<strong>it</strong>to Pontificio<br />

Araldi del Vangelo<br />

Consiglio di redazione:<br />

Guy Gabriel de Ridder, Juliane<br />

Vasconcelos A. Campos, Luis Alberto<br />

Blanco Cortés, Mariana Morazzani<br />

Arráiz, Severiano Antonio<br />

de Oliveira<br />

In Italia:<br />

Viale Vaticano, 84 Sc. A, int. 5<br />

00165 Roma<br />

Tel. sede operativa<br />

a Mira (VE): 041 560 08 91<br />

Montaggio:<br />

Equipe di arti grafiche<br />

degli Araldi del Vangelo<br />

Stampa e rilegatura:<br />

Ist<strong>it</strong>uto Veneto di Arti Grafiche<br />

Gli articoli di questa <strong>rivista</strong> potranno essere<br />

riprodotti, basta che si indichi la fonte e si invii<br />

copia alla Redazione. Il contenuto degli articoli<br />

firmati è di responsabil<strong>it</strong>à dei rispettivi autori.<br />

Scrivono i lettori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4<br />

Il più recente miracolo<br />

di Fra Galvão (Ed<strong>it</strong>oriale) . . . . . . . . . . . . . . . . 5<br />

La voce del Papa<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .6<br />

Ireneo,<br />

il primo grande<br />

teologo <strong>della</strong> Chiesa<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .8<br />

Commento al Vangelo –<br />

L’Ascensione del Signore<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .12<br />

L’uomo con<br />

l’anima in mano<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20<br />

Araldi nel Mondo<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .26<br />

Fatima – 90 anni.<br />

Che bella Signora!<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .30<br />

San Giovanni Nepomuceno<br />

– Martire del segreto<br />

<strong>della</strong> Confessione<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34<br />

L’intercessione<br />

<strong>della</strong> Madonna nell’ora<br />

<strong>della</strong> morte?<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .36<br />

È accaduto nella<br />

Chiesa e nel mondo<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .39<br />

83º Giornata per<br />

l’Univers<strong>it</strong>à Cattolica del<br />

Sacro Cuore, messaggio<br />

Presidenza <strong>della</strong> CEI<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .42<br />

La parola dei Pastori<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .44<br />

Storia per bambini... –<br />

In cucina con<br />

Fra Bartolomeo<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .46<br />

I santi di ogni giorno<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .48<br />

Un faro di virtù<br />

. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50


Scrivono i lettori<br />

Prezioso capolavoro di<br />

diffusione <strong>della</strong> parola di Dio<br />

Ricevo la <strong>rivista</strong> Salvami Regina –<br />

Araldi del Vangelo ogni mese. Grazie<br />

delle bellissime preghiere che vengono<br />

da voi proposte e delle bellissime immagini<br />

contenute. E’ un piacere leggere<br />

questa <strong>rivista</strong>, a mio avviso è un prezioso<br />

capolavoro di diffusione <strong>della</strong> parola<br />

di Dio. Sarei molto grata se fosse<br />

possibile inviarmi il libro “Fatima: il<br />

mio cuore Immacolato Trionferà!” di<br />

Padre João Scognamiglio Clá Dias che<br />

con tanto amore, ricchezza spir<strong>it</strong>uale e<br />

precisione commenta mensilmente alcune<br />

pagine del Vangelo di cui rimango<br />

affascinata. E’ diventato un appuntamento<br />

importante e leggerla e mi dà<br />

tanta emozione e seren<strong>it</strong>à. La Parola di<br />

Dio che viene da voi commentata e testimoniata<br />

mi guida, dandomi le risposte<br />

che cerco. Sicura che il vostro cammino<br />

è illuminato dalla Madonna di<br />

Fatima, vi ringrazio per la luce che irradiate<br />

attraverso la vostra <strong>rivista</strong> e perché<br />

fate capire il vero significato <strong>della</strong><br />

nostra esistenza.<br />

Fernanda C.<br />

Roma (RM)<br />

Segno <strong>della</strong> seren<strong>it</strong>à da r<strong>it</strong>rovare<br />

Mia madre, che è rimasta vedova di<br />

recente, riceve molto conforto dalla lettura<br />

<strong>della</strong> <strong>rivista</strong> Salvami Regina – Araldi<br />

del Vangelo e desidera veramente ricevere<br />

la spilla <strong>della</strong> Madonna come<br />

un segno <strong>della</strong> seren<strong>it</strong>à da r<strong>it</strong>rovare.<br />

Francesca R.<br />

Palermo (PA)<br />

Che l’ardore profetico<br />

dell’evangelizzazione vi<br />

animi sempre più.<br />

Abbiamo ricevuto con regolare<br />

frequenza, per arricchire la nostra<br />

Sala di Lettura e Stampa, la Rivista<br />

Araldi del Vangelo e, data la cordial<strong>it</strong>à<br />

manifestata verso la Chiesa Particolare<br />

di Caicó, che Dio ha voluto<br />

affidare alle cure di un figlio cappuccino<br />

di San Francesco d’Assisi, non<br />

potremmo fare a meno di manifestare<br />

la nostra sensibil<strong>it</strong>à e grat<strong>it</strong>udine,<br />

confermandoci con sinceri sentimenti<br />

di comunione, complimentandoci<br />

per il lavoro <strong>della</strong> Direzione e degli<br />

altri responsabili per la redazione<br />

<strong>della</strong> Rivista, sul cui lavoro invochiamo<br />

la grazia, la misericordia e l’aiuto<br />

di Dio.<br />

Che l’ardore profetico dell’evangelizzazione<br />

vi animi sempre più ad<br />

aprire cammini di v<strong>it</strong>a e speranza per<br />

le persone che cercano Dio con cuore<br />

sincero, in comunione con la Chiesa<br />

di Dio, nella persona del Successore<br />

di Pietro e dei successori degli<br />

Apostoli.<br />

Mons. Manoel Delson Pedreira<br />

da Cruz OFMCap<br />

Vescovo Diocesano di Caicó (Brasile)<br />

Uno strumento per capire<br />

la Misericordia di Dio<br />

La grandezza dell’uomo all’ombra<br />

di Maria, Madre di Gesù. Non sono<br />

le opere che fanno grandi gli uomini,<br />

sono gli uomini che fanno grandi le<br />

opere. Questa <strong>rivista</strong> ne è un esempio.<br />

Il suo messaggio penetra come un caldo<br />

raggio di sole nel cuore di chi è in<br />

ascolto sino ad arrivare all’anima rifornendola<br />

di energia pura che è la Parola<br />

di Dio. Gli Araldi del Vangelo sono<br />

uno strumento per capire la Misericordia<br />

di Dio e Maria è la loro ispiratrice.<br />

Luciano C.<br />

Foggia (FG)<br />

Divulgare la parola di Dio<br />

e la devozione per Maria<br />

Madre dolcissima<br />

Sono grata per le riviste Salvami<br />

Regina-Araldi del Vangelo le quali sono<br />

interessanti e istruttive. Mi piace<br />

molto leggere la v<strong>it</strong>a dei Santi, perché<br />

oltre ad accrescere la fede in Dio<br />

e nella Vergine Santissima mi aiutano<br />

ad avere coraggio nell’affrontare<br />

la v<strong>it</strong>a. Sono lieta per la presenza di<br />

voi Araldi perché vi considero come<br />

Angeli che vanno ad illuminare ogni<br />

angolo del mondo e divulgano la parola<br />

di Dio e la devozione per Maria<br />

Madre dolcissima e amabile.<br />

Anna Maria M.<br />

Avezzano (AQ)<br />

Dall’India: “Il mio cuore si<br />

riempie di amore di Dio”<br />

Sono molto contenta di ricevere<br />

la Rivista Araldi. Ogni numero<br />

mi porta meravigliose lezioni, e apprezzo<br />

non solo i testi, ma anche le<br />

illustrazioni. Il mio cuore si riempie<br />

di amore di Dio, e mi sento rafforzata<br />

nella mia fede. Ho molto apprezzato<br />

l’articolo su Santa Teresa<br />

Benedetta <strong>della</strong> Croce. È incantevole<br />

e suggestivo. Per non parlare<br />

poi del commento di Don João<br />

Scognamiglio Clá riguardo al Sermone<br />

<strong>della</strong> Montagna, che è ancora<br />

meglio. Il nostro mondo ha bisogno<br />

proprio di un intervento divino,<br />

che aiuti l’uman<strong>it</strong>à a capire meglio,<br />

amare e praticare l’insegnamento di<br />

Gesù sulle beat<strong>it</strong>udini.<br />

Phelomena Fernandez<br />

Panijim, Goa (India)<br />

Non si può non essere<br />

attratti da Lei<br />

É da tanto che desideravo scrivervi<br />

e ringraziarvi per la diffusione<br />

dell’amore di Maria e Gesù! Leggo<br />

volentieri la vostra <strong>rivista</strong> e sono<br />

molto orgogliosa di essere benefattrice<br />

<strong>della</strong> vostra associazione. Inv<strong>it</strong>o<br />

quanti non conoscano questa <strong>rivista</strong><br />

a leggerla e guardare negli occhi<br />

il volto di Maria. Non si può non essere<br />

attratti da Lei.<br />

Lina e Attilio L.<br />

Pettoranello di Molse (IS)<br />

Salvami Regina · Maggio 2007


E d<strong>it</strong>oriale<br />

Il più recente miracolo<br />

di Fra’ Galvão<br />

Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D. L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DR PD - Periodico de l’Associazione Madonna di Fatima - Maria, Ste la de la Nuova Evangelizzazione<br />

Numero 48<br />

Maggio 2007<br />

Il primo santo brasiliano<br />

Salvami Regina<br />

Interno <strong>della</strong><br />

cappella del<br />

Monastero <strong>della</strong><br />

Luce, a San Paolo,<br />

Brasile, dove si<br />

venerano i resti<br />

mortali del Santo<br />

(Foto: Gustavo Kralj)<br />

Contemplando il vasto e variegato tessuto sociale di questi e di quei popoli nel<br />

corso <strong>della</strong> Storia, possiamo chiederci quali siano le figure più di spicco che<br />

hanno segnato gli avvenimenti e sono diventate celebri. Se fossimo totalmente<br />

obiettivi, concluderemmo senza grande sforzo a favore dei santi e delle sante. A<br />

volte essi sono passati quasi inosservati persino tra i loro più intimi, ma il tempo finisce<br />

sempre per conferire loro la gloria mer<strong>it</strong>ata.<br />

In realtà, qual è l’essenza <strong>della</strong> sant<strong>it</strong>à? Ascoltiamo alcune opinioni di peso. San<br />

Tommaso d’Aquino, con la seren<strong>it</strong>à di chi vive con la mente negli alti temi <strong>della</strong><br />

teologia, ci dirà che è la perfezione <strong>della</strong> car<strong>it</strong>à, cioè l’unione con Dio, per mezzo<br />

dell’amore. Santa Teresa di Gesù, il cui cuore fu misticamente fer<strong>it</strong>o da un dardo<br />

d’amore di Dio, esclamerà che la conformazione del nostro volere con la volontà di<br />

Dio è l’essenza <strong>della</strong> sant<strong>it</strong>à.<br />

Il Papa Benedetto XVI ha tradotto il concetto di sant<strong>it</strong>à in termini più attuali,<br />

spiegando che “i santi non ‘sono caduti dal Cielo’: sono uomini come noi, con problemi<br />

anche complicati. La sant<strong>it</strong>à non consiste nel non aver mai errato o peccato ; essa<br />

cresce con la capac<strong>it</strong>à di con<strong>versione</strong>, di pentimento, di disponibil<strong>it</strong>à a ricominciare,<br />

e soprattutto con la capac<strong>it</strong>à di riconciliazione e di perdono” (Udienza del 31/1/2007).<br />

In ogni caso la formula più semplice e sublime c’è data da Nostro Signor Gesù Cristo.<br />

Essa è valida in tutti i tempi e luoghi: “Siate perfetti, così come vostro Padre celeste<br />

è perfetto” (Mt 5, 48).<br />

Fra’ Galvão, come figlio di San Francesco, brillò magnificamente col carisma del<br />

suo fondatore, sposandosi con “Sorella Povertà”, infiammato di car<strong>it</strong>á.<br />

Come si vede, la sant<strong>it</strong>à è un qualcosa di semplice da praticare – con l’ausilio <strong>della</strong><br />

grazia – essendo essa alla portata di tutti, come insegna San Paolo: “Questa è la<br />

volontà di Dio: la vostra santificazione” (1Ts 4, 3).<br />

Ora, se tutti devono essere santi, come c’insegna anche il Concilio Vaticano II,<br />

qual è l’obiettivo nel distinguerne solo alcuni, per mezzo di una cerimonia di canonizzazione?<br />

Fa parte <strong>della</strong> pedagogia <strong>della</strong> Chiesa. Presentando il santo come esempio<br />

di v<strong>it</strong>a virtuosa, essa ricorda ai fedeli il loro obbligo, decorrente dal Battesimo,<br />

di tendere costantemente verso la perfezione. Infatti non c’è miglior esortazione<br />

che quella del buon esempio.<br />

È chiaro che il santo, in Cielo, non è indifferente agli onori che la Chiesa gli attribuisce,<br />

attraverso il culto. Avendo sofferto i nostri dolori, egli non è insensibile alle afflizioni<br />

di chi peregrina in questa terra d’esilio, anzi ascolta con particolare attenzione coloro<br />

che, a qualche t<strong>it</strong>olo, sono più legati a lui, come per esempio, i suoi compatrioti.<br />

Fra’ Galvão è il primo santo nato in Brasile. La sua anima, entrando in Cielo, non<br />

ha perso le caratteristiche proprie del brasiliano. È, pertanto, impossibile che egli<br />

non provi compassione dei suoi conterranei e, traboccante di bontà, cerchi di aiutarli<br />

a salire alle sublimi scale <strong>della</strong> sant<strong>it</strong>à.<br />

Il Brasile ha conquistato un sollec<strong>it</strong>o intercessore in Cielo, ora, più di prima,<br />

attento alle richieste dei suoi fratelli brasiliani, disposto perfino a fare miracoli<br />

per aiutarli. La vis<strong>it</strong>a del Papa Benedetto XVI in Brasile non è già un meraviglioso<br />

miracolo di Fra’ Galvão?<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina


Foto: Osservatore Romano<br />

Benedetto XVIU vicino al Cardinale<br />

Camillo Ruini, Mons. Giovanni<br />

Tani, Rettore del Seminario, e i<br />

seminaristi maggiori romani<br />

Conversando con i<br />

seminaristi di Roma<br />

In vis<strong>it</strong>a al Seminario Maggiore Romano, Benedetto XVI ha risposto a<br />

diverse domande dei seminaristi, chiarendo i loro dubbi e stimolandoli a<br />

continuare ad essere fedeli al richiamo del Signore.<br />

Sant<strong>it</strong>à, in confidenza di figli, le<br />

confessiamo la parzial<strong>it</strong>à <strong>della</strong><br />

nostra risposta alla chiamata di<br />

Gesù. Come fare a rispondere ad<br />

una vocazione così esigente come<br />

quella di pastori del popolo santo<br />

di Dio, avvertendo costantemente<br />

la nostra debolezza e incoerenza?<br />

“E’ bene riconoscere la propria debolezza,<br />

perché così sappiamo di aver<br />

bisogno <strong>della</strong> grazia del Signore. Egli<br />

ci consola. Nel collegio degli Apostoli<br />

non c’era solo Giuda, ma anche gli<br />

Apostoli buoni, tuttavia Pietro è caduto<br />

e tante volte il Signore ha rimproverato<br />

la lentezza, la chiusura del<br />

cuore degli Apostoli, la poca fede che<br />

avevano. Quindi ci dimostra che nessuno<br />

di noi è semplicemente all’altezza<br />

di questo grande sì, all’altezza di<br />

celebrare “in persona Christi”, di vivere<br />

coerentemente in questo contesto,<br />

di essere un<strong>it</strong>o a Cristo nella sua missione<br />

di sacerdote.<br />

Il Signore ci ha donato anche, per<br />

la nostra consolazione, le parabole<br />

<strong>della</strong> rete con pesci buoni e non buoni,<br />

del campo dove cresce il grano ed<br />

anche la zizzania. Egli ci fa sapere<br />

di essere venuto proprio per aiutarci<br />

nella nostra debolezza; di non essere<br />

venuto, come Egli dice, per chiamare<br />

i giusti, quelli che pretendono<br />

Salvami Regina · Maggio 2007


di essere già completamente giusti, di<br />

non aver bisogno <strong>della</strong> grazia, quelli<br />

che pregano lodando se stessi, ma di<br />

essere venuto a chiamare quelli che<br />

sanno di essere manchevoli, a provocare<br />

quelli che sanno di aver bisogno<br />

ogni giorno del perdono del Signore,<br />

<strong>della</strong> sua grazia per andare avanti.<br />

Questo mi sembra molto importante:<br />

riconoscere che abbiamo bisogno<br />

di una con<strong>versione</strong> permanente,<br />

non siamo mai semplicemente arrivati.<br />

Sant’Agostino, nel momento <strong>della</strong><br />

con<strong>versione</strong>, pensava di essere arrivato<br />

sulle alture ormai <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a con<br />

Dio, <strong>della</strong> bellezza del sole che è la<br />

sua Parola. Poi ha dovuto capire che<br />

anche il cammino dopo la con<strong>versione</strong><br />

rimane un cammino di con<strong>versione</strong>,<br />

dove non mancano le grandi prospettive,<br />

le gioie, le luci del Signore,<br />

ma anche non mancano valli oscure,<br />

dove dobbiamo andare avanti con fiducia<br />

appoggiandoci alla bontà del<br />

Signore.<br />

Per questo è importante anche il<br />

sacramento <strong>della</strong> Riconciliazione.<br />

Non è giusto pensare che dovremmo<br />

vivere così da non aver mai bisogno<br />

di perdono. Accettare la nostra fragil<strong>it</strong>à,<br />

ma rimanere in cammino, non<br />

arrenderci ma andare avanti e, mediante<br />

il sacramento <strong>della</strong> Riconciliazione,<br />

sempre di nuovo convertirci<br />

per un nuovo inizio e così crescere,<br />

maturare per il Signore, nella nostra<br />

comunione con Lui.<br />

E’ importante, naturalmente, anche<br />

non isolarsi, non pensare di poter<br />

andare avanti da soli. Abbiamo proprio<br />

bisogno <strong>della</strong> compagnia di sacerdoti<br />

e di laici amici, che ci accompagnano<br />

e aiutano. Per un sacerdote<br />

è molto importante, proprio nella<br />

parrocchia, vedere come la gente abbia<br />

fiducia in lui e sperimentare , con<br />

la loro fiducia, anche la loro generos<strong>it</strong>à<br />

nel perdonare le sue debolezze.<br />

I veri amici ci sfidano e ci aiutano ad<br />

essere fedeli in questo cammino. Mi<br />

sembra che questo atteggiamento di<br />

pazienza, di umiltà ci possa aiutare<br />

ad essere buoni con gli altri, ad avere<br />

comprensione per le debolezze degli<br />

altri, ad aiutare anche loro a perdonare<br />

come noi perdoniamo.<br />

Penso di non essere indiscreto se<br />

dico che oggi ho ricevuto una bella<br />

lettera del cardinale Martini: gli avevo<br />

espresso felic<strong>it</strong>azioni per il suo ottantesimo<br />

compleanno – siamo coetanei;<br />

nel ringraziarmi mi ha scr<strong>it</strong>to:<br />

ringrazio soprattutto il Signore per il<br />

dono <strong>della</strong> perseveranza. Oggi – egli<br />

scrive – anche il bene si fa piuttosto<br />

ad tempus, ad experimentum. Il bene,<br />

secondo la sua essenza, si può solo<br />

fare in modo defin<strong>it</strong>ivo; ma per farlo,<br />

abbiamo bisogno <strong>della</strong> grazia <strong>della</strong><br />

perseveranza; prego ogni giorno –<br />

egli concludeva – perché il Signore<br />

mi dia questa grazia. (…)<br />

Il dono <strong>della</strong> perseveranza ci da<br />

gioia e la certezza di essere amati dal<br />

Signore e questo amore ci sostiene, ci<br />

aiuta e non ci lascia nelle nostre debolezze”.<br />

Sant<strong>it</strong>à, nei prossimi mesi, i<br />

miei compagni ed io saremo<br />

ordinati preti. Passeremo dalla<br />

v<strong>it</strong>a ben strutturata dalle regole<br />

del seminario, alla s<strong>it</strong>uazione<br />

ben più articolata delle nostre<br />

parrocchie. Quali consigli può<br />

darci per vivere al meglio l’inizio<br />

del nostro ministero presb<strong>it</strong>erale?<br />

“Dunque, qui in seminario avete<br />

una v<strong>it</strong>a ben articolata. Io direi, come<br />

primo punto, è importante anche<br />

nella v<strong>it</strong>a di pastori <strong>della</strong> Chiesa,<br />

nella v<strong>it</strong>a quotidiana del sacerdote,<br />

conservare, per quanto possibile,<br />

un certo ordine: che non manchi mai<br />

la Messa – senza l’Eucaristia un giorno<br />

è incompleto e perciò cresciamo<br />

già nel Seminario con questa l<strong>it</strong>urgia<br />

quotidiana; mi sembra molto importante<br />

che sentiamo il bisogno di essere<br />

col Signore nell’Eucaristia, che<br />

non sia un dovere professionale ma<br />

realmente un dovere sent<strong>it</strong>o interiormente.<br />

…Che non manchi mai l’Eucaristia.<br />

(…)<br />

Naturalmente dobbiamo fare tutto<br />

quello che impone la v<strong>it</strong>a pastorale,<br />

la v<strong>it</strong>a di un vice-parroco, di un parroco<br />

o delle altre mansioni sacerdotali.<br />

Ma, direi, non dimenticare mai<br />

questi punti fissi, che sono l’Eucaristia<br />

e la L<strong>it</strong>urgia delle Ore, così da<br />

avere nel giorno un certo ordine che,<br />

come avevo detto inizialmente, non<br />

devo inventare sempre di nuovo “Serva<br />

ordinem et ordo servab<strong>it</strong> te”, abbiamo<br />

imparato. E’ una parola vera.<br />

Poi è importante non perdere<br />

la comunione con gli altri sacerdoti,<br />

con i compagni di via e non perdere<br />

il contatto personale con la Parola<br />

di Dio, la med<strong>it</strong>azione. Come fare?<br />

Io ho una ricetta abbastanza semplice:<br />

combinare la preparazione dell’omelia<br />

domenicale con la med<strong>it</strong>azione<br />

personale, per far si che queste<br />

parole non siano dette solo agli altri,<br />

ma siano realmente parole dette dal<br />

Signore a me stesso, e maturate in un<br />

colloquio personale col Signore.<br />

Perché ciò sia possibile, il mio consiglio<br />

è di cominciare già il lunedì,<br />

perché se si comincia al sabato è troppo<br />

tardi, la preparazione viene affrettata,<br />

e forse l’ispirazione manca, perché<br />

ci sono altre cose nella testa. Perciò,<br />

direi, già il lunedì, leggere semplicemente<br />

le letture <strong>della</strong> prossima<br />

domenica che forse appaiono molto<br />

inaccessibili. Un po’ come quelle pietre<br />

di Massa e Meriba, dove Mosè dice:<br />

“Ma come può venire acqua da<br />

queste pietre?”.<br />

Lasciamo stare, lasciamo che il<br />

cuore le digerisca, queste letture;<br />

nel subcosciente le parole lavorano<br />

e ogni giorno un po’ r<strong>it</strong>ornano. Ovviamente<br />

si dovranno anche consultare<br />

dei libri, per quanto è possibile.<br />

E con questo lavorìo interiore, giorno<br />

per giorno, si vede come man mano<br />

matura una risposta; man mano<br />

si apre questa parola, diventa parola<br />

per me. E poiché sono un contemporaneo,<br />

essa diventa una parola anche<br />

per gli altri.<br />

(Incontro di Benedetto XVI<br />

con i seminaristi <strong>della</strong> Diocesi<br />

di Roma, 17/2/2007)<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina


I<br />

Ireneo, il primo grande<br />

teologo <strong>della</strong> Chiesa<br />

Proseguendo le catechesi sulle grandi figure <strong>della</strong> Chiesa dei primi secoli, Papa<br />

Benedetto XVI, all’Udienza Generale del 28 marzo 2007, è arrivato a Sant’Ireneo<br />

di Lione, uomo di fede, Pastore e campione <strong>della</strong> lotta contro le eresie.<br />

reneo nacque, con tutta probabil<strong>it</strong>à,<br />

a Smirne (oggi Izmir, in Turchia)<br />

verso il 135-140, dove ancor<br />

giovane fu alla scuola del Vescovo Policarpo,<br />

discepolo a sua volta dell’apostolo<br />

Giovanni. Non sappiamo quando<br />

si trasferì dall’Asia Minore in Gallia,<br />

ma lo spostamento dovette coincidere<br />

con i primi sviluppi <strong>della</strong> comun<strong>it</strong>à<br />

cristiana di Lione: qui, nel 177, troviamo<br />

Ireneo annoverato nel collegio dei<br />

presb<strong>it</strong>eri. Proprio in quell’anno egli fu<br />

mandato a Roma, latore di una lettera<br />

<strong>della</strong> comun<strong>it</strong>à di Lione al Papa Eleuterio.<br />

La missione romana sottrasse<br />

Ireneo alla persecuzione di Marco Aurelio,<br />

nella quale caddero almeno quarantotto<br />

martiri, tra cui lo stesso Vescovo<br />

di Lione, il novantenne Potino, morto<br />

per maltrattamenti in carcere. Così,<br />

al suo r<strong>it</strong>orno, Ireneo fu eletto Vescovo<br />

<strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà. Il nuovo Pastore si dedicò<br />

totalmente al ministero episcopale,<br />

che si concluse verso il 202-203, forse<br />

con il martirio.<br />

Ireneo è innanz<strong>it</strong>utto un uomo di<br />

fede e un Pastore. Del buon Pastore<br />

ha il senso <strong>della</strong> misura, la ricchezza<br />

<strong>della</strong> dottrina, l’ardore missionario.<br />

Come scr<strong>it</strong>tore, persegue un duplice<br />

scopo: difendere la vera dottrina dagli<br />

assalti degli eretici, ed esporre con<br />

chiarezza le ver<strong>it</strong>à <strong>della</strong> fede.<br />

Campione <strong>della</strong> lotta<br />

contro le eresie<br />

A questi fini corrispondono esattamente<br />

le due opere che di lui ci rimangono:<br />

i cinque libri Contro le eresie<br />

e l’Esposizione <strong>della</strong> predicazione<br />

apostolica (che si può anche chiamare<br />

il più antico “catechismo <strong>della</strong> dottrina<br />

cristiana”). In defin<strong>it</strong>iva, Ireneo è il<br />

campione <strong>della</strong> lotta contro le eresie.<br />

La Chiesa del II secolo era minacciata<br />

dalla cosiddetta gnosi, una dottrina<br />

la quale affermava che la fede insegnata<br />

nella Chiesa sarebbe solo un<br />

simbolismo per i semplici, che non sono<br />

in grado di capire cose difficili; invece,<br />

gli iniziati, gli intellettuali – gnostici,<br />

si chiamavano – avrebbero cap<strong>it</strong>o<br />

quanto sta dietro questi simboli, e<br />

così avrebbero formato un cristianesimo<br />

el<strong>it</strong>ario, intellettualista. Ovviamente<br />

questo cristianesimo intellettualista<br />

si frammentava sempre più in<br />

diverse correnti con pensieri spesso<br />

strani e stravaganti, ma attraenti per<br />

molti. Un elemento comune di queste<br />

diverse correnti era il dualismo, cioé<br />

si negava la fede nell’unico Dio Padre<br />

di tutti, Creatore e Salvatore dell’uomo<br />

e del mondo. Per spiegare il male<br />

nel mondo, essi affermavano l’esistenza,<br />

accanto al Dio buono, di un principio<br />

negativo il quale avrebbe prodotto<br />

le cose materiali,quindi la materia.<br />

Radicandosi saldamente nella dottrina<br />

biblica <strong>della</strong> creazione, Ireneo<br />

confuta il dualismo e il pessimismo<br />

gnostico che svalutavano le realtà corporee.<br />

Egli rivendica decisamente<br />

l’originaria sant<strong>it</strong>à <strong>della</strong> materia, del<br />

corpo, <strong>della</strong> carne, non meno che dello<br />

spir<strong>it</strong>o. Ma la sua opera va ben oltre<br />

la confutazione dell’eresia: si può dire<br />

infatti che si presenta come il primo<br />

grande teologo <strong>della</strong> Chiesa, il quale<br />

ha creato la teologia sistematica; egli<br />

stesso parla del sistema <strong>della</strong> teologia,<br />

cioé dell’interna coerenza di tutta la<br />

fede. Al centro <strong>della</strong> sua dottrina sta<br />

la questione <strong>della</strong> “regola <strong>della</strong> fede”<br />

e <strong>della</strong> sua trasmissione. Per Ireneo la<br />

“regola <strong>della</strong> fede” coincide in pratica<br />

con il Credo degli Apostoli, e ci dà la<br />

chiave per interpretare il Vangelo,ed il<br />

Credo alla luce del Vangelo.<br />

Il vero insegnamento non è quello<br />

inventato degli intell<strong>it</strong>tuali, bensì<br />

è quello inpart<strong>it</strong>o dai Vescovi<br />

Il simbolo apostolico, che è una<br />

sorta di sintesi del Vangelo, ci aiuta a<br />

capire che cosa vuol dire, come dobbiamo<br />

leggere il Vangelo stesso.<br />

Di fatto il Vangelo predicato da Ireneo<br />

è quello che egli ha ricevuto da Policarpo,<br />

Vescovo di Smirne, e il Vangelo<br />

di Policarpo risale all’apostolo Giovanni,<br />

di cui Policarpo era discepolo.<br />

Così il vero insegnamento non è quello<br />

inventato dagli intellettuali al di là<br />

<strong>della</strong> fede semplice <strong>della</strong> Chiesa, bensì<br />

è quello impart<strong>it</strong>o dai Vescovi che lo<br />

hanno ricevuto in una catena ininterrotta<br />

dagli Apostoli. Questi non hanno<br />

insegnato altro che proprio questa<br />

fede semplice, che è anche la vera profond<strong>it</strong>à<br />

<strong>della</strong> rivelazione di Dio. Così –<br />

ci dice Ireneo – non c’è una dottrina<br />

segreta dietro il comune Credo <strong>della</strong><br />

Chiesa. Non esiste un cristianesimo<br />

Salvami Regina · Maggio 2007


superiore per intellettuali. La fede<br />

pubblicamente confessata dalla<br />

Chiesa è la fede comune a tutti.<br />

Solo questa fede è apostolica,<br />

viene dagli Apostoli, cioé da Gesù<br />

e da Dio.<br />

Aderendo a questa fede trasmessa<br />

pubblicamente dagli Apostoli<br />

ai loro successori, i cristiani<br />

devono osservare quanto i Vescovi<br />

dicono, devono considerare<br />

specialmente l’insegnamento<br />

<strong>della</strong> Chiesa di Roma, preminente<br />

e antichissima. Questa Chiesa,<br />

a causa <strong>della</strong> sua antich<strong>it</strong>à, ha la<br />

maggiore apostolic<strong>it</strong>à, infatti trae<br />

origine dalle colonne del Collegio<br />

apostolico, Pietro e Paolo. Con la<br />

Chiesa di Roma devono accordarsi<br />

tutte le Chiese, riconoscendo in<br />

essa la misura <strong>della</strong> vera tradizione<br />

apostolica, dell’unica fede comune<br />

<strong>della</strong> Chiesa.<br />

La ver<strong>it</strong>à e la salvezza non<br />

sono privilegio e monopolio di pochi<br />

Agnibh er aliquat laortisi.<br />

Con tali argomenti, qui molto brevemente<br />

riassunti, Ireneo confuta<br />

dalle fondamenta le pretese di questi<br />

gnostici, di questi intellettuali: anz<strong>it</strong>utto<br />

essi non posseggono una ver<strong>it</strong>à<br />

che sarebbe superiore a quella <strong>della</strong><br />

fede comune, perché quanto essi<br />

dicono non è di origine apostolica, è<br />

inventato da loro; in secondo luogo,<br />

la ver<strong>it</strong>à e la salvezza non sono privilegio<br />

e monopolio di pochi, ma tutti<br />

le possono raggiungere attraverso<br />

la predicazione dei successori degli<br />

Apostoli, e soprattutto del Vescovo<br />

di Roma. In particolare – sempre<br />

polemizzando con il carattere “segreto”<br />

<strong>della</strong> tradizione gnostica, e notandone<br />

gli es<strong>it</strong>i molteplici e fra loro contradd<strong>it</strong>tori<br />

– Ireneo si preoccupa di illustrare<br />

il genuino concetto di Tradizione<br />

apostolica, che possiamo riassumere<br />

in tre punti.<br />

a) La Tradizione apostolica è<br />

“pubblica”, non privata o segreta.<br />

Per Ireneo non c’è alcun dubbio che<br />

il contenuto <strong>della</strong> fede trasmessa dalla<br />

Chiesa è quello ricevuto dagli Apostoli<br />

e da Gesù, dal Figlio di Dio. Non<br />

esiste altro insegnamento che questo.<br />

Chi vuole pertanto conoscere la vera<br />

dottrina basta che conosca “la Tradizione<br />

che viene dagli Apostoli e la fede<br />

annunciata agli uomini”: tradizione<br />

e fede che “sono giunte fino a noi<br />

attraverso la successione dei vescovi”<br />

(Adv. Haer. 3,3,3-4). Così successione<br />

dei Vescovi, principio personale e<br />

Tradizione apostolica, principio dottrinale<br />

coincidono.<br />

b) La Tradizione apostolica è<br />

“unica”, mentre lo gnosticismo è<br />

suddiviso in molteplici sètte. La Tradizione<br />

<strong>della</strong> Chiesa è unica nei suoi<br />

contenuti fondamentali, che – come<br />

abbiamo visto – Ireneo chiama appunto<br />

regula fidei o ver<strong>it</strong>atis: proprio<br />

perchè è unica, crea un<strong>it</strong>à attraverso<br />

i popoli, attraverso le culture<br />

diverse, attraverso i popoli diversi;<br />

è un contenuto comune come<br />

la ver<strong>it</strong>à, nonostante la divers<strong>it</strong>à delle<br />

lingue e delle culture. C’è una frase<br />

molto preziosa di sant’Ireneo nel<br />

libro Contro le eresie: “La Chiesa,<br />

benché disseminata in tutto il mondo,<br />

custodisce con cura [la fede<br />

degli Apostoli], come se ab<strong>it</strong>asse<br />

una casa sola; allo stesso modo<br />

crede in queste ver<strong>it</strong>à, come<br />

se avesse una sola anima e<br />

lo stesso cuore; in pieno accordo<br />

queste ver<strong>it</strong>à proclama, insegna<br />

e trasmette, come se avesse<br />

una sola bocca. Le lingue del<br />

mondo sono diverse, ma la potenza<br />

<strong>della</strong> tradizione è unica e<br />

la stessa: le Chiese fondate nelle<br />

Germanie non hanno ricevuto<br />

né trasmettono una fede diversa,<br />

né quelle fondate nelle<br />

Spagne o tra i Celti o nelle regioni<br />

orientali o in Eg<strong>it</strong>to o in<br />

Libia o nel centro del mondo”<br />

(1,10,1-2). Si vede già in questo<br />

momento, siamo nell’anno<br />

200, l’universal<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Chiesa,<br />

la sua cattolic<strong>it</strong>à e la forza unificante<br />

<strong>della</strong> ver<strong>it</strong>à, che unisce<br />

queste realtà così diverse, dalla<br />

Germania, alla Spagna, all’Italia,<br />

all’Eg<strong>it</strong>to, alla Libia, nella comune<br />

ver<strong>it</strong>à rivelataci da Cristo.<br />

c) Infine, la Tradizione apostolica<br />

è, come lui dice nella lingua greca<br />

nella quale ha scr<strong>it</strong>to il suo libro,<br />

“pneumatica”, cioè spir<strong>it</strong>uale, guidata<br />

dallo Spir<strong>it</strong>o Santo: in greco spir<strong>it</strong>o<br />

si dice pneuma. Non si tratta infatti<br />

di una trasmissione affidata all’abil<strong>it</strong>à<br />

di uomini più o meno dotti,<br />

ma allo Spir<strong>it</strong>o di Dio, che garantisce<br />

la fedeltà <strong>della</strong> trasmissione<br />

<strong>della</strong> fede. E’ questa la “v<strong>it</strong>a” <strong>della</strong><br />

Chiesa, ciò che rende la Chiesa sempre<br />

fresca e giovane, cioè feconda di<br />

molteplici carismi. Chiesa e Spir<strong>it</strong>o<br />

per Ireneo sono inseparabili: “Questa<br />

fede”, leggiamo ancora nel terzo<br />

libro Contro le eresie, “l’abbiamo<br />

ricevuta dalla Chiesa e la custodiamo:<br />

la fede, per opera dello Spir<strong>it</strong>o<br />

di Dio, come un depos<strong>it</strong>o prezioso<br />

custod<strong>it</strong>o in un vaso di valore ringiovanisce<br />

sempre e fa ringiovanire anche<br />

il vaso che la contiene... Dove è<br />

la Chiesa, lì è lo Spir<strong>it</strong>o di Dio; e dove<br />

è lo Spir<strong>it</strong>o di Dio, lì è la Chiesa e<br />

ogni grazia” (3,24,1).<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina


Il Papa ascolta la domanda<br />

di mons. Pasquale Silla,<br />

durante l’Incontro<br />

col Clero di Roma<br />

I movimenti ecclesiali e la loro<br />

integrazione nella Chiesa<br />

Nel suo tradizionale incontro quaresimale con il clero <strong>della</strong><br />

Diocesi di Roma, il Papa ha risposto ad un’importante questione sui movimenti<br />

ecclesiali e le nuove comun<strong>it</strong>à.<br />

Mi sembra che abbiamo<br />

due regole fondamentali,<br />

delle<br />

quali Lei ha parlato.<br />

La prima ce l’ha data<br />

San Paolo nella Prima Lettera ai Tessalonicesi:<br />

non spegnere i carismi. Se il<br />

Signore ci dà nuovi doni dobbiamo essere<br />

grati, anche se a volte sono scomodi.<br />

E’ una bella cosa che, senza iniziativa<br />

<strong>della</strong> gerarchia, con un’iniziativa dal<br />

basso, come si dice, ma anche con una<br />

che viene realmente dall’Alto, cioè come<br />

dono dello Spir<strong>it</strong>o Santo, nascano<br />

nuove forme di v<strong>it</strong>a nella Chiesa, come<br />

del resto sono nate in tutti i secoli.<br />

Inizialmente erano sempre scomode:<br />

anche San Francesco era molto<br />

scomodo e per il Papa era molto<br />

difficile dare una forma canonica ad<br />

una realtà che era molto più grande<br />

dei regolamenti giuridici. Per San<br />

Francesco era un grandissimo sacrificio<br />

lasciarsi incastrare in questo scheletro<br />

giuridico, ma alla fine è nata così<br />

una realtà che vive ancor oggi e che<br />

vivrà in futuro: essa dà forza e nuovi<br />

elementi alla v<strong>it</strong>a <strong>della</strong> Chiesa.<br />

Voglio solo dire questo: in tutti i<br />

secoli sono nati Movimenti. Anche<br />

San Benedetto, inizialmente, era un<br />

Movimento. Si inseriscono nella v<strong>it</strong>a<br />

<strong>della</strong> Chiesa non senza sofferenze,<br />

non senza difficoltà. San Benedetto<br />

stesso ha dovuto correggere<br />

l’iniziale direzione del monachesimo.<br />

Anche nel nostro secolo il Signore,<br />

lo Spir<strong>it</strong>o Santo, ci ha dato<br />

nuove iniziative con nuovi aspetti<br />

<strong>della</strong> v<strong>it</strong>a cristiana: vissute da persone<br />

umane con i loro lim<strong>it</strong>i, esse<br />

creano anche difficoltà.<br />

10 Salvami Regina · Maggio 2007


Due regole per convivere<br />

con i nuovi movimenti<br />

Prima regola dunque: non spegnere<br />

i carismi, essere grati anche<br />

se sono scomodi. La seconda regola<br />

è questa: la Chiesa è una; se i Movimenti<br />

sono realmente doni dello<br />

Spir<strong>it</strong>o Santo, si inseriscono e servono<br />

la Chiesa e nel dialogo paziente<br />

tra Pastori e Movimenti nasce<br />

una forma feconda dove questi<br />

elementi diventano edificanti per la<br />

Chiesa di oggi e di domani.<br />

Questo dialogo è a tutti i livelli.<br />

Cominciando dal parroco, dal Vescovo<br />

e dal Successore di Pietro è in corso<br />

la ricerca delle opportune strutture:<br />

in molti casi la ricerca ha già dato<br />

i suoi frutti.<br />

In altri si sta ancora studiando.<br />

Ad esempio, ci si domanda se, dopo<br />

cinque anni di esperimento, si debbano<br />

confermare in modo defin<strong>it</strong>ivo<br />

gli Statuti per il Cammino Neocatecumenale<br />

o se ancora ci voglia un<br />

tempo di esperimento o se si debbano<br />

forse un po’ r<strong>it</strong>occare alcuni elementi<br />

di questa struttura.<br />

In ogni caso, io ho conosciuto i<br />

Neocatecumenali dall’inizio. E’ stato<br />

un Cammino lungo, con molte complicazioni<br />

che esistono anche oggi,<br />

ma abbiamo trovato una forma ecclesiale<br />

che ha già molto migliorato il<br />

rapporto tra il Pastore e il Cammino.<br />

Andiamo avanti così! Lo stesso vale<br />

per gli altri Movimenti.<br />

Promuovere il dialogo per trovare<br />

insieme il miglior cammino<br />

Adesso come sintesi delle due<br />

regole fondamentali direi: grat<strong>it</strong>udine,<br />

pazienza e accettazione anche<br />

delle sofferenze che sono inev<strong>it</strong>abili.<br />

In un matrimonio ci sono sempre<br />

sofferenze e tensioni. Tuttavia si va<br />

avanti e così matura il vero amore.<br />

Lo stesso avviene nella comun<strong>it</strong>à<br />

<strong>della</strong> Chiesa: abbiamo pazienza<br />

insieme. Anche i diversi livelli <strong>della</strong><br />

gerarchia – dal parroco, al Vescovo,<br />

al Sommo Pontefice – devono<br />

avere insieme un continuo scambio<br />

di idee, devono promuovere il colloquio<br />

per trovare insieme la strada<br />

migliore.<br />

Le esperienze dei parroci sono<br />

fondamentali, ma poi anche le esperienze<br />

del Vescovo e, diciamo, la prospettiva<br />

universale del Papa, hanno<br />

un proprio luogo teologico e pastorale<br />

nella Chiesa.<br />

Quindi, da una parte, questo insieme<br />

di diversi livelli <strong>della</strong> gerarchia;<br />

dall’altra, l’insieme vissuto<br />

nelle parrocchie, con pazienza e<br />

apertura, in obbedienza al Signore,<br />

crea realmente la v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à nuova <strong>della</strong><br />

Chiesa.<br />

Siamo grati allo Spir<strong>it</strong>o Santo per i<br />

doni che ci ha dato. Siamo obbedienti<br />

alla voce dello Spir<strong>it</strong>o, ma siamo anche<br />

chiari nell’integrare questi elementi<br />

nella v<strong>it</strong>a: questo cr<strong>it</strong>erio serve,<br />

alla fine, la Chiesa concreta e così<br />

con pazienza, con coraggio e con generos<strong>it</strong>à<br />

certamente il Signore ci guiderà<br />

e ci aiuterà.<br />

(Incontro coi parroci ed il clero<br />

<strong>della</strong> Diocesi di Roma, 22/2/2007)<br />

In quanto realmente doni <strong>della</strong> Spir<strong>it</strong>o Santo, i movimenti s’inseriscono<br />

nella Chiesa e la servono, ha affermato Benedetto XVI<br />

Tutti i dir<strong>it</strong>ti sui documenti pontifici sono riservati alla Libreria Ed<strong>it</strong>rice Vaticana. La <strong>versione</strong> integrale di<br />

questi documenti può essere trovata in www.salvamiregina.<strong>it</strong>/lavocedelpapa<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 11


Commento al Vangelo – Solenn<strong>it</strong>à dell’Ascensione del Signore<br />

L’Ascensione del Signore<br />

I frutti dell’Ascensione ci beneficiano ad ogni istante, e<br />

proprio come l’ultima benedizione di Gesù agli Apostoli,<br />

sul Monte degli Ulivi, si prolungano attraverso la Storia<br />

fino ad ognuno di noi.<br />

Don João Scognamiglio Clá Dias<br />

Presidente Generale<br />

a Vangelo A<br />

46<br />

“Così sta scr<strong>it</strong>to: il Cristo dovrà patire<br />

e risusc<strong>it</strong>are dai morti il terzo giorno 47 e<br />

nel suo nome saranno predicati a tutte le<br />

genti la con<strong>versione</strong> e il perdono dei peccati,<br />

cominciando da Gerusalemme. 48 Di<br />

questo voi siete testimoni. 49 E io manderò<br />

su di voi quello che il Padre mio ha<br />

promesso; ma voi restate in c<strong>it</strong>tà, finché<br />

non siate rivest<strong>it</strong>i di potenza dall’alto”. 50<br />

Poi li condusse fuori verso Betania e, alzate<br />

le mani, li benedisse. 51 Mentre li benediceva,<br />

si staccò da loro e fu portato<br />

verso il cielo. 52 Ed essi, dopo averlo adorato,<br />

tornarono a Gerusalemme con grande<br />

gioia; 53 e stavano sempre nel tempio<br />

lodando Dio. (Lc 24, 46-53)<br />

I – Suprema glorificazione<br />

di Cristo<br />

A volte, la perforazione prodotta<br />

da un ago è più dannosa del colpo<br />

di un martello, soprattutto quando<br />

essa raggiunge punti v<strong>it</strong>ali. Questo<br />

paragone può acquistare ancor<br />

più sostanza ed espressiv<strong>it</strong>à se rifer<strong>it</strong>o<br />

al campo <strong>della</strong> polemica dottrinale,<br />

come si è verificato nella confutazione<br />

di San Bernardo al giudeo<br />

che, nell’alto del Calvario, ha<br />

sfidato Cristo nella sua agonia: “Se<br />

sei il Figlio di Dio, scendi dalla Croce”<br />

(cfr. Mt 27, 42; Mc 15, 32). Secondo<br />

il Fondatore di Chiaravalle,<br />

questo argomento è mal concep<strong>it</strong>o<br />

per comprovare l’origine divina di<br />

Gesù, poiché la regal<strong>it</strong>à e più ancora<br />

la divin<strong>it</strong>à di un essere, non si manifestano<br />

con l’atto di discendere ma<br />

all’esatto contrario, con quello di salire.<br />

E’ stato esattamente ciò che si è<br />

verificato con Gesù, quaranta giorni<br />

12 Salvami Regina · Maggio 2007


dopo la sua trionfale Resurrezione.<br />

Per questo, l’Ascensione del Signore<br />

al Cielo, da un certo punto di vista, è<br />

la festa che riveste l’importanza maggiore<br />

nel rappresentare la glorificazione<br />

suprema di Gesù. Egli stesso<br />

l’aveva chiesta al Padre: “Glorificami<br />

davanti a te, con quella gloria che<br />

avevo presso di te prima che il mondo<br />

fosse” (Gv 17, 5); “Padre, è giunta<br />

l’ora, glorifica il Figlio tuo, perché<br />

il Figlio glorifichi te” (Ibid. v.1). Si<br />

comprende così la manifestazione di<br />

gioia dei Santi Padri nel commentare<br />

questa glorificazione dell’Agnello<br />

di Dio. “La gloria<br />

di Gesù si<br />

completa con la<br />

sua Resurrezione<br />

e Ascensione.<br />

(…) Abbiamo,<br />

dunque, il Signore,<br />

nostro Salvatore,<br />

Gesù Cristo,<br />

prima pendente<br />

da una trave di<br />

legno e ora assiso<br />

in Cielo. Appeso<br />

alla trave, pagava<br />

il prezzo del nostro<br />

riscatto; seduto<br />

in Cielo, raccoglie<br />

ciò che ha<br />

acquistato”().<br />

La morte<br />

non ha sepolto Gesù nell’oblio<br />

Di fatto, questo giubilo a propos<strong>it</strong>o<br />

dell’Ascensione, che pervade<br />

l’anima dei santi e si manifesta così<br />

evidente nel testo dell’Ufficio Divino<br />

e nella stessa L<strong>it</strong>urgia di oggi, ha<br />

un solido fondamento, poiché mai si<br />

è sent<strong>it</strong>o dire che qualcuno, al momento<br />

di lasciare questo mondo, si<br />

sia sollevato sotto lo sguardo di centinaia<br />

di testimoni e, facendo affidamento<br />

sul suo proprio potere, sia asceso<br />

al Cielo.<br />

Anzi, proprio al contrario, dopo<br />

la morte, i nostri corpi gelidi e inerti<br />

scendono nel seno <strong>della</strong> terra e, nella<br />

maggior parte dei casi, se ne spegne<br />

Da un certo<br />

punto di vista,<br />

l’Ascensione<br />

del Signore<br />

al Cielo cost<strong>it</strong>uisce<br />

la festa di maggior<br />

importanza<br />

nel rappresentare<br />

la glorificazione<br />

suprema di<br />

Cristo Gesù<br />

perfino il ricordo nella mente di coloro<br />

che rimangono. Per ciò che riguarda<br />

Cristo, si è verificato esattamente<br />

l’opposto, poiché non solo il<br />

ricordo dei suoi insegnamenti, dei<br />

suoi atti e persino <strong>della</strong> sua storia<br />

si è trasmesso nei secoli, ma anche<br />

i suoi testimoni, dotati di un potere<br />

soprannaturale, hanno fatto echeggiare<br />

i loro racconti tra i popoli e<br />

attraverso le generazioni. A tal fine,<br />

hanno contribu<strong>it</strong>o i quaranta giorni<br />

di permanenza di Gesù risorto tra i<br />

discepoli. La loro debolezza certamente<br />

esigeva questo potente rimedio,<br />

poiché gli<br />

episodi intorno<br />

alla Passione del<br />

Signore scossero<br />

la sensibil<strong>it</strong>à psicologica<br />

e persino<br />

la stessa virtù<br />

<strong>della</strong> fede di tutti<br />

loro.<br />

Le prospettive<br />

umane degli<br />

Apostoli<br />

rendevano<br />

difficile la<br />

loro visione<br />

sovrannaturale<br />

del Messia<br />

Le prime notizie<br />

sulla Resurrezione<br />

hanno lasciato increduli gli<br />

Apostoli, al punto che Tommaso si<br />

è convinto soltanto toccando le piaghe<br />

del Signore. Si comprende la logica<br />

di queste reazioni, perché, nella<br />

loro uman<strong>it</strong>à, formati nella prospettiva<br />

di un Messia con forti tratti pol<strong>it</strong>ici,<br />

ab<strong>it</strong>uati nel corso di tre anni<br />

ad una convivenza tutta fatta di paterno<br />

e penetrante affetto, solo in<br />

questo modo avrebbero potuto sentirsi<br />

protetti, assunti e trasformati.<br />

Per questo desideravano perpetuare<br />

“Ascensione di Gesù”<br />

Dettaglio del tr<strong>it</strong>tico del Beato Angelico<br />

Galleria Nazionale d’Arte Antica – Roma<br />

Foto Scala


quel rapporto a partire<br />

dal punto in cui si era<br />

interrotto con quella<br />

morte così ignominiosa.<br />

Tuttavia, i veli <strong>della</strong><br />

carne mortale oscuravano<br />

loro la reale visione<br />

<strong>della</strong> divin<strong>it</strong>à<br />

del Salvatore. Era indispensabile<br />

sost<strong>it</strong>uire<br />

l’esperienza troppo<br />

umana con un’altra<br />

più elevata, nella quale<br />

fossero loro palpabili,<br />

per così dire, i riflessi<br />

dell’Anima gloriosa<br />

di Gesù sul suo Sacro<br />

Corpo. Per poter<br />

compiere la sua missione<br />

redentrice, Egli<br />

aveva fatto un miracolo<br />

a scap<strong>it</strong>o delle sue<br />

stesse qual<strong>it</strong>à, rompendo<br />

leggi da Lui create. Dal primo istante<br />

<strong>della</strong> sua Concezione, nel seno<br />

<strong>della</strong> Vergine Maria, la sua Santissima<br />

Anima godeva <strong>della</strong> visione<br />

beatifica e, di conseguenza, il<br />

suo adorabile Corpo avrebbe dovuto<br />

essere stato glorioso. Se così fosse,<br />

tuttavia, Egli non avrebbe potuto<br />

patire. Ora, per questa ragione,<br />

i discepoli finirono per ab<strong>it</strong>uarsi ad<br />

un’interpretazione riguardo il Figlio<br />

di Dio molto lontana da quella che<br />

avranno in Cielo, arrivando al punto<br />

che gli Apostoli sono stati gli unici<br />

a comunicare il Corpo sofferente<br />

di Gesù nell’Eucaristia, distribu<strong>it</strong>a<br />

nella Santa Cena.<br />

Victor Toniolo<br />

Perché Gesù è vissuto insieme<br />

agli Apostoli per quaranta<br />

giorni, in Corpo glorioso<br />

Si può allora comprendere quanto,<br />

dopo la Passione di Gesù, la nostalgia<br />

degli Apostoli e dei discepoli<br />

ruotasse attorno ad una relazione<br />

in qualche modo equivoca. Si percepisce<br />

meglio anche la necess<strong>it</strong>à<br />

che il Redentore convivesse con loro<br />

quaranta giorni in Corpo glorio-<br />

so, perché Gesù “non ha voluto che<br />

rimanessero sempre carnali neppure<br />

amandoLo con amore terreno. Volevano<br />

che rimanesse sempre con loro,<br />

carnalmente, mossi dallo stesso affetto<br />

per cui Pietro temeva di vederLo<br />

I discepoli<br />

hanno fin<strong>it</strong>o<br />

per ab<strong>it</strong>uarsi ad<br />

un’interpretazione<br />

riguardo al Figlio di<br />

Dio molto lontana<br />

da quella che si<br />

avrà in Cielo<br />

soffrire. Lo consideravano loro maestro,<br />

consolatore e protettore, uomo,<br />

alla fine, come loro stessi; e se non<br />

avessero visto qualcosa di diverso Lo<br />

avrebbero giudicato assente, visto che<br />

Lui era presente in tutti i luoghi con<br />

la sua maestà”.<br />

Nell’Eucaristia,<br />

Gesù è realmente<br />

tra noi, sotto i veli<br />

delle Sacre Specie<br />

D’altra parte, di<br />

fronte al ricordo traumatico<br />

dei giorni <strong>della</strong><br />

Passione, “conveniva<br />

ora elevare loro l’animo<br />

perché cominciassero<br />

a pensare a Lui spir<strong>it</strong>ualmente,<br />

come il Verbo<br />

del Padre, Dio da Dio,<br />

per il quale tutte le cose<br />

erano state create; questo<br />

pensiero era loro vietato<br />

dalla carne che vedevano.<br />

Conveniva, sì,<br />

confermarli nella fede,<br />

vivendo con loro per quaranta giorni,<br />

ma era ancora più conveniente separarSi<br />

dalla loro vista affinché Chi<br />

sulla terra li stava accompagnando<br />

come fratelli li soccorresse dal Cielo<br />

come Signore, ed essi imparassero a<br />

pensare a Lui come a Dio”( 1 ).<br />

“Non vi lascerò orfani”<br />

Lo stesso Gesù aveva affermato:<br />

“ È meglio per voi che io me ne vada,<br />

perché, se non me ne vado, non<br />

verrà a voi il Consolatore; ma quando<br />

me ne sarò andato, ve lo manderò.<br />

(…) Io vado dal Padre e non mi vedrete<br />

più”(Gv 16, 7. 10). Infatti, gli<br />

Apostoli non Lo incontrarono mai<br />

più, poiché, salendo al Cielo, smise<br />

di essere presente sulla terra in modo<br />

naturale.<br />

In contropart<strong>it</strong>a, Egli stesso aveva<br />

promesso: “Ecco, io sono con voi tutti<br />

i giorni, fino alla fine del mondo”(Mt<br />

28, 20). Realmente Egli è fra noi,<br />

nell’Eucaristia, sotto il velo delle Sacre<br />

Specie. Inoltre, non smette mai<br />

di accompagnarci. “Salendo al Cielo,<br />

Egli non abbandona affatto quelli che<br />

ha adottato”( 2 ).<br />

14 Salvami Regina · Maggio 2007


Queste belle parole di San Leone<br />

Magno fanno eco a quelle di Gesù:<br />

“Non vi lascerò orfani” (Gv 14, 18).<br />

Ci consola constatare quanto<br />

questa promessa si sia compiuta nel<br />

corso di questi ventuno secoli, giorno<br />

dopo giorno, nelle più svariate maniere.<br />

Non avrebbe potuto verificarsi<br />

che la sua Ascensione cost<strong>it</strong>uisse un<br />

abbandono di coloro per cui Egli si è<br />

Incarnato ed è morto sul Calvario. Il<br />

Suo r<strong>it</strong>orno al Padre può essersi verificato<br />

soltanto a segu<strong>it</strong>o di questo<br />

Suo amore incommensurabile verso<br />

ognuno di noi. L’Ascensione avvenne<br />

per una convenienza sua, ma anche a<br />

beneficio nostro. San Tommaso ci insegna:<br />

“Il luogo deve essere proporzionato<br />

a chi vi sta. Ora, Cristo, dopo la<br />

Resurrezione, ha dato inizio ad una v<strong>it</strong>a<br />

immortale e incorruttibile, ed il luogo<br />

nel quale ab<strong>it</strong>iamo è luogo di generazione<br />

e di corruzione, mentre il luogo<br />

celeste è un luogo di incorruttibil<strong>it</strong>à.<br />

Perciò, non era conveniente che Cristo,<br />

dopo la Resurrezione, permanesse<br />

sulla terra, e lo era invece, che salisse<br />

al Cielo”( 3 ). E occupando un posto<br />

nel Cielo, proporzionato alla sua Resurrezione,<br />

“Gli si aggiunse qualcosa<br />

per quanto riguarda il decoro del luogo,<br />

cosa che sfocia nel bene <strong>della</strong> gloria”.<br />

C<strong>it</strong>ando il Salmo 15, 11: “Alla<br />

tua destra delizie eterne fino alla fine”,<br />

San Tommaso applica a questo versetto<br />

il commento <strong>della</strong> glossa: “Avrò<br />

piacere e gioia quando sarò seduto al<br />

tuo fianco, dopo essere stato tolto dalla<br />

vista umana” ( 4 ).<br />

II – Benefici dell’Ascensione<br />

Anche noi siamo stati beneficiati<br />

da innumerevoli doni con<br />

l’Ascensione. Secondo San Leone<br />

Magno, riusciamo a conoscere meglio<br />

Gesù a partire dal momento<br />

in cui Egli tornò alla gloria del Padre.<br />

La nostra fede, “più illuminata,<br />

ha imparato ad elevarsi col pensiero,<br />

senza necess<strong>it</strong>à del contatto con la<br />

sostanza corporale di Cristo, nel quale<br />

Egli è meno del Padre, dato che,<br />

Secondo San<br />

Leone Magno,<br />

passiamo a<br />

conoscere meglio<br />

Gesù a partire<br />

dal momento in cui<br />

Egli è r<strong>it</strong>ornato<br />

alle glorie<br />

del Padre<br />

ta a toccarLo: ‘Non toccarmi, poiché<br />

non sono ancora sal<strong>it</strong>o al Padre mio’<br />

(Gv 20, 17). In altre parole, non voglio<br />

che tu cerchi la mia presenza corporale<br />

né che tu mi riconosca con i<br />

sensi carnali; ti chiamo per cose più<br />

elevate, ti destino a beni superiori.<br />

Quando salirò al Padre mio, Mi toccherai<br />

in forma più reale e vera, toccando<br />

in ciò che non palpi e credendo<br />

in quello che non vedi” ( 5 ).<br />

Rafforzamento <strong>della</strong> fede<br />

Ci dimostra San Tommaso<br />

d’Aquino che, privandoci <strong>della</strong> sua<br />

presenza corporale, nel penetrare<br />

nella gloria eterna, Gesù si sia reso<br />

ancora più utile per la nostra v<strong>it</strong>a<br />

spir<strong>it</strong>uale.<br />

Primo, “per l’aumento <strong>della</strong> fede,<br />

che è su quello che non si vede.<br />

Per questo, lo stesso Signore dice<br />

nel Vangelo di Giovanni che lo Spir<strong>it</strong>o<br />

Santo, venendo, accuserà il mondo<br />

quanto alla giustizia ’, ossia, la giustizia<br />

‘di coloro che credono ’, come di-<br />

nonostante permanga la stessa sostanza<br />

del corpo glorificato, la fede dei<br />

fedeli è inv<strong>it</strong>ata a toccare, non con la<br />

mano terrena, ma con l’intendimento<br />

spir<strong>it</strong>uale, l’Unigen<strong>it</strong>o, uguale a Colui<br />

che Lo ha generato. È questo il<br />

motivo per il quale il Signore, dopo<br />

la Resurrezione, ha detto a Maddalena<br />

– che rappresentava la persona<br />

<strong>della</strong> Chiesa -, quando si è avvicinace<br />

Sant’Agostino: ‘Lo stesso paragone<br />

dei fedeli con gli infedeli è una censura’.<br />

Per questo, aggiunge: ‘Poiché Io<br />

vado al Padre e non Mi vedrete più,<br />

dunque sono beati coloro che non vedono<br />

e credono. Sarà nostra la giustizia,<br />

di cui il mondo sarà accusato perché<br />

credete in Me, in Colui che non<br />

vedete’”( 6 ).<br />

A tal propos<strong>it</strong>o, San Gregorio<br />

Magno manifesta la sua convinzione:<br />

“Con la sua facil<strong>it</strong>à a credere,<br />

Maria Maddalena ci aiuta meno<br />

di San Tommaso il quale dub<strong>it</strong>a<br />

per molto tempo, per questo, nei<br />

suoi dubbi, ha preteso di toccare le<br />

cicatrici di quelle piaghe, e facendo<br />

questo ci ha tolto ogni pretesto per<br />

vacillare” ( 7 ).<br />

Aumento <strong>della</strong> speranza<br />

In secondo luogo, “per risollevare<br />

la speranza”, Cristo, elevando al<br />

Cielo la sua natura umana assunta,<br />

ha dato anche a noi la speranza di arrivarci,<br />

perché , come dice Matteo:<br />

“dovunque sia il corpo, lì si raduneranno<br />

gli avvoltoi”. Per questo, il libro<br />

di Michea aggiunge:’È sal<strong>it</strong>o già,<br />

prima di loro, Colui che apre il cammino<br />

’” ( 8 ).<br />

Accendersi <strong>della</strong> car<strong>it</strong>à<br />

Una terza ragione, sempre secondo<br />

San Tommaso, rende l’Ascensione<br />

più benefica a noi <strong>della</strong> stessa presenza<br />

fisica di Gesù, e cioè la car<strong>it</strong>à.<br />

Il Dottore Angelico, allo scopo<br />

di mostrarci i vantaggi di questa virtù,<br />

c<strong>it</strong>a San Paolo: “Per questo, dice<br />

l’Apostolo:’Cercate ciò che sta in alto,<br />

là dove si trova Cristo, seduto alla<br />

destra di Dio; aspirate alle cose elevate,<br />

non a quelle <strong>della</strong> terra’, poiché, come<br />

è stato detto, ‘dove sarà il tuo tesoro,<br />

lì sarà anche il tuo cuore’”( 9 ). Dopo<br />

aver parlato dell’amore come proprietà<br />

dello Spir<strong>it</strong>o Santo e riguardo<br />

alla grande necess<strong>it</strong>à che di questo<br />

avevano gli Apostoli, termina con<br />

questa c<strong>it</strong>azione di Sant’Agostino:<br />

“Non potete ricevere lo Spir<strong>it</strong>o fin<br />

quando persistete a conoscere Cris-<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 15


to secondo la carne. Infatti quando<br />

Cristo si è allontanato corporalmente,<br />

non solo lo Spir<strong>it</strong>o Santo, ma anche<br />

il Padre e il Figlio erano spir<strong>it</strong>ualmente<br />

presenti ( 10 ).<br />

III – La narrazione<br />

di San Luca<br />

Ci sarà più facile, dopo le precedenti<br />

considerazioni, analizzare il<br />

testo del Vangelo di oggi.<br />

Onnipotenza e saggezza di Dio<br />

nella conduzione <strong>della</strong> Storia<br />

46<br />

“Così sta scr<strong>it</strong>to: il Cristo<br />

dovrà patire e risusc<strong>it</strong>are dai<br />

morti il terzo giorno.<br />

Queste parole del Divino Redentore<br />

pronunciate prima di salire al<br />

Cielo, non sono state dirette solamente<br />

agli Apostoli, ma a tutti i chiamati<br />

da Lui a realizzare una missione<br />

presso le anime. Sono parole che<br />

hanno un certo ordine e concatenazione<br />

e così devono essere intese.<br />

Ancora una volta, traspaiono nella<br />

Sacra Scr<strong>it</strong>tura l’onnipotenza e la<br />

somma saggezza di Dio nella conduzione<br />

<strong>della</strong> Storia. È accaduto perché<br />

stava scr<strong>it</strong>to, e a sua volta, è stato<br />

previsto e annunciato perché così sarebbe<br />

dovuto succedere, per una determinazione<br />

perfettissima e suprema<br />

di Dio. Questo versetto ci inv<strong>it</strong>a<br />

ad un momento di med<strong>it</strong>azione e ammirazione.<br />

Contempliamo gli eccelsi disegni<br />

dell’Essere Supremo che regola tutto<br />

in maniera insuperabile, traendo prof<strong>it</strong>to<br />

per la sua gloria, non solo <strong>della</strong><br />

virtù dei buoni, ma addir<strong>it</strong>tura del concorso<br />

<strong>della</strong> malizia e dell’odio dei malvagi,<br />

dell’inferma volontà dei deboli,<br />

<strong>della</strong> volubil<strong>it</strong>à degli indecisi, <strong>della</strong><br />

voluttuos<strong>it</strong>à dei passionali, <strong>della</strong> cec<strong>it</strong>à<br />

degli orgogliosi, del delirio incontenibile<br />

dei tiranni. Tutto contribuisce al<br />

suo onore, lode e gloria; da tutto trae<br />

prof<strong>it</strong>to con tale equilibrio che mai<br />

produce il minimo pregiudizio al libero<br />

arb<strong>it</strong>rio degli uni e degli altri.<br />

La sost<strong>it</strong>uzione dei<br />

cr<strong>it</strong>eri sbagliati<br />

con quelli veri<br />

è indispensabile<br />

per la reale<br />

con<strong>versione</strong><br />

ma, di non appartenere mai al part<strong>it</strong>o<br />

dei malvagi, i quali hanno come obiettivo<br />

<strong>della</strong> loro esistenza il disputare<br />

con Dio il suo potere. A cosa serve attribuire<br />

a se stessi capac<strong>it</strong>à inesistenti,<br />

o anche reali, se queste assolutamente<br />

non gli appartengono, poiché gli furono<br />

confer<strong>it</strong>e dall’Essere che mirano<br />

a detronizzare? Quale il prof<strong>it</strong>to che<br />

traggono nell’abbandonarsi alle loro<br />

passioni e cattivi istinti per persegu<strong>it</strong>are<br />

la virtù e chi la pratica?<br />

È stato talmente stupido e controproducente<br />

l’operato dei demoni e<br />

dei cattivi giudei in tutto il dramma<br />

<strong>della</strong> Passione che se avessero potuto<br />

conoscere in anticipo i suoi effetti<br />

– ossia, l’opera <strong>della</strong> Redenzione -,<br />

non avrebbero mai desiderato o contribu<strong>it</strong>o<br />

alla sua realizzazione.<br />

Da tutte queste azioni e s<strong>it</strong>uazioni,<br />

Dio saprà estrarre gli elementi<br />

per la sua gloria. Il destino degli uni<br />

sarà la felic<strong>it</strong>à del Cielo e quello degli<br />

altri, il supplizio eterno.<br />

Metanoia: essenza <strong>della</strong> con<strong>versione</strong><br />

47<br />

e nel suo nome saranno predicati<br />

a tutte le genti la conver-<br />

Adoriamo la Provvidenza Divina<br />

e a Lei presentiamo la nostra grat<strong>it</strong>udine,<br />

come anche la nostra riparazione<br />

per tutte le offese che, ad ogni istante,<br />

salgono al suo trono. Così, faremo<br />

parte del numero dei buoni e<br />

Dio si servirà <strong>della</strong> nostra disposizione<br />

d’animo e delle nostre azioni per la sua<br />

maggior gloria. Chiediamo a Lui, con<br />

l’intercessione di Sua Madre Santissisione<br />

e il perdono dei peccati,<br />

cominciando da Gerusalemme.<br />

Prima di salire al Cielo, il Redentore<br />

non fa loro alcuna raccomandazione<br />

pol<strong>it</strong>ica, tanto meno insinua qualcosa<br />

a propos<strong>it</strong>o di una riconquista<br />

del potere di Israele. Al contrario, le<br />

sue parole mirano ad un’attuazione<br />

strettamente morale, religiosa e pen<strong>it</strong>enziale<br />

in nome di Dio.<br />

Questa con<strong>versione</strong>, che nella sua<br />

essenza è il cambiamento di mental<strong>it</strong>à<br />

(metanoia), era già stata intensamente<br />

sollec<strong>it</strong>ata dal Precursore.<br />

Giovanni Battista si era presentato<br />

come la voce che chiama nel deserto<br />

affinché tutti raddrizzino i cammini<br />

per l’arrivo del Signore. Questo<br />

è anche il lasc<strong>it</strong>o del Redentore<br />

ai suoi, prima dell’Ascensione. La<br />

sost<strong>it</strong>uzione dei cr<strong>it</strong>eri equivocati,<br />

con quelli veri, è indispensabile per<br />

la reale con<strong>versione</strong>. Saulo, l’ha realizzata<br />

in un solo istante , non appena<br />

caduto da cavallo, e comunque, è<br />

passato per un r<strong>it</strong>iro di tre anni nel<br />

deserto per renderla tanto irreversibile,<br />

quanto profonda ed efficace.<br />

Comunemente, essa si produce<br />

in una maniera lenta, dopo le folgori<br />

di un primo, per così, dire “flash”,<br />

mediante il quale, con la grazia dello<br />

Spir<strong>it</strong>o Santo, l’anima si rende conto<br />

<strong>della</strong> bellezza delle vie soprannaturali<br />

e decide di percorrerle con decisa<br />

fermezza. Senza questa con<strong>versione</strong>,<br />

è per noi praticamente inutile<br />

il Mistero <strong>della</strong> Redenzione e il Vangelo<br />

non ci anticipa nulla. In forma<br />

esplic<strong>it</strong>a o implic<strong>it</strong>a – data la nostra<br />

natura razionale – l’attuazione<br />

<strong>della</strong> nostra intelligenza e volontà si<br />

fa in base a principi e massime che<br />

orientano le potenzial<strong>it</strong>à <strong>della</strong> nostra<br />

anima. È su questa fonte che si<br />

concentra lo sforzo <strong>della</strong> con<strong>versione</strong>.<br />

In sintesi, si tratta di sost<strong>it</strong>uire<br />

l’amor proprio, che si manifesta<br />

nell’attaccamento alle creature, con<br />

l’amore a Dio. È dall’interno <strong>della</strong><br />

visualizzazione perfetta riguardo la<br />

rett<strong>it</strong>udine <strong>della</strong> pratica <strong>della</strong> Legge<br />

di Dio, e <strong>della</strong> sua sant<strong>it</strong>à, che<br />

16 Salvami Regina · Maggio 2007


Gustavo Kralj<br />

Per realizzare la loro missione di testimoni, gli Apostoli furono trasformati<br />

dallo Spir<strong>it</strong>o Santo, a Pentecoste<br />

Particolare del quadro “L’Ascensione di Gesù” – Metropol<strong>it</strong>an Museum of Arts, New York<br />

sboccia l’efficace richiesta di perdono<br />

dei peccati. È in questo contrasto<br />

che il pen<strong>it</strong>ente ha piena coscienza<br />

<strong>della</strong> grande misericordia annunciata<br />

da Gesù, prima <strong>della</strong> sua ascesa al<br />

Cielo. Né gli angeli ribelli, né gli uomini<br />

che sono morti in peccato hanno<br />

ricevuto questo dono incommensurabile.<br />

In questo momento, esso è<br />

stato offerto a noi dallo stesso Figlio<br />

di Dio.<br />

Iniziata a Gerusalemme, dal Sacro<br />

Costato di Cristo, nasce la Chiesa per<br />

predicare lì, e poi in tutto il mondo, la<br />

Buona Novella del Vangelo. Così aveva<br />

profetizzato l’Antico Testamento,<br />

così ha ordinato in quell’occasione lo<br />

stesso Gesù Cristo.<br />

La testimonianza degli Apostoli<br />

irrobustisce la nostra fede<br />

48<br />

Di questo voi siete testimoni.<br />

Sì. La nostra fede si irrobustisce<br />

con la conferma oculare degli<br />

Apostoli, dei settantadue discepoli<br />

e di molti altri ai quali il Salvatore<br />

si fece vedere dopo la Resurrezione.<br />

Che vantaggi umani, temporali<br />

o eterni, avrebbero avuto essi<br />

nel suggellare, col proprio sangue,<br />

fatti che cost<strong>it</strong>uiscono scherno per i<br />

loro connazionali e pazzia per i pagani?<br />

Ecco un argomento irrefutabile<br />

a favore dell’obiettiv<strong>it</strong>à dei loro<br />

racconti.<br />

Ruolo dell’attesa, fino alla<br />

venuta dello Spir<strong>it</strong>o Santo<br />

49<br />

E io manderò su di voi quello<br />

che il Padre mio ha promesso;<br />

ma voi restate in c<strong>it</strong>tà, finché<br />

non siate rivest<strong>it</strong>i di potenza<br />

dall’alto”.<br />

Si tratta <strong>della</strong> Terza Persona <strong>della</strong><br />

Trin<strong>it</strong>à, che Gesù avrebbe inviato, secondo<br />

la promessa fatta dal Padre, ossia,<br />

“la forza dell’Alto”. È lo Spir<strong>it</strong>o<br />

Santo, che procede dall’amore tra il<br />

Padre ed il Figlio, che scenderà su di<br />

loro, in modo che siano in lui immersi,<br />

da Lui penetrati e rivest<strong>it</strong>i, per realizzare,<br />

così trasformati, la loro missione<br />

di testimoni. Gli Apostoli “saranno<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 17


Cristo è sal<strong>it</strong>o al Cielo col suo<br />

proprio potere divino, ed anche col<br />

potere dell’anima glorificata che<br />

muoveva il corpo come voleva<br />

“Ascensione di Gesù”<br />

Dettaglio del tr<strong>it</strong>tico<br />

del Beato Angelico – Galleria<br />

Nazionale di Arte Antica – Roma<br />

si intesero che questo periodo, avrebbero<br />

dovuto trascorrerlo in raccoglimento,<br />

poiché è in queste circostanze<br />

che Egli agisce profondamente.<br />

San Giovanni Crisostomo commenta<br />

a tal propos<strong>it</strong>o: “Affinché non<br />

si potesse dire che avesse abbandonato<br />

i suoi per andare a manifestar-<br />

Si – più ancora, ostentarSi- agli estranei,<br />

Gesù ordinò loro di presentare<br />

le prove <strong>della</strong> sua Resurrezione<br />

in primo luogo a quegli stessi che Lo<br />

avevano ucciso, nella c<strong>it</strong>tà dove venne<br />

commesso il temerario attentato,<br />

poiché, se quelli che avevano crocifisso<br />

il Signore avessero dato segni di<br />

credere, si sarebbe avuta una grande<br />

prova <strong>della</strong> Resurrezione” ( 12 ).<br />

D’altra parte, San Giovanni Crisostomo<br />

continua: “Come, in un eserc<strong>it</strong>o<br />

che si allinea per attaccare il nemico,<br />

il generale non permette a nessuno di<br />

uscire prima di essere tutti preparati,<br />

allo stesso modo Gesù non permette<br />

ai suoi Apostoli di uscire a combattere<br />

finché non siano preparati per la<br />

venuta dello Spir<strong>it</strong>o Santo” ( 13 ).<br />

Per quale ragione lo Spir<strong>it</strong>o Santo<br />

non è sceso sugli Apostoli, immediatamente?<br />

“Conveniva che la nostra<br />

natura si presentasse in Cielo e fossero<br />

realizzate le alleanze, e poi allora<br />

venisse lo Spir<strong>it</strong>o Santo e si celebrassero<br />

gli eterni giubili”, commenta Teofilatto<br />

( 14 ).<br />

Foto Scala<br />

L’ultima benedizione di<br />

Gesù si estende fino a noi<br />

50<br />

Poi li condusse fuori verso<br />

Betania e, alzate le mani, li benedisse.<br />

preparati con la grande forza rinnovatrice<br />

e fortificante di Pentecoste. Riceveranno<br />

lo Spir<strong>it</strong>o Santo, del cui invio<br />

tanto ha parlato l’Evangelista Giovanni<br />

nei discorsi dell’Ultima Cena” ( 11 ).<br />

L’ordine di non uscire da Gerusalemme,<br />

sotto un qualsiasi pretesto,<br />

aveva per obiettivo l’attesa di Pentecoste<br />

per cominciare a predicare. Es-<br />

“L’atto di sollevare le mani e di<br />

benedirli significa che chi benedice<br />

deve essere ornato di buone ed eroiche<br />

opere a beneficio degli altri; per<br />

questo alzò le mani al cielo”, commenta<br />

Origene ( 15 ).<br />

Gesù procede come i sacerdoti<br />

dell’Antica Legge, in questo gesto<br />

di benedirli. Il sacerdozio di Cris-<br />

18 Salvami Regina · Maggio 2007


to ha il suo inizio nel momento stesso<br />

dell’Incarnazione (cfr. Eb 10, 5-10),<br />

sebbene abbia avuto inizio, mai terminerà,<br />

poiché Egli è sacerdote in aeternum.<br />

La dign<strong>it</strong>à, l’azione, la virtù e i<br />

frutti sacerdotali del sacrificio di Cristo<br />

saranno davanti al Padre eternamente.<br />

Per questo, in questo momento, la<br />

sua benedizione si estende anche su di<br />

noi. Sappiamo dunque trarne prof<strong>it</strong>to,<br />

nel contemplare quest’ultimo addio espresso<br />

da Gesù sul Monte degli Ulivi.<br />

Gesù ci ha preparato il<br />

cammino per salire al Cielo<br />

51<br />

Mentre li benediceva, si staccò<br />

da loro e fu portato verso il cielo.<br />

Scena grandiosa e avvenimento ined<strong>it</strong>o.<br />

Anche Elia saliva, ma trascinato<br />

su un carro di fuoco, e non con le proprie<br />

forze. Cristo, al contrario, “è sal<strong>it</strong>o<br />

al Cielo col suo proprio potere; primo<br />

col potere divino; secondo, col potere<br />

dell’anima glorificata che muoveva<br />

il corpo come voleva” ( 16 ). Gli Apostoli<br />

e discepoli già Lo avevano visto<br />

camminare sopra le acque, entrare nel<br />

Cenacolo a porte chiuse, scappare in<br />

mezzo alla molt<strong>it</strong>udine, ma elevarSi al<br />

Cielo, ancora no. Essi non ignoravano<br />

la meta verso cui partiva Nostro Signore,<br />

avevano già ud<strong>it</strong>o dalle labbra dello<br />

stesso Maestro, quale fosse il suo destino.<br />

Anche noi, con gli Apostoli dobbiamo<br />

credere che, con la sua Ascensione,<br />

Gesù “ci ha preparato il cammino<br />

affinché saliamo in Cielo, conformemente<br />

con quanto Egli stesso ha detto:<br />

‘Andrò a prepararvi un posto’, e con le<br />

parole del libro di Michea: ‘Salì, prima<br />

di loro, Colui che apre il cammino’. E<br />

poiché Egli è il nostro capo, c’è bisogno<br />

che le membra vadano dove esso si<br />

è diretto. Per questo il Vangelo di San<br />

Giovanni dice: ‘In modo tale che là dove<br />

Io sarò, anche voi sarete’” ( 17 ).<br />

Dove si trova la vera<br />

fonte <strong>della</strong> gioia<br />

52<br />

Ed essi, dopo averlo adorato,<br />

tornarono a Gerusalemme con<br />

grande gioia.<br />

Questo gesto di prosternarsi davanti<br />

a Gesù nella sua Ascensione significa<br />

un riconoscimento pieno <strong>della</strong><br />

sua maestà. Pietro aveva già proceduto<br />

in questo modo in occasione <strong>della</strong><br />

pesca miracolosa (cfr. Lc 5, 8 segg).<br />

La distanza esistente tra i Monte<br />

degli Ulivi e Gerusalemme è quella<br />

consent<strong>it</strong>a per un viaggio in giorno di<br />

sabato. Questo percorso fu realizzato<br />

dagli Apostoli, con “grande gioia”,<br />

e si capisce.<br />

Dobbiamo<br />

credere con gli<br />

Apostoli che<br />

Gesù, con la sua<br />

Ascensione,<br />

ci ha preparato<br />

il cammino<br />

per salire al Cielo<br />

Lo stesso giubilo li accompagnerà<br />

uscendo dai tribunali, nei quali erano<br />

stati condannati per il fatto di predicare<br />

il nome di Gesù. Così gli Apostoli<br />

apprendono – e ci insegnano- dove<br />

sono le vere fonti di gioia: nel compimento<br />

<strong>della</strong> volontà di Dio che, alle<br />

volte, si fa attraverso il breve cammino<br />

<strong>della</strong> croce.<br />

Legame tra l’Antico ed<br />

il Nuovo Testamento<br />

53<br />

e stavano sempre nel tempio<br />

lodando Dio.<br />

San Luca inizia il suo Vangelo con<br />

gli uffici di Zaccaria nel Tempio, e lo<br />

termina alludendo alla frequenza assidua<br />

degli Apostoli in tutti gli atti di culto<br />

praticato nell’Antica Legge. La Santa<br />

Chiesa non si è separata dalla Sinagoga<br />

in modo improvviso e violento. Il<br />

tempio era intimamente legato alla v<strong>it</strong>a<br />

di Gesù, e coloro che andavano a ri-<br />

cevere lo Spir<strong>it</strong>o Santo, con umiltà, venerazione<br />

e pietà, si preparavano andando<br />

a pregare nella casa di preghiera,<br />

dalla quale il Maestro aveva espulso<br />

i mercanti per due volte. Essi consideravano<br />

il Tempio con una prospettiva<br />

molto differente dai loro connazionali.<br />

Il punto di vista degli Apostoli era<br />

uno dei lasc<strong>it</strong>i del Figlio di Dio, ossia,<br />

lo stesso sguardo di Lui.<br />

Maria viveva in costante orazione<br />

Una parola su Maria. Certamente<br />

Lei intercedette presso Dio per ispirarli<br />

a permanere in orazione nel Cenacolo.<br />

L’altezza <strong>della</strong> sua umiltà era<br />

la stessa di quella <strong>della</strong> sua fede, vergin<strong>it</strong>à<br />

e grandezza. Lei pregava ai piedi<br />

<strong>della</strong> Croce, nel Calvario; ora La incontriamo<br />

in profondo raccoglimento.<br />

Dopo la discesa dello Spir<strong>it</strong>o Santo,<br />

la Scr<strong>it</strong>tura non La menzionerà più e,<br />

probabilmente, il resto dei suoi anni,<br />

Ella li ha vissuti in intensa preghiera,<br />

cost<strong>it</strong>uendoSi nell’insuperabile modello<br />

<strong>della</strong> donna cristiana.<br />

Che Ella ci ottenga tutte le grazie<br />

affinché seguiamo le sue vie e virtù.<br />

1)<br />

Sant’Agostino, Serm. 264, 4: PL 38,<br />

1214<br />

2)<br />

San Leone Magno, Serm. 72, c. 3: PL<br />

38, 396<br />

3)<br />

Summa Teologica, III, q. 57, a. 1<br />

4)<br />

Id.ibid., ad 2.<br />

5)<br />

Serm. 74 in Sermones escogidos, Ed.<br />

ASPAS, Madrid, pag. 139<br />

6)<br />

Summa Teologica III, q. 57, a.1 ad 3<br />

7)<br />

Omelia 29.<br />

8)<br />

Summa Teologica, III, a.1 ad 3.<br />

9)<br />

Id., a.1. ad 1.<br />

10)<br />

In Io. Tr. 94: PL 35, 1864<br />

11)<br />

Don Manuel de Tuya OP, Biblia Comentada,<br />

BAC, 1964, vol. II, pag. 934<br />

12)<br />

Apud San Tommaso d’Aquino, Catena<br />

Aurea.<br />

13)<br />

Ibid.<br />

14)<br />

Ibid.<br />

15)<br />

Ibid.<br />

16)<br />

San Tommaso, Summa Teologica III,<br />

q.57,q. 3c.<br />

17)<br />

Idem, III, q. 57, a. 6c.<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 19


L’uomo con<br />

Foto: Gustavo Kralj<br />

l’anima in mano<br />

Sereno e generoso, sempre votato al bene degli altri,<br />

Fra’ Antonio di Sant’Anna Galvão è add<strong>it</strong>ato<br />

da Papa Benedetto XVI come modello per i<br />

cristiani brasiliani … e non solo.<br />

Facciata del Convento <strong>della</strong> Luce<br />

San Paolo, Brasile<br />

Camela Werner Ferriera<br />

Con la vis<strong>it</strong>a del Papa Benedetto<br />

XVI, i cuori brasiliani<br />

hanno, innumerevoli<br />

motivi di gioia. Forse uno<br />

di quelli che toccano più<br />

particolarmente la pietà <strong>della</strong> maggiore<br />

nazione cattolica del mondo, è la canonizzazione<br />

del primo santo nato nella<br />

Terra di Santa Croce: Fra’ Antonio<br />

di Sant’Anna Galvão.<br />

Quest’anima purissima come un<br />

cristallo non ha fatto che irradiare<br />

lungo tutta la sua v<strong>it</strong>a il soave “odore<br />

di Cristo” in un periodo perturbato<br />

per la Chiesa nel Brasile, nel quale<br />

però una popolazione avida di sant<strong>it</strong>à<br />

seppe vedere in lui il buon pastore<br />

che il Cielo gli aveva inviato.<br />

Generoso e votato alle anime<br />

Da piccolo, fu un bambino ammirevole.<br />

Nato in una famiglia numerosa<br />

ed esemplarmente cattolica,<br />

egli si distinse come il figlio predilet-<br />

20 Salvami Regina · Maggio 2007


to. La sua nobiltà d’origine gli diede<br />

un cuore generoso, fin dall’inizio, e si<br />

compiaceva nel distribuire l’elemosina<br />

a quelli che bussavano alla porta<br />

di casa. Si racconta riguardo al periodo<br />

<strong>della</strong> sua infanzia che un giorno,<br />

mentre era solo in casa, venne una<br />

povera donna a chiedere aiuto. Non<br />

avendo nulla da darle, non ci pensò<br />

su due volte: prese una ricchissima<br />

tovaglia di lino che era posta sul tavolo<br />

e la consegnò alla donna. Erano<br />

altri tempi, e la donna capì che<br />

quel prezioso dono non era<br />

fin<strong>it</strong>o nelle sue mani con il<br />

consenso <strong>della</strong> madre del<br />

bambino. Tornò a quella<br />

casa e voleva rest<strong>it</strong>uirla,<br />

ma la Signora Isabella<br />

– la madre del piccolo<br />

Antonio – le disse<br />

soltanto parole di<br />

conforto: “Mio figlio<br />

gliel’ha data, e<br />

ha fatto bene”. Questa<br />

impareggiabile<br />

generos<strong>it</strong>à, Fra Galvão<br />

la conservò per<br />

tutta la sua lunga esistenza.<br />

Part<strong>it</strong>o alla volta di<br />

Bahia, per iniziare la<br />

sua formazione accademica<br />

nel Collegio Gesu<strong>it</strong>a,<br />

il giovane Antonio non<br />

immaginava che la vocazione<br />

sacerdotale si sarebbe lì manifestata.<br />

Assimilò con sommo<br />

prof<strong>it</strong>to i sei anni di studi e, quando<br />

stava per concluderli, si sentiva incline<br />

a percorrere le vie di Sant’Ignazio.<br />

Non fu questo, tuttavia, il consiglio<br />

che gli diede suo padre. I venti<br />

non erano favorevoli per i gesu<strong>it</strong>i ed<br />

il giovane Antonio avrebbe potuto fare<br />

molto di più per la gloria di Dio godendo<br />

la libertà d’attuazione dei francescani.<br />

Calmo e sereno, quel giovane<br />

di 21 anni seguì l’indicazione paterna<br />

e fu a fare il noviziato nell’allora Cap<strong>it</strong>aneria<br />

di Rio de Janeiro. Avanzò<br />

rapidamente in virtù e saggezza e, dopo<br />

gli studi teologici realizzati nel Seminario<br />

di Sant’Antonio di Rio de Janeiro,<br />

fu ordinato sacerdote nel 1762,<br />

quando aveva 24 anni.<br />

Al suo r<strong>it</strong>orno a San Paolo, fece<br />

il suo ingresso nello storico Convento<br />

di San Francesco, che in quegli anni<br />

godeva del suo massimo splendore.<br />

È là che oggi funziona l’ugualmente<br />

E’ nella docil<strong>it</strong>à nei confronti<br />

<strong>della</strong> volontà <strong>della</strong> Provvidenza, a<br />

scap<strong>it</strong>o <strong>della</strong> propria, che brillò la<br />

sant<strong>it</strong>à di Fra Galvão<br />

Maiolica del Convento <strong>della</strong> Luce<br />

San Paolo, Brasile<br />

storica Facoltà di Dir<strong>it</strong>to da USP, che<br />

dal 1827 ha prodotto grandi personal<strong>it</strong>à<br />

per il Brasile.<br />

Fu a partire dal suo operato come<br />

sacerdote e dal contatto diretto con le<br />

anime, che tutti cominciarono a rendersi<br />

conto del tesoro che possedevano:<br />

l’umile frate guariva malati, penetrava<br />

nell’intimo delle coscienze, si<br />

bilocava, operava conversioni, ecc.<br />

Avvenne, una volta, che Fra’ Galvão<br />

partì, molto presto per la casa<br />

di una famiglia benestante. Mentre<br />

bussava alla porta, un passante<br />

lo vide e pensò tra sé: “Così presto<br />

e già Fra’ Galvão va ad adulare<br />

i ricchi..”Mentre si avvicinava,<br />

il santo lo chiamò e gli disse:<br />

“Fratello mio, non si faccia<br />

un giudizio avventato<br />

del prossimo! Non sono<br />

venuto qui per adulare<br />

il padrone di questa<br />

casa, ma per chiedere<br />

un’elemosina per<br />

il “Raccoglimento di<br />

Nostra Signora <strong>della</strong><br />

Concezione”. Atton<strong>it</strong>o,<br />

l’uomo non ebbe<br />

più alcun dubbio<br />

che quello era, effettivamente,<br />

un uomo<br />

di Dio!<br />

Fama di sant<strong>it</strong>à<br />

Sulla fama di sant<strong>it</strong>à<br />

di Fra’ Galvão,<br />

parla con ardore ed autor<strong>it</strong>à<br />

Suor Celia Cadorin,<br />

postulante <strong>della</strong> sua<br />

causa di canonizzazione,<br />

con dichiarazioni alla Rivista<br />

“Salvami Regina – Araldi<br />

del Vangelo”. Lei sottolinea il fatto<br />

che è indispensabile che la fama<br />

di sant<strong>it</strong>à di un candidato agli altari<br />

sia evidenziata nella v<strong>it</strong>a, nella morte<br />

e dopo la morte. A questo scopo,<br />

lei ha rovistato gli archivi <strong>della</strong> Prefettura<br />

di San Paolo, dell’Ist<strong>it</strong>uto<br />

Storico, <strong>della</strong> Curia provinciale dei<br />

francescani e, soprattutto, del Monastero<br />

<strong>della</strong> Luce.<br />

Non sono mancate prove e documenti.<br />

“Il processo intero ha comportato<br />

quasi 10mila pagine, contenenti<br />

una relazione sintetica di oltre 8mila<br />

grazie raggiunte”, spiega Suor Celia.<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 21


Foto: Gustavo Kralj<br />

Seduto alla finestra, avvolto dalla quiete del<br />

monastero, Fra’ Galvão era sol<strong>it</strong>o pregare<br />

E, tra i documenti allegati, c<strong>it</strong>a come<br />

esempio un atto contemporaneo<br />

del Santo, del Municipio di San Paolo,<br />

nel quale si legge: “Quest’uomo è<br />

preziosissimo a tutta<br />

questa c<strong>it</strong>tà e regione<br />

<strong>della</strong> Cap<strong>it</strong>aneria<br />

di San Paolo. È un<br />

uomo religiosissimo<br />

e di saggio consiglio.<br />

Tutti fanno la coda<br />

per fargli richieste.<br />

È un uomo di pace e<br />

car<strong>it</strong>à”.<br />

Che tutta la c<strong>it</strong>tà<br />

la pensasse così, è<br />

provato dal seguente<br />

caso: siccome Fra’<br />

Galvão si era opposto,<br />

insieme ad un<br />

monaco benedettino,<br />

alla insensata uccisione<br />

di un soldato,<br />

il governatore decise<br />

di esiliarli a Rio<br />

de Janeiro. Il monaco<br />

benedettino affermò<br />

che non sarebbe<br />

andato, ma Fra’<br />

Galvão soltanto disse:<br />

“Io sono francescano,<br />

sono figlio<br />

dell’obbedienza…<br />

”Prese dei vest<strong>it</strong>i e se ne andò. Quando<br />

il popolo lo venne a sapere, si armò<br />

di pali, bastoni, zappe e altri utensili<br />

di lavoro e accerchiò la casa del<br />

governatore. Impaur<strong>it</strong>o, egli mandò<br />

sub<strong>it</strong>o messaggeri a raggiungere il<br />

frate, che già si trovava lontano. E lui<br />

tornò, per la gioia di tutti quanti!<br />

Il Monastero <strong>della</strong><br />

Madonna <strong>della</strong> Luce<br />

Ma, se vogliamo c<strong>it</strong>are la maggior<br />

opera <strong>della</strong> sua v<strong>it</strong>a, che avrebbe segnato<br />

per sempre la grande c<strong>it</strong>tà di San<br />

Paolo, dobbiamo parlare del Monastero<br />

<strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong> Luce. Fra’ Galvão<br />

legò in una maniera tale la sua esistenza<br />

al nuovo monastero, che non è<br />

possibile menzionare questa ist<strong>it</strong>uzione<br />

senza che il suo nome ci venga sub<strong>it</strong>o<br />

alla memoria; come pure non possiamo<br />

riferirci al santo religioso senza<br />

ricordarci di questo convento.<br />

Fra’ Galvão ricevette, all’inizio<br />

delle sue incombenze sacerdotali, tre<br />

incarichi: quello di predicatore dell’ordine<br />

francescano, quello di portiere<br />

– che lo rese molto noto – e quello<br />

di confessore del Raccoglimento<br />

di Santa Teresa, dove vivevano alcune<br />

monache. Era l’unico stabilimento<br />

di religiose allora esistente a San<br />

Paolo. Si chiamava “raccoglimento”<br />

perché in quei tempi di persecuzione<br />

religiosa, il termine “monastero”<br />

era imprudente davanti al governatore.<br />

In questa semplice comun<strong>it</strong>à<br />

Il Convento <strong>della</strong> Luce nel sec.<br />

XIX – olio di Benedetto Calixto –<br />

Museo del Convento <strong>della</strong> Luce


che Fra Galvão passò a dirigere, viveva<br />

un’anima eletta: Suor Elena Maria<br />

del Sacramento. A questa devota<br />

suora fu rivelato essere desiderio di<br />

Dio che Fra’ Antonio de Sant’Anna<br />

Galvão fondasse un nuovo convento<br />

nella c<strong>it</strong>tà di San Paolo. Caso pericoloso<br />

e delicato! Da un lato, vi era<br />

una proibizione formale da parte del<br />

Marchese di Pombal di ricevere novizi<br />

in qualunque ist<strong>it</strong>uzione, sotto pena<br />

di morte; e dall’altro, la natura di<br />

quella rivelazione sarebbe stata messa<br />

alla prova da molti. Lo stesso Santo<br />

rifletté a lungo, consultò i canonisti<br />

e, soprattutto, analizzò quell’anima.<br />

La sua conclusione fu: è effettivamente<br />

un desiderio ispirato, fondiamo<br />

il nuovo convento.<br />

Fu scelto il Campo <strong>della</strong> Luce,<br />

dove c’era già un’antica, piccola cappella<br />

dedicata alla Madonna <strong>della</strong><br />

Luce, in una regione totalmente<br />

spopolata e non lontana dal fiume<br />

Anhembi. Cominciò, a partire da<br />

lì, un calvario di dissapori e disgrazie<br />

che per il Santo si traducevano in<br />

prove visibili che era questo il disegno<br />

di Dio. La piccola comun<strong>it</strong>à che<br />

lì passò a vivere in installazioni provvisorie,<br />

soffrì di tutto: l’ordine che<br />

fosse estinto il Recolhiomento, la fame<br />

e la miseria che quasi le portarono<br />

alla morte, la privazione dell’assistenza<br />

di Fra’ Galvão fino a che<br />

un giorno passò la bufera… Ma il Signore<br />

voleva “costruire la casa sopra<br />

la roccia” e alla radice di questa<br />

Cullato in braccio alla<br />

Signora Sant’Anna<br />

Statua di Sant’Anna che appartenne<br />

a Fra’ Galvão – Convento <strong>della</strong><br />

Luce, San Paolo<br />

eroica fondazione, era necessario la<br />

sofferenza di tutti.<br />

Alla fine, dopo aver ottenuto le<br />

deb<strong>it</strong>e licenze, Fra’ Galvão iniziò la<br />

costruzione del bel monastero che si<br />

mantenne nelle sue linee generali tale<br />

e quale lo vediamo ancor oggi.<br />

Il figlio del Cap<strong>it</strong>ano Maggiore di<br />

Guaratinguetà divenne mendicante<br />

per l’opera di Dio. Recuperò fondi<br />

e operai per la costruzione, fece lunghi<br />

e penosi viaggi – sempre a piedi -<br />

, divulgando e mobil<strong>it</strong>ando la popolazione<br />

a dare il suo contributo per tale<br />

causa così nobile. Le donazioni arrivavano,<br />

ma non bastavano… In una<br />

parola, fu proprio lui la pietra angolare<br />

di questa casa di Maria Santissima<br />

e del suo Divino Figlio, giungen-<br />

Fra’ Antonio di Sant’Anna<br />

Galvão nacque a Guaratinguetà<br />

(San Paolo, Brasile)<br />

nel 1739. Suo padre era Antonio<br />

Galvão de França, originario<br />

<strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà di Faro, in Portogallo,<br />

e sua madre, Donna Isabella Le<strong>it</strong>e<br />

de Barros, nata a Pindamonhangaba,<br />

proveniva dai primi colonizzatori<br />

cinquecenteschi. Lei fu madre<br />

di undici figli.<br />

A 13 anni, Antonio fu inviato a<br />

studiare nel Seminario tenuto dai<br />

gesu<strong>it</strong>i a Vila da Cachoeira, Bahia,<br />

a circa 130 chilometri da Salvador.<br />

Non fosse stato per le burrasche<br />

che già si profilavano all’orizzonte,<br />

scatenate dal Marchese di Pombal,<br />

suo padre lo avrebbe lasciato essere<br />

gesu<strong>it</strong>a. Il giovane Antonio finì<br />

per entrare nei Frati Minori Scalzi,<br />

che eserc<strong>it</strong>avano il loro apostolato<br />

nella regione di Taubaté. A 21 anni<br />

d’età entrò nel noviziato del Convento<br />

di San Bonaventura, nella<br />

c<strong>it</strong>tà di Macacu, nella Cap<strong>it</strong>ania di<br />

Rio de Janeiro. Ricevette l’ab<strong>it</strong>o il<br />

giorno 15 aprile del 1760. Secondo<br />

il costume dell’Ordine in quel tempo,<br />

abbandonò il nome di França,<br />

passando a chiamarsi Fra’ Antonio<br />

di Sant’Anna Galvão. Scelse il nome<br />

di Sant’Anna in omaggio alla<br />

patrona <strong>della</strong> sua famiglia, che era<br />

collocata bene in vista in un bell’oratorio<br />

nella sua casa, in un luogo<br />

d’onore. Anche le sue tre sorelle<br />

avevano Anna come nome.<br />

Sua madre, cullando tra le braccia<br />

il figlio, avrebbe più volte cantato:<br />

“Signora Sant’Anna, culla mio<br />

figlio, guarda che bellezza e che<br />

meraviglia! Questo bambino non<br />

dorme nel letto, dorme in braccio<br />

alla Signora Sant’Anna”.<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 23


do a lavorare personalmente<br />

in quel rude<br />

ufficio. Ma…che<br />

consolazione! Dalla<br />

sua sofferenza sbocciarono<br />

innumerevoli<br />

vocazioni, che non<br />

tardarono a presentarsi,<br />

ed il Monastero<br />

<strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong><br />

Luce sub<strong>it</strong>o divenne<br />

conosciuto come “un<br />

vivaio di sante”, formate<br />

nelle luminose<br />

vie indicate dal loro<br />

fondatore. Quante<br />

grazie per la salvezza<br />

delle anime non si saranno<br />

ottenute attraverso<br />

i sacrifici offerti<br />

da queste vergini<br />

consacrate?<br />

Le “pillole” di<br />

Fra Galvão<br />

Alla tomba di Fra’ Galvão accorrono numerosi devoti a<br />

pregare o in cerca delle famose “pillole”<br />

Tra le numerose<br />

grazie ricevute con<br />

l’intercessione di Fra’<br />

Galvão si distaccano,<br />

per la semplic<strong>it</strong>à<br />

e per la meravigliosa<br />

fiducia nella Madre<br />

di Dio che racchiudono,<br />

le pillole miracolose.<br />

Questo costume così caratteristico<br />

del nostro Santo – ininterrottamente<br />

segu<strong>it</strong>o da migliaia di fedeli<br />

dal tempo in cui egli era vivo fino al<br />

giorno d’oggi – testimonia, con le grazie<br />

e i fatti portentosi che opera, che<br />

non è una semplice credenza popolare.<br />

Suor Celia Cadorin spiega l’origine<br />

delle pillole.<br />

La storia ricorda che un giorno<br />

fu presentato a Fra’ Galvão un ragazzo<br />

pieno di dolori, che non riusciva<br />

a espellere alcuni calcoli renali.<br />

Il santo religioso, mosso da compassione,<br />

dopo aver pregato ebbe<br />

un’improvvisa ispirazione. Scrisse<br />

in tre fogliettini la seguente frase<br />

dell’ufficio <strong>della</strong> Santissima Vergine<br />

Maria: “Post partum Virgo inviolata<br />

permansisti: Dei Gen<strong>it</strong>rix intercede<br />

pro nobis”, ossia: “Dopo il parto,<br />

o Vergine, sei rimasta intatta; Madre<br />

di Dio, intercedi per noi”. Arrotolò<br />

i foglietti in forma di pillola e diede<br />

al giovane affinché li prendesse come<br />

una medicina. Sub<strong>it</strong>o dopo il ragazzo<br />

espulse un grande calcolo e in<br />

tal modo guarì.<br />

Più tardi un uomo affl<strong>it</strong>to cercò<br />

Fra’ Galvão, sostenendo che sua<br />

moglie, che stava per partorire, stava<br />

molto male. Di nuovo egli si ricordò<br />

del versetto dell’ufficio <strong>della</strong> Madonna;<br />

scrisse, arrotolò e mandò le<br />

pillole alla donna. Dopo averle prese,<br />

questa partorì senza alcun problema.<br />

La notizia di questi ed altri fatti si<br />

propagò rapidamente e le richieste<br />

Gustavo Kralj<br />

dei celebri foglietti,<br />

o pillole, diventarono<br />

molto frequenti. Fra’<br />

Galvão insegnò alle<br />

suore del Raccoglimento<br />

a fare pillole,<br />

di modo che, anche<br />

in sua assenza, le potessero<br />

dare alle persone<br />

che le venissero<br />

a chiedere alla porta<br />

del Convento.<br />

All’inizio le pillole<br />

erano richieste soprattutto<br />

dalle partorienti.<br />

Col tempo, però,<br />

cominciarono ad<br />

essere utilizzate da<br />

chi soffriva di malattie<br />

diverse, in modo<br />

particolare problemi<br />

renali, calcoli o pietre<br />

nei reni. E persino<br />

per la con<strong>versione</strong> di<br />

peccatori. Oggigiorno<br />

sono sollec<strong>it</strong>ate da<br />

uomini, donne e giovani<br />

che nelle malattie<br />

– principalmente<br />

cancro – o in difficoltà<br />

d’ogni specie, invocano<br />

l’intercessione<br />

del servo di Dio e le<br />

prendono con fede.<br />

Animam suam in manibus<br />

suis semper tenens<br />

La morte colse Fra’ Galvão nella<br />

stessa seren<strong>it</strong>à che conservò durante<br />

la v<strong>it</strong>a e i suoi ultimi giorni furono<br />

un’espressione fedele dell’altissimo<br />

grado di sant<strong>it</strong>à che egli aveva<br />

raggiunto. Consegnò la sua anima a<br />

Dio il 23 dicembre del 1822, all’età di<br />

84 anni, in una povera cella dietro la<br />

cappella del monastero da lui costru<strong>it</strong>o.<br />

Se volessimo definire la v<strong>it</strong>a di<br />

questo perfetto figlio di San Francesco,<br />

non troveremmo parole più adatte<br />

di quelle impresse nel suo ep<strong>it</strong>affio<br />

nel Monastero <strong>della</strong> Madonna <strong>della</strong><br />

Luce: “ Animam suam in manibus<br />

24 Salvami Regina · Maggio 2007


suis sempre tenens”. Sempre ha avuto<br />

la sua anima in mano. Infatti, dopo il<br />

peccato commesso dai nostri progen<strong>it</strong>ori,<br />

il genere umano ha perso quella<br />

completa armonia di tutte le sue inclinazioni,<br />

che era il dono di integr<strong>it</strong>à.<br />

Ridotti alla dura prova di lottare<br />

contro se stessi più che contro qualsiasi<br />

avvers<strong>it</strong>à <strong>della</strong> loro esistenza, gli<br />

uomini passarono a dipendere in grado<br />

maggiore dalla grazia divina che<br />

dalle loro stesse forze, perché ormai<br />

non trovavano più nella loro natura<br />

l’antico stato di perfezione. È precisamente<br />

in questa docil<strong>it</strong>à nei confronti<br />

<strong>della</strong> volontà <strong>della</strong> Provvidenza<br />

a scap<strong>it</strong>o <strong>della</strong> sua personale che<br />

brillò la sant<strong>it</strong>à di Fra’ Galvão: flessibile<br />

al soffio dello Spir<strong>it</strong>o Santo si dimenticò<br />

completamente di se stesso e<br />

rimise le sue decisioni nel Cuore del<br />

Divino Maestro.<br />

Di qui gli venne la non comune<br />

virtù <strong>della</strong> forza alla quale nessuno<br />

resisteva: era amato dal popolo, rispettato<br />

dalle autor<strong>it</strong>à, obbed<strong>it</strong>o dalle<br />

religiose, cercato dai bambini. Aveva<br />

proprio ragione Sant’Agostino nel<br />

dire: “È necessario che la mente sia<br />

più potente <strong>della</strong> passione, e la domini.<br />

Quanto più una virtù è nobile e sublime,<br />

tanto più essa sarà forte e invincibile.<br />

Nessuna anima viziata può dominare<br />

un’altra che sia mun<strong>it</strong>a di virtù”(<br />

1 ).<br />

Nel ricevere il mer<strong>it</strong>ato onore degli<br />

altari, voglia Sant’Antonio di Sant’Anna<br />

Galvão continuare a prodigare<br />

tanti favori quanti quelli che già ha<br />

ottenuto per il popolo che egli ha tanto<br />

desiderato di vedere saldo nella fede.<br />

Fortunato il Brasile ad avere avuto<br />

un simile figlio! Fortunata la Chiesa<br />

per avere un tale Santo! ²<br />

1<br />

) Il libero arb<strong>it</strong>rio, Paulus, San Paolo,<br />

1995, pagg.48-49<br />

Miracolo <strong>della</strong> canonizzazione di Fra’<br />

Antonio di Sant’Anna Galvão<br />

Negli anni 1993 e 1994, Sandra Grossi de Almeida<br />

aveva sub<strong>it</strong>o tre aborti spontanei, dovuti ad<br />

una malformazione dell’utero che le rendeva<br />

impossibile condurre a termine una gravidanza.<br />

Trovandosi in questa s<strong>it</strong>uazione, nel maggio del<br />

1999 rimase incinta nuovamente. Nonostante il prognostico<br />

medico parlasse di una probabile interruzione<br />

<strong>della</strong> gravidanza, che avrebbe potuto durare al<br />

massimo fino al quinto mese, la gestazione ebbe una<br />

normale evoluzione fino alla trentaduesima settimana.<br />

Trattandosi di un caso di gravissimo rischio, Sandra fu<br />

ricoverata in ospedale per essere segu<strong>it</strong>a quotidianamente<br />

in un ambiente di maggior sicurezza.<br />

Si decise per il parto cesareo, da eseguirsi il giorno<br />

11 dicembre, e questo si svolse senza nessuna complicazione.<br />

Il bambino nacque pesando 1 chilo e 995<br />

grammi e misurando 42 centimetri. Accusando problemi<br />

respiratori, ebbe bisogno di essere intubato; ebbe,<br />

tuttavia, un quadro evolutivo molto rapido, tanto<br />

che i tubi gli furono tolti il giorno 12, di pomeriggio.<br />

Fu dimesso dall’ospedale il giorno 19.<br />

L’es<strong>it</strong>o favorevole di questo caso raro fu attribu<strong>it</strong>o<br />

all’intercessione del Beato Antonio di Sant’Anna<br />

Galvão. Fin dall’inizio, e durante tutta la gravidanza,<br />

egli era stato molto invocato dalla famiglia<br />

e dalla stessa Sandra che, oltre a fare continue novene,<br />

prese le “pillole di Fra Galvão” con fede e la<br />

certezza di essere aiutata da questo “uomo <strong>della</strong> pace<br />

e <strong>della</strong> car<strong>it</strong>à”.<br />

I per<strong>it</strong>i medici <strong>della</strong> Congregazione per le Cause<br />

dei Santi, nella sessione del 18 gennaio 2006, approvarono<br />

all’unanim<strong>it</strong>à il fatto come “scientificamente inesplicabile<br />

nel suo congiunto, in base alle attuali conoscenze<br />

scientifiche”. Ed il 13 luglio il “Congresso dei<br />

Teologi” ha riconosciuto il caso come miracoloso.<br />

Sandra Grossi col figlio Enzo, la cui<br />

nasc<strong>it</strong>a è stata qualificata dai medici come<br />

“scientificamente inspiegabile”<br />

Divulgazione<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 25


Araldi ne<br />

In vis<strong>it</strong>a a<br />

Il Comandante dott. Pereira ha condotto la<br />

delegazione di Araldi fino alle celle ed ha annunciato<br />

alle detenute la distribuzione dei donativi.<br />

“<br />

Sono stato in prigione e siete venuti a<br />

trovarmi” (Mt 25, 36). È talmente sorprendente<br />

l’affermazione di Gesù, nell’enunciare<br />

le opere di misericordia,<br />

con la pratica delle quali i giusti si salveranno,<br />

che essi stessi chiederanno: “E quando ti<br />

abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti<br />

a vis<strong>it</strong>arti? “ (Mt 25, 39). Dunque Nostro Signore<br />

non solleva né il problema <strong>della</strong> colpa né dell’innocenza<br />

di quelli che sono privati <strong>della</strong> libertà, poiché<br />

I materassi sono introdotti nell’area delle celle.<br />

La consegna di beni è occasione di evangelizzazione,<br />

attraverso una parola di conforto e speranza.<br />

26 Salvami Regina · Maggio 2007


l mondo<br />

lle prigioni<br />

vuole identificarsi con loro. Soltanto afferma: “Sono<br />

stato in prigione”.<br />

È stato alla ricerca del volto sofferente di Cristo, in<br />

chi è carcerato, che una rappresentanza degli Araldi è<br />

entrata nella caserma di Mairiporà (San Paolo- Brasile),<br />

il 22 marzo. Il Comandante, dott. Antonio José Pereira,<br />

aveva lanciato un appello a favore dei detenuti sotto la<br />

sua custodia, per venire incontro alle loro carenze materiali.<br />

Materassi, asciugamani e materiale per l’igiene<br />

personale sono stati distribu<strong>it</strong>i in quest’occasione.<br />

Il Comandante, dott. Antonio José Pereira,<br />

ha manifestato grat<strong>it</strong>udine per l’aiuto prestato<br />

alle detenute in sua custodia.<br />

Riconoscenti per i doni materiali, le detenute<br />

hanno manifestato, soprattutto, riconoscenza per<br />

l’aiuto spir<strong>it</strong>uale ricevuto.<br />

Alla fine, una preghiera a Maria Santissima, a nome<br />

di tutte, per chiedere la sua materna protezione.<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 27


Scuole degli Araldi<br />

I<br />

n segu<strong>it</strong>o al cammino aperto dal Seminario<br />

Minore, a San Paolo, quest’anno gli Araldi<br />

hanno cominciato delle attiv<strong>it</strong>à di insegnamento<br />

secondario anche in altre c<strong>it</strong>tà, con lo scopo<br />

di dare una formazione completa, tanto culturale<br />

quanto religiosa, ai giovani aspiranti. La possibil<strong>it</strong>à<br />

di svolgere le attiv<strong>it</strong>à scolastiche in un ambiente sano<br />

e disciplinato offre ai giovani un maggior prof<strong>it</strong>to intellettuale<br />

ed un progresso spir<strong>it</strong>uale più sicuro.<br />

Paraguay – Il 14 febbraio scorso Padre Carlos Tejedor<br />

ha inaugurato con la celebrazione eucaristica, la Scuola<br />

Araldi del Vangelo Internazionale, ad Asuncion.<br />

Guatemala – Il ramo femminile degli Araldi muove i<br />

suoi primi passi nelle attiv<strong>it</strong>à scolastiche.<br />

San Paolo, Brasile – Nel Seminario degli Araldi, la<br />

costruzione <strong>della</strong> Cappella, progredisce, in mezzo a<br />

molte difficoltà, vinte solo grazie alla generos<strong>it</strong>à<br />

dei collaboratori e all’aiuto delle Associazioni:<br />

Madonna di Fatima - Maria, Stella <strong>della</strong> Nuova<br />

Evangelizzazione e “Custodios de Maria”.<br />

Recife, Brasile – Il Vicario Generale dell’Arcidiocesi,<br />

Mons. Edvaldo Bezerra da Silva, ha presieduto<br />

la celebrazione eucaristica che ha aperto le<br />

attiv<strong>it</strong>à scolastiche.<br />

Colombia –A Bogotá, la Scuola Araldi<br />

continua la sua attiv<strong>it</strong>à, nella quale la gioia dei<br />

giovani aspiranti è un importante fattore per<br />

un buon prof<strong>it</strong>to negli studi.<br />

28 Salvami Regina · Maggio 2007


VI Pellegrinaggio Nazionale<br />

dell’Apostolato dell’Icona a Fatima<br />

Il 31 marzo Mons. Beni dos<br />

Santos, Vescovo diocesano<br />

di Lorena (San Paolo – Brasile),<br />

ha presieduto, nel Santuario<br />

di Fatima, in Portogallo, il pellegrinaggio<br />

nazionale dell’Apostolato<br />

dell’Icona, che ha visto la partecipazione<br />

di diecimila persone.<br />

L’evento ha avuto inizio nella Sala<br />

Paolo VI, con la solenne incoronazione<br />

<strong>della</strong> statua del Cuore Immacolato<br />

di Maria, alla prestigiosa<br />

presenza di Mons. Serafim Ferriera<br />

e Silva, vescovo emer<strong>it</strong>o di Leiria-Fatima.<br />

Nella conferenza che è segu<strong>it</strong>a,<br />

Mons. Beni ha messo in risalto l’importanza<br />

<strong>della</strong> famiglia nella costruzione<br />

del regno di Dio, inc<strong>it</strong>ando i<br />

presenti a collaborare intensamente<br />

all’evangelizzazione delle famiglie attraverso<br />

l’Apostolato dell’Icona.<br />

Nel pomeriggio, dopo il rosario<br />

med<strong>it</strong>ato, nella Cappellina delle<br />

Apparizioni, Mons. Beni ha presieduto<br />

la Celebrazione Eucaristica.<br />

Portogallo – Sempre zelante per la salvezza delle anime, Mons. Beni si è reso disponibile per celebrare Messa<br />

per 160 giovani aspiranti che dal 27 al 31 marzo hanno programmato le loro vacanze nella local<strong>it</strong>à di Tocha. È<br />

rimasta impressa nella loro memoria l’immagine paterna di quel “Signor Vescovo venuto da tanto lontano, là dal<br />

Brasile, soltanto per celebrare Messa per noi…” come essi stessi dicevano.<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 29


Fatima – 90 anni<br />

Che bella Signora!<br />

Fatima diffonde una luce sovrannaturale che ha avvinto<br />

i pastorelli in forma irresistibile, e illumina il cuore dei<br />

pellegrini che accorrono in questo luogo sacro<br />

alla ricerca di consolazione.<br />

José Antonio Dominguez<br />

Chi giunge a Fatima per<br />

la comoda e sicura autostrada<br />

che fende<br />

la Serra d’Aire, perde<br />

il contatto con una<br />

realtà che da 90 anni si ripete invariabilmente,<br />

in occasione delle commemorazioni<br />

delle apparizioni: numerosi<br />

gruppi di pellegrini che percorrono a<br />

piedi i sentieri e le strade che conducono<br />

a Cova da Iria, il luogo dove la Madre<br />

di Dio è apparsa, nel 1917.<br />

È un contrasto così forte con i costumi<br />

e la mental<strong>it</strong>à consumista <strong>della</strong><br />

nostra epoca, tutta rivolta al godimento<br />

facile <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a, che non c’è<br />

modo di ignorarlo. Che cosa attira<br />

a Fatima queste molt<strong>it</strong>udini dal volto<br />

abbronzato dal sole nelle lunghe<br />

camminate? Che cosa li porta a queste<br />

sorprendenti pen<strong>it</strong>enze, in questo<br />

tempo così restio al sacrificio?<br />

Lo stupore causato<br />

dalle apparizioni<br />

Una rapida rievocazione di alcuni<br />

aspetti poco conosciuti delle apparizioni<br />

può essere chiarificatrice.<br />

Nel vedere la Santissima Vergine,<br />

il 13 maggio, la reazione dei tre<br />

bambini, Lucia, Francesco e Giacinta,<br />

nonostante la differenza di temperamento,<br />

ha avuto una caratteristica<br />

comune. Tutti rimasero colp<strong>it</strong>i, quasi<br />

si direbbe affascinati, dalla visione<br />

celestiale. Per tutto il resto <strong>della</strong> giornata<br />

non parlavano d’altro, incantati<br />

per quello che avevano visto e ud<strong>it</strong>o.<br />

Ma, quando il sole declinò all’orizzonte,<br />

annunciando l’ora di riunire il<br />

gregge e rientrare a casa, r<strong>it</strong>ornando<br />

alla realtà di tutti i giorni, ognuno reagì<br />

a modo suo. Francesco, più riflessivo,<br />

non diceva nulla. Lucia, un po’<br />

più grande dei suoi cugini, già pensava<br />

alla reazione dei suoi familiari e vicini,<br />

così r<strong>it</strong>enne più prudente mantenere<br />

segreto il tutto. Però Giacinta,<br />

più espansiva, non riusciva a contenere<br />

dentro di sé la gioia soprannaturale<br />

che la inondava e non smetteva<br />

di esclamare: “Oh, che Signora bella!<br />

Oh, che Signora graziosa!”<br />

Un segreto impossibile<br />

da custodire<br />

Mentre camminavano, Lucia cercava<br />

di convincere Giacinta a mantenere<br />

tutto segreto:<br />

— Sta a vedere che lo vai a dire a<br />

qualcuno…<br />

— No, non lo dico.<br />

— Neppure a tua madre.<br />

— Non racconterò niente, lo prometto.<br />

Quando Francesco e Giacinta<br />

giunsero a casa, i loro gen<strong>it</strong>ori non<br />

30 Salvami Regina · Maggio 2007


erano ancora tornati dal mercato,<br />

che si svolgeva in una local<strong>it</strong>à vicina.<br />

Giacinta rimase vicino al portone, in<br />

attesa, e non appena vide la madre,<br />

corse ad abbracciarla e a raccontarle<br />

il grande avvenimento:<br />

— Oh, mamma, oggi, a Cova da<br />

Iria, ho visto la Madonna!<br />

La signora Olimpia non ci credette,<br />

per quanto la bambina lo ribadisse<br />

con veemenza e facesse la descrizione<br />

minuziosa e meravigliata dell’accaduto.<br />

Più tardi, quando tutta la famiglia<br />

era seduta per la cena presso il<br />

caminetto, la signora Olimpia, la cui<br />

incredul<strong>it</strong>à già vacillava davanti alla<br />

ferma insistenza <strong>della</strong> figlia, chiese a<br />

Giacinta:<br />

— Raccontami un pò questa storia<br />

<strong>della</strong> Madonna alla Cova da Iria.<br />

“Una signora più<br />

brillante del sole”<br />

E l’innocente pastorella tentò di<br />

tradurre in parole quello che traboccava<br />

dal suo cuore: “Era una Signora<br />

tanto bella, tanto graziosa!... Aveva un<br />

vest<strong>it</strong>o bianco, e una catenina d’ora al<br />

collo fino al petto… La testa era coperta<br />

da un manto bianco, anzi, bianchissimo,<br />

non so, quasi più bianco del latte…<br />

e la copriva fino ai piedi… Era tutto<br />

bordato di oro… Oh! Che bello!...<br />

Aveva le mani giunte, così – e la piccola<br />

si sollevava dal banco, univa le mani<br />

all’altezza del petto im<strong>it</strong>ando la visione.<br />

Tra le d<strong>it</strong>a aveva una corona. Oh<br />

che bella corona aveva…tutta d’oro,<br />

brillante, come le stelle <strong>della</strong> notte, e<br />

un crocefisso che riluceva… che riluceva…Oh<br />

che bella Signora! Ha parlato<br />

molto con Lucia, ma non ha mai<br />

parlato con me, né con Francesco…<br />

Io sentivo tutto quello che esse dicevano…<br />

Oh mamma, bisogna pregare<br />

il rosario tutti i giorni… La Signora<br />

ha detto questo a Lucia. E ha detto<br />

anche che ci portava tutti e tre in Cielo,<br />

Lucia, Francesco e anche me… (…)<br />

Quando Lei è entrata dentro il Cielo,<br />

sembra che le porte si siano chiuse con<br />

tanta fretta che persino i piedi sono rimasti<br />

bloccati fuori… Era tanto bello<br />

La ricca espressiv<strong>it</strong>à<br />

fisionomica di certe statue<br />

<strong>della</strong> Madonna di Fatima, che<br />

tocca tanto profondamente<br />

i cuori, non è estranea alla<br />

meravigliosa luce sovrannaturale<br />

emanata dalle apparizioni<br />

<strong>della</strong> Madre di Dio ai tre pastorelli<br />

Statua del Cuore Immacolato di Maria,<br />

benedetta dal Papa Giovanni Paolo II,<br />

che si venera nella Casa-Madre<br />

degli Araldi, a San Paolo.<br />

il Cielo!... C’erano tante rose selvatiche….”<br />

( 1 )<br />

Molti anni dopo, Lucia avrebbe<br />

fatto una descrizione più ponderata<br />

di questa “bella Signora” che tanto<br />

aveva colp<strong>it</strong>o Giacinta:<br />

“Una Signora, vest<strong>it</strong>a tutta di bianco,<br />

più brillante del sole, che spargeva<br />

luce più chiara e intensa di un bicchiere<br />

di cristallo pieno d’acqua cristallina,<br />

attraversato dai raggi del sole più<br />

ardente. Eravamo tanto vicini, che ci<br />

trovammo racchiusi dalla luce che la<br />

attorniava, o che Lei spargeva.” ( 2 )<br />

Avvolti dalla luce divina<br />

Fin dal primo momento, brilla a<br />

Fatima una luce soprannaturale di<br />

bellezza indicibile che scuote i piccoli<br />

pastori. Tutto quanto la “bella Signora”<br />

chiede loro, essi accettano con<br />

entusiasmo e senza t<strong>it</strong>ubanza: offrire<br />

sacrifici per la con<strong>versione</strong> dei peccatori,<br />

riparare l’Immacolato Cuore<br />

di Maria dalle offese sub<strong>it</strong>e, conservare<br />

il segreto che la Madonna ha loro<br />

raccontato, pregare il rosario tutti<br />

i giorni per la pace. Perfino la morte<br />

i bambini sono disposti ad affrontare<br />

per fare la volontà <strong>della</strong> Madonna.<br />

Nel momento esatto dell’apparizione,<br />

i pastorelli sono avvolti o penetrati<br />

da una luce emanata dalle<br />

mani verginali di Maria, che Lucia<br />

così descrive: “Ha aperto per la prima<br />

volta le mani, comunicandoci una luce<br />

P. Timothy Ring<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 31


frendo la v<strong>it</strong>a per la con<strong>versione</strong> dei<br />

peccatori. “È stata una grazia che ci<br />

ha segnato per sempre nella sfera del<br />

soprannaturale” – ha affermato molti<br />

anni dopo Suor Lucia.<br />

I Beati Giacinta e Francesco sarebbero<br />

morti poco dopo le apparizioni.<br />

Suor Lucia entrò nel Carmelo<br />

di Coimbra, dove avrebbe terminato<br />

esemplarmente la sua esistenza, a 97<br />

anni, illuminata ancora da questa luce<br />

sovrannaturale. Nel suo ultimo libro,<br />

“Come vedo il messaggio”, confessa<br />

questo stupore interiore che ha dominato<br />

tutta la sua v<strong>it</strong>a: “Vedere lì una Signora<br />

tanto bella, che mi dice di essere<br />

del Cielo, ho sent<strong>it</strong>o una gioia così intima<br />

che mi ha riemp<strong>it</strong>o di fiducia e amore;<br />

mi sembrava che ormai niente mi poteva<br />

separare da questa Signora…”<br />

Luce che dissipa le tenebre<br />

dell’incredul<strong>it</strong>à.<br />

Le grazie straordinarie concesse<br />

dalla Santissima Vergine ai pastorelli,<br />

e che operarono in loro una trasformazione<br />

tanto profonda da innalzarli<br />

alle alte vette <strong>della</strong> sant<strong>it</strong>à, si può dire<br />

che furono una prima realizzazione<br />

del trionfo dell’Immacolato Cuore<br />

Centenario<br />

<strong>della</strong> nasc<strong>it</strong>a di<br />

Suor Lucia<br />

così intensa, quasi un riflesso emanato<br />

da lei, che ci penetrava nel petto e nel<br />

più intimo dell’anima, facendoci vedere<br />

noi stessi in Dio, che era questa luce,<br />

più chiaramente di quanto vediamo<br />

nel migliore degli specchi” ( 3 ).<br />

Questa luce, penetrata nell’intimo<br />

delle anime dei bambini, sembra essere<br />

stata quasi un flash <strong>della</strong> luce di<br />

Dio, che fece loro sperimentare qualcosa<br />

<strong>della</strong> felic<strong>it</strong>à celestiale. “In essa<br />

ci vedevamo come sommersi in Dio”<br />

( 4 ). Questo diede loro il coraggio necessario<br />

per affrontare tutte le avvers<strong>it</strong>à<br />

e compiere la loro vocazione, of-<br />

Il Santuario di Fatima ha commemorato con una<br />

solenne Celebrazione Eucaristica presieduta da<br />

Mons. Antonio Marto, Vescovo di Leiria-Fatima,<br />

il giorno 28 marzo, il centenario <strong>della</strong> nasc<strong>it</strong>a di Suor<br />

Lucia, scomparsa il 13 febbraio del 2005, nel Carmelo di<br />

Coimbra. Nell’omelia, il celebrante ha messo in evidenza<br />

alcuni aspetti più salienti <strong>della</strong> missione che la Madonna<br />

le ha affidato, nella seconda apparizione, il 13<br />

giugno 1917: “Tu rimani qui ancora per qualche tempo.<br />

Gesù vuole servirSi di te per farMi conoscere e amare”.<br />

A Suor Lucia– ha affermato Mons. Antonio -, è toccato,<br />

in modo speciale, di ricevere e trasmettere alla<br />

Chiesa e al mondo intero un messaggio impressionante<br />

dell’Altissimo attraverso Maria, Madre di Gesù: un messaggio<br />

di mon<strong>it</strong>o e, al tempo stesso, di promessa di riconciliazione<br />

e di pace. Nel momento in cui le guerre<br />

mondiali travolgevano il secolo XX nel fuoco e nel sangue,<br />

quando i popoli dell’Europa erano coinvolti in un<br />

processo di annichilimento e di morte mai visto e immaginato<br />

prima, introducendo così l’inferno nella terra,<br />

ecco che Dio, attraverso la Madre di suo Figlio, dà segnali<br />

<strong>della</strong> sua misericordia: inv<strong>it</strong>a gli uomini a non rassegnarsi<br />

alla banalizzazione<br />

del<br />

male e risveglia<br />

la speranza attraverso<br />

una vasta<br />

rinasc<strong>it</strong>a spir<strong>it</strong>uale<br />

di fervore,<br />

orazione e con<strong>versione</strong><br />

profonda<br />

dei cuori. “Di<br />

questo Messaggio,<br />

Suor Lucia<br />

è stata ricevente,<br />

trasmett<strong>it</strong>rice<br />

Mons Antonio Marto,<br />

Vescovo di Leiria-Fatima<br />

e ‘memoria viva’ lungo tutto il secolo XX – come la Madonna<br />

le aveva detto -, nella ver<strong>it</strong>à, nell’umiltà e nella<br />

discrezione, contribuendo al suo approfondimento.<br />

“Rievocarne la memoria oggi è, dunque, un inv<strong>it</strong>o a<br />

riconoscere nel tempo presente, carico d’incertezze, timori<br />

e attentati alla v<strong>it</strong>a umana, il potere immenso dell’Amore<br />

di Dio verso di noi, sicuri <strong>della</strong> certezza <strong>della</strong><br />

sua misericordia che salva l’uman<strong>it</strong>à”.<br />

Luís de Oliveira / Santuario di Fatima<br />

32 Salvami Regina · Maggio 2007


di Maria. Questo trionfo la Madonna<br />

lo annunciò al mondo intero: “Alla fine,<br />

il mio Cuore Immacolato trionferà.<br />

(…) E sarà concesso al mondo qualche<br />

tempo di pace”. L’intensa luce soprannaturale<br />

che avvolse in un primo momento<br />

i pastorelli, verrà ad illuminare<br />

tutta la terra, sconvolgendo le anime<br />

per la sua bellezza e dando origine così<br />

ad una nuova primavera <strong>della</strong> fede.<br />

Fu quello che molto opportunamente<br />

evidenziò, con altre parole,<br />

Mons. Antonio Marto, Vescovo di<br />

Leiria-Fatima, nella commemorazione<br />

del centenario <strong>della</strong> nasc<strong>it</strong>a di Suor<br />

Lucia: “Ecco, dunque, la grande missione<br />

affidata alla Chiesa: far risplendere<br />

la bellezza del volto di Dio in Cristo,<br />

mansueto e umile di cuore, in un mondo<br />

che tanta difficoltà ha nel comprenderlo,<br />

e risvegliare la dimensione mistica<br />

<strong>della</strong> fede per darle calore e gioia”.<br />

Promessa d’aiuto materno<br />

Forse senza percepirlo, molti di<br />

quelli che vanno a Fatima, in peregrinazione<br />

e con spir<strong>it</strong>o di pen<strong>it</strong>enza, accorrono<br />

alla ricerca di questa luce sovrannaturale<br />

che li conforti nelle avvers<strong>it</strong>à,<br />

ne fortifichi la fede, dia loro<br />

questa gioia contagiante che faceva<br />

esclamare di giubilo la piccola Giacinta:<br />

“Oh, che bella Signora!” E se tanti<br />

r<strong>it</strong>ornano a questo luogo sacro è perché<br />

qualche raggio di questa luce divina<br />

è penetrata nelle loro anime e con<br />

la promessa di assisterli per tutta la v<strong>it</strong>a,<br />

proprio come la Madonna ha fatto<br />

a Suor Lucia, quando le ha detto<br />

che sarebbe rimasta ancora per qualche<br />

tempo qui sulla terra: “Non scoraggiarti.<br />

Io non ti lascerò mai. Il mio<br />

Cuore Immacolato sarà il tuo rifugio e<br />

il cammino che ti condurrà a Dio”. ²<br />

Il 13 maggio<br />

a Cova da Iria…<br />

Il messaggio di Fatima è un forte richiamo<br />

alla preghiera e alla con<strong>versione</strong>. Se ancora<br />

permangono motivi di apprensione per il futuro<br />

dell’uman<strong>it</strong>à, è di conforto quanto la<br />

“Bianca Signora” promise ai pastorelli:<br />

“Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà”.<br />

Il messaggio di Fatima è un forte richiamo<br />

alla preghiera e alla con<strong>versione</strong>. Se ancora<br />

permangono motivi di apprensione per il futuro<br />

dell’uman<strong>it</strong>à, è di conforto quanto la<br />

“Bianca Signora” promise ai pastorelli:<br />

“Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà”.<br />

Papa Benedetto XVI, Regina Caeli, 14 maggio 2006<br />

Papa Benedetto XVI, Regina Caeli, 14 maggio 2006<br />

Q<br />

uando la Santissima Vergine<br />

apparve per la prima<br />

volta a Fatima, il mondo<br />

era immerso nelle incertezze e nelle<br />

sofferenze <strong>della</strong> Prima Guerra Mondiale,<br />

aggravate poco dopo dall’irruzione<br />

dell’influenza spagnola e dalla<br />

v<strong>it</strong>toria <strong>della</strong> rivoluzione comunista<br />

in Russia. Allo stesso tempo, la<br />

società accelerava la sua discesa nella<br />

scala <strong>della</strong> crisi di fede e di morale<br />

nella quale ci troviamo oggi.<br />

La Madonna portò parole di speranza,<br />

una richiesta di con<strong>versione</strong> e,<br />

soprattutto, promise una grande v<strong>it</strong>toria:<br />

“Alla fine, il mio Cuore Immacolato<br />

trionferà”.<br />

Il libro “Fatima Messaggio di Pace<br />

e speranza”, riccamente illustrato,<br />

destinato specialmente ai più<br />

giovani, rivive questi avvenimenti,<br />

esalta la virtù dei pastorelli e conferma<br />

l’attual<strong>it</strong>à delle profezie fatte<br />

dalla Vergine Maria in quell’occasione.<br />

Questo libro sta portando un<br />

grande beneficio spir<strong>it</strong>uale a tutti<br />

quelli che lo leggono. Lo legga e lo<br />

diffonda. Le farà conoscere la materna<br />

bontà <strong>della</strong> Madonna. ²<br />

1<br />

) Don Giovanni M. De Marchi IMC,<br />

Era una Signora più brillante del sole,<br />

7ª edizione, pag,84.<br />

2<br />

) Memorie di Suor Lucia, Fatima, 3ª<br />

edizione, 1978, pagg. 144-148.<br />

3<br />

) Idem, pagg. 146-148.<br />

4<br />

) Idem, pag. 149.<br />

Se ancora non ha ricevuto la sua copia, scriva a:<br />

Associazione Madonna di Fatima – Maria, Stella <strong>della</strong><br />

Nuova Evangelizzazione – Via San Marco, 2A 30034<br />

Mira (VE) tel: 041 5600891 o per<br />

e-mail: salvamiregina@salvamiregina.<strong>it</strong>.<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 33


San Giovanni Nepomuceno<br />

Martire del segreto <strong>della</strong><br />

Confessione<br />

Anche se si somma lo splendore di tutti i cristiani che la Boemia<br />

può aver prodotto, non si raggiunge la brillantezza sovrannaturale<br />

di quest’anima che ha cercato e ottenuto la sant<strong>it</strong>à.<br />

Avvenuta da non più di<br />

vent’anni, la caduta<br />

<strong>della</strong> cosiddetta “cortina<br />

di ferro”, non soltanto<br />

ha permesso che<br />

in quei paesi crescessero nuovamente<br />

la speranza e la libertà, ma ha reso più<br />

accessibili a milioni di persone, in tutto<br />

il mondo, alcune delle più splendide<br />

meraviglie culturali ed arch<strong>it</strong>ettoniche<br />

<strong>della</strong> bell’Europa.<br />

Tra queste, è doveroso c<strong>it</strong>are l’incantevole<br />

c<strong>it</strong>tà di Praga, cap<strong>it</strong>ale <strong>della</strong> Repubblica<br />

Ceca, molto famosa per i suoi<br />

antichi edifici di straordinaria bellezza.<br />

I Cechi sono anche conosciuti per<br />

aver offerto al mondo la musica classica<br />

di Dvořák, oltre alla sapor<strong>it</strong>a birra<br />

che porta il nome di una delle sue più<br />

importanti c<strong>it</strong>tà: Pilsen. E ancora, una<br />

delle regioni di questo paese, la Boemia,<br />

produce da secoli cristalli riconosciuti<br />

come modello di raffinatezza e di<br />

bellezza nel mondo intero.<br />

Si può, però, dire con sicurezza<br />

che, anche se si somma lo splendore<br />

di tutti i cristalli che la Boemia può<br />

aver prodotto, non si ottiene la brillantezza<br />

sovrannaturale di un’anima<br />

impegnata a cercare e ottenere<br />

la sant<strong>it</strong>à. Tale è stato l’esempio a noi<br />

Don Mário Beccar Varela<br />

lasciato da uno dei più illustri figli di<br />

queste terre, Giovanni Nepomuceno,<br />

sacerdote e martire in difesa dei dir<strong>it</strong>ti<br />

<strong>della</strong> Santa Chiesa.<br />

Un intrepido sacerdote<br />

Giovanni Nepomuceno nacque nella<br />

c<strong>it</strong>tà di Nepomuk, in una delle valli<br />

<strong>della</strong> Boemia, intorno all’anno 1345.<br />

Già nell’anno 1370 aveva l’incarico di<br />

notaio nella Curia Metropol<strong>it</strong>ana. Nove<br />

anni dopo, fu ordinato sacerdote e<br />

nominato parroco di San Gallo. Nonostante<br />

le incombenze di questa importante<br />

funzione, continuò i suoi studi<br />

di dir<strong>it</strong>to ecclesiastico all’Univers<strong>it</strong>à<br />

di Praga, nella quale ottenne la laurea.<br />

Nel 1382 l’arcivescovo lo inviò a<br />

Padova, dove si specializzò in dir<strong>it</strong>to<br />

canonico, nel 1387. Tornato sub<strong>it</strong>o dopo<br />

a Praga, fu nominato canonico <strong>della</strong><br />

chiesa di Sant’Egidio, ma vi rimase<br />

soltanto due anni. Nell’agosto del<br />

1390 divenne canonico onorario <strong>della</strong><br />

Cattedrale di San V<strong>it</strong>o e vicario generale<br />

di questa già tanto ampia e importante<br />

arcidiocesi. A partire da questo<br />

momento, la Provvidenza lo trasformò<br />

in uomo pubblico.<br />

I sermoni predicati da San Giovanni<br />

Nepomuceno produssero un notevole<br />

cambiamento nei costumi, così fu chiamato<br />

a svolgere l’incarico di confessore<br />

<strong>della</strong> regina grazie alla sua già nota virtù<br />

e alla sicurezza dottrinale da lui tante<br />

volte dimostrata dal pulp<strong>it</strong>o.<br />

La devota regina si metteva docilmente<br />

sotto la direzione spir<strong>it</strong>uale<br />

di un sacerdote tanto virtuoso, ma lo<br />

stesso non succedeva col re. Oltre ad<br />

essere portato a violenti accessi d’ira,<br />

egli fu preso da un infondato sospetto<br />

riguardo alla fedeltà <strong>della</strong> sua sposa.<br />

Siccome non trovava niente che<br />

confermasse questo dubbio, mentre il<br />

suo cuore meschino continuava ad essere<br />

fissato su questa fantasiosa idea,<br />

ordinò di condurre alla sua presenza<br />

il confessore e pretese che questi gli<br />

raccontasse dettagliatamente quello<br />

che nel confessionale gli confidava<br />

la regina. Esterrefatto per l’infondato<br />

sospetto, e molto più per l’inaud<strong>it</strong>a<br />

richiesta, Giovanni Nepomuceno<br />

si rifiutò con fermezza di parlare, affermando<br />

categoricamente il principio<br />

dell’inviolabil<strong>it</strong>à del segreto <strong>della</strong><br />

confessione, lo stesso anche oggi<br />

mantenuto dalla Santa Chiesa:<br />

“Quello che è detto tra le sante pareti<br />

del confessionale, è il più stretto dei<br />

segreti. Le parole pronunciate dal pe-<br />

34 Salvami Regina · Maggio 2007


n<strong>it</strong>ente davanti al sacerdote, essendo<br />

la materia per l’assoluzione dell’anima<br />

peccatrice, lì stesso muoiono. Di tutto<br />

questo, soltanto Dio è testimone, ed<br />

il sacerdote che rivelasse qualcosa di<br />

questo ad un terzo commetterebbe uno<br />

dei più abominevoli sacrilegi, contro il<br />

quale si solleverebbe immediatamente<br />

una terribile scomunica”( 1 ).<br />

Ma l’empio re non volle sapere nulla<br />

di tutto questo. Cieco di furore, fece<br />

torturare brutalmente il fedele confessore.<br />

Pur sopportando indicibili sofferenze,<br />

Giovanni Nepomuceno si mantenne<br />

irriducibile, ciò non fece che aumentare<br />

la furia del crudele sovrano.<br />

Alla fine, vedendo che non sarebbe<br />

riusc<strong>it</strong>o a cavare nulla da quest’uomo<br />

così fermo e compenetrato nella<br />

sua fede, mandò gli sbirri a legarlo e<br />

a gettarlo giù da uno dei ponti di Praga.<br />

Così, l’intrepido sacerdote consegnò<br />

la sua anima a Dio, morendo affogato<br />

nelle acque del fiume Moldava.<br />

Era la notte del 20 marzo 1393.<br />

Una controversia storica<br />

La tragica morte di un personaggio<br />

tanto noto e stimato scioccò molti<br />

ab<strong>it</strong>anti <strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà, ed il re, non volendo<br />

ammettere apertamente la ragione<br />

per la quale aveva fatto assassinare<br />

Don Giovanni Nepomuceno, fece<br />

risultare che la ragione fu un’altra.<br />

C’era in Boemia una grande e prestigiosa<br />

abbazia, quella di Klanrau.<br />

Approf<strong>it</strong>tando del lasso di tempo<br />

tra la morte dell’abate in carica e l’elezione<br />

del successore, il monarca aveva<br />

l’intenzione di sopprimerla, per trasformarla<br />

in una nuova sede episcopale,<br />

la quale sarebbe stata consegnata ad<br />

un membro <strong>della</strong> sua corte. Il re tentò<br />

di fare pressione sul vicario generale<br />

Una statua<br />

di San Giovanni<br />

Nepomuceno orna il<br />

luogo del suo martirio<br />

Scultura sul ponte<br />

Carlo – Praga<br />

(Repubblica Ceca)<br />

perché lo appoggiasse in quest’azione.<br />

A causa <strong>della</strong> sua violenta opposizione,<br />

il re dichiarò che ciò fosse motivo sufficiente<br />

per condannarlo a morte.<br />

Sebbene alcune cronache ufficiali<br />

del regno abbiano trasmesso questa<br />

<strong>versione</strong>, molte altre riferiscono il vero<br />

motivo ( 2 ).<br />

Dopo essere stato trovato, il corpo<br />

di Giovanni Nepomuceno fu seppell<strong>it</strong>o<br />

nella stessa cattedrale, dove sub<strong>it</strong>o<br />

cominciò a ricevere dal popolo gli<br />

onori attribu<strong>it</strong>i ad un martire.<br />

Così, ebbe inizio un forte e salutare<br />

movimento di venerazione al sacerdote<br />

che era morto in difesa del<br />

segreto <strong>della</strong> Confessione. Questi<br />

fatti furono narrati anche nella lettera<br />

d’accusa al re, che l’arcivescovo<br />

Giovanni Jenzenstein presentò al Papa<br />

Benedetto IX ( 3 ).<br />

Beatificazione e canonizzazione<br />

Il Papa Innocenzo XIII lo dichiarò<br />

beato nel 1721. In segu<strong>it</strong>o, lettere<br />

di imperatori, di vescovi e di ordini<br />

religiosi, a cui si aggiunsero le due<br />

univers<strong>it</strong>à di Vienna, di Praga e Bratislava,<br />

in coro chiedevano al Sovrano<br />

Pontefice l’apertura del processo<br />

di canonizzazione, ed effettivamente,<br />

questo fu iniziato nel luglio del 1722.<br />

Anni dopo, il 27 gennaio del 1725,<br />

una commissione presieduta dall’Arcivescovo<br />

di Praga, formata da alcune<br />

dign<strong>it</strong>à ecclesiastiche, oltre ad un<br />

professore di medicina e a due chirurghi,<br />

realizzò l’esumazione dei resti<br />

mortali del martire. Alla presenza<br />

di queste autor<strong>it</strong>à, accadde un fatto<br />

straordinario.<br />

Il corpo si trovava naturalmente<br />

decomposto dal tempo, eccetto la<br />

lingua, la quale si manteneva meravigliosamente<br />

ben conservata, sebbene<br />

raggrinz<strong>it</strong>a. Allora, davanti a tutti,<br />

cominciò a rifarsi, assumendo un colore<br />

roseo come si trattasse di qualcuno<br />

vivo. Stup<strong>it</strong>i, i presenti si misero<br />

in ginocchio, e questo miracolo,<br />

realizzato in circostanze così solenni<br />

e con testimonianze tanto minuziose,<br />

fu il quarto di quelli riportati nel processo<br />

di canonizzazione.<br />

Così, il 19 marzo del 1729, nella<br />

Basilica di San Giovanni in Laterano,<br />

dalle mani del Papa Benedetto XIII,<br />

veniva solennemente elevato agli<br />

onori degli altari, San Giovanni Nepomuceno,<br />

martire del segreto <strong>della</strong><br />

Confessione, la cui festa la Chiesa<br />

commemora il 16 maggio.²<br />

1<br />

) Questo brano è un adattamento di<br />

estratti delle lezioni di Catechismo<br />

radiofoniche amministrate dal Cardinale<br />

Eugénio Salles dopo la pubblicazione<br />

del Nuovo Catechismo<br />

<strong>della</strong> Chiesa Cattolica, nel 1993.<br />

2<br />

) “Instructions for the King, di<br />

Paul Zidek, 1471, in “Ze<strong>it</strong>schrift<br />

für kathol. Theologie”, 1883, 90<br />

ss.; “Chronica regum Romanorum”,<br />

1459, di Thomas Ebendorfer;<br />

“Scriptores rerum Prussicarum”,<br />

III, Leipzig, 1860, 87.<br />

3<br />

) “Pub<strong>it</strong>schka, Gesch”, IV,<br />

app.; ed. Pelzel.<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 35


L’intercessione<br />

<strong>della</strong> Madonna nell’ora<br />

<strong>della</strong> morte<br />

“Prega per noi peccatori, adesso… e nell’ora <strong>della</strong><br />

nostra morte”. Quale la ragione di tanta insistenza nel<br />

chiedere che Maria ci assista alla fine <strong>della</strong> nostra v<strong>it</strong>a?<br />

Nella preghiera che<br />

tante volte rivolgiamo<br />

alla Madonna ci<br />

sono due parti distinte,<br />

che conviene analizzare:<br />

una riguarda il presente, l’altra<br />

il futuro. La prima muta continuamente<br />

riguardo al tema <strong>della</strong> richiesta;<br />

la seconda non varia, chiede sempre la<br />

stessa grazia.<br />

Prega per noi adesso è la richiesta<br />

dell’ora presente, il cui oggetto sarà<br />

differente secondo le nostre necess<strong>it</strong>à.<br />

A volte sarà la sollec<strong>it</strong>azione di una<br />

grazia protettrice, altre volte <strong>della</strong> consolazione,<br />

altre volte ancora di sollievo<br />

e di guarigione da qualche inferm<strong>it</strong>à.<br />

Prega per noi nell’ora <strong>della</strong> nostra<br />

morte, invece riguarda il futuro, ed è<br />

sempre la stessa richiesta che, ripetuta<br />

200 volte nel Rosario, abbiamo fatto<br />

ieri, facciamo oggi e torneremo a<br />

fare domani, se Dio ci concederà un<br />

nuovo giorno e se in quel giorno pregheremo<br />

la Vergine Maria.<br />

Allora, per quale motivo la Santa<br />

Chiesa, per mezzo dell’Ave Maria,<br />

preghiera quotidiana e familiare<br />

a tutti i cristiani, perfino ai più indifferenti,<br />

ha formulato questa richiesta:<br />

Prega per noi nell’ora <strong>della</strong> nostra<br />

morte? Può essere soltanto per ragioni<br />

molto degne <strong>della</strong> sua saggezza;<br />

quindi nell’ora <strong>della</strong> morte l’intercessione<br />

<strong>della</strong> Santissima Vergine è a<br />

noi sovranamente necessaria ed veramente<br />

efficace.<br />

Necess<strong>it</strong>à dell’assistenza di<br />

Maria negli ultimi momenti<br />

Per comprendere bene quanto necessaria<br />

sia l’assistenza <strong>della</strong> Madonna<br />

nei nostri ultimi momenti, bisogna<br />

ricordare che l’ora <strong>della</strong> morte è propriamente<br />

l’ora più decisiva e difficile<br />

tra tutte. In essa sarà fissato il nostro<br />

destino per tutta l’etern<strong>it</strong>à. Quando<br />

cade un albero, a destra o a sinistra, là<br />

dove cade, rimane, dice bene il Qoelet<br />

(11, 3). Se cadrà dalla parte giusta,<br />

se moriremo nella grazia di Dio, saremo<br />

felici per sempre, ma se cadrà dalla<br />

parte sbagliata, se moriremo nell’inimicizia<br />

di Dio, il nostro posto sarà<br />

con i reprobi. L’ora <strong>della</strong> morte è l’ora<br />

del combattimento supremo. Se trionferemo<br />

sul demonio, tutte le nostre<br />

sconf<strong>it</strong>te passate saranno riparate, saremo<br />

v<strong>it</strong>toriosi per sempre, prenderemo<br />

posto tra gli eterni trionfatori ed il<br />

Re del Cielo ci cingerà con la corona<br />

<strong>della</strong> gloria eterna.<br />

Guardiamo il buon ladrone. La<br />

sua v<strong>it</strong>a era macchiata da vari crimini.<br />

Egli era stato un infame criminale<br />

che si tinse le mani col sangue di fratelli;<br />

alcuni istanti prima di morire, si<br />

è pent<strong>it</strong>o, è stato perdonato, i suoi crimini<br />

sono stati estinti e – come pietoso<br />

ladrone del Cielo, com’è chiamato<br />

-, per un istante di sincero pentimento,<br />

è andato a condividere le gioie del<br />

Paradiso con i patriarchi e i profeti<br />

che hanno trascorso la v<strong>it</strong>a intera nella<br />

pratica delle buone opere.<br />

Se, al contrario, all’ultimo momento,<br />

il nostro nemico, il demonio,<br />

trionferà su di noi, le nostre v<strong>it</strong>torie<br />

già acquis<strong>it</strong>e, per quanto numerose o<br />

altisonanti siano state, ci saranno inutili.<br />

Le nostre opere buone, anche se<br />

fossimo vissuti come giusti per lunghi<br />

anni, andrebbero perdute per sempre<br />

e si volatilizzerebbero come semplici<br />

nuvole disperse dal vento. Rimarremmo<br />

come naviganti che, dopo<br />

aver trionfato su varie tempeste in al-<br />

36 Salvami Regina · Maggio 2007


to mare, si vedono soccombere proprio<br />

nel porto d’approdo.<br />

Una tragica defezione<br />

dell’ultima ora<br />

Ricordiamoci <strong>della</strong> storia dei 40<br />

martiri di Sebaste. Erano 40 soldati<br />

che, insieme, nelle truppe dell’eserc<strong>it</strong>o<br />

romano, ingaggiarono insieme innumerevoli<br />

combattimenti su questa<br />

terra, oltre a vincere combattimenti<br />

nel Cielo, per la pratica delle virtù cristiane,<br />

sotto lo stendardo di Gesù Cristo.<br />

Per il fatto di difendere la Religione,<br />

comparvero davanti al tribunale dei<br />

loro persecutori, confessando coraggiosamente<br />

la loro fede, senza lasciarsi<br />

intimidire da minacce né sedurre da<br />

promesse. Furono tutti gettati in prigione<br />

e condannati a morire in un lago<br />

gelato. Gli angeli già li sorvolavano,<br />

portando nelle mani le corone destinate<br />

a questi uomini gloriosi, quando uno<br />

di loro, vinto dal freddo, uscì dal lago<br />

per fare un bagno d’acqua tiepida preparato<br />

in vista <strong>della</strong> desistenza da parte<br />

di qualcuno di loro. Egli morì poco<br />

dopo (in segu<strong>it</strong>o al brusco cambiamento<br />

di temperatura), perdendo per un<br />

istante di debolezza i frutti di una lunga<br />

v<strong>it</strong>a passata nell’esercizio delle virtù, i<br />

mer<strong>it</strong>i splendenti <strong>della</strong> sua confessione<br />

di fede e la gloria di un martirio quasi<br />

consumato, lasciando i suoi compagni<br />

immersi nell’incomparabile dolore <strong>della</strong><br />

sua defezione.<br />

L’ora <strong>della</strong> morte è un’ora decisiva,<br />

ma è anche un’ora difficile.<br />

Angustie dei moribondi<br />

Come sono atroci le angustie dei<br />

moribondi, che non hanno perduto<br />

completamente la fede, quando i rimorsi<br />

di coscienza, il timore del giudizio<br />

imminente e l’incertezza quanto alla<br />

salvezza eterna si uniscono per riempirli<br />

di turbamento e paura! I demoni<br />

raddoppiano la loro rabbia per afferrare<br />

questa presa che gli sfugge. Accorrono<br />

numerosi intorno al letto del malato<br />

per tentare un ultimo sforzo.<br />

Potesse ancora il moribondo reagire<br />

nel pieno delle sue forze! Ma non<br />

L’intercessione di Maria Santissima ci è tanto necessaria<br />

quanto efficace nell’ora <strong>della</strong> morte. come sono felici le anime assist<strong>it</strong>e<br />

da Lei in questa ora estrema!<br />

“Madonna del Pilastro” – Basilica di Sant’Antonio, Padova<br />

può! Mai sarà stato attaccato con tanta<br />

violenza e mai così debole per difendersi.<br />

La debolezza del corpo provoca<br />

un disastroso contraccolpo nell’anima.<br />

L’immaginazione resta completamente<br />

confusa. È come se fosse un campo<br />

aperto che gli animali selvaggi – meglio<br />

sarebbe dire fantasmi dei più lugubri e<br />

dei più spaventosi – attraversano liberamente<br />

in tutte le direzioni. Lo spir<strong>it</strong>o<br />

resta pieno di tenebre, la volontà senza<br />

energia e piena di languore.<br />

Necess<strong>it</strong>à imperiosa dell’aiuto<br />

di Dio nell’ora <strong>della</strong> morte<br />

Quanto è necessario il soccorso di<br />

Dio in quest’ora! Quanto indispensabile<br />

è la grazia divina per perseverare!<br />

La grazia, soprattutto quella <strong>della</strong><br />

perseveranza finale, è un dono di Dio<br />

che non ci è dato mer<strong>it</strong>are, ma possiamo<br />

ottenere infallibilmente con le<br />

nostre preghiere.<br />

Ora, come, per un privilegio speciale<br />

di Dio, il quale vuole in questo<br />

modo onorare sua Madre, la Santissima<br />

Vergine è la mediatrice obbligatoria<br />

dalle cui mani tutti i favori del<br />

Cielo devono passare, è a Lei che<br />

dobbiamo chiedere questa grazia delle<br />

grazie.<br />

Comprendiamo allora perché la<br />

Santa Chiesa ci porta a chiedere tante<br />

volte l’assistenza di Maria Santis-<br />

Guglielmo Azurmendi<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 37


sima per l’ora <strong>della</strong> nostra morte.<br />

Comprendiamo anche il motivo per<br />

il quale Ella ci inc<strong>it</strong>a a ripetere tutti i<br />

giorni: Santa Maria, prega per noi nell’ora<br />

<strong>della</strong> nostra morte.<br />

In quest’ora, intercessione<br />

infallibile di Maria Santissima<br />

L’intercessione di Maria Santissima<br />

ci è tanto necessaria quanto efficace in<br />

questa suprema e solenne circostanza.<br />

Come sono felici le anime assist<strong>it</strong>e da<br />

Maria in quest’ora! Esse non possono<br />

perire. Sebbene siano prigioniere <strong>della</strong><br />

tirannia del demonio, questa Buona<br />

Madre spezzerà le loro catene e otterrà<br />

per loro i frutti benefici di una sincera<br />

con<strong>versione</strong>, supplicandole a fare vera<br />

pen<strong>it</strong>enza. Lei starà là vicina al loro<br />

letto di dolori, come una madre al capezzale<br />

del figlio moribondo, dissipando<br />

le loro angustie, calmando i loro dolori,<br />

addolcendo le loro pene, offrendo<br />

una santa pazienza e prendendo la loro<br />

difesa di fronte agli attacchi furiosi e<br />

molteplici dello spir<strong>it</strong>o delle tenebre.<br />

Quando giunge l’ultima ora di<br />

qualche devoto <strong>della</strong> Madonna, dice<br />

San Bonaventura, questa Buona Madre<br />

gli invia gli spir<strong>it</strong>i angelici che sono<br />

ai suoi ordini, insieme a San Michele,<br />

loro capo. Lei, che è il flagello<br />

dell’inferno – come dice San Giovanni<br />

Damasceno – Lei che ha, per missione,<br />

l’odio verso il serpente infernale,<br />

gli fa sentire, soprattutto quando<br />

qualcuno dei suoi devoti sta per abbandonare<br />

questo mondo, tutto il suo<br />

v<strong>it</strong>torioso potere. Lei è per il demonio,<br />

in quest’occasione, terribile come<br />

un eserc<strong>it</strong>o schierato in battaglia.<br />

Diventa contro di lui come quella torre<br />

di cui parla il Cantico dei Cantici,<br />

dove mille scudi sono alzati con le armi<br />

dei più valorosi.<br />

No, un servo di Maria non può perire!<br />

– dichiara San Bernardo.<br />

Não, aquele por quem Maria se dignou<br />

rezar não pode mais ter dúvida<br />

da sua salvação e da sua ida à glória<br />

do Céu! – diz Santo Agostinho.<br />

No, colui per il quale Maria ha<br />

pregato una volta non perirà! No, chi<br />

ha rec<strong>it</strong>ato devotamente tutti i giorni<br />

l’Ave Maria non sarà abbandonato<br />

nell’ultima ora! – esclama anche Sant’Anselmo.<br />

Questa preghiera possiede tutte le<br />

qual<strong>it</strong>à capaci di renderla infallibilmente<br />

v<strong>it</strong>toriosa.<br />

In primo luogo, essa è santa nella<br />

sua motivazione. Infatti, che cosa<br />

chiediamo attraverso la sua rec<strong>it</strong>azione?<br />

La perseveranza finale “nell’ora<br />

<strong>della</strong> nostra morte”.<br />

Poi, è umile. Attraverso essa confessiamo<br />

a Maria Santissima la nostra<br />

miseria, rivestendoci di un t<strong>it</strong>olo che ci<br />

sta tanto bene: “poveri peccatori”.<br />

L’Ave Maria è anche fiduciosa,<br />

poiché ci rivolgiamo al più potente<br />

intercessore che ci possa essere, a<br />

Colei che è chiamata “Onnipotenza<br />

supplicante”, in considerazione <strong>della</strong><br />

sua sant<strong>it</strong>à preminente e <strong>della</strong> sua dign<strong>it</strong>à<br />

incomparabile di Madre di Dio:<br />

“Santa Maria, Madre di Dio”.<br />

Questa preghiera è perseverante.<br />

Quale orazione può essere più perseverante?<br />

Anche se, per ipotesi, pregassimo<br />

soltanto un’Ave Maria al<br />

giorno, quante volte durante la nostra<br />

v<strong>it</strong>a avremmo chiesto a Lei di intercedere<br />

per noi nell’ora <strong>della</strong> morte?<br />

Cosa succederà allora se preghiamo<br />

almeno una decina del Rosario?<br />

Più ancora se prendiamo l’ab<strong>it</strong>udine<br />

di pregare quotidianamente un Rosario<br />

intero? Sarà possibile che Maria<br />

Santissima, tanto zelante per la nostra<br />

salvezza, non ci dia ascolto?<br />

No! Questo è impossibile! A questo<br />

si oppongono le promesse, i giuramenti<br />

di Gesù riguardanti la preghiera,<br />

così come la bontà e la tenerezza<br />

di sua Madre Santissima.<br />

Prendiamo, allora, la risoluzione<br />

di pregare tutti i giorni <strong>della</strong> nostra<br />

v<strong>it</strong>a, con una nuova fede, una nuova<br />

fiducia e una nuova attenzione, questa<br />

corta ma tanto bella ed efficace<br />

orazione dell’Ave Maria. Otterremo,<br />

così, ogni giorno quelle grazie particolari<br />

delle quali abbiamo bisogno e,<br />

soprattutto, la grazia necessaria alla<br />

fine <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a, la più grande fra tutte,<br />

la più importante di tutte le grazie, la<br />

grazia <strong>della</strong> perseveranza finale!<br />

Sant’Andrea Avelino<br />

Secondo quanto si narra, nell’ora<br />

<strong>della</strong> morte di Sant’Andrea Avelino,<br />

un grande servo di Maria, il suo letto<br />

era avvolto da più di diecimila demoni,<br />

durante la sua agonia, egli dovette<br />

ingaggiare contro l’inferno una<br />

battaglia così terribile che lasciò stupefatti<br />

tutti i religiosi lì presenti. Videro<br />

il suo volto decomporsi e rimanere<br />

livido. Egli tremava in tutte le<br />

sue membra, digrignava i denti, lacrime<br />

abbondanti gli scorrevano sul viso,<br />

testimoniando la violenza dell’assalto<br />

al quale era soggetto. Lo spettacolo<br />

strappò lacrime a tutti i presenti.<br />

Ognuno raddoppiava le orazioni<br />

e trepidava per se stesso, nel vedere<br />

un santo morire in questa maniera.<br />

Un’unica cosa consolava i religiosi: il<br />

moribondo molte volte girava la faccia<br />

verso la statua <strong>della</strong> Vergine, indicando<br />

in questo modo che chiedeva<br />

il suo soccorso e ricordando loro<br />

di aver detto varie volte durante la v<strong>it</strong>a<br />

che Maria Santissima sarebbe stata<br />

il suo rifugio nell’ora <strong>della</strong> morte.<br />

Alla fine, Dio acconsentì a porre<br />

fine a questo combattimento, accordando<br />

al santo la più gloriosa v<strong>it</strong>toria.<br />

Le ag<strong>it</strong>azioni cessarono, il volto<br />

del moribondo riacquistò la sua seren<strong>it</strong>à<br />

di prima; lo videro rimanere<br />

tranquillo, mantenendo lo sguardo<br />

in direzione <strong>della</strong> statua, inclinarsi in<br />

segno di riconoscimento e, in segu<strong>it</strong>o,<br />

spirare dolcemente tra le braccia <strong>della</strong><br />

Santissima Vergine, che egli tanto<br />

aveva invocato in v<strong>it</strong>a e che veniva a<br />

fargli sentire la sua onnipotente protezione<br />

in quel supremo momento.<br />

Im<strong>it</strong>iamo la devozione di Sant’Andrea<br />

Avelino, e, come lui, nella nostra<br />

ultima ora saremo assist<strong>it</strong>i e soccorsi<br />

dalla misericordiosissima Regina<br />

dei Cieli. ²<br />

(Traduzione, con adattamenti,<br />

da “L’Ami du Clergé” nº39,<br />

del 23/9/1880)<br />

38 Salvami Regina · Maggio 2007


Gesù di Nazaret: il cammino<br />

del Papa fino a Gesù<br />

Roma (VIS) – “Gesù di Nazaret”,<br />

il libro di Benedetto XVI, si trova in<br />

libreria dal giorno 16 aprile, 80 compleanno<br />

del Papa. L’opera sarà tradotta<br />

in 20 lingue.<br />

“Gesù di Nazaret” è la prima parte<br />

di un’opera in due volumi che analizza<br />

la v<strong>it</strong>a pubblica di Cristo, dal Battesimo<br />

nel Giordano fino alla Trasfigurazione.<br />

La preoccupazione pastorale<br />

e l’eccezionale dottrina teologica<br />

del Papa si uniscono a delineare il tema<br />

centrale dell’opera: la convinzione<br />

che per intendere la figura di Gesù<br />

Cristo sia necessario partire dalla<br />

sua unione col Padre.<br />

Il libro riflette la ricerca personale<br />

del “volto del Signore”, fatta da Joseph<br />

Ratzinger e non vuole essere un<br />

documento di magistero.<br />

Per Benedetto XVI, nel testo biblico<br />

si trovano tutti gli elementi per<br />

affermare che il personaggio storico<br />

Gesù Cristo è, effettivamente, il Figlio<br />

di Dio, venuto sulla terra per salvare<br />

l’uman<strong>it</strong>à.<br />

Insieme all’uomo di fede e al teologo,<br />

emerge nel libro il pastore che riesce<br />

a favorire nel lettore la cresc<strong>it</strong>a di<br />

una nuova relazione con Gesù Cristo.<br />

Cina: crescono le conversioni<br />

Le celebrazioni <strong>della</strong> Pasqua in Cina<br />

sono state contrassegnate da migliaia<br />

di battesimi, frutto di un’ondata<br />

di nuove conversioni. L’agenzia<br />

AsiaNews registra, come curios<strong>it</strong>à,<br />

che è stato difficile trovare madrine e<br />

padrini, in numero sufficiente. Nella<br />

cap<strong>it</strong>ale, ogni padrino ha per lo meno<br />

una dozzina di figliocci da seguire;<br />

la s<strong>it</strong>uazione è analoga nella maggior<br />

parte delle grandi c<strong>it</strong>tà: Shangai,<br />

Xian, Guangzhou, ecc.<br />

Soltanto a Pechino, per esempio, il<br />

numero dei Battesimi è arrivato quasi<br />

a mille. Secondo un sacerdote locale, la<br />

spiegazione a questo fatto risiede nella<br />

risposta che la Chiesa offre “al cuore<br />

delle persone, che hanno sete di Dio”.<br />

D’altra parte, molti dei nuovi battezzati<br />

provengono dalle classi più elevate,<br />

nonostante il benessere materiale,<br />

sentono una grande insoddisfazione.<br />

“Soltanto il Cristianesimo – come<br />

afferma uno di loro – è stato capace di<br />

saziare le mie necess<strong>it</strong>à spir<strong>it</strong>uali”.<br />

Tra i neo-convert<strong>it</strong>i si contano anche<br />

i poveri e gli immigranti. Dimenticati<br />

ed oppressi, essi trovano aiuto<br />

nella Chiesa.<br />

Cina 2: L’ottavo vizio cap<strong>it</strong>ale<br />

I giochi online sono diventati in<br />

Cina un vero vizio, soprattutto tra<br />

i bambini, gli adolescenti e i giovani.<br />

Secondo dati del governo cinese,<br />

14% dei giovani sono viziati da Internet,<br />

e sono già stati creati centri clinici<br />

di lotta al vizio, i quali curano la dipendenza<br />

con choc elettrici, oltre ad<br />

altre terapie. Con i suoi circa 140 milioni<br />

di utilizzatori, la Cina è, dopo gli<br />

Stati Un<strong>it</strong>i, il secondo paese del Mondo<br />

con più fru<strong>it</strong>ori di Internet.<br />

L’utilizzazione intemperante di internet<br />

rischia di diventare l’ottavo vizio<br />

cap<strong>it</strong>ale.<br />

Per arrestare la cresc<strong>it</strong>a di questo<br />

male, dalle conseguenze ancora imprevedibili,<br />

il governo cinese ha decretato<br />

misure che hanno come obiettivo<br />

interdire l’uso di giochi online,<br />

per i minori di età, per un periodo superiore<br />

alle tre ore giornaliere.<br />

Ma il problema non colpisce soltanto<br />

i giovani cinesi… Come trovare<br />

un rimedio a questo nuovo vizio?<br />

La Chiesa ha un nuovo<br />

Camerlengo<br />

Il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario<br />

di Stato <strong>della</strong> Santa Sede, è stato<br />

chiamato dal Papa Benedetto XVI ad<br />

occupare anche la carica di Camerlengo<br />

<strong>della</strong> Chiesa Romana, sost<strong>it</strong>uendo il<br />

Cardinale Edoardo Martinez Somalo,<br />

che ha rinunciato all’incarico il 31 marzo,<br />

al compimento di 80 anni.<br />

Al Camerlengo incombe la missione<br />

di amministrare interinalmente la<br />

Chiesa nel periodo tra la morte di un<br />

Papa e l’intronizzazione del suo successore.<br />

Questo incarico, il Cardinale<br />

Somalo lo eserc<strong>it</strong>ava da due anni – al<br />

tempo <strong>della</strong> scomparsa del Papa Giovanni<br />

Paolo II – “con zelo, competenza<br />

e amore”, come ha affermato Sua<br />

Sant<strong>it</strong>à Benedetto XVI.<br />

Enciclopedia di Fatima è<br />

lanciata l’11 maggio<br />

Lisbona (Agenzia Ecclesia) –<br />

L’Enciclopedia di Fatima, la cui usc<strong>it</strong>a<br />

è fissata per il giorno 11 maggio a<br />

Fatima, è stata annunciata ai giornalisti<br />

in conferenza stampa.<br />

Ai professionisti <strong>della</strong> comunicazione<br />

sociale è stata mostrata la copertina<br />

<strong>della</strong> pubblicazione, che annovererà<br />

127 articoli riferentisi a Fatima nelle<br />

più diverse aree, come Storia, Teologia,<br />

Storia dell’Arte, Cinema, Musica,<br />

Botanica, L<strong>it</strong>urgia, tra le altre.<br />

Con le sue 650 pagine, essa è coordinata<br />

dal vescovo ausiliare di Lisbona,<br />

Mons. Carlos Azevedo e dal direttore<br />

di Servizio di Studi e Diffusione<br />

del Santuario di Fatima, Don Luciano<br />

Cristino, e conterrà articoli di<br />

58 autori, specialisti nei settori contemplati<br />

dalla pubblicazione.<br />

L’Enciclopedia di Fatima mira ad<br />

essere, secondo le parole di Mons.<br />

Carlos Azevedo, “una collaborazione<br />

oggettiva che vuole offrirsi come visione<br />

d’insieme delle varie prospettive”.<br />

Sarà un’edizione rigorosa, che darà<br />

“un’idea globale del fenomeno”.<br />

Il mistero delle api<br />

Il problema lascia gli agricoltori<br />

disperati e già è arrivato al Congresso<br />

nordamericano, ma nessuno trova<br />

una soluzione. Si tratta dell’enigmatica<br />

scomparsa o morte di milioni di<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 39


Avanza il processo<br />

di beatificazione di<br />

Giovanni Paolo II<br />

L’Osservatore Romano<br />

L’Osservatore Romano<br />

Nel secondo anniversario <strong>della</strong> scomparsa del<br />

Papa Giovanni Paolo II, il 2 aprile, è stata<br />

chiusa, con un atto solenne nella Basilica si<br />

San Giovanni in Laterano, la fase di investigazione diocesana<br />

sulla v<strong>it</strong>a, virtù e fama di sant<strong>it</strong>à di questo Servo<br />

di Dio. Il processo di beatificazione continuerà ora<br />

il suo corso normale nella Congregazione per la Causa<br />

dei Santi, il cui Prefetto, il Cardinal Saraiva Martins,<br />

ha dichiarato: “Il Papa Giovanni Paolo II – a cui io devo<br />

tutto – è un santo!”<br />

Solenne atto di chiusura <strong>della</strong> fase di investigazione<br />

diocesana, nella basilica di San Giovanni in Laterano<br />

Nel discorso di<br />

chiusura <strong>della</strong> sessione,<br />

il Cardinale<br />

Camillo Ruini,<br />

Vicario-Generale<br />

<strong>della</strong> Diocesi<br />

di Roma, ha affermato:<br />

“Tutti coloro<br />

che lo hanno conosciuto, da vicino o anche da lontano,<br />

sono rimasti impressionati dalla ricchezza <strong>della</strong> sua<br />

uman<strong>it</strong>à, dalla sua piena realizzazione come uomo, ma<br />

ancor più significativo è il fatto che tale pienezza umana<br />

coincidesse, con la sua relazione con Dio o, in altre parole,<br />

con la sua sant<strong>it</strong>à”.<br />

Nello stesso giorno, il Papa Benedetto XVI ha celebrato<br />

una solenne Messa in Piazza San Pietro, alla quale hanno<br />

partecipato più di 30mila fedeli.<br />

Nell’omelia, il Santo Padre ha ricordato i tratti salienti<br />

<strong>della</strong> figura del suo predecessore: “padre e guida sicura<br />

nella fede, zelante pastore e coraggioso profeta di speranza,<br />

testimone instancabile e appassionato serv<strong>it</strong>ore dell’amore<br />

di Dio”.<br />

Poco dopo, ha aggiunto: “Nella v<strong>it</strong>a di Karol Wojtyla la<br />

parola ‘croce’ non è stata soltanto una parola. Fin dall’infanzia<br />

e giovinezza egli ha conosciuto la sofferenza e la morte.<br />

(…) specialmente col lento, ma implacabile, progredire <strong>della</strong><br />

malattia, che ha poco a poco lo ha spogliato di tutto, la<br />

sua esistenza di è fatta totalmente una offerta a Cristo”.<br />

api, negli USA. Il fatto implica conseguenze<br />

funeste, non solo per gli apicoltori,<br />

ma per l’agricoltura in generale,<br />

poiché la coltivazione di molta<br />

frutta dipende , in buona misura ,<br />

dall’attiv<strong>it</strong>à delle api che, volando da<br />

un fiore all’altro, per estrarre il polline,<br />

collaborano all’impollinazione,<br />

incrementando la produzione.<br />

Ciò che più incuriosisce gli studiosi<br />

del fenomeno, è la totale anormal<strong>it</strong>à<br />

del comportamento delle laboriose<br />

api: esse abbandonano la regina<br />

e spariscono all’improvviso, senza<br />

che vi sia un qualsiasi sintomo di malattia<br />

che le abbia colp<strong>it</strong>e o segnale di<br />

insetti morti. Circa il 25% di sciami<br />

di api sono stati colp<strong>it</strong>i dalla sindrome<br />

del CCD (Colony Collapse Disorder),<br />

come è qualificato il fenomeno<br />

in una relazione inviata al Congresso<br />

nordamericano.<br />

C’è chi accusa i pesticidi o le onde<br />

dei telefoni cellulari, ma nessuno<br />

è stato finora capace di determinare,<br />

con sicurezza, la causa.<br />

Dopo 14 secoli senza luogo di<br />

culto, inizia la costruzione <strong>della</strong><br />

prima chiesa cattolica nel Qatar<br />

ROMA (ACI). – Dopo 14 secoli in<br />

cui non ha potuto fare affidamento<br />

su un luogo di culto, la Chiesa Catto-<br />

40 Salvami Regina · Maggio 2007


Forum Internazionale di Giovani<br />

“Testimoniare Cristo<br />

nel mondo del lavoro”<br />

Èstato questo il tema del IX Forum Internazionale di<br />

Giovani realizzato a Rocca di Papa (Roma) dal 28<br />

marzo al 1 aprile.<br />

Promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici, il Congresso<br />

ha riun<strong>it</strong>o circa 300 partecipanti impegnati nella<br />

Chiesa con il mondo del lavoro.<br />

Il Papa Benedetto XVI ha inviato ai congressisti<br />

un messaggio d’incentivo nel quale ricorda: “Oggi, più<br />

che mai, è necessario e urgente proclamare il ‘Vangelo<br />

del lavoro’, vivere come cristiani nel mondo del lavoro e<br />

convertirsi in apostoli tra i lavoratori”.<br />

Riassumendo le conclusioni dell’evento, Mons. Stanislau<br />

Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, ha distaccato<br />

l’importanza di “valorizzare l’appartenenza alle loro<br />

associazioni, alle loro comun<strong>it</strong>à e alle loro parrocchie, per poter<br />

resistere alla schiacciante pressione” del mondo individualista<br />

e frammentato d’oggi, il quale ci rende difficile vivere<br />

come cristiani veri, in coerenza con la fede che professiamo.<br />

Foto: David Domingues<br />

Veduta generale dell’Aud<strong>it</strong>orio; nella foto di sinistra, Mons. Stanislau Rylko assiste a una delle relazioni<br />

lica nel Qatar, paese in maggioranza<br />

musulmano, avrà un tempio nella cap<strong>it</strong>ale<br />

del paese, Doha, che sarà dedicato<br />

alla Vergine Maria nell’invocazione<br />

<strong>della</strong> Madonna del Rosario.<br />

Come informa l’agenzia Aljazeera.<br />

net, i cattolici nel Qatar stanno collaborando<br />

economicamente alla costruzione<br />

<strong>della</strong> chiesa, e molti di loro<br />

sono immigrati in questo paese in<br />

cerca di lavoro.<br />

A controllare l’avanzamento delle<br />

opere c’è Mons. Paul Hinder, Vicario<br />

Apostolico dell’Arabia, il quale è<br />

anche incaricato di vegliare sui fedeli<br />

nel Qatar, Emirati Arabi, Bahrein,<br />

Oman, Yemen e Arabia Saud<strong>it</strong>a, culla<br />

dell’Islam.<br />

“Certamente non è facile essere<br />

vescovo qui. Ma almeno è bello osservare<br />

la v<strong>it</strong>a <strong>della</strong> Chiesa che è piena<br />

di v<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à”, ha detto il Prelato che<br />

ha anche chiesto che si rispetti la libertà<br />

religiosa per i cattolici, cosa che<br />

trarrebbe molti benefici. “Quanto più<br />

saranno soddisfatti spir<strong>it</strong>ualmente tanto<br />

più potranno aiutare allo sviluppo<br />

del paese, è ovvio”, ha affermato.<br />

Mons. Hinder ha anche spiegato<br />

che molti dei cristiani immigranti a<br />

cui serve sono molto più attivi nel periodo<br />

che trascorrono nella penisola<br />

arabica per lavoro, che quando si trovano<br />

nei loro rispettivi paesi. La maggioranza<br />

fra loro è filippina, libanese<br />

e indiana.<br />

“Dobbiamo accettare il fatto che sono<br />

espatriati nel senso pieno del termine.<br />

Siamo una chiesa puramente pellegrina”,<br />

ha rilevato il Vicario Apostolico<br />

ed ha aggiunto che “la sfida<br />

risiede soprattutto nel fatto che siamo<br />

una chiesa multiculturale, multilingue<br />

e multirazziale composta di fedeli più o<br />

meno di quasi tutto il mondo”.<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 41


Approfondire il sapere e<br />

allargare il cuore per una<br />

v<strong>it</strong>a più fraterna e universale<br />

A quarant’anni dalla Populorum progressio:<br />

Nel suo messaggio , in occasione <strong>della</strong> 83º Giornata per l’Univers<strong>it</strong>à<br />

Cattolica del Sacro Cuore, la Presidenza <strong>della</strong> Conferenza Episcopale<br />

Italiana (CEI) ricorda che l’audacia <strong>della</strong> riflessione compete in<br />

particolare all’ist<strong>it</strong>uzione univers<strong>it</strong>aria, che non può ignorare la<br />

sofferenza del mondo dovuta alla mancanza di pensiero.<br />

Mons. Angelo Bagnasco –<br />

Presidente <strong>della</strong> Conferenza<br />

Episcopale Italiana<br />

Avviandosi alla conclusione<br />

dell’enciclica<br />

“Populorum<br />

progressio” (promulgata<br />

il 26 marzo<br />

1967), Paolo VI rivolge un particolare<br />

inv<strong>it</strong>o agli “uomini di riflessione<br />

e di pensiero”. è opportuno<br />

c<strong>it</strong>are per intero il passo da cui<br />

è stato tratto il tema <strong>della</strong> Giornata<br />

per l’Univers<strong>it</strong>à Cattolica: «Se è vero<br />

che il mondo soffre per mancanza<br />

di pensiero, noi convochiamo gli<br />

uomini di riflessione e di pensiero,<br />

cattolici, cristiani, quelli che onorano<br />

Dio, che sono assetati di assoluto,<br />

di giustizia e di ver<strong>it</strong>à: tutti gli uomini<br />

di buona volontà. Sull’esempio<br />

di Cristo, osiamo pregarvi pressantemente:<br />

“Cercate e troverete” (Lc<br />

11,9), apr<strong>it</strong>e le vie che conducono,<br />

attraverso l’aiuto vicendevole, l’approfondimento<br />

del sapere, l’allargamento<br />

del cuore, ad una v<strong>it</strong>a più fraterna<br />

in una comun<strong>it</strong>à umana veramente<br />

universale» (n. 85).<br />

La denuncia di Paolo VI – «il<br />

mondo soffre per mancanza di<br />

pensiero» – appare di viva attual<strong>it</strong>à<br />

non solo rispetto alla “lotta contro<br />

la fame” e “ai dialoghi di civiltà”<br />

ma anche in rapporto a quell’“umanesimo<br />

plenario”, “aperto<br />

ai valori dello spir<strong>it</strong>o e a Dio”,<br />

che la Chiesa non cessa di incoraggiare<br />

e di promuovere. Paolo<br />

VI non es<strong>it</strong>a ad affermare: «Senza<br />

dubbio l’uomo può organizzare<br />

la terra senza Dio, ma senza Dio<br />

egli non può alla fine che organizzarla<br />

contro l’uomo. L’umanesimo<br />

esclusivo è un umanesimo inumano»<br />

(n. 42).<br />

L’approfondimento del sapere<br />

esige una “ragione allargata”<br />

L’impegno che l’Univers<strong>it</strong>à<br />

Cattolica si assume con il tema<br />

<strong>della</strong> 83a Giornata per l’Univers<strong>it</strong>à<br />

Cattolica è rigoroso e stimolante:<br />

solo approfondendo il sapere<br />

e allargando il cuore ci si incammina<br />

verso una v<strong>it</strong>a più fraterna<br />

in una comun<strong>it</strong>à umana veramente<br />

universale.<br />

42 Salvami Regina · Maggio 2007


L’audacia <strong>della</strong> riflessione<br />

compete in particolare all’ist<strong>it</strong>uzione<br />

univers<strong>it</strong>aria, che non può<br />

ignorare la sofferenza del mondo<br />

dovuta alla mancanza di pensiero.<br />

Se è vero che nessuna epoca<br />

è riusc<strong>it</strong>a, come la nostra, a presentare<br />

il suo sapere attorno all’uomo<br />

in modo tanto efficace e<br />

affascinante, è anche vero che in<br />

nessuna epoca l’uomo ha assunto<br />

un aspetto così travagliato come<br />

al presente. Sono evidenti i segni<br />

problematici di questo offuscamento<br />

<strong>della</strong> grammatica dell’umano:<br />

pensiamo alla negazione<br />

che la realtà dell’uomo abbia<br />

un significato proprio; alla pretesa<br />

<strong>della</strong> tecnoscienza di decidere<br />

circa la v<strong>it</strong>a; alla ragione che<br />

rischia di restare prigioniera di<br />

una visione pragmatica e riduttiva;<br />

allo sviluppo economico disordinato<br />

e ingiusto in quanto<br />

basato in misura preponderante<br />

«sulla ricerca esclusiva dell’avere»<br />

(n. 18).<br />

L’audacia <strong>della</strong> riflessione esige<br />

l’allargamento del cuore, sosteneva<br />

Paolo VI, e l’approfondimento<br />

del sapere esige una “ragione<br />

allargata”, afferma Benedetto<br />

XVI. Solo così la persona<br />

può trovare se stessa e realizzare<br />

una vera comunione fra tutti gli<br />

uomini e fra tutte le nazioni, nell’orizzonte<br />

di un umanesimo integrale<br />

e solidale, aperto ai fratelli<br />

e all’Assoluto. Come ci ha<br />

ricordato l’attuale Pontefice nel<br />

messaggio per la Giornata mondiale<br />

<strong>della</strong> pace del 2007, significativamente<br />

int<strong>it</strong>olato “La persona<br />

umana cuore <strong>della</strong> pace”,<br />

solo «rispettando la persona si<br />

promuove la pace, e costruendo<br />

la pace si pongono le premesse<br />

per un autentico umanesimo integrale.<br />

È così che si prepara un<br />

futuro sereno per le nuove generazioni»<br />

(n. 1).<br />

“Approfondire il sapere e allargare il cuore per una v<strong>it</strong>a più fraterna e universale” è stato il<br />

tema <strong>della</strong> 83º Giornata per l’Univers<strong>it</strong>à Cattolica del Sacro Cuore<br />

Maggio 2007 · Salvami Regina 43


La Parola dei Pastori<br />

I laici come<br />

trasformatori del mondo<br />

Ricordando diversi passi del documento del Magistero <strong>della</strong><br />

Chiesa, il Presidente <strong>della</strong> Conferenza Episcopale degli<br />

Stati Un<strong>it</strong>i espone, con chiarezza, la missione dei<br />

laici nel mondo moderno.<br />

Mons. William Skylstad<br />

Vescovo di Spokane<br />

Presidente <strong>della</strong> Conferenza Episcopale degli Stati Un<strong>it</strong>i<br />

Il Concilio Vaticano II ha<br />

con forza affermato, la vocazione<br />

battesimale di tutti<br />

i cristiani, inclusi i laici.<br />

A propos<strong>it</strong>o dei fedeli laici,<br />

i Padri del Concilio scrissero che sono<br />

“i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati<br />

a Cristo col battesimo e cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i<br />

popolo di Dio e, nella loro misura, resi<br />

partecipi dell’ufficio sacerdotale, profetico<br />

e regale di Cristo, per la loro parte<br />

compiono, nella Chiesa e nel mondo, la<br />

missione propria di tutto il popolo cristiano”<br />

(“Lumen Gentium”, nº 31).<br />

La vocazione dei laici è<br />

concretamente stare nel mondo<br />

Il Concilio ha anche affermato, allo<br />

stesso modo dei documenti posteriori<br />

del Magistero, che la vocazione<br />

dei laici è nel concreto, quella di stare<br />

nel mondo. Il Concilio dice: “Per loro<br />

vocazione, è proprio dei laici cercare<br />

il Regno di Dio trattando le cose temporali<br />

e ordinandole secondo Dio”. Il<br />

Concilio indica che i laici vivono nel<br />

mondo, svolgono professioni e lavori<br />

secolari e partecipano nelle reti basiche<br />

di v<strong>it</strong>a familiare e sociale (“Lumen<br />

Gentium”, nº 31).<br />

Nella sua esortazione apostolica<br />

“Ecclesia in America”, il nostro amato<br />

Santo Padre, il compianto Papa Gio-<br />

Victor Toniolo<br />

I fedeli laici sono coloro che sono chiamati “a rendere la Chiesa presente e attiva in quei luoghi<br />

e circostanze in cui solo tram<strong>it</strong>e loro essa può essere il sale <strong>della</strong> terra”<br />

Piazza San Pietro in occasione <strong>della</strong> Veglia di Pentecoste del 2006, quando Benedetto XVI si è incontrato con i movimenti laici


vanni Paolo II, descriveva gli amb<strong>it</strong>i nei<br />

quali i fedeli laici devono vivere la loro<br />

vocazione battesimale. Al secondo<br />

amb<strong>it</strong>o dà il nome di “intra-ecclesiale”.<br />

Il primo di questi, che Giovanni Paolo<br />

II definisce “più peculiare <strong>della</strong> sua<br />

condizione laicale” è lo stesso che nella<br />

“Lumen Gentium” si descrive come<br />

essere “ proprio dei laici cercare il Regno<br />

di Dio trattando le realtà temporali<br />

e ordinandole secondo Dio”. (…)<br />

Mi sembra importante insistere su<br />

questa un<strong>it</strong>à fondamentale, visto che<br />

cost<strong>it</strong>uisce un elemento essenziale<br />

degli sforzi <strong>della</strong> Chiesa per trasformare<br />

il mondo. Il modo in cui molti<br />

laici distaccati sembrano vedere i loro<br />

obblighi nel mondo ha dato origine<br />

ad una mancanza di un<strong>it</strong>à tra loro<br />

e i loro pastori, il che è stato chiaramente<br />

un ostacolo per i nostri sforzi<br />

di trasformare il mondo secondo i<br />

cr<strong>it</strong>eri del Vangelo.<br />

La partecipazione dei<br />

laici alla stessa missione<br />

salvifica <strong>della</strong> Chiesa<br />

Il primo passo che ho c<strong>it</strong>ato <strong>della</strong><br />

“Lumen Gentium” espone chiaramente<br />

che i laici sono “nella loro misura,<br />

resi partecipi dell’ufficio sacerdotale,<br />

profetico e regale di Cristo”: Alcuni<br />

paragrafi più avanti, il Concilio<br />

parla dell’apostolato dei Laici, che è<br />

la” partecipazione alla missione salvifica<br />

stessa <strong>della</strong> Chiesa”. I fedeli laici sono<br />

coloro che sono chiamati “a rendere<br />

presente e operosa la Chiesa in quei<br />

luoghi e in quelle circostanze, in cui essa<br />

non può diventare sale <strong>della</strong> terra”<br />

(“Lumen Gentium”, nº33). (…)<br />

La vocazione dei fedeli laici come<br />

trasformatori del mondo non fu data<br />

soltanto per fare di questo un luogo<br />

più degno ed ab<strong>it</strong>abile. Si tratta di<br />

una vocazione per proclamare al nostro<br />

mondo che il suo destino trascendente<br />

è convertirsi al regno <strong>della</strong> ver<strong>it</strong>à<br />

e <strong>della</strong> v<strong>it</strong>a di Dio, <strong>della</strong> sant<strong>it</strong>à e<br />

<strong>della</strong> grazia, <strong>della</strong> giustizia, dell’amore<br />

e <strong>della</strong> pace. Se soltanto Dio può raggiungere<br />

questa meta con il tempo, i<br />

fedeli laici devono essere la voce che<br />

proclama: “Nel deserto preparate una<br />

via al Signore, appianate nella steppa<br />

la strada per il nostro Dio!” (Is 40, 3).<br />

I fedeli laici “sono da Dio chiamati<br />

a contribuire, quasi dall’interno a modo<br />

di fermento, alla santificazione del<br />

mondo eserc<strong>it</strong>ando il proprio ufficio<br />

sotto la guida dello spir<strong>it</strong>o evangelico,<br />

e in questo modo a manifestare Cristo<br />

agli altri principalmente con la testimonianza<br />

<strong>della</strong> loro stessa v<strong>it</strong>a e col fulgore<br />

<strong>della</strong> loro fede, <strong>della</strong> loro speranza e<br />

car<strong>it</strong>à. “ (Lumen Gentium nº31).<br />

Come dice Giovanni Paolo II in<br />

“Christifideles laici”, “l’essere e l’agire<br />

nel mondo sono per i fedeli laici una<br />

realtà non solo antropologica e sociologica,<br />

ma anche e specificamente teologica<br />

ed ecclesiale” (nº15).<br />

Lavorare affinché il disegno<br />

di salvezza raggiunga<br />

sempre più gli uomini<br />

Nel ricevere l’incarico di Cristo per<br />

partecipare alla sua missione salvifica, i<br />

laici hanno “il glorioso peso di lavorare,<br />

perché il disegno divino di salvezza raggiunga<br />

ogni giorno più tutti gli uomini di<br />

tutti i tempi e di tutta la terra” (“Lumen<br />

Gentium”, nº33). Per questo, vengono descr<strong>it</strong>ti<br />

in modo appropriato come partecipi<br />

“a loro modo, <strong>della</strong> funzione sacerdotale,<br />

profetica e regale di Cristo”. (…)<br />

Come pastori, siamo chiamati a mantenere<br />

un dialogo serio con questi cattolici<br />

su ciò che per loro significa il Battesimo,<br />

la loro partecipazione all’Eucaristia e<br />

la loro vocazione come fedeli laici. (…)<br />

Come dice il Papa Giovanni Paolo<br />

II in “Ecclesia in America”, “L’America<br />

ha bisogno di laici cristiani in grado<br />

di assumere ruoli direttivi nella società.<br />

E’ urgente formare uomini e donne capaci<br />

di incidere, secondo la propria vocazione,<br />

nella v<strong>it</strong>a pubblica, orientandola<br />

al bene comune” (nº44) ²<br />

(Estratti del documento<br />

“Los laicos como transformadores<br />

del mundo”. Traduzione: Araldi del<br />

vangelo. Vedere la <strong>versione</strong> integrale<br />

del documento in www.celam.org.)<br />

Apostolato Maria Regina del Terzo Millennio<br />

L’opera consiste nel portare di casa in<br />

casa un’icona con l’immagine del Cuore<br />

Immacolato di Maria, così come apparve<br />

a Fatima, che sarà accolta, ogni mese in un<br />

giorno stabil<strong>it</strong>o da ciascuna famiglia partecipante.<br />

Per l’occasione si leggerà un brano<br />

del Vangelo, segu<strong>it</strong>o da alcuni minuti<br />

di riflessione. Si rec<strong>it</strong>erà il santo Rosario<br />

e finalmente si rinnoverà la consacrazione<br />

<strong>della</strong> famiglia a Gesù per mezzo di Maria.<br />

Circostanza propizia per inv<strong>it</strong>are parenti,<br />

amici e vicini.<br />

Ogni gruppo di 30 famiglie che desiderano<br />

osp<strong>it</strong>are l’icona una volta al mese, richiede<br />

l’esistenza di un Coordinatore(trice),<br />

che riceve dal parroco un mandato in questo<br />

senso durante la cerimonia di consegna<br />

ufficiale dell’icona in chiesa. Chiunque<br />

può essere Coordinatore(trice), meglio<br />

una coppia di coniugi.<br />

Entri in contatto con noi per: Fax: 06 39 76 22 47 ed E-mail: icona@araldi.org,<br />

lasciando il suo numero telefonico. Sarà da noi contattata.


Storia per bambini…o per adulti pieni di fede?<br />

In cucina,<br />

con Fra’ Bartolomeo<br />

Alla fine del pomeriggio, il maestro in dottrina si presentò<br />

in cucina, per aiutare il frate cuoco. Proprio quella sera, il<br />

piatto previsto per la cena erano le tagliatelle al ragù.<br />

S<strong>it</strong>uata all’ultimo piano<br />

<strong>della</strong> più alta torre del<br />

monastero, la camera dell’abate<br />

Luigi occupava un<br />

luogo strategico. La scelta<br />

<strong>della</strong> stanza non era stata immotivata,<br />

in quanto il saggio superiore voleva<br />

assolutamente avere una buona visuale<br />

del monastero affidato alle sue cure<br />

dalla Provvidenza.<br />

Quella mattina, guardando dalle<br />

finestre, due monaci richiamarono la<br />

sua attenzione. Il primo era Fra’ Bartolomeo,<br />

il quale, salendo su per il<br />

sentiero, tornava dalla c<strong>it</strong>tà ansimando<br />

sotto il peso di due grandi borse a<br />

tracolla piene di viveri da lui ricevuti<br />

al mercato <strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà.<br />

Questo buon frate era un uomo<br />

semplice, di scarsa istruzione, ma<br />

molto devoto e pieno di dedizione.<br />

Procurava i viveri necessari e lui stesso<br />

li preparava, cercando, fin dove lo<br />

permetteva la povertà francescana, di<br />

servire ai monaci la migliore alimentazione<br />

possibile.<br />

Dall’altra finestra, l’abate poteva<br />

vedere il chiostro. Su un banco di pietra,<br />

stava seduto il secondo monaco<br />

oggetto delle sue attenzioni. Con alcuni<br />

libri impilati intorno a lui, Fra’<br />

Lucrezio leggeva con entusiasmo un<br />

grosso volume di apologetica. Era lui<br />

che dava le lezioni ai giovani novizi e<br />

la sua sicurezza in materia dottrinale<br />

gli aveva guadagnato una certa fama<br />

nei dintorni, a tal punto che sia<br />

laici che religiosi venivano a consultarlo<br />

su intricati punti degli insegnamenti<br />

cristiani.<br />

Osservando i due monaci, il vecchio<br />

abate si mise a med<strong>it</strong>are sulla<br />

grandezza di Dio, che creava uomini<br />

così differenti, ma li faceva vivere<br />

sotto lo stesso tetto, affratellati da<br />

una stessa vocazione e chiamati a servire<br />

i loro simili in maniere diverse.<br />

Karin Iamasaki<br />

* * *<br />

A metà pomeriggio, qualcuno salì<br />

i gradini <strong>della</strong> torre e bussò alla porta<br />

<strong>della</strong> camera dell’abate. Era Fra’ Lucrezio.<br />

Con un libro sotto il braccio,<br />

chiedeva un colloquio riservato col<br />

suo superiore.<br />

– D<strong>it</strong>e, fratello, qualche difficoltà<br />

vi sta affliggendo?<br />

– Non riguarda me, signor abate,<br />

ma la nostra comun<strong>it</strong>à. Mi scuso,<br />

ma non posso più sopportare il fatto<br />

di avere fra noi una persona così poco<br />

qualificata come questo… questo<br />

Fra’ Bartolomeo!<br />

L’abate Luigi alzò le sopracciglia, un<br />

po’ sorpreso. Che cosa poteva aver fatto<br />

l’umile monaco? Fra’ Lucrezio continuò,<br />

esponendo i propri argomenti<br />

per dimostrare come quell’uomo così<br />

ignorante causasse maleficio alla comun<strong>it</strong>à/danneggiasse<br />

la comun<strong>it</strong>à:<br />

Lui semplifica tutto! Non riesce<br />

a seguire gli elevati raziocini che io,<br />

maestro in teologia, cerco di trasmettere.<br />

Oltretutto, ha ab<strong>it</strong>udini strane,<br />

come, per esempio, quando ha provato<br />

ad insegnare a pregare l’Ave<br />

Maria ad un pappagallo…<br />

L’abate ascoltò con aria perplessa<br />

e senza dire una parola al monaco<br />

che presentava le sue lamentele. Il<br />

suo sguardo attento indicava che egli<br />

stava pensando rapidamente, eppure<br />

profondamente. Quando l’altro terminò<br />

di parlare, rispose:<br />

Bene. Tutto quanto mi avete detto<br />

è molto serio, ma io vorrei avere più<br />

elementi, prima di assumere qualsiasi<br />

atteggiamento. Io ad esempio, non so<br />

esattamente quello che lui fa in cucina,<br />

quando sta solo, così vi chiedo di<br />

seguirlo questo pomeriggio nella pre-<br />

46 Salvami Regina · Maggio 2007


parazione <strong>della</strong> cena presentandomi<br />

poi un resoconto dettagliato di tutto<br />

quanto egli dice e fa. Fate attenzione a<br />

qualsiasi atteggiamento nel quale egli<br />

dimostri questa supposta mediocr<strong>it</strong>à,<br />

o ignoranza, da voi menzionata. In base<br />

a questo, prenderemo posizione.<br />

* * *<br />

E così fu. Alla fine del pomeriggio,<br />

il maestro in dottrina si presentò<br />

in cucina, per aiutare il frate cuoco.<br />

Proprio quella sera, il piatto previsto<br />

per la cena erano le tagliatelle<br />

al ragù. Il dotto monaco osservava<br />

con attenzione tutto quanto l’altro<br />

faceva. Oltre alla carne tr<strong>it</strong>ata, c’erano<br />

vari ingredienti che gli sembravano<br />

molto sapor<strong>it</strong>i, come, per esempio,<br />

cipolla, lardo e pomodoro, quest’ultimo<br />

da lui particolarmente apprezzato.<br />

Quando, però, Fra’ Bartolomeo,<br />

cominciò a tagliare le carote,<br />

Fra’ Lucrezio protestò:<br />

– Come? A tante delizie, voi aggiungete<br />

queste misere carote? Questa<br />

verdura miserabile altererà completamente<br />

il sapore del sugo!<br />

– Ma…ma…io ho sempre fatto così!<br />

– disse il povero cuoco.<br />

Be’, se proprio vuole, serva questo<br />

agli altri. Per me, metta da parte un po’<br />

di sugo, senza queste orrende carote.<br />

Mentre diceva questo, Fra’ Lucrezio<br />

pensava tra sé: “Eccola, senza dubbio,<br />

una prova dell’ignoranza di quest’uomo,<br />

poiché in tutto quello che fa, cerca<br />

di aggiungere una nota di cattivo gusto,<br />

come questa storia delle carote. Domani<br />

andrò a raccontarlo all’abate”.<br />

All’ora di cena, tutti mangiarono la<br />

pasta col ragù normale, eccetto Fra’<br />

Lucrezio, a cui fu serv<strong>it</strong>a la porzione<br />

senza carote. Con sorpresa da parte<br />

sua, il preparato era orribilmente acido,<br />

a tal punto che egli con difficoltà<br />

riuscì a terminare il piatto. Siccome,<br />

però, era stata una sua richiesta, egli<br />

mangiò tutto, senza protestare…<br />

* * *<br />

Quella non fu una buona notte. Il<br />

sugo gli stava proprio sullo stomaco.<br />

Egli non riuscì a dormire bene, ebbe<br />

incubi e si svegliò varie volte con nausea.<br />

La mattina dopo, pallido e con le<br />

occhiaie, andò a parlare con l’abate<br />

per presentare il suo resoconto. Costui<br />

rimase impressionato dall’aspetto<br />

malaticcio del dotto maestro, che<br />

allora gli raccontò quanto accaduto<br />

col sugo acido, causa del suo malessere.<br />

L’avveduto abate, sorridendo, gli<br />

disse:<br />

– Sappia, Fra’ Lucrezio, quando<br />

ero novizio, ho lavorato parecchio<br />

tempo in cucina. D’altra parte, sono<br />

stato io che ho chiesto a Fra’ Bartolomeo<br />

di fare il ragù ieri. È proprio<br />

interessante vedere come la culinaria,<br />

in certe occasioni, presenti esempi<br />

utili alla v<strong>it</strong>a religiosa. In ver<strong>it</strong>à,<br />

comporre una buona comun<strong>it</strong>à molte<br />

volte è come preparare una buona ricetta:<br />

esige la saggia combinazione di<br />

vari ingredienti. Veda il pomodoro:<br />

ha un sapore tutto speciale ed è uno<br />

degli elementi essenziali del sugo, ma<br />

facilmente diventa acido; per questo<br />

è necessario accompagnarlo all’umile<br />

carota, la cui funzione in questa ricetta<br />

non è dar sapore, ma proprio assorbire<br />

l’acid<strong>it</strong>à dell’insieme.<br />

– Fra’ Lucrezio, credo che lei stia<br />

comprendendo bene questa simil<strong>it</strong>udine,<br />

ma voglio renderla ancora più<br />

chiara. Alla maniera del cuoco nella<br />

preparazione <strong>della</strong> ricetta, io, nella<br />

funzione di abate, devo prendermi cura<br />

di monaci che mi sono preziosi per<br />

la loro saggezza e dottrina, nonostante<br />

siano alle volte “acidi”. Per questo,<br />

mi è d’aiuto disporre anche di altri che<br />

non hanno molta preminenza, ma, per<br />

la loro semplic<strong>it</strong>à, agiscono come le<br />

carote nel ragù: rendono soave l’insieme.<br />

Intende ora, fratello, perché mi<br />

dà gioia poter avere voi e Fra’ Bartolomeo<br />

insieme nella nostra comun<strong>it</strong>à?<br />

Fra’ Lucrezio accettò con umiltà le<br />

parole del suo virtuoso abate. Riconfortato,<br />

ringraziò per l’insegnamento<br />

e, dopo la benedizione, si avviò alla<br />

porta. Quando stava per uscire, l’abate<br />

aggiunse:<br />

– Ah, ancora un dettaglio, fratello:<br />

il sugo è rimasto acido anche perché<br />

non è stato cotto per un tempo sufficiente;<br />

in cucina come nella v<strong>it</strong>a cristiana,<br />

la pazienza è una virtù fondamentale<br />

affinché l’alimento allo stesso<br />

modo che la convivenza abbiano<br />

un sapore dolce e gradevole… ²


1. San Giustino, martire (+166).<br />

Beati Alfonso Navarrete, sacerdote<br />

domenicano, Fernando di San<br />

Giuseppe Ayala, sacerdote agostiniano,<br />

e Leone Tanaka, religioso gesu<strong>it</strong>a,<br />

martiri (+1617). Decap<strong>it</strong>ati ad Omura,<br />

Giappone, per ordine dello shogun<br />

Hidetada.<br />

2. Santi Marcellino e Pietro, martiri<br />

(+303).<br />

Sant’Eugenio I, papa (+657). Successore<br />

di San Martino I, governò<br />

la Chiesa in un’epoca di<br />

controversie dottrinali col Patriarcato<br />

di Costantinopoli, opponendosi<br />

fermamente all’eresia<br />

monotel<strong>it</strong>a.<br />

3. Solenn<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Santissima<br />

Trin<strong>it</strong>à.<br />

Santi Carlo Lwanga e compagni,<br />

martiri (1886-1887).<br />

San Giovanni Grande, religioso<br />

(+1600). Fondò in Spagna<br />

un ospedale per la cura degli<br />

ammalati, abbandonati e<br />

carcerati.<br />

4. San Filippo Smaldone,<br />

sacerdote (+1923). Si dedicò<br />

all’apostolato con sordomuti<br />

e ciechi e fondò, a Lecce<br />

(LE), la Congregazione delle<br />

Suore Salesiane del Sacro<br />

Cuore.<br />

Sergio Hollmann<br />

5. San Bonifacio, vescovo e martire<br />

(+754).<br />

San Doroteo di Tiro, vescovo e<br />

martire (+ sec. IV). Subì molte persecuzioni<br />

durante il regno di Diocleziano,<br />

ma riuscì a sopravvivere fino al<br />

107 anni, quando subì il martirio all’epoca<br />

di Giuliano.<br />

6. San Norberto, vescovo (+1134).<br />

San Raffaele Guizar e Valencia,<br />

vescovo (+1938). Durante la persecuzione<br />

religiosa in Messico, eserc<strong>it</strong>ò<br />

clandestinamente il suo ministero<br />

nella c<strong>it</strong>tà di Veracruz. Promosse<br />

le missioni e diffuse la devozione al<br />

Cuore di Gesù.<br />

7. San Roberto de Newminster,<br />

abate (+1159). Dopo essere stato ordinato<br />

sacerdote, entrò nell’abbazia<br />

benedettina di Wh<strong>it</strong>by, Inghilterra.<br />

Con altri dodici monaci, aiutò a fondare<br />

vari monasteri tra i quali quello<br />

di Newminster, del quale divenne<br />

abate.<br />

Santo Tommaso More – P<strong>it</strong>tura ad olio di Hans<br />

Holbein, il Giovane<br />

8. San V<strong>it</strong>torino, erem<strong>it</strong>a (+538).<br />

Beata Maria del Divino Cuore,<br />

vergine (+1899). Apparteneva<br />

alla nobile famiglia tedesca Droste<br />

zu Vischering. Entrò nella Congregazione<br />

delle Suore <strong>della</strong> Car<strong>it</strong>à<br />

del Buon Pastore; inviata ad Oporto,<br />

Portogallo, fu nominata superiora<br />

<strong>della</strong> casa. Fu favor<strong>it</strong>a da visioni<br />

e rivelazioni del Sacro Cuore di<br />

Gesù, in particolare la richiesta <strong>della</strong><br />

consacrazione del mondo a questo<br />

Divino Cuore.<br />

9. Sant’Efrem, diacono e dottore<br />

<strong>della</strong> Chiesa (+373)<br />

Beato Roberto Salt, religioso<br />

(+1537). Frate converso <strong>della</strong> Certosa<br />

di Londra. In occasione dello scisma<br />

anglicano, non accettò di separarsi<br />

dalla comunione col Papa e la<br />

Chiesa, per questo motivo fu condotto<br />

in carcere, dove lo lasciarono morire<br />

di fame.<br />

10. Solenn<strong>it</strong>à del Santissimo Corpo<br />

e Sangue di Cristo.<br />

Beato Giovanni Domenici,<br />

vescovo (+1420). Grande<br />

ausiliare di San Raimondo di<br />

Capua per la riforma domenicana<br />

in Italia. Eserc<strong>it</strong>ò un<br />

ruolo predominante durante<br />

lo Scisma d’Occidente.<br />

11. San Barnaba, Apostolo.<br />

Sant’Alice, vergine<br />

(+1250). Da piccola fu affidata<br />

al monastero di La Cambre,<br />

Brusselles, dove professò.<br />

Colp<strong>it</strong>a dalla lebbra a 22<br />

anni, rimase paral<strong>it</strong>ica e cieca.<br />

Offrì queste sofferenze<br />

per il buon es<strong>it</strong>o delle imprese<br />

di San Luigi IX.<br />

12. Beato Guido da Cortona,<br />

sacerdote (+1245). Discepolo<br />

di San Francesco d’Assisi,<br />

fondò il convento di Celle.<br />

Già in v<strong>it</strong>a aveva fama di sant<strong>it</strong>à e<br />

operava molti miracoli.<br />

13. Sant’Antonio da Padova, sacerdote<br />

e dottore <strong>della</strong> Chiesa (+1231).<br />

Sant’Eulogio di Cordoba, vescovo<br />

(+607). Celebre per la sua dottrina,<br />

scrisse vari trattati contro le eresie<br />

del suo tempo.<br />

14. San Metodio, vescovo (+847).<br />

Resistette con coraggio alla persecuzione<br />

degli iconoclasti. Elevato al Pa-


triarcato di Costantinopoli, fece<br />

r<strong>it</strong>ornare le statue nei templi<br />

in solenne processione.<br />

15. Solenn<strong>it</strong>à del Sacro<br />

Cuore di Gesù.<br />

Santa Benilde, martire<br />

(+853). Subì il martirio<br />

per aver confessato pubblicamente<br />

la divin<strong>it</strong>à di Gesù<br />

Cristo durante il dominio<br />

moro in Spagna.<br />

16. Memoria dell’Immacolato<br />

Cuore di Maria.<br />

Santa Lutgarda, vergine<br />

(+1246). Religiosa favor<strong>it</strong>a<br />

da apparizioni del Sacro<br />

Cuore. Offrì la sua v<strong>it</strong>a per la<br />

con<strong>versione</strong> degli albigesi e<br />

dei peccatori.<br />

Postulazione<br />

17. XI Domenica del Tempo<br />

Ordinario.<br />

San Raniero da Pisa, pen<strong>it</strong>ente<br />

(+1160). In gioventù si dedicò a divertimenti<br />

mondani; dopo la sua con<strong>versione</strong>,<br />

abbandonò tutto e partì per<br />

la Terra Santa dove visse tredici anni<br />

con erem<strong>it</strong>i, facendo pen<strong>it</strong>enza.<br />

18. Sant’Amando, vescovo (+ sec.<br />

V). Terzo Vescovo di Bordeaux in<br />

Francia, istruì San Paolino da Nola<br />

per il Battesimo, promosse l’evangelizzazione<br />

dei pagani e lottò contro<br />

l’influenza delle eresie dell’epoca.<br />

19. San Romualdo, abate<br />

(+1027).<br />

Beato Tommaso Woodhouse, sacerdote<br />

e martire (+1573). Gesu<strong>it</strong>a che<br />

rimase in prigione per undici anni e fu<br />

condotto al patibolo a Tyburn, Inghilterra,<br />

durante il regno di Elisabetta I.<br />

20. San Gobano, sacerdote (+670).<br />

Irlandese, discepolo di San Fusco, si<br />

diresse in Francia, qui condusse v<strong>it</strong>a<br />

erem<strong>it</strong>ica.<br />

21. San Luigi Gonzaga, religioso<br />

(+1591).<br />

San Rafael Guízar y Valencia – Tapezzaria<br />

<strong>della</strong> Canonizazione<br />

San Giovanni Rigby, martire<br />

(+1600). Convert<strong>it</strong>o dall’anglicanesimo,<br />

fu imprigionato e decap<strong>it</strong>ato durante<br />

il regno di Elisabetta I d’Inghilterra.<br />

22. San Paolino da Nola, vescovo<br />

(+431).<br />

Santi Giovanni Fisher, vescovo, e<br />

Tommaso More, martiri (+1535).<br />

Sant’Eusebio di Samosata, vescovo<br />

e martire (+379). Esiliato<br />

in Tracia all’epoca dell’Imperatore<br />

Valente, fu qui ucciso da una donna<br />

ariana.<br />

23. Beata Maria d’Oignies, vedova<br />

(+1213). Si privò dei suoi beni e<br />

si dedicò alle opere di misericordia,<br />

prendendosi cura particolarmente<br />

dei lebbrosi.<br />

24. Solenn<strong>it</strong>à <strong>della</strong> Nativ<strong>it</strong>à di San<br />

Giovanni Battista.<br />

Beata Maria di Guadalupe Zavala,<br />

vergine (+1963). A Guadalajara,<br />

Messico, aiutò a fondare la Congregazione<br />

delle Ancelle di Santa Margher<strong>it</strong>a<br />

Maria e dei Poveri, in soccorso<br />

dei bisognosi.<br />

25. San Salomone III,<br />

martire (+874). Re <strong>della</strong><br />

Bretagna. Dopo aver commesso<br />

un crimine in gioventù,<br />

si convertì alla Chiesa<br />

e cercò di seguire il cammino<br />

<strong>della</strong> sant<strong>it</strong>à. Fu ucciso<br />

dai suoi nemici all’interno<br />

di una chiesa.<br />

26. Beato Raimondo di<br />

Jourgnac, sacerdote e martire<br />

(+1794). Vicario generale<br />

di Limoges durante la<br />

Rivoluzione Francese, fu<br />

imprigionato e deportato<br />

nelle navi-prigioni insieme<br />

con altri sacerdoti.<br />

27. San Cirillo d’Alessandria,<br />

vescovo e dottore<br />

<strong>della</strong> Chiesa (+444).<br />

Sant’Arialdo di Milano,<br />

diacono e martire (+1066). Seguace<br />

<strong>della</strong> riforma gregoriana, predicò<br />

contro gli errori <strong>della</strong> sua epoca.<br />

28. Sant’Ireneo, vescovo e martire<br />

(+202).<br />

Beati Severiano Baranyk e Gioacchino<br />

Senkivskyj, sacerdoti e martiri<br />

(+1941). Religiosi dell’Ordine di<br />

San Giosafat, martirizzati nella c<strong>it</strong>tà<br />

di Drohobych, Ucraina.<br />

29. Solenn<strong>it</strong>à dei SS. Pietro e Paolo<br />

Apostoli.<br />

San Cassio, vescovo (+558). Nella<br />

sua diocesi di Narni, si dedicò alle<br />

opere di car<strong>it</strong>à e alla formazione del<br />

clero.<br />

30. Santi Protomartiri <strong>della</strong> Chiesa<br />

Romana (+64).<br />

San Basilide, soldato e martire<br />

(+202). Durante le persecuzioni di<br />

Settimio Severo, mentre scortava cristiani<br />

che erano condotti al martirio,<br />

volle difendere Santa Potamicena<br />

dalle ingiurie dei carnefici. Tre giorni<br />

dopo, poiché si rifiutò di prestare culto<br />

agli idoli, si dichiarò cristiano e ricevette<br />

la palma del martirio.


Getty Images<br />

Un faro<br />

di virtù<br />

Non solo i paesi ma ogni regione e ogni c<strong>it</strong>tà<br />

hanno il loro piccolo faro soprannaturale,<br />

tanto più caro ai cuori, quanto più<br />

è vicino a questi.<br />

Carlo Toniolo<br />

Q<br />

uando i primi uomini si<br />

avventurarono in mare,<br />

migliaia d’anni fa, non ci<br />

misero molto a rendersi<br />

conto di quale rischio<br />

avrebbero dovuto affrontare nella meravigliosa,<br />

e nel contempo tragica, storia<br />

<strong>della</strong> navigazione.<br />

Da allora, l’ingegno umano si prodiga<br />

in artifici per superare le minacce<br />

dell’oceano indomabile. Non parliamo<br />

ora, comunque, dello sforzo per<br />

rendere più resistenti le navi, o più<br />

Faro del “Pigeon Point”<br />

California (USA)<br />

precise le carte nautiche. Nel cominciare<br />

queste poche righe, vogliamo ricordare<br />

una creazione umana che non<br />

è solo estremamente pratica, ma è anche<br />

di una bellezza evocativa: il faro.<br />

Non è difficile immaginare una<br />

scena ripetuta centinaia di volte, in<br />

occasioni e luoghi tra i più diversi e<br />

vari: una nave, in balia di onde furiose,<br />

lotta disperatamente per mantenersi<br />

in superficie. Il cap<strong>it</strong>ano sbra<strong>it</strong>a<br />

ordini, lottano gli uomini, pregano<br />

le donne. Tutti cercano con angoscia<br />

il porto sicuro, salvezza da una morte<br />

nel mare inclemente. Eppure, la vicinanza<br />

del l<strong>it</strong>orale è allo stesso tempo<br />

speranza e minaccia, poiché sotto le<br />

acque ag<strong>it</strong>ate si nascondono i terri-


ili scogli che in un secondo possono<br />

suggellare, per sempre, il destino dell’imbarcazione.<br />

Improvvisamente, un fascio di luce<br />

brilla all’orizzonte e quel luccichio,<br />

che fende l’oscur<strong>it</strong>à e la burrasca,<br />

è il segnale del cammino privo di<br />

rischi. Un faro! Scintillando sulle temibili<br />

rocce costiere, la benefica luce<br />

sembra dire: “Ven<strong>it</strong>e qua! Da questa<br />

parte sarete in salvo!”<br />

Seguendo la luce salvifica, entrano<br />

in porto, e, abbracciandosi e rendendo<br />

grazie al Signore, toccano finalmente<br />

la tanto anelata terra.<br />

Quante v<strong>it</strong>e saranno state risparmiate<br />

dalla luce salvifica dei fari?<br />

* * *<br />

Permeata da tanto conforto e beneficio,<br />

non ci sorprende il fatto che<br />

la figura del guardiano del faro sia<br />

stata assunta dalla letteratura, in riferimento<br />

ad altre persone e oggetti.<br />

In questa maniera, grandi filosofi<br />

sono stati,in passato, chiamati “fari<br />

di sapienza”, mentre famosi re e magistrati<br />

sono passati alla storia come<br />

“fari di giustizia”, e così di segu<strong>it</strong>o.<br />

Ma veniamo al nostro campo, ossia,<br />

al mondo e all’universo delle med<strong>it</strong>azioni<br />

cattoliche. Non sarebbe improprio<br />

qualificare le nostre chiese in<br />

generale, e le principali in particolare,<br />

come fari, che attirano e guidano<br />

il buon popolo di Dio nel retto cammino<br />

<strong>della</strong> salvezza.<br />

Infatti, in ogni paese cristiano, la<br />

fede popolare, guidata dall’influsso<br />

<strong>della</strong> grazia, ha eletto per sé il proprio<br />

“faro”. Santiago di Compostela<br />

per gli spagnoli, Fatima per i portoghesi,<br />

Lourdes per i francesi, tutti<br />

sono, a loro modo, il punto di riferimento<br />

spir<strong>it</strong>uale, il faro per le anime.<br />

Non soltanto i paesi, ma ogni regione<br />

e c<strong>it</strong>tà ha senz’altro il suo piccolo<br />

faro soprannaturale, tanto più<br />

caro ai cuori, quanto più è vicino a<br />

questi. Sono migliaia… Cappelle, abbazie,<br />

chiese e santuari sparpagliati<br />

per tutto l’orbe cristiano. In ver<strong>it</strong>à,<br />

per poterne c<strong>it</strong>are uno, c’è l’imbarazzo<br />

<strong>della</strong> scelta, a causa <strong>della</strong> profusione<br />

di devozioni e all’affetto quasi<br />

geloso con cui i fedeli cercano questi<br />

amati templi.<br />

Parliamo però di uno in particolare.<br />

Quale? La scelta riguarderà lo<br />

stesso Pontefice Romano. Nella sua<br />

vis<strong>it</strong>a in Brasile questo mese, S.S. Benedetto<br />

XVI eleverà all’onore degli<br />

altari un figlio di questa nazione, Fra<br />

Antonio di Sant’Anna Galvão. Con<br />

questa canonizzazione, l’attenzione<br />

di migliaia di fedeli si volgerà all’umile<br />

convento dove questo virtuoso personaggio<br />

ha percorso buona parte del<br />

suo cammino sulla via <strong>della</strong> sant<strong>it</strong>à: il<br />

Monastero <strong>della</strong> Luce.<br />

Fondato nel 1774 da Fra Galvão,<br />

il monastero ha preso parte in modo<br />

profondo alla storia <strong>della</strong> sua stessa<br />

c<strong>it</strong>tà. Con essa ha attraversato rivoluzioni<br />

e crisi, l’ha accompagnata<br />

sia nei suoi momenti di gioia come in<br />

quelli di tristezza.<br />

Genuflessi sugli inginocchiatoi,<br />

gli ab<strong>it</strong>anti di San Paolo tra le lacrime<br />

chiedevano la fine dei loro affanni,<br />

o sorridendo, ringraziavano per le<br />

v<strong>it</strong>torie ottenute. Alle volte lì veniva<br />

una semplice casalinga con i suoi problemi<br />

domestici, oppure un serio vescovo<br />

sulle cui spalle pesavano le responsabil<strong>it</strong>à<br />

di una grande diocesi.<br />

Nel corso dei secoli, San Paolo è diventata<br />

immensa, una delle maggiori<br />

c<strong>it</strong>tà del mondo. In ver<strong>it</strong>à, ora può<br />

contare su una splendida cattedrale,<br />

oltre che su innumerevoli belle chiese.<br />

Nonostante ciò, il cuore dei figli dell’enorme<br />

metropoli ha riservato un posto<br />

tutto speciale all’antico e venerando<br />

convento. Nel mezzo dell’espansione<br />

industriale, del via vai delle molt<strong>it</strong>udini<br />

che lavorano, conficcato quasi<br />

al centro <strong>della</strong> c<strong>it</strong>tà, l’impassibile Monastero<br />

<strong>della</strong> Luce prosegue sereno la<br />

sua missione, attirando ed illuminando<br />

le anime, come un autentico e sovrannaturale<br />

faro di virtù. ²<br />

Facciata del Convento <strong>della</strong> Luce<br />

San Paolo (Brasil)<br />

Gustavo Kralj


“Incoronazione <strong>della</strong><br />

Vergine” – Musei Vaticani<br />

Victor Toniolo<br />

L<br />

a Vergine Immacolata, preservata immune da<br />

ogni macchia di colpa originale fin<strong>it</strong>o il corso<br />

<strong>della</strong> sua v<strong>it</strong>a terrena, fu assunta alla celeste<br />

gloria in anima e corpo, e dal Signore esaltata quale<br />

Regina dell’universo perché fosse più pienamente<br />

conformata al figlio suo, Signore dei dominanti (cfr.<br />

Ap 19,16) e vinc<strong>it</strong>ore del peccato e <strong>della</strong> morte.<br />

(Cost<strong>it</strong>uzione Dogmatica Lumen Gentium)

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